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Dancing in the dark
(2000) di Lars Von Trier
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Con Bjork, Catherine Deneuve.
Dancing in the dark è il suo sesto film, il regista danese Lars Von Trier trionfa al Festival di Cannes, conquistando la Palma d'oro per il miglior film, e vincendo con Bjork il premio per la migliore interpretazione femminile.
Bjork è Selma, una ragazza cecoslovacca che negli anni sessanta è emigrata negli Stati Uniti. L''oscurità' è la malattia di cui soffre Selma, un male genetico che con il passare del tempo la renderà cieca. La 'danza' è la sua fuga dalla realtà, la musica, il ballo, e i colori trasformano la sua vita nei momenti più difficili in un musical.
Selma vuole riuscire, prima di perdere la vista, a guadagnare i soldi necessari per far operare il figlio, destinato anche lui alla progressiva cecità. Ma la realtà attorno a lei si fa sempre più dura e difficile, e in questi momenti la fantasia di Selma trasforma i rumori che la circondano in musica e lei diventa protagonista di un musical.
E come in un musical Von Trier coglie le emozioni degli attori che si improvvisano ballerini con camere digitali che danzano assieme ai protagonisti. I colori spenti e autunnali che caratterizzano il film sono più vivi nelle danze, ma mai accesi, e danno realismo alla scene, girate interamente in digitale.
Il film è pieno di emozioni forti, emozioni reali non da colossal hollywodiano, che ha tratti sfociano in scene tragiche, angoscianti a volte per il loro realismo e la loro illogicità insieme.
La tragedia di Selma si conclude nella cosciente accettazione di un destino ingiusto ma logico. Commozione, rabbia, ed emozioni sfociano nell'esecuzione finale. Selma ha ancora la forza di sentire la musica, e la voce melodiosa e dolorosa di Bjork si interrompe bruscamente nella violenta caduta della forca, e nel silenzio della pace restituitale dalla morte.
Emozionanti le danze sulla melodiosa voce di Bjork. Von Trier attenendosi ai suoi'dogmi' restituisce al cinema realismo ed emozioni elementari e spesso brutali.
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DS
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