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Il sillabario cipriota classico

(La tavoletta bronzea di Idalion)

 

di MGCorsini

 

 

 







Il sillabario cipriota fu impiegato nell’isola tra l’XI e il II sec. a. C. per scrivere (normalmente da destra a sinistra) il cipriota (dialetto greco), anche sulle monete, e anche per scrivere l’eteocipriota, la lingua locale preellenica. E’ l’ultimo discendente di una famiglia di scritture ampiamente diffusa fra cui vanno comprese le scritture cipro-minoiche scoperte negli anni trenta del XX secolo. La scrittura cipriota fu identificata come distinta dalle altre già note dal duca di Luynes, collezionista e numismatico francese, nel 1852. La decifrazione fu dovuta al contributo di diversi studiosi succedutisi nel tempo, dal Lang allo Schmidt, considerato ufficialmente il decifratore, a Deecke e Siegismund che diedero ulteriori contributi. Ahrens nel 1876 trasse le somme dei lavori precedenti identificando la lingua come dialetto cipriota. La decifrazione del sillabario cipriota prese le mosse dal lavoro del duca di Luynes che oltre ad alcune iscrizioni anche su monete già conosce la tavoletta (cm 21 x 14) bronzea di Idalion (V sec. a. C.), da lui acquistata nel 1850 tramite un funzionario del consolato francese a Beirut. Nel 1869 Hamilton Lang, console britannico a Larnaka, scoprì (incisa sul basamento in pietra di una statua) la bilingue fenicio-cipriota di Idalion degli inizi del IV sec. a. C.

 

 

La tavoletta di Idalion (oggi a Parigi, alla Bibliothèque Nationale, Cabinet des médailles, inv. bronzes 2297), col testo cipriota più lungo fra quelli noti, fu scoperta nel santuario di Atena dove fu appunto deposta per essere conservata. Si tratta di un accordo stipulato dal re Stasikypro e dalla città d’Idalion con il medico Onasilo e i suoi fratelli riguardo alle cure da prestare ai feriti in seguito all’assedio della città da parte dei Medi e degli abitanti di Kition.  Gli onorari dei medici per le cure dei feriti saranno a carico del re e della città, che pagheranno in argento e in terre.

 

 

 

 

 il sillabario cipriota della tavoletta di Idalion

 

 

Ho dato la traduzione praticamente  letterale della tavoletta d’Idalion per consentire al lettore di individuare i vocaboli riga per riga e ho messo in fine il testo trascritto in greco a verifica dell’esercitazione.

 

 

 

                                                 Tavoletta di Idalion. Lato A

 


(A) (1) o-te ' ta-po-to-li-ne-e-ta-li-o-ne ' ka-te-wo-ro-ko-ne-ma-to-i ' ka-se-ke-ti-e-we-se ' i-to-i ' pi-lo-ku-po-ro-ne-we-te-i-to-o-na-sa-ko (2) ra-u ' pa-si-le-u-se ' sa-ta-si-ku-po-ro-se ' ka-se-a-po-to-li-se ' e-ta-li-e-we-se ' a-no-ko-ne-o-na-si-lo-ne ' to-no-na-si-ku-po (3) ro-ne-to-ni-ya-te-ra-ne ' ka-se | to-se ' ka-si-ke-ne-to-se ' i-ya-sa-ta-i ' to-se ' a-to-ro-po-se ' to-se ' i-ta-i ' ma-ka-i ' i-ki (4) ma-me-no-se ' a-ne-u ' mi-si-to-ne ' ka-sa-pa-i ' e-u-we-re-ta-sa-tu ' pa-si-le-u-se ' ka-se ' a-po-to-li-se ' o-na-si (5) lo-i ' ka-se ' to-i-se ' ka-si-ke-ne-to-i-se ' a-ti-to-mi-si-to-ne ' ka-a-ti ' ta-u-ke-ro-ne ' to-we-na-i ' e-xe-to-i ' (6) wo-i-ko-i ' to-i-pa-si-le-wo-se ' ka-se ' e-xe-ta-i-po-to-li-wi ' a-ra-ku-ro ' ta I ta ' e-tu-wa-no-i-nu ' a-ti-to (7) a-ra-ku-ro-ne ' to-te ' to-ta-la-to-ne ' pa-si-le-u-se ' ka-se ' a-po-to-li-se ' o-na-si-lo-i ' ka-se ' to-i-se ' ka-si (8) ke-ne-to-i-se ' a-pu-ta-i ' za?-i ' ta-i-pa-si-le-wo-se ' ta-i-to-i-ro-ni ' to-i ' a-la-pi-ri-ya-ta-i ' to-ko-ro-ne ' (9) to-ni-to-i ' e-le-i ' to-ka-ra-u-o-me-no-ne ' o-ka-to-se ' a-la-wo ' ka-se ' ta-te-re-ki-ni-ya ' ta-e-pi-o-ta (10) pa-ta ' e-ke-ne ' pa-no-ni-o-ne ' u-wa-i-se ' za?-ne ' a-te-le-ne ' e-ke ' si-se ' o-na-si-lo-ne ' e-to-se ' (11) ka-si-ke-ne-to-se ' e-to-se ' pa-i-ta-se ' to-pa-i-to-ne ' to-no-na-si-ku-po-ro-ne ' e-xe-to-i ' ko-ro-i ' to-i-te (12) e-xe ' o-ru-xe ' i-te-pa-i ' o-e-xe ' o-ru-xe ' pe-i-se-i-o-na-si-lo-i ' ka-se ' to-i-se ' ka-si-ke-ne-to-i (13) se ' e-to-i-se ' pa-i-si ' to-na-ra-ku-ro-ne ' to-te ' a-ra-ku-ro ' ta I ta (vacat) (14) ka-se ' o-na-si-lo-i ' o-i-wo-i ' a-ne-u ' to-ka-si-ke-ne-to-ne ' to-na-i-lo-ne ' e-we-re-ta-sa-tu ' pa-si-le-u (15) se ' ka-se ' a-po-to-li-se ' to-we-na-i ' a-ti ' ta-u-ke-ro-ne ' to-mi-si-to-ne ' a-ra-ku-ro ' pe IIII pe (16) (vacat) II ti-e ' e-to-ko-i-nu ' pa-si-le-u-se ' ka-se ' a-po-to-li-se ' o-na-si

 

(A) (1) Quando la città d’Idalion assediavano i Medi e gli abitanti di Kition, nell’anno di Philokypro (figlio) di Onasago(2)ra, il re Stasikypro e la città d’Idalion avevano invitato Onasilo (figlio) di Onasikyp(3)ro medico e i suoi fratelli a curare gli uomini in battaglia fe(4)riti, senza paga (cioè senza paga ai medici da parte dei feriti stessi). Così hanno convenuto il re e la città, a Onasi(5)lo e ai suoi fratelli, a titolo d’onorario e gratifica, di donare a carico del (6) palazzo reale e della città, un ta(lento) d’argento, I ta(lento). O doneranno al posto del (7) detto talento d’argento il re e la città a Onasilo e ai suoi fra(8)telli, sulla terra del re nel distretto d’Alampria, il terreno (9) che è a basso, confinante col campo d’Oncha, e le giovani piante che vi si trovano (10) tutte, disponendone in eterno, senza tasse. Chi Onasilo o i suoi (11) fratelli o i figli dei figli di Onasikypro dal detto terreno (12) cacci, chi li espellerà pagherà a Onasilo, ai suoi fratell(13)i o ai figli la seguente somma: un talento d’argento, I ta (vacat)

 

(14) E a Onasilo solo, eccettuati i suoi fratelli, hanno convenuto il r(15)e e la città di donare, come gratificazione, oltre ai suoi onorari, la somma di quattro asce [lett. la somma di pe(lekous, asce) IIII pe]. (16) (vacat) e II doppie (= ti) (mine) d’ Idalion (= e, Edàlia). O altrimenti doneranno il re e la città a Onasi(B, 17)lo

 

 

 
                                             

 

                                                   Tavoletta di Idalion. Lato B

 

(B) (17) lo-i ' a-ti ' to-a-ra-ku-ro ' to-te ' a-pu-ta-i ' za?-i ' ta-i-pa-si-le-wo-se ' ta-i-ma-la-ni-ya (18) i ' ta-i ' pe-ti-ya-i ' to-ko-ro-ne ' to-ka-ra-u-zo-me-no-ne ' a-me-ni-ya ' a-la-wo ' ka-se ' ta-te-re (19) ki-ni-ya ' ta-e-pi-o-ta ' pa-ta ' to-po-e-ko-me-no-ne ' po-se ' to-ro-wo ' to-to-ru-mi-o-ne '  ka-se '  po (20) se '  ta-ni-e-re-wi-a '  ta-se ' a-ta-na-se '  ka-se ' to-ka-po-ne ' to-ni-si-mi-to-se ' a-ro-u-ra (21) i-to-ti-we-i-te-mi-se ' o-a-ra-ma-ne-u-se-e-ke ' a-la-wo ' to-po-e-ko-me-no-ne ' po-se ' pa-sa-ko-ra (22) ne ' to-no-na-sa-ko-ra-u ' ka-se ' ta-te-re-ki-ni-ya ' ta-e-pi-o-ta ' pa-ta ' e-ke-ne ' pa-no-ni-o-se ' u (23) wa-i-se ' za?-ne ' a-te-li-ya ' i-o-ta ' e-ke ' si-se ' o-na-si-lo-ne ' e-to-se ' pa-i-ta-se ' to-se ' o (24) na-si-lo-ne ' e-xe-ta-i ' za?-i ' ta-i-te ' i-e-xe ' to-i ' ka-po-i ' to-i-te ' e-xe ' o-ru-xe ' i (25) te ' o-e-xe ' o-ru-xe ' pe-i-se-i-o-na-si-lo-i ' e-to-i-se ' pa-i-si ' to-na-ra-ku-ro-ne ' to-te ' a-ra-ku-ro (26) ne-pe IIII pe II ti-e ' i-te ' ta-ta-la-to-ne ' ta-te ' ta-we-pi-ya ' ta-te ' i-na-la-li-si-me-na ' (27) pa-si-le-u-se ' ka-se ' a-po-to-li-se ' ka-te-ti-ya-ne ' i-ta-ti-o-ne ' ta-na-ta-na-ne ' ta-ne-pe-re (28) ta-li-o-ne ' su-no-ro-ko-i-se ' me-lu-sa-i ' ta-se ' we-re-ta-se | ta-sa-te | u-wa-i-se ' za?-ne ' (29) o-pi-si-si-ke ' ta-se ' we-re-ta-se-ta-sa-te ' lu-se ' a-no-si-ya-wo-i-ke-no-i-tu-ta-sa-ke ' (30) za?-se-ta-sa-te ' ka-se ' to-se ' ka-po-se ' to-so-te ' o-i ' o-na-si-ku-po-ro-ne ' pa-i-te-se ' ka-se ' to-pa-i-to-ne ' o-i-pa (31) i-te-se ' e-ke-so-si ' a-i-wei ' o-i-to-i-ro-ni ' to-i ' e-ta-li-e-wi ' i-o-si ' 

 

(B) (17) in luogo della detta somma, sulla terra del re nella piana Melani(18)a, il terreno che confina col campo d’Amenia, comprese le giovani (19) piante che vi si trovano tutte, e s’estende fino al corso Drymio e a(20)i possedimenti della sacerdotessa d’Atena; e il giardino nella terra di Simi (21), che Diweìthemi d’Armane utilizzava come frutteto e che s’estende fino ai possedimenti di Pasagor(22)a di Onasagora, con tutte le giovani piante che vi si trovano, disponendone i(23)n eterno, essendo  esenti da imposte. Chi O(24)nasilo o i suoi figli dalla detta terra o campo espellerà, co(25)lui che lo espellerà pagherà a Onasilo o ai suoi figli la somma seguente: la somm(26)a di quattro asce e due doppie [II di = II diploas] (mine) d’Idalion.

 

E questa tavoletta, iscritta con queste clausole, (27) il re e la città l’anno fatta deporre presso la dea Athena d’(28)Idalion, con giuramenti di non rompere i seguenti accordi mai. (29) Nel caso che qualcuno rompa le presenti convenzioni, male lo colga. I (30) detti terreni e giardini i figli di Onasikypro e i figli dei fi(31)gli li posseggano per sempre, quelli che resteranno nel distretto d’Idalion.

 

 

 

   

 

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