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Intervista a Maria Lombardo: la versione di Maria Lombardo e del Regno delle Due Sicilie.

 

Quando più una civiltà coincide con un popolo, un Regno una tribù tanto più semplice è la sua storia. Se una civiltà generale è differenziata in varie nazioni, queste a loro volta queste sono differenziate in gruppi, classi e partiti si ha ovviamente una  corrispondente differenziazione delle forma “storica”. Con questo presupposto che crediamo sia essenziale vorremmo sottoporre ai nostri lettori la figura di una giovane studiosa di storia. Maria Lombardo nata a Nicotera, dove vive studia e lavora. Si è laureata con il massimo dei voti in Scienze dell'educazione in più è specializzata in storia moderna e contemporanea. I suoi studi l'hanno portata in lungo e largo nella nostra regione, partecipando a molti simposi letterari e storici, anche a livello nazionale. Un suo docente e relatore della sua tesi la introduce nella ricerca delle fonti storiche, da quel momento la Lombardo lascia il suo mentore e come una pellegrina comincia a visitare tutte le biblioteche, gli archivi di stato, quelli diocesani e parrocchiali. Dopo qualche tempo viene contattata dai” Comitati delle Due Sicilie”e inizia a scrivere la vera storia del Regno dei Borbone in aperto contrasto con quella scritta dal Regno Sabaudo. Abbiamo incontrato la storica e giornalista Maria, in un convegno organizzato da Calabria Ultra presso il Parco Archeologico Nazionale Scolacium a Borgia. Siamo stati rapiti dal modo tranquillo e risoluto di esporre la storia, quella che non viene trascritta dai libri di testo, ma quella vissuta realmente e che trova rispondenza attraverso gli atti in possesso della nostra giovane storica. Alcuni documenti storici riferiscono di una netta volontà del conte di Cavour, di non avallare “l'impresa dei mille”. La spedizione di Garibaldi confidava ad un'amico il conte, è un fatto gravissimo. Tuttavia reputo non si poteva impedire. Essa era apertamente favorita dall'Inghilterra e moderatamente contrastata dalla Francia.

Intende riscrivere la storia?

Il compito è proprio questo, la rivisitazione della storia meridionale, tanto per fare comprendere al resto d'Italia, che soprattutto la nostra Regione, non era la terra di nessuno e tanto meno gravata da un'arretratezza abbissale.

Lei crede che tutto quello che abbiamo studiato a scuola, in questi anni sia solamente una parte e notevolmente addentrata e posta sull'altare dell'Unità d'Italia?

Lei ha colto nel segno. Quello delle Due Sicilie era un Regno in floride condizioni economiche che duravano da 730 anni, “tanto da avere più monete messe insieme più di tutti gli altri stati italici”come affermava Francesco Saverio Nitti (noto economista) ma la storia “venne riscritta in funzione dei nuovi padroni”- i Savoia- che dovevano giustificare l'invasione e la decapitazione dell'economia duosiciliana. I nuovi “padroni”insabbiarono e voltarono a loro favore la storia creandosi una falsa verginità e conducendo al vile disprezzo tutto ciò che era Borbonico.

Quali sono gli attestati sul quale lei basa la sua teoria di forte supremazia del Regno delle Due Sicilie?

Durante l'epopea Borbonica, l'economia era il fiore all'occhiello dello Stato, le grandi imprese statali disseminate tra Campania e Calabria ricoprivano sia le commesse statali sia quelle destinate alle maestranza europee, tanto è vero che nel 1859 i prodotti meridionali ricevettero il premio come pregevole fattura alla Mostra Internazionale di Parigi. In questo contesto si collocava l'eccellenza di Pietrarsa, una grande eccellenza aziendale che dava lavoro a 700 persone.

La mia vuole essere una domanda provocatoria, ma se tutto andava bene nel Mezzogiorno perchè il popolo ha seguito Garibaldi e poi ha detto “SI” al plebiscito?

Sir Elliot in una cronaca scrisse a proposito di Canibarto( Garibaldi) “ per tutta la città Garibaldini e camorristi prelevavano e portavano al voto(...). In ogni seggio vi erano due urne il SI ed il NO e quando qualche temerario preferiva il No prendeva bastonate e coltellate. Questa la situazione in cui si collocò la chiusura di questa grande realtà. Ma continua ancora Ser Hellyot Henry “ il plebiscito fu la farsa più ridicola che si potesse immaginare. Ma torniamo a Pietrarsa azienda partenopea di elevato impegno industriale fondata da Ferdinando nel 1840, e capace di raggiungere in pochissimi anni numerosi record, mentre l'antagonista Ansaldo nacque 13 anni dopo nei pressi del triangolo industriale, dimostrando quanto le menti illuminate del napoletano si impegnassero senza riserva alcuna allo sviluppo statale.

 

 

Di Giuseppe Passafaro

per KALABRIANS.

 

 

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