Home page di Maria Lombardo

 

TUTTI I DIRITTI RISERVATI ! (C) SIAE 2010

NICOTERA SOTTO LA DOMINAZIONE FRANCESE

                             

La mia attenzione su Nicotera ha preso le mosse da un impegno individuale di ricerca , portato inizialmente sulla Cittadeja dalle sue origini fino al Settecento . Il mio incontro non breve e non fugace con   Nicotera  , mi ha portato a considerarla un unicum nell'Habitat calabrese , per cui i      processi di trasformazione e sviluppo , non è possibile prescinderle    da un fondo di analisi storico- filologica d'estrema cautela . Nicotera posizione  baricentrica di controllo sulle acque tirreniche dove le acque  calabre incontrano quelle sicule , posizione baricentrica sulla pianura del  Mesima  ,fertilità del suo hinterland ed infine sbocco portuale . Per tutto il dominio francese Nicotera , rimase una delle terre più belle di tutta la Calabria Ultra o Ulteriore come dir si voglia , vantava una zona a caratterizzazione secolare 1838 erano gli ettari complessivi , 228 aditi alla coltivazione di seminativo arborato , 18 adibiti a vigneti , 197 ad uliveto e 41 al pascolo mentre l'agricoltura rimase ciclica e ripetitiva a causa dei postumi del sisma del '83 ,mentre il 4 % della popolazione si dedicava all 'artigianato  .La storia di Nicotera è una lunga vicenda di contatti , la città che si rinnova sotto l'assetto  viario la nascita di un ampio spazio verde adiacente il Castello Ruffo , durante il periodo in questione   .  Tuttavia ,la vita del centro venne inesorabilmente legata alla vita del Napoletano , quando il Borbone scampò a Palermo il trono del Napoletano rimase vacante il potere passò nella mani dell'Imperatore dei Francesi e poi Re d'Italia : Napoleone , nel 1805  .La cronaca del tempo confermano che Nicotera si aspettase che l'agoniato cambio di Corona portasse cambiamenti . Il  sospirato cambiamento arrivò quando il Sovrano  a conti fatti nominò come suo  successore il fratello Giuseppe Bonaparte  , con il titolo di Re di Napoli  , in ogni angolo dello Stato si rende omaggio alla nuova corona ed anche  a Nicotera  il popolo si rende conto del cambio di potere sostiene  lo storico nicoterese Natale Pagano in un suo documento in web :” L'Imperatore dei francesi nomina il fratello Giuseppe , Re di Napoli , anche Nicotera  rende grazie al nuovo Re ,( …) .A tal punto che  si verificano analoghe situazioni ,  da parte delle famiglie ricche che li asservirono per mantenere i privilegi  “ . I Cipriani divennero i nuovi referenti della Corona Francese ed indiscussi padroni del Borgo ,    mentre la povera gente che era molta nella città acclamava la  vecchia Corona Borbonica . Secondo altri autorevoli scritti  , Maria Lombardo nello scritto “Nicotera dalle origini al Settecento “ annota ciò : riferendomi principalmente a palazzo Cipriani , che possedeva la caratteristica dei balconi panciuti ( …) . I ricchi nel nicoterese erano tanti poiché da poco fecero ritorno dalla vicina Tropea , vivevano in case impalazzate , in genere di quattro piani ma solo i primi due abitabili . Tutto minuziosamente nelle norme , illuminazione ,aerazione , tutte ben rifinite ed abbellite “  , situazione che si verificò per tutto il periodo francese . A conti fatti i Francesi decisero di reprimere con dispacci i filoborbonici nostalgici sia del vecchio casato che della Rivoluzione Sanfedista ,al fine di puntualizzare il cambio di Corona facendo  rinchiudere nelle carceri cosentine almeno 12 Nicoteresi rei di questo , annotano così i documenti del periodo :” i militari rei di essere filoborbonici furono Domenico Cicala , Domenico Capria , Francesco Paparatto , Giuseppe Vardè , Nicola Cacciatori , Diego Francica , Francesco Vardè (…) , furono arrestati e condotti a Cosenza”.Il Fratello dell'Imperatore decise nel 1806 di porre fine al feudalesimo creando leggi eversive eliminando così l'albero infesto  della feudalità  , favorivano i poveri ma alla fine ne beneficiarono i ricchi proprietari che ne divennero indiscussi padroni . Il cambiamento interessò anche il borgo di Nicotera visibile in numerosi documenti situati nell'archivio Vescovile della Città . Secondo la legislazione francese i due terreni del Sovereto e Lamia divennero del demanio , facendo danno ai contadini del Nicoterese. Sempre nello stesso anno Giuseppe , con una circolare chiede la chiusura di due enti ecclesiastici dice Natale Pagano :” Vi erano conventi maschili dei Celestini e delle Clarisse e della Madonna delle Grazie “ E nell'anno successivo nel 1807 viene ordinato di chiudere altre situazioni . Stavolta la situazione passò ad altri due enti del luogo  tra cui Santa Caterina D'Alessandria . Proprio in quello stesso anno Nicotera viene attaccata dai briganti guidati da Decosatis per essere saccheggiata ma la solerzia dei popolani li respinse .Mentre la banda di Francatrippa stanziata al Sovereto chiedeva soldi al sindaco che dovette versare cospicua rendita. Sono anni difficili per il Borgo sotto l'aspetto conventuale , il borgo viene molte volte colpito . Tale situazione si ripercuoteva sulla cittadinanza che  rimaneva distinta tra contadini e galantuomini i quali continuavano a dimorare nel XIV secolo tra Castello e Cattedrale , mentre i “ cafoni “ dimoravano nei restanti quartieri .Nel 1807 data importante Nicotera diviene sede di Governo posto di spicco nella Giurisdizione. Vengono infine nominati 20 decurioni eleggibili , un sindaco  cittadino ed uno marittimo e due eletti , mentre , viene ancora rivista la scuola affidata nelle mani dei religiosi . In pochi anni la corona francese decise di nominare nuovo Re di Napoli  il   cognato dell'Imperatore Francese , che si distinse valorosamente in molte campagne ,  ossia Gioacchino Murat sposo dell'augusta sorella di Napoleone : Carolina. Asceso al trono nel 1808 le cronache del periodo annotano questo :l'Onnipotente congiunto ( Napoleone) nomina nel 1808 Re di Napoli Murat , cingendolo con la corona di Napoli esclusa la Sicilia, ( …) , dove stanziava il Borbone in esilio “ . La nuova Corona arriva con uno slancio polemico su vari fronti specie a Nicotera .Murat  a conti fatti fu  molto legato alla storia calabrese e nicoterese , interessato alla lotta al brigantaggio  calabrese ( da non confondere con l'atto legittimista subito dopo l''Unità d'Italia ) ,  che cercò di bloccare con ogni forma spinse a numerosi proclami ,molti dei quali citano questo :” ogni brigante catturato e ucciso diverrà monito per chi verrà dopo , teste mozzate e affisse per giorni in pubblica piazza “. Sempre nel 1808 la Corona decide di far chiudere altre case religiose , situazione che interessò nuovamente Nicotera  indispettendo   la potenza della Curia allora giudata da Marra grande figura ecclesiastica  , narrano importanti fonti d'archivio storico vescovile che per tutto il decennio ed oltre tutti i presbiteri per la Calabria Ultra venivano ordinati a Nicotera in ispecie sotto la Curia di Bernardini e di  Vincenzo Marra EMINENTISSIMO VESCOVO DI Nicotera . Sempre in quell'anno ( 1808) altre case religiose vennero estrapolate dice il Pagano in molti suoi testi di elevato valore storico e patriottico nicoterese : “ altre case chiuse dopo il decreto (…) furono Santa Maria delle Grazie , Celestini siti in piazza S. Caterina ,Minori e Clarisse .”I danni causati dai nuovi governanti sulla situazione di Nicotera per la vita ecclesiastica indignò il popolo in quanto gli ecclesiastici furono lasciati vivere nell'abbandono più totale . Il 21 Dicembre di quell'anno Gioacchino emana un decreto che recita tali parole :”  elimino dai benefici della pensione le case religiose soppresse” ,creando enormi disagi al Napoletano al fine di rimpinguare le casse dello Stato .Le leggi eversive istituite in tutto il Paese Napoletano vennero applicate anche a Nicotera , leggi volute dal fratello di Napoleone , la città acquisisce nuovo vigore economico e politico sotto la Corona Francese , la quale per vicinanza strategica al mare e al nuovo capoluogo  divenne meta di visita del Re ( specie Murat) , in quanto si trovava spesso nella vicina Monteleone ( odierna Vibo Valentia )  definita dalle fonti storiche in ispecie da Vito Capialbi noto erudito monteleonese  con il nome di Monsleonis . Nella fluttuazione di questa epoca triste  Nicotera aveva tra le milizie napolitane- inglesi un valoroso soldato ben conto nelle campagne di Napoli , Campo Tenese , S.Eufemia  , maestro di cavalleria Giuseppe De Luca che perì a Mileto . Le suddette leggi emanate nell'anno  1809,ad un anno dalla nuova nomina del Re di Napoli  creano numerose difficili situazioni a discapito della classe meno  abbietta Nicoterese che a conti fatti le vive come dei soprusi  , facendo beneficiare i ricchi che per ipso facto divennero sempre più potenti in tutto il Napoletano .   Tuttavia anche Nicotera visse tale situazione , nella citta affermano le  voci storiche più autorevoli che   durante il periodo francese , la Corona d'Oltralpe si interessò  di ricostruire con pochi interventi  la città danneggiata dal terribile sisma del 1873. Sebbene il precedente Governo si fosse adoperato alla ricostruzione ( impiegando 70 .000 ducati per la ricostruzione , somma devoluta dalla Corona Ispanica ) fu con Giuseppe Bonaparte e poi Murat a provvedere alla messa a punto degli edifici lesionati monchi di tetto e primi piani .  Situazione rivendicata subito  dopo il tremuoto quando annotano ancora i cronisti del tempo :” la situazione degenerò quando il governo borbonico varò la normativa che vietava assolutamente di usare intelaiature in legno nelle murature “  situazione che interessò Nicotera e che a conti fatti si  notarono gli effetti . Mancava a Nicotera ogni servizio igienico ,erano assenti le fogne  , l'acqua non giungeva in città , e questo stato di cose favoriva i morbi .Sotto i francesi il Borgo appariva piuttosto isolato   . La mancanza di rete viaria era l'imputato principale , solo con il Casato Bonaparte si tracciò la prima strada che la collegava a Monteleone .  Mentre nelle vicinanze passava la Carrozzabile delle Calabria che in 55 km passava dal Mesina a Villa e calcata dalle carrozze postali .   Le altre delle mulattiere che servivano a rifornire il centro di acqua .  La situazione del periodo seppur di difficile collocazione , in quanto si cerca di ricostruire quanto caduto in seguito al sisma , nel 1807 viene messa la prima pietra per la ricostruzione del Palazzo Vescovile sorto sui ruderi della Chiesa di Santa Caterina ceduta alla Cassa Sacra dal vescovo Marra scrive così Giuseppe Giò nella sua opera  “ Statistica Murattiana nel Regno di Napoli . Relazione delle Calabrie , il quale annota ancora nella sua opera :” dopo pochi anni il palazzo vescovile di Nicotera prende nuova vita il cui sito fu scelto dal vescovo Marra che acquistò i ruderi del convento dei Celestini  “ . Di facile collocazione  il Borgo di Nicotera diviene sotto i nuovi Sovrani città evoluta culturalmente già dal lontano 1805 fino al 1811 il monopolio sulla cultura fu affidato alla Curia : “gestito dai Religiosi “ dice ancora il Pagano .  Vi furono tutte le scuole dalle Elementari , all'Umanità media e sublime , si insegnava ancora Filosofia , Teologia morale , Matematica , Canto Gregoriano ,  e vennero assoldati due insigni latinisti Callè e Sorace parole che non necessitano commento . Ma mentre la solerzia di Monsignor Marra si distinse per fatti  , il borgo attraversava un periodo difficile il commercio paralizzato , l'industria si fermò, l'agricoltura risultò morta come periodo post sisma ma anche come governo dei nuovi governanti . Narrano i dati d'archivio vescovile che un vero sfacelo una pestilenza fu  questa nuova Corona , provocarono sia danno materiale distruggendo i luoghi di soggiorno che a livello morale provando l'indigenza del popolo già distrutto dal gran tremuoto . In concreto tutto rimase bloccato “ per iscusa di ritardo “ molto lenti furono i progressi . Per favorire l'agricoltura il Murat ordinò di dividere alcuni territori tra Comune ed il conte di Sinopoli  Fulco Ruffo dice il Sorace nella sua opera Scritti vari su Nicotera :” si divisero equamente feudo Ravello , il Mortelletto e Praie “. Tuttavia fu nell'anno 1809 che si verificò il desiderio di Don De Luca di eriggere la Chiesa in Marina divenendo per merito cappellano della Real Marina .

Nell'anno Domini 1810 Gioacchino si porta a Nicotera nel mese di maggio , la cittadina è adoperata nel lavoro dei campi anche in quel giorno dell'Ascensione racconta Natale Pagano :” giunse a Nicotera, Gioacchino Murat , approfittando della festività , (...)partecipò al pontificale celebrato in cattedrale da Monsignor .Marra “ , tanto per la cronaca giunse scortato da soldati e luogoteneti . Il Re di Napoli , era secondo le note storiche usuale nel Nicoterese in quanto la politica Giuseppino-Murattiana la elesse piazza d'armi e città d'avvistamento, i militari erano dislocati tra castello e conventi mentre i luogotenenti vivevano in case private . Il Vescovo proprio in quell'occasione denunciò con un discorso severo la situazione critica del centro e delle onerose tasse che gravavano sui poveri cittadini . Annota Fausto Vincenzo Sorace noto storico la solennità con cui fu accolto il reale :” accolto in pompa magna al Municipio venne accolto e fatto pernottare a casa Cipriani “ . Sebbene , il popolo veniva gravato da tasse e sopprusi da parte dei nuovi padroni il Francese nomina il Marra Cavaliere delle Due Sicilie situazione che descritta ancora dal Sorace :” lo salvò mille volte dai problemi con gli usurpatori !”.Merito guadagnato soprattutto grazie al suo coraggio . Sempre in quello frangente di tempo in cui Sua Maestà dimorava a Nicotera il Marra per onorarlo fece visita a casa Cipriani ed anche qui perorò la causa del suo popolo dice il Sorace :”alla fine il Vescovo ottenne delle once per ricostruire la Madonna della Scala e dei centesimi per il popolo “ Cosa che a conti fatti servirono al Sindaco dichiaratosi il più povero di tutti e che il 23 giugno il Re lo depose “per l'atto indecoroso “. Sebbene la città vuole assolutamente riscattarsi nel 1810 viene celebrato in Città un processo importante che vide Antonio Cipriani sindaco del Borgo come imputato per aver svuotato le casse del Comune .    Il Re di Napoli lascia così il centro nelle mani di Antonio Cipria che la resse fino alla caduta del nuovo Stato . Nicotera a conti fatti cerca di risollevarsi da questa situazione di crisi e avversità che per tutto il periodo che seguirà stagnò , nel 1811 l'8 aprile il giudice di pace chiede la costruzione della casa d'arresto che per 100 ducati fu affidata a Giuseppe Russo che la costruì nei ruderi della chiesa di Santa Chiara . Affascinato dalla bellezza del luogo Gioacchino fa costruire il primo acquedotto per far giungere il prezioso liquido fino in paese nasce : l'acquedotto Tamburu o' puzzu ( tamburo del pozzo) e erige una fontana in piazza S. Caterina a spese della Corona. Durante il periodo francese Nicotera era un vero scrigno di tesori inestimabili , il Castello venne ricostruito dopo l'evento sismico dalla Corona Spagnola inviando il Sintes così la Cattedrale , numerosi palazzi gentilizi di pregevole fattura e i numerosissimi paramenti ecclesiastici molti donati da Marra ( che rimise in sesto persino il seminario lasciato all'abbandono ). Gli eventi cavalcano la dominazione francese eclissa drasticamente quando il 15 ottobre del 1815 Gioacchino viene arrestato e fucilato nella Città di Pizzo Calabro . Duravano così le cose quando sul trono tornò a sedersi il suo legittimo Sovrano l'augusto Ferdinando col titolo di Re delle Due Sicilie . Nicotera rinnovellò i suoi festeggiamenti e continuò ad essere capoluogo di circondario .

 

 

 

 

 

 

Home

 

 

Web Master (C) 2010 Raffaele Fameli