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Cut - Operation Manitoba
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Dopo l'ascolto di questo disco,
ignorando l'etichetta (GammaPop) e la provenienza dei
musicisti (Bologna), sarebbe naturale collocare
geograficamente negli Stati Uniti d'America la
nazionalità del gruppo. Invece i Cut sono italianissimi,
anche se affrontano un discorso artistico basato
sull'interpretazione in inglese del cantato e su una
definizione stilistica fondata sui canoni del noise pop più
evoluto, caratteristiche che non sono facilmente
rintracciabili nella scena musicale della nostra penisola.
Tutti i loro brani
sono accomunati da uno sfondo psycho blues e da
un'attitudine punk che li smarca da paragoni importanti
(come Sonic Youth e Pixies) anche se non sfugge una
somiglianza, a tratti imbarazzante, delle armonie vocali e
dei riffs delle chitarre alle melodie tipiche delle Sleater
Kinney ("Thorns", "Soul Deranger" sono un
esempio). In ogni modo la validità qualitativa di
"Operation Manitoba" è indiscutibile e pone il
lavoro fra le migliori uscite del genere in ambito
internazionale e accomuna la band emiliana a gente come
Yuppie Flu, Brutopop, Jet Sons che, anche se distinti dalle
influenze artistiche, sono i migliori rappresentanti della
musica indipendente nostrana (con grande amarezza e
disillusione sto scorrendo la classifica italiana dominata
dai dischi di Zucchero, George Michael e dalla compilation
Hit Mania Dance 99).
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FT
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