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Lettera di Alessandro D'Ancona all' on. Celestino Bianchi .

 

Carissimo Celestino,

Mandandoti questo scritto,che al tuo giornale chiede insieme ospitalità e diffusione, debbo dirti anzi tutto quali furono le occasioni, nel dettarlo, quali nel pubblicarle le ragioni. Un giovane, ma valente professore di lettere, narravami tempo fa come, terminati gli studi universitari, e fatto a proprie spese, un'anno di soggiorno fuori Italia, per meglio perfezionarsi nella classica filologia, tornando in patria ei fosse dal Ministero mandato in un Ginnasio dell'Italia Inferiore: e mi descriveva vivamente, e con abbondanza di particolari, lo stato del paese, e le condizioni dell'insegnamento e della vita in cotesta regione. Parvami che il suo racconto contenesse molti fatti e no poche osservazioni degne di memoria; sicchè lo pregai di volermi mettere per iscritto quello che avevami a voce narrato; ed egli lo fece prontamente, con una semplicità e schiettezza di forme , che è testimonio della veracità di quanto egli afferma. Se non che questa relazione rimase sinora, e sarebbe forse ancora più a lungo rimasta sepolta fra i miei fogli, se l'inchiesta, testè ordinata dall'onorevole Ministro della pubblica Istruzione, non mi avesse fatto sorgere l'idea che pubblicarla non riuscirebbe ne inutile e ne inopportuno, poiché l'attenzione del pubblico è nuovamente eccitata ad esaminare lo stato dell'insegnamento secondario tra noi. Ma ponendo in luce questo scritto, tanto l'autore tanto io, siamo remotissimi, se pure è d'uopo dichiararlo, da ogni intenzione di scandalo:anzi, a bello studio abbiamo tolto via qualunque indizio troppo preciso vi si potesse trovare rispetto a luoghi troppo preciso vi si potesse trovare rispetto a luoghi o a persone. Certo, non lo nascondiamo il Ginnasio si trova nell'Italia Inferiore. Ma rifuggiamo dall'indicare luoghi e persone in particolare, che sarebbe magra soddisfazione, e non allegra né nobile vendetta,(...) sa che questi sconci si presentano in molti e molti istituti. Del resto sarebbe tempo di cessare dal nascondere il vero a noi stessi, per falso amore di Municipio o Provincia, o per tema di spiacere altrui: L'Italia è madre a tutti noi! Ed ogni sua parte deve esserci cara egualmente. Ma abbiasi anche il coraggio di dire ad alta voce che l'istruzione secondaria non va bene in Italia, e che, nelle Provincie Superiori o Mediane, ove più ove meno, sunt bona mixta malis, nelle meridionali e nelle insulari, salvo tuttavia le grandi città , sunt mala mixta bonis. Il mio amico descrive nella sua Relazione usi e costumi assai diversi da quelli che prevalgono nella maggior parte del nostro paese. Essi saranno giudicati diversamente, piaceranno ad alcuni per la semplicità loro, ad altri parranno soverchiamente rozzi ed agresti, quelli che vi sono nati in mezzo, si meraviglieranno dell'altrui meraviglia, ed altri invece (…), possibili ai nostri dì. Pur non è su quelli che vogliamo richiamare l'attenzione del pubblico,sebbene a noi sembrino poco favorevoli all'incremento degli studi, e tali che di simili non se ne trovino se non nelle parti men colte di Grecia  e Spagna. Così, ad esempio,quell'introdursi dei maiali nelle scuole, e liberamente vagarvi, secondo qui appreso e narrato, è indizio di una benevolenza reciproca tra l'uomo ed i bruti, che sarà di gran compiacimento alla benemerita Società contro il maltrattamento delle bestie: ma dà segno probabile che degli studi non si abbia in quei luoghi il serio concetto che meritano. Del resto, paese che vai usanza che trovi. Pensiamo piuttosto un poco qual sia la sorte di un giovane insegnante che ad un tratto, per effetto di un decreto ministeriale si vede sbalzato nel cuore del Napoletano , della Sicilia, o della Sardegna.(...) della vita di cotesto giovane.  Le ultime prove sono ormai superate, un lieto successo corona le passate fatiche, ed egli sente con gioia, che dopo essere stato a carico dei congiunti e dello Stato,(...),e riuscire di giovamento alla famiglia ,e di lustro allo Stato.(...) libero dal pensiero degli esami e responsabile solo dinanzi alla propria coscienza, gli si propone alacremente di continuare negli studi, coltivando (..), e pensando a qualche utile pubblicazione , a qualche bella ricerca, che arricchisca lui e la Patria. Se, non che da quel giorno, salvo per pochissimi favoriti dalla fortuna,è così radi da potersi contar sulle dita, incomincia invece una lunga serie di tribolazioni, una vita di sconforto e delusioni: e poiché la maggior parte dei posti nei Licei sono ormai occupati, il Ministero non ha da offrire una quarta o una quinta ginnasiale che, nella pluralità dei casi, è posta nelle provincie meridionali o nelle isole.(...), ma il bisogno stringe, ed il giovane accetta l'ufficio di reggente, (..).Ma, per recarsi sul luogo, che il più delle volte è lontano non solo dalle linee di strade ferrate, ma anche dalle vie carrozzabili, (…).La quale è ancora decimata da un Regolamento non mai abbastanza deplorabile e vituperabile, e che sarebbe ora di togliere;(...).Questi  a tutti non parrano troppi, (..) si può star sicuro che ne gli osti e ne i librai si saranno arricchiti alle sue spalle!.Ma eccolo finalmente arrivato al luogo ov'è destinato. La trova costumi differenti dai consueti, e ai quali pur bisogna adattarsi: la vita è semplice, ma non di meno costosa, perchè mancano generalmente tutti i comodi di trattorie,camere ammobiliate ecc ecc..Intanto il borsello è vuoto (...)e a progredire, insieme negli studi. I giovani alunni sono d'ingegno ma mal preparati, le scuole elementari, se non difettano interamente ,sono malamente ordinate. Il poveretto fa quel che può ,combatte gli ostacoli, si ostina a volerli superare, ma alla fine dell'anno scolastico è sfiduciato , (...)e chiede di poter tornare a casa.(...)finchè faccia al sercondo quel che ha fatto al primo e traslochi pure lui.(...)Che se abbiamo da un lato, dei giovani, i quali, per un misero e quasi vergognoso compenso, sono mandati lontani da ogni civile compagnia, da ogni centro di movimento culturale, e vi languono, collo sconforto nel cuore, finchè la salute non arrida loro benigna, (….)dove l'insegnamento di ogni genere e grado è spesso soltanto desiderio o speranza, o meglio sarebbe se del tutto non fosse. Ora a tutti deve stare a cuore che la istruzione si spanda largamente in ogni parte della Penisola,e la cultura sia da per tutto ad uno stesso e alto grado. Per molto, e con ragione, si è data colpa dell'ignoranza in che si trovano le popolazioni, del resto intelligentissime, alla incuria e alla perversità dei passati Governi,ma adesso dopo tre lustri di pubblica vita, è colpa nostra, e gravissima colpa se le cose non cambiano (…).Ora, il bene privato degli insegnanti, (…) è così facilmente conciliabile, come a prima vista potrebbe sembrare?. Dopo questa discussione che forse, caro Celestino, ti sarà parsa un poco troppo lunga torno alla domanda :se cioè possano fra loro conciliare la necessità di spargere l'istruzione nei luoghi più remoti e men culti della Penisola, e l'altra di non condannare giovani insegnanti al tedio ed alla solitudine. E dico, prima di tutto, che in generale andrebbe migliorata la condizione,(...)nei Ginnasi e nei Licei. Aggiungo poi, che finchè durano condizioni straordinarie, e con essa la necessità e l'obbligo di farle cessare, e pur debito far qualcosa non interamente in accordo con quella benedetta uniformità, che, in politica ed in amministrazione, da molti è stata scambiata coll'unità. (…),incaricato di ispezionare governativamente i Licei, ho sempre trovato nelle istruzioni ministeriali la dimanda dello Stato sulla condizione delle Biblioteche nei Licei, mi veniva quasi da ridere, ma solo per non piangere, (…). Il titolo di Biblioteca è un accozzo fortuito di libri, è veramente uno scherno, (…).Ma che dire dei luoghi, ove dal secolo XVI e dall'infausta dominazione spagnola in poi, è cessata ogni cultura e operosità, e che appena adesso cominciano a sentirsi i benefici effetti della vita nazionale (…).Al Mezzogiorno le Biblioteche o mancano affatto, o sono antiquate e insufficenti. E' necessario che lo Stato consacri qualche poco di denaro, (…) per far sorgere una più seria cultura scentifica e didattica.(...), Parmi necessario fare in modo che cessi questo continuo via vai di insegnanti nelle ultime Regioni d'Italia, e che si trovi il mezzo di rendere, meno insopportabile il soggiorno. Un alunno mio, che si trovò balzato nel centro della Sicilia, propose qualche cosa di simile al Ministero, (..).Come  se uniforme fosse la sorte di un giovane mandato a Como, Sondrio e Belluno, Cesena e Arezzo,e di quell'altro mandato a Lucera, Molfetta, a Corigliano, a Pescina, a Sciacca, a Bivona, a Noto, ad Orzieri ad Alghero ecc.(. ..),il Ministero non esaudì la domanda; ….....Ed ora finisco davvero lasciando che il mio amico racconti le sue tribolazioni, scusami del tanto spazio che usurpo nel tuo giornale, pur senza timore che a te a ai tuoi lettori debba parere malamente occupato per un soggetto che tanto giustamente preoccupa chi ama la gloria, l'onore, e l'avvenire del nostro paese, verso non pochi insegnanti stati miei alunni,par di fare il debito mio pubblicando queste memorie.

                                                                                         TUO

Pisa, 15 marzo 1873                                                        ALESSANDRO D'ANCONA

Rinvenendo questa missiva datata Pisa 15 MARZO 1873, scritta dal prof. Alessandro D'Ancona all'amico allora Ministro della Pubblica Istruzione Celestino Bianchi,  per dipanare la questio  delle disuguaglianze strutturali e scolastiche nella nuova Italia,siamo in anni infatti in cui il giovane Stato Italiano sperimenta la sua fragile unità sfoggiando la legge Casati. Insegnare è sempre stato affascinante ! Ma con giuste e dedite accortezze di un paese, che non commette errori dividendo il nuovo Stato in due Italie . Sebbene le tribolazioni descritte nella lettera in calce hanno puntualizzato come si è fatto di tutto e con ogni mezzo per non dare al Mezzogiorno la possibilità di non intraprendere, il professore a conti fatti prende coscienza che l'Italia è ancora tutta da costruire. Scopro che il racconto di Placido Cerri autore del diario venne pubblicata a puntate su “La Nazione”,lo stesso infatti cita :” non vi è la volontà di fare uno scandalo” eliminando riferimenti precisi, ma è consapevole che gli sconci descritti siano non un solo caso isolato. Tuttavia come si può evincere dalle parole di D'Ancona la colpa è da ricercare nell'incapacità del Governo che promosse la cultura e l'istruzione al nord, mentre lasciò al suo destino il Sud destinandolo ad un futuro già segnato in partenza .

 

Maria Lombardo

Consigliere Commissione cultura Comitati due Sicilie.

Centro studi e ricerca Comitati Due Sicilie.

 

 

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