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Out - X-Position



Molto spesso, dal punto di vista musicale e non, le cose migliori sono sempre le più semplici, quelle che sono sotto gli occhi di tutti, ma che solo in pochi riescono a vedere nella loro potenzialità. Prendete il debutto dei Korn: Jonathan Davis e soci hanno dato vita ad un genere musicale che è una naturale evoluzione di tutto quello che è stato fatto nell’ultimo decennio, composto da una miriade di generi diversi già esistenti, eppure solo loro si sono accorti che quella era la strada giusta da seguire…e poi sono venuti gli altri. Un discorso analogo può essere fatto per i francesi Out con "X-Position" che segna il loro debutto per una major come la Roadrunner (Sepultura, Machine Head, Fear Factory). I 5 transalpini avevano già all’attivo un omonimo album ,datato 1995, quando Colin Richardson (già produttore di Machine Head) si è accorto di loro e ha deciso di metterli sotto contratto. Dopo un attento ascolto dobbiamo riconoscere che Colin ha fatto centro anche questa volta, dando fiducia al five-piece francese che con "X-Position" sembra avere tutta l’intenzione di voler dare una forte scossa alla situazione di stallo in cui versa il metal europeo(ossia il solito binomio epic/black) in direzione di sonorità più potenti e moderne, sulla scia del korn-style che sta monopolizzando in tutti i sensi la scena mondiale della musica estrema. Detto questo bisogna però far attenzione a non considerare gli Out come l’ennesimo gruppo clone dei Korn, perché la musica di Christophe Lamouret e soci se ne discosta in parte, rappresentando anzi un’ulteriore evoluzione rispetto al korn-style. Come si diceva ad inizio recensione, la cosa era sotto gli occhi di tutti ma a prima vista sembrerebbe che solo gli Out se ne siano accorti e abbiano deciso di porvi rimedio. Ciò che manca sostanzialmente nella musica dei Korn e dei loro cloni è l’elettronica…niente di più banale in teoria, ma di difficile realizzazione pratica perché il metal estremo mal si presta all’uso di samplers e sintetizzatori. Eppure gli Out sono riusciti a far collimare, in modo apparentemente semplice, questi due differenti schemi musicali dando vita ad uno stile nuovo ed accattivante caratterizzato in ugual misura da una devastante potenza e da ritmi al limite della techno più sfrenata(per convincersene basta ascoltare la title track). E’ da sottolineare poi la grande prova del vocalist che se in alcuni momenti ricorda Jonathan Davis ed in altri Robb Flynn, riesce comunque a distinguersi sia dall’uno che dall’altro creando un suo stile personale ed a tratti innovativo. "X-Position" segna il primo passo verso la fusione tra i due generi più interessanti di questi ultimi anni, e fa piacere che almeno per questa volta gli innovatori vengano dal vecchio continente.

DB


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