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Max Gazzè in concerto


Pescara 9 dicembre 2000 - La Fabbrica

Max Gazzè, dal vivo tra la gente, alla stessa distanza che passa tra te e il barista, ammette 'visto da vicino direte 'non pensavo fosse così brutto''. Ma scherza, al centro della pista del locale, con il pubblico che lo ascolta attorno e seduta sulle scale.

Max compito, non invadente, quasi timido come il suo 'ubriaco', propone quasi tutti i nuovi pezzi del nuovo Poeta minore assieme alle canzoni più famose dei primi dischi. Tra i nuovi pezzi spiccano soprattutto la canzone sanremese Il timido ubriaco, e Poeta minore ritmata e dolce, e molto ricercata nel testo. Come ricercato è il suo ultimo lavoro, la musica spesso meno sofisticata accompagna testi non sempre immediati. Tra le nuove c'è spazio anche per le più conosciute Cara Valentina, Una musica può fare, La favola di Adamo ed Eva, e Vento d'estate, cantata sul disco con Niccolò Fabi.

Peccato che il tutto dal vivo sia interpretato in modo poco originale, e spesso troppo simile al disco, fatta eccezione per un assolo a tre alla batteria.

Le sonorità di Gazzè sono vicine ma distinte da quelle dei suoi amici coetanei Silvestri, Fabi, ma la sua musica fa pensare soprattutto ad un grande ispiratore, Franco Battiato. Ma a chi lo profetizza 'Battiato del terzo millennio' mi sento di poter dire che sta correndo troppo.

L'esibizione non è durata più di un ora e mezza. Inascoltabile la discoteca che è seguita al concerto, scandita solo da una martellante e poco sopportabile "musica".

DS


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