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Introduzione
Quando fu il giorno della Calabria……..
Quando fu il giorno della Calabria ,Dio si trovò in pugno 15000 km2 di
argilla verde coi riflessi viola. Pensò che con quella creta si potesse
modellare un paese di due milioni di abitanti al massimo .Era teso in
un maschio vigore creativo , il Signore e promise a se stesso di fare
un capolavoro .Si mise all’opera e la Calabria uscì dalle sue mani
più bella della California e delle Hawaii , più bella della Costa
Azzurra e degli Arcipelaghi giapponesi .
( Leonida Repaci ) .
Nel corso del XVIII secolo , guerre , carestie , povertà , disagi economici e politici hanno scandito la vita del Regno di Napoli e di Nicotera , in quanto terra abbarbicata su una collina granitica situata nel lembo di terra chiamata Calabria Ulteriore.
Il problema fondamentale non fu solamente il malgoverno Ispanico e poi Viennese che si sono susseguiti sul trono del Viceregno per tutto il Settecento , quanto la ristretta mentalità che caratterizzò la vita dei Calabresi. In questo contesto si trovò stagnato il ridente e ameno borgo di Nicotera .
I Calabresi come i Nicoteresi , tuttavia , si sono dimostrati nelle varie età storiche un popolo portatore di usi e costumi molto diversi rispetto ai Napoletani .
Senza dubbio ,mentre, questi ultimi si sono dimostrati più avvezzi al progresso i Calabresi avevano una diversa concezione del progresso poco inclini al mutamento . Situazione che mi ha spinto ha sciogliere l’annosa questione di questa tesi :Il Regno di Napoli e la Calabria nel Settecento : Nicotera nel Settecento .
Percorrendo questo difficile e lungo excursus storico , sono emersi numerosi aspetti , di significativa importanza . Partendo specialmente dalle innumerevoli fonti storiche che disciplinano ampiamente l’argomento , sia per il lavoro sul Regno di Napoli dove sono degni di nota tra i tanti autori Pietro Colletta con la Storia del Reame di Napoli , e sia sul lavoro che ha riguardato Nicotera tra cui un contributo fondamentale lo porta Domenico Corso autore della Cronistoria religiosa , morale e civile della Città di Nicotera.
Un’ampia pagina nel corso della tesi è stata occupata dal capitolo sulla Calabria del Settecento dove l’ascesa al trono di Carlo di Borbone , portò agli occhi dell’ Europa i problemi secolari annoverati dalla Provincia.
La vita in Calabria era come detto in precedenza molto dura , i collegamenti erano inesistenti , le calamità naturali invece il pane quotidiano basti ricordare l’evento sismico del 5 febbraio del 1783 che interessò anche la città di Nicotera. La miseria , il baronaggio ed il banditismo hanno messo a dura prova la Provincia benché fosse una terra meravigliosa come dice nel brano “Quando fu il giorno della Calabria..,.” il Palmese Leonida Repaci , possedeva un ‘agricoltura ciclica e ripetitiva che ne danneggiava l’immagine di terra amena.
D’ altro canto rimaneva un’eccezione in questo degradante panorama Nicotera fondata dai coloni di Locri con il nome di Medma , facendone una prestigiosa area ambita e governata dai Romani , dai Normanni , dagli Svevi e dagli Angioini agli Aragonesi . Tutti popoli che contribuirono alla sua grandezza . Senza dubbio la grandezza del Borgo non fu solo opera di queste grandi dinastie , dove si collegano i nomi di importanti casati baronali , tuttavia , per la città di Nicotera spiccano fra tutti i Ruffo che riportarono a vita novella l’antico borgo.
A conti fatti il centro durante il Settecento visse le vicissitudini della sua Provincia la Calabria , le carestie e le pestilenze del 1743 che decimarono il centro .
Il terremoto del 1783 che nel Nicoterese provocò 14 morti ,dati tratti dai Registri Parrocchiali da me rinvenuti non ottime condizioni nel Museo di Arte Sacra di Nicotera.
Le varie inondazioni che susseguirono il sisma e le epidemie in più i disordini provocati da Ferdinando IV sfociarono nella Repubblica Partenopea . La tanto agoniata Repubblica ebbe breve vita , il Re fuggito in Sicilia incaricò il Cardinale Fabrizio Ruffo di ripristinare la situazione . Nel 1799 la rivolta Sanfedista si battè di fronte il Castello di Nicotera riportando tutto il Regno di Napoli nelle mani Borboniche.