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                                                                                   CAPITOLO III

   

NICOTERA DALLE ORIGINI AL SEICENTO

     ORIGINE, POLITICA , DEMOGRAFIA ,ECONOMIA

 

 Nicotera è uno dei centri più suggestivi della Calabria Ulteriore. Per buona parte dell’ età medioevale e poi moderna la Calabria Ultra fu l’attuale provincia di Crotone, Catanzaro ,Vibo Valentia e Reggio Calabria.Il Borgo sorge arroccato su una verdeggiante collina pedemontana , che guarda de visu lo specchio di mare dove le acque calabre incontrano quelle sicule.

Il centro , tuttavia , possiede ancora oggi i tratti tipici di un borgo del XVI secolo con stradine tortuose tanti scorci e sottopassaggi .

Sulle origini di Nicotera , i pareri sono discordanti . Alcuni studiosi credono fermamente che in passato sia stata Acropoli dedicata a Pallade dove si festeggiavano le Nikotirie , festività care alla divinità , probabilmente oggi il suo nome deriverebbe da tali feste. Ma la fonte più attendibile dotata anche di preziose informazioni fu portata avanti dallo storico Vito Capialbi .L’erudito monteleonese studiò con molta attenzione la storia del Borgo per vari motivi .Motivi che affondano le radici con l’arrivo dei primi coloni locresi , che decisero di  fondare in tale posto una città chiamata Medma o Medama .

 

I Greci , tuttavia , dotarono il centro di un ginnasio , delle terme , di un foro e di alcuni templi , nonché di una zecca .Battendo moneta con la legenda Mesma .

Le origini di Nicotera , sostiene ancora lo storico di Monteleone , si ricollegano alla posizione di uno dei porti più attivi del Mediterraneo , situato nei pressi di feudo Ravello  , conosciuto ancora dallo storico Strabone che lo definì l’Emporion  72. Nel 422 a.c.con una “ triplice alleanza” con Crotone ed Hipponion attaccarono Locri e la sconfissero . Dalle fonti storiche è emerso che Nicotera , tra le altre cose fu anche la patria di Filippo astronomo discepolo di Platone.

Nicotera fin dagli albori della sua millenaria storia divenne terra di conquista da parte di importanti popoli dell’area mediterranea , tra tutti sono degni di nota i già menzionati Magno Greci per poi lasciare il posto ai Romani  , che fecero di Nicotera la location di una importante cava ancora oggi visibile . Questi ultimi capirono l’importanza dell’Emporion da dove venivano imbarcate le merci più disparate . Gli stessi eressero Nicotera come la “statio “ più importante della via Popilia 73 .

I Romani infatti la utilizzarono principalmente come passaggio alla Sicilia allora sotto i Cartaginesi .

 

Quando però i primi popoli barbarici si spinsero fino in Italia Meridionale , si portarono fino a Nicotera spinti da sete di guadagno .Esistono ancora numerose tracce dei Goti dei Vandali e dei Bizantini .Nel 65 d.c. viene fondata la curia Nicoterese di cui Niceforo fu il primo vescovo , ponendo un dominio secolare sul Borgo . L’anno 884 fu fondamentale per il centro , i Turchi sbarcarono a Nicotera ,uccidendo il vescovo Cesareo e trascinandolo per le vie del Borgo . Il fattore principale della sua grandezza Nicotera comunque lo deve al mare, ma in molti casi fu una vera e propria piaga per i paesi affacciati sul mare .

Per Nicotera sin dal IX secolo , le incursioni saracene , furono una costante della sua storia, infatti giungendo dalla vicinissima Sicilia , devastavano le coste nicoteresi attratti dal fatto che controllava le acque di unione tra due regioni , era dotata di un ampia ed accessibilissima costa ma era completamente indifesa.La gente succube dei continui sacchi si era rifugiata in altura a riparo dalla fobia che i pirati producevano con i lori misfatti , che commettevano ai danni della popolazione . L’avvento della pirateria araba gettò il Borgo nel caos più totale , producendo una vasta situazione di sottosviluppo e di abbandono persistente .

 

Ovviamente i pirati fino al 953 si trovarono spesso nel territorio nicoterese , arrecando danno alla popolazione.

Dopo tutto questo la città ed il territorio ne risentirono fortemente dando segno di un cedimento molto visibile.La gente vedeva nei Saraceni ormai un grosso pericolo , che li spinse ad abbandonare la città , ed a rifugiarsi nelle alture vicine. Stanziatisi vicino ai piedi di Monte Poro i Nicoteresi fondarono Niceto ossia “ raccolta di uomini “ le cui tracce sono state cancellate dal tempo .Nel 1065 le sorti della Calabria tutta cambiarono attivamente , ma specialmente cambiò il quadro storico nicoterese. Nicotera dopo questa data conobbe la dominazione Normanna .

Nello stesso anno venne stipulato uno dei trattati più importanti della storia , il famoso trattato di Melfi tra il papa Niccolò II ed il Normanno Roberto il Guiscardo .Al Normanno il papa concesse il titolo di duca di Puglia e Calabria e la promessa di diventare vassallo della Chiesa 74 . La paura che la Chiesa aveva di questo popolo Vichingo lo spinse alla stipulazione di tale trattato ,a dire il vero il nostro Sud deve molto a questo popolo .Quando scrive il Corso ,il Vichingo  , che lui descrive con tali parole: “ il gigante barbaro , dai capelli biondi e gli occhi sfolgoranti ,scelse un luogo da adibire a base militare puntò su Nicotera “ 75 .

 

Il giovane barbaro , inaugurò uno dei periodi politici più attivi della storia del Borgo . Alla dominazione Normanna Nicotera deve tanto , il Guiscardo apportò numerose modifiche architettoniche visibili ancora oggi .Fortificò le mura in altezza , costruì delle torri difensive ed un castello in modo da non temere nuovi assalti . Lo stesso avendo capito la magnificenza della posizione geografica concesse al Borgo grandi onori .

Stringendo con il popolo Nicoterese un’alleanza privilegiata , in primis non sfruttò i contadini ma il ricavato del lavoro lo divise sempre equamente e nel rispetto più assoluto . La casa Normanna anche se scelse la vicina Mileto come capitale per il distretto di cui Nicotera faceva parte , nel Borgo oltre al rito latino mantenne il rito bizantino , per non urtare la potenza della curia Nicoterese 76 . In circa due lustri Nicotera nasce a nuova vita con una ricca e fiorente agricoltura ed uno spiccato commercio . La nuova città ricostruita dal Guiscardo con schemi tipicamente Normanni ,risplende ora di nuovo fascino . Il castello e la cattedrale sono diventate il cuore della città , da cui si diramano le strade che giungono ai diversi quartieri .

 

 

La politica Normanna prevedeva oltre alla nascita del baluardo strategico , per la prevenzione degli sbarchi saraceni e la ripopolazione del centro , anche la lotta alla pirateria turschesca .

La dominazione del Guiscardo non centellinò le visite saracene , nel 1074 alla vigilia di San Pietro , una nuova flottiglia di navi turchesche sbarcò a Nicotera  , con lo scopo di fare incetta di beni e schiavi , alla fine la diedero alle fiamme rovinando numerosi edifici . Ma la situazione degenerò ,molti furono i Nicoteresi morti , così le donne conobbero la ferocia degli infedeli e tanti i deportati nelle galere dei turchi . Ancora tanti gli atti di affiliazione con la gente del posto per spartirsi il ricco bottino .Questo episodio costrinse il Normanno a cedere il Borgo di Nicotera a Ruggero che la restaurò .

Nel 1085 , sotto Ruggero i Saraceni puntarono nuovamente su Nicotera , guidati da Bonavert stanziato nella sicula Siracusa. Ruggero assente da Nicotera si indignò fortemente preparando una spedizione punitiva al Turco , infatti da Nicotera partì per Siracusa. Ma nella battaglia navale di fronte le acque Nicoteresi il Turco cadde in acqua ed affogò grazie al peso dell’armatura .Alla morte di Ruggero ,successe Ruggero II che introdusse nell’agricoltura Nicoterese il gelso moro ed il fico d’india provenienti dalla coltura araba 77.

  

Dotò ancora di un castello normanno anche la vicina Motta Filocastro in aiuto alla cavalleria nicoterese.

La dominazione Normanna si estinse con Ruggero II lasciando il posto a quella Sveva .

L’avvento della nuova dinastia in un primo momento non fu vissuta bene dai Nicoteresi memori delle ottime modifiche che la precedente monarchia apportò .Ovviamente sbagliandosi in quanto l’Imperatore dello Stupor Mundi seppe come conquistare la benevolenza della cittadinanza , a suon di privilegi speciali . Il nuovo sovrano , pose le basi per la sua politica di tipo economico .Tale dominazione Sveva portò Nicotera ad essere uno dei Borghi preferiti dell’Imperatore Federico II . A tal proposito gli concesse il titolo di “città Regia” , ed introdusse gli Ebrei , ma favorendoli in tutta la Calabria Ulteriore , in modo da incrementare l’economia di questi luoghi . Portando a compimento la costruzione di un quartiere definito Giudecca ( Judeca) in modo da non confondersi con la gente del posto 78 . Un quartiere costruito in” murgia” , la pietra che i Normanni utilizzarono  per rimettere in sesto l’antico maniero .

Sull’introduzione degli Ebrei scrive anche Oreste Dito :” Catanzaro era favorita dalla sua stessa posizione ,in facile comunicazione con lo Ionio ed il Tirreno , era il centro di maggiore importanza per il traffico di Ebrei .

 

Altri stanziamenti erano a Nicastro , Monteleone , Tropea , Nicotera , Seminara e Palmi 79 .

Effettivamente l’Imperatore grazie agli Ebrei sviluppò l’economia di questi luoghi della Calabria Ultra .Il programma federiciano prevedeva almeno nel Nicoterese che gli Ebrei non si mescolassero alla gente del posto e che contraessero matrimonio solo tra appartenenti alla stessa religione .Cosa che a dir il vero non fu mai rispettata , non indispettendo affatto il Sovrano .Quando la morte colpì l’Imperatore nel 1250 , in virtù di un importante piano politico , Nicotera raggiunse l’acme del suo splendore economico.La fioritura dipese essenzialmente dal porto , il quale fu punto d’arrivo di prodotti provenienti dall’entroterra ogni tipo di granaglie , vino , olio e pece che da Nicotera partivano per Reggio e per la vicina Messina.

In virtù di tale attività fino al 1276 Nicotera fu uno dei centri più ricchi e popolosi della Calabria Ultra 80.La dinastia Sveva si estinse con la morte del successore di Federico II , Manfredi , grazie al quale il Borgo visse questo  cambiamento di trono in modo molto atipico per via dei privilegi che l’Imperatore Federico II gli concesse . La cittadinanza rimase legata al ricordo dello Svevo , sia perché la rese importante sotto l’aspetto economico sia perché pensava che il successore

 

 Manfredi ponesse ulteriori privilegi sulla fioritura del centro. Manfredi invece distrusse il Tarzanà creato dal padre a difesa della Prejcciola . Per renderla per così dire terra coltivabile ma a ridosso  del mare ed esposta alle intemperie marine , si dimostrò infruttifera.

Nel 1284 Nicotera per l’ennesima volta dovette subire dei soprusi , stavolta causati da Ruggero di Lauria che sbeffeggiava l’alleanza Angioina .

L’ultimo ventennio del XIII secolo , fu caratteristico a causa dei dissapori tra le nuove dinastie Angioni ed Aragonesi che la portarono in nuove battaglie. L’alba del nuovo secolo fu la continuazione di un periodo fiorente per Nicotera . Il XIII secolo infatti contò grandi cambiamenti per il Borgo , il Regno di Napoli , passò alla corona Angioina il cui campione fu Carlo I D’Angiò , il Francese .

Il nuovo Sovrano coinvolse Nicotera ed il suo territorio in nuova guerre stavolta puntando alla conquista della vicina Messina .

La guerra con Messina spinse l’Angioino a costruire Torre Parnaso che aveva lo scopo di controllare la costa dei Calamaci . Gli Angioini si dimostrarono aspri e vessatori con i sudditi , nel 1282 in occasione della guerra del Vespro i meridionali erano ormai convinti di volersi scrollare di dosso tale dominazione.

  

A tal proposito nello stesso anno chiesero l’aiuto di Pietro III d’Aragona .

Costringendo le due fazioni a battersi nelle acque di Nicotera sotto la dominazione Angioina , Nicotera per la prima volta conobbe la dominazione di casa Ruffo , ma del ramo di Catanzaro .Questa famiglia baronale possedeva già nel catanzarese molti feudi ed era molto ricca e tra l’atro simpatizzante della fazione francese.Proprio per questo motivo gli concessero il feudo di Nicotera . I Ruffo fecero di questa terra una zona ricca e molto attiva . Cercando di riutilizzare una politica di maggior sviluppo economico .

Il capostipite della famiglia Ruffo di Catanzaro , risultava essere Pietro Ruffo , fedelissimo servo di Carlo I , al quale concesse un valente aiuto nel corso della guerra del Vespro .Il conflitto ebbe ripercussioni anche su Nicotera , le cronache del tempo riferiscono questo :” risiedeva a Nicotera un’ Ebreo natio di Catania di nome Gerolamo Francigena , fattosi cristiano prese nome di Pietro da Monteleone(....) , con armi e cavalli favoriva Carlo D’Angiò  .Al contrario Rinaldo da Cirò trovatosi a Nicotera con i suoi seguaci la fece ribellar a favore di Corradino , con al seguito Seminara ed i beni di Pietro furono occupati ormai dai ribelli “ 81.

 

 I Ruffo fedeli all’Angioino mantennero Nicotera vigile alle nuove guerriglie , tanto è vero che la meglio per tutto il periodo la ebbe la capacità di aver ricevuto un bel feudo e con una posizione di primo piano .

Il Ruffo cresciuto alla corte dello Svevo , divise Nicotera in diversi quartieri : nel Borgo dimoravano dai cavalieri agli asinai , a Palmentieri e S. Chiara marinai ed agricoltori , nella Giudecca i pescivendoli mentre tra S . Caterina ed il Castello i galantuomini . Al fine di mantenere maggior ordine tra la gente. Il primo novembre 1283 Carlo ordinò ai feudatari Calabresi di recarsi armati a Nicotera , con lo scopo di sconfiggere l’Aragonese , che in quel frangente cercava di puntare su Nicotera. Intanto l’Angioino lasciò la civitas  nelle mani del fedele cugino Roberto d’Artois . Nicotera era ormai sotto il mirino di Roberto di Lauria , costringendo Carlo a prospettare una fuga in patria. Durante quello stesso anno , il 4 agosto 1284 gli Aragonesi approfittando dell’assenza del francese , nella notte e senza curarsi neanche delle sentinelle accolte dal sonno sbarcarono a Nicotera cacciando il signore Pietro Ruffo . Intanto in Francia Carlo I morì , lasciando il suo successore a stipulare la pace di Caltabellotta definendo de facto il Regno di Napoli .

  

Nicotera stavolta tornò ai francesi , in quanto situata nella parte continentale del Regno .

Il nuovo sovrano fu Roberto D’Angiò duca di Calabria . La dominazione francese portò con sé un periodo di pace. La stessa infatti nel Nicoterese era sinonimo di ripresa in tutti i sensi benché bastasse , poco , in quanto , era abitata da abili contadini . Il periodo si concluse con la morte del Duca nel 1343 , portando il Borgo in nuovi fatti d’arme . A seguito di tale perdita Nicotera perse per un lungo periodo la dominazione Ruffo  , che la concesse ai Sanseverino i quali ereditarono anche il titolo di “ utili signori “.

A conti fatti i Sanseverino cercarono di risollevare le sorti del Borgo , sul lastrico a causa della guerra del Vespro accompagnato da un periodo di pace e lento recupero . I Sanseverino rimasero alla guida di Nicotera fino al 1417 , quando per cambiamenti di governo tornò ai Ruffo . Estintasi la dinastia Sanseverinese , il Borgo passò sotto i Marzano , coevi ai Ruffo che non portarono benefici al Borgo ma anzi lo trascinarono in un periodo di guerriglie interne. Situazione che i Ruffo riuscirono a sedare in quanto , benché vivessero in altri feudi non la affidarono mai completamente nelle mani dei gabellotti .

 

Come fecero sia i Sanseverino che a Nicotera preferivano Pizzo ed i Marzano che si dimostrarono la peggior dominazione , i Marzano infatti vantavano stretta parentela con i Ruffo .

Quando Francesco Sforza sposò Porsenna Ruffo , questa in dote portò Nicotera , passata poi alla sorella Iacobella .Dopo numerosi anni di pace solo nel 1435 ,a Nicotera si riaffacciò lo spettro della guerra tra le due antiche fazioni Angioini ed Aragonesi ma stavolta il potere passò agli Aragonesi guidati da Alfonso il Magnanimo .

Il primo cambiamento che gli Aragonesi fecero per il territorio di Nicotera fu di riconcederla nuovamente alla dinastia dei Ruffo con Esaù Ruffo , su questa modifica di dinastia il Corso dice : “ I Ruffo nell’anno 1461 la cedettero a causa di numerosi problemi legate alle carestie cum feudo Ravello per 4 mila ducati al principe De Gennaro “ 82 .Siamo nella prima metà del ‘400 Nicotera a breve per mano dei De Gennaro riceverà il titolo di Contea ed il castello diverrà meta preferita di importanti calabresi ,in primis ricordiamo Brunone da Colonia per tutti S.Bruno e poi Gioacchino da Fiore , rimasero affascinati dalla bellezza del posto .

  

Il Borgo ,seppur godeva di un abitato molto sui generis , fu poco urbanizzato . Le case non erano decorose ma costruite in fango , paglia ed argilla , dei veri e propri tuguri umidi , bui privi di ogni norma igienica.

Sotto i De Gennaro la Contea ed il Meridione tutto fu teatro di guerre .Il Re di Spagna , appunto inviò delle truppe che puntarono su Reggio , Seminara , fino a Nicotera.

Così nel nuovo secolo il 1500 le due potenze rivali Spagna e Francia si spartirono il Sud alle spalle di Federico d’Aragona , a tal punto che nel 1503- 4 con una guerra inflissero una sonora sconfitta ai francesi costringendo il generale Aubigny a scappare fino a Nicotera. La dominazione De Gennaro accompagnò Nicotera fino alla conclusione di un’epoca ma mentre si prospettava un periodo di pace non ci furono cambiamenti utili per la Contea . L’età moderna invece giunse nel Borgo accompagnata da una vasta e terribile incursione saracena.

Nel 1511 accadde uno degli episodi più difficili della storia del Borgo . I Turchi iniziarono a razziare le coste della città , ma stavolta non spinti solo da sete di guadagno  . Dal centro gli stessi trafugarono pezzi di inestimabile valore , ma molte furono risparmiate dalla solerzia dei cittadini , come la famosa statua del Gagini di marmo bianco .

 

I Ruffo si comportarono come dei veri e propri mecenati nelle ale più belle del castello riecheggiavano le voci di cantori , poeti e filosofi di elevato valore.

All’alba di una nuova era Nicotera fu soggetta a fatti che la segnarono per sempre , viene meno la fiducia nell’Ebreo conosciuto fin dai tempi di Federico II .Ancora oggi nel Borgo la figura dell’ Ebreo è sinonimo di traditore . Gli Ebrei tradirono i Nicoteresi trescando con i Turchi. Questi ultimi invece perché furono spinti dagli Ebrei sia di queli presenti a Nicotera che di quelli  che vivavano a Reggio, per siffatto  motivo furono espulsi dal quartiere della Giudecca 83. L’espulsione degli Ebrei risultò essere per la cittadinanza un fatto grave, in primis erano abili manager e si erano amalgamati bene con la cittadinanza.

Alla morte del Conte de Gennaro la contea passò nelle mani in esperte del giovane fratello Princivalle che la resse fino agli anni 40. Il nuovo sovrano Carlo IV la concesse ad Annibale de Gennaro, il quale la governò con zelo fino al 1960. Alla sua morte passò poi alla figlia Donna Ippolita che sposò per interessi Fabrizio Ruffo del ramo di Bagnara e Iscilla, che portò in dote la Contea cum feudo Ravello.

I Ruffo furono da sempre colpiti da Nicotera sia per motivi politici che economici.

 

Durante il 1582 la Curia nicoterese nomina come vescovo Ottaviano Capece, divenuto famoso per le scomuniche.

I Ruffo concessero alla Contea sempre molti privilegi, come il mantenimento della “tabella delle leggi”, concessa dagli Aragonesi ma non sempre fu rispettata. Nel 1587 sembrò che la dinastia Ruffo su Nicotera, dovesse estinguersi con la morte dei conti.La politica  che il casato Ruffo mantenne sul Borgo di pese dalla sviluppo architettonico e  dai privilegi che gli concessero.La dinastia rimase al timone del Borgo, anche quando Donna Maria sposò il cugino Vincenzo Ruffo, i nuovi conti invece provvidero a dare una nuova veste al Borgo con la costruzione di due monasteri di S. Francesco da Paola e dell’Annunziata, mentre nel 1596 iniziarono la ricostruzione del Duomo oggi Cattedrale.Al Duomo che fino ad allora ebbe pianta normanna, i signori Ruffo diedero un posto di spicco perchè già dal ‘400  conservava una statua marmorea attribuita al Gagini, raffigurante la Madonna delle Grazie ancora oggi è conservata.Il Duomo dedicato alla Vergine della Romania in principio, situazione che fu mantenuta fino al ‘700 quando venne intitolato alla Vergine Assunta.

I Ruffo secondo gli studi del Caridi avrebbero mantenuto un secolo di possesso su Nicotera, in cui si verificò una crescita atipica della demografia pari a 3.000 abitanti 84. 

 

Nel 1599 Nicotera come gran parte dei centri della Calabria ultra fu interessata da un sisma che si unì al malgoverno spagnolo che aveva adottato una politica superficiale.E di aver aumentato il potere dei potentiores locali come disse Giuseppe Galasso, di aver imposto onerosi prelievi fiscali e di aver sostenuto le classi privilegiati 85 .

Nacque proprio in questi anni di dominazione , in queste zone la frase tipica calabrese , “ mi spagnu “ ossia “aver paura” ovviamente la dice lunga sulla condizione di allora . Eppure Nicotera vantava una terra ricca e contadini laboriosi che sulle colline del Poro pascolavano piccole mandre .Alla fine del secolo 1500 Nicotera stava mutando sotto l’aspetto architettonico ma soprattutto economico . I cittadini benché poco avvezzi al progresso non si limitarono alla situazione tipicamente agricola ma puntarono sul mare. Oltre ai problemi climatici e naturali , il Borgo soffrì il banditismo che imperversava nella tranquillità della Contea . Siamo al tempo di Tommaso Campanella e della famosa congiura antispagnola .I disordini però non interessarono minimamente Nicotera fedele alla Corona Iberica , ma solo per parata volevano solo la pace.

 

Anche in età moderna e malgrado il malgoverno spagnolo , Nicotera rimase una vera e propria città stato .Infatti i suoi ufficiali venivano eletti per principio elettivo , ma mancava un palazzo del Municipio così per la cronaca dovevano riunirsi nel portico di S.Caterina , ancora oggi in ottimo stato di conservazione . Conclusosi il’500 in modo possiamo dire drammatico , il nuovo secolo ( il ‘600 ) non fu migliore per la cittadella .

Nella prima metà del nuovo secolo la Calabria Ultra ed anche Nicotera subirono un nuovo sisma , che provocò non pochi problemi . Il patrimonio non subì variazioni ne danni ma in realtà provocò una forte paura tra la gente , anche se deve essere puntualizzato che queste zone furono da sempre soggette ai sismi più o meno gravi . Nel 1602 fu l’anno delle scomuniche impartite dal Capece , che vietò l’asilo ai banditi nei conventi del Borgo . In quanto i tre temibili banditi , tra cui spiccavano Soldano e Cesareo erano braccati da Don Garzia De Toledo .Nello stesso periodo il 9 giugno 1638 , il terremoto fu accompagnato da una nuova visita saracena . Su questo avvenimento dice il Placanica  :” Nicotera fu attaccata da Alì Piccinnino ,incoraggiato da un nativo della stessa città Giovanni Andrea” 86 .

Fu per il Borgo il periodo delle scomuniche che ad sonum campane venivano affisse alla Porta Grande .

 

In modo che la cittadinanza potesse vedere e prospettare per il bene della Contea  . Dopo tali episodi funesti legati alla natura ed ai continui sbarchi Saraceni , i Ruffo che tenevano particolarmente al centro sia a causa di motivi geografici e quindi strategici sia per i motivi affettivi e di tipo economico , prospettarono una politica di tipo pacifista e difensiva per la popolazione con attenta attività allo sviluppo agricolo commerciale del Borgo senza però intrecciare gli antichi schemi .

Accanto a questa situazione si unì la lotta ai pirati che devastarono il latifondo nicoterese già molto travagliato . Tanto è vero che molti episodi di sbarco furono alla mercè dei Ruffo .

Mentre il Sorace nell’opera Scritti vari su Nicotera continua :” Alle ora 19 del 9 giugno , il torrista di Torre Parnaso scorse delle galee sospette ed accese il fuoco tanto per avvisare la contea. Ma a mezzanotte una flotta di tunisini ed algerini sbarcarono alla Prejcciola e divisi in due colonne giunsero fuori le mura della città . Trovarono così la Porta Foschea aperta probabilmente per incuria producendo un sacco senza eguali 87 .

Il Corso ancora dice che i Turchi si introdussero fino in Chiesa per saccheggiare , bruciarono tutto .

 

Il mattino seguente , dice il Sorace , la gente dalla vicina Motta Filocastro , attratti da fuoco e fiamme giunsero a Nicotera per cacciare gli infedeli .Ma spinti da una forte sete di cupidigia finirono per depredarla. Il censimento della popolazione in tutto il Regno di Napoli avveniva fin dal 1200 con la “ numerazione dei fuochi “ , documento che avrebbe dovuto accertare l’andamento demografico dello Stato . Dagli studi condotti dal Caridi è emerso che il reperimento e l’analisi delle numerazioni per i secoli 1200 fino al 1400 è di scarsa attendibilità , mentre per il periodo che va dalla prima metà del ‘400 al 1669 le fonti risultano più attendibili 88.

Possiamo infatti ribadire come i censimenti a quel tempo fossero impiegati per la tassazione  . Sempre nel 1276 venne censita nel nicoterese una sola comunità ebraica ,ed una comunità di uomini del signore feudale. Durante l’anno 1346 la popolazione di Nicotera diminuì drasticamente , come risulta da un decreto di Giovanna I 89 .

Dopo tale periodo il censimento più attendibile fu quello del 1447 dove in determinato contesto notò un decremento della popolazione di Nicotera.In quell’anno il centro contò 249 fuochi .

 

Nel 1521 a distanza di circa ottantacinque anni 304 fuochi , ponendo un visibile aumento della popolazione. I fuochi aumentarono nel 1532 di circa 420 fuochi secondo le fonti dettagliate del Giustiniani 91. Nel quindicennio che seguì in data 1545 furono censiti circa 538 fuochi .Ancora , è degno di nota il censimento del 1561 in cui la popolazione fu numerata in 658 fuochi per poi menzionare l’ultima numerazione per il 1500 con un numero di 745 fuochi nel 1595 .La crescita demografica che nel 1500 fu caratteristica, sfociò nel 1600 con una nuova numerazione mentre nel 1648 mentre lo stato vantava un decremento , a Nicotera la situazione rimase invariata .

Da questa data in poi lo Stato Ispanico si preoccupò poco di censire il territorio tra cui figurò Nicotera, poiché impegnato nelle  attività belliche. L’ultimo censimento fu dell’anno 1669 ci fu un decremento sui generis dipese da fattori politici del Paese , con un numero di 439 fuochi per la sola Nicotera 92.

 

               

 

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