Il confronto tra lo schema
patriarcale e quello industriale sembrerebbe impietoso: il passato
sarebbe stato un inferno, mentre il presente sarebbe un paradiso
completo, senza alcun difetto. Non è così. Semplicemente,
la selezione avviene in altri ambiti: l'aborto, le patologie
ereditarie, le capacità naturali e la continua sfida contro
la morte.
L'aborto è, in termini scientifici, l'interruzione di
gravidanza da parte di una donna. Ad un ovulo fecondato viene
impedito di prolungare lo sviluppo del feto. Mentre l'ovulo non
fecondato perisce spontaneamente al termine di un ciclo mestruale,
l'ovulo fecondato perisce successivamente. Possono essere tanti
i motivi per abortire: si è poveri, si hanno già
abbastanza figli da mantenere, non si vuole allattare un nuovo
essere, non si considera il feto come vita.
Quest'ultimo punto riguarda la discussione se il feto possegga
l'anima, e se i diritti naturali possano essere acquisiti prima
della nascita. Per adesso, siamo nella situazione in base alla
quale le leggi di molti Stati riconoscono alla donna il diritto
di scegliere se procreare o interrompere la gravidanza, entro
un certo periodo di tempo.
Le patologie ereditarie erano frequentissime in passato, dato
l'isolamento d'interi villaggi rurali e montagnosi e la conseguente
nascita di figli consanguinei. Oggi, con il confronto continuo
con il mondo esterno, questa tendenza si è affievolita
ma non è scomparsa; per altro verso si è addirittura
aggravata: HIV/AIDS, tumori, droghe, sigarette, suicidi, gioco
d'azzardo, traffici internazionali di bambini e prostitute, di
organi umani e denaro sporco (par. u).
Alcuni criminologi americani hanno seguito lo stesso gruppo di
ragazzi di un quartiere povero di Boston fino all'età
adulta, cercando di capire che cosa spinge alcuni di loro a commettere
crimini e altri a dedicarsi alla vita produttiva. Dallo studio
è emerso che i ragazzi che hanno commesso reati da giovani,
hanno continuato ad avere problemi da adulti - comportamento
criminale, matrimoni falliti, dipendenza da alcol e droga, incapacità
a mantenere il posto di lavoro e così via. Questo fatto
lascia supporre che la disposizione a un basso autocontrollo
viene acquisita relativamente presto nella vita, ed è
una delle più importanti forme del vero capitale sociale
fornito dalle famiglie. (Fukuyama, p. 112-113)
Le capacità naturali non hanno bisogno di spiegazioni:
ognuno di noi ha le sue qualità, e la società le
sviluppa. Si tratta di uno scambio ("do ut des"): la
società aiuta l'individuo, e come ricompensa l'individuo
utilizza le sue capacità al servizio della società.
Lo scambio è utilissimo per entrambi. Il rovescio della
medaglia è rappresentato dagli esclusi, quelli che non
riescono a sviluppare alcuna potenzialità (anziani, poveri,
immigrati clandestini).
Finché il disordine mondiale persisterà (squilibrio
Nord-Sud del mondo), i governanti saranno impegnati a regolare
il disordine, trascurando i "banalissimi" fatti di
cronaca. I governi seguono le direttive delle multinazionali,
e queste hanno maggiore interesse alla politica estera che a
quella interna (ne parleremo prossimamente: i mercati occidentali
sono saturi, così si crea un ceto borghese medio-alto
nelle città del Terzo mondo che possa consumare i nostri
beni, ulteriori profitti per le multinazionali; da non dimenticare
poi la questione petrolifera).
Non è un caso se le carceri, nei Paesi ricchi, siano strapiene
di criminali qualunque, mentre gli imputati di alto rango godono
di privilegi particolari, non previsti dalla legge (avvocati
famosi, rinvii continui dei processi, collusione col potere
).
Non è un caso, ancora, se il dibattito economico moderno
proponga continuamente i tagli del Welfare State, dei diritti
acquisiti, per far fronte alla competizione globale.
La continua sfida contro la morte è la descrizione psicologica
di uno dei comportamenti umani. Si tratta pressappoco di questo:
l'uomo è un essere irrequieto, passionale, pieno di desideri;
perciò non può accettare la monotonia, la noia
borghese
Gesti ripetitivi, banalità del quotidiano,
lavoro non appagante; c'è sempre insoddisfazione nell'animo
umano.
Si cerca di esorcizzare questo stato mentale, semplicemente attuando
di tanto in tanto comportamenti al di fuori dalla norma: sport,
discoteche, televisione per citare i passatempi normali; uso
di droghe, sport pericolosi, trasgressioni alla legge, corse
folli nelle autostrade, furti, provocazioni, atti di vandalismi,
culti satanici o mistici, lanci di sassi dal cavalcavia fino
all'omicidio come rituale, per citare le situazioni limite.
L'uomo vuole mettere alla prova se stesso, misurare la propria
forza, mettere in gioco la propria vita: nelle società
patriarcali guerre, carestie e pestilenze fungevano da valvola
di sfogo, nella società moderna il conformismo borghese
frena molti istinti.
"Il tipo supremo di uomo libero lo si dovrebbe cercare laddove
continuamente viene superata la massima resistenza: a cinque
passi dalla tirannide, proprio sulla soglia del pericolo di schiavitù.
Ciò è vero psicologicamente, se qui per tiranni
si intendono gli istinti implacabili e terribili, che verso di
sé esigono il massimo di autorità e disciplina".
(Nietzsche, "Scorribande di un inattuale", af. 38)
Un'eccezione alla regola potrebbe essere costituita dai santi,
dai preti e dai filosofi, ma questa suona come battuta.
Osserviamo in conclusione che, malgrado l'enfasi dei giornali,
le trasgressioni estreme sono casi minoritari in seno alla società
borghese, a differenza che in quella patriarcale. Sarebbe davvero
improbabile che molti cittadini siano preda di eccessi psicofisici.
In gergo sono le classiche "pecore nere" della famiglia,
della società.
Così scriveva Nietzsche: "Il pessimismo, per quanto
contagioso possa essere, tuttavia non aumenta nel complesso la
morbosità di un'epoca, di una generazione: ne è
l'espressione. Si cade vittime di esso così come si cade
vittime del colera: si deve già essere sufficientemente
predisposti alla malattia. Il pessimismo stesso non produce neanche
un décadent in più; ricordo i risultati della statistica,
secondo i quali gli anni in cui infuria il colera non si distinguono
dagli altri per quanto riguarda l'ammontare complessivo della
mortalità." (Nietzsche, "Scorribande di un inattuale",
af. 36)
Per inciso, la dimensione del crimine nel sistema borghese non
è fissa, immutabile, ma varia a seconda della congiuntura
socio-economica. Ad esempio, indagini sociali hanno rivelato
un'impennata dei crimini a partire dagli anni '60, tranne che
nei Paesi asiatici, dove i legami comunitari ereditati dal confucianesimo
sono ancora forti.
Le possibili cause sono molteplici: ridimensionamento del Welfare
State, crisi economica e aumento della disoccupazione, inserimento
nell'età adulta della generazione del "baby boom",
disgregazione dei valori familiari, mancata fiducia nel mondo
esterno; o anche, in senso positivo, un aumento del numero delle
denunce, una migliore rilevazione dei dati statistici, un aumento
della sensibilità sociale. Si tratta, comunque, di un
ciclo diverso da quello demografico vigente nel sistema patriarcale,
e può essere riassunto da un solo motto: "l'occasione
fa l'uomo ladro". (Fukuyama, p. 53)
Bibliografia:
Fukuyama Francis,
La Grande Distruzione, Baldini&Castoldi '99.
Nietzsche Friedrich Wilhelm, Crepuscolo degli idoli. |