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                                                                                   CAPITOLO IV BIS INEDITO

   

La Calabria ulteriore nel Settecento .

 

   La Calabria Ulteriore fin dal  lontano 1593 rappresenta

quel lembo di terra , che noi oggi definiamo “ estremo sud”.

Detta anche Calabria greca , ebbe in principio capitale la

città di Reggio fino al 1593.Mentre l’anno successivo il

primato passò a Catanzaro , occupando le  terre che vanno

dal fiume Neto alla piana di Decollatura . Governando i

distretti di Monteleone , Reggio, Gerace e solo nel 1806

venne annoverata anche Crotone.

Nel settecento la Calabria Ulteriore  in quanto provincia

del Regno di Napoli , dal punto di vista politico , non

ha avuto una posizione autonoma.Ma da sempre ha

subito le influenze delle dinastie che si sono susseguite

al Governo.

Alla morte di Carlo II nel 1700, salì al potere Filippo V ,

dopo numerose controversie testamentarie ;In questo

clima maturava nel Regno di Napoli il desiderio di

avere un proprio “principe” , che rispondesse e

garantisse ,una politica rivolta alla pubblica utilità

“anziché a logiche dinastie esterne”.L’avvento della

 nuova monarchia suscitò vive speranze e si attendevavo i

 nuovi governatori , per dare vitalità ad un Regno ormai

 sul lastico .

Nelle provincie come la Calabria , il governo oltre ad usare delle massime come il “Divide et impera “affiancava

il governo dei vicerè , mentre al popolo venivano

garantite le esigenze di sussistenza con “l’abbondanza

e con le feste “.

Gli spagnoli dalle provincie come la Calabria Ultra

 chiedevano solo la lealtà verso la Corona ,

  che il sovrano ricambiò con un  gesto di grazia e di

fiducia  : il condono del debito pubblico fino

al 1701.

Ma vi fu anche chi non stimava la nuova dinastia e

praticò degli atti di forza come il caso del duca di

Monteleone ,  grande feudo della Calabria Ultra ,

Nicola Pignatelli rinchiuso a  Sant’ Elmo nel 1703 per

essersi opposto all’arresto di un parente . Nel 1707 la Calabria Ultra dimostrò i primi segni  di insofferenza verso il nuovo governo e si fece portavoce per un futuro cambiamento .Dopo tale data nel 1723 anche la Calabria Citra  si unì , con un caso eclatante in Calabria, dove

     la scomunica dell’Arcivescovo di Cosenza per aver

      fatto “    estrarre un’omicida da un luogo  immune “ ,

   portò all’arresto di parenti del  prelato .Intanto mentre

    si prefiggeva un cambiamento di dinastie ,il trono passò

    agli austriaci .

Da ogni centro della Calabria affluirono lettere e petizioni al governo con dichiarazioni  di entusiasmo per la casa d’Austria .Mentre la  dinastia rispose con dichiarazioni formali .

 

 

Ancora nel 1727 nuovamente la Calabria Ultra  in occasione di nuove richieste per un nuovo  donativo insorse con in prima fila Reggio e  Tropea .La dominazione austriaca durò meno di un trentennio e terminò con una nuova guerra di successione relativa alla corona polacca ,che nel 1733 rimase vacante con

la morte di Augusto III di Sassonia .Negli accordi

rientrò anche il Regno di Napoli che tornò agli spagnoli .

Stavolta la riunione dei regni di Napoli e Sicilia , portò dei benefici alla Calabria intera , che da zona periferica si collocava come centro di una nuova  entità statale.

Nel 1735 , Carlo ricevette l’investitura di imperatore nella cattedrale di Palermo . E a tal proposito durante  quel viaggio attraversò tutta la Calabria ovunque  accolto con molto entusiasmo .Il corteo regio giunse il 24 gennaio prima in Calabria Citra , mentre la  visita in Calabria Ultra ebbe inizio a Catanzaro poi a Crotone ,Cutro , Monteleone e Palmi.

Proprio dal litorale palmese Don Carlos , si imbarcò  con tutto  il corteo alla volta di Messina. Con una  flottiglia , predisposta dal principe di Scilla Guglielmo Ruffo .

La situazione calabrese non era delle più rosee tanto da non lasciar presagire un buon futuro per la Corona . Dato preso in considerazione dal Tanucci , il quale  per sanare la situazione voleva diminuire i privilegi  dei Baroni e della Chiesa annoverati come i  mali secolari , proprio per far decollare il Paese . La morte in terra di Spagna di Ferdinando IV ,  chiamò Don Carlos a governare anche il Regno di Napoli , ma che mette nelle mani del figlio Ferdinando Sotto la Reggenza di un Consiglio di Reggenza.Gli anni di Reggenza furono tumultuosi , la nazione  con le provincie andava alla deriva ,il giovane marchese  era sordo ai lamenti del popolo ed hai suggerimenti , che il  noto illuminato Antonio Genovese gli concedeva.

Non fu nemmeno in grado di capire le prime  avvisaglie di carestie.

L’acme dell’inefficienza il governo Borbonico lo  raggiunse nel 1764, quando la corte pensò che la  carestia, fosse colpa dell’avidità dei commercianti ,  inviò per tutte le provincie dei regi commissari per “punire gli usurai nemici dei poveri “.

Dopo un breve periodo di calma il 23 dicembre 1798 , dopo essersi alleato nella coalizione  Antifrancese, abbandonò la Capitale e scampò  in Sicilia .

 

Il 21 gennaio venne proclamata la Repubblica  con un governo provvisorio tra cui ne fece parte il reggino Giuseppe Lagoteta martire della repressione borbonica  -Il 7 febbraio ,Fabrizio Ruffo , sbarcò a Pezzo località vicino Villa San Giovanni ed in meno di quattro mesi riuscì a sollevare le due Calabrie , da quella Ulteriore riuscì a passare a quella Citra .

Dopo un iniziale periodo difficile , il Ruffo dissolse tutte le

misure , che la regina borbonica Maria Carolina aveva raccomandato , per sollevare le masse calabresi.

Proprio da quel clima in cui vessava la regione, si giunse al 1806 , data epocale per il Regno di Napoli . Segnò il passaggio per un nuovo secolo in tutti  i  sensi ,con l’ascesa di Giuseppe Bonaparte fratello di Napoleone le cose cambiarono . La feudalità venne abbattuta ,e ci fu un cambiamento per le vecchia classe dirigenziale ,che in Calabria Ultra  per  tutto il 700 era nelle mani di 6 case baronali potenti. Tra cui vanno ricordati dice il Placanica gli Spinelli di  Seminara, i Ruffo di Bagnara e Scilla ,i Milano di Ardore, i Grimaldi a Gerace ed i Carafa di Roccella .Secondo i dati in nostro possesso è fortemente emerso che le grandi ali della storia nel settecento , in Calabria Ultra nonhanno battuto vigorose.Pochi gli avvenimenti politici ma molti gli eventi disastrosi. L’inizio del nuovo secolo videin primis  , un cambiamento sostanziale ,un’ampia  schiera di intrepidi e temerari viaggiatori si spinse fino  in Calabria .

I lunghi racconti giunti ai posteri ci danno una chiara idea.

Essa viene descritta come una terra esotica , piena di  fascino e mistero , dove è possibile vedere “ Catanzaro nido d’aquila ,la solitaria Roccelletta , la selvosa Squillace , le rupi infernali di Scilla e le ville di Reggio …..”.

Dopo la visita dei numerosi autori e studiosi stranieri  sono degni di nota soprattutto gli scrittori meridionali come il Doria Lo stesso di questi ci scrive :” Vi sono (….) nel Regno li

Calabresi ,li quali hanno il sangue così sulfureo come i

Napoletani , ma hanno all’incontro un minerale fisso , la

qualcosa li rende più profondi , nelle fatiche più forti o

più acri “ .

Il Doria ancora dice che sono dotati di un talento creativo ,

più dei napoletani più atti ad imitare .Mentre il 600 si concluse come secolo di disfacimento  specie per alcune aree calabresi come l’area Ulteriore ,il 700 invece si presentò in modo molto disomogeneo. Proprio per delineare quel lembo  di terra cominciamo  dalla popolazione  che continuò a renderla                   

 infatti il solito muto angolo della Penisola.

Certamente , portando alla ribalta il fenomeno dell’inurbamento ossia l’afflusso di molta gente verso le città maggiori .La popolazione di Reggio e Catanzaro crebbe, come non mai. Si contarono da  5912 fuochi a 7589 , anche nonostante la mortalità causate da carestie , terremoti ed epidemie.

Appunto perché nella provincia Ulteriore la vita era

caratterizzata più dagli eventi climatici rovinosi che da

eventi storico politici. Qui clima e natura avevano il sopravvento su ogni cosa. Il 1743 fu un’anno cruciale per la Calabria Ultra ,la prima ondata di malattie giunge dalla vicina Messina, per mietere centinaia di vittime alla città dello Stretto

Reggio.Con il morbo furono annoverati la fame ed il

freddo anche il Caridi descrive quei momenti “ a chi scampava dal male dava la morte il freddo “.

Con i sismi , le patologie e  le carestie si aggiunsero  le pioggie torrenziali alluvioni più o meno annuali  nel 1738 , nel 1742 e  nel 1744 15.  Nel 1744 , accaddero altri cataclismi e numerosi flagelli , peste ,carestie , guerre et spaventevoli terremoti .

Ancora venne a sostenersi che la Calabria Ultra sotto 

i Borboni fu caratterizzata più da congiutture negative ,

gravi ed eccezionali che da riforme : negli anni ’40 il

“grande freddo” negli anni ’60 ancora la peste , negli

anni ’80 il terribile terremoto .

Continui furono gli eventi disastrosi , ma nessuno , infatti paragonabili alla catastrofe del 1783 , che devastò tutta la Calabria Ulteriore e le coste del  Messinese.

Il 5 febbraio  del 1783, con epicentro a Terranova  l’odierna Piana di Gioia Tauro , distruggendo  quasi ogni centro della Calabria Ulteriore .

 

 

Alla visione di quello scenario apocalittico Andrea Gallo

ci descrive così “ cominciò a sentirsi tremare la terra prima,

leggermente indi con forza e con tale scotimento così vari ed irregolari ,che il  suolo videsi ondeggiare ,le muraglie muoversi da ogni lato…..

Anche il Caridi riporta la descrizione dei danni in  Aspromonte e nelle Serre : “questa collina cretacea  quasi svetta dalle radici ,rotolando per un terzo di miglio ,venne a ricoprire la scoscesa in maniera che oggi non si vede segno di albero .

In quel punto si sgretolarono dalla massa grossi globi di terra, che nel rotolare si riunivano , e si  osservava ciò a venire , come per ribollimenti  spumosi e di color cinerini (….).

Cinque uomini furono ingoiati dalla terra , la quale si aprì in molte fenditure. Questo si è narrato – e riferito da persone degne di fede e che furono presenti .

Una nuova scossa gravissima ,fu nella notte tra il 5  ed il 6 di

quel febbraio .A Scilla centro della Calabria Ultra già devastato dalla furia del sisma , perirono 1400 persone , compreso il Principe Ruffo con al seguito la sua corte che per scampare alla scossa tellurica venne inghiottito dal mare .

I danni furono immensi ,stimati a milioni di ducati e chi

non morì nel sisma, fu colpito da fame , freddo , ed

infezioni di vario genere .

La Rao ancora sull’argomento dice :” Quest’avvenimento rivendicò l’autonomia del Regno che inviò due navi  cariche di farina e di essere più che sufficienti ad  accorrere a bisogni e necessità di quella terra .

Subitò partì la macchina dei soccorsi e tutti furono chiamati a collaborare per rimuovere le macerie , seppellire i cadaveri , installare baracche ed  ospedali e costruire i forni .

 

Durante la revisione del viaggio in terra di Calabria il Pignatelli inviato regio,stabilitosi a Monteleone,  suo quartier generale  inviava alla regina in maniera molto dettagliata , notizie sui danni ,mentre alcuni commissari regi davano una visione in una relazione redatta tra l’aprile ed il maggio del 1783  ,sconfortante del luogo , ovunque morte e distruzione dicevano  alla corona  che : “ la Calabria Ulteriore era scena della tragica desolazione della natura “ .

In questa desolazione il governo cercò di sanare questa terra ,

e dava vita ad una serie di leggi che facevano della Calabria

Ultra , un laboratorio politico .

A pochi mesi dal sisma calabro-peloritano nel 1784  il 4 di

giugno , si stabilì che in Calabria Ultra tutti i beni della

Chiesa fossero sospesi per dare vita alla Cassa Sacra.

Nella città di Catanzaro la “ Giunta di Cassa Sacra “ confiscò

censurò molti beni lo stesso Caridi dice:” quest’obbiettivo

non fu per nulla centrato, a causa di intrighi e connivenze

tra funzionari e benestanti , si risolse a vantaggio di

questi che posero solide basi sul Regno. L’attività della Cassa Sacra non andò in contro alle esigenze della classe disagiata , si trasformò al contrario in una grave lacerazione del tessuto sociale “ ponendo le basi ad un conflitto che non tarderà a presentarsi  “ .

La Calabria Ulteriore , rimaneva legata all’assenza di rete viaria ,che la manteneva in isolamento ed impediva ogni relazione sociale e di scambio in genere.Questa triste situazione contribuì a bloccare la situazione e l’evoluzione .

I pochi scambi avvenivano tramite quei  porti a carattere rivierasco , di cui la Calabria Ultra ne  poteva contare molti Pizzo .Tropea , Nicotera , Scilla ,  Reggio sul versante tirrenico tanti ancora su quello Ionico .

Per tutti questi motivi politici , naturali e storici La Calabria Ulteriore non potè mai contare in un’agricoltura in decollo ,poiché troppo legata a nozioni rudimentali che facevano fallire le nuove colture come la patata in primis.

 

 In campo industriale la Calabria Ultra annovera , parecchie

industrie , a Catanzaro famosa la coltura della seta  nel 1786

il Barone  Tommaso Schipani per “ puro spirito patriottico

fece pervenire da Messina tre tiratrici di organza ma dopo

di loro non vi fu nessuno per impararlo  .

Tra Rosarno e Gioia Tauro al posto dei gelseti furono impiantati uliveti quindi l’olio era molto prodotto.

Riusciva a superara per tutto il secolo la produzione Pugliese e veniva addirittura smerciato nei porti tirrenici  della Calabria Ultra.

A Briatico per volontà del duca di Monteleone , venne aperta una vetreria con scarso risultato.

Ed ancora una fabbrichetta di sapone Marsiglia  ma con poco successo mancava degli artifici francesi  .La Calabria Ulteriore rimaneva una terra dalle molteplici contraddizioni .

Un’avviatissima fabbrica di carta a Soriano dovette chiudere i battenti , perché la Cassa Sacra non permise di spendere il denaro per alcuni miglioramenti ,   così  accadde che si lasciò perire un ricco campo di vendita.Non può essere dimenticato che ancora nel 700  la casa regnante Borbonica rimise in sesto la Ferriera di Mongiana per la produzione del ferro, comparto importante dell’economia calabrese .

Anch’essa devastata dalla furia del grande sisma, e dalle numerose alluvioni a causa del disboscamento, che serviva a mantenerla in funzione.Ancora per mettere in atto questo grande progetto Venne impiantata anche una fonderia di grande importanza nei pressi delle serre a Ferdinandea.

L’economia della Calabria Ultra nel settecento fu  caratterizzata da sottosviluppo e arretratezza in un ambiente fatalmente stanco ed in disfacimento . di cui l’imputazione primaria ,hanno scritto storici e  studiosi del periodo , suffragati da documentazione  d’archivio ,spettava al governo vicereale spagnolo , reo di aver adottato una politica superficiale.

Soprattutto di aver adottato una politica superficiale,  lo stesso Giuseppe Galasso ,disse di aver imposto  onerosi prelievi fiscali e di aver sostenuto , le  classi sociali privilegiate .

 

Ma mentre in campo economico ed industriale era un vero fallimento , nel 700 la Calabria tutta diede  al mondo letterati e filosofi di fama mondiale .

La Calabria Ultra diede un gran contributo alla vita culturale  e politica della provincia.  Tra gli autori coevi che si occuparono della Calabria,va menzionato Gravina ,che stabilì un forte legame tra Magna Grecia e Calabria Ultra .

Su tale argomento Gravina dice :” Onde una oscura ed abbandonata provincia ristretta in un cantone del Regno , anzi in un mucchio di poche cose ruinose e sdrucide ….. ha sparso la sua luce non solo per l’Italia ma per tutto il settentrione.

Non è ancora spenta l’indole greca nel quale nella scorza rozza e sassosa chiudono frutto piccante e saporoso .Ancora non può essere dimenticato Michele Torcia che propose l’elogio alla Magna Grecia  ed ai suoi eredi .

 

  

 

 

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