Antonio Norrito

Girolamo Vinci

 

GESÙ RISORTO

STA PER TORNARE

LA   VENUTA   INTERMEDIA   DI   GESÙ

PRESENTAZIONE DI GUIDO LANDOLINA

 

 

SECONDA EDIZIONE RIVEDUTA ED AMPLIATA

 

 

 

PER DOMANDE E INFORMAZIONI

profetiveri@tin.it

 

 

 

12    MARZO   2002

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Antonio Norrito

Girolamo Vinci

 

 

 

 

GESÙ RISORTO  

STA PER TORNARE

 

 

M A R A’ N    A T H A’

 

 

 

 

LA   VENUTA   INTERMEDIA   DI   GESÙ

TRA PROFEZIA E TEOLOGIA

 

PRESENTAZIONE DI GUIDO LANDOLINA

 

 

 

 

SECONDA EDIZIONE RIVEDUTA ED AMPLIATA

 

Per informazioni e per richieste del libro:

e-mail:  profetiveri@tin.it

 

 

 

 

 
 
 
 
CONSACRAZIONE

 

 
I CURATORI DI QUESTA RICERCA, COME UMILI STRUMENTI, CONSACRANO QUEST’OPERA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA VERGINE, REGINA DEL CIELO E DELLA TERRA, LA QUALE IN QUESTO TEMPO HA LA MISSIONE DALLA SS. TRINITA’ DI PREPARARE, COME “CELESTE PROFETESSA”, TUTTI I CUORI AD ACCOGLIERE GESÙ RISORTO CHE RITORNA PER REGNARE (VENUTA INTERMEDIA DI GESÙ). E AFFIDANO QUESTO SCRITTO ALLA PROTEZIONE DI S. GIUSEPPE.

 

            MESSAGGIO DI  MARIA VERGINE AI SACERDOTI DEL M.S.M. DELL’ 8 DICEMBRE 1990 :

 

            “SONO STATA SCELTA DALLA SS. TRINITA’ A DIVENTARE LA MADRE DEL  SECONDO AVVENTO, E COSI’ MIO COMPITO MATERNO E’ QUELLO DI PREPARARE LA CHIESA E TUTTA L’UMANITA’ AD ACCOGLIERE  GESÙ CHE TORNA A VOI NELLA GLORIA.

            QUESTA SUA  SECONDA VENUTA SI SVOLGERA’ NELLA LUCE DELLA SUA DIVINITA’, PERCHE’ GESÙ TORNERA’ A VOI SULLE NUBI DEL CIELO, NELLO SPLENDORE DELLA SUA REGALITA’ ED ASSOGGETTERA’ A SE’ I POPOLI E LE NAZIONI DELLA TERRA E TUTTI I SUOI NEMICI SARANNO SCHIACCIATI SOTTO IL TRONO DEL SUO UNIVERSALE DOMINIO”. (Dal libro “Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna”, 24 ed.,2000,  p. 810-811 : N.B. : QUESTO LIBRO E’ STATO STAMPATO CON L’IMPRIMATUR DEL VESCOVO DI PESCARA).

 

 

Sempre dal suddetto libro   (p. 282) nel messaggio del  24.12.78  Maria  Vergine  dice :” Anche in questa seconda venuta il Figlio verrà a voi attraverso sua Madre. Come del mio seno verginale il Verbo del Padre si è servito per giungere fino a voi, così del Mio Cuore Immacolato Gesù si servirà per giungere a regnare fra voi. Questa è l’ora del mio Cuore Immacolato, perché  si sta preparando la venuta del glorioso  Regno di amore di Gesù”.

 

UN   SACERDOTE  HA  DATO LA SEGUENTE TESTIMONIANZA, DOPO AVER LETTO LA PRIMA EDIZIONE :

 

La questione della Venuta Intermedia di Gesù, non definita ufficialmente dalla Chiesa, è ancora oggetto di studio, come ha dichiarato la Congregazione per la dottrina della fede. Il libro  “Gesù Risorto sta per tornare” degli studiosi P. Francesco e Antonio Norrito, reca un notevole contributo di chiarezza nel confermare la fondatezza  nella fede in una Venuta Intermedia di Gesù, nel rispetto di coloro che credono nel Ritorno di Gesù solo per la fine del mondo. La lettura del libro è raccomandabile non solo agli studiosi dell’ attuale questione, ma anche a tutti i lettori di buona volontà.

                                                                                   Un Sacerdote Cattolico

 

 

 

 

Presentazione

 

 

Gesù risorto sta per tornare!

Che dire  della affermazione del titolo di questo libro?

E’ mai possibile che ‘Gesù Risorto ’ stia per tornare?

Di fronte ad una cultura ‘illuminista’ che ancora pervade dopo due secoli la nostra società fin nel profondo tanto da respirarla senza più sentirne la presenza e gli effetti, di fronte ad una cultura che in nome del culto della ‘Ragione’ settecentesca ha messo in discussione tutto ciò che non si poteva ‘capire’, a cominciare dalla religione ‘oscurantista’ che riduceva gli uomini a poveri ‘succubi’ dei preti (diceva Voltaire), di fronte alla teologia protestante – anche di grande prestigio intellettuale e scientifico – nata da queste radici e che, sempre in nome della Ragione, ha voluto ‘demitizzare’ i vangeli (considerati appunto alla stregua di racconti mitici) negandone la veridicità storica  e riducendoli al prodotto di una fabulazione delle prime comunità cristiane dove il ‘miracolo’, come ad esempio quello della Risurrezione, diventava una cosa assolutamente impossibile da credere, come si può – di fronte a tutto ciò - pretendere di credere ad un altro ‘miracolo’ dove quello stesso Gesù risorto stia ora per tornare?

Ecco la scommessa dei due autori di questo libro, Antonio Norrito, un teologo, che - valorizzando l’esperienza di alcune delle più importanti testimonianze del profetismo moderno ed una revisione critica di certe interpretazioni bibliche non sufficientemente approfondite - vuole farci riflettere e, argomentando, concludere che quel Gesù risorto sta davvero per tornare.

Profetismo e teologia, dove testi biblici non compresi appieno, vengono però agevolmente spiegati alla luce di una serie di rivelazioni profetiche che negli ultimi cinquant’anni hanno assunto una frequenza impressionante, quasi un rullar di tamburi che prepari l’avvento di un fatto straordinario quale è quel ritorno di Gesù di cui parlano gli stessi Atti degli Apostoli quando, mentre Gesù ascende al Cielo e avvolto da una nube viene nascosto agli sguardi degli astanti, due ‘uomini vestiti di bianco’ si presentano loro dicendo: ‘Uomini di Galilea, perché state guardando verso il cielo? Quel Gesù che vi è stato sottratto verrà nello stesso modo con cui l’avete veduto salire al cielo’. (At 1, 9-11)

Ma non è stato spiegato a noi ‘laici’ - che del catechismo di Santa Romana Chiesa abbiamo solo quel vago lontano ricordo giovanile di quando fare la ‘prima’ comunione era ancora un ‘evento’ – che la venuta del Signore ci sarà, ma solo alla fine del mondo, quale giudice, per la ‘resa dei conti’ che dividerà alla sua destra e alla sua sinistra pecore e capri, vale a dire santi e reprobi?

E se Gesù sta per tornare vuol dire che la si pensa magari come certi ‘millenaristi’ che predicano che la fine del mondo sia imminente?

Niente di tutto questo, si tranquillizzi il lettore che ha aperto queste pagine, perché la venuta di Gesù di cui si parla qui non è ancora quella finale ma è una venuta ‘intermedia’, una venuta in un certo senso impropria di cui noi ‘moderni’ non avevamo più conoscenza ma che ora si sta riscoprendo come certe scritte di quei capolavori scultorei dissotterrati e vecchi di millenni che – ripulite dalle incrostazioni e tornate leggibili - aprono al nostro occhio intellettuale squarci di vita vissuta che mai avremmo sospettato.

Grazie alle numerose rivelazioni profetiche di cui si è detto, alcuni studiosi hanno infatti ripreso in esame i testi biblici in lingua originale, ne hanno rimosso la patina delle frettolose interpretazioni che li aveva ricoperti, li hanno sottoposti ad un nuovo esame critico e sono arrivati a delle conclusioni diverse dovendo però ora combattere contro la vischiosità delle idee distorte consolidate e contro i luoghi comuni.

La storia millenaria della Chiesa ha vissuto cambiamenti di pensiero e ribaltamenti di idee.

E’ stato ad esempio il caso della teoria di Copernico sulla rotazione della terra intorno al sole, e non viceversa, teoria poi dimostratasi esatta e che ha buttato all’aria il sistema tolemaico nel quale la Chiesa di allora poneva una fede rocciosa.

Succede ancora continuamente nella scienza dove ogni tanto una nuova scoperta demolisce teorie che si credevano ‘scientifiche’ e quindi indistruttibili ma che alla prova dei fatti successivi non si sono rivelate esser tali.

Il problema della venuta ‘intermedia’ non è problema di ‘dogma’, come taluni sembrano talvolta credere, e quindi il sostenerla - peraltro con argomentazioni teologiche che appaiono ineccepibili perchè basate sulla interpretazione letterale (l’unica che non si presti alle deformazioni delle interpretazioni allegoriche) dei testi biblici - non può autorizzare nessuno a gridare ‘all’eretico!’.

La storia della Chiesa ci insegna come talvolta sono stati necessari secoli e secoli di dibattiti e controversie per arrivare a stabilire una determinata verità dogmatica.

Il dogma della ‘Immacolata Concezione’ di Maria, e cioè il suo esser stata concepita senza la   ‘macchia’ della colpa d’origine, ha impiegato diciotto secoli a farsi strada, con periodi di incertezza e persino di rifiuto.

Personaggi illustri e al di sopra di ogni sospetto come San Bernardo di Chiaravalle e San Tomaso d’Aquino, dichiarati ‘Dottori della Chiesa’, furono anzi di parere contrario e influenzarono grandemente la Chiesa.

All’epoca si pensava ad esempio che una Concezione Immacolata di Maria potesse – come ha scritto Padre E. Zoffoli nel suo bel Dizionario del Cristianesimo – offuscare la gloria di una Redenzione che Cristo ha operato per tutti, compresa sua madre, sfuggendo a loro la possibilità di un’azione redentrice che, trascendendo e comprendendo tutti i tempi, avrebbe preservato Maria dal contagio della colpa originale, per cui anch’essa sarebbe stata redenta, risultando anzi la prima fra tutti i redenti.

Il tempo, e soprattutto la dichiarazione del ‘dogma’ dell’Immacolata Concezione nel 1854, dogma e pertanto – per il cattolico almeno - verità di fede, avrebbe dimostrato che entrambi i due santi dottori della Chiesa alla cui sapienza teologica tutti si inchinavano non furono del tutto infallibili.

Ma questi due personaggi, se furono concordi nella loro valutazione (erronea) sull’Immacolata Concezione, concordi non furono nella valutazione della cosiddetta…venuta ‘intermedia’ di Gesù.

Il concetto di ‘venuta intermedia’ proiettata nel futuro si evince in maniera chiarissima dal testo dell’Apocalisse, la rivelazione profetica per eccellenza del Nuovo Testamento.

Sant’Agostino – nel cercare di interpretare la venuta intermedia dell’Apocalisse (Ap 19,11 / 20,4), alla quale sarebbe seguito un  millennio di pace – fece decorrere tale millennio dalla resurrezione di Gesù  ‘retrodatando’ di fatto tale venuta intermedia al passato, e cioè alla Resurrezione.

Ma che l’Apocalisse – scritta da San Giovanni apostolo nel 100 circa dopo Cristo – riguardi non il passato quanto invece il presente e il futuro rispetto a quell’anno 100, è Gesù stesso, il Verbo, che lo dice (Ap 1, 1-2  / Ap 1,19  /  Ap 22, 6-7).

L’Apocalisse  è poi il testo che parla del futuro della Chiesa, ricorrendo ad immagini simboliche prese anche dall’Antico Testamento, facendo così pensare ad alcuni studiosi che essa alludesse ad eventi precedenti riguardanti la storia di Israele.

Ma il ricorso ad immagini dell’Antico Testamento viene anche fatto non solo per fare capire meglio concetti già noti ma anche perchè talune sono profezie ‘ripetitive’, destinate cioè a riverificarsi nuovamente quando si determinino nella storia futura circostanze analoghe a quelle che le determinarono in quella passata.

Come fa ad esempio Gesù il quale, parlando ai discepoli  sul Monte degli ulivi (Mt 24, 3-35), utilizza la famosa profezia escatologica delle ‘settanta settimane’ di Daniele (Dn 9, 24-27)  - profezia riguardante a detta dei critici la  prima venuta di Gesù, e cioè quella dell’Incarnazione del Verbo - per indicare invece i tempi di una propria successiva venuta, venuta che tuttavia viene oggi comunemente interpretata dagli esegeti come ‘finale’.

Ma che non sia la venuta finale ce lo fa comprendere  l’interpretazione letterale del Vangelo che ce la descrive come una venuta diversa, con un mondo che continua a vivere…

Una venuta ‘intermedia’ quindi, fra la prima dell’Incarnazione e quella finale.

Di quella finale Gesù parlerà invece in un successivo capitolo di Matteo (Mt 25) presentandola però in un contesto ambientale diverso, e cioè con un mondo che cessa chiaramente di esistere per dar luogo al giudizio universale.

Ma perché questa Venuta di cui parla anche Matteo (e che viene quindi chiamata ‘intermedia’ per distinguerla dalla prima venuta della Redenzione  e da quella finale del giudizio universale) non viene riconosciuta come tale?

Leggendo l’Apocalisse con un minimo di attenzione, anche un profano può constatarne la ‘struttura’ storica e capire che la venuta gloriosa di Gesù di cui si parla in Ap 19, 11-16 è cosa ben diversa da quella finale collegata al Giudizio universale di cui si parla successivamente in Ap 20, 11-15.

Fra la prima e la venuta finale si vede intercorrere un lunghissimo arco di tempo, simbolicamente definito di ‘mille anni’ (Ap 20, 1-7).

E’ un numero che viene ripetuto ben sei volte proprio come se San Giovanni – con la mente e lo spirito proiettati nella profondità del tempo futuro - avesse voluto far capire agli esegeti odierni che fra quella venuta  ‘intermedia’ del Verbo sul famoso cavallo bianco alla guida del suo esercito di Angeli biancovestiti su altri cavalli bianchi e l’altra sua venuta successiva per la definitiva sconfitta di Satana e la fine del mondo sarebbe intercorso appunto un enorme periodo di tempo, e che quindi non ci sarebbe stato da confondersi.

Da questi brani dell’Apocalisse  e da quelli precedenti si comprende che Dio – dopo che i ‘santi’ in terra, oppressi dai malvagi che trionfano nonostante la Redenzione, implorano un aiuto dal Signore per stabilire la Giustizia, insomma un Regno di Dio in terra - decide di esaudire le loro richieste.

Egli dà ordine ai suoi angeli di non trattenere più il Nemico perché quell’Umanità peccatrice ed empia che ancor oggi dichiara che ‘dio è morto’ non merita più nessuna protezione.

L’Umanità dovrà a questo punto soffrire, perché la sofferenza sarà punizione e Giustizia per i cattivi ed espiazione e salvezza per quelli che, ancor relativamente buoni, finirebbero per corrompersi del tutto e perdersi spiritualmente per l’eternità.

E nel momento culminante della battaglia spirituale, che in Cielo è fra Angeli e Demoni ma in terra è fra uomini (che sono aiutati dagli angeli ma sobillati dai demoni), ecco che – come già detto sopra - nella visione di San Giovanni  gli appare su di un cavallo bianco il Verbo-Gesù, maestoso nella sua gloria e con due occhi come di fiamma, che sconfigge i ‘servi’ di Satana in terra, e cioè la Bestia e il Falso Profeta i quali saranno gettati in uno ‘stagno di fuoco’.

Dopo questa sconfitta Satana (Ap 20, 1-6) viene ‘incatenato’ da un angelo disceso dal Cielo (difficile non pensare all’Arcangelo Michele) , e relegato all’inferno per i ‘mille anni’ di cui si è già detto.

Gli uomini in sostanza, finalmente liberi dalle seduzioni del Maligno, potranno realizzare grazie al Gesù-vittorioso, il Regno di Dio in terra, a sua volta figura del successivo regno di Dio in Cielo.

In quest’era di pace gli uomini dovranno evidentemente cimentarsi solo contro gli impulsi del proprio ‘io’ dimostrando al Signore quello che essi sanno fare con la buona volontà quando non intervengono le tentazioni del Maligno.

Ma il periodo di captività di quest’ultimo  (e cioè i cosiddetti mille anni) finirà (Ap 20, 7-10) e Satana ricomincerà nuovamente a sedurre uomini e potenti della terra rideterminando le condizioni di un ulteriore scontro in cui i ‘cattivi’ ridurranno un’altra volta a mal partito i ‘buoni’.

Sarà allora che Dio dichiarerà chiusa l’avventura della razza umana, caccerà una volta per sempre il Demonio nello ‘stagno di fuoco e di zolfo’, simbolo a mio avviso dell’Inferno, nel quale già da molto tempo (e cioè dalla precedente sconfitta in occasione della ‘venuta intermedia’) lo stavano attendendo la Bestia e il Falso Profeta..

E sarà quello il momento del giudizio universale e della risurrezione dei morti con i loro corpi per essere - i morti nello spirito - assegnati ad un destino di eterna dannazione e i ‘vivi’ (con il loro corpo glorificato come quello di Gesù dopo la risurrezione) ad uno di salvezza eterna.

Ora se alcune immagini simboliche delle visioni di San Giovanni sono non facilmente interpretabili e aprono così la via al tentativo, spesso opinabile, delle interpretazioni allegoriche più disparate, non vi è alcun dubbio invece sul significato e sulla concatenazione ‘storica’ degli avvenimenti, così come sopra li abbiamo illustrati, arricchendoli naturalmente con qualche parola nostra per renderli più comprensibili al profano.

Il primo criterio di interpretazione dell’Apocalisse deve essere innanzitutto quello letterale e solo in subordine quello allegorico che, in quanto tale, ha infatti il difetto di consentire di sostenere talvolta tutto e il contrario di tutto.

Ma allora, come mai l‘Apocalisse, e con essa il tema della ‘seconda venuta intermedia’ viene interpretata in maniera allegorica?

Dicono gli autori di questo libro, ma con loro anche altri, che - ‘a monte’ – la colpa fu di Origene, il noto pensatore cristiano poi dichiarato eretico per certe sue teorie filosofiche che riguardavano tra l’altro proprio l’escatologia, cioè il futuro della ‘Chiesa’.

Origene – per far ‘quadrare’ l’Apocalisse con queste sue strane teorie – ne sostenne una interpretazione  allegorica spinta, finendo (anch’egli ‘opinion leader’ dei suoi tempi come tanti altri nostri vati moderni) per influenzare culturalmente San Gerolamo e Sant’Agostino non nei suoi discorsi eretici ma relativamente all’introduzione appunto del criterio ‘allegorico’ di interpretazione.

Ma ‘a valle’, la colpa   fu invece di Sant’Agostino!

Santo, è vero, ma non infallibile come infallibili non furono San Bernardo e San Tomaso d’Aquino sulla questione della ‘Immacolata Concezione’.

I cristiani e i principali Padri della Chiesa dei primi secoli (padri, ‘santi’, e non ‘eretici’) avevano una fede ferma in questa venuta ‘intermedia’.

Ma gli anni e anzi i secoli passavano e Sant’Agostino - vedendo che le promesse di Gesù con quel suo ‘Sì, vengo presto!’ tardavano a realizzarsi (forse non pensando Agostino al fatto che il ‘presto’ di Dio fuori dal tempo è diverso dal ‘presto’ di noi che nel tempo viviamo e che misuriamo tutto a dimensione umana) -  ritenne che forse l’errore era stato di aver interpretato l’Apocalisse ‘letteralmente’.

Se ad esempio fosse stata interpretata ‘allegoricamente’, forse quella venuta gloriosa sul cavallo bianco avrebbe potuto essere riferita alla venuta di Gesù risorto dalla morte con quel suo splendido corpo glorificato di cui parlano anche i Vangeli. Quindi ecco che il ‘ritardo’ di Gesù – che tante ironie faceva affiorare sulla bocca dei miscredenti – avrebbe trovato una sua spiegazione. Non era vero che tardava, semplicemente era già arrivato: il giorno della Risurrezione!

Ecco, interpretando il tutto allegoricamente, i conti – come quelli di Origene -  sarebbero tornati e sarebbe anzi stata la quadratura del cerchio.

Quello di far quadrare i conti non fu solo un ‘peccatuccio’ di Origene e di Sant’Agostino (peccatuccio, quest’ultimo, veniale perché egli forzò la ‘lettera’ del testo di Ap 20 4,  ma lo fece in buona fede e a fin di bene).

Ricordo infatti ancora oggi sorridendo un ‘peccatuccio’ analogo di un mio vecchio amico di gioventù.

Era un cassiere, meticoloso ma con tantissimo lavoro, e ogni sera doveva rimanere al lavoro un’ora in più per trovare la quadratura (entrate ed uscite) di tutte le voci di Cassa.

Una sera, non riusciva a venirne proprio a capo, il tempo stringeva, l’ufficio si stava ormai svuotando dei colleghi che salutavano e se ne andavano a casa a mettersi in pantofole, e lui non riusciva a venire a capo dei suoi conti, gli ‘cresceva’ la somma di un assegno che gli era stato versato, finchè – dopo un attimo di riflessione con quell’assegno in mano che lui guardava però come se fosse un nemico – lo fece…a pezzettini, infilati poi accuratamente in fondo al cestino delle cartacce.

Lo vidi tirare un sospiro di sollievo, perché eliminando quell’assegno a favore della sua azienda, la Cassa di quel giorno finalmente ‘quadrava’ e i suoi conti tornavano, ma io pensai con raccapriccio a quel che avrebbe mai fatto il suo Principale se lo avesse visto trattare i propri soldi in quella maniera.

Ecco, io mi dico che Sant’Agostino deve aver fatto senza rendersene ben conto un qualcosa come quel mio amico cassiere: per far quadrare i conti di un Gesù che diceva che sarebbe tornato presto ma che secondo il metro umano tardava a venire, ha fatto sparire non un assegno ma una ‘venuta’, quella intermedia, ma solo quella, perché la prima venuta non si poteva negare e l’ultima ci serve per…sperare.

A dir la verità Agostino era consapevole di non essere un grande esperto di quella che si chiama scienza ‘apocalittica’ ed ‘escatologica’, ma egli godeva di una grande considerazione e gli altri – che in materia ne sapevano molto meno di lui – finirono per accodarsi acriticamente.

D’altra parte è quello che succede oggi con quasi tutti gli opinion-leaders filosofici e …politici dove la gente sottoscrive acriticamente le loro ‘stravaganze’ facendo un atto di fiducia, anzi di fede, con conseguenze che poi stanno sotto gli occhi di tutti.

E così, qualche secolo dopo Sant’Agostino, fece anche San Tomaso perché, se certe cose – e cioè che quella venuta intermedia fosse da far coincidere con la Risurrezione – le aveva dette uno come Sant’Agostino…, beh…, poteva ben farle proprie anche lui.

E così pure fecero la maggior parte dei teologi successivi che – seguaci della dottrina e della filosofia tomistica, cioè di San Tomaso – conclusero che se certe cose le aveva dette San Tomaso d’Aquino – a meno di non voler essere come quell’altro San Tomaso del Vangelo  – le avrebbero potute credere anche loro.

Così via, infine, fino ai teologi dei  giorni nostri, ai quali però ora i ‘profeti’ moderni dicono che invece è ‘tutto da rifare’.

Ma se si adeguarono tutti all’idea di Sant’Agostino, di quella idea  non fu invece San Bernardo di Chiaravalle.

Egli è stato considerato il massimo genio del XII° secolo, consigliere di sacerdoti, vescovi, re e papi. Ebbe anche notevole influenza sulla politica di quei tempi e, cosa che ai quei tempi non guastava, fu anche un mistico.

Raccontano le cronache che ‘…lo Spirito Santo parlava per mezzo suo e operava miracoli senza numero…’.

Ebbene, San Bernardo di Chiaravalle era talmente convinto della venuta intermedia di Gesù da predicarla addirittura con sicurezza persino sotto le navate delle chiese.

Vi sembra impossibile? Bernardo di Chiaravalle, il genio, il mistico, lui…, praticamente un ‘quasi eretico’?

Eppure è proprio aprendo un  Breviario capitatomi sottomano (Liturgia delle Ore, I° volume,Tempo di Avvento – Editrice poliglotta vaticana, 1975) che - nel Mercoledì della 1^ settimana di Avvento - ho potuto leggere uno stralcio tratto dai suoi ‘Discorsi’ (Disc. 5 sull’Avvento, 1-3; Opera omnia, Ed. Cisterc. 4, 1966, 188-190) dove egli parla  di tre ‘venute’ e in particolare di quella intermedia, precisando fra l’altro ‘…nella prima venuta dunque egli venne nella debolezza della carne, in questa intermedia viene nella potenza dello Spirito, nell’ultima verrà nella maestà della gloria…’.

Cosa possiamo concludere?

I nostri due autori di questo interessante libro  non si preoccupino dunque delle opinioni trancianti, che forse non mancheranno, di certi critici ‘ortodossi’.

Forse costoro li destineranno alle fiamme di qualche infernale girone dantesco, fra gli ‘eretici’, ma si consolino – essi - sapendo di essere là in buona, numerosa e ‘santa’ compagnia, con San Bernardo di Chiaravalle e i primi Padri della Chiesa, appunto.

                                                                  Guido Landolina

 

 

                                             INTRODUZIONE

 

            Questo  studio è frutto di amore alla verità e di volontà di contribuire all’ approfondimento di  un argomento  molto importante e di estrema attualità : LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’.

            E’ un esame  del tema suddetto sotto tutti gli aspetti, soprattutto sotto l’aspetto biblico – teologico – patristico - del Magistero, con l’aiuto dei messaggi dei carismatici,  i quali ci hanno dato veramente le “chiavi di interpretazione” di  numerosi testi biblici riguardanti la Venuta intermedia di Gesù.

            Il primo capitolo comprende  cinque parti  di una ricerca chiamata “ MARA’N ATHA’ ”  che  sono state già pubblicate in vari numeri della rivista  “Messaggi Carismatici Cattolici” delle Edizioni  Segno e che ora sono state riunite insieme. Mentre  il saggio di Antonio Norrito nel secondo capitolo  viene pubblicato ora per la prima volta e ha come titolo “ LA PARUSIA INTERMEDIA E IL MESSIANISMO REGALE, e si propone di dimostrare come l’attesa del Millennio felice, in cui Cristo Glorioso regnerà anche su questo mondo è una verità profonda contenuta in tutta la Bibbia, Antico e Nuovo  Testamento.

            Il metodo usato per l’approfondimento di questo tema di capitale importanza è quello suggerito dal Catechismo della Chiesa Cattolica (ed 1992) al n. 94, dove si dice che l’approfondimento del “deposito della fede” avviene sotto l’assistenza dello Spirito Santo con:

1) lo studio dei teologi;

2) l’esperienze  spirituali  dei credenti ( soprattutto di quei credenti che hanno ricevuto carismi straordinari per il bene della Chiesa e del mondo,  come apparizioni, messaggi, locuzioni interiori…);

3) con l’insegnamento del Magistero della Chiesa.

I due  collaboratori in questa ricerca hanno frequentato le Facoltà teologiche e quindi sanno molto bene che questo metodo, raccomandato dal Catechismo non viene usato  nè nelle Facoltà,  nè altrove dove si insegna teologia, perchè nessun professore cita nel suo insegnamento, accanto ai teologi, i “messaggi” dei carismatici, cioè di persone con carismi straordinari, come spiegato sopra. Eppure questo metodo dà veramente dei frutti buoni non solo per comprendere numerosi testi biblici nel loro senso profondo, ma anche riescono a mostrare alcune deviazioni teologiche come il grande equivoco di sant’Agostino come dice il Signore in un messaggio ricevuto da una persona carismatica (F.C.): “…le anime carismatiche servono a correggere gli errori dei teologi…”.

 La novità non è solo nel metodo, ma anche nel contenuto e nelle conclusioni di  questo studio e chi ha la pazienza di leggere fino in fondo questo breve scritto si renderà conto della  verità di queste  affermazioni.

            Questo metodo  si chiama “profetico – rivelativo”.

 

                                 Antonio Norrito,  teologo

 

N.B.:  PER  “CARISMATICI”  SI INTENDONO COLORO CHE HANNO RIVELAZIONI COSIDETTE “PRIVATE” E CHE QUINDI HANNO APPARIZIONI DI GESU’ O DI MARIA CON MESSAGGI  OPPURE RICEVONO MESSAGGI  DA DIO  COME “LOCUZIONI INTERIORI “: TUTTI QUESTI MESSAGGI SONO PER LA CHIESA E IL MONDO INTERO.  NON  INTENDIAMO PERCIO’ RIFERIRCI CON LA PAROLA “CARISMATICI” A COLORO CHE FANNO PARTE DEL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO. MEGLIO SAREBBE CHIAMARE I “CARISMATICI “, CHE RICEVONO MESSAGGI, “CONFIDENTI DEL SIGNORE”, COME DICE GESU’ STESSO AD UNA PERSONA CARISMATICA.

 

 

 

 

CAPITOLO  PRIMO

 

 

                           

LA  VENUTA INTERMEDIA  DI  GESU’

 

MARA’N   ATHA’ - parte  I

 

                        

PREMESSA: L’ espressione  “MARA’N    ATHA’ ”  la troviamo nella S. Scrittura una prima volta  in 1 Cor 16,22: è un’espressione aramaica con il verbo  al tempo presente, letteralmente: ‘Il Signore nostro viene’; la seconda  volta “ MARANA’   THA ”  la troviamo nell’Apocalisse 22, 20: con il verbo all’imperativo, letteralmente :’ Signore nostro, vieni!’. Questa invocazione recitata nella Chiesa primitiva sta per essere ripresa da tutti i cristiani avvisati dai messaggi carismatici del Ritorno Glorioso di Cristo nella sua Venuta Intermedia.

   Pertanto abbiamo voluto, per utilità soprattutto del popolo di Dio, che  ha bisogno di essere illuminato su questo argomento di capitale importanza, fare  una sintesi  sulla  Venuta intermedia di Gesù.  Riporteremo nel nostro lavoro alcuni testi della Bibbia,  il pensiero dei Padri della Chiesa, il Magistero della Chiesa Cattolica, i messaggi di persone carismatiche e la riflessione di alcuni teologi che hanno approfondito l’argomento .

METODO : NELL’APPROFONDIRE L’ARGOMENTO SOTTO I VARI ASPETTI PROCEDIAMO  CON DOMANDE E RISPOSTE:

 

1.   Di  quante  Venute di Gesù  si parla nella  S.  Scrittura?

 

  La   S. Scrittura  parla di  tre  Venute di  Gesù : La  PRIMA è l’ Incarnazione ( Venuta nella carne)  con la nascita a Betlemme 2000 anni fa da Maria Vergine, culminata con la passione, morte,  Resurrezione e Ascensione al Cielo; la SECONDA è una Venuta nella Gloria, detta VENUTA  INTERMEDIA (o Parusia Intermedia), la quale è data come imminente, secondo la concordanza dei messaggi dei carismatici; la TERZA è anch’essa una Venuta nella Gloria detta  Parusia finale” riservata  per il Giudizio Universale alla  fine del mondo,  in un giorno imprecisato e molto lontano.  S. Bernardo di Chiaravalle, anche se ha avuto l’illuminazione di una Venuta Intermedia di Gesù, tuttavia  non ne aveva ancora l’idea completa, poiché Gesù non solo  regnerà in tutti cuori, ma, come vedremo in seguito, nella Sua Venuta Intermedia tutti lo vedranno venire sulle nubi del cielo con grande Potenza e Gloria e viene per regnare su questo mondo.

 

2.   Perchè  la  maggioranza dei teologi   contemporanei parlano solo di DUE  VENUTE?

 

Il motivo si trova nelle facoltà teologiche e nelle loro succursali (seminari, scuole  di teologia, istituti di scienze  religiose, ecc...) dove si identificano, senza  aver  approfondito  la  questione,  la Venuta Intermedia con la Venuta  finale facendola diventare una sola Venuta Gloriosa per il Giudizio Universale. Da qualche decennio alcuni teologi e studiosi, con l’aiuto dei messaggi dei carismatici,  che forniscono  le “chiavi  di interpretazione” (come le chiamano loro) di alcuni testi della Bibbia, hanno  fatto delle  ricerche, arrivando alle stesse conclusioni dei carismatici, che cioè ci sono numerosi  testi biblici che  descrivono la Venuta Intermedia  di  Gesù, distinguendola da quella finale. L’approfondimento delle  verità contenute nel deposito della fede si compie, secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica (n.94) con la ricerca dei teologi, con l’insegnamento del Magistero della Chiesa e con le esperienze spirituali dei credenti, cioè specie dei carismatici, che ricevono  messaggi e rivelazioni  private  da Dio per la Chiesa e per il mondo.  Ma  purtroppo notiamo che  i ‘messaggi’ di persone con carismi straordinari e le loro testimonianze vengono prese in  considerazione solo dal Papa Giovanni Paolo II,  e da  una piccola  minoranza di Vescovi, Teologi  e Sacerdoti,  sebbene  la Parola di Dio  raccomanda  a tutti  di :”Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa,  tenete ciò che è  buono”( 1 Tes 5, 19-21).

 

3.   Che cosa  rispondere  a  quei teologi che dicono che  nei testi biblici  non si parla  della Venuta Intermedia di Gesù?    

 

Gesù in un messaggio dato  attraverso una persona carismatica,  risponde così :”Verrò, verrò assai presto, amici fedeli, e per  voi sarà una grande festa, una magnifica festa; verrò per chi Mi attende con ansia per dargli la gioia che desidera e che si aspetta d’avere. Amici, pochi credono  nella Mia Seconda  Venuta, pochi credono, e tra questi pochissimi sono i Miei consacrati [n.d.r.: i consacrati sono i  Sacerdoti, religiosi, religiose ecc.];  ecco  Io, Io Gesù sto per fare loro una grande sorpresa. Chi Mi può dire : “ Fa in un modo, oppure in modo diverso?” Dicono che nelle Sacre Scritture non si parla della Mia Venuta Intermedia: ne parlo invece più volte …Chi Mi  attende preparato, chi  Mi attende pieno di gioia avrà la  bellissima sorpresa che immagina, ma guai  agli insipienti che non hanno voluto riflettere, che non si sono preparati affatto! Il mondo si prepari ad essere abbagliato dalla Mia Luce, la terra verrà trasformata, ci sarà una  terra nuova e nuovi Cieli”( da “Opera Scritta dalla Divina  Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi” [ D’ora in poi quest’Opera sarà abbreviata così. :  ODS] messaggio del     28.2.1999).

 Con  l’aiuto dei carismatici  e con spirito di umiltà, si possono   capire  in profondità i testi biblici che riguardano la Venuta Intermedia di Gesù. Anche per questo caso  vale la parola del detto evangelico: “Ti benedico  o Padre, ..perchè  hai tenuto  nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le  hai rivelate  ai piccoli” (Mt 11,25 : i piccoli, qui,  sono proprio  i carismatici e chi li ascolta).

 

4.   Quali sono i testi  biblici  nei quali si parla  della Venuta Intermedia di Gesù?

 

Numerosi sono i testi biblici che parlano della Venuta Intermedia di Gesù. Il Padre Martino Penasa nel suo libro “Le Venuta Intermedia di Gesù. Viene Gesù!”, 2 ed. Udine, Ed. Segno,1999, riporta i testi sia dell’ Antico  sia del Nuovo Testamento, con  la spiegazione. Qui noi riportiamo solo alcuni testi. Per il commento di questi testi  rimandiamo  al libro  di P. Penasa.

 

A-                 Alcuni testi biblici parlano chiaramente della Venuta per il Giudizio Universale, allorchè, finita la storia dell’umanità tutti risorgeremo e tutti compariremo davanti al RE,  GESU’ CRISTO, seduto sul trono, per il GIUDIZIO FINALE : vedi per es. Mt 25  :  a sinistra i capri, a destra le pecore:  Il Re dirà : Via da me…. Venite benedetti…

B-                  Altri Testi Biblici invece parlano di una Venuta di Gesù in modo tale che fanno capire chiaramente che la storia dell’umanità continuerà ancora dopo questa Venuta : vedi per esempio Lc 18, 8; Mt 24, 23-41; Ap 20, 4-6….

C -     IL TESTO DI Mt 24, 21 - 41 CI DA’ LA CHIAVE PER CAPIRE CHE CI SARA’ DI SICURO LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’ : Mt 24, 21-22 : “…vi sarà allora UNA TRIBOLAZIONE GRANDE, QUALE MAI AVVENNE DALL’INIZIO DEL MONDO FINO A ORA, NE’ MAI PIU’ CI SARA’.  E SE QUEI GIORNI NON FOSSERO ABBREVIATI, NESSUN VIVENTE SI SALVEREBBE; MA A CAUSA DEGLI ELETTI QUEI GIORNI SARANNO ABBREVIATI”.            Questo testo non si riferisce alla distruzione di Gerusalemme nel 70 dopo Cristo, ad opera dei Romani, della quale si parla nei versetti precedenti (Mt 24, 15-20), infatti la descrizione di questa GRANDE TRIBOLAZIONE SI RIFERISCE A QUALCOSA CHE RIGUARDA IL MONDO INTERO E NON SOLO ALLA DISTRUZIONE DI UNA CITTA’ ANCHE SE IMPORTANTE COME GERUSALEMME E POI SI PARLA DI “ELETTI” CHE SONO IN MEZZO A QUESTA TRIBOLAZIONE. Se per “eletti” intendiamo i convertiti al Vangelo, noi sappiamo dalla storia che in Gerusalemme non rimase nessun cristiano, poiché credendo alle parole di Gesù erano fuggiti al Nord della Palestina, appena hanno visto che i soldati Romani stavano circondando Gerusalemme con trincee. Ma dai versetti seguenti Mt 24, 23-41, in cui si parla della  Grande  Tribolazione   e di  una VENUTA DI GESU’ e dalla espressione “ per amore degli eletti sarà abbreviata” e perché  la STORIA dell’umanità continua dopo “LA TRIBOLAZIONE GRANDE”, infatti si dice : “NE’ MAI PIU’ CI SARA’ “, si deduce che questa GRANDE TRIBOLAZIONE riguarda tutta l’umanità e non è da collocarsi alla fine de mondo. E neanche la Venuta di Gesù che viene descritta nel suddetto testo di Matteo 24, 23-41 è da collocarsi alla fine del mondo, poiché viene descritta con modalità tali da far capire chiaramente  che dopo questa Venuta la storia umana continua, per es.: v. 37 : “come fu  ai tempi di Noè” ; v. 40 : “allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l’altro lasciato”). Alcuni messaggi dei carismatici autentici attuali ci aiutano a capire che già siamo entrati in questa Grande Tribolazione, la quale si concluderà con la VENUTA INTERMEDIA DI GESU’  per instaurare il Suo Regno, qui su questo terra.  E GESU’ RITORNANDO PORTERA’  LA  VERA PACE E LA CIVILTA’ DELL’AMORE.(Per esempio : Nel messaggio della Divina Sapienza del 30 gennaio 2002 Gesù dice: “Eletti amici cari, sta giungendo il tempo della GRANDE TRIBOLAZIONE: E’ GIA’ ENTRATO, quello che non viene compreso con la prosperità verrà compreso con la carestia, chi nella gioia Mi ha girato le spalle, cambierà quando giungerà il dolore”): vedi il testo completo nei siti internet Divina Sapienza, più avanti al n. 19.

D – NELLA INTERPRETAZIONE DELLA SACRA SCRITTURA, DOPO IL SENSO LETTERALE E  SENSO SPIRITUALE DI UN TESTO BIBLICO, SI PARLA ANCHE DEL “SENSO PIENO” (SENSUS PLENIOR),  che è un significato più profondo di un testo biblico, voluto da Dio, anche se non chiaramente percepito dall’autore umano (agiografo). “Se ne scopre l’esistenza in un testo biblico quando viene studiato alla luce di altri testi biblici che lo utilizzano o nel suo rapporto con lo sviluppo interno della rivelazione “( vedi doc.: Pontificia Commissione Biblica,  L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa, libreria Ed. Vaticana,1993, p.76). Gli antichi esegeti dicevano  : VETUS TESTAMENTUM IN NOVO PATET, NOVUM TESTAMENTUM IN VETERE LATET, CIOE’ IL VECCHIO TESTAMENTO VIENE ESPLICITATO NEL NUOVO, IL NUOVO TESTAMENTO  NEL VECCHIO E’ GIA’ PRESENTE MA IN MODO NASCOSTO.

QUESTO MEDESIMO PRINCIPIO DEL  “SENSUS PLENIOR”,  SECONDO NOI, ESITE ANCHE  TRA I TESTI DELLA BIBBIA  E I MESSAGGI DEI CARISMATICI AUTENTICI, ANCHE SE QUESTI ULTIMI NON HANNO LO STESSO VALORE DELLA BIBBIA : SONO INFATTI SOPRATTUTTO ESPLICITAZIONI DEI TESTI BIBLICI E SVILUPPO DEI SEMI GIA’ DONATI NELLA BIBBIA, PERO’ HANNO IN COMUNE LA MEDESIMA FONTE  : LO SPIRITO SANTO, IL QUALE, COME HA ISPIRATO DUEMILA ANNI  FA’  I PROFETI, GLI EVANGELISTI, GLI AGIOGRAFI,  COSI’  ORA  ISPIRA I  PROFETI DI OGGI, I  CARISMATICI E RIVELA LORO IL SENSO PROFONDO DI ALCUNI TESTI BIBLICI, SPECIALMENTE RIGUARDANTI LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’ E LA SPIEGAZIONE DI ALCUNI TESTI DELL’APOCALISSE,  CHE ALTRIMENTI NON SAREBBERO COMPRENSIBILI SENZA L’AIUTO DEI  MESSAGGI DEI CARISMATICI.

SI COMPRENDE ALLORA CHE UNA DELLE CAUSE PER CUI NELLA CHIESA CATTOLICA MOLTI  NON  ACCOGLIENDO I MESSAGGI DEI CARISMATICI, NON HANNO LA LUCE PER COMPRENDERE CHE LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’ E’ PRESENTE NEI TESTI BIBLICI..

 

E -  PRINCIPALI TESTI BIBLICI RIGUARDANTI LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’:

 

-         Lc 18, 8 :”Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”; 

-         Mt 26,64 :”…Io (Gesù) vi dico : < d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo> ;

-         At 1, 11 :” Questo Gesù….tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”.

-          Ap 20,4-6: “ Essi ripresero vita e regnarono con Cristo mille anni”;

-         Mt 6, 10: “ Venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra”; 

-         Mt 24, 30 : “ Allora comparirà nel cielo il Segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e Gloria”.;

-         Mt 24, 40-41 :”(Alla Venuta del Figlio dell’uomo): Allora due uomini saranno nel campo:uno sarà preso e l’altro lasciato”.

-         Lc 22, 17-18:” E preso un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e distribuitelo  tra voi, poichè vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finchè non venga il Regno di Dio” (testo molto chiaro in cui si fa riferimento ad un Regno di Dio anche su questo mondo). [Testo indicato dai Mess.Divina Sap.). 

-         Lc 21, 27-28 : “Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”;

-         1 Gv 2, 28: “E ora , figlioli, rimanete in Lui, perché possiamo aver fiducia quando apparirà…”.

-         Eb 9, 28 : “…Cristo. Dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione col peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza”; 

-         Ap 1, 7 : ” Ecco, viene sulle nubi ed ognuno lo vedrà; anche quelli che lo trafissero e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto”;

-         I Cor 15, 24-25”..poi sarà la fine, quando Egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finchè non abbia posto tutti nemici  sotto i suoi piedi”;

-         At  3, 21:” Egli (Gesù) dev’esser accolto in cielo fino ai tempi della Restaurazione di tutte le cose”;

-          Dn 7, 13-14 : “Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto” ;

-         1 Ts  4, 15-17, assieme a 2 Ts 2, 3-12; 2 Ts 1, 6-8;

-          Gv 14,3; Ap 17,14; Lc 17,34-35 ; Ap 22 17.20 : “Vieni, Signore Gesù”.

 

5. In che modo ritornerà Gesù? 

 

    Sul modo del  Ritorno bisogna leggere l’annuncio fatto agli Apostoli in  At 1,11:” Gesù…tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto  andare in cielo”, quindi tornerà in modo glorioso come è avvenuto con l’Ascensione.

In un recente  messaggio ODS del 9.2.2000, Gesù dice per mezzo  della  persona  carismatica, madre di famiglia: “ Eletti, amici cari, vengo  in  Gloria e Potenza  per  liberarvi da ogni schiavitù… Sposa  Amata, vengo in un mondo che di Me si è dimenticato, non Mi cerca, non Mi desidera, non  Mi Chiama; ricorda le Parole che dissi un tempo: quando tornerò, troverò la fede? C’è ora la fede sulla terra? Essa è andata sempre più scemando dai cuori lasciandoli vuoti, aridi, senza calore.  Questo, la Madre  Mia intese dire a Fatima; preannunciò questi tempi di grande aridità, di gelo  profondo, di smarrimento totale allorchè disse  che solo in pochi luoghi sarebbe restata la fede. Amata Sposa, il mondo non Mi cerca, non Mi chiama più, non Mi vuole. Tutto  questo accade alla vigilia del Mio grande Ritorno, non più come  fragile  Bambino, non  più come Piccolo tremante in fasce, ma come Re di Gloria e Potenza. Quando salii al Cielo tra gli occhi attoniti dei  miei  amici, i Miei messaggeri dissero: “Tornerà un giorno Colui che è salito al Cielo, così come è  andato tornerà e tutti  Lo vedranno”.  Il mondo non vuole capire che ora il  Giorno è vicino, non sa  la grandezza di quel Giorno unico e meraviglioso. Questo fatto grandioso, meraviglioso, unico, lo sto annunciando  da  molto : desidero trovare tutti pronti ad accoglierMi, pronti col cuore pieno di gioia e d’emozione.”

I messaggi dei carismatici ci dicono che tutti vedranno  GESU’ RISORTO nella Sua Venuta Intermedia  e viene per  “regnare” su  questo mondo. Non sarà ancora lo stadio finale del Regno di Dio, poiché lo stadio finale è  il Paradiso.

 

 

6. Come rispondere a coloro che dicono : “Il  Signore ha detto che  nessuno può sapere il giorno e l’ora del ritorno di Gesù?”

 

Anche qui lasciamo la riposta a Cristo: “Così è infatti,  ma quando i Miei discepoli Mi interpellarono il tempo era ancora lontano, ora tutto è mutato, i tempi grandi ed unici sono giunti, sono questi  nei quali vivete. Il momento esatto resta nascosto ma Io continuo a ripetere con Parole, Segni ed Opere che esso è giunto…perchè gli uomini chiudono gli occhi davanti  all’evidenza e gli orecchi al Mio Annuncio?”( ODS 22.11.99). Pertanto per questo evento glorioso i sigilli vengono aperti e il momento viene annunciato.

 

7. Perchè oggi  non c’è  il  clima  di attesa  della  Venuta  di Gesù,  che c’era  nei primi  secoli  ed è  presente nella S. Messa,  quando diciamo: “Nell’attesa  della Sua Venuta”?

           

Quando Gesù  venne  la prima  volta, come ‘servo’ sofferente per  espiare i  peccati del mondo,  non  fu  accolto dal  suo popolo, ma solo da un piccolo resto di Israele. I capi del popolo ebraico e soprattutto i dottori della legge di allora, non avendo approfondito abbastanza i testi biblici, soprattutto del profeta Isaia, dove si parlava  delle sofferenze di  Cristo,  attendevano un Messia   Glorioso nel senso politico e non spirituale, per cui non  accolsero Gesù. Ora  dice un carismatico  si sta ripetendo il  medesimo errore.  La  maggioranza dei teologi di oggi, non avendo  approfondito  i testi  biblici  che parlano della Venuta Intermedia di Gesù e  rifiutando  l’aiuto  dei  carismatici,  sono  contrari alla idea  della Venuta Intermedia di Gesù, e quindi  non l’attendono e non  preparano  il popolo di Dio  per l’incontro  con Gesù  :  ciò  che  invece  stanno facendo i carismatici di tutto il mondo, per  ordine di Dio.

        In  un messaggio ODS  del 17.6.1997 Maria Santissima   dice : “ Dovete avvertire il  mondo che il Suo Ritorno è imminente…”

 

8. E’ un dovere  annunciare  a tutti la Venuta Intermedia di Gesù?

           

Sì, certo è un dovere, fa parte integrante dell’annuncio del Vangelo, il Papa più volte in altri termini ne ha parlato, i messaggi dei carismatici attuali di tutto il  mondo concordano su questo punto. Infatti il Signore attraverso una persona carismatica dice: “ Sposa  amata, l’Universo intero annuncia la Mia Venuta… Amata, i Miei Messaggi d’Amore preannunciano questo avvenimento unico meraviglioso, unico irripetibile, unico definitivo. E’ come se  dicessi con Parole semplici: venite tutti, uomini della terra nella Mia  Città di Luce e d’Amore, venite tutti perchè ho preparato un posto sublime per ciascuno. Venite nella Mia Città, in Essa non c’è  più il dolore ma solo Gioia, non c’è più guerra ma grande armonia e Pace, non c’è più alcun problema e nessuna schiavitù, Lì è il Mio Regno di Pace e d’Amore”(da ODS, 15.2.2000).

    In un altro messaggio Gesù  riafferma  attraverso una persona carismatica  (J.N.S.R. in “Atti degli apostoli”, Ed. Segno, Udine, 1999, vol. I, p. 82: “Ritorno che nessuno deve tener nascosto perchè, se voi nascondete il  Mio Annuncio, la Luce  vi accecherà prima ancora che Io  giunga sulla vostra Terra”.

 

9. Il  Papa Giovanni Paolo II  parla di questa Venuta  Intermedia di  Gesù?

 

SI’ il  Papa attuale Giovanni Paolo II  più volte ha  parlato , anche se con altri termini, di questa Venuta Intermedia  di Gesù nei suoi discorsi.  Questi  testi sono riportati nella rivista  “Messaggi Carismatici Cattolici”, Ed. Segno, Udine, cominciando dal numero primo ( gennaio 1999) e soprattutto nel numero 8-9..

Nei   messaggi  ricevuti dalla  carismatica  “J.N.S.R. si parla del  Papa  attuale come  di un “Novello  Mosè”  che  ha  il compito di   preparare la Chiesa e l’umanità al Ritorno  di Gesù, cioè  a questa Venuta Intermedia e di  annunciarLa . Citiamo  un solo messaggio dal  Vol. II di  “Testimoni della Croce”, Ed. Segno, Udine p. 236, dice  Gesù: “ IL MIO FIGLIO (Giovanni Paolo II) ANNUNCIERA’ IL MIO   RITORNO  MOLTO  PROSSIMO”. E’ questa la missione  singolare del grande Papa polacco. N:B:: vedi altri testi del Papa attuale  indicativi della Venuta Intermedia di Gesù , in Appendice a questo studio (p. 41), dove c’è una sintesi teologica sulla “Venuta Intermedia di Gesù”.

 

10. E’ vero che il Concilio Vaticano II  esclude  questa Venuta intermedia di Gesù?

           

No. Il Concilio Vat. II  non solo non  esclude la Venuta intermedia di Gesù. ma la sottointende. Nel  Decreto ‘Dei Verbum’ al n.4 si parla  che in Cristo è avvenuta la piena rivelazione di Dio e poi si conclude :” L’economia  cristiana dunque, in quanto è alleanza nuova e definitiva, non passerà mai, e non è da aspettarsi alcun’altra rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo (cfr 1 Tm 6,14  e Tit 2, 13)”.  In questo testo si dice : “non è da aspettarsi un’altra rivelazione pubblica”,   non dice : “non è da aspettarsi una Venuta Intermedia di Gesù”. Quindi il testo della ‘Dei Verbum’ (n.4) non  esclude  la Venuta intermedia di Gesù.

            Il Concilio Vat. II ha anzi molte affermazioni  circa  i carismi straordinari, come per esempio ‘Lumen Gentium’ n. 12, in cui dice di accogliere con  gratitudine i carismi straordinari e di valorizzarli: tra i carismi straordinari ci sono anche i “Messaggi “ dei carismatici , che ci preparano alla Venuta Intermedia di Gesù.

 

11. Perchè il Catechismo  della Chiesa Cattolica, pubblicato nel 1992  non parla  della Venuta Intermedia di Gesù?

 

Riportiamo la testimonianza di P. Martino Maria Penasa : “La  ragione  per cui   non si  parla espressamente della Venuta Intermedia di Gesù  nel nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica è quella data  direttamente dalla fonte autorizzata a questo, cioè da  Mons. Raffaello Martinelli,  capo responsabile della Commissione Pontificia incaricata della redazione definitiva di esso prima della  stampa.

Infatti, subito dopo  la pubblicazione ufficiale di tale Catechismo, egli fu invitato dal P. Superiore del Convento annesso alla Pontificia Basilica di S. Antonio a Padova, P. Olindo Baldassa, a fare una conferenza di presentazione ufficiale di tale nuovo  documento davanti alla Comunità, che ha in mano l’ufficiatura di tale Basilica. Egli toccò i vari punti che potevano interessare maggiormente  gli uditori. Uno di questi punti era quello relativo ai criteri di scelta degli argomenti da introdursi nel testo.  Egli disse espressamente  che non era affatto intenzione della Commissione   di dirimere nessuna questione che fosse ancora in discussione presso i teologi, per lasciar loro tutta la libertà di approfondire le loro tesi controverse fino a fare su  di  esse  piena  luce. 

Ora la questione relativa alla Venuta intermedia del Signore era appunto una di tali questioni controverse, una delle più importanti.

Perciò è giocoforza concludere che la situazione davanti all’Autorità Ecclesiastica rimane tale quale era prima della pubblicazione del nuovo Catechismo. Cioè quella della libera discussione, giacchè non era stata detta ancora l’ultima parola”.

Ora in  questo ultimo decennio  ci sono stati  diversi  teologi che hanno  approfondito la questione della Venuta intermedia di Cristo, a cominciare dal   P. Martino Penasa che  ha pubblicato già  la seconda  edizione  del Suo  Libro “ Viene Gesù” Ed. Segno 1999  a   Mons. Aldo  Gregori, il quale nel  suo libro  “ La Venuta Intermedia di  Gesù”  Ed. Alone, Terni 1993 a p. 8  riferisce  che  lo stesso P.  Penasa,  ha interrogato, alcuni anni fa, su  questo problema il Card. Ratzinger, Prefetto della  Congregazione per la dottrina della fede ed ha  avuto  la  risposta che il  problema  è  aperto alla libera discussione, “giacchè la S. Sede non si è ancora pronunciata in modo definitivo” (cfr  Il Segno  del Soprannaturale, n. 30. p. 10, col. Terza).

            Noi siamo per il ‘millennio felice’ così come è annunciato in Ap. 20, 4. Condividiamo  quello che dice  Mons. A. Gregori, a p. 58  o.c. : “L’interpretazione basata sul senso letterale del cap. XX dell’Apocalisse, se guidata dall’amore all’ortodossia, non porta affatto alla grossolanità del millenarismo carnale, e nemmeno alle esagerazioni di quello  mitigato”. Il decreto del S. Ufficio del 21 luglio 1944 contro il Millenarismo mitigato : “ Il sistema del Millenarismo mitigato non si può insegnare con sicurezza”,  non riguarda  noi, che non parliamo di ‘Millenarismo mitigato’,  ma  di ‘Millennio felice’, come in Ap  20,4  all’interno della concezione biblica del messianismo regale.

 

12.La Venuta intermedia di Gesù rientra nel Piano di salvezza di Dio ?

 

            SI’, la Venuta  intermedia di Gesù rientra nel Piano di Dio. Ce lo rivela  la “Teologa per eccellenza”, anzi la Regina dei teologi,  la Beata Vergine Maria, la quale nel Messaggio (vedi libro “Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna”, ed. 24.a, 2000, con l’Imprimatur) del 24.12.1997 dice: “Questa Sua prima venuta (S. Natale)  raggiunge il  suo pieno significato solo nella Sua seconda venuta… Il mio Divino Bambino, che ora contemplate nel presepio e piange e trema per il freddo, un giorno ritornerà nella potenza della sua gloria divina e porterà alla sua pienezza il tempo e la storia. Il tempo e la storia avranno il loro compimento; con la sua divina e gloriosa presenza farà nuove tutte le cose. Voi vivete il mistero di questo secondo avvento, che vi prepara ad accogliere Gesù, quando tornerà  a  voi sulle nubi del cielo. Solo allora si compirà il secondo avvento che voi state vivendo. Allora il tempo giungerà alla sua pienezza. Allora il Cuore Immacolato della vostra Mamma Celeste avrà il suo trionfo, nel definitivo e glorioso trionfo di Suo Figlio Gesù”.

 Ed  inoltre in un altro messaggio (3.aprile 1994. Pasqua) Maria  Vergine dice( vedi libro sopra citato ‘Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna’) :”Partecipate oggi alla gioia della vostra Mamma Celeste, che vive l’ora beata della Risurrezione del Figlio Gesù……E’ la gioia pasquale che entra nel vostro tempo e lo prepara al più grande avvenimento di tutta la storia.  Poichè la Risurrezione di Pasqua avrà il suo pieno compimento solo quando Gesù ritornerà nella Gloria ad instaurare fra voi il suo Regno, nell’adempimento da parte di tutti del Volere del Padre e nella perfetta glorificazione della Santissima e Divina Trinità”.

Infine, poichè Gesù è il Redentore dell’uomo e ritornerà per restaurare tutte le cose, come si dice in At 3,21 : “ Egli (Gesù)  dev’esser accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose”, Lui  riporterà l’uomo non solo al  livello in cui si trovava nel Paradiso terrestre prima del peccato originale, ma  molto più in alto, poiché grazie  Redenzione noi siamo diventati partecipi della natura divina nel battesimo e con nuovi doni. Una testimonianza  carismatica conferma quanto detto, (Gesù dice): “Io, Io Gesù voglio concedere alle anime che in Me si rifugiano tutto ciò che l’Umanità ha perso per la sua continua ribellione;…ebbene,sposa  cara, tutti questi magnifici Doni che vedi qui attraverso i Miei Occhi, Questi elargirò al resto che Mi sarà fedele fino alla fine. Sono  magnifici questi Doni, alcuni Li possedevano i progenitori ma Li hanno presto perduti per la loro disobbedienza, altri ne sono stati  aggiunti per i meriti degli uomini a Me fedeli, obbedienti, docili, umili; moltissimi altri per il Mio Sacrificio si sono aggiunti; ecco le meraviglie dell’Amore Divino! Nulla va perduto, si aggiunge invece merito a merito fino al momento nel quale tutto ciò  che pareva perso  viene restituito ‘alla grande ’”.(ODS  17.12.1999). 

In 1 Gv 3, 8  sta scritto : “Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo”.   Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo ha vinto il demonio con la Sua Morte e Resurrezione e con questa Venuta Intermedia distruggerà anche tutte opere del demonio e del peccato. Quindi la riflessione teologica contenuta nei messaggi suddetti è conforme alla S. Scrittura.                                                                                                                                                                                

13. Cosa si intende,  nei  Messaggi dei carismatici per “Ultimi tempi” o “Fine dei tempi”?

           

L’espressione  “ultimi tempi”  o  “fine dei tempi” che si  trovano  nei  messaggi  dei carismatici  indicano “questi nostri giorni”. I messaggi dei veri carismatici non  annunciano l’imminenza della fine del  mondo, ma l’imminenza della  Venuta Intermedia di Gesù  Glorioso  con il   Suo “regno di  amore e di  pace”, dopo una  necessaria seppur  dolorosa  purificazione di tutto il mondo e di tutti gli uomini. Con la Seconda Pentecoste si attuerà  il  “Venga  il Tuo  Regno”  del Padre  Nostro, proprio nel nostro mondo. Mentre la fine del mondo è ancora, per grazia di Dio, molto lontana.

Per  “ELETTI DEGLI ULTIMI TEMPI”, espressione  che spesso troviamo nei messaggi dei carismatici, specie nell’  “Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi”, si intendono tutti coloro che, chiamati, corrispondono alla Grazia del Signore, obbedendo alla Sua Volontà.

 

14. Quali segni precederanno la Venuta intermedia di Gesù?

           

Per ora ricordiamo il Grande Avvertimento, del quale si è parlato molto nella rivista “Messaggi Carismatici Cattolici”. Sarà un avvenimento, secondo quanto dicono i carismatici, mandato direttamente da Dio, e riguarderà contemporaneamente tutti gli uomini. Riguarderà il mondo esteriore e quello interiore della coscienza, cha sarà illuminata, per vedere la propria situazione di fronte a Dio, per un richiamo alla conversione e alla scelta definitiva di Gesù Cristo.

            Un altro  segno  grandioso sarà il Segno della Croce  Gloriosa, di cui  parla il Vangelo(cfr Mt 24,30), che  precederà   la Venuta Intermedia di Gesù.

            Degli altri Segni,  sia di quelli indicati dalla S. Scrittura, sia di quelli indicati dai carismatici ne parleremo in seguito. NB.: Per il segno del Grande Avvertimento  vedi siti Internet  dopo il n. 19.    

 

15. Da  chi  sarà preceduta  questa Venuta Intermedia di Gesù?

           

Sarà preceduta  dall’Anticristo, che sta per  manifestarsi. Prima  della  manifestazione dell’Anticristo, secondo S. Paolo ( 2 Ts 2, 3) avverrà la  Grande Apostasia, cioè  la perdita  della fede   nella  maggioranza  dei cristiani e  questa Apostasia è  già  in atto.

 Gesù Cristo, con la sua prima Venuta ha vinto  satana (Gv 6,11), mentre con  questa Venuta Intermedia “distruggerà l’Anticristo con il soffio della Sua bocca” (2 Ts 2, 8) e incatenerà  satana nell’inferno  per  mille anni (cfr Ap 20, 1-3)  e distruggerà anche tutte le opere  del diavolo(cfr 1 Gv 3, 8) e del peccato, purificando la terra e regnando su questo mondo con i  Suoi  fedeli   per mille  anni (cfr Ap 20,4). Dopo i mille anni, dice Ap 20,7-10, satana verrà liberato e capeggerà  l’assalto alla Città diletta. “Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli”(Ap  20, 9-10). Quindi secondo la S. Scrittura,   l’Anticristo  va  collocato  non  alla fine del  mondo,   ma  ora  prima  della Venuta Intermedia di Cristo. Alla fine del mondo la Chiesa sarà aggredita da satana in persona (vedi Ap 20 7 - 10).

 

16. Perchè  la  maggioranza degli esegeti e dei teologi  non accettano il “Millennio  felice”  di Ap 20, 4?  E che cos’è il “Millennio felice”?

           

         Alla seconda parte della domanda “Che cos’è il Millennio felice?

 risponde P. Martino Penasa: “E’ quello di cui parlano i due capitoli 19 e 20

dell’ Apocalisse uniti.  Il c.  19  descrive la vittoria di Gesù, come Verbo,

come Re dei re  e Signore dei  signori,  sulle NAZIONI del gruppo

ribelle della GRANDE  BABILONIA.

 Li  vince e li getta nello stagno della Geenna, 

assieme alla BESTIA ( un capo politico, invaso dallo  spirito BESTIA, del

c.13) e al FALSO PROFETA ( un capo religioso, invaso dallo spirito della

MENZOGNA :L’ANTICRISTO!).  IL DRAGONE  viene solo immobilizzato nel suo pozzo d’inferno, per i famosi  mille anni, in cui sulla terra  rinnovata regnerà la  NUOVA GERUSALEMME CELESTE. Alla fine, dopo il millennio, satana sarà  scarcerato e si metterà a capo della rivolta degli SPIRITI UMANI, … pervertiti per la loro superbia luciferina :  Gog e Magog”.

 

Alla prima parte della domanda questa è la nostra risposta: Perchè  interpretano  il libro dell’Apocalisse come se si riferisse  quasi esclusivamente  alla  persecuzione di  Nerone  e Domiziano verso  i cristiani del  primo secolo, al contrario si nota che l’Apocalisse  si  riferisce a tutta la  storia della Chiesa e soprattutto  ai  nostri  giorni, infatti tutte  le profezie  dell’  Apocalisse  sono al futuro  e non rivolte al passato.

Un’altra ragione è questa : i teologi  in  genere considerano come “Millenarismo”  l’ interpretazione in senso letterale  del testo di Ap. 20,4 che dice “e regnarono con Cristo per mille anni”. In realtà la  vera interpretazione del testo suddetto è proprio nel senso letterale, sempre raccomandato  come prima cosa dalla Chiesa agli esegeti. Certo  l’espressione “mille anni”  nella  Bibbia sta  ad indicare  un  tempo  lunghissimo.  Il  “Millenarismo” invece è una  falsa  interpretazione  di Ap 20, 4. Come  pure non è  esatta l’interpretazione dei “Mille  anni”  a cominciare  dalla   Prima  Venuta  di  Gesù, cioè dall’Incarnazione,  ma  i “Mille  anni”  cominceranno con  la  Venuta Intermedia di Gesù.  Quindi  il “Millennio  felice”, predetto da  Ap 20,4 , è conforme alla Bibbia  e  si può parlare  di “Regno di Cristo per mille anni”, secondo la concezione del messianismo regale, senza per questo essere accomunati al pensiero dei Testimoni di Geova   o  di altri  millenaristi in chiave protestante, stando così nella piena cattolicità e, quindi,  fedeli alla Verità che  è Gesù Cristo e   al Magistero del Papa.

Il teologo P. Penasa ha studiato la questione ed ha scritto: “ Le controversie sorte nei primi tre secoli della storia del cristianesimo, provocate da  alcuni eretici come Cerinto, gli Ebioniti, alcuni  Gnostici, i Montanisti, ed altri, i quali  avevano dato delle spiegazioni false  a tale  “Millennio felice”, assolutamente inaccettabili, come il cosiddetto “millenarismo crasso”;  oppure parzialmente inaccettabili, come il “millenarismo  mitigato”, hanno provocato una dura reazione da parte della Chiesa.

Quello “crasso”, sostenuto da Cerinto, intendeva in modo pagano l’invito al  “banchetto delle nozze dell’Agnello” di Ap 19, 7-9: “Sono  giunte le Nozze dell’Agnello…Allora l’angelo mi disse: ‘Scrivi: Beati gli invitati al banchetto delle Nozze dell’Agnello!’ ”.  Quello mitigato  attribuiva certe  modalità troppo umane alla presenza di Cristo sulla terra dopo il suo Ritorno glorioso della Venuta intermedia.

Per controbattere  le opinioni  sbagliate sorsero vari autori, dando soluzioni  altrettanto svariate. La più accreditata è stata quella difesa anche da  S. Agostino, che la propone ufficialmente nel suo “ De  Civitate Dei”, e che poi, per la sua autorità dottrinale, è stata ripetuta acriticamente fino ai nostri giorni.  Ma ora, sottoposta ad un esame critico molto serio, si è dimostrata del tutto insostenibile e da rigettarsi in modo assoluto. Che cioè quel millennio sia da intendersi come  espressione allegorica, relativa a tutto il corso della storia della Chiesa dalla Resurrezione di Cristo alla Sua ultima Venuta per la chiusura della storia umana sulla terra, col Giudizio  Universale, dopo la risurrezione della carne. Questa opinione cozza contro grosse difficoltà di valore dogmatico, come quella del peccato originale. Esso comporta la necessità della morte per tutti i figli di  Adamo; e questo fatto si verificherà solo alla fine assoluta, quando tutti morranno, tutti risorgeranno e si divideranno in due schiere: gli uni per il Paradiso eterno, gli altri per l’inferno eterno, in anima e corpo.  Mentre nel nostro caso tutti possono constatare che Gesù, nel suo discorso escatologico, parla di una venuta in mezzo ad un mondo di vivi, intenti ai loro lavori, come prima del diluvio, o ai tempi della distruzione di Sodomia e Gomorra. Tra di essi sceglie quelli degni di sopravvivere come Noè, per fondare la nuova umanità santa, che ripopoli la terra in maniera conforme al progetto meraviglioso di Dio, come avvenne  per  gli Ebrei sotto  Giosuè quando occuparono la Terra Promessa;  o per i cristiani dopo la distruzione di Gerusalemme, quando fondarono a Roma la  Nuova Gerusalemme cristiana. La differenza è che stavolta si tratterà  di tutta la terra e non soltanto di una piccola  parte  di essa.

 

 

17. Quali   avvenimenti  coincideranno con la Venuta Intermedia di Gesù?

 

            Il Trionfo del  Cuore Immacolato di  Maria, la seconda Pentecoste, l’inizio del “Millennio felice”  coincideranno con la  Venuta Intermedia  di Gesù,  il quale  viene per  “Restaurare   tutte le cose” (cfr At  3, 11).

 

18. Chi ci  prepara  a questa Venuta Intermedia di Gesù?

 

            Maria Vergine ha il compito dalla SS.Trinità di prepararci a questa Venuta Intermedia di Gesù,  con  le sue  numerose apparizioni attuali in tutto il  mondo, compresa quella di Medjugorje  e  attraverso i  numerosi  messaggi dati ai  carismatici  autentici, che  ci sono in ogni   parte della terra e che  senza  conoscersi  concordano tra loro.  Infatti in un messaggio del 24.12.1978, per mezzo di D. S. Gobbi parlando  della  Venuta Intermedia di Gesù,  Maria Vergine dice: “Anche  in questa seconda venuta il Figlio  verrà  a  voi attraverso  sua Madre. Come del mio seno  verginale il Verbo del Padre si è servito per giungere fino a voi, così del Mio Cuore Immacolato Gesù si servirà  per giungere a regnare  fra  voi. Questa  è l’ora del   mio Cuore Immacolato, perchè si sta preparando  la  venuta del  glorioso Regno di amore  di Gesù”( dal libro “Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna”). Nel libro  suddetto  Maria  Vergine  si  autodefinisce  “CELESTE  PROFETESSA”  dei  nostri tempi e il Suo Cuore Immacolato  è  la PORTA per entrare  nell’Era  Nuova, l’era  della  “civiltà dell’amore” di Papa Paolo VI. Maria  Vergine  assicura sempre nei messaggi contenuti nel libro citato che chi si consacra al Suo Cuore Immacolato e vive  la consacrazione,   conserverà  la  lampada  accesa  come  le  vergini sapienti e potrà incontrare Gesù , lo Sposo della Chiesa  e di tutte le  nostre anime, il quale sta per  tornare.

 

19. Bibliografia:

 

 Chi desidera approfondire,  legga  la  rivista (iniziata  dal 1° gen.1999)  “Messaggi Carismatici Cattolici”, Ed. Segno, Udine, nella quale   l’argomento  della Venuta Intermedia di Gesù è stato trattato  con  profondità   e sono stati  riportati  anche  ampi estratti  dai Messaggi  della  Madonna  e dai Messaggi  della Divina Sapienza e  vengono  indicate anche le  fonti  dove  trovare gli  altri  Messaggi che  non sono riportati sulla  rivista.

      Consigliamo anche  il  libro  di  Padre  Martino  Maria  Penasa,  “Viene Gesù, La Venuta Intermedia del Signore”,  Ed. Segno, 1999, 2° ed.,  dove   troverà  i   fondamenti   biblici e teologici della Venuta Intermedia. Consigliamo pure la lettura del volumetto: Teofilo Il Siculo, “Il tempo dell’anticristo e la Parusia intermedia” Ed. Segno, Udine 1998; Mons. Aldo  Gregori, “La Venuta Intermedia di Gesù”, Ed. Alone, Terni, 1993;  Piero Mantero, “Il libro della Grande Profezie”, Ed. Segno, Udine.

SITI INTERNET CONSIGLIATI  SUI CARISMI STRAORDINARI

E SULLA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’:

http://digilander.iol.it/maranathadgl : IN QUESTO SITO SI TROVANO : MESSAGGI PER MEZZO DI ANCILLA, PER MEZZO DI +L  E  ALTRI CARISMATICI.  NELLA SEZIONE STUDI : SI TROVANO VARIE RICERCHE,  LEGGETE QUELLO DAL TITOLO : “PROFEZIE CONCORDANTI SUL GRANDE AVVERTIMENTO”, POICHE’ IL GRANDE AVVERTIMENTO E’ VICINO.

 

-  Per  i Messaggi della Divina Sapienza:

http://www.messaggidivinasapien.freeweb.org/

http://www.freeweb.org/religioni/sapienza/

 

-Per gli ESTRATTI dai Messaggi della Divina Sapienza:

http://members.xoom.virgilio.it/gesuviene/

 

 

- PER LA RIVISTA “MESSAGGI CARISMATICI CATTOLICI”:

            http://www.mobilia.it/messaggicarismatici/

http://members.xoom.virgilio.it/gesuritorna/

 

 

 20. Come prepararsi alla Venuta intermedia di Gesù?

 

Con una pronta conversione e con una vita santa, invocando il Signore, con il desiderio del ritorno di Gesù  e annunciando, senza paura, al mondo l’imminente Venuta  di Gesù.

Quello che vogliamo raccomandare a tutti è di  essere sempre preparati, con le lampade accese, cioè con la fede e le opere corrispondenti. Non sapremo  mai nè il giorno  nè l’ora precisa di  questa Venuta Intermedia di Gesù.  Tuttavia  i segni che il Signore ci ha dato nel Vangelo e  che ci sta  dando in continuazione attraverso i carismatici attuali ci dicono che  questa Venuta  di Gesù  è  imminente! 

 

 

 

 

 

M A R A’N     A T H A’    -     Parte  II

 

 

21. Qual è il vero schema per il prossimo futuro secondo i  messaggi dei carismatici?

 

            Nel contesto della grande apostasia(cfr S. Paolo 2 Ts 2, 3-4  ) attuale, cioè della perdita della fede in molti, dopo la morte di Giovanni Paolo II, il quale secondo i messaggi di diversi carismatici avrà la “palma del martirio”, contemporaneamente ci saranno sia il “vero Papa”, che sarà seguito da una minoranza di cattolici, guidata dai carismatici e dai loro  movimenti, sia un “falso papa” l’ anticristo ecclesiastico, portato avanti dalla massoneria ecclesiastica, (nell’Apocalisse 19, 20 è chiamato : “il falso profeta”). Vi sarà in quel periodo un grande scisma nella Chiesa:  la maggioranza dei cristiani cattolici seguiranno questo “falso papa”.  La promessa di Gesù : “le porte dell’inferno non prevarranno”(Mt 16,18) si compirà in modo particolare in quel momento storico,  come ci conferma  lo stesso Gesù in un messaggio dato ad una carismatica (F. C.) : “ Salverò la Chiesa straordinariamente con voi (rivolto ai carismatici)”. L’anticristo ecclesiastico compirà  anche l’orribile sacrilegio, di cui parla  la S. Scrittura e vari messaggi di carismatici autentici (vedi al n. 21/A che segue).

Ci saranno : una grande prova per la Chiesa, il Grande Avvertimento per tutti, la purificazione della terra,  i tre giorni di tenebre, la  Venuta intermedia di Gesù, il quale, venendo, annienterà  l’anticristo(cfr 2 Ts 2, 8) e relegherà  satana all’inferno(cfr Ap 20, 1-3).   Gesù  poi, in questa Venuta Intermedia che è imminente, instaurerà il Regno di  Dio  su questo mondo (come dicono i  messaggi dei carismatici) per  mille anni (cfr  Ap 20, 4), cioè per un periodo  lunghissimo. Dopo i mille anni, per breve tempo  sarà sciolto satana,(cfr Ap 20, 3) il quale guiderà in persona l’assedio alla Città diletta (cfr Ap 20, 7-9).  Satana sarà, in modo definitivo, ‘gettato nello stagno di fuoco ’(cfr Ap20, 10). Seguiranno quindi  la Venuta finale di Gesù , con la fine del mondo e  il Giudizio Universale.

 

21/A. In che cosa consiste  l’ORRIBILE SACRILEGIO, compiuto dall’anticristo?

 

Rispondiamo citando due messaggi. Il primo è della Beata Vergine Maria per mezzo di don Stefano Gobbi del 31 dicembre 1992 (dal Libro “Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna”, ed. 24, 2000, p.918-919, stampato con l’Imprimatur : “…Il quarto segno è l’ orribile sacrilegio, compiuto da colui che si oppone a Cristo, cioè dall’anticristo. Entrerà nel tempio santo di Dio e siederà sul suo trono, facendosi adorare lui stesso come Dio.

“Costui verrà a mettersi contro tutto ciò che gli uomini adorano e chiamano Dio. Il malvagio verrà con la potenza di satana, con tutta la forza di falsi miracoli e di falsi prodigi. Userà ogni genere di inganno maligno per fare del male” (2 Ts 2, 4-9). “Un giorno vedrete nel luogo santo colui che commette l’orribile sacrilegio. Il profeta Daniele ne ha parlato. Chi legge cerchi di comprendere”(Mt 24, 15). 

Figli prediletti, per capire in che cosa consiste questo orribile sacrilegio, leggete quanto viene predetto dal profeta Daniele. 

“Va, Daniele, queste parole sono nascoste e sigillate sino al tempo della fine. Molti saranno purificati, resi candidi, integri, ma gli empi continueranno ad agire empiamente. Nessuno degli empi intenderà queste cose, ma i saggi le comprenderanno.

Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l’abominio della desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni. Beato chi aspetterà con pazienza e giungerà a milletrecentotrentacinque giorni” (Dn 12, 9-12).

La Santa Messa è il sacrificio quotidiano, l’oblazione pura che viene offerta al Signore in ogni parte, dal sorgere al tramonto del sole.

Il sacrificio della Messa rinnova quello compiuto da Gesù sul Calvario. Accogliendo la dottrina protestante, si dirà che la Messa non è un sacrificio, ma solo la sacra cena, cioè il ricordo di ciò che Gesù fece nella sua ultima cena. E così verrà soppressa la celebrazione della Santa Messa. In questa abolizione del sacrificio quotidiano consiste l’orribile sacrilegio compiuto dall’anticristo, la cui durata sarà di circa tre anni e mezzo, cioè di milleduecentonovanta giorni”.

Con questo concorda un messaggio di Gesù nell’opera scritta dalla Divina Sapienza (3.febbraio 2002): vedi  messaggio  intero nei siti internet della Divina Sapienza, riportato sopra al n. 19.

 

22. In che cosa consisterà questa Venuta intermedia di Gesù?

 

            Riportiamo a questo proposito la riflessione di un sacerdote carismatico , il quale  afferma  :

“Cristo è in Paradiso glorioso, quando ritornerà (Venuta intermedia ) sarà una manifestazione Sua gloriosa del Suo Essere, ma nella Gloria…che vuol dire ritorno? Cristo è in Paradiso, ritorna perchè è già venuto nella natura umana, ritorna in modo relativo, perchè Gesù con la Sua Divinità è già presente nell’Eucaristia, ritorna in quanto si manifesterà in maniera gloriosa a questo mondo e porterà il Suo Regno qui su questo  mondo. E allora questa Sua Venuta rappresenterà l’unione di questi tre o più elementi: 

a)      Finalmente sarà compiuta la Preghiera che Gesù ci fa fare nel Padre Nostro: venga il Tuo Regno. Da tutte le creature sarà compiuta in maniera perfetta la Divina Volontà, per cui verrà su questa terra il Regno del Divino Volere;

b)      coinciderà con la seconda Pentecoste;

c)      sarà il più grande miracolo della Divina Misericordia e il Trionfo dell’Amore Misericordioso di Gesù, che aprirà il mondo ad una Nuova Era, ad una nuova civiltà, a conoscere finalmente la civiltà dell’amore;

d)      ma soprattutto il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria e il ritorno di Gesù nella Gloria coincideranno con l’Avvento del Regno Eucaristico di Gesù”.

 

23. Che significa “Venga il Tuo Regno”  del Padre Nostro?

 

            Continua il sacerdote carismatico :  “Gesù ci ha insegnato che la preghiera fatta con fede è infallibile. Nel Padre Nostro ci ha insegnato a dire <Venga il Tuo Regno, sia fatta la Tua Volontà>.

            Il Padre è glorificato quando ha creato l’Universo, il demonio ha oscurato questa Sua Gloria con il peccato. Cristo con la Redenzione ci redime attraverso la strada della sofferenza: ed è il Cristo storico. Il Cristo Mistico (la Chiesa) deve camminare sullo stesso sentiero della sofferenza per cooperare personalmente al grande dono ricevuto della Redenzione.

            La vittoria di Cristo su satana è avvenuta con la Sua Risurrezione, la vittoria definitiva di Cristo quando ritornerà nella Gloria sarà nel distruggere completamente il potere di satana  su questo mondo, per cui questo mondo potrà accogliere il Suo Regno e glorificare in maniera perfetta il Padre come era all’inizio della creazione, per cui l’Avvento di Cristo nella  Gloria coinciderà con la più grande glorificazione del Padre Celeste. Voi pensate che dopo duemila anni che in tutto il mondo si ripete questa invocazione: -Venga il Tuo Regno -  alla fine questo Regno non debba venire? Verrà, per la perfetta glorificazione del Padre, ma ecco che venendo il Regno di Cristo, tutte le creature saranno portate compiere in maniera perfetta il Divino Volere, perchè il primo che ci ha impedito di compiere il Divino Volere, è stato satana. Nel Paradiso terrestre in che cosa è consistita la sua vittoria? Nel portare i progenitori ad una scelta contraria al Volere del Padre: “mangiate di tutto, ma di questo albero non mangiate…”.  Alla fine il potere di satana sarà distrutto, perchè sarà reso impotente, legato, non può più nuocere, non può più portare le creature a dire di no alla Volontà del Padre, perchè le creature diranno di sì alla Volontà del Padre. In questo perfetto compimento della Divina Volontà, del Divino Volere, ecco che la creazione ritorna quasi ad uno stato primitivo di un nuovo Paradiso terrestre, in cui tutte le creature diranno di sì al Volere del Padre Celeste…”.

 

24. Che cos’è la seconda Pentecoste?

           

Continua sempre il sacerdote carismatico : “ Però dopo questo, i cuori e le anime devono essere rinnovate e questo non può avvenire se non con una particolare effusione dello Spirito Santo: la seconda Pentecoste. Di questa hanno parlato il Papa Giovanni XXIII, Paolo VI e l’attuale Papa. Seconda perchè la prima è già avvenuta nel Cenacolo di Gerusalemme, la seconda verrà a livello mondiale e trasformerà i cuori e le anime di tutti. Portando il dono del rinnovamento dell’anima, porta il dono della salvezza”.

 

25. Che cos’è il Trionfo della Divina Misericordia?

 

            Ed ancora il suddetto sacerdote parla del  Trionfo della Divina Misericordia : “Per opera dello Spirito di Amore tutti saranno portati a salvezza. Allora una volta che tutti torneranno alla salvezza, respireranno l’aria del Regno di Dio che sarà un Regno di santità, di giustizia, di purezza, di amore, di gioia e di pace. Allora essendo tolto l’influsso di colui che per definizione è omicida, di colui che opponendosi a Dio, porta nel mondo l’odio, l’egoismo, la divisione, la violenza, la guerra, distrutto il potere del demonio, essendo Dio tra noi, fiorirà finalmente una nuova civiltà, la civiltà dei figli di Dio, che vivranno  nel Suo Regno la nuova civiltà dell’amore.”

 

26. Che cos’è il Regno Eucaristico di Gesù?

 

            La definizione è data dal medesimo sacerdote  : “ In questo mondo rinnovato, dove il Padre è glorificato, dove Cristo manifesta il Suo Regno, dove la volontà delle creature rispecchia quella del Padre, dove lo Spirito Santo avrà rinnovato le persone, dove il prodigio della Divina Misericordia sarà compiuto, in questo mondo, Cristo Eucaristico potrà esplodere con tutta la Sua Divina Potenza.  Noi crediamo che nell’Eucaristia Cristo è presente con il Suo Corpo Glorioso, con la Sua Divinità, come in Paradiso  così su questa terra, soltanto ci impedisce di vederlo il velo della specie, ma la presenza è uguale. Allora io mi domando: come mai Gesù in Paradiso forma la beatitudine e la gioia di tutti i beati e qui su questa terra che è presente  nell’Eucaristia non  può esplodere con la sua potenza e fare la nostra gioia e diventare per noi la nostra più grande beatitudine? Perchè questo non avviene? Cristo Eucaristico non può manifestare la Sua Potenza a causa degli ostacoli che noi poniamo. Per darvi un esempio:pensiamo all’energia atomica, un’energia potentissima, fortissima, che però non si manifesta finchè noi non creiamo la condizione: la fusione dell’atomo. Se creiamo questa condizione, l’energia atomica esplode. Allora io dico, la Potenza di Cristo Eucaristico è impedita a manifestarsi a causa degli ostacoli che noi poniamo e l’ostacolo è il peccato, peccato personale, peccato sociale, peccato eretto a norma dell’agire. Tutto questo peccato è un rifiuto che noi opponiamo, una barriera che noi mettiamo, per cui Cristo Eucaristico non può manifestare la Sua Divina Potenza.  Ma quando satana sarà cacciato all’inferno, la porta dell’abisso sarà chiusa, il potere di satana sarà distrutto, questi ostacoli saranno rimossi. E allora Gesù nell’Eucaristia esploderà, si manifesterà in tutta la Sua Potenza, al di là della specie noi lo vedremo, noi lo sentiremo, perchè opererà in noi, in maniera fortissima come Dio, poichè nell’Eucaristia Gesù è nella pienezza della Divinità, in mezzo a noi. E come Dio arriverà a trasformare i nostri cuori, arriverà a trasformare  le anime, le famiglie, le nazioni…farà la pacificazione universale, creerà  l’unità della Chiesa, finalmente, dopo tanti anni di disunione e tanti sforzi quasi inutili di ecumenismo, sarà fatta l’unità della Chiesa.

            Avremo veramente il  Regno di Gesù Eucaristico in noi, per cui, vorrei dire, Gesù che ritorna e si manifesta nella Gloria, si unisce al Gesù che è presente nell’Eucaristia e quasi spalancherà le porte di queste specie che ancora ce lo veleranno, poichè  si possa trasformare, con la Sua Potenza, tutto e fare finalmente i Cieli nuovi e la nuova terra, per cui il Ritorno di Gesù nella Gloria coinciderà anche con il più grande Trionfo del Regno Eucaristico di Gesù…        

Finalmente conosceremo la nuova civiltà dell’Amore, poichè Colui che è Amore fra noi, poichè Colui che è nel Sacramento dell’Eucaristia per insegnare ad amarci fino ad essere una sola cosa: “ Padre come Io e Te siamo una sola cosa, fa che anche essi siano in Me, in Te una sola cosa”,  finalmente il Sacramento dell’Eucaristia si effonderà in tutta la Sua Divina Potenza e conosceremo allora la gioia di vivere, di gustare e di sperimentare tutti gli effetti del Paradiso che noi avremo con il Trionfo del Regno Eucaristico di Gesù. Saremo su questa terra e saremo al di fuori, non saremo ancora in Paradiso, sarà un Paradiso quaggiù che la Madonna ci prepara con il Trionfo del Suo Cuore Immacolato nel mondo”.

 

27. Come rispondere ai razionalisti che dicono:”Non si parla mai nelle Scritture di una Venuta intermedia” di Gesù ?

 

             In un messaggio ODS del  28.5.2000, Gesù risponde ai razionalisti: “ Oggi, amata sposa, sono molti a scrutare nelle Scritture per capire il senso del tempo presente; molti di costoro non capiscono ciò che più volte dico palesemente, che cioè tornerò, tornerò non solo nell’Ultima Venuta finale e conclusiva ma che ci sarà una Venuta Intermedia precedente. I Miei amati piccoli che hanno il cuore nel Mio Cuore e palpitano del Mio Stesso amore, Mi attendono perchè tutto hanno compreso alla Mia Luce, si preparano di giorno in giorno con un’adorazione continua, con una dedizione completa. I razionalisti, senza la Mia Luce ma solo con la propria luce, non Mi attendono, non si preparano, ripetono: “ Non si parla mai nelle Scritture di Una Venuta Intermedia”. Essi non saranno pronti al Mio Ritorno e non potrò dare loro i Doni sublimi che ho preparato per chi si è lasciato avvolgere dalla Mia Luce ed ha cercato tutto da Me.

Maria Santissima in un altro messaggio della ODS del 27.5.2000 dice riguardo alla Venuta Intermedia e al cambiamento che Gesù farà (è Gesù che parla a Sua Madre):  “Rallegrati , Madre Santissima: Io, Io Gesù sto per fare tutto questo. Il mistero nascosto da secoli e millenni ora viene palesato, e tutti ne conosceranno l’essenza. La Mia Prima Venuta sulla Terra è stata l’inizio, la Mia Seconda sarà la continuazione, la Terza la conclusiva”.

Ancora in un altro messaggio della Divina Sapienza, Gesù parla della Sua Venuta Intermedia e dice di annunciarla a tutti (7.5.2000):”Sposa  amata, quando mai ho detto che fino alla fine del mondo le cose resteranno stazionarie? Perchè gli uomini non prestano attenzione alle Mie Parole? Ho parlato spesso attraverso i miei profeti antichi e nuovi di una Mia Venuta Intermedia e non in modo velato. Quanti  Mi attendono per farMi festa e gioire con Me? Pochi , sposa amata, pochi anche di coloro che leggono e rileggono le Mie Parole; essi dicono:”Ma…forse, non è ben chiaro…chissà…vedremo!”. Nessuno di questi ha il coraggio di dire : “Gesù parla chiaramente di una Venuta grandiosa ed intermedia, prepariamoci tutti ad accoglierlo col cuore ardente di chi attende Colui che tanto ama e che sta per ritornare trionfalmente e visibilmente”.

            Recentemente Johannes De Parvulis, Mondo nuovo, nuovo, nuovo; pubblicato in Canada,1999, parla a p. 80  di prima Venuta di Gesù come Redentore (2000 anni fa), della Venuta Intermedia come Re (adesso) e della Venuta finale, alla fine del mondo, come Giudice.

 

28. E’ vero che Gesù  sta per chiudere le porte del banchetto di nozze?

 

            La risposta la troviamo in un messaggio ( ODS) di Gesù del 16.5.2000 :“ Un padre amoroso un giorno preparò una grande e stupenda festa nel  suo palazzo e molti Doni da distribuire ai suoi figli; chiamò quindi questi ad  uno  ad uno con invito personale dicendo ciò che aveva preparato. Essi dovevano fare la fatica di recarsi alla festa ed avrebbero avuto tutto. Alcuni  corsero con entusiasmo e videro le cose meravigliose che il padre aveva preparato, corsero ai suoi piedi lo benedirono e lo ringraziarono, altri figli però indugiarono titubanti preferendo i godimenti vani e persero tempo prezioso. Il padre attese, attese, attese, alla fine disse ai servi: ‘Chiudete le porte; chi non si è deciso a venire fino a questo momento non lo farà più”.  I servi chiusero le porte del palazzo ed alcuni figli rimasero fuori senza più speranza.

            Amata sposa, questo Padre amoroso sono Io, Io Gesù; la Festa è pronta per tutti ma sono ancora fuori molti figli; ho dato l’Ordine di chiudere tutte le porte perchè il tempo è giunto: ognuno si affretti perchè l’Ordine ai servi è già stato impartito, c’è solo il tempo stretto che serve per chiudere le varie porte del grande palazzo. Lo sappia bene il mondo ciò che sta per accadere e si prepari”.

            ULTIMO APPELLO:  nel messaggio ODS del 29.5.2000, Gesù dice :”Ecco, ora chiamo con Voce Possente a Me tutti i Miei figli, come padre che desidera rimettere ordine nella sua casa e richiamare al loro dovere tutti. Questo è il MIO ULTIMO APPELLO al Quale ciascuno può rispondere oppure no perchè è libero. Chi risponderà subito avrà il perdono e la gioia per sempre, la sua vita diverrà un meraviglioso sogno che mai immaginava di vivere; ma guai , sposa amata, guai per chi non vuole darMi  risposta e, dopo essersi ribellato, continua a farlo, continua a girarMi le spalle! Porto al mondo il Mio perdono, sposa  amata, ma porto al mondo anche la Mia Giustizia, la perfetta Giustizia alla Quale nessun ribelle può sfuggire ”.

           

29. Il GRANDE AVVERTIMENTO è imminente e che effetto produrrà in ciascuno?

           

Sì, il Grande Avvertimento è imminente e potrebbe avvenire da un momento all’altro. Per quanto riguarda l’effetto prodotto in noi riportiamo un estratto di un messaggio recentissimo della ODS (25. 5. 2000) nel quale  Gesù dice: “Sposa amata, ancora una volta – e sarà l’ultima – chiamo a Me con Voce Possente che tutto il mondo sentirà e capirà l’intero genere umano; voglio che anche gli estremi confini della terra sentano il Mio Richiamo d’Amore: questa sarà, Mia amata, l’ultima fase, la più grande e decisiva. Anche i sopiti, i superficiali, i distratti sentiranno la Potenza del Mio Richiamo. Nessuno potrà dire:  “Nulla ho capito perchè nulla ho sentito”, sentirai, amata sposa, che tremendo rimbombo. Pensa ad un forte tuono che scuote il  Cielo e terra all’improvviso e fa destare le popolazioni intere: ognuno si affaccia alla finestra, tutti accorrono sui balconi, il cuore trema. Ecco, voglio che il risveglio sia generale e che tutti capiscano che ciò che avviene non è opera d’uomo ma di Dio offeso e dimenticato, Dio Creatore di tutto, Dio Salvatore di ogni uomo, Dio Spirito d’Amore che non vuole perduta una sola anima…

            Amata, ripeti alle anime che seguono il cammino di Luce, che molto possono donare ancora ai fratelli nel buio, molto fino al momento del Mio ‘Basta’; ecco, allora, tutto si fermerà e la grande clessidra della storia sarà capovolta, farà scendere il primo nuovo granello, nulla del passato resterà, nulla si ricorderà perchè Io avrò fatto nuove tutte le cose”.

 

30. Gesù, quando verrà, tutti lo vedranno?

 

            A questa domanda risponde Gesù  in un messaggio della ODS (7.5.2000) : “… tutti Mi vedranno apparire nel Cielo, torno, come gli angeli hanno preannunciato, con Potenza e nella gloria per fare nuove tutte le cose e regnare come il più grande Re. Non continuate  a pensare che Io venga solo nei cuori: vengo visibilmente e tutti Mi vedrete presto!. Preparatevi, amici cari, preparatevi e gioite, il tempo è questo nel quale state vivendo; annunciate con coraggio il Mio Ritorno  affinchè nessuno si faccia sorprendere impreparato e nel sonno: voglio trovare cuori ardenti e palpitanti d’amore per Me…”.

 

31. Quale altro  segno  indicherà che Gesù sta per tornare ( Venuta Intermedia)?

           

Gesù nel messaggio della ODS (24.3.2000) dice: “Io verrò, verrò improvvisamente sulla terra, non aspettato, non desiderato, verrò e la Mia Luce sarà abbagliante; gioiranno gli amici cari, ed il loro cuore esulterà ma resteranno turbati profondamente gli operatori di iniquità che già gridavano: “ Pace e sicurezza senza Dio” facendo dell’uomo un dio…

            Quando si dirà: “Pace e sicurezza”, allorchè il mondo crederà di averMi tolto di mezzo, allora apparirò splendente di Luce, sfolgorante di splendore e verrò a prendere gli eletti dai quattro angoli della terra: essi saranno il Mio amato popolo ed Io il loro Dio per sempre”.

         Questo messaggio fa intendere meglio un passo della lettera di S. Paolo ai Tessalonicesi

  I  Ts 5, 1- 6 : “ Riguardo poi  ai tempi e ai momenti (della Venuta del Signore), fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti voi ben sapete che come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore. E quando si dirà : “Pace e sicurezza”, allora all’improvviso li colpirà la rovina, come le doglie una donna incinta; e nessuno scamperà. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno possa sorprendervi come un ladro: voi tutti infatti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte, nè delle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma restiamo svegli e siamo sobri”.

 

32. Qual è il più grande ANNUNCIO  da dare oggi  alla Chiesa e al mondo e ad ogni persona?

 

Il più grande ANNUNCIO da dare oggi al mondo dopo  quello dell’Incarnazione del Figlio di Dio e della Sua passione Morte Resurrezione e Ascensione,  è  questo :  “ GESU’ L’UNICO  SALVATORE DEL MONDO STA PER TORNARE PER ISTAURARE  IL SUO REGNO  QUI SU QUESTO MONDO”.

 

33. Come prepararsi alla Venuta intermedia di Gesù?

           

In un messaggio della ODS (30.5.200) Maria Santissima dice: “ Oggi Mio Figlio Mi ha detto: ‘ Madre Santissima, si affrettino i figli a percorrere la via luminosa che indico, si affrettino senza perdere un solo istante, tutto avverrà con massima rapidità, il cambiamento sarà  repentino come quando durante una splendida giornata di sole, in un baleno si addensano nubi da ogni parte del Cielo e si scatena una forte pioggia che non lascia scampo. Oggi è tempo di Grazia e di Misericordia: nel Cielo brilla un magnifico Sole; domani  potrebbero già addensarsi da ogni parte le nubi della Mia Perfetta Giustizia; offro il perdono: colgano questa meravigliosa occasione tutti, perchè al tempo di Grazia segue quello di giustizia Perfetta’.  

            Queste le parole sublimi di Mio Figlio Gesù; vedete quanto è grande il Suo Amore che non vuole condannare nessuno ma salvare tutte le anime. Siate decisi nel bene. Io sono con voi e vi amo immensamente .”Maria Santissima

 

 

 

 

 

 

MARA’N   ATHA’  -     Parte  III

 

34. Quando il Signore Gesù verrà?

 

            Anche se non sapremo mai l’ora precisa della Venuta Intermedia di Gesù, tuttavia, attraverso i carismatici ci vengono dati, secondo la promessa del Signore :”Lo Spirito Santo vi annunzierà le cose future”(Gv 13, 16),  dei segni che fanno pensare che questa Venuta Intermedia è molto vicina.

Dall’ODS, messaggio di Gesù del 14.5.2000:”..sposa  amata, rasserena chi trema, chi geme, chi attende; rassicura dicendo: “Gesù viene, sta venendo prima di quanto si creda, prima di quando si aspetti, perchè se il mondo vuole fare a meno di Lui, Egli non si è dimenticato delle grande Promesse fatte e Le manterrà tutte”.

 

ALCUNI SEGNI INDICATIVI CHE GESU’ STA PER TORNARE:

 

A- - Franca Tornado(+10.1.1993), carismatica, fondatrice del Movimento carismatico di Assisi,   un giorno (16.1.1992) domandava a GESU’: ma quando vieni?)                                             

"Verrò presto e sicuramente;                                                   

verrò quando ... i ricchi tremeranno".(16. 1. 92).                             

-19.1.92 :"Quando i ricchi tremeranno, ... Io tornerò".

-1O 4 81 – Franca  C.  si trovava in pellegrinaggio

in Terra Santa, sul  Monte dell'Ascensione - 'Viri Galilei' -                                    

GESU’ in locuzione le disse: "Compera,                                                                       

compera la veduta di Gerusalemme,                                             

così la potrai sempre vedere,                                                 

perchè sarà distrutta!".

 

B—LE GUERRE DI RELIGIONE:

 

Nelle apparizioni di KIBEHO (Ruanda)- riconosciute ufficialmente dalla

Chiesa – alla veggente Alphonsine così dice la Madonna: “Sono venuta per preparare la strada a Mio Figlio per il vostro bene e voi non volete capire”. Sempre ad Alphonsine Gesù disse: “Il mondo è pieno di odio. Voi riconoscerete il momento del Mio ritorno QUANDO VEDRETE SCOPPIARE LE GUERRE DI RELIGIONE. QUANDO VEDRETE ACCADERE QUESTO, SAPPIATE CHE STO PER ARRIVARE. NULLA POTRA’ FERMARE QUESTE GUERRE”.

 

C—LA GRANDE TRIBOLAZIONE

CHE PRECEDE LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’: GIA’ SIAMO DENTRO QUESTA GRANDE TRIBOLAZIONE, CHE SARA’ AL CULMINE CON LA MANIFESTAZIONE DELL’ANTICRISTO POLITICO ED ECCLESIASTICO (Vedi sopra i n. 4, dove si parla della Grande Tribolazione; e i nn.21-21°).

 

D—INFINE DA CIRCA TRENTA ANNI

 I MESSAGGI DI CARISMATICI RITENUTI, DOPO SERIO DISCERNIMENTO, AUTENTICI,  ANNUNZIANO A TUTTO IL MONDO CHE GESU’ STA PER TORNARE PER REGNARE, COME E’ DETTO NEL PADRE NOSTRO. ANNUNZIANO CHIARAMENTE LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’ COME E’ DESCRITTA IN QUESTO LIBRO E QUELLO CHE  E’ IMPORTANTE CHE CONCORDANO TRA DI LORO SENZA CONOSCERSI E A DISTANZA DI TEMPO.

            Sta accadendo quello che è già successo alla prima Venuta di Gesù:  Non sonostati i Grandi e i Potenti ad accogliere e ha credere a Gesù, ma è  stato un piccolo gregge di umili servi del Signore, guidati dalla SERVA DEL SIGNORE, MARIA VERGINE, ad accogliere con fede ed amore Gesù, IL SALVATORE del mondo.  Tutti sappiamo anche dalla storia che il Magnificat, il canto di Maria, si è attuato in pieno:  HA DEPOSTO I POTENTI DAI TRONI E HA INNALZATO GLI UMILI.   E così avverrà ora.  O PICCOLO GREGGE  CHE CREDI ALLA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’, NON TI MERAVIGLIARE SE I POTENTI DEL MONDO NON TI ASCOLTERANNO SE PARLI LORO DEL RITORNO DI GESU’.     E  neanche ti meravigliare se nella Chiesa Cattolica, la vera Chiesa di Gesu’, solo un piccolo gregge di  Cardinali, Vescovi, Sacerdoti e fedeli laici, credono ed aspettano la Venuta Intermedia di Gesù : NOI SIAPPIAMO CHE IL PAPA ATTUALE GIOVANNI PAOLO II  crede a questa Venuta di Gesù: importante essere uniti al Papa ed ai Vescovi uniti con lui.    

Le Parole di Gesu’ a Marta prima della risurrezione di Lazzaro da parte di Gesù si possono applicare  anche a te, o piccolo GREGGE, che credi e ti prepari come una Sposa al Ritorno dello Sposo Celeste, Gesù :”Non ti ho detto  che, se credi, vedrai la GLORIA DI DIO?”( Gv 11, 40).

            La  storia ha dimostrato con i fatti che Dio era non dalla parte dei Grandi e dei Potenti del tempo di Gesù, ma dalla parte del piccolo gregge che ha accolto Gesù .  Così avverrà ora ed ancora una volta, potremo CANTARE con Maria il Suo Magnificat : “Deposuit potentes de sede et exaltavit  humiles”.

 

35. Che significa l’espressione “anno zero”?

 

 

a.        Dall’ODS, Messaggio di Gesù del 24.8.1999: “Sposa cara, questo è un tempo assai significativo:  si appressa l’anno zero dell’umanità, momento di svolta, momento di grande cambiamento”.

 

b.        Dall’ODS, messaggio di Maria Santissima del 16.7.2000:”…l’anno zero è ormai giunto e deve accadere ciò che gli uomini hanno voluto”.

 

36. Ci sarà un cambiamento unico e repentino?

 

E’ questa la soluzione che si ricava:

  1. Dall’ODS, messaggio di Gesù del 29.7.00:” …In questo grande momento storico i santi messaggeri sono dovunque ed annunciano le Mie meraviglie che già si stanno dispiegando. Da anni sto preparando gli uomini della terra ad un cambiamento unico e repentino come mai c’è stato nella storia umana. In parte, amata sposa, ho rivelato ciò che accadrà di splendido, in parte l’ ho taciuto perchè voglio fare ai Miei prediletti una grande sorpresa.”

 

  1. Dall’ODS, messaggio di Gesù del 29.7.2000: “Il mondo deve prepararsi al cambiamento: vuole o non vuole, il grande cambiamento ci sarà; vuole o non vuole, Io ritornerò con Potenza per regnare sulla terra come il più grande Re. Vuole o non vuole i fatti si succederanno in rapidissima sequenza e godrà chi si è preparato e capirà che ciò che accade non è opera di uomo ma Divina, è Opera Mia. Porta il Mio Messaggio d’Amore al mondo, guai a chi indugia e non si prepara, guai a chi vive come se nulla fosse, perchè in un solo attimo tutto accadrà!”.

 

  1. Dall’ODS, messaggio di Gesù del 1.8.2000: “Ancora poco manca – ripetilo al mondo, con decisione – poco manca ad un grande cambiamento, non operato da uomo ma da Volontà Divina; lo sappia bene il mondo perchè la Mia Luce non lo sorprenda improvvisa e nessuno abbia più scampo. Amata sposa, ognuno capisca che Misericordia si accompagna sempre in Me a Giustizia ma se la prima non viene accolta resta implacabile la seconda”.

 

 

37. Chi  ci  ha  mandato il Signore per prepararci alla Sua Venuta?

         

 La risposta sta nelle apparizioni di Gesù e di Maria avvenute in molte parti del  mondo:

            Dall’ODS, messaggio di Gesù del 29.7 .2000:

            Ho detto a Me Stesso: grandi cose sto preparandoMi ad offrire alle Mie creature predilette ma molte di queste non sono affatto pronte ad accoglierle, mando quindi nel mondo la Creatura più bella, Quella più Santa, più Amabile, affinchè agisca sui cuori umani. Ho mandato la Mia  Madre Santissima: Ella parla ai Suoi figli, prega con loro, li aiuta a percorrere il tratto così decisivo del proprio cammino. Sposa amata, quale figlio non ascolta le Parole di una Madre così  amorosa? Solo un figlio stolto e ribelle che non pensa al suo bene ma prepara la sua rovina. La Dolcissima Madre opera con la Mia Potenza, Ella vuole stringere al Suo Cuore Meraviglioso ogni figlio e vuole che  nessuno si perda. Ogni giorno appare visibilmente, ogni giorni si fa sentire in modo percettibile; già la terra tutta dovrebbe bruciare d’amore e di desiderio del Mio Ritorno, ma vedo ancora tanti cuori gelidi ed impreparati e l’ora del Mio Ritorno è vicina e non può essere spostata più.  Tornerò, tornerò presto, sposa Mia, come più volte ti ho detto, tornerò presto e la Mia Luce abbaglierà il mondo, ma non accoglierò tutti ma soltanto i preparati, quelli dal cuore ardente per Me.”.

 

 

 

 

38. Il Ritorno di Gesù è un  incontro con Gesù - Amore?

           

Il contesto della Venuta Intermedia è quello nuziale, giacchè viene Cristo – Sposo accolto dalla Chiesa – Sposa :

            Dall’ODS, messaggio di Gesù del 21.4.2000:

            “…Ogni uomo della terra tra non molto vedrà il Mio Volto e tutto cambierà. Beato colui che non ne sarà sconvolto perchè si è preparato con cura al meraviglioso Incontro d’Amore”.

 

39. Ci sarà un esame per ciascuno?

 

La grandezza dell’avvenimento di Cristo Sposo impone a tutti gli uomini un esame di coscienza particolare, che è stato denominato “giudizio interiore”.

Dall’ODS, messaggio di Maria Santissima del 3.5.2000:

“Obbedite alle Mie Parole, Quelle che vi ho detto in questi anni, riguardate i Messaggi e ripetetevi ogni cosa bene perchè questo è il momento di metterli in pratica tutti. Gesù vi ha parlato di esame: tale sarà per ciascuno di voi, figli cari , che vi siete preparati in questi anni, un esame che prepara alla grande gioia della promozione, del cambiamento di vita”.

 

40. E’ la fine del mondo?

           

Un messaggio carismatico sostiene quanto detto sulla impostazione degli ultimi avvenimenti:

            Dall’ODS, messaggio di Gesù del 20.6.2000:

            “Non sarà la fine del mondo ma sarà la fine di un mondo vecchio, non sarà la conclusione della storia ma di una fase lunga e dolorosa della storia che ha visto l’uomo ribellarsi a Dio come mai in precedenza”.

 

41. Come verrà Gesù?

           

La Venuta Intermedia di Cristo sarà improvvisa, potente e risolutrice:

Dall’ODS, messaggio di Gesù del 27.6.200:

            “Il mondo non Mi attende, il mondo grida: “Pace  e sicurezza” senza di Me, ma Io verrò all’improvviso come  FULMINE in un Cielo sereno che colpisce e  scompare, verrò come Luce sfolgorante che abbraccia tutti i Suoi figli  amati”.

            Anche il Vangelo ci informa su come verrà Cristo Risorto:

                                              

  “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti… Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo,  perchè la  vostra liberazione è vicina” (Luca 21,25 – 28).

            Vedi anche  At 1,11.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MARA’N  ATHA’  -   Parte IV

 

 

42. Quali  sono i motivi per i quali  la maggior parte dei Sacerdoti e del Clero in generale sono  contrari alla Venuta Intermedia di Gesù?

 

            I teologi che hanno approfondito la questione della Venuta Intermedia di Gesù, come Mons. Aldo Gregori, P. Martino Maria Penasa,  Teofilo il Siculo (quello, per capirci, delle Edizioni Segno) ed altri, hanno dimostrato ampiamente nei loro scritti,  che la Venuta Intermedia di Gesù: 

a)      ha fondamenti biblici;

b)      i Padri della Chiesa dei primi tre secoli, prima di S. Agostino ne hanno parlato ampiamente;

c)      che l’interpretazione data da S. Agostino e seguita finora dai teologi è errata. S. Agostino, e ciò non  toglie nulla alla sua santità, ha interpretato Ap. 20, 4 :” e regnarono con Cristo mille anni” facendo partire  millennio felice di Ap 20.4 dalla Risurrezione di Cristo, invece il millennio felice parte dalla Venuta Intermedia di Gesù, quella che è imminente;

d)      Il Magistero del Papa Giovanni Paolo II  più volte ha parlato di questa Venuta Intermedia di Gesù, sebbene in altri termini . ( In Appendice a questo studio  abbiamo riportato alcuni testi del Papa: vedi a pag. 41).

e)      la Venuta Intermedia di Gesù non è contro il decreto del S. Ufficio del 19 luglio del 1944;

f)        la Venuta Intermedia non contro il Catechismo della Chiesa Cattolica;

g)      Non è contro il Concilio Vat. II;

h)      in una parola, la Venuta Intermedia di Gesù è secondo la S. Scrittura, secondo l’insegnamento del Papa attuale. E’ ancora di più  alcuni teologi negli ultimi anni hanno approfondito questo tema,, evidenziandone la cattolicità, pertanto è un dovere annunciarlo, affinchè tutti lo sappiano e si preparino al Ritorno di Gesù.

 

43. Perchè L’interpretazione data da S. Agostino della Millennio felice di Ap. 20,4 a partire dalla Risurrezione di Cristo è errata?

 

            Gli studi di Mons Gregori, di P. Penasa,  di Teofilo il Siculo,  hanno dimostrato che  l’interpretazione di S. Agostino di far partire il Millennio felice di Ap 20,4 dalla Risurrezione di Cristo è errata, perchè è una interpretazione simbolica ed attualistica, mentre la vera interpretazione di Ap 20,4 “e regnarono con Cristo mille anni” è nel senso letterale, raccomandato innanzitutto dalla Chiesa. Anche se il termine “mille” nella Bibbia indica un tempo lunghissimo.  L’interpretazione di S. Agostino ha influito su tutti i teologi seguenti e  anche su quelli attuali, per cui da S. Agostino in poi non si più studiato la Venuta Intermedia di Gesù. C’è da ricordare che in un primo tempo S. Agostino ha creduto nella Venuta Intermedia di Gesù. Anche se l’intenzione di S. Agostino era buona, e cioè di combattere le interpretazioni errate del Millennio felice  date al suo tempo, in realtà ha rifiutato il Millennio felice della S. Scrittura, che ha valore profetico, realtà futura da attendersi nella fede. L’interpretazione di S. Agostino ha avuto come conseguenza  un impoverimento teologico su questo aspetto della escatologia, cioè del trattato delle realtà future ed un'altra conseguenza più grave: quei teologi che verso l’anno mille parlavano di fine del mondo, si basavano su questa interpretazione errata del Millennio felice data da S. Agostino, facendo partire il millennio felice dalla Risurrezione di Gesù si arriva, grosso modo, all’anno mille. Un secondo motivo per cui S. Agostino ha rifiutato il Millennio felice è quello  politico, dovuto alla svolta costantiniana. Quindi due sono gli errori di S. Agostino in questo argomento:

1) Confondere la Risurrezione di Gesù con la Venuta Intermedia di Gesù;

2) Identificare e semplificare il Regno di Dio con la Chiesa, in realtà il Regno di Dio  su questa terra avrà la sua piena realizzazione con la Venuta Intermedia di Gesù. Infine  c’è da dire che  il Millennio felice, come dice Teofilo il Siculo, è  in linea con il Messianismo Regale Biblico, che attendeva il Messia : in Gesù Cristo finora si sono realizzate le profezie del servo sofferente di Isaia, poi si realizzeranno anche le profezie sul Figlio dell’Uomo di Daniele. Infine, dice Teofilo il Siculo che solo dopo la manifestazione dell’anticristo (cfr S. Paolo 2 Ts 2,3ss) può venire la Venuta Intermedia di Gesù e il Millennio felice, perchè Gesù viene per sconfiggere l’anticristo ed instaurare il Regno di Dio qui sulla terra, liberandolo da ogni presenza demoniaca, di eresie e di ignoranza religiosa.

            Veramente si può applicare qui quella locuzione di Gesù a F. Cornado: “…le anime carismatiche servono a correggere gli errori dei teologi” (cfr La Francateologia. Antologia di locuzioni ad una donna del nostro tempo, Magalini, Brescia,1975, p.105 :da ricordare che questo libro ha l’imprimatur della Chiesa)

 

44. Che cosa è necessario  dire ai Sacerdoti e ai teologi,  che si oppongono alla Venuta intermedia di Gesù?   

 

Ci vuole da parte del Clero:

a)                          Riconoscere che  nelle facoltà teologiche attuali, nei seminari o negli studi teologici, non è mai stato trattato questo argomento  seriamente e tanto meno approfondito;

b)                          Riconoscere che ci sono stati dei teologi che negli ultimi vent’anni hanno approfondito tutto ciò che riguarda la Venuta Intermedia di Gesù,  per cui si può affermare con sicurezza che questa Venuta ha fondamenti  sicuri nella Bibbia;

c)                          Constatare che  sono stati proprio i “Messaggi” dei carismatici ad aiutare i teologi a capire in profondità i testi biblici che si riferiscono alla Venuta Intermedia di Gesù.  In conclusione bisogna accogliere  i risultati degli studi di quei teologi che hanno approfondito la Venuta Intermedia di Gesù e porli all’attenzione delle facoltà teologiche, per farne contemporaneamente argomento di predicazione al popolo di Dio.

 

45. Quali sono  le tre fasi del Progetto di Dio?

           

Risponde Gesù stesso in  un messaggio ODS del  12 agosto 2000, confermando la nostra impostazione cronologica degli eventi profetici: “Il Progetto Mio d’Amore per l’Umanità si svolge attraverso tre fasi : la prima è la Mia Venuta sulla terra per la redenzione delle anime, la seconda Venuta è per la restaurazione delle cose, la terza Venuta è per la conclusione di tutta la storia umana che avverrà con il  Giudizio universale …”.

 

46. Come sarà  l’alba del terzo millennio ?

           

Per “Alba del Terzo Millennio” non si intende il primo gennaio 2001, ma un  periodo di tempo all’inizio del nuovo Millennio. In un  Messaggio ODS (1.8.200) si dice : “Ecco, amati, si avvicina l’alba del terzo millennio, alba nuova, magnifica, luminosa come mai ce n’è stata in precedenza. Figli amati, i dubbiosi si chiedono perchè proprio in questo tempo deve accadere ciò che mai è avvenuto in passato. Figli cari e tanto amati, il Padre Santissimo ha deciso che tutto dovesse avvenire proprio ora, non è decisione quindi di un uomo ma di Dio”.

 

 

47. Come prepararsi alla Venuta Intermedia di Gesù che è imminente?

 

Più volte abbiamo  trattato questo argomento e per la sua estrema importanza citiamo questo messaggio di Gesù  (.ODS del 4.9.200): “Pensa , amata, alle vergini sagge ed a quelle stolte; come quest’ultime restarono fuori perchè insipienti e trovarono chiuse le porte, così le anime stolte di questo tempo resteranno fuori e busseranno dicendo. “Fateci entrare, fateci entrare” ma Io Io Gesù dirò : non vi conosco! Dico alle anime di tutto il mondo: indossate la veste candida che il Mio Amore vi porge (= confessatevi con cuore sincero e convertitevi cambiando vita) : nessuno può entrare nel Mio Regno di Pace e di Amore se non l’indossa; occorre affrettarsi perchè le porte si stanno chiudendo”.

 

48. La Rivelazione è chiusa?

 

Bisogna distinguere la chiusura della Rivelazione pubblica  con l’Apostolo Giovanni e il soffio dello Spirito Santo che prende dalla Rivelazione pubblica per annunciare e sviluppare le realtà ivi nascoste.  A tale riguardo dice Gesù in un messaggio ODS del 12.7.2000 : “Nessuno parla apertamente del Mio Ritorno: voi, amati, fedeli tutti Miei, gridatelo sulle piazze, non abbiate paura di parlare. Ognuno sappia che il meraviglioso evento è vicino, è imminente e si prepari.

            Ho avvertito in tempo ogni invitato, ho mandato i Miei messaggeri ovunque ma non sono stati creduti; ho sentito ripetere: “ La Rivelazione è conclusa con Gesù e nulla di nuovo si può aggiungere”. Ciò detto, si è chiuso il Libro come se l’ultima parola fosse già stata scritta. Non è proprio così: Io, Io Gesù voglio parlare ancora agli uomini per annunciare i nuovi eventi prima che essi si compiano. Ho parlato per bocca del Mio figlio diletto Paolo. Ho detto: non spegnete lo Spirito, ascoltate sempre la Sua Voce. Così dicendo ho voluto far capire che Io, Io Gesù non ho parlato una volta per tutte, ma che sono sempre in dialogo intimo con le Mie creature predilette, con quelle anzitutto che hanno orecchi ben aperti per Me poi anche con le altre”

 

 

 

 

 

MARA’N   ATHA’   -     Parte V

 

49. Dio  ci parla anche oggi?

 

Dice il Catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 64 : “…anche se la Rivelazione (pubblica) è compiuta, non è però completamente esplicitata”. Il compito delle rivelazioni private è innanzitutto  questo: esplicitare i testi biblici, secondo la promessa di Gesù in Gv 16,13: “(Lo Spirito Santo)… vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perchè prenderà del mio e ve lo annunzierà”. Lo Spirito Santo compie questa azione rivelatrice in molti modi anche con i messaggi carismatici. Su questa linea di pensiero si esprime  il  grande mariologo P. G. Roschini, nel volume “La Madonna negli scritti di Maria Valtorta”, ed. Pisani, Isola del Liri, 1973  a p. 13  : “I nostri grandi mistici [cioè persone con carismi straordinari. viventi e passati], coi loro scritti, non vanno sottovalutati. Dio, Padre nostro, ci ha  parlato e continua a parlarci non solo per mezzo dei Profeti, non solo per mezzo di Cristo suo Figlio (Sapienza infinita, Parola incarnata ), non solo per mezzo degli Apostoli ed Evangelisti (negli  scritti canonici), non solo per mezzo della Chiesa e del suo Capo visibile, il Romano Pontefice, non solo per mezzo dei suoi ‘Dottori’; ma ci ha parlato e continua a parlarci anche per mezzo dei mistici, ossia per mezzo di coloro che Egli ha arricchito di doni straordinari, dei cosidetti ‘carismi’ (grazie  gratis datae, concesse ai singoli, ma a vantaggio di tutti). Per mezzo di questi mistici, Dio ha parlato e ci parla non solo di Se stesso e dei suoi ineffabili misteri, ma ha parlato e ci parla anche della sua Santissima Madre, della sua impareggiabile  dignità, della sua singolare missione e dei suoi singolari privilegi”.

 

50. E’ vero che Dio non fa nulla senza rivelare il suo consiglio ai profeti?

 

Sì è vero lo  afferma il  libro di Amos 3, 7: “ In verità, il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo consiglio ai suoi servitori, i profeti”. Anche oggi esistono i veri profeti di Dio, cioè coloro che, chiamati , hanno ricevuto una missione di parlarci a Nome di Dio e di annunciarci le cose  future, secondo la Parola di Gesù, quando ha promesso lo Spirito Santo (Gv 16, 13-14 “ Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perchè non parlerà da sè, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perchè prenderà del mio e ve lo annunzierà”. I “profeti” non sono solo  quelli dell’Antico e Nuovo Testamento, ma anche quelli attuali. Ce lo dice il Papa Giovanni Paolo II interpretando  il testo di S. Paolo in Ef 2, 20 : “…edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù”. Nel discorso di Pentecoste 1998  il Papa rivolgendosi al Congresso Mondiale dei movimenti ecclesiali,  applica alla Chiesa attuale questo testo di S Paolo e dice: “ non c’è contrasto o contrapposizione tra la dimensione istituzionale e la dimensione carismatica, di cui i movimenti sono un’espressione significativa. Ambedue sono coessenziali alla costituzione divina della Chiesa fondata da Gesù”. Ora la dimensione o componente profetico-carismatica è rappresentata  oggi soprattutto da persone con carismi straordinari, alcune delle quali hanno fondato anche movimenti ecclesiali.  Quindi chi  non vuole accogliere ed esaminare i carismi straordinari di oggi, e cioè le apparizioni di Maria Santissima,  i “messaggi”  o le “locuzioni interiori”… va contro lo Spirito Santo, che dice di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono.

 

 

 

 

51. Qual è la posizione del Papa Giovanni Paolo II ?

 

Il Papa si avvicina ai contenuti di quello che alcuni teologi hanno fissato teologicamente come Venuta Intermedia di Gesù. Il Papa, sicuramente guidato dallo Spirito Santo, lo deduciamo da  alcuni passi del suo magistero ordinario, ha condotto una rilettura di alcuni passi della Bibbia non in chiave millenaristica, come qualcuno potrebbe pensare, ma secondo la concezione del messianismo regale, che suppone la Venuta di Cristo come Re e Signore incontrastato del mondo, in quanto tutte le potenze demoniache saranno scacciate dal mondo naturale.

          

 

52.  Queste  ultime rivelazioni private sono  state riconosciute  dalla Chiesa?

          

Ogni approvazione dell’Autorità ecclesiastica circa le rivelazioni private si basa su vari elementi, ma soprattutto tiene conto della fede dei credenti. Come Fatima ha mosso milioni di persone ad amare la Madonna, così i messaggi di altri carismatici hanno mosso milioni di persone a credere e a seguire queste direttive celesti. La Chiesa,  come sempre, è molto prudente. Dopo un contesto di fede: preghiera, conversioni, allora la Chiesa si pronuncia su qualche realtà che già esiste sotto l’aspetto spirituale. I  messaggi dei carismatici da noi riportati benchè alcuni non abbiano ancora l’approvazione ecclesiastica,  sono credibili in virtù della fede che riescono  a ravvivare in molte persone e comunità. E questo è il criterio evangelico di veridicità che Cristo ci ha lasciato quando ha detto : “L’albero si riconosce dai frutti”.

 

      Certo, ci rimettiamo tutti al giudizio finale del  Papa e della Chiesa unita con lui, ma i sacerdoti possono fare già subito un discernimento preliminare ed accogliere i “messaggi” dei carismatici  e dire il loro SI’ ed agire ed invitare i fedeli a credere a questi “Messaggi Celesti”,  sull’esempio di Maria Santissima, la quale per dire il suo SI’ all’ Arcangelo Gabriele, mandato da Dio (cfr Lc 1, 26), non ha aspettato che una commissione di dottori della legge di Gerusalemme si pronunciasse se l’Arcangelo veniva da Dio o no, ma ha detto subito il SUO SI’.  Se Maria Vergine, per dire il SUO SI’,  avesse aspettato il parere di una commissione di discernimento, l’Incarnazione del Figlio di Dio e quindi la Redenzione degli uomini non sarebbero ancora avvenute! (come ha notato un carismatico).

            Facciamo notare che alcune di queste rivelazioni private, da cui prendiamo spunto citandone anche i testi, hanno già ricevuto un riconoscimento ecclesiastico, come i messaggi contenuti nel libro “Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna”.

 

53. Cosa rispondere a coloro che  dubitano  sulle profezie riguarda alla Venuta intermedia di Gesù?

           

Maria  Santissima in un messaggio celeste parla dei dubbi e perplessità di alcuni fedeli.  Tali perplessità a ben vedere non sono fondate perchè mancano di una sufficiente fede, sia nelle Scritture sia nel Magistero ecclesiastico e profetico. Riportiamo questo messaggio per  sciogliere ogni dubbio: <Chi ha seguito i Miei Messaggi apra bene gli orecchi per udire la Voce Divina che ripete nell’immensità dell’Universo “ Vengo e non tardo; tutto è pronto per il Mio Ritorno sulla terra, spalancate i cuori, lasciate che li inondi della Mia Luce Divina! Torno sulla terra per  portare su di essa il Paradiso, vengo per dare Gioia e Felicità. Ascoltate, amati di tutta la terra, il Mio Messaggio d’ Amore, ascoltateLo oggi, oggi, e non rimandate a domani la preparazione”. Sento dire : “La profezia si ritiene veritiera quando essa si avvera,  prima si può credere  non credere”.  Ecco la Mia Risposta : “ho concesso a  ciascuno la piena libertà di credere o non credere ma vi dico che  colui che rimanda  la preparazione per un dubbio che non riesce a vincere, verrà colto dal Mio Ritorno impreparato. Non sentirà le Mie parole d’Amore, vedrà le Meraviglie compiersi, vedrà dispiegato il mio sublime Progetto ma non godrà perchè alla Mia Festa per lui la porta sarà chiusa. Beato l’uomo saggio che non perde un solo istante ma docile e felice completa in questi giorni la sua preparazione”. (Dall’ODS  del 23.9.2000).

 

54.  E’ Venuto il tempo dell’Avvertimento e della rivelazione di tutti i segreti?

 

Data la concordanza di tutti i messaggi  sembrerebbe che il grande Avvertimento sia molto vicino. In ogni caso ricordiamo l’esortazione di S. Pietro alla vigilanza  ad essere sempre pronti  (2 Pt 3,14). Dopo l’Avvertimento si verificheranno, con una rapida successione, numerosi avvenimenti, che culmineranno con la Venuta Intermedia di Gesù. Ma anche prima del Grande Avvertimento si  realizzeranno alcuni fatti profetizzati.

            Abbiamo su quanto detto delle conferme carismatiche, la più importanti delle quali è quella che citiamo di seguito  appartenente a  JNSR (Messaggio del 5.2.95 vedi vol “ Testimoni della Croce”,Ed. Segno Udine, vol.II, p.34), Gesù dice a JNSR : “ Io discendo nella Mia gloria celeste con un regno meraviglioso che si insedierà sulla Terra già rinnovata dalla Mia Santa Grazia. Dio fa tutto contemporaneamente”.

 

 

55. Perchè   molti non vogliono sentire parlare di “ castighi”?

 

I castighi sono causati dai peccati degli uomini e permessi da Dio per il nostro bene e si avverano solo quando la risposta umana all’appello divino è negativa.  Al contrario quando la risposta umana è positiva, riceviamo i doni che Dio ha preparato, come la “civiltà dell’amore, della quale il Papa più volte ha parlato

       L’annuncio poi in anticipo  di pericoli e   ‘castighi’, causati dai peccati degli uomini, è un atto d’amore da parte di Dio, perchè così ci dà la possibilità con la preghiera e la penitenza di evitarli o almeno attenuarli. Come un padre avverte dei pericoli il figlio per dargli la possibilità di salvarsi e di evitare quei pericoli, così il Signore nel Suo amore per noi, dandoci questi annunci, non ci vuole mettere paura, ma desidera da noi maggior fiducia nella Sua Misericordia e maggior impegno nella preghiera e nel riparare anche per i peccati degli altri,  con una santa vita cristiana

            Se si leggessero i messaggi dei carismatici cattolici si capirebbe il perchè di tanti disastri che accadono quasi ogni giorno nel mondo. I messaggi dei carismatici non solo  ci danno un senso sul sovvertimento degli elementi, ma ci illustrano anche i rimedi.

 

56. Quale  tipo di assenso bisogna dare bisogna dare all’ AUTORITA’ ECCLESIASTICA?

 

            All’autorità ecclesiastica bisogna sempre obbedire e lasciarsi guidare dalla Chiesa poiché spetta ad essa il discernimento sui carismi straordinari. In via ordinaria  spetta al Vescovo del luogo fare discernimento sui fenomeni carismatici. Il sacerdote può fare un discernimento preliminare, rimettendosi poi al Vescovo.

 Qualora una apparizione in un dato luogo non è stata riconosciuta o anche condannata dal Vescovo del luogo e i fedeli hanno ragioni motivate per ritenere quell’apparizione vera, possono  dissentire dal pensiero di quel Vescovo e possono andare a pregare in quel luogo, nessuno  può proibire di andare a pregare in un dato luogo. Ma se il Vescovo del luogo proibisce anche in quel luogo la celebrazione della S. Messa e l’amministrazione dei Sacramenti : questa norma disciplinare della Chiesa si deve osservare e quindi non si può celebrare in quel luogo la S. Messa, né amministrare i Sacramenti, ma  sempre  si può andare a pregare in quel luogo.

Molto spesso invece capita il caso in cui un’apparizione non sia stata ancora riconosciuta dall’autorità ecclesiastica oppure l’autorità ecclesiastica competente non si è  pronunciata definitivamente, come nel caso di Medjugorje, allora i fedeli sono liberi di andare in pellegrinaggio in questi luoghi di apparizioni .

           

57. Perchè si accusa di “Millenarismo” coloro che credono alla Venuta Intermedia di Gesù?

 

            Coloro che credono alla Venuta Intermedia di Gesù non cadono nell’errore del Millenarismo, perchè si fondano sui testi biblici, specie su Ap 20, 1-4, interpretati secondo la Chiesa cattolica, secondo l’indicazioni del Papa Giovanni Paolo II e con l’aiuto dei “messaggi “ dei carismatici cattolici, cioè già vagliati e seguendo la concezione del Messianismo Regale. Anche noi, fedeli al Magistero della Chiesa, rinunciamo ad ogni concezione millenaristica contraria alla SS. Scrittura. Non si è mai parlato in questo studio, forse come qualcuno incautamente ha pensato, di millenarismo, ma di “Messianismo Regale”, per cui oltre all’attesa di Cristo sofferente e Redentore, si attende la Venuta del Cristo Signore e Re dell’Universo e tutti gli uomini accoglieranno il Suo Potere Regale, dopo una necessaria purificazione e rinnovamento spirituale (vedi i Tre giorni di buio e la seconda Pentecoste).

 

            Chi accusa di Millenarismo i carismatici cattolici che parlano di Venuta Intermedia di Gesù, non ha approfondito la questione, per cui si condanna qualcosa  che non si conosce bene.

 

58. Come sappiamo il PROGETTO DI DIO PER QUESTO MOMENTO STORICO?

          

   In un “messaggio” di un carismatico  viene detto che Dio sta componendo un “mosaico” con tutti i carismi straordinari di oggi. Le varie manifestazioni di Dio oggi attraverso apparizioni mariane, locuzioni interiori, messaggi celesti, fanno parte di un progetto di Dio in cui ciascuno carisma straordinario, pur avendo in comune una base di richiamo alla conversione e ad un cammino di santità, hanno poi delle finalità proprie ben precise. Per esempio le apparizioni della Beata Maria Vergine a Medjugorje hanno lo scopo di rinnovare nella fede la parrocchia di Medjugorje e farle fare un cammino di santità e attraverso quella parrocchia, rinnovare tutte le parrocchie del mondo. Il Movimento Sacerdotale Mariano , fondato dalla Madonna per mezzo di d. S.G., ha come finalità vivere la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria e  la santificazione dei sacerdoti e dei Vescovi e prepararli ai prossimi avvenimenti, come il Trionfo del Cuore Immacolato e la Venuta Intermedia di Gesù.  I Messaggi chiamati della “Divina Sapienza”, oltre lo scopo della conversione e della santità , ci preparano direttamente  alla Venuta Intermedia di Gesù.  Le varie manifestazioni soprannaturali attraverso i carismi straordinari si completano  a vicenda, soprattutto per quanto riguarda  le profezie circa gli avvenimenti futuri,  religiosi,  sociali  e  politici.

 Quindi è necessario considerare i vari carismi straordinari di oggi nell’insieme e tener conto di tutti, certo dopo aver fatto un discernimento preliminare, perchè Dio non rivela tutto ad un carismatico/a, ma  dona a ciascun carismatico/a le Sue  rivelazioni secondo la missione che gli ha affidato. Non è giusto, anzi è contro il piano di Dio accogliere solo un carisma, per esempio, le apparizioni di Medjugorje e poi non tener conto di tutti gli altri   carismi straordinari odierni : apparizioni attuali di Maria Santissima in quasi tutte le nazioni. Sono numerose le persone carismatiche autentiche e già vagliate che ricevono  messaggi, locuzioni interiori. Chi prende solo un carisma straordinario e poi  rifiuta o disprezza gli altri, non   può capire il GRANDE PROGETTO DI DIO  e non trasmette agli altri in modo completo ed efficace  la Volontà di Dio  per gli uomini di questo momento storico.

Anche le Apparizioni di Maria Vergine a Medjugorje sono in preparazione alla Venuta Intermedia di Gesù, come ha affermato una delle veggenti di Medjugorje, Maria Pavlovic (Vedi  Mantero, “Il Grande Libro delle Profezie”, Udine, Ed. Segno, p.474, il quale cita da “Eco di Medjugorje”, n.15 del 12.2.1987).  E’ probabile quindi che nei dieci segreti affidati dalla Madonna ai veggenti di Medjugorje, si parli anche di questa Venuta Intermedia di Gesù..

 

59. Come si manifesta questo Piano di Dio per oggi?

 

Questo Piano di Dio si manifesta proprio nella concordanza di tutte le Voci dal Cielo, esaminate secondo il criterio indicato da S. Paolo (I Tess 5, 19-21) : “Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono”. E’ importante il considerare ogni carisma al suo posto nel GRANDE MOSAICO DI DIO, perchè  DIO con i  “MESSAGGI”  dei carismatici sopra nominati ad anche di altri, sempre dopo aver fatto un discernimento preliminare, ci fa vedere, con la luce della Sua Sapienza, la situazione reale della Chiesa e del mondo, ci  rivela il SUO MERAVIGLIOSO PROGETTO :  il RITORNO DI CRISTO RE (Venuta Intermedia di Gesù) e la avvento glorioso del Regno di Dio anche qui sulla terra. Si Tratta dell’attuazione delle  Parole del Padre Nostro (come dice un carismatico),  “venga il Tuo Regno , sia fatta la Tua volontà come in cielo, così in terra” e che cosa dobbiamo fare per  farvi  parte.

Occorre fare presto una sintesi dei messaggi dei carismatici per chiarire a tutti i cristiani e agli uomini di buona volontà quale è il piano di Dio per questi nostri tempi. Abbiamo provato a mettere insieme i tasselli del “mosaico” di Dio, ma siamo consapevoli del Suo mistero e della complessità del piano di Dio.

 

60. Chi sono coloro che  ostacolano l’azione di Gesù e di Maria attraverso i carismatici?

           

In un messaggio Maria Santissima dice, per mezzo di A.S. G. : “Miracoli d’amore si avrebbero se ci fosse una vera collaborazione tra Sacerdoti e Carismatici”. Purtroppo…molto spesso si trovano membri del clero (Vescovi e sacerdoti) che sono contrari ai messaggi dei carismatici, senza aver fatto prima alcun esame (come dice S. Paolo in  1 Tes 5, 19-21). In un messaggio dall’ODS del 9.12.1992, Gesù dice : “…Pensate a questo, solo a questo fatto di fondamentale importanza : IO STO PER TORNARE, TORNO SULLA TERRA PER LA SECONDA VOLTA; l’ ho annunciata in ogni modo questa Mia Venuta, con segni con Parole, con avvenimenti; ho mandato avanti i Miei piccoli, ho suscitato nuovi profeti, ho mandato la Mia Dilettissima Madre a prepararMi la strada: Ella parla, guida, annuncia, cerca di smuovere questi macigni inerti ma talora anche la Sua Azione incisiva rimane senza risultato perchè viene ostacolata proprio dai Miei ministri che dovrebbero essere i più preziosi collaboratori… (1).

Io torno, figli amati, Io torno ma il mondo non Mi aspetta; non ha badato ai  segni, s’è turato le orecchie per non sentire i Miei Avvertimenti; ha chiuso gli occhi davanti alla realtà meravigliosa che Io prospetto per aprirli bene bene davanti alle oscenità e sciocchezze che il maligno va architettando di momento in momento. La Mia Venuta purificherà ogni cosa, il Mio Passaggio cambierà il volto della realtà, tutto ciò che è sporcizia e impurità verrà tolto di mezzo: ma quanto di ciò che c’è attualmente resterà?”.

 

NOTA (1): Ovviamente questo messaggio non si riferisce a tutti i sacerdoti, ma solo a coloro che rifiutano  i  carismi straordinari, cioè le rivelazioni private, come apparizioni,  messaggi, locuzioni interiori.

 

 

61. Come  rispondere a coloro che ingenuamente associano la “Venuta intermedia di Gesù con la fine del mondo creduta dai cristiani protestanti?

 

            Spesso alcuni lettori in modo superficiale hanno accostato il concetto di “Venuta Intermedia di Cristo” all’ idea della fine del mondo annunciata da molti gruppi  cristiani protestanti, come ad esempio quella degli avventisti,  dei Santi degli ultimi giorni, e in modo più insistente dei Testimoni di Geova. Facilmente i due concetti possono essere assimilati da chi non è competente in materia, accusando ingiustamente i cattolici che credono alla Venuta Intermedia di eresia o tutto al più di esprimersi come i Testimoni di Geova.  In realtà i due concetti escatologici, pur avendo delle affinità, sono sostanzialmente differenti, perchè: 

1)      a livello temporale la Venuta Intermedia di Cristo non corrisponde alla fine del mondo, ma “alla fine dei tempi”,  cioè a questi nostri giorni: mentre sta tramontando un’epoca, il Signore sta preparando una nuova era, che sarà inaugurata dalla Venuta Intermedia di Gesù. 

2)      a livello confessionale la Venuta intermedia di Cristo riguarda tutti gli uomini di ogni religione. Tutti sono chiamati in un estremo atto di fede durante il”giudizio interiore”(Grande Avvertimento), a riconoscere Cristo come Dio e Signore dell’universo.

3)      a livello teologico la Venuta Intermedia di Gesù pur purificando il mondo attuale con la seconda Pentecoste non muta la realtà dei sacramenti, anzi i messaggi carismatici annunciano una maggiore glorificazione dell’Eucaristia e quindi della Chiesa gerarchica, custode e dispensatrice dei Sacramenti, mentre per i gruppi protestanti  con questa Venuta gloriosa,  Cristo  comanderebbe direttamente sui fedeli , senza più strutture ecclesiali e mezzi sacramentali.

            Pertanto i cattolici che credono alla Venuta Intermedia di Cristo si distinguono anche da tutti gli altri cattolici che, confusi della interpretazione di S. Agostino circa il “millennio felice”, non credono che  Cristo un giorno verrà sulla terra come Dio e come Re dell’Universo,  ed inoltre si distinguono da quei cristiani di altre confessioni che pur credendo alla Venuta di Cristo sulla terra, negano di fatto quella cattolicità così evidentemente proclamata dal  Vangelo e dalle profezie attuali. In realtà quando Cristo verrà nella Venuta intermedia il concetto di cattolicità si esprimerà in  tutto il suo significato, quello appunto dell’universalità delle fede in Cristo annunciato dagli Apostoli e dai loro  validi successori. In un messaggio dell’ODS si dice a tal proposito che  “tutti saranno cattolici” nell’era nuova che sarà inaugurata dalla Venuta Intermedia di Gesù.

 

62.  E’ veramente imminente la Venuta Intermedia  di Gesù? 

 

Molti messaggi di carismatici  concordano sostanzialmente nell’affermare che Gesù  ritornerà presto, anzi la Sua Venuta Intermedia è imminente.  Importante  attendere Gesù con la veste nuziale e la lampada accesa, come le  vergini “sapienti”.

 

MA ORA E’ VENUTO IL TEMPO DI “ANNUNCIARE” A TUTTI,  LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’, CON LE PAROLE DEL VANGELO:

ECCO  LO SPOSO CHE VIENE,

 VENITE TUTTI AD INCONTRARLO!” (Mt 25, 6)

 

       MARA’N     ATHA’        +++           VENI SIGNORE GESU’.

       *** ************************************************                                         

 

NOTA BENE : La rivista Messaggi Carismatici Cattolici. Ed. Segno Udine, ha   riportato  numerosi messaggi dei suddetti carismatici, con introduzioni e dicendo anche i motivi per cui sono credibili. Sono stati anche esposti, a cominciare dal primo numero anche i criteri di discernimento, secondo i quali sono stati esaminati messaggi dei carismatici .

 

 

 

APPENDICE I

 

A  -  SINTESI TEOLOGICA  SULLA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’

 

PREMESSA

 

Riportiamo ora qui  una sintesi dottrinale sulla VENUTA INTERMEDIA DI GESU’ per cercare di illuminare quei teologi , Sacerdoti e Vescovi, che sono ancora contrari a questa Venuta Intermedia. Quando hanno studiato teologia (nei Seminari o nelle Facoltà teologiche) questo argomento non è stato approfondito e si identificava questa Venuta Intermedia con l’ultima venuta per il  Giudizio Universale

Nell’ultimo ventennio alcuni teologi illuminati, anche con l’aiuto dei messaggi dei carismatici, hanno studiato i fondamenti biblici, patristici, teologici della Venuta Intermedia di Gesù, tenendo conto delle  indicazioni del Magistero di Giovanni Paolo II. Si può quindi affermare che la Venuta Intermedia di Gesù fa parte del “DEPOSITUM FIDEI”(per “deposito della fede” vedi n.84 del Cat.Chiesa Catt.) e quindi non è un eresia, né è millenarismo, come tanti del  Clero  affermano. Sempre il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 94 dice:”Grazie all’assistenza dello Spirito Santo, l’intelligenza tanto delle realtà quanto delle parole del deposito della fede può progredire nella vita della Chiesa”; il testo continua dicendo che l’approfondimento del deposito della fede si fa con la riflessione teologica,  con le esperienze spirituali dei credenti, cioè  anche  con le rivelazioni private : messaggi, locuzioni interiori, apparizioni; e infine con le indicazioni del Magistero della Chiesa.           

I primi cristiani dicevano ai pagani che li perseguitavano e condannavano a morte :- Voi condannate ciò che non conoscete, cioè: - Voi ci perseguitati e ci  condannati, senza  conoscere né Gesù Cristo, né il Vangelo, né come viviamo. Qualcosa di simile sta accadendo ora.  I carismatici che parlano della Venuta Intermedia di Gesù, sono avversati e talvolta messi a tacere proprio da coloro che dovrebbero annunciare ai fedeli questa Venuta di Gesù .

 

 

 

                                                                                         

I -  INTRODUZIONE

 

            In spirito di umiltà e di servizio intendiamo proporre la verità della Venuta Intermedia di Gesù, affinchè sia presa in considerazione da tutti.

            Anche se Gesù non ci ha rivelato nel Vangelo il giorno e l’ora di questa venuta intermedia, tuttavia nella S. Scrittura ci sono dei segni da cui si può capire che siamo vicini, per prepararci  meglio  e per risvegliare la nostra speranza.  Ma chi ci prepara a questa venuta intermedia di Gesù  è Maria Vergine con le Sue apparizioni attuali in ogni parte del terra e attraverso  i messaggi dei carismatici.  Maria Vergine agisce sempre in unione con lo Spirito Santo,  il quale ha anche  il compito, secondo  la promessa di Gesù, di guidarci alla “verità tutta intera” e di annunziare  “le cose future” (cfr  Gv 16,13). E’  dovere di tutti quindi  accogliere le profezie bibliche e di esaminare quelle che  ci sono donate  attraverso i carismatici di oggi e accogliere quelle  buone (cfr  1 Tess 5,19-21)  e quei segni che il Signore nella Sua bontà ci dà. Già il Papa Paolo VI  disse: “ Esortiamo pure voi, figli carissimi, a cercare quei segni dei tempi che sembrano precedere un nuovo Avvento di Cristo fra noi” (Angelus del 5.12.76).

            E’ necessario chiarire subito i termini  del discorso dicendo  che esiste una Triplice Venuta di Gesù: la prima  è la sua nascita da Maria Vergine a Betlemme, circa  2000 anni fa, per redimere l’umanità; la seconda, chiamata  ‘ Venuta Intermedia’   è il ritorno di Gesù con Potenza e Gloria su questo mondo per regnare ed è molto vicina;  la terza sarà  alla fine della storia dell’umanità, alla fine del mondo, per il Giudizio Universale e che è molto lontana. Di questa triplice venuta ne parlano chiaramente i testi della S. Scrittura, i Padri della Chiesa dei primi tre secoli, il Magistero del Papa attuale Giovanni Paolo II.

            Noi ora vogliamo parlare della “Venuta intermedia”  di Gesù, che è attestata  nella S. Scrittura, dai Padri della Chiesa dei primi tre secoli,  confermata da testi del Magistero del Papa Giovanni Paolo II e spiegata ed annunciata con insistenza  dai messaggi convergenti dei  carismatici, cioè  di persone  con carismi o doni straordinari (come apparizioni, locuzioni interiori,messaggi), messaggi che molto spesso sono  di stimolo per approfondire un tema biblico ed anche offrono delle ‘chiavi ermeneutiche’ (L.S.) che ci aiutano a comprendere in profondità il significato di numerosi testi biblici, soprattutto  riguardanti la venuta intermedia di Gesù.

            La Congregazione  per la Dottrina per la fede, interrogata da P.Martino Penasa su questa questione della venuta intermedia di Gesù, ha risposto che il problema è aperto alla libera discussione, “giacchè la S. Sede non si è ancora pronunciata in modo definitivo” (cfr ‘Il Segno del Soprannaturale’, n.30, p.10, col.terza). La maggioranza dei teologi e degli esegeti è contraria  alla venuta intermedia di Gesù  e parlano solo di due venute, cioè identificano la seconda venuta con la  ‘Parusia, cioè  con la venuta finale per il Giudizio universale alla fine del mondo.  Pochi teologi, che hanno accolto l’invito da parte dei messaggi dei carismatici ad approfondire i testi biblici, hanno scoperto che quello che dicono i carismatici è vero, che cioè esiste una venuta intermedia di Gesù.

            Cerchiamo ora di dare un quadro sintetico circa la venuta intermedia di Gesù indicando i fondamenti biblici, i testi del Magistero di Giovanni Paolo II, dire brevemente in che cosa consiste e fare delle considerazioni conclusive.

 

 

 

II -  TESTI   DELLA  S. SCRITTURA

 

            Elenchiamo  alcuni testi che si riferiscono alla venuta intermedia di Gesù:

1-  Lc 18,8 :” Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà  la fede sulla terra?”.

2-  Mt  26,64: “...d’ora  innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo”.

3-  At 1,11 :” Uomini di Galilea, perché   state a guardare il cielo?. Questo Gesù, che  è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno  allo stesso modo in cui l’avete visto andare  in cielo”.

4-  Ap 20,4- 6: “ Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù....Essi ripresero vita e regnarono con  Cristo  mille anni; gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e  del Cristo e regneranno con lui  mille anni”.

5-  Mt 24, 30:” Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria”.

6-  Mt 24, 40-41 :” Allora due uomini saranno nel campo : l’uno sarà preso e l’altro lasciato. Due donne  macineranno alla mola : una sarà presa e l’altra lasciata”.

7-  Lc  22, 14-18:” Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: -non  la mangerò più, finchè essa non si compia nel regno di Dio. E preso un calice,  rese grazie e disse: ‘Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico : -da questo momento non berrò più del frutto della vite, finchè non venga il regno di Dio”.(Testo indicato dai messaggi della Divina Sapienza):

8-  Lc 21, 27-28 :” Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.  Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.

 

 

 

III -    TESTI  DEL PAPA  GIOVANNI   PAOLO   II

 

 

1-  In CANADA, a Edmonton davanti a migliaia di persone : “Il Dio della pace sia con voi, qui in Canada e ovunque. Possano  giustizia e pace  baciarsi ancora una volta alla fine del secondo millennio che ci prepara alla venuta di Cristo nella Gloria. Amen”. (  27.9.84, cfr  Oss.Rom. 27.9.84).

2-   A DENVER, per la giornata mondiale della gioventù (15.8.93) alla fine della veglia diceva così :” I giovani della ottava giornata della gioventù  ti ringraziano dal profondo del cuore. Maranathà!  Qui dallo  Cherry Creek Sate Park di Denver, in questa riunione di giovani di tutte le parti del mondo, noi gridiamo: Maranathà! Vieni Signore Gesù!”. Il giorno dopo all’omelia della Messa  terminava così : “ Questo pellegrinaggio deve continuare, deve continuare nelle vostre vite, deve continuare nella vita della Chiesa mentre guarda al terzo millennio cristiano, deve continuare come ‘un nuovo Avvento’, un momento di  speranza e di attesa, fino al ritorno del Signore nella Gloria”.

3-  A MANILA, per la giornata mondiale della gioventù (15.1.95) il Papa diceva:” Dio che ha iniziato questa opera di evangelizzazione in voi popolo filippino.....la porti a compimento nel Giorno Glorioso  di nostro  Signore Gesù Cristo”.

4-  IL PAPA parlando alla stampa sul significato del Giubileo del 2000, il 28.2.97 ha detto: “La sfida è costituita dal vedere il mondo propriamente informato sul vero significato dell’anno 2000, anniversario della nascita di Gesù Cristo. Il Giubileo non può essere solo il ricordo di un evento passato per quanto straordinario, deve essere la celebrazione di una presenza viva e un invito a guardare al secondo  avvento del nostro Salvatore, momento in cui instaurerà una volta per sempre il Suo Regno di giustizia, di amore e di pace”.

5-  A TORINO  nel discorso per la festa  dell’Ascensione 1997 il Papa diceva:”...adesso l’impegno passa a noi pellegrini ancora in cammino sulla terra. Dopo l’Ascensione di Gesù due Angeli domandano agli Apostoli : ‘Perché state a guardare il Cielo? Questo Gesù che è salito al Cielo un giorno ritornerà’. La domanda è rivolta anche a noi. Siamo ora  nel tempo dell’attesa operosa e vigilante del ritorno glorioso di Cristo, il nostro spirito animato di viva speranza gioisce ed invoca :’ Vieni, Signore Gesù!’ E la risposta, consegnata nel libro dell’Apocalisse, colma di gioia il nostro cuore come colma di gioia il cuore di ogni credente : ‘ Sì,   verrò  presto!’ “.

 

 

IV -  IN CHE COSA CONSISTE  QUESTA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’

 

            In che cosa consisterà questa venuta intermedia di Gesù sulla terra, che possiamo chiamare anche ritorno di Gesù, perché è già venuto una prima volta sulla terra con l’Incarnazione? A  questa domanda lasciamo che risponda un  sacerdote carismatico, il quale in una conferenza (24.6.96) parlò di questo Venuta di Gesù (alcuni testi biblici  e i  testi del Papa sopra citati sono stati riportati da  quella conferenza) e alla domanda : Cosa vuol dire ritorno di Gesù?  così rispose :” Cristo è in Paradiso, ritorna  perché è già venuto nella natura umana, ritorna in modo relativo perché con la Sua Divinità è già presente nell’Eucarestia, ritorna in quanto si manifesterà in maniera gloriosa a questo mondo e porterà  il Suo Regno qui su questo mondo. E  allora questa Sua venuta rappresenterà l’unione di questi tre o parecchi elementi :

1-  Finalmente sarà compiuta la preghiera che Gesù ci fa fare nel Padre Nostro, avrà il suo perfetto compimento. Da tutte le creature sarà compiuta in maniera perfetta la Sua Volontà, per cui verrà su questa terra  il Regno del Divino Volere.

2-  Coinciderà con la Seconda Pentecoste.

3-  Sarà il più grande miracolo della Divina Misericordia o il trionfo dell’Amore Misericordioso di Gesù che aprirà il mondo ad una nuova Era, ad una nuova civiltà, a conoscere finalmente la  civiltà dell’amore.

4-  Ma soprattutto il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria e l’Avvento di  Gesù nella  Gloria coinciderà con l’avvento del Regno Eucaristico di Gesù.

 

 

V -  CONSIDERAZIONI    CONCLUSIVE

 

            Esponiamo ora, sempre in modo sintetico, considerazioni, riflessioni e conseguenze circa la venuta intermedia di Gesù.

1-  Affermare che esiste una venuta intermedia di Gesù  non ci si pone contro il  Catechismo della Chiesa Cattolica ( nn.673-677;  2818 ed altri) ;  non è contro il Decreto del S.Ufficio del 21.7.1944 (Denzinger n. 3839) sul millenarismo ; non è contro il Concilio Vat. II , Dei Verbum (n.4).

2-  Quando i carismatici parlano della  ‘fine dei tempi’, non si tratta della fine del mondo, ma della fine di questa epoca, fondata sull’uomo e del passaggio ad un epoca fondata su Dio, che sarà inaugurata con la Venuta Intermedia di Gesù. Il passaggio sarà più o meno doloroso secondo la corrispondenza  degli uomini e quindi quelli che si chiamano ‘castighi’, che sono sempre causati dai peccati degli uomini, sono condizionati dalla conversione e al ritorno a Dio.

3-   La venuta  intermedia di Gesù  sarà preceduto dalla  apostasia, che è già in atto, dalla manifestazione dell’Anticristo in persona, dalla persecuzione alla Chiesa, da guerre e calamità naturali:  inondazioni, terremoti, carestie...

4-  Le apparizioni della Beata Vergine Maria  in tutto il mondo stanno preparando questo ritorno di Gesù. Anche le apparizioni di Maria Vergine a Medjugorje  sono in preparazione della venuta intermedia di Gesù, infatti  Maria Vergine le definisce  ‘ultime apparizioni’, cioè  ultime prima di questa venuta di Gesù .

5-  Il grande annuncio da dare  oggi al popolo di Dio e al mondo, dopo quello della Morte-Risurrezione di Gesù è proprio quello del Suo imminente ritorno : questo annuncio porterebbe grande gioia e grande speranza.

6-  Quali sono le conseguenze pastorali e spirituali di questa venuta intermedia di Gesù? Tutta la pastorale della Chiesa, delle singole diocesi,  la spiritualità delle singole anime dovrebbe essere una preparazione e un’attesa  di questa venuta di Gesù, come ha indicato il Papa Giovanni Paolo II nei testi sopra citati (e sono solo alcuni).

7-  Gesù con la sua morte e Risurrezione ha vinto il demonio e la morte (cfr Gv 16,11), ma nella prima lettera di S. Giovanni ( 3,8) è scritto : “ Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo” : ciò si avvererà con questa venuta intermedia nella quale Gesù alla Sua venuta relegherà il demonio nell’inferno(cfr Ap 20, 1-3) e  distruggerà tutte le opere del diavolo e del male e purificherà la terra. Per questo  Maria Vergine  nel messaggio  del 24.dicembre 1997 , ai  Sacerdoti del MSM, dice :” Questa sua prima venuta raggiunge il suo pieno significato solo nella sua seconda venuta... Il mio Divino Bambino, che ora contemplate nel presepio e piange e trema per il freddo, un giorno ritornerà nella potenza della sua gloria divina e porterà alla sua pienezza il tempo e la storia. Il tempo e la storia avranno il loro compimento;  con la sua divina e gloriosa presenza farà nuove tutte le cose.  Voi vivete il mistero di questo secondo avvento, che vi prepara ad accogliere Gesù, quando tornerà a voi sulle nubi del cielo. Solo allora si compirà il secondo avvento che voi state vivendo . Allora il tempo giungerà alla  sua pienezza. Allora il Cuore Immacolato della vostra Mamma Celeste avrà il suo trionfo, nel definitivo e glorioso trionfo di suo Figlio Gesù”.

8-  Certo le conseguenze del peccato originale si faranno ancora sentire, come dice il Concilio di Trento (cfr Denzinger nn.787-792) e resterà anche la debolezza della natura umana, ma essendo  stato relegato il diavolo nell’inferno e distrutte le opere del male, tutto favorirà il bene e la santità.

9-  Infine noi tutti vogliamo ascoltare la voce della Regina del Cielo, Maria Vergine, che  nel mezzo della notte,  cioè mentre  la maggioranza  dei cristiani non credono   a questa venuta intermedia di Gesù , fa sentire il Suo forte ANNUNCIO, simile a quello  della parabola delle dieci vergini, in Mt 25, 6 :”  Nel mezzo della notte, echeggiò un forte grido:

    “ECCO LO SPOSO CHE VIENE!  - VENITE TUTTI AD INCONTRARLO!...”.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA CIRCA LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’       

 

MANTERO, PIERO, Il ritorno di Gesù è imminente?Udine,Ed.Segno,1988.

MANTERO, PIERO, Il grande libro delle profezie. Il futuro dell’umanità e del mondo              secondo la rivelazione privata, Udine,Ed.Segno,1991.

GREGORI,MONS.ALDO, La venuta intermedia di Gesù, Terni, Ed.Alone,1993.

PENASA,P.MARTINO, Viene Gesù! La venuta intermedia del Signore,2 ed. Udine, Ed.Segno,1999

TEOFILO IL SICULO,Il tempo dell’anticristo e la Parusia intermedia, Udine, Ed.Segno,1998.

 Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna,(Messaggi della Madonna per mezzo di S. G.) Pescara, 2000 (Ed 24.a) Ediz. extracommerciale a cura del MOVIMENTO SACERDOTALE  MARIANO, Via Terruggia,14 - 20162 MILANO.[stampato con l’Imprimatur].

 

 

 

 

 

 

                     

 

B   -    CRITERI DI  DISCERNIMENTO CIRCA I CARISMI STRAORDINARI

 

            Il Concilio Vat.II (LG 12) parla di carismi (doni) ordinari  e di carismi straordinari. Fanno parte dei carismi straordinari anche le apparizioni della Beata Vergine Maria, locuzioni interiori, messaggi : di questo vogliamo parlare in questo studio. Molti autori hanno trattato il problema del discernimento dei carismi straordinari, ricordiamo ora solo  R.Laurentin, M.Zerboni, A. Tanquerey, A. Royo Marin (1).

Procediamo per ordine cercando di dare un quadro generale del problema

 

 

 

I – ESISTENZA DEI CARISMI STRAORDIMNARI

 

            Il  Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato  da Giovanni Paolo II  nel 1992, che è la sintesi ufficiale della dottrina della Chiesa, al numero 799 così definisce i carismi straordinari: “Straordinari o semplici e umili, i carismi sono grazie dello Spirito Santo che, direttamente o indirettamente, hanno un’utilità ecclesiale ordinati come sono all’edificazione della Chiesa , al bene degli uomini e alle necessità del mondo.”

            Nella  S.Scrittura si parla di carismi straordinari, soprattutto nelle lettere  di S.Paolo (cfr 1 Cor 14,4-5.12.18-19.26-33).

            Nella storia  della Chiesa sempre ci sono state delle persone con carismi straordinari, per  esempio quasi tutti i fondatori  di ordini religiosi o di opere ecclesiali avevano  carismi straordinari : S. Benedetto, S.Francesco, S.G.iovanni Bosco, B. P.Pio.....

            Oggi assistiamo ad una fioritura di carismi straordinari. La  profezia di Gioele, citata da S.Pietro  nel discorso di Pentecoste si può applicare anche ai nostri giorni : “...i vostri giovani avranno visioni...”(At  2,17).

 

II – CRITERI  DI DISCERNIMENTO

 

            S.Giovanni nella sua prima lettera ci invita a fare un discernimento prima di credere alle rivelazioni private (apparizioni, locuzioni interiori, messaggi) :” Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni,  per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo”( 1 Gv 4,1).

            Gesù ci dà la regola fondamentale per riconoscere i veri carismatici :” Ogni  albero si giudica dal suo frutto”(Lc  6,44).

            S.Paolo ci invita a fare discernimento circa le rivelazioni private e i carismi straordinari, evitando i due estremi :  credere a tutti senza un esame approfondito e l’altro estremo : rifiutare tutto senza prendere in considerazione niente, cioè ci indica la via dell’equilibrio :”Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono”(1 Tess 5,19-21).

            Il Concilio Vat II al n. 12  della LG dice: ”E  questi carismi, straordinari o anche più semplici e più comuni, siccome sono soprattutto adattati e utili alle necessità della Chiesa, si devono accogliere con gratitudine e consolazione”.

            Il  Papa Giovanni Paolo II  ha dedicato l’udienza del mercoledì 24.6.92 a questo tema. I criteri di discernimento che il Papa ci insegna  li  possiamo così riassumere: 1) La concordanza con la fede della Chiesa in Gesù Cristo; 2)La presenza dei frutti dello Spirito Santo: amore, gioia, pace; 3)La conformità   con l’autorità della Chiesa  e accettazione delle sue direttive(cfr Osservatore  romano del  25.6.92).

            Il  Catechismo della Chiesa Cattolica tratta dei carismi e del loro discernimento nei nn.799-800-801.

 

 

III – IMPORTANZA DEI CARISMI STRAORDINARI

 

            S.Paolo  in Ef  2,20 ci dice: “...edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù”, cioè ci vuole insegnare che la componente ‘profetico-carismatica’ è  presente assieme alla componente ‘apostolica’ nel fondamento stesso della Chiesa, fondata da Gesù Cristo.

            Il Papa Giovanni Paolo II nel messaggio rivolto al Congresso mondiale  dei movimenti ecclesiali riunito a Roma per la Pentecoste del 1998, sottolinea come “ non  c’è contrasto o contrapposizione tra la dimensione istituzionale e la dimensione  carismatica , di cui i movimenti sono un’espressione significativa. Ambedue sono  coessenziali alla costituzione divina della Chiesa fondata da Gesù, perché  concorrono insieme a rendere presente il mistero di Cristo  e la sua opera salvifica nel mondo”(  Avvenire del 28.5.98,p.17). Così dicendo il Papa  interpreta il testo di Ef 2,20 e lo applica anche alla Chiesa di oggi: cioè vuol dire che la componente profetico-carismatica, coessenziale alla struttura della Chiesa, è rappresentata oggi  soprattutto da persone con carismi straordinari, alcune delle quali hanno fondato anche dei movimenti ecclesiali.

Per capire l’importanza delle apparizioni, basta pensare a   quanto siano state importanti le apparizioni di Gesù Risorto agli Apostoli.

            Dalle apparizioni di Gesù Risorto S.Paolo ha ricevuto tutta la forza per la sua missione e la luce per le sue lettere.

            Nella storia della Chiesa  le apparizioni della Beata Vergine  Maria hanno avuto un valore enorme: basti pensare a Fatima, Lourdes, Guadalupe, Medjugorje ecc... e negli ultimi decenni quasi in ogni nazione c’è stata un ‘apparizione della Beata Vergine Maria.

            Non studiare i carismi straordinari è un errore grave  e se crediamo a quello che dice ogni giorno la TV, perché  non credere a quello che dicono i carismatici, che il Signore chiama “suoi confidenti “, che hanno dedicato la loro vita a Dio, con grande fede e amore e vivono spesso nella povertà  e talvolta sono anche perseguitati?

 

IV – NORME DI DISCERNIMENTO CIRCA LE APPARIZIONI MARIANE

 

            Il  P. Carlos  Ignacio Gonzalez(2) nel trattato di  Mariologia dice che la Chiesa  nel dare il giudizio sulle apparizioni mariane esamina i seguenti aspetti: 1)La credibilità del veggente; 2) che il veggente non sia vittima di illusione involontaria; 3)i segni che il messaggio viene da Dio; 4) se il contenuto del messaggio concorda con la Rivelazione  e  promuove la vita cristiana e la fede.

 

V – NORME DI DISCERNIMENTO CIRCA LE LOCUZIONI INTERIORI

 

            S.Giovanni della Croce  chiama locuzioni, o parole soprannaturali formali, quelle parole distinte  che lo spirito riceve non da sé , ma da un’altra persona, talora stando raccolto, talora no.(Salita del Monte Carmelo : cap.26, n.2).

            Il Tanquerey  così le definisce:” Le locuzioni o parole soprannaturali, sono manifestazioni del Pensiero Divino intese dai sensi esterni o interni o direttamente dall’intelletto”(3)

            Un’anima carismatica che aveva il dono delle locuzioni interiori così le descriveva:”Esse sono parole chiarissime, avvertite  dalla persona che le riceve come se nascessero dal cuore , e che, collegate fra loro, formano un messaggio”(F.C.).

            Per quanto riguarda le norme  per discernere le locuzioni ci sono gli scritti dei grandi mistici(S.Giovanni della Croce, S.Teresa d’Avila, S.Ignazio, S.Caterina da Genova e da Siena) e numerosi trattati di teologia spirituale, come  quelli di A.Tanquerey  e di A.Royo Marin.

 

 

 

 

VI – CARISMI STRAORDINARI  E S. SCRITTURA

 

            La S.Scrittura , essendo  “Parola di Dio”, è molto più importante delle Rivelazioni private. Le Rivelazioni private, anche se non aggiungono nuove verità, tuttavia sono di aiuto per comprendere in profondità  numerosi testi biblici, sono cioè esplicitazioni di testi biblici e ‘chiavi ermeneutiche’(L.S.).

            Gesù dice dello Spirito Santo :”Egli  mi glorificherà , perché prenderà del mio e ve lo annunzierà”(Gv 16,14), cioè lo Spirito Santo svilupperà ciò che Gesù ha già detto e lo Spirito Santo  guida la Chiesa attraverso doni gerarchici e doni carismatici (cfr L.G. n.4).

 

 

 

 

VII -CRITERI NUOVI CIRCA I CARISMI STRAORDINARI DI OGGI

 

          Sono necessari, oltre ai criteri  già enunciati, anche criteri nuovi, per fare discernimento dei carismi straordinari di oggi:

1) per comprendere infatti la verità e l’importanza di ogni singolo fatto carismatico, è necessario considerarlo nell’insieme  degli altri carismi straordinari(come se componessero un ‘mosaico’);

2) è necessario tener presente che i carismatici  attuali hanno una missione verso la Chiesa e il mondo;

3) infine tener presente che quando i carismatici attuali parlano della  ‘fine dei tempi’, non parlano della fine del mondo, ma di un passaggio da questa civiltà senza Dio ad una civiltà fondata su Dio;

4) inoltre è più che mai attuale  la regola data da S.Paolo in Cor 14, 32-33:”Ma le ispirazioni dei profeti devono essere sottomesse ai profeti”. Tenendo presente che i profeti nel linguaggio biblico sono coloro che hanno ricevuto rivelazioni da parte di Dio e  parlano a Nome di Dio ed hanno anche il dono di scrutare i cuori (come il B. P.Pio) e che anche oggi ci sono carismatici, già vagliati, con questo dono di leggere nel cuore e nel pensiero delle persone, è prudente e talvolta doveroso consultare tali persone, perché riescono  a vedere  e a conoscere quello che  il più preparato dei teologi e il più santo dei Vescovi non riescono a vedere e a conoscere, senza tale dono;

5) Infine è necessario e doveroso, prima di dare un giudizio positivo o negativo su una persona che dice di avere carismi straordinari, di ascoltare direttamente  tale persona : ciò lo chiede sia in Codice di Diritto Canonico, sia il Codice di Diritto Civile.

 

VIII -CARISMI STRAORDINARI E  MAGISTERO DELLA CHIESA

 

            Il teologo può fare un discernimento preliminare, ma la parola definitiva in questo campo spetta al Magistero della Chiesa. I Presbiteri, associati al ministero del Vescovo, possono fare molto, soprattutto aiutare i carismatici , anzi il Vat II  nel decreto  riguardante i Presbiteri dice che i sacerdoti devono valorizzare i carismi dei laici :” Sapendo discernere quali spiriti abbiano origine da Dio, essi devono scoprire con senso di fede i carismi, sia umili che eccelsi, che sotto molteplici forme sono concessi ai laici, devono ammetterli con gioia e fomentarli con diligenza”(P.O. n.9).

 

CONCLUSIONE

 

Tutti  i sacerdoti sappiano accogliere le persone dotate di carismi straordinari e ascoltarle con pazienza e amore, fare discernimento circa i messaggi e  valorizzare i contenuti dei messaggi nella pastorale. Così facendo si avrebbe subito un rinnovamento nella Chiesa e accogliendo la Potenza dello Spirito Santo  donata attraverso i carismi straordinari, i lontani   coloro  che sono andati a finire nelle sette, ritornerebbero alla Chiesa Cattolica.

NOTE

 (1) R.LAURENTIN, Quando Dio si manifesta, Roma, 1993 - M.ZERBONI, Bentornati carismi,Udine  1998 - TANQUEREY, Compendio di teologia ascetica e mistica,Roma 1927 - ROYO MARIN,Teologia della perfezione cristiana, Roma 1987

(2) C.I.GONZALEZ, Mariologia, Casale  Monferrato,1988,p.309.

(3)A.TANQUEREY, o.c., n.1494

 

 

 

C  -    I  PROFETI DI OGGI

 

I profeti di oggi sono i carismatici attuali , cioè coloro che hanno dei carismi straordinari,  in particolare coloro che hanno apparizioni del Signore e della  Madonna, messaggi da Dio, locuzioni interiori.

Questi fenomeni mistici sono chiamati nella Chiesa, ‘rivelazioni private”, ma  in realtà oggi non sono più  ‘private’, perché hanno finalità pubbliche, essendo rivolte a tutta la Chiesa e a tutto il mondo.

S.Paolo in  Ef 2, 20 dice : “…edificati sopra il  sopra il fondamento degli Apostoli e dei profeti e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù”.

Il Papa Giovanni Paolo II rivolgendosi al Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali, interpreta questo testo e lo applica alla Chiesa  attuale e dice: “…non c’è contrasto o contrapposizione tra la dimensione istituzionale e la dimensione carismatica, di cui i movimenti sono un’espressione significativa. Ambedue sono coessenziali alla costituzione divina della Chiesa fondata da Gesù”(Cfr ‘Avvenire’ 28.5.98,p.17).

Ora la componente  profetico – carismatica, che è sempre esistita : nell’Antico Testamento, nel Nuovo e durante tutta la storia della Chiesa,  oggi è rappresentata  soprattutto da persone con carismi straordinari, che ricevono messaggi da Dio  come  spiegato sopra.

Il Papa Giovanni Paolo II  vuole dire che è necessario tener conto della componente profetico-carismatica della Chiesa, che è,    “coessenziale alla costituzione  divina  della Chiesa”.

Sempre il Santo Padre ha parlato in  due sue Catechesi del mercoledì  (vedi per esempio  mercoledì 24.6.1992) dei criteri di discernimento dei carismi straordinari, in modo particolare dei messaggi dei carismatici, così da valorizzarli  e diffonderli.

A questo proposito la Parola di Dio attraverso S. Paolo  (cfr  1 Tess 5, 19-21) dice : “Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono”. Quindi il disprezzo dei messaggi dei carismatici, il nasconderli, il proibire che siano diffusi è chiaramente contro la Volontà di Dio espressa nella Sacra Scrittura, che è tutta una Rivelazione di Dio dall’inizio alla fine. Il compito dei  PROFETI DI OGGI CON I LORO MESSAGGI, CHE SI RIVOLGONO A TUTTA LA  CHIESA E AL MONDO INTERO, è quello soprattutto di esplicitare i testi della Bibbia, in modo particolare dell’Apocalisse e poi di preparare la Venuta Intermedia di Gesù e il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 66 dice:”Anche se la Rivelazione (pubblica) è compiuta, non è però completamente esplicitata” (cioè appieno spiegata, compresa, sviluppata). Gesù  dice a proposito dello Spirito Santo: “Quando però verrà lo Spirito di verità, Egli vi guiderà alla verità tutta intera…Egli Mi glorificherà, perché prenderà del Mio e ve lo annunzierà” (Gv 16,13-14).

            Infine il P.Gabriele ROSCHINI, nel  libro “La Madonna negli scritti di Maria Valtorta”, Isola del Liri, 1973, p. 13 dice :  “I nostri grandi mistici , [cioè persone con carismi straordinari], coi loro scritti, non vanno sottovalutati.  Dio, Padre nostro, ci ha parlato e continua a parlarci non solo per mezzo dei Profeti, non solo per mezzo di Cristo suo Figlio (Sapienza infinita, Parola incarnata), non solo per mezzo degli Apostoli ed Evangelisti (negli scritti canonici), non solo per mezzo della Chiesa e del suo Capo visibile, il Romano Pontefice, non solo per mezzo dei suoi ‘Dottori’; ma ci ha parlato e continua a parlarci anche per mezzo dei mistici, ossia per mezzo di coloro che Egli ha arricchito di doni straordinari , dei cosiddetti  carismi “

Gesù ha detto che un albero si riconosce dai frutti . Questo criterio si può applicare

a tutte le  rivelazioni private, che oggi hanno in modo particolare finalità pubbliche, rivelazioni private, che considerate nell’insieme,  ci fanno comprendere il  progetto di Dio per il futuro dell’umanità. Non si può  accettare solo  Medjugorje e poi non tener conto degli  altri doni straordinari attuali , che lo Spirito Santo ha suscitato oggi e che fanno parte del grande “mosaico” che Dio sta oggi componendo con i carismi straordinari( apparizioni, messaggi , locuzioni interiori…), come dicono i messaggi dei carismatici.

Il problema è e  rimane sempre lo stesso : fare discernimento da parte di esperti in carismatologia contemporanea e poi valorizzare ciò che c’è di buono, come dice S. Paolo.

            Ci auguriamo che si prenda subito coscienza di questo problema ,  senza far passare il tempo della visita del Signore, come è successo per Gerusalemme sulla quale Gesù ha pianto, perché non ha saputo  accogliere il dono della Salvezza  che Gesù le portava(Cfr  Lc 19,  41-44).  

 

 

 

D   -   I MODI DI AGIRE DI DIO

 

 

            Desideriamo fare una breve riflessione riguardante la questione della Venuta Intermedia di Gesù ,annunciata da  messaggi di alcuni  carismatici entro la fine del Giubileo 2000 e del  fatto che è stata rimandata, come hanno detto poi  alcuni messaggi di carismatici.

            Vogliamo procedere in modo sintetico.

            Come premessa dobbiamo subito dire che il modo di agire di Dio è diverso dal modo di agire degli uomini.  Dice infatti la S.Scrittura :”Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri”(Is 55, 9).

1.      Ricordiamo che il Signore Gesù ha  ritardato la Sua Venuta perché pregato  dalla Beata Vergine Maria, dai Santi e da tante anime vittime, che si sono offerte per la salvezza degli altri, così risulta dai messaggi dei carismatici.

2.      Il Signore ha rimandato la Sua Venuta per Misericordia verso coloro che non avevano ancora risposto agli appelli alla conversione e  verso coloro che non avevano  sentito parlare di questa Venuta Intermedia di Gesù.

3.      Per amore degli eletti dice  Mt 24, 22 quei giorni saranno abbreviati e i carismatici ci ripetono che sono stati veramente abbreviati.

4.      Ancora i messaggi dei carismatici ci avvertono che gli avvenimenti che precederanno la Venuta Intermedia di Gesù si succederanno in rapida successione . 

 

5.       Noi abbiamo fede che il Signore manterrà le Sue promesse annunciate nella Bibbia e ripetute più chiaramente dai  carismatici, riguardanti  la  Venuta Intermedia di Gesù.  Noi non dobbiamo assolutamente perdere la fiducia nel Signore e neanche  nei Suoi portavoce, i carismatici. Anzi in questo caso la nostra fedeltà e perseveranza e volontà di ultimare la nostra preparazione devono crescere, come hanno fatto  le cinque vergini sagge, che hanno portato con sé un supplemento di “olio” per la lampada, come si dice  nel Vangelo di S. Matteo 25,1-13.  In questo testo di Mt 25,1-13 si dice chiaramente : “Poiché lo Sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido : ecco lo Sposo andategli incontro!”. Le vergini sapienti avevano messo in conto un possibile ritardo dello Sposo, il quale arrivò  nel momento che nessuno si aspettava, poiché si erano addormentate tutte, ed esse e solo esse(cinque) poterono entrare alle nozze poiché avevano quel “supplemento” di olio, cioè di  fede e di fiducia  e di abbandono totale, per cui non dubitarono mai dello Sposo, nonostante  il   RITARDO. Si veda anche altri due testi evangelici in cui si parla del “padrone che tarda a venire”: Lc 12, 45  e  Mt 24, 48-49; vedi anche Ap 6,11.

Una vera sposa attende sempre lo sposo e non si dispera mai e     mai perde la fiducia nello sposo, anche se, per motivi che la sposa non sa, dovesse tardare a venire.  Diventiamo anche noi quindi delle  spose “sapienti”, che sanno attendere sempre lo SPOSO DIVINO e non perdono mai la fiducia e continuano a  fare la  Sua volontà   con  fedeltà e amore.

6.      Il Signore Gesù ama fare delle sorprese ai Suoi amici , quindi  la Sua Venuta sarà una sorpresa anche per gli eletti, come è successo (Cfr Mt 25, 1-13) per le 10 vergini che attendono lo Sposo (Gesù) che venga per le nozze : “poiché lo Sposo tardava tutte si addormentarono” . Ora siamo a quel momento del ritardo dello Sposo, momento delicato in cui avviene una selezione degli eletti: solo chi ha quel supplemento di “olio”, cioè di “fede”, entrerà al convito nuziale.

7.      Dio nella Sua onniscienza sapeva in anticipo che la Venuta Intermedia di Gesù sarebbe stata rimandata. D’altra parte sappiamo che quei messaggi  dei carismatici  che annunciavano la Venuta di Gesù prima della fine del Giubileo, erano veri. E allora come si risolve il problema? Il problema si risolve solo abbandonandosi in Dio e nel Suo Mistero, che supera sempre la nostra  comprensione e aspettando con pazienza e preparandosi meglio. Chi di noi può dire di essere pronto ad incontrare il Signore?  E allora ringraziamo Gesù che ha rimandato la Sua Venuta, per Misericordia verso di noi .

8. Il Momento della Venuta Intermedia di Gesù dipende anche dalla    corrispondenza degli uomini: con la nostra conversione e preghiera possiamo addirittura anticipare la Sua Venuta, come dice una carismatica .

9.  Sì,  è stata rimandata la Sua Venuta Intermedia, ma attenzione il ritardo  sarà  di breve durata, cioè la Venuta di Gesù è  vicina  e coglierà tutti di sorpresa.

Importante  quindi è stare sempre pronti, come dice il Vangelo :“Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate”(Lc 12, 40).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CAPITOLO SECONDO

 

 

LA PARUSIA INTERMEDIA

E IL MESSIANISMO REGALE

 

di Antonio Norrito

 

Saggio teologico e profetico-rivelativo

SOMMARIO

 

 

1.QUANTE SONO LE PARUSIE DI CRISTO?

2. LA QUESTIONE PARUSIACA

3. IL MESSIANISMO REGALE NEL GIUDAISMO

4. IL MESSIANISMO REGALE NEL NUOVO TESTAMENTO.

5. IL MESSIANISMO REGALE NEI PADRI DELLA CHIESA.

6. LA PARUSIA INTERMEDIA PRESSO I TEOLOGI

7. LA PARUSIA INTERMEDIA PRESSO I CARISMATICI

8. APPENDICE: IL GRANDE EQUIVOCO DI SANT’AGOSTINO

9. BIBLIOGRAFIA GENERALE

 

 

 

 

 

1. QUANTE SONO LE PARUSIE DI CRISTO?

 

Nel dibattito teologico si è imposta recentemente una questione escatologica che sembrava risolta, ma che ora riemerge per i molti interrogativi che essa pone. Quante sono le parusie di Gesù? Perché la parusia finale non spiega bene tutte le profezie? In che modo la parusia intermedia dà ragione alla regalità di Cristo? Hanno ragione coloro che non credono alla parusia intermedia?

Illustreremo brevemente la questione della venuta intermedia del Signore Gesù Cristo data da molte apparizioni e messaggi celesti come imminente ma non come ultima e definitiva nella storia della salvezza. Sulla questione vi sono, infatti, due posizioni teologiche, quella dei premillenaristi che credono alla venuta intermedia di Gesù che inaugurerà un millennio felice dopo aver sconfitto l’Anticristo, e quella dei postmillenaristi che credono che Gesù sia già venuto ad instaurare questo millennio a partire dalla Resurrezione. Ma quest’ultima tesi è smentita dalla storia e dai fatti, perché dalla risurrezione di Cristo in poi non vi è stato mai un millennio felice, vissuto cioè nell’amore di Dio e nell’insegnamento del vangelo.

E’ facile però constatare come il male sia penetrato dappertutto ponendo un disordine morale negli individui, nelle famiglie e nelle nazioni. Viviamo, infatti, nella consapevolezza che i tempi dell’iniquità, della ribellione alla legge di Dio, del disordine morale e sociale hanno assunto dei livelli talmente gravi da avere raggiunto sicuramente il culmine, e pertanto, come affermano le profezie, stanno per avere un termine. È la fine del male nella sua forma storica. Una fine stabilita da Dio e non dalla presunzione umana, capace solo della distruzione del pianeta. E prima della palingenesi definitiva può scattare l’ora della venuta o parusia di Cristo, conosciuta solo dal Padre, che viene per ristabilire l’ordine divino nella società e nel creato, affinché tutti gli uomini riconoscano finalmente la regalità di Cristo risorto in questo mondo.

Introduciamo, pertanto, il tema delle parusie di Cristo, focalizzando le tesi contrapposte di due teologi italiani, uno postmillenarista e uno premillenarista, per giungere poi a delle conclusioni critiche.

Il dibattito sulla questione della Parusia intermedia prende forma sia attraverso pubblicazioni scritte (quasi tutte edite dalle Edizioni Segno) sia attraverso la comunicazione mediatica di Radio Maria. Infatti è nota la posizione di Padre Livio Fanzaga (postmillenarista), direttore della suddetta radio, che in sostanza riafferma la posizione ufficiale della Chiesa sull’unicità della Parusia di Cristo risorto alla fine del tempo e del mondo, chiamata anche parusia finale, dopo la quale si attende un nuovo mondo popolato dagli uomini risorti per l’eternità. Pertanto, ribadisce padre Livio, non occorre un’altra parusia cosiddetta intermedia, che poi viene inspiegabilmente assimilata alle concezioni millenaristiche condannate nei secoli scorsi dalla Chiesa in quanto la venuta intermedia di Cristo era spesso accompagnata erroneamente da alcuni ad idee eretiche in cui i mille anni si sarebbero consumati tra i piaceri della carne, e vi sarebbe stata la fine dei sacramenti e della mediazione della Chiesa. Ma questo millenarismo è eterodosso rispetto al millenarismo biblico professato da chi crede nella parusia intermedia e nell’estensione mondiale della Regalità di Cristo che non ammette disordini morali e fisici di nessun tipo.

A questo punto occorre chiedersi: “Il millenarismo biblico può essere assimilato al millenarismo degli eretici?”. Tutti i cristiani di sano intendimento, sulla base del semplice confronto dei contenuti, risponderebbero subito di no, ma peraltro le Sacre Scritture, ispirate dallo Spirito Santo, non possono assolutamente errare, quindi si tratta di saper interpretare correttamente il passo che segue riportato dall’Apocalisse: “Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia (Satana) e la sua statua (l’Anticristo) e non avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e regnarono con Cristo per mille anni; gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. Beati e santi coloro che prendono parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regnarono con lui per mille anni. Quando i mille anni saranno compiuti, satana verrà liberato dal suo carcere e uscirà per sedurre le nazioni ai quattro punti della terra...” (vedi Ap 20, 4-8).

Abbiamo preferito fare riferimento a questa profezia dell’Apocalisse non perché essa sia l’unica citazione a sostegno del concetto della parusia intermedia, ma perché è la più rappresentativa di tutte le citazione bibliche, dell’antico e del nuovo Testamento, che si rifanno all’idea di un mondo rinnovato prima della palingenesi, dove Cristo sarà Signore e Re dell’umanità intera durante un intero millennio, indicazione temporale, questa, che sta ad indicare un periodo indefinito in cui il sacerdozio e la relativa mediazione ecclesiale non verrà meno. In altri termini si afferma che il messianismo regale lega in un’unica cerniera profetica tutti i libri sacri.

Quindi chi nega la parusia intermedia di Cristo che instaura un millennio di pace e di concordia tra tutti i popoli credenti in Dio uniti nell’unica Chiesa di Cristo, definitivamente cattolica perché riunirà nel suo seno tutte le nazioni intorno al Santissimo Sacramento, nega il messianismo regale e, inevitabilmente, lo Spirito di Dio che ha ispirato le Sacre scritture; in altri termini si negherebbe la possibilità dell’azione salvifica di Dio nella storia dell’umanità.

Se l’argomento non fosse così importante per la teologia e la fede dei credenti, si potrebbero usare dei toni più moderati, ma la realtà delle cose è così grave che se non denunciassimo tale errore, peccheremmo di cecità spirituale e di codardia nell’annuncio del Vangelo. Chi può negare la validità dei messaggi carismatici che da più parti del mondo si elevano, unica voce, a sollecitare una revisione teologica dei testi biblici a favore di un’altra venuta di Cristo, denominata ormai venuta intermedia di Cristo? Molti veggenti cattolici, sacerdoti, suore e laici profetizzano agli uomini e alla Chiesa una venuta di Gesù vittoriosa sul male e sulle strutture sociali del peccato, aprendo il nostro cuore alla speranza, alla lode e alla festa. Considerata così la Parusia intermedia di Cristo non è un’eresia millenarista e non è assolutamente assimilabile a nessuna concezione protestante ma è un atto dovuto di fede alla Parola di Dio, che continuamente ci interpella.

Pertanto utilizzare la parola “eresia” riguardo tale argomento mi pare improprio in quanto, è bene sottolinearlo, i premillenaristi cattolici riconoscono tutti i dogmi, compreso il dogma della parusia finale, purtuttavia intendono rivalutare la posizione teologica della venuta intermedia di Cristo rimasta velata per tanti secoli a causa del grande equivoco di sant’ Agostino.

Rileviamo infatti negli studi teologici come dopo il grande equivoco di sant’ Agostino la riflessione cattolica, allineandosi alla posizione agostiniana, ha smesso di interrogarsi sulla venuta intermedia di Cristo lasciando ai protestanti la predicazione di questa parusia con argomenti non sempre corretti. Tutti i teologi che seguono s. Agostino e tra questi, padre Livio Fanzaga, sono collocati teologicamente nella posizione postmillenarista riguardo al testo di Apocalisse cap.20 sopra accennato.

Il grande equivoco di s. Agostino si può riassumere in due concetti fondamentali: il primo afferma che il millennio felice prospettato dalle Scritture è già iniziato con la resurrezione di Cristo, il secondo si fonda sulla convinzione che il regno di Dio si racchiude solo nella Chiesa, per cui l’unico Re visibile di questo regno sarebbe il Papa. Le degenerazioni storiche e teologiche di questo equivoco ancora non sono state sufficientemente studiate, ma in breve possiamo ricordare che il concetto di papa-re ha portato nella Chiesa al fenomeno del Cesaropapismo per cui i papi di allora oltre che curare la fede del proprio gregge curavano anche gli interessi temporali dello Stato pontificio al pari di ogni altro monarca fornito di esercito e di burocrazia. E inoltre affermare che il millennio sia già cominciato con Cristo è un grave stravolgimento delle profezie bibliche perché non si capisce quando mai sia stato felice o in pace il mondo da quando Cristo è risorto. Al contrario la storia è segnata da secoli e secoli di persecuzione fisica e morale ai danni dei cristiani di tutto il mondo e di ogni tempo e di guerre a non finire. Oltre a ciò, credere solo alla parusia finale di Cristo significherebbe in pratica lasciar intendere che il male possa trionfare nel tempo dell’attuale umanità e che solo dopo la fine del tempo e quindi del mondo, il Signore verrà per giudicare (giudizio universale) e ristabilire l’ordine solo con chi l’aveva seguito prima della morte e della fine del mondo. E’ bene ricordare il contenuto dell’enciclica Quas primas per cui con l’istituzione della festa di Cristo Re per opera di Pio XI si è voluta affermare la regalità di Cristo sull’universo, sulle nazioni, sulle famiglie e sugli individui. Al laicismo, definito nell’enciclica <<peste dell’età nostra>> che ha detronizzato Gesù dalla società, Pio XI contrappone la regalità di Cristo, la cui potestà sovrana non si estende soltanto sulle coscienze, ma su tutta la creazione.

In risposta alle affermazioni di padre Livio Fanzaga anteponiamo gli studi del francescano padre Martino Penasa (premillenarista) che sulla base di una rinnovata lettura esegetica, patristica e profetico-rivelativa, riscontra invece tre parusie: la Risurrezione, la Parusia intermedia e la Parusia finale come si può leggere in Viene Gesù! La venuta intermedia del Signore e Il libro della Speranza. Commento al libro dell’Apocalisse delle Edizioni Segno.

Chi dei due ha ragione? Entrambi citano le Sacre Scritture e la Tradizione, suscettibili entrambe di varie interpretazioni, ma il Magistero, che definisce il contenuto della Rivelazione pubblica, sulla  Parusia (il Credo, Documenti Conciliari, il Catechismo della Chiesa Cattolica) sembra dare più forza alle argomentazioni del direttore della Radio.

Precisiamo, però, che il biblista Martino Penasa, nel sostenere la Parusia intermedia non entra in contraddizione con la dottrina della Parusia finale, come qualcuno ha pensato, ma mette in luce l’esistenza di un ‘vuoto dogmatico’ nella Sacra Dottrina che la sola dottrina della Parusia finale non riesce a colmare. In breve, manca una parusia, la cosiddetta Parusia intermedia accennata in Apocalisse 20. Quindi è bene sottolineare che non è in discussione il dogma della Parusia finale, fin qui siamo tutti d’accordo, ma bensì si vuole riflettere sulla mancata definizione di una parusia intermedia, riconosciuta unanimemente dai primi cristiani, studiata dai Padri della Chiesa e cancellata successivamente dall’interpretazione allegorica di Origene, Agostino e Girolamo. Ribadiamo ancora che senza la parusia intermedia non si comprendono bene molti passi biblici e la relativa storia della salvezza dove tutto ha un ordine secondo il divino progetto. E vedremo in seguito che il non credere alla venuta intermedia di Cristo può essere molto grave per chi coltiva le virtù teologali, perché si sottrae ai fedeli la possibilità di credere di sperare di amare in modo perfetto alla Signoria di Cristo anche in questo mondo e nel nostro tempo.

La posizione teologica di padre Penasa ha posto in questione la parusia dimenticata dai più e riaffermata dalle recenti rivelazioni private che in tutto il mondo stanno annunciando la prossima venuta intermedia del Signore per sconfiggere il male in tutte le sue forme storiche e sociali, e chi le alimenta come gli spiriti dell’Anticristo e dello Pseudoprofeta. L’interpretazione del biblista francescano deve essere presa in seria considerazione, senza per questo schierarsi contro l’autorità del Magistero. Nel caso della definizione del dogma della Immacolata concezione si è dovuto attendere diciannove secoli prima di confutare un’altra posizione di sant’Agostino, che in questo caso era maculista fatta propria poi da san Tommaso; pertanto è compito dei teologi e dei fedeli impegnarsi nel discernimento delle cause che hanno portato nella storia della teologia alla sparizione di una parusia del Signore.

La nostra ricerca si fonda sul principio dello sviluppo teologico del dogma che ha portato nel corso dei secoli a definire a partire della Parola di Dio i quattro dogmi mariani, i sette sacramenti e l’infallibilità del Papa, con l’aiuto dello Spirito Santo che all’interno della fede della Chiesa ha saputo dirigere i fedeli e la gerarchia a comprendere le Sacre Scritture non sempre chiare ad una prima lettura. Solo un atteggiamento negazionista di tipo protestante si può limitare a dire che, nella Bibbia non essendovi scritta la parola parusia intermedia non deve perciò essere trattata, mentre chiunque senza pregiudizi di sorta e guidato dallo Spirito Santo che tutto illumina, può intravedere in molti passi scritturistici la dottrina della venuta intermedia di Cristo.

Un dogma, infatti, è un’affermazione della fede, una risposta della Chiesa alla rivelazione di Dio. Un atto di obbedienza. Di conseguenza, secondo il Vaticano I, può essere definita dogmaticamente solo quella verità che è contenuta nella Parola di Dio (Scrittura e Tradizione); perché una verità diventi un dogma, deve essere proposta autorevolmente come verità rivelata. La Chiesa in questo caso non costituisce la rivelazione, ma la riconosce. Le formulazioni dogmatiche vogliono definire un aspetto o l’altro della rivelazione secondo le necessità vitali della Chiesa. Nella costituzione dogmatica Dei Verbum, n. 10, si dice: <<Il magistero non è al di sopra della Parola di Dio, ma la serve, insegnando soltanto ciò che gli è stato affidato, per mandato divino e con l’assistenza dello Spirito Santo, l’ascolta con pietà, la conserva con esattezza e la espone con fedeltà, e da questo unico deposito della fede estrae ciò che propone come verità rivelata da Dio che si deve credere>>

E noi crediamo che la parusia intermedia sia di estrema necessità per la Chiesa per esporre meglio la divina rivelazione e per fronteggiare con valide argomentazioni l’aggressione di sette apocalittiche che sottraggono migliaia di fedeli al gregge di Cristo. E’ quanto faremo in seguito nel tentativo di fornire ai cristiani materia di riflessione per un ripensamento su alcune proposizioni escatologiche.

Innanzitutto, prima di entrare direttamente nella questione, occorre aver chiaro il concetto di “parusia”, giacché la terminologia è fondamentale per la soluzione positiva del problema.

Il termine parousía è un termine greco che significa in genere ‘presenza’ e ‘venuta’. Ma il termine ha propriamente un senso tecnico impiegato nella letteratura greca per l’arrivo di un signore, di un sovrano, persino di un dio che soccorre i suoi credenti dall’ingiustizia (cfr. Braumann in Parusia, Dizionario dei concetti biblici, p. 1214).

Ora - afferma un grande esegeta - nel testo dell’Apocalisse non appare espressamente il termine parusia, ma “benché il nostro vocabolo non v’appaia affatto, è piena di una vibrante speranza parusiaca” (cfr. Oepke in Parusia, Grande Lessico del Nuovo Testamento, p. 871).

Pertanto è chiaro che le Sacre Scritture non esprimono chiaramente né l’unicità né la ternarietà della parusia del Signore. Ed è proprio l’esatta definizione della termine ‘parousía’, impiegato dalla comunità credente a dare un contributo fondamentale per stabilire il senso letterale della Parusia intermedia di Apocalisse 20, distinguendola così dalla Risurrezione e dalla Parusia finale.

È questa la chiave della questione parusiaca.

Le soluzioni proposte sono due: la prima, la più antica, afferma l’indipendenza tematica di Apocalisse 20, accettando, al di là del linguaggio apocalittico del testo, un contenuto letterale alla Parusia intermedia ; la seconda, apparsa intorno al secolo quarto d. C., presenta una dipendenza tematica di Apocalisse 20, tramite una lettura allegorizzante, alla Risurrezione (così hanno fatto Origene che è stato giudicato come eretico, e da santi  Agostino e Girolamo, che di certo non si trovano in buona compagnia nel sostenere questa tesi).

Se si dimostra che Ap 20 gode di una indipendenza tematica e quindi che si può ricavare da esso un senso letterale proprio, si giustifica a livello teologico la presenza di un’ulteriore parusia, che è intermedia perché posta tra la venuta del Signore nel corpo risorto (Risurrezione) e la venuta nel Signore nella gloria universale (Parusia finale). Questa parusia, la chiamiamo d’ora in poi Parusia intermedia per distinguerla da quella finale, che era focalizzata dai primi Padri della Chiesa all’interno del modulo della ‘settimana universale’, cioè i sette millenni dell’umanità come sette i giorni in cui Dio creò l’universo. La Parusia intermedia veniva posta al principio del settimo millennio (alla fine del sesto l’Anticristo e il suo regno veniva sconfitto e regnava nel settimo il Cristo parusiaco, così affermava sant’Ireneo in Contro le eresie, v.2° Siena, pp. 226-227), secondo l’impostazione della ‘settimana universale’ a cui, peraltro, si rifà implicitamente l’autore dell’Apocalisse nella scansione del settenario dei sigilli. L’esegeta, A. Farrer, ha notato nell’ Apocalisse una settimana di settimane in un complesso collegamento con il racconto della creazione di Gn 1-2, e con le quattro parti dell’anno, a loro volta in relazione con le feste giudaiche e i loro lezionari, con gli elementi cosmologici, con i segni zodiacali e con le dodici tribù. In tal modo ai settenari, sei come i giorni dell’opera creativa di Dio, seguirebbe il sabato del riposo divino, esso senza opere e senza suddivisione settenaria (cfr. Farrer, Rebirth, cit. In Biguzzi, I settenari nella struttura dell’Apocalisse, Bologna, p. 31). Se, secondo il modulo interpretativo della settimana universale l’umanità vivrà tanti millenni quanti i giorni impiegati da Dio per creare il mondo, allora il regno messianico della durata di mille anni  coincide col settimo della creazione, quindi, secondo un rapporto di analogia, col ‘riposo’ (in ebraico ‘sabbath’, da cui la parola sabato) di Dio, dopo la vittoria definitiva del Signore sull’Anticristo e sullo Pseudoprofeta e la reclusione del loro capo, Satana, per mille anni nell’abisso.

Pertanto la Parusia intermedia è posta all’inizio del settimo millennio dalla nascita di Adamo, stimata intorno al 4004 a. C. dal vescovo di Armagh partendo dal calcolo delle generazioni presenti nella Bibbia (cfr Annales Veteris et Novi Testamenti). Una esegesi seria su Ap 20 prende in considerazione il carattere profetico del regno messianico dei mille anni (cfr. Prigent in L’Apocalisse in san Giovanni, Città di Castello, pp. 604-605), senza associarlo al periodo della Chiesa a partire dalla Resurrezione, quindi “al tempo presente, quello cioè della prima venuta” (cfr. Agostino in La città di Dio, Lonrai, pp. 968); né tantomeno alle interpretazioni ereticali delle varie sette millenaristiche che stravolgono i testi biblici.

Quindi la Parusia intermedia deve ancora giungere, perché prima si deve manifestare l’Anticristo e poi deve iniziare un periodo lunghissimo di pace, il millennio felice, dopo la sconfitta della bestia e di tutti i suoi adoratori al sopravvenire del settimo millennio.

A molti la dottrina della venuta intermedia di Gesù può sembrare una nuova dottrina, eppure nella Chiesa nonostante il grande equivoco di sant’Agostino a più riprese è stata trattata questa parusia intermedia anche da dottori della Chiesa come san Bernardo di Chiaravalle, il quale però non aveva un’idea completa circa la Venuta Intermedia di Gesù, che sarà visibile a tutti e Gesù Cristo regnerà non solo nei cuori, ma anche su tutto il mondo.  Ecco cosa leggono tutti i sacerdoti quando pregano le lodi mattutine della prima settimana di Avvento nel Breviario. Dice san Bernardo: “Conosciamo una triplice venuta del Signore. Una venuta occulta si colloca infatti tra le altre due che sono manifeste. Nella prima il Verbo fu visto sulla terra e si intrattenne con gli uomini, quando, come egli stesso afferma, lo videro e lo odiarono. Nell’ultima venuta <<ogni uomo vedrà la salvezza di Dio>> (Lc 3,6) e vedranno colui che trafissero (cfr. Gv 19,37). Occulta è invece la venuta intermedia, in cui solo gli eletti lo vedono entro se stessi, e le loro anime ne sono salvate. Nella prima venuta dunque egli venne nella debolezza della carne, in questa intermedia viene nella potenza dello Spirito, nell’ultima verrà nella maestà della gloria. Quindi questa venuta intermedia è, per così dire, una via che unisce la prima all’ultima: nella prima Cristo fu nostra redenzione, nell’ultima si manifesterà come nostra vita, in questa è nostro riposo e nostra consolazione” (Dai <<Discorsi>> sull’Avvento, 1-3; Opera omnia, Edit. Cisterc. 4 [1966], 188-190).

Come è evidente chi impugna la dottrina dei postmillenaristi non può nascondersi dietro l’autorità di sant’Agostino, perché anche sant’Ireneo e san Bernardo sono Dottori della Chiesa cattolica. Ed allora a chi bisogna credere? Si deve credere a chi spiega meglio le Sacre Scritture, perciò occorre studiare con più acume spirituale le posizioni dei premillenaristi e dei postmillenaristi per giungere a delle conclusioni critiche, ne va del nostro atto di fede ora su questa nostra terra che deve accogliere santamente il Signore che viene: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la Fede sulla terra?”, dice Gesù con una certa preoccupazione in Luca 18,8. Cerchiamo di non essere motivo di delusione, ne va della nostra salvezza. Vieni Signore Gesù!

 

 

 

 

2. LA QUESTIONE PARUSIACA

 

Alla fine degli anni ottanta uno dei più grandi studiosi di fenomeni carismatici, PIERO MANTERO, diede inizio ad una serie di pubblicazioni centrati sulla riflessione intorno al tema del Ritorno glorioso di Cristo. All’inizio pubblicò il libro Il Ritorno di Gesù è imminente?, nel quale da una sapiente ricostruzione di testi biblici si può ricavare la risposta alla domanda: “in che modo verrà il Signore?” (vedi Sof 1,14; Lc 17,24; Mt 24,27-28; Is 41,14; Ap 1,7; Lc 21,27; 1Ts 3,13; Eb 10,37; Mal 3,2 solo per citarni alcuni). Poi in seguito MANTERO conferma la Venuta del Signore per mezzo delle rivelazioni private con finalità pubblica ed edita Il Grande libro delle Profezie, dove tutti i più grandi carismatici di questo secolo ribadiscono la profezia biblica del Ritorno di Cristo inserendola non alla fine del mondo ma nel nostro travagliato tempo, che sta vivendo le dolorose doglie messianiche insieme ad una solerte Madonna pronta ad apparire in ogni angolo del mondo per avvertire, sollecitare e preparare i cristiani alla gloriosa venuta del Figlio.

Da oltre venti anni, quindi, teologi e carismatici descrivono o annunciano una venuta gloriosa del Signore, che, pur essendo presente nel dogma della “parusia di Cristo”, non è stata definita chiaramente dal Magistero della Chiesa. La Parusia intermedia è, senza dubbio un nuovo tema appena affacciatosi nell’arena degli studi teologici che farà discutere anche in avvenire.

E’ stato p. MARTINO PENASA a dare i fondamenti teologici al termine <<Parusia intermedia>> nel suo eccellente commento al testo dell’Apocalisse dal titolo Il libro della Speranza. In seguito padre PENASA, licenziato in Teologia e S. Scrittura a Roma, pubblicò, dopo una lunga serie di articoli sulla rivista Il Segno del Soprannaturale, e nel libro interamente dedicato a questo tema dal titolo Viene Gesù! La venuta intermedia del Signore coniò definitivamente il termine parusia intermedia conferendo una dignità teologica di tutto rispetto al tema del Ritorno glorioso di Cristo sulla terra. Finora, eccetto poche eccezioni, sono le EDIZIONI SEGNO quelle che hanno portato la questione parusiaca alla ribalta degli studi teologici, accogliendo il dibattito degli studiosi sia con la pubblicazione di libri sia con la pubblicazione di articoli presso le loro riviste.

Cerchiamo ora di tracciare un bilancio teologico e profetico-rivelativo sul tema della Parusia intermedia di Cristo risorto, con l’ intenzione di aprire nuove ipotesi di studio. L’argomento più convincente, per distinguere una venuta gloriosa di Cristo, da quella dogmaticamente riconosciuta, cioè quella della Parusia Finale, è la separazione temporale che TEOFILO IL SICULO ha proposto ne La Venuta dell’Anticristo e la Parusia intermedia operando una distinzione riguardo alla venuta dell’Anticristo e alla venuta di Satana, erroneamente assimilate da sant’AGOSTINO. In tal modo si è delineata la figura dell’Anticristo nel Nuovo Testamento come il “figlio” di Satana, da cui trae la forza per perseguitare la Chiesa e il Papa attraverso i sistemi atei, gli scismi e i traditori.

Pertanto, tenendo in considerazione la duplice connotazione teologica della parola greca <Antichristos>, si sottolinea anche la binarietà della Parusia di Cristo Risorto: una in rapporto alla sconfitta dell’Anticristo alla fine dei tempi, la Parusia intermedia; e l’altra in rapporto alla sconfitta definitiva di Satana alla fine del tempo, la Parusia finale.

Da notare come padre MARTINO PENASA considera le venute gloriose di Cristo in tre circostanze, giacché considera la Risurrezione come la prima venuta gloriosa di Cristo. Si tratta qui di una ulteriore specificazione teologica del concetto di Parusia, dove si costituisce storicamente il termine “parusia”, in quanto Ritorno o Venuta gloriosa di Cristo dopo la sua morte cruenta. Infatti, possiamo affermare che l’evento della Risurrezione è il fondamento della speranza dei cristiani per le altre due Venute Gloriose che si attendono dopo l’Ascensione di Cristo al Cielo.

Stiamo trattando di due venute gloriose, quella intermedia e quella finale, che reintrodurranno nella storia il Cristo Risorto. Mentre è assodato il fatto che Cristo è sempre stato presente nella storia a partire dall’Incarnazione da quando ha stabilito la sua Presenza Sacramentale nell’Eucarestia. Ma, mentre nell’Eucarestia abbiamo il Cristo Risorto sacramentale, nelle due attese Parusie avremo la visione del Cristo Risorto come Figlio dell’Uomo così come promesso dalle Scritture profetiche. Ed è in fondo l’Eucarestia e la liturgia che preparano i cristiani alle due Parusie e anticipano misticamente la comunione con il Risorto. Da queste considerazioni, si può affermare che la Parusìa è una sola, come afferma il Magistero in quanto è un evento che si estende tra il tempo e l’eternità di Dio (evento metastorico), ma che questa Parusia o Ritorno di Cristo avviene nel nostro tempo almeno in tre momenti storici distinti e fondamentali.

Tenendo presente che alla fine le prime due venute di Cristo risorto sono preparatorie alla terza, quello conclusiva e definitiva, la Parusia finale quando il tempo verrà assorbito dall’eternità di Dio. Si tratta, come si vede, di specificare meglio il dogma della Parusia di Cristo nel suo sviluppo storico-salvifico, senza essere limitativi riguardo ai testi biblici e carismatici, i quali prospettano e richiamano più venute di Cristo, mentre la teologia attuale è ferma sulla definizione di Parusia finale, senza specificare bene che cosa intende per “finale”, perché una cosa sono la fine dei tempi, dove si colloca la Parusia intermedia, ed una cosa è la fine del tempo o della storia, dove si colloca la Parusia finale.

Così intesa, il concetto di Parusia intermedia, si inserisce naturalmente nel processo escatologico della rivelazione gloriosa di Cristo, che la Chiesa chiama ed ha fissato come dogma con il nome di Parusia, chiarendone aspetti e modalità che finora erano rimasti oscuri. Pertanto, sia chiaro ai detrattori di questa, che ci stiamo muovendo all’interno dell’ortodossia cattolica, pur apportando nuovi contributi teologici.

Una volta determinata la figura dell’Anticristo, è bene soffermarsi sulla binarietà della Parusia di Cristo glorioso, cioè sulle due Parusie dopo l’Ascensione di Gesù per chiarire i momenti salvifici, previsti dall’escatologia biblica e dai messaggi carismatici. Procederemo all’analisi del concetto di Parusia intermedia tenendo in conto i dati biblici e carismatici col nuovo metodo teologico, denominato profetico-rivelativo, i cui principi metodologici sono esposti da TEOFILO IL SICULO, Il tempo dell’Anticristo e la Parusia intermedia, pp. 17-25.

 

a. Esegesi del termine <parusia>.

 

Il sostantivo <Parusia>, dal greco parousía, ha il doppio significato di <presenza> e <venuta>. Il termine espresso nella letteratura greca ha un senso tecnico impiegato per l’arrivo di un signore, di un sovrano, perfino della venuta soccorrevole di un dio.

Il termine parusia è usato spesso nel Nuovo Testamento per designare la venuta gloriosa del Signore. Accade, però, che alcune volte nelle Sacre Scritture il termine non è possibile riscontrarlo se non nella sua allusione e in circostanze non ben definite. Pertanto si può dire che nell’Apocalisse: “benché il nostro vocabolo non v’appaia affatto, è piena di una vibrante speranza parusiaca” (OEPKE 1974, p. 871). L’indeterminatezza del nostro termine può essere risolta dall’analisi del contesto ove esso è evocato, dalla testimonianza della prima Tradizione e dall’uso tecnico del vocabolo.

Questi tre motivi ci autorizzano a differenziare le due manifestazioni gloriose di Cristo, la Parusia intermedia di Ap 20, 1-6 e la Parusia finale di Ap 20, 7-15, che attualmente sono ritenute l’una la copia dell’altra, o, quella di Ap, 20, 1-6 , cioè la Parusia intermedia, un richiamo simbolico alla Risurrezione, come diceva s. AGOSTINO, cancellando così dalla storia salvifica un millennio, il millennio felice di Ap 20, 1-3. Ma non tutti sono d’accordo con questa interpretazione, la quale compromette il senso letterale ricavato dal testo dell’Apocalisse, come rileva il teologo, ALDO GREGORI il quale ne La Venuta intermedia di Gesù ha scritto: “Confondere il millennio con tutta la storia della Chiesa, dalla risurrezione di Gesù alla fine del mondo, significa mettersi nell’impossibilità di capire, non solo il capitolo XX dell’ Apocalisse ma, oserei dire, tutta la S. Scrittura, dal Vecchio al Nuovo Testamento” (ed. Alone 1992, p. 47).

Pertanto solo ritornando alla Bibbia e considerando il senso letterale della Parola di Dio, che mai la Chiesa ha condannato, si può ritrovare il vero messaggio della Parusia intermedia e del relativo millennio felice, dove Cristo sarà il Re incontrastato del mondo, soprattutto nella dimensione eucaristica, dopo aver gettato Satana nell’abisso e l’Anticristo e lo Pseudoprofeta nello stagno di fuoco, con tutti i loro seguaci.

Abbiamo messo in evidenza come nella lingua greca è chiaro l’uso del termine Parusia: è un termine tecnico, ma tradotto in latino <adventus> (venuta) perde il suo carattere tecnico e diventa un termine generico, che può indicare molte più realtà.

In latino <adventus> si usa anche per indicare la venuta di Cristo nella Risurrezione. I Padri latini, non conoscendo l’uso tecnico della parola, specialmente chi ha studiato male il greco, come s. AGOSTINO, e per l’ambiguità del termine <adventus>, e per altre motivazioni che vedremo in seguito, hanno compiuto un’operazione esegetica che sa d’incredibile: associarono il termine <adventus> creduto per Ap 20, 1-6 la venuta intermedia di Cristo con l’<adventus> della Risurrezione. Per confutare questa confusione occorre confrontare i due momenti salvifici per notare le sostanziali differenze.

Dall’analisi del termine <<Parusìa>> nel Nuovo Testamento abbiamo riscontrato quattro caratteristiche:

1° è universale: riguarda sia gli uomini viventi che quelli trapassati sia gli angeli buoni che quelli decaduti;

2° è conflittuale: vi è una battaglia definitiva tra bene e male, con vittoria di Dio sul Maligno;

3° è giudiziale: vi è una separazione netta dei due schieramenti creati da Dio e manipolati da Satana;

4° è trasformante: l’universo viene purificato da ogni traccia del male; vi è una risurrezione dei corpi o trasfigurazione dei fedeli vivi, a secondo dei due momenti di ricreazione della prima e della seconda risurrezione.

 

Si dà una “parusìa” quando si realizzano le quattro caratteristiche succitate. E le caratteristiche si riscontrano solo nella Parusìa intermedia che dà luogo alla trasfigurazione dei fedeli vivi (prima risurrezione) e nella Parusìa finale, che dà luogo invece alla risurrezione generale (seconda risurrezione). Se i primi cristiani hanno potuto trovare nel vocabolo greco un concetto quasi analogo per designare un evento sacro, quale la Parusìa del Signore, i latini dovevano accontentarsi di un comunissimo ‘adventus’, che non ha nessuna accezione tecnica né sacrale come il suo corrispettivo in italiano, ‘venuta’.

Questa ipotesi filologica può essere la base per spiegare l’interpretazione grossolana di AGOSTINO, che non coincide con la Sacra Tradizione e forza inevitabilmente il contesto di Ap 20, 1-6 e il suo senso letterale (cfr. Il Grande Equivoco di S. Agostino di TEOFILO IL SICULO e PENASA 1994, pp. 139-168).

Ci chiediamo: “Può la Risurrezione essere una Parusìa?”.

La risposta è adesso a portata di mano. Brevemente la Risurrezione può definirsi una venuta gloriosa ma non una Parusìa, perché non è stata universale, ma limitata al popolo ebraico; è parzialmente conflittuale, perché il male, pur essendo sconfitto, non è stato completamente debellato, sicché Satana è ancora il principe di questo mondo; non è giudiziale, perché i giusti convivono ancora con i malvagi; non è trasformante in quanto il mondo e l’umanità sono rimasti tali come Cristo li ha lasciati, sebbene agisca in modo misterioso la grazia santificante. Si impone, dunque, un distinguo nelle venute del Signore Gesù, che non sono tutte uguali, ma vanno opportunamente differenziate in tre venute gloriose, le ultime delle quali sono propriamente due Parusie. La differenza sostanziale è quella che nella Risurrezione abbiamo delle apparizioni locali di Cristo risorto limitate ad Israele e agli ebrei, mentre nella Parusia intermedia e in quella finale le apparizioni di Cristo risorto sono universali, cioè riguardano tutte le nazioni e tutti i popoli.

In conclusione siamo dell’avviso che tecnicamente sono due le Parusìe del Signore: la Parusìa intermedia per sconfiggere la Triade infernale (Satana, l’Anticristo e lo Pseudoprofeta) e ricreare il mondo per gli eletti trasfigurati dalla seconda Pentecoste; e la Parusìa finale per sconfiggere Satana e ricreazione del mondo per i risorti. E se con la teologia giungiamo a queste conclusioni, a livello profetico-rivelativo non manca una maggiore chiarezza sulla binarietà della Parusìa del Signore, come rileviamo in seguito nei messaggi carismatici.

L’interpretazione arbitraria di s. AGOSTINO ha sottratto all’Apocalisse, e alla prima Tradizione il senso letterale ad una Parusia, la Parusia intermedia, caricando inevitabilmente di troppi significati e situazioni quella finale. Per giustificare questa tardiva interpretazione si sono interpretati in senso allegorico i testi sacri e sono stati accusati ingiustamente i primi Padri della Chiesa, nonché alcuni santi e martiri come BARNABA, PAPIA, LATTANZIO, GIUSTINO, IRENEO, ecc., di essere stati dei “millenaristi”, perché sostenevano l’interpretazione più semplice ed immediata, l’interpretazione letterale di Ap 20,1-6.

In realtà, i colpevoli dello stravolgimento ermeneutico del testo sacro e della prima Tradizione sono ORIGENE, già segnalato allora come eretico, e due dei suoi ammiratori e seguaci nell’applicazione arbitraria del metodo allegorico: s. GIROLAMO e s. AGOSTINO. Ricordiamo che le condanne ad ORIGENE e dell’origenismo furono comminate anche dall’imperatore Giuliano e dal sinodo di Costantinopoli del 543, e poi nei documenti preparatori del Concilio Ecumenico Costantinopolitano III avvenuto nel 553.

Ci siamo resi conto che gli studi patristici non rilevano bene il gravissimo errore di quest’ultimi Padri, che riguardo a questo argomento non sono affatto credibili. Ci chiediamo, infatti, come si può seguire l’insegnamento di un eretico e definire quegli autori dei modelli inappellabili di autorità nell’interpretazione dei testi sacri. Questa situazione è stata riportata da V. MERCANTE, il quale afferma: “L’interpretazione simbolica e spirituale del millennio risale a ORIGENE e ad AGOSTINO ed è oggi quella generalmente sostenuta” (cfr. Millenarismo e Parusia, p. 159). Ma al di là dell’origine ereticale dell’interpretazione simbolica del millennio felice introdotto da Cristo risorto nella parusia intermedia si può trovare un riscontro biblico e teologico alle parole di ORIGENE e s.AGOSTINO? La nostra risposta è decisamente negativa e vedremo in seguito i motivi storici-teologici legati ad essa.

Gli studiosi inoltre, sulla falsariga di Eusebio di Cesarea, hanno impostato male la <questione millenarista>. Invero si dovrebbe parlare della <questione parusiaca>, in quanto il millennio felice è uno degli effetti della parusia intermedia, gli altri effetti sono il giudizio interiore o delle nazioni, la seconda pentecoste, la prima risurrezione dei santi martiri e la trasfigurazione dei viventi, Cieli e Terra nuovi purificati da ogni contaminazione fisica e spirituale, catabasi della Gerusalemme messianica, Regno Eucaristico di Cristo e mondo liberato dalla presenza di Satana e dei suoi demoni. Inoltre gli studiosi non hanno ben chiaro che AGOSTINO e GIROLAMO contrastando il “millenarismo” non hanno cancellato, come i suddetti pensano, il concetto di millennio, per il quale non esiste più una questione millenarista, ma -badate bene- lo hanno solo trasformato in una forma più accettabile.

Infatti, assimilando la Parusia intermedia con la Risurrezione, sostengono in realtà un “millenarismo attualizzato”, foriero di gravissimi errori, che il cristianesimo ha portato in seno, causando tra l’altro l’errore dell’attesa della fine del mondo nell’anno mille, all’interno di una concezione del modulo della settimana universale per il quale l’umanità vivrà tanti millenni quanti i giorni della creazione. Se da questo modulo si toglie il giorno della Parusia intermedia di sottrae un millennio all’umanità, ed in effetti il conteggio di s. AGOSTINO si è dimostrato infondato, come dimostreremo più avanti.

 

b. La parusia intermedia e la parusia finale

 

Mettendo a confronto le due venute gloriose del Signore si può notare come i testi del Nuovo Testamento non concordano nel dare una visione unica della parusia, ma sottolineano le differenze non solo cronologiche, ma anche teologiche e di situazione delle due parusie.

La Parusia intermedia non giungerà all’improvviso, se vegliamo (Mt 24, 33), se leggiamo i segni dei tempi e se calcoliamo il numero della bestia (Ap 13, 18). Invero sappiamo che l’Apocalisse si snoda cronologicamente attraverso la scansione dei sette Sigilli. L’Anticristo si trova nel tempo del sesto sigillo, che sta per compiersi secondo alcune Rivelazioni Private che stanno svelando i sensi nascosti delle sacre scritture.

Il Cristo Risorto sconfiggerà l’Anticristo e inizierà un nuovo tempo o età, o, come dice s. Giovanni, un nuovo millennio. È il settimo millennio, secondo il modulo della settimana universale, che ci accompagna e ci prepara all’eternità beata dell’ottavo giorno della risurrezione generale. Ma è anche il millennio atteso dagli ebrei, che ripristina le condizioni edeniche del paradiso terrestre interrotte dal peccato originale, ma che a sua volta è stato cancellato dal battesimo di sangue di Cristo, ossia con la redenzione da lui operata. Il tema del ripristino del paradiso terreste è presente anche nei messaggi carismatici. Ecco cosa comunica la Madonna a don Gobbi su questo argomento: “E’ vicino il regno glorioso di Cristo, che si stabilirà fra voi, con la seconda venuta di Gesù nel mondo. E’ il suo ritorno nella gloria. E’ il suo glorioso ritorno, per instaurare fra voi il suo Regno e riportare tutta l’umanità, redenta con il suo preziosissimo sangue, allo stato del suo nuovo Paradiso terrestre.” (Ai Sacerdoti, figli prediletti della Madonna, p. 805).

Ma è sorprendente notare come la teologia cattolica sta riqualificando il tema del nuovo Paradiso terrestre, altrimenti chiamato il millennio felice. A tal proposito afferma l’esegeta francese P. Prigent: “Uno studio dei testi che, sia nel giudaismo che nel cristianesimo primitivo, precisa che la durata del regno messianico (i mille anni) permette una conclusione sicura: si tratta sempre di una durata significatica. Un medesimo principio governa la quasi totalità di questi calcoli: una profezia (Sl 90, 15; Is 65, 22) attribuisce al regno messianico una durata identica a quella di un periodo di prova o di benedizione. Ora questi periodi hanno durate ben note. Così il soggiorno nel paradiso, di cui Is 65,22 annuncia il ritorno messianico, lo si ritiene della durata di poco meno di mille anni. In realtà Dio aveva avvertito Adamo che sarebbe morto il giorno che avrebbe mangiato del frutto proibito (Gen 2, 17). Ora un giorno del Signore è come mille anni (Sal 90, 4); e, di fatto, Adamo è morto a 930 anni (Gen 5,5), dunque prima della fine del giorno paradisiaco. Sulla base di queste tradizioni giudaiche vari cristiani hanno affermato che il soggiorno nel paradiso instaurato dal messia avrebbe la durata di mille anni (cf. Giustino, Dial. con Trifone, 81; Ireneo, Adv. Haer., 5,23,2).

Stabilire che il regno messianico dura mille anni, significa dunque in linguaggio simbolico, che esso restaura le condizioni della vita paradisiaca interrotta con la caduta” (Prigent 1985: 604-605).

E, in effetti, nell’Apocalisse si parla del “serpente delle origini” (12,9), e del genesiaco albero della vita, i frutti del quale verranno offerti a coloro che con Cristo saranno i vincitori di Satana (2,7; 22, 14.19). In breve si può dire che nell’Apocalisse la protologia e l’escatologia si incrociano in un tutt’uno nel Nuovo Adamo, Cristo Risorto.

Pierre Prigent è uno degli esegeti di spicco, che si sono staccati e purificati nelle loro analisi dalle contaminazioni agostiniane, come anche Aldo Gregori e Martino Penasa e Teofilo il Siculo. Purtroppo ve ne sono altri che ancora sono legati alle interpretazioni dell’africano di Tagaste e per tale ragione spiegherò in seguito la causa e le motivazioni che hanno portato alla falsificazione del messianismo escatologico..

La pecularietà della Parusia intermedia, oltre ad essere collocata cronologicamente all’interno della Bibbia, è anche evidenziata dai “segni premonitori”del suo attuarsi storico. Nei sinottici ravvisiamo sette segni, anticipatori della Parusia intermedia.

Essi sono:

1) <Molti verranno e cercheranno di ingannare molta gente; si presenteranno con il mio nome e diranno: “Sono il Messia”!> (Mt 13,6). <Verranno molti falsi profeti e inganneranno molta gente> (Mt 24, 11).

2) <Sentirete parlare di guerre, vicine o lontane> (Mt 24, 4).

3) >Ci saranno terremoti e carestie in molte regioni> (Mc 13, 8).

4) <Voi sarete arrestati, torturati e uccisi> (Mt 24, 9).

5) <Il male sarà tanto diffuso che l’amore di molti si raffredderà> (Mt 24, 12).

6) <Il messaggio del Regno di Dio sarà annunciato in tutto il mondo. E allora verrà la fine> (Mt 24, 14).

7) <E subito dopo le tribolazioni di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna perderà il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo, e le forze saranno sconvolte. Allora si vedrà nel cielo il segno del Figlio dell’Uomo> (Mt 24, 29-30).

 

Per San Paolo i segni che precedono la Parusia intermedia sono tre: gli sconvolgimenti ambientali e sociali, l’apparizione dell’Anticristo (2 Tes 2,8), e la conversione degli Ebrei (Rm 11, 25).

 

Nell’Apocalisse i segni che indicano l’imminente Parusia intermedia sono tre:

1) i <due Testimoni> che profeteranno fino a quando l’Anticristo li ucciderà (Ap 11, 1-3). Sono forse due carismatici che ricevono i messaggi celesti?

2) Il <segno grandioso>: una donna vestita di sole (Ap 12, 1-6). È Maria che si manifesta attraverso le Rivelazioni Private. Ma in senso più largo è da intendere la comunità dei cristiani che accettano la protezione del Cuore Immacolato di Maria.

3) La <statua animata> dallo spirito dello Pseudoprofeta (Ap 13, 14-18). È lo Spirito dell’ Anticristo, che prenderà possesso di un corpo umano, muovendolo come se fosse una “statua”, ossia un vuoto simulacro.

 

Purtroppo nè l’esegesi, nè la teologia in genere considera in blocco i segni succitati nè a volte dà loro una validità significativa, perché discreditati da una impostazione razionalistica (cf. Gozzelino 1993: 143-145; Auer 1979: 204-211). Generalmente sono considerati non come segni anticipatori delle Parusia intermedia, ma della Parusia finale, pertanto l’esegesi di questi versetti è viziata da una visione “finalista”, che non appartiene assolutamente ad una visione biblica, ma agostiniana.

 

I segni anticipatori della Parusia finale sono tre:

1) la liberazione di Satana dopo i mille anni (Ap 21, 7);

2) vi sarà poi l’apostasia delle nazioni (Ap 21, 8);

3) guerra e assedio all’accampamento dei santi e alla Città diletta (Ap 21, 9).

 

Analizziamo ora succintamente le differenze che intercorrono tra la Parusia intermedia e la Parusia finale per una migliore comprensione di queste, al fine di comprendere il gravissimo errore esegetico di Agostino nell’associare la Parusia intermedia alla Risurrezione di Cristo.

 

a) La Parusia intermedia:

Carattere preparatorio:

1- esultanza del cielo (gli angeli), perché viene condannata Babilonia (= il mondo corrotto, inteso nel senso di “villaggio globale”) la prostituta (Ap 18,20. 18, 1-5). Ciò è un anticipo del giudizio di Dio;

2- un angelo possente prese una pietra grande come una mola e la gettò nel mare (Ap 18, 21). È l’anticipo della purificazione del mondo che ha rinnegato Dio, ucciso i suoi profeti, e si è prostituito a Satana;

3- un’immensa folla simile a fragore gridava il possesso del suo (del Signore) Regno e che quindi sono giunte le nozze dell’Agnello (Ap 19, 6-8). È l’anticipo della presa di possesso del regno del Signore sulla terra che coincide con l’unione più profonda (nozze) tra il Verbo di Dio e la Chiesa.

 

Carattere realizzatore:

1- È universale. Tutti vedranno gli effetti della Parusia. Si apre il cielo alla comparsa del Cavaliere celeste (Gesù Risorto), accompagnato dalle schiere angeliche, che giudica e combatte con giustizia (Ap 19, 11);

2- Vi è un primo combattimento escatologico. Combatte con giustizia la Bestia (l’Anticristo-uomo), che è a capo dei re della terra con i loro eserciti (Ap 19, 19). Vengono sconfitti gli eserciti terreni e catturati la Bestia e lo Pseudoprofeta. Entrambi furono gettati vivi nello stagno di fuoco, ossia all’Inferno (Ap 19, 19). Tutti gli altri furono uccisi dalla “spada” (la Parola di Dio giudicante) che usciva dalla bocca del Cavaliere (Ap 19, 21);

3- Vi è il <Giudizo delle Nazioni>. Vengono condannate le genti che hanno operato iniquità (Ap 19, 15) e le nazioni sedotte da Satana (Ap 20,3). Non è il giudizio finale, perché il giudizio riguarda solamente i vivi e i morti. Al giudizio vi partecipano anche i santi (Ap 20,4). Il Dragone rosso viene rinchiuso nell’Abisso per mille anni, affinché non seduca più le nazioni (Ap 20,2);

4- Il regno. Le nozze della Chiesa con l’Agnello dureranno mille anni. Al regno vi parteciperanno i cristiani accorti che non si sono fatti marchiare dal marchio dell’Anticristo. Oltre ai superstiti regneranno le anime dei decapitati. Vi è dunque la prima risurrezione per i santi e i beati, e una necessaria trasfigurazione per i superstiti vivi ad opera dello Spirito Santo. La trasfigurazione (come per Gesù in Lc 9, 28-36) è un anticipo della risurrezione (Ap 20, 4-6). I vivi trasfigurati non subiranno la seconda morte, quella spirituale, che è la perdita della grazia, ma subiranno la prima morte, che è la morte fisica, per trovarsi nella risurrezione generale alla fine del tempo.

Che la Parusia intermedia sia la causa della prima resurrezione, intesa proprio in senso letterale, è teologicamente ammissibile, in quanto se la risurrezione di Cristo è causa a sua volta della risurrezione generale, tanto più la Parusia intermedia è causa principale della prima risurrezione. La risurrezione dell’umanità dai testi sacri sembra essere scandita a tappe secondo la pedagogia e il volere divino. Infatti un primo effetto della risurrezione di Cristo è stata la risurrezione di Maria, commemorata e regolata nella Chiesa col dogma dell’Assunzione in cielo in anima e corpo.

Dunque, da subito, una creatura ha beneficiato della risurrezione, in un giorno preciso appartenente alla storia. Pochi sanno, che prima ancora di Maria, beneficiarono della risurrezione, riprendendo i corpi, anche alcuni familiari di Gesù e dei patriarchi: “Come effetto della Sua (risurrezione) e quale pegno e caparra della nostra, ordinò a molti delle anime liberate di riunirsi ai loro corpi risuscitati a vita immortale, fra essi s. Anna, s. Gioacchino, s. Giuseppe ed altri Patriarchi, singolari per la loro fede e speranza nell’Incarnazione (Agreda 1996: 366)”.

Se la risurrezione di Gesù, che può essere definita una <parusia in piccolo> (cfr. Maria Valtorta) , ha dato già dei frutti di risurrezione, che avverrà durante la Parusia intermedia se non una prima grande risurrezione dei giusti? Col battesimo i giusti che passarono a miglior vita, hanno in potenza la facoltà di risorgere, perché è una facoltà pertinente alla Parola ricreante di Dio. Nel battesimo siamo morti e risorti in Cristo. I cristiani vivi beneficiano del mistero pasquale già a livello spirituale, ma è anche possibile, per volere divino, beneficiarne a livello corporeo, con una <trasfigurazione> dell’anima e del corpo, come anticipo della risurrezione generale per i meriti della Croce di Cristo.

 

Inoltre all’inizio del millennio compare la Gerusalemme messianica. La città scenderà dal cielo e si poserà in un punto sulla terra (a Dozulé, secondo un messaggio celeste). La Trinità vi prenderà stabile dimora (Ap 20, 9-27. 22, 1-5). Tuttavia, secondo il libro dell’Apocalisse, vi sono <le foglie dell’albero> che servono a guarire le nazioni, perché è ancora un tempo, quello dei mille anni, della misericordia di Dio attraverso i sacramenti e la mediazione della Chiesa.

 

b) La Parusia finale:

1- È universale: Riguarda tutte le nazioni (Ap 20, 7);

2- Tempo: Avverrà quando i mille anni saranno compiuti e Satana liberato (Ap 20,7);

3- Modalità: Scompare la prima creazione: <erano scomparsi cielo e terra> (Ap 20,11);

4- Giudizio: È il Giudizio universale per i vivi e i morti di ogni tempo (Ap 20, 12-14): È il giudizio definitivo per Satana, relegato nello stagno di fuoco;

5- Nuova creazione. Viene creato un nuovo cielo e una nuova terra e ricompare una nuova Gerusalemme, la Gerusalemme celeste (Ap 21, 1-2). Dio dimorerà con il suo popolo ed Egli sarà il “Dio-con-loro” (Ap 21, 3). Non ci sarà morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate (Ap 21, 4).

 

Dal confronto delle due Parusìe, se ne deducono le differenze, sia nel tempo e sia nel modo. E se non sono tra loro assimilabili, nonostante una certa similitudine (le due parusie sono state erroneamente assimilate da Vanni 1991: 319, “si tratta senz’altro della seconda venuta”), ancor meno è assimilabile la Parusia intermedia alla Resurrezione come abbiamo già dimostrato in precedenza. Dal confronto abbiamo notato che tra i due eventi salvifici non c’è un elemento che richiama le due diverse manifestazioni del Signore.

 

 

c. Luogo teologico della parusia intermedia.

 

Il tema della Parusia intermedia trova il suo naturale luogo teologico nel messianismo regale che attraversa trasversalmente sia l’Antico Testamento sia il Nuovo. La Chiesa ha condannato quella visione edonistica del millenarismo fornita dall’eresiarca Cerinto, dove i mille anni erano intesi come un lungo periodo caratterizzato dal predominio assoluto dei piaceri materiali, perché estraneo alla visione biblica che concepisce il regno di Dio nella giustizia e nello Spirito Santo. Dice S. Paolo: “Il Regno di Dio non è cibo né bevanda, ma giustizia, pace, gioia nello Spirito Santo” (Rm 14, 17).

Orbene la Chiesa non ha condannato quindi il senso letterale che la Bibbia fornisce sul millennio felice del Regno di Dio instaurato da Cristo glorioso nella Parusia intermedia, anzi lo stesso Cardinale RATZINGER, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha riconosciuto che il problema del secondo ritorno di Gesù non è ancora concluso e che esso è aperto alla libera discussione. V. MERCANTE riassume, nel suo libro Millenarismo e Parusia. Indagine storico-critica, questa discussione sul millennio in due interpretazioni, che è bene conoscere: “Nonostante le innumerevoli divergenze, le opinioni degli esegeti sul millennio (di Ap 20, 1-3), si riducono sostanzialmente a due:

1- interpretazione cronologica-letterale.

2 - interpretazione simbolica-spirituale”.

Da questo dibattito si deduce che il millennio dell’Apocalisse 20, 1-3 non si deve confondere con il millenarismo eterodosso degli eretici ma, come scriveva giustamente lo studioso mons. Aldo Gregori ne La venuta intermedia di Gesù, esso è il millennio della regalità del Signore, che ancora deve essere studiata dagli esegeti per definire la Parusia intermedia all’interno della escatologia, la quale fu creduta da molti Padri della Chiesa fino al III-IV secolo dopo Cristo e venuta meno con l’interpretazione simbolica. E, mi auguro, che questa affermazione abbia l’effetto di liberare il campo da possibili fraintendimenti del lettore, spesso ignaro di tali dibattiti, e di annullare anticipatamente ingenue accuse di eresie sulle affermazioni positive che si sono fatte sulla Parusia intermedia, giacché sarebbero accuse gratuite e frutto di poche letture.

In effetti alcuni esegeti hanno fin troppo interpretato in senso simbolico il millennio del capitolo XX dell’Apocalisse, quando invece si deve definire esattamente il senso letterale come impone una corretta ermeneutica dei testi. Scrive Francesco SPADAFORA: “Compito importante dell’ermeneutica è definire con esattezza i vari aspetti del senso letterale, l’esistenza e la natura del senso tipico e di quello adeguato o pieno, per fissare le norme che l’esegeta deve eseguire nel suo lavoro. In realtà nella S. Scrittura, corrispondentemente alla duplice sua caratteristica di libro umano e divino, risponde un duplice senso: letterale e tipico. Bene intesa, questa distinzione può dirsi adeguata... Ecco perché i Sommi Pontefici hanno sancito la regola d’oro, già formulata dai Padri e dai Dottori della Chiesa: prima e somma cura dell’esegeta sia la ricerca del senso letterale” (in Dizionario Biblico, p. 544).

Per tal motivo crediamo di somma importanza inquadrare la Parusia intermedia e il relativo regno messianico o millennio felice all’interno del messianismo regale, perché la sua rivalutazione teologica è legata principalmente alla venuta del Messia secondo la storia della profezia biblica e nella gloria universale del Risorto.

 

 

3. IL MESSIANISMO REGALE NEL GIUDAISMO

 

Iniziamo con lo stabilire una definizione introduttiva al tema del messianismo: “Il messianismo può essere inteso come quella concezione biblica che attribuisce al rappresentante della monarchia israelitica un ruolo particolare il regno di Dio e la salvezza del popolo” (FABRIS 1977, p. 519).

All’interno di questa nozione generale sono sorte due interpretazioni: il <messianismo regale o dinastico> e il <messianismo escatologico>, che si precisa ulteriormente come messianismo profetico, sacerdotale, apocalittico ecc.

Ma fra tutte le interpretazioni sul Messia, continua il FABRIS, la più antica è quella del <messianismo regale>. L’attesa messianica era concentrata su una figura escatologica carismatica della casa di Davide, che sarebbe stata la guida del popolo e che avrebbe portato la salvezza con la vittoria sui nemici. In origine questa attesa è con molte probabilità (dall’epoca dei re) un’ attesa politica (2 Sam 22, 5= Sal 18, 51). In uno stadio ulteriore l’accento si sposta sulle qualità specifiche del Messia atteso, che dovrà compiere la giustizia e stabilire un regno di pace e di libertà sulla terra. Questa tendenza si rafforzò all’inizio dell’occupazione romana della Palestina (63 a. C.) così che negli scritti di tarda apocalittica il Messia figlio di Davide passa in primo piano (cfr. libro di Esdra, Baruc asiatico e Nuovo Testamento).

Si nota così come l’opposizione degli zeloti contro la forza di occupazione romana ha perciò una precisa componente messianica. L’esperienza storica di Cristo si cala in tale contesto culturale, che risulta alquanto deviante per l’interpretazione della divinità di Gesù da parte degli ebrei. Infatti al <messianismo regale> con la figura del figlio di Davide, andava aggiunta una riflessione sulla figura del Servo di Yahvé (Isaia) e sulla figura del Figlio dell’Uomo (Daniele). Gesù nel corso della sua predicazione cercò di illustrare una concezione messianica che comprendesse tutte le figure messianiche e non solo quella posta erroneamente in luce dal nazionalismo zelota. Per tale ragione gli Ebrei non accettarono Gesù come Messia, in quanto attendevano un capo politico che li liberasse dai romani e instaurasse nuovamente il regno al modo del re Davide. Il messianismo regale cominciò a declinare a partire dalla guerra di Bar Kokba contro i romani (132-135 d. C.).

Successivamente, dopo la sconfitta di tanti pretendenti messia, e più ancora dopo la sconfitta di Bar Kokba, i rabbini svilupparono la concezione di un Messia sofferente, capace di offrirsi per i peccati di Israele sino alla morte nella decisiva battaglia degli ultimi giorni. Si attende perciò un messia-uomo e la sua sconfitta in funzione redentiva. Questa concezione, eterodossa rispetto alle originarie fonti bibliche, si è imposta nel corso del sec. XVIII con il sabatianesimo.

Il declino della originaria concezione messianica, quella regale, è stata compromessa non da una attenta analisi dei testi biblici, ma dall’esperienza storica dei falsi messia. Purtroppo gli Ebrei non hanno una chiara concezione della figura dell’Anticristo e dei suoi predecessori. Gli anticristi dell’ebraismo, come per il cristianesimo, con la loro presenza ed azione hanno distorto la giusta concezione del messianismo biblico che appartiene alla santa Tradizione ebraico-cristiana. Per colpa di vari anticristi molti ebrei, nostri contemporanei, hanno perso la fede nel <Dio che viene>. Applicando il criterio evangelico di anticristo come rinnegatore di Dio e della sua Parola possiamo dire che gli anticristi più noti nell’ebraismo sono: il capo dei zeloti, Menachem ben Jehudah; Simon ben Kosiba (Kokba), che suscitò un movimento messianico tale da portare in epoca talmudica alla già citata guerra di Bar Kokba. Nel secolo XII un cabalista, Abraham ben Shemuel Abufalia cercò addirittura di convertire il Papa, Nicola III (1280).

Probabilmente l’anticristo più famoso è Shabbetaj Zevi (IIª metà del sec. XVIII) che portò l’intero giudaismo in una profonda crisi e screditò agli occhi di molti ebrei il messianismo tradizionale. Ritengo che sia importante conoscere il fondatore del sabatianesimo, sia per il declino dell’idea del messianismo regale sia per la conoscenza delle concezioni escatologiche del giudaismo massonico, che bene ha messo in evidenza P. Mantero ne L’Altra faccia della storia. Infatti non si potrebbe comprendere l’ostinazione di questo gruppo ebraico e della massoneria in genere, se essi non avessero una qualche speranza di vittoria nel futuro.

Contrariamente a ciò che si afferma nell’Apocalisse gli anticristi credono nella sconfitta del Messia e nella vittoria dell’Anticristo. Dalla storia di questo anticristo di stirpe ebraica comprenderemo in che modo si è sovvertita la Parola di Dio.

SHABBETAJ ZEVI nacque a Smirne nel 1626. Ben presto mostrò una tendenza ereticale, proclamando il tetragramma sacro e la celebrazione delle tre feste del pellegrinaggio in una sola settimana (cfr. MAIER, Piccolo dizionario di ebraismo,1985, p. 555). Cacciato da Smirne, Salonicco e Costantinopoli egli visse per un certo periodo a Gerusalemme. Nel 1655 incontrò a Gaza il cabalista Nathan ben Elisha, ritenuto allora quasi un santo, che lo convinse della sua missione messianica e che divenne il suo profeta. Ancora una volta si ripete qui, come altrove, lo schema dell’Apocalisse: anticristo-pseudoprofeta.

Shabbetaj proclamò pubblicamente di essere il Messia, quindi tornò a Smirne, dove si presentò come il Messia regale. Stabilì poi il 18 giugno 1666 (se l’anno viene letto in chiave numerologica si ravvisa il numero della bestia 666, il segno inconfondibile dell’Anticristo, cfr. Ap 13,18) come il giorno della redenzione. Shabbetaj venne ben presto arrestato dall’autorità turca e posto davanti alla possibilità di scegliere tra l’essere ucciso o il passare all’islamismo; egli contro ogni ragionevole previsione si decise a favore della conversione alla religione islamica. Né la sua apostasia dal giudaismo né la sua morte nel 1676 significarono la fine del movimento sabatiano. Il profeta Natan trasformò questa apostasia in una precisa posizione teologica, spiegandola come necessaria del processo di redenzione: il Messia deve sprofondare nel mondo del male e dei demoni in quanto soltanto così potrà liberare se stesso e Israele. Dopo la morte di Shabbetaj sorse la leggenda del suo rapimento e del prossimo ritorno del Messia.

La sua dottrina è stata adottata in modo radicale nel movimento di Doenmeh e dei frankisti (di J. Frank) e ha gettato tutto il giudaismo in una crisi le cui conseguenze sono ampiamente avvertibili anche oggi con il discredito di ogni forma di attesa messianica e con il rifiuto della <mistica>.

Non meravigliamoci, dunque, se una buona parte degli ebrei professa l’ateismo e neanche c’è da sorprendersi se alla base della conoscenza occulta della massoneria giudaica vi siano degli elementi sabatianici. È chiaro che molti scelgono il male soltanto perché esso sembra avere la forma del bene. Sicuramente lo spirito dell’Anticristo sfrutta questi elementi pseudoteologici per far credere loro che è necessario perseguitare il Cristo nella Chiesa prima, e far guerra al Cristo della Parusia intermedia dopo, nella folle speranza che ciò sia necessario per il processo di redenzione di Israele e del mondo. Ecco quale potrebbe essere la folle speranza dei movimenti occulti e satanici, quella di credere che l’Anticristo vincerà Gesù risorto e la sua Chiesa, per ridare ad Israele e ai potenti delle nazioni il dominio del mondo.

La Chiesa ha inteso bene le intenzioni malefiche della massoneria poco dopo la loro fondazione nel 1717 presso il Tamigi. Infatti la prima scomunica risale al 1738 da papa Clemente XII. In seguito le bolle di scomunica sulla massoneria si sono moltiplicate (1849, 1855, 1863, 1865, 1873), ma solo con l’enciclica Humanum genus, abbiamo un precisa condanna all’attività della massoneria, colpevole di diffondere l’ateismo su istigazione del diavolo. Con questa enciclica il papa Leone XIII invitò tutti i cristiani a smascherare la massoneria:

 

“Da quando per gelosia del demonio si è miserabilmente separata da Dio, l’umanità si è divisa in due campi nemici (...) Il primo è il regno di Dio sulla terra, cioè la vera Chiesa di Gesù Cristo. Il secondo è il regno di Satana (...) Nel nostro tempo i fautori del male sembrano essersi coalizzati in un immenso sforzo, sotto l’impulso e con l‘aiuto di una società diffusa in un gran numero di luoghi e fortemente organizzata, la società dei Frammassoni (...) Essa si propone di vanificare, nel seno della società civile, il magistero e l’autorità della Chiesa (...) Noi vi diciamo dunque: in primo luogo strappate alla massoneria la maschera di cui si copre e mostratela per quel che è...”.

 

Per facilitare questo compito, per altro non facile considerando le grandi capacità mimetiche della massoneria, riportiamo dieci segni particolari per riconoscere un massone:

1) Dà al denaro il primo posto. 2) Il suo tenore di vita è alto. 3) Ha amicizie altolocate e disprezza i poveri. 4) La sua morale è relativista e si adegua alle situazioni a secondo dell’interesse del momento. 5) E’ filantropo, ma solo per ingannare i semplici. 6) Segretamente impedisce ogni iniziativa di promozione sociale, a meno che non rientri nel proprio tornaconto personale. 7) Se da un lato controlla l’arroganza con un sorriso bonario, dall’altro spesso usa la calunnia sistematica come strumento di vendetta. 8) Preferisce inserirsi nelle associazioni o negli enti, come la Politica, la Finanza, le Forze Armate, la Chiesa, l’Università, dove il potere e il denaro “fanno classe”. 9) E’ arrivista contro ogni pudore e limite. 10) Osteggia con ogni mezzo le apparizioni celesti e relativi messaggi carismatici a lui avversi.

 

 

 

4. IL MESSIANISMO REGALE NEL NUOVO TESTAMENTO.

 

È un dato di fatto che Gesù viene considerato dalla Chiesa primitiva il Messia atteso dall’Antico Testamento: “Nessuno mette in dubbio che sia parte integrante del patrimonio di fede della prima chiesa l’affermazione: Gesù è il Messia (cfr. FABRIS 1977, p.525). L’appellativo Christòs, traduzione greca del latino Messia, è diventato nelle formule di fede cristiana così costante da formare con il nome proprio Gesù un’espressione stereotipa: Gesù Cristo. Ciò si constata in tutti i livelli della tradizione, dalle prime formule kerygmatiche e di catechesi (Rm 1, 3-4; 2Tm 2,8) fino agli attuali vangeli.

In Gesù si realizzano le profezie del Servo di Yahvé, del profeta escatologico. Gli Apostoli chiedono a Cristo Risorto se si realizzerà anche la profezia riguardo al Figlio dell’Uomo. Il profeta Daniele profetizzò: “Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di Uomo, giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui che diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto” (Dn 7, 9-14).

La tradizione giudaica vide la figura del Figlio dell’Uomo in chiave messianica (così nelle parabole di Enoch 37-71; Apocalisse siriaca di Baruc e Apocalisse di Esdra) e tale lettura continuerà invariata nella tradizione rabbinica fino alla tragica sconfitta di Bar Kokba che causerà una inversione di rotta rispetto alla precedente tradizione, come è successo analogamente nel cristianesimo con il libro La Città di Dio (vedi Il Grande equivoco di s. AGOSTINO).

Con il titolo <Figlio dell’Uomo> si raggiunge il nucleo storico più sicuro circa l’interpretazione che Gesù ha dato della sua persona e della speranza escatologica. Ricorre 69 volte nella tradizione sinottica, 13 volte nel Vangelo di s. Giovanni, una negli Atti (At 7,56) e due nell’Apocalisse (Ap 1,13; 14,14). Quando negli Atti gli Apostoli chiedono a Gesù Risorto il momento in cui ricostituirà il regno d’Israele avevano chiaro in mente che lui, il Cristo, era l’atteso <Figlio dell’Uomo> profetizzato da Daniele. In breve gli Apostoli credevano nel <messianismo regale>, al contrario di quella tradizione che sorse 100 anni dopo con la guerra di Bar Kokba di quella di 4 secoli dopo a partire dalla interpretazione simbolica operata da GIROLAMO e AGOSTINO, condizionati, senza dubbio, dall’involuzione avutasi nel frattempo nella teologia giudaica.

Ricapitolando, il <messianismo regale> giudaico può essere sintetizzato così: Nel futuro della storia era esattamente atteso il <Regno d’Israele> e, quindi, un <Re> di natura celeste che lo avrebbe instaurato sulla terra; Egli avrebbe regnato su tutti i popoli e i nemici di Israele sarebbero stati ridotti a sgabello dei suoi piedi; Egli avrebbe regnato nel Diritto e nella Giustizia e instaurato la Pace; avrebbe assicurato la prosperità e distrutto per sempre il regno della Morte; ai giusti sarebbe stato concesso la Risurrezione, per godere qui sulla terra di quella vita che Dio aveva loro assicurata, ma di cui, a causa dei malvagi, mai avevano potuto appieno usufruire. La storia progrediva, dunque, verso l’attesa del Messia e l’instaurazione gloriosa del Regno d’Israele per una durata indefinita espressa poi simbolicamente con il millennio del capitolo XX dell’Apocalisse.

Gli Apostoli, consapevoli della realizzazione di tutte le profezie in Cristo, e vedendolo risorto, ritornato cioè dalla morte, chiedono se era giunto anche il momento di realizzare il <regno d’Israele>. Essi domandano: “Signore è questo il tempo in cui ricostituirai il regno d’Israele?> Ma Gesù rispose: <Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino agli estremi confini della terra> (At 1, 6-8).

Questo testo è importantissimo per determinare il senso letterale di Ap 20, 1-6, in cui si parla di Gesù Risorto che ritorna dalle nubi per instaurare sulla terra il profetizzato regno dei mille anni. Si impongono due considerazioni. La prima è che quando viene interrogato dagli Apostoli Gesù risorto conosce i tempi e i momenti della realizzazione del <regno d’Israele>, anzi del Nuovo Israele, cioè della Chiesa vittoriosa sul male, infatti non dice, come nei sinottici, di non conoscerne l’ora, riservata solo alla sapienza del Padre.  Con la risurrezione, la conoscenza degli eventi è vivificata pienamente e totalmente dallo Spirito di Sapienza. Agli Apostoli però non spetta conoscere il tempo della realizzazione del regno messianico. Non sono ancora pronti, perché devono ricevere lo Spirito della Pentecoste. Al contrario san Giovanni conosce i tempi e la modalità della profezia sul futuro regno della Chiesa messianica, ma li predice velatamente, usando il modulo del settenario universale. Modulo che era conosciuto presso tutti i Padri e finanche da AGOSTINO, che “intossicato” dall’eresia origenista, non lo userà correttamente.

La seconda considerazione è la seguente: con la risurrezione Cristo non ha instaurato l’atteso <regno messianico>, ma lo ha innestato come un seme, che avrà il suo completo sviluppo con le due Parusie gloriose. Il Regno di Dio è iniziato con la predicazione: è già in <mezzo a voi> diceva Gesù al popolo ebraico. Con la morte e risurrezione (e prima ancora con i miracoli) ha dato la testimonianza al Vangelo predicato e vissuto.

Con Gesù Risorto tutto è compiuto, ma non tutto si è realizzato!

Nel mistero pasquale abbiamo l’escatologia in stato germinale. Il futuro è il tempo dell’esecuzione delle sue promesse. AGOSTINO dalla sua esposizione sembra disconoscere questa dinamica del <già e non ancora>, per lui una dimensione del non ancora è un già. Confonde il futuro con il passato e li unifica nel momento della Risurrezione. Scambia imprudentemente l’<adventus> (venuta) della Risurrezione con l’<adventus> (venuta) della Parusia intermedia. Inaudito, ma vero! È Gesù stesso che dice: ”non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta”. AGOSTINO, così facendo, crede, nella sua presunzione, d’averli conosciuti. TEOFILO IL SICULO ha dimostrato ne Il Grande equivoco di s. Agostino, quali sono stati i passi che lo hanno indotto ad abbandonare un tema della Tradizione da lui pure creduta ed esposta nella sua predicazione come ci risulta dai sermoni fino poi a ricredersi, quando conoscerà la dottrina perversa di ORIGENE.

Pertanto, a partire dal 417, data di compilazione della Città di Dio,  si divide il pensiero escatologico in un primo s. Agostino e un secondo s. Agostino. Il primo s. Agostino si può tranquillamente accettare perché ha dimostrato di aver seguito i due Testamenti, la Tradizione e lo Spirito, per cui ha avuto allora lo spirito di verità, mentre dopo per una serie impressionante di errori ha preso un clamoroso abbaglio riducendo ad una le due Parusie gloriose previste dalla Bibbia e dallo Spirito profetico. Soleva dire il primo s. Agostino per non errare: “E’ lo Spirito del Padre vostro che parla in voi (Mt 10,20). E infatti non dice: Non siete voi a darvi il potere di parlare bene; ma dice: Non siete voi a parlare. Né dice: E’ lo spirito del Padre vostro che a voi dà o ha dato il potere di parlare bene; ma dice: che parla in voi; non indicando il vantaggio della possibilità, ma esprimendo l’effetto della nostra cooperazione con Dio” (De gratia Christi et de pec. originali 25,26). E poi: “A coloro che annunciano il Vangelo con molta potenza è data la parola di verità,  purché non abbandonino l’autorità dei due Testamenti e siano, loro stessi, le ali della colomba argentata (Sal 67,14), in quanto mediante la loro predicazione la Chiesa si spinge sino al Cielo (...) Tutto ciò devi individuarlo nella Parola di Dio, devi riconoscerlo nello Spirito di Dio” (In Ps. 67,17 e In Ps. 103).

 

È bene capire inoltre il seguito del passo degli Atti per inquadrare messianicamente la parusia intermedia: “Detto questo (Gesù) fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: <Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto in cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo (1, 9-11)>. Gesù Risorto non rimane, come invece avverrà in Ap 20, 22 nella Gerusalemme messianica, in mezzo al popolo di Dio, ma sale in cielo; tuttavia non lascia orfani i suoi discepoli ed amici e promette loro che il suo Spirito starà sempre con loro <sino alla fine>. Infatti crediamo che Gesù è presente quando la comunità è in preghiera, che Gesù è presente nei sacramenti e nel Sacerdozio. Non c’è un vuoto cristologico tra l’Ascensione e la Parusia intermedia. Ad una attenta analisi del testo degli Atti si evince che Gesù non contesta affatto il <messianismo regale> degli Apostoli, anzi il messianismo regale sembra proprio essere confermato dall’annuncio degli angeli:<Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo>.

Sarà poi s. Giovanni, con la sua Apocalisse, a spiegare ed inquadrare a livello cronologico, con il settenario dei sigilli, la Parusia intermedia e l’instaurazione del Suo regno nel millennio felice, il <messianismo regale> nella prospettiva cristiana. Così le profezie dell’Antico Testamento si ritrovano confermate nel Nuovo Testamento, e non nella posteriore riflessione rabbinica, nella loro dignità e nella loro realizzazione.

 

 

 

5. IL MESSIANISMO REGALE NEI PADRI DELLA CHIESA.

 

Il messianismo regale è stata una concezione teologica diffusa ed accettata comunemente da tutti i cristiani istruiti fino a quando, nel terzo secolo, compare l’eretico ORIGENE che in base alla propria concezione escatologica la ritiene inammissibile, come pure i seguaci, GIROLAMO e AGOSTINO ma anche in precedenza EUSEBIO DI CESAREA, DIONIGI D’ALESSANDRIA ed altri della scuola di Alessandria riuscirono a confutarla utilizzando il metodo allegorico.

In realtà i primi Padri della Chiesa attendevano il <Dio che viene>, il Messia Regale che avrebbe realizzato le antiche promesse di un mondo rinnovato nella carità e nella giustizia per un “tempo lunghissimo”, indicato con il numero di mille anni. Giudicarli per la loro presa di posizione  come millenaristi è un’azione scorretta sia moralmente, perché i suddetti Padri sono tutti di fede provata, sia teologicamente, perché esiste un millenarismo ortodosso, che è quello letterale.

I primi Padri della Chiesa, dopo un serio studio su questo argomento,  sono i veri continuatori della Tradizione ebraico-cristiana. Di alcuni di loro sappiamo per certo che ebbero la conoscenza delle promesse di Cristo direttamente dagli Apostoli. Quindi come possiamo avere dei dubbi riguardo alla loro predicazione? Erano forse degli sprovveduti? Un teologo riporta che: “Lo PSEUDOBARNABA, PAPIA, SAN GIUSTINO, SANT’IRENEO che si appella alla tradizioni degli anziani, TERTULLIANO, SANT’IPPOLITO, SAN METODIO, SAN VITTORINO, LATTANZIO, SANT’AMBROGIO, ecc. Spiegavano: -dopo una prima risurrezione, quella dei martiri, che Cristo sarebbe ritornato sulla terra per regnarvi mille anni insieme coi suoi fedeli” (ANTONINO ROMEO, Bibbia, Marietti, 1963, pag 844, II col.). Quindi la posizione premillenarista assunta da questi padri della Chiesa è più che lecita ed abbastanza argomentata.

Mentre l’attuale teologia non ha ancora capito, a causa dei paraocchi di AGOSTINO e GIROLAMO, che i cristiani credevano prossima non la fine del mondo, non la Parusia Finale, ma la fine di un mondo posseduto dall’Anticristo e l’avvento della Parusia intermedia! Ancora dopo 20 secoli non sappiamo valutare criticamente la fede dei nostri antenati. Il “ritardo” della Parusia creò allora non pochi problemi, come la defezione di alcuni ma in realtà non si può basare la fede solo sulla Parusia, ma su tutti i misteri del cristianesimo e soprattutto sul mistero centrale di Cristo, il Mistero Pasquale, a partire dal quale si snodano tutti gli altri.

Ma da qui a cancellare una Parusia, ce ne vuole di fantasia! Ed appunto sarà la fantasia sbrigliata di certi esegeti, ORIGENE in primis, coll’ applicare il metodo allegorico al testo di Ap. 20, 1-6, a causare i risultati catastrofici che sono ormai evidenti agli occhi di tutti: il crollo della Chiesa africana e parte della Chiesa mediorientale, e tanti scismi ed eretici a non finire. Per questa ragione, come vedremo meglio in seguito, i Padri che si sono lasciati trarre in inganno dalla lettura alterata compiuta da ORIGENE sull’escatologia cristiana hanno in realtà fatto una anticipazione del concetto di millennio felice (millenarismo attualizzato), introdotto secondo le Scritture dalla Parusia intermedia, facendo iniziare, invece, i mille anni subito dopo la Risurrezione di Cristo. Ma andiamo con ordine riscoprendo, anzitutto, la ricchezza della prima Tradizione.

 

a.Didaché

 

Risale al primo secolo ed è il più antico degli scritti patristici. È scritto in greco ed ebbe tanta stima da essere annoverato da s. Atanasio addirittura tra le Sacre Scritture. Fu un manuale usatissimo per la formazione dei cristiani sia nella istruzione ai catecumeni sia nelle assemblee eucaristiche. Ecco il testo che ci riguarda:

 

“Negli ultimi giorni aumenteranno i falsi profeti e i corruttori, e le pecore si muteranno in lupi e la carità si muterà in odi. Crescendo l’iniquità, gli uni odieranno gli altri, si perseguiteranno e tradiranno. Allora comparirà il seduttore del mondo (cioè l’Anticristo), come figlio di Dio, e opererà miracoli e prodigi. La terra sarà nelle sue mani, e farà cose scellerate che mai avvennero dal principio del tempo. Allora il genere umano perverrà al fuoco della prova, si scandalizzeranno molti e periranno. Quelli invece che perseverano nella fede saranno salvati dalla maledizione di lui. E allora appariranno i segni della verità; prima il segno dello squarcio nel cielo, poi il segno del suono di tromba, in terzo luogo la risurrezione dei morti. Non di tutti (infatti si tratta del Giudizio Interiore e non del Giudizio Finale), ma secondo quanto fu detto: << Verrà il Signore e tutti i santi con Lui (nella Parusia intermedia)>>. Allora il mondo vedrà il Signore che viene sopra le nubi del cielo (vedi I Padri Apostolici 1998: 39)”.

 

Alla base di questo testo vi è una interpretazione letterale di Ap 20, 1-6. È questo il testo più antico della patristica e gli altri che verranno di seguito adotteranno solo questo senso letterale contrariamente a questi padri faranno ORIGENE, GIROLAMO e AGOSTINO, ammettendo il senso allegorico della pericope.

 

b.La lettera di BARNABA

 

È contemporanea alla Didaché e conferma il senso letterale attribuito ad Ap 20, 1-6. Ecco il testo:

“Inoltre del sabato è scritto nei dieci comandamenti quando (Dio) parlò a Mosè in persona sul monte Sinai. <<Santificate il sabato del Signore con le mani pure e con il cuore puro>>. E in un’altra parte dice: <<Se i miei figli osserveranno il sabato, allora stenderò la mia misericordia su di loro. Parla del sabato al principio della creazione: <<E fece Dio in sei giorni le opere delle sue mani e le terminò nel settimo giorno e in quello si riposò e lo santificò>>. Osservate, o figli, che cosa significa <<terminò in sei giorni>> Questo dice che in seimila anni il Signore compirà ogni cosa. Un giorno, per lui, infatti, segna mille anni>>. Dunque, o figli, in sei giorni, seimila anni saranno compiute tutte le cose. <<E riposò nel settimo giorno>> che significa: quando venuto il Figlio suo distruggerà il tempo dell’iniquo (cioè l’Anticristo) e giudicherà gli empi (nel Giudizio Interiore) e muterà il sole, la luna e le stelle, allora bene riposerà nel settimo giorno>> (vedi I Padri Apostolici 1998, p. 208)”.

 

Qui, oltre al senso letterale di Ap 20, 1-6 notiamo l’applicazione della settimana universale deducibile non solo dalla Genesi, ma anche dall’Apocalisse. In realtà quest’ultimo libro sacro è strutturato su dei settenari: il settenario delle chiese, il settenario dei sigilli, il settenario delle coppe, come ad indicare una scansione nel tempo dell’azione divina sul mondo. Il settenario indica nella Bibbia non solo il Sabato, ma è una rappresentazione tipica della prima creazione sulla quale si modella la seconda dei “mille anni”. L’applicazione modulare del settenario nell’Apocalisse è il coronamento di tutte le profezie sul millennio felice a partire dalla Genesi. Si suppone che i primi Padri ricevettero la spiegazione del settenario dallo stesso s. Giovanni, il quale indicò nel 7° sigillo il millennio profetico, inaugurato dalla Parusia intermedia (da ricordare che nella settimana ebraica il Sabato corrisponde al settimo giorno), che avrebbe anticipato l’ottavo giorno interamente e definitivamente del Signore.

 

c. S. GIUSTINO, filosofo, teologo e martire.

 

È considerato tra i più importanti apologisti greci del II secolo. Fu pagano e filosofo, prima stoico, poi peripatetico e finalmente pitagorico. Ma nessuno di questi filosofi poté convincerlo. La ricerca della verità l’aveva portato al cristianesimo. Nel Dialogo con Trifone troviamo la sua concezione escatologica. Alla domanda dell’ebreo Trifone se è vero che i cristiani ritengono che un giorno Gerusalemme sarà riedificata ed abitata da loro assieme a Cristo glorioso e agli antichi patriarchi ebrei risuscitati, Giustino risponde:

“Ti ho già detto prima che io, e molti altri, ne siamo convinti, dopo aver esaminato bene la questione, anche se non tutti sono d’accordo, pur essendo cristiani onesti. Dei cristiani eretici e disonesti non ne parlino neppure...Ma io, e qualunque altro cristiano che sia ben istruito in tutto sappiamo, vuoi che ci sarà la risurrezione, vuoi che ci saranno i mille anni, nella città di Gerusalemme, riedificata, ed ornata ed ampliata; come hanno promesso Ezechiele ed Isaia, e gli altri profeti (...). Quanto alle parole: “I giorni del mio popolo saranno come i giorni dell’albero, i frutti del loro lavoro saranno moltiplicati”- noi intendiamo come riferite in modo allegorico ai mille anni. Infatti, essendo stato detto ad Adamo, che nel giorno in cui avesse mangiato dell’albero, sarebbe morto, sappiamo che di fatto morì senza compiere i mille anni. Anche quell’altro passo: -“Un giorno davanti al Signore è come mille anni (2Pt 3,8)”- noi lo intendiamo come riferito allo stesso argomento. Inoltre, c’è il fatto che uno dei nostri, chiamato Giovanni, in un’apocalisse (=rivelazione) a lui fatta ha predetto che coloro che avranno creduto nel nostro Cristo trascorreranno mille anni a Gerusalemme: passati quelli, ci sarà la risurrezione generale, eterna, di tutti assieme contemporaneamente, e infine il Giudizio (cit. da PENASA 1994, p.114. Altri testi dei Padri della Chiesa vengono analizzati dall’autore ricavando il concetto della Parusia intermedia)”.

 

Anche questo testo dà una lettura di Ap 19-20 in senso letterale. S. GIUSTINO a differenza di ORIGENE si allontana completamente dal paganesimo ed accetta in toto la Tradizione Apostolica ed Ecclesiastica. Alcune osservazioni sul testo. Si credeva che la città di Gerusalemme ritornasse al suo splendore, ma in realtà sulla Gerusalemme terrena pesa un giudizio irrevocabile e per questo si parla di un’altra realtà, di tipo spirituale. L’Apocalisse è chiara nel dire che la Gerusalemme Messianica verrà dal cielo. Dunque bisogna attendere una città o luogo di natura celeste, come lo fu il Paradiso terrestre, venire dal cielo. Ancora: per la prima volta troviamo in uno scritto un dibattito tra un cristiano e un ebreo colto sulla questione del messianismo regale. In realtà Trifone fa resistenza alla concezione cristiana del messianismo regale perché ha conosciuto la riflessione rabbinica posteriore all’umiliante sconfitta di Bar Kokba, che ha formulato un messianismo eterodosso rispetto alle originarie concezioni. Quando ORIGENE, GIROLAMO e AGOSTINO chiederanno agli ebrei (è attestata dalla loro corrispondenza la consulenza dei Padri della Chiesa presso gli ebrei nelle questioni esegetiche) qualche lume sul messianismo regale, non troveranno di certo presso questi la <veritas haebraica>, ma una rielaborazione del messianismo in chiave allegorica.

Altra osservazione: vi sono alcuni cristiani che non sono d’accordo sulla questione. Ricordiamo il clima teologico di allora. Cominciano a sorgere nuove sette che mettono in crisi alcuni punti della dottrina, se non proprio alcuni libri delle Sacre Scritture. Addirittura si cerca di negare tutto l’Antico Testamento, come fecero ad esempio i montanisti. I cristiani erano disorientati. Pertanto l’unico criterio di verità rimane e rimarrà sempre il ricorso alla Parola di Dio e alla Santa Tradizione dei Primi Padri della Chiesa.

 

d.Il messianismo presso gli altri Padri della Chiesa atteso nel Sabato del Signore.

 

Sulla linea del messianismo regale cristiano vi sono anche TERTULLIANO, IPPOLITO, LATTANZIO, S. POLICARPO DA SMIRNE, e tra tanti ricordiamo il più grande pensatore cristiano del II secolo, s. IRENEO DA LIONE, definito il “Padre della dogmatica”.

S. IRENEO nel II secolo affermò: “In quanti giorni fu fatto il mondo, in altrettanti millenni avrà la sua durata. E perciò è detto nella Genesi: “E furono compiuti il cielo e la terra con tutti i loro ornamenti, e Dio compì tutte le sue opere in sei giorni e nel settimo riposò”. Queste parole sono nelle stesso tempo e storia e profezia, poiché riguardano le cose passate e future. Un giorno presso Dio è mille anni; perciò in sei giorni Dio fece tutte le sue opere della creazione, è dunque manifesto che la durate di queste cose sarà ristretta in seimila anni” (“Delle eresie”, libro V, capo ultimo).

P. MANTERO afferma nel Grande libro delle profezie che: “Il settimo millennio sarà dunque quello della quiete, della pace. A tal riguardo l’apologista LATTANZIO nel III secolo commentava: “Come in sei giorni Dio creò il mondo e al settimo riposò, così la verità e la religione faticheranno e saranno tribolate per seimila anni dall’errore e dall’iniquità, ma al settimo millennio godranno riposo e pace (“Instit. Div.”, libro VII, c. 7).

“Dopo sei giorni - scrive S. ILARIO- Cristo si trasfigurò...si fece vedere nella gloria; egli annunzia che passati i seimila anni del mondo, si farò vedere nella gloria del Paradiso” (Comm. In S. Matteo, cap. XVII). ANDREA DI CESAREA nel V secolo dice: “Mentre dopo la sesta tromba l’Angelo annuncia che non vi sarà più tempo, fa vedere con chiarezza che dopo i seimila anni poco o nulla resterà al mondo. Ma nei giorni della voce del settimo Angelo, quando si incomincerà ad ascoltare la tromba, si consumerà il mistero di Dio svelato dai suoi profeti” (Commento all’Apocalisse, cc. XXVIII e XLIV).

Il vescovo s. GAUDENZIO scrive: “Attendiamo quel giorno veramente santo, cioè il settimo millennio, quando cioè, compiuti questi seimila anni di fatiche e di stenti passeremo al riposo eterno. Allora non ci sarà più combattimento alcuno col demonio, perché sarà legato; non ci sarà più da combattere contro la carne, perché risorgerà impassibile e spiritualizzata” (Sermone X sull’Esodo).

EUSEBIO GALLICANO ricava i seimila anni dalle settimane del profeta Daniele: “Che cos’è questo numero sette? Ciò significa tutti i giorni del mondo” (Sermone nella domenica XXVII dopo Pentecoste).

 

Dobbiamo sottolineare che tutta la Tradizione fino a s. AGOSTINO si basava non solo sul senso letterale di Ap 20, 1-6 per determinare la propria concezione messianica, ma anche sul sabatismo di s. Paolo e di s. Pietro, i quali da fedeli ebrei e cristiani, come s. Giovanni, sotto lo Spirito Santo hanno rielaborato il sabatismo ebraico in chiave cristiana. Per tale concezione hanno riutilizzato i passi della Genesi (la settimana creazionale), del salmo 89, e le profezie di Isaia, Daniele e Ezechiele per fondare il modulo della settimana universale. Secondo tale concezione Dio si riposerà dalla lotta contro Satana nel Sabato del settimo millennio, che sebbene coincida con il sabato ebraico, e quindi l’ultimo giorno, per i cristiani è invece il penultimo giorno definitivo, giacché Gesù Cristo con la Risurrezione ha instaurato l’ottavo giorno, quello dell’eternità che assorbirà il tempo.

S. Agostino confonde il settimo giorno con l’ottavo, mentre bisogna mantenere per comprendere i testi sacri della Bibbia la settimana ebraica aggiungendo il giorno della Risurrezione (Gesù è risorto, secondo il Vangelo, il giorno dopo il Sabato, da qui la nostra Domenica) per fissare nel settimo giorno e quindi nel settimo millennio la Parusia intermedia, mentre nell’ottavo giorno e, dunque in quel evento metastorico, la Parusia finale.

Secondo un calcolo delle generazioni presente nella Bibbia il millennio che stiamo vivendo è il terzo dalla nascita di Cristo e il settimo della nascita di Adamo, stimata intorno al 4004 a.C.

E, se il calcolo è esatto, questo millennio che sta per affacciarsi nella storia dell’uomo è il millennio del Regno di Cristo sulla terra annunciato da molti messaggi carismatici come imminente, perché il sesto millennio quello dell’Anticristo sta per terminare.

 

 

6. LA PARUSIA INTERMEDIA PRESSO I TEOLOGI E GLI STUDIOSI DI RIVELAZIONI PRIVATE

 

 

Padre MARTINO PENASA ha coniato il termine <Parusia intermedia> per il Ritorno prefinale di Cristo Risorto, mentre studiosi come PIERO MANTERO avevano notato già una venuta gloriosa di Cristo diversa da quella finale, e in mancanza di una corretta terminologia, usavano termini come Ritorno di Cristo, Venuta di Gesù, Seconda Venuta del Signore che potevano essere confuse da un lettore ignaro con la Parusia finale comunemente creduta.

PENASA ha dato inizio a una riflessione che coinvolge tutte le discipline teologiche, perché ha come argomento un elemento essenziale della fede cristiana. Interessante è la sua prova teologica riguardo alla Parusia intermedia che, a sua dire, darebbe inizio all’epoca sotto la legge di Cristo. Dopo aver messo in evidenza che l’umanità nei suoi rapporti con Dio è divisa in tre distinte epoche: in lege naturae, in lege Moysis e in lege Christi, fa notare che l’uomo è stato governato dalla solo legge di natura e dalla Legge di Mosè, ma non ancora dalla legge di Cristo, almeno non completamente. E questo, secondo il padre francescano, avverrà sulla terra nel millennio felice.

 

Monsignor ALDO GREGORI nel libro dal titolo Alle soglie della Nuova Era (ed. Thyrus) dove aveva compreso bene come il millennio dell’Apocalisse 20, 1-3 si proiettava nel futuro e si distingueva dai vari millenarismi, crasso e spiritualizzato, che piegavano il senso biblico del millennio in direzione ereticale. GREGORI comprese che il millennio biblico non sarebbe stato una specie di bengodi, ma che il regno di Dio sulla terra, secondo la S. Scrittura e l’insegnamento della Chiesa, si sarebbe attuato ancora attraverso la lotta contro le passioni, il rinnegamento di sé, la preghiera, conformemente all’esempio del Salvatore che ha redento il mondo con la Croce: “Chi vuole seguirmi rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23). Anche nei mille anni predetti dall’Apocalisse l’umanità vive la triste realtà del peccato originale. L’autore chiarisce che: “Il peccato di Adamo ha inquinato su questa terra la stirpe umana per sempre. E’ dottrina della Chiesa sancita dal Concilio di Trento (Denz-S, 789-792). Redimendoci Gesù ci ha ottenuto, attraverso il battesimo, la remissione del peccato originale, non la liberazione dalle sue conseguenze che sono la perdita delle quattro immunità (dal dolore, dalla morte, dall’ignoranza e dalla concupiscenza). Queste conseguenze sono rimaste dopo la morte e la risurrezione di Gesù e rimarranno dopo l’incatenamento di Satana, fino alla fine del mondo, sicché resta per l’uomo la necessità del combattimento spirituale per mantenersi accetto a Dio. La concupiscenza, asserisce il Concilio di Trento, rimane negli uomini “ad agonem”, per la lotta cioè, e quindi per l’acquisto del merito e del premio a favore di coloro che l’avranno vinta, poiché, dice s. Paolo: “non sarà coronato se non colui che avrà legittimamente combattuto “ (2Tm 2,5). Anche durante i “mille anni” resteranno dunque il peccato, l’errore, il dolore e la morte”.

In seguito l’autore ha specificato meglio nel 1992 la differenza tra la Parusia intermedia e la Parusia finale attraverso lo studio e l’accordo di diversi testi biblici. Nel libro La Venuta intermedia di Gesù GREGORI (ed. Alone) afferma: “la Venuta intermedia di Gesù con tutto ciò che la precede e l’accompagna deve esser vista come figura della sua venuta ultima; gli sconvolgimenti che dovranno accadere prima che Satana venga imprigionato sono figura della catastrofe finale; la prima risurrezione corporea è figura dell’ultima risurrezione generale; l’Era Nuova è figura della Beata Eternità. Sinteticamente possiamo tracciare il seguente schema degli avvenimenti tipici e di quelli antitipici che vi corrispondono con la citazione dei relativi supporti biblici.

 

LA VENUTA INTERMEDIA DI GESÙ

                       TIPO

1. La Grande Tribolazione (Ap 7,14; Mt 24,7-14);

2. Fine dei Malvagi (l’Anticristo seppellito nel lago di fuoco e di zolfo: Ap 19-20);

3. Risurrezione dei Martiri e dei Confessori (Ap 11,11; Ap 20, 4-6);

4. Ritorno di Cristo Glorioso sulla terra (At 1,11);

5. Nuova Era: il Millennio felice (Ap 20,3).

 

LA VENUTA FINALE DI GESÙ

        ANTITIPO

1. Satana scatenato per l’ultima battaglia (Ap 20,7-9)

2. Sconfitta di Satana (è gettato nel lago di fuoco insieme all’Anticristo: Ap 20,10);

3. Risurrezione generale dei corpi (Ap 20,12-13);

4. Ritorno di Cristo glorioso per il Giudizio Universale (Mt 25-31)

5. Eternità Beata (Mt 25-46 e cfr. pag. 60).

 

TEOFILO IL SICULO ne Il tempo dell’Anticristo e la Parusia intermedia ha ben inteso come sant’Agostino confonde tutta la cronologia profetica invertendone gli eventi. L’Anticristo, secondo il Padre di Tagaste, verrà alla fine del tempo, ignorando che questa figura escatologica è un predecessore di Satana. È Satana, stando all’Apocalisse, che viene alla fine del tempo! Che s. Agostino abbia fatto coincidere l’Anticristo con Satana, lo si intende chiaramente nel commento al vangelo e alla prima epistola di s. Giovanni: “Prima deve venire l’Anticristo, poi il giorno del giudizio” (Agostino, Commento al Vangelo e alla Prima Epistola di s. Giovanni, ed. Latina-italiana, vol. XXIV/2, Città Nuova, Roma 1986, p.1691). In tal modo TEOFILO IL SICULO ha saputo collocare la Parusia intermedia nel tempo della sconfitta dell’Anticristo e la Parusia finale nel tempo della sconfitta di Satana, inquadrando la battaglia della Triade infernale (Satana, Anticristo e Pseudoprofeta) contro Dio dall’Antico Testamento nelle varie modalità di attacco (paganesimo, eresia, tradimento di Giuda, scismi, sistemi atei) fino ai giorni nostri in cui si avverte in particolar modo la presenza satanica in gruppi e movimenti occulti ed esoterici, specialmente all’interno della massoneria.

 

Registriamo anche come il concetto di parusia intermedia ha varcato i confini nazionali. Recentemente un professore italo-canadese che si fa chiamare Johannes De Parvulis ha pubblicato un libro in Canada nel 1999 dal titolo Mondo nuovo, nuovo, nuovo dove si parla a pagina 80 di prima Venuta di Gesù come Redentore (2000 anni fa), della Venuta intermedia come Re (adesso) e della Venuta finale, alla fine del mondo, come Giudice.

 

Recentemente un noto teologo italiano ANTONIO GENTILI, padre barnabita, nel libro Quanto manca alla fine? (Ancora, 1998), riconosce la validità del concetto di parusia intermedia e riesce ad estrapolarla all’interno del recente Magistero della Chiesa: “La Nuova Pentecoste, intravista da papa RONCALLI quarant’anni fa alla vigilia del concilio Vaticano II, sembra preludere a una “venuta intermedia” di Cristo nel mondo, al compiersi del bimillenario della sua nascita. E Maria è stata riconosciuta Madre del Secondo Avvento da centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze, le speranze del domani, riuniti a Denver (USA) per la Giornata mondiale della Gioventù” (p. 14).

Anche il Pontefice, GIOVANNI PAOLO II, si è pronunciato più volte e soprattutto in vista della scadenza del 2000 con la lettera apostolica Tertio millennio adveniente: una <<nuova primavera di vita cristiana...dovrà essere rivelata dal Grande Giubileo, se i cristiani saranno docili all’azione dello Spirito Santo>> (n. 18). Prima di lui, papa Giovanni XXIII aveva affermato, indicendo il concilio Vaticano II, che  <<l’umanità è alla svolta di una nuova era>> (Humanae salutis, 25 dicembre 1961). I padri conciliari riconosceranno che <<è già arrivata a noi l’ultima fase dei tempi>> (Lumen Gentium, n. 48) e che <<è in pericolo il futuro del mondo>>: <<L’intera società umana è giunta a un momento sommamente decisivo (e) si trova già in un grave pericolo>> (Gaudium et spes, nn. 15, 77, 82). P. GENTILI ha ripreso il tema della parusia intermedia e l’ha approfondita nelle introduzioni agli studi di padre JAMES FANNAN del PIME. P. FANNAN ne Millenarismo e profezia. Apocalisse 20, 4-44 (riabilitata) e Il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica e l’Apostasia. Riflessioni sulla seconda lettera ai Tessalonicesi 2,1-8 delle edizioni Segno ripropone la tesi secondo la quale il millennio felice è da collocare nel futuro secondo le indicazioni bibliche, alcune delle quali presenti in modo velato nei documenti della Chiesa Cattolica.

 

Un altro studio sulla parusia intermedia è pubblicato a puntate nella rivista Messaggi Carismatici Cattolici, il quale sulla base delle rivelazioni private riesce a ricostruire con un certo ordine le profezie bibliche. Gli studi sulla Venuta Intermedia di Gesù sono riportati nel Primo Capitolo di questo libro. Vedi una schema sul  prossimo futuro al n. 21   del Cap. I, ove si parla del vero e  del “falso papa”, cioè dell’anticristo ecclesiastico, che ci saranno contemporaneamente dopo la morte del papa attuale Giovanni Paolo II .

Parlare di  antipapa non è fantaecclesiologia, perché nei secoli passati ne abbiamo avuto qualche caso, ma  ora si tratterebbe di un “falso papa” e potrebbe essere eletto all’interno della massoneria ecclesiastica, che sta prendendo sempre più piede interno della Chiesa. Una fonte attendibile (L’Espresso, 12 dicembre 1987) afferma che nel 1987 il giornalista massone Pier Carpi, confermando l’assunto del “fratello” Fulberto Lauro secondo il quale alla Loggia P2 aderivano anche cardinali e vescovi in incognito, specificava che <<si chiama “Loggia Ecclesia” ed è in contatto diretto con il gran maestro della Loggia Unita d’Inghilterra, il duca Michele di Kent. Tale loggia opera in Vaticano dal 1971. Vi appartengono più di cento fra cardinali, vescovi e monsignori di curia. Riescono a mantenere il più assoluto segreto, ma non al punto da sfuggire alle indagini degli uomini della potente “Opus Dei”>>.

 

Un altro studioso che ha ammesso l’esistenza della parusia intermedia è JOAN SEGARRA OLLÈ ne La Piccola vita di Gesù, delle edizioni Segno. In un recente articolo su Il Segno del Soprannaturale luglio 2001 commentando il Padre Nostro poneva queste domande: “Dobbiamo attendere una venuta intermedia di Gesù Cristo nel nostro mondo o dobbiamo attendere la sua venuta alla fine del mondo con l’Apocalisse? Dobbiamo attendere il regno del Sacro Cuore di Gesù o il regno del Cuore Immacolato di Maria in questa terra o dobbiamo attendere il regno di Gesù Cristo, come Signore del cielo e della terra? Esiste o non esiste il regno di Dio in questa terra? Se esiste, sarebbe superfluo attenderne e chiederne l’avvento. La nuova venuta di Gesù Cristo sarebbe da concretizzarsi in senso estensivo, cioè nel senso che il dominio di Gesù Cristo si estenda a tutto il genere umano: “Venga il tuo regno” su tutte le persone che hanno l’alito della vita.

 

Si è imposto ultimamente negli studi di profezie GUIDO LANDOLINA, che affronta le questioni della fede a partire dall’esperienza quotidiana dell’uomo della strada. I suoi ragionamenti e le sue luci partono da dati concreti e toccano il cuore per aprirlo alla conversione. Pertanto nelle sue riflessioni prima ha scoperto la novità del concetto di Parusia intermedia nella meditazione degli scritti di Maria Valtorta e riportate ne Alla ricerca del Paradiso perduto ovvero i Dialoghi di un catecumeno, poi scopre la fondatezza teologica della venuta intermedia leggendo autori come Penasa e Teofilo il Siculo e li spiega ne Alla scoperta del Paradiso perduto ovvero il Dio interiore, ed infine si cimenta ne Alla scoperta del paradiso perduto ovvero la Rivelazione del Dio nascosto (Apocalisse e Nuovi Tempi) di evincere la Parusia intermedia all’interno di un vero e proprio commento all’Apocalisse di san Giovanni. Il suo interesse per gli scritti valtortiani lo ha portato a commentare anche il Vangelo di Giovanni (cfr. Il vangelo del “Grande” e del “piccolo” Giovanni in tre volumi) e i Vangeli Sinottici (cfr. I Vangeli di Matteo, Marco, Luca e del “piccolo” Giovanni in tre volumi, gli ultimi due in fase di preparazione tutti editi dalle edizioni Segno). Per analizzare il grande sforzo di comprensione e divulgazione che fa Guido Landolina riguardo alla parusia intermedia occorrerebbe scrivere un altro saggio, che qui per motivo di spazio non potrebbe stare, ma una citazione dall’ultimo libro, riassume il suo pensiero e la sua tensione spirituale. Dice una sua Luce: “La Parusia Intermedia. Tempo verrà in cui le schiere dei miei Angeli percorreranno la terra in lungo e in largo purificandola da ogni nefandezza. E nel terreno arato dallo sbalordimento e dal dolore Io farò scendere la Pace della Mia Misericordia che assicurerà il Millennio Felice. Vita santa, santissima, vita beata, ricordi cosa ti dissi? Più che nell’Eden dove i primi Due sentivano la Mia Voce nei silenzi della sera, cioè nella pace della loro coscienza, e dove poi i ‘successivi’ sentiranno la Mia Voce in quella dei loro cuori, non come sussurro ma come inno tonante di Gioia, come un Gloria che sale luminoso al Cielo, lasciando gli abissi nella loro profonda oscurità. Bisogna avere coraggio nell’annunciare la Mia Parusia Intermedia, il coraggio di vincere l’incredulità, il razionalismo, lo sbigottimento. Se vi preannunciassi un mondo di guerra mi credereste, ma se la Mia Bontà ve ne annuncia uno di Pace ridete increduli e mi date del mentecatto. A questo è giunto l’orribile Avversario che ha ottenebrato le vostre menti facendovi parer bianco il nero e nero il bianco, Bene il Male e Male il Bene. Ecco, o uomini del XX secolo, si avvicina l’Era della Pace della Mia Parusia, preceduta dalle sofferenze del Regno dell’Anticristo. Così siete appagati, nella vostra umanità, perché se non credete al Bene avrete almeno motivo di credere al male, che vi circonda, che penetra nei vostri occhi, nelle vostre menti, che vi intossica fino a farvi perdere la coscienza della realtà, che vi pare un sogno, mentre il ‘sogno’ è reale Realtà” (da I Vangeli di Matteo, Marco, Luca e del ‘piccolo’ Giovanni).

 

In ultimo, ritengo ancora valido il mio studio pubblicato in Messaggi Carismatici-Cattolici luglio 1999 dal titolo La Parusia intermedia nel Nuovo Testamento, a cui vanno aggiunte le considerazioni su esposte, avendo considerato la <questione millenarista> una <questione parusiaca> a partire dal concetto di <Parusia intermedia> o <venuta intermedia>. Da queste si debbono fare altre considerazioni terminologiche. Il termine Parusia <intermedia>, a mio avviso, è molto ambiguo, in quanto si presume che vi sia stata un <parusia iniziale> e qui si potrebbe ricadere nell’errore agostiniano. Si può intendere <parusia> non in senso tecnico, ma largo di <venuta>. In questo caso il termine <Parusia> si “estenderebbe” in molti significati semantici e perdere così la sua specificità teologica. Onde evitare qualsiasi confusione terminologica è bene conservare il senso tecnico di venuta gloriosa con le quattro caratteristiche su citate, per cui si hanno tre venute gloriose, ma solo due di queste si possono chiamare parusia, la parusia intermedia e la parusia finale. Inoltre l’aggettivo <intermedio> è un termine specifico della manualistica teologica, che ha ormai assodato nella escatologia intermedia la relativa tematica: morte, giudizio particolare, immediatezza della beatitudine o della dannazione, purgatorio, chiaramente differente dalla escatologia finale: Parusia finale, risurrezione corporale, giudizio universale, palingenesi, totalizzazione della beatitudine e della dannazione.

Pertanto è facile confondere il concetto di <parusia intermedia> con i temi dell’escatologia intermedia, mentre in realtà una volta compresi i due momenti della parusia finale, la prima dovrebbe essere trattata dall’escatologia finale. Or dunque sarà bene in seguito dare un’altro nome non solo al concetto di <parusia intermedia>, ma anche all’ambiguo termine di <parusia finale>, in quanto non fa intendere quale fine, se la fine dei tempi o la fine del tempo. Stando alla speculazione patristica e a quella precedente, l’ebraica, il termine più idoneo in sostituzione al concetto di parusia intermedia è quello di Parusia sabatica, in quanto si considera il famoso e già citato modulo della settimana universale, per cui la venuta gloriosa di Cristo sulla terra era attesa nel settimo giorno, il Sabato del Riposo divino. E sarà riposo perché Dio non combatterà più Satana legato per mille anni nell’abisso, né l’umanità conoscerà le tentazioni alla ribellione ma solo la propria concupiscenza. Mentre la venuta gloriosa finale di Cristo, secondo questo criterio, sarà meglio chiamarla Parusia ottonaria, perché questa parusia verrà fuori dal tempo dell’uomo, quindi fuori della settimana universale, il giorno dopo il Sabato (7+1=8) come nella Risurrezione, il giorno che confluirà nell’eternità beata con Dio.

Solo con una terminologia precisa si potrà fare una corretta teologia onde evitare confusioni e fraintendimenti. E’ chiaro che se continuiamo ad usare il termine <parusia intermedia>, lo intendiamo come sinonimo di parusia sabatica e allo stesso modo per quanto riguarda la parusia finale intendiamo questa come la parusia ottonaria.

 

 

7. LA PARUSIA INTERMEDIA PRESSO I CARISMATICI

 

PIERO MANTERO nel suo Il Grande libro delle Profezie dà un elenco lunghissimo di carismatici che annunciano la Parusia intermedia. D’altronde Franca Cornado, fondatrice del movimento carismatico di Assisi, appartenente alla schiera dei carismatici veggenti che hanno profetizzato la venuta prefinale di Cristo risorto, soleva dire per comunicazione soprannaturale agli scettici che “le anime carismatiche servono a correggere gli errori dei teologi...” (cfr. La Francateologia. Antologia di locuzioni di una donna del nostro tempo, Megalini, Brescia 1975, p. 105).

Attualmente nel mondo vi sono molti carismatici che annunciano come imminente la gloriosa Venuta intermedia di Cristo. I loro nomi sono conosciuti a livello internazionale come don STEFANO GOBBI, il quale annuncia in ogni nazione, dove prepara dei Cenacoli di preghiera, che la vittoria del Cuore Immacolato di Maria sarà il trionfo glorioso di Cristo sull’Anticristo; una madre di famiglia francese J.N.S.R. ha chiarito nei suoi messaggi celesti la natura e la finalità della venuta gloriosa del Signore. Mentre una SIGNORA ANONIMA ne I messaggi della Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi ha scritto sotto dettatura come prepararsi alla venuta intermedia del Signore e tanti altri. Anche MARIA VALTORTA, ha esposto nei suoi Quaderni in modo chiaro una venuta gloriosa di Cristo diversa da quella finale, per condannare l’Anticristo e i suoi seguaci. Ma molte di queste rivelazioni private rimandono al terzo segreto di Fatima, dove la Madonna all’inizio del novecento ha illustrato le dinamiche storiche, i rimedi e la sua Vittoria con il conseguente ‘periodo di pace’, che pare essere il tanto atteso millennio felice. Iniziamo con illustrare il significato dell’Apparizione della Madonna di Fatima ai tre pastorelli.

 

 

1. IL TERZO SEGRETO DI FATIMA

1.1 Cronaca sul terzo segreto di Fatima.

 

Finalmente, dopo una lunga attesa, la terza parte del segreto di Fatima è stata svelata!. Il 26 giugno del 2000 nella sala stampa del Vaticano il cardinale Joseph Ratzinger e l’arcivescovo Tarciso Bertone hanno soddisfatto, per ordine di Giovanni Paolo II, le richieste della Madonna e le attese dei suoi devoti col rivelare le ultime parole del più grande mistero mariano di questo secolo. Insieme alla terza parte del segreto si è voluto dare ai fedeli un commento teologico al fine di facilitare la lettura delle immagini profetiche in esso contenute. L’immagine sulla quale si sono soffermati maggiormente gli interpreti ufficiali del terzo segreto è stata quella della visione del “vescovo vestito di bianco”ucciso dai nemici della fede. Questo vescovo è stato identificato dai tre piccoli veggenti come un Papa che verrà, ma di cui non si conosce il nome. Dalla lettura della comunicazione introduttiva al terzo segreto di Fatima, scritta dal cardinale Sodano e ripresa da altri commentatori, appare chiaro come lo stesso Pontefice, Giovanni Paolo II, ritenga possibile una sua identificazione con il “vescovo vestito di bianco” della profezia sulla base di alcuni eventi sicuramente straordinari, il più importante dei quali è stato l’attentato avuto proprio nel giorno della ricorrenza dell’apparizione mariana di Fatima, il 13 maggio del 1981. Scrive Ratzinger nel suo commento: “Non doveva il Santo Padre, quando dopo l’attentato del 13 maggio 1981 si fece portare il testo della terza parte del <<segreto>>, riconoscervi il suo proprio destino? Egli era stato molto vicino alla frontiera della morte ed egli stesso ha spiegato la sua salvezza con le seguenti parole: <<...fu una mano materna a guidare la traiettoria della pallottola e il Papa agonizzante si fermò sulla soglia della morte>> (13 maggio 1994).

Ora, i commentatori, avendo riconosciuto la figura del <vescovo vestito di bianco> in Papa Giovanni Paolo II e ravvisando la morte di questo vescovo con il fallito attentato allo stesso, ritengono che la profezia di Fatima, per le vicende a cui fa riferimento, appartenga ormai al passato.

 

1.2. Come interpretare il segreto di Fatima.

 

Può dirsi pienamente soddisfacente l’interpretazione ufficiale del segreto di Fatima? O vi si possono ravvisare altre possibili interpretazioni?

Ad un attento lettore non sfuggiranno di certo alcune incongruenze nella lettura ufficiale del terzo segreto. Senza volerci sostituire alla Chiesa o fornire un magistero parallelo a quello dato dalla stessa, che è Madre e Maestra, e senza, tanto meno, volere essere irriverenti verso di essa, vorremmo qui dare un contributo per una lettura diversa del terzo segreto di Fatima, che, del resto, lo stesso Ratzinger riconosce espresso con “un linguaggio simbolico di difficile interpretazione”, e a cui egli ha voluto dare un “tentativo di interpretazione”, come si deduce dal suo commento.

E’ più che lecito, quindi, porsi queste domande e cercare delle risposte soddisfacenti.

Innanzitutto, come dobbiamo interpretare il linguaggio simbolico del segreto di Fatima? Vi sono singoli personaggi storici o, attraverso delle figure simboliche, si parla di realtà più estese? Ed ancora, il <vescovo vestito di bianco> è Giovanni Paolo II o l’intero papato di questo secolo? L’angelo con la <spada di fuoco> è già stato fermato dalla Madonna, oppure deve essere ancora bloccato attraverso le preghiere e la conversione dell’umanità? La vittoria del cuore di Maria come si è attualizzata, fermando la furia assassina di tutti i nemici della Chiesa o soltanto le pallottole di Alì Agca? Ed ancora, se il <vescovo vestito di bianco> muore come si dice nella profezia, perché l’attuale Papa sopravvive, contrariamente a quanto si afferma in essa?

Prima di affrontare i quesiti proposti è bene studiare il segreto di Fatima nelle sue singole sezioni letterarie. Quando parliamo del segreto di Fatima, intendiamo riferirci al segreto nelle sue tre parti, e, quindi, comprensivo, come è ovvio, della terza parte da poco rivelata. Ciò ci permette di avere un quadro generale del segreto in cui le singole parti si illuminano a vicenda, fornendo così nuovi elementi chiarificatori alle immagine simboliche.

 

 

1.3. Struttura letteraria.

Per una più facile lettura del segreto di Fatima è meglio notare le diverse sezioni letterarie. Registriamo così quattro visioni, quattro profezie e due segni di conferma.

 

Le visioni sono:

1: la visione dell’inferno con anime dannate e demoni;

2: la visione della Madonna che ferma l’angelo con la spada di fuoco;

3: la visione del Vescovo vestito di bianco perseguitato ed ucciso;

4: la visione dei due Angeli con due innaffiatoi sotto i bracci della Croce.

 

Le profezie sono:

1: la fine della 1° guerra mondiale e l’inizio della seconda (la prima guerra termina nel 1918, mentre la seconda inizia nel 1939);

2: la Russia spargerà i suoi errori (la rivoluzione comunista del 1917);

3: il Santo Padre consacrerà la Russia (sarà poi Giovanni Paolo II a consacrarla il 25 marzo 1984);

4: alla fine il Cuore Immacolato di Maria trionferà e al mondo sarà concesso un periodo di pace.

 

I segni di conferma:

1: durante il pontificato di Pio XI comincia effettivamente la seconda guerra mondiale;

2: una luce sconosciuta (l’aurora boreale del 1938) è il grande segno dell’inizio dei castighi, cioè della guerra, della fame e delle persecuzioni.

 

1.4. Le chiavi di lettura.

Il cardinale Sodano valuta il segreto di Fatima come “una visione profetica paragonabile a quelle della Sacra Scrittura, che non descrivono in senso fotografico i dettagli degli avvenimenti futuri, ma sintetizzano e condensano su un medesimo sfondo fatti che si distendono nel tempo in una successione e in una durata non precisate. Di conseguenza la chiave di lettura del testo non può che essere di carattere simbolico”.

Sodano, però, sembra non attenersi al presunto carattere simbolico della profezia, quando riconosce nel Papa Giovanni Paolo II° il “Vescovo vestito di bianco”, cosicché può affermare tranquillamente che per “le vicende a cui fa riferimento la terza parte del <<segreto>> di Fatima, esse sembrano ormai appartenere al passato”. Al contrario, per essere coerenti con il carattere simbolico della profezia di Fatima, avrebbe dovuto dire che questa è difficilmente collocabile in un periodo storico, perché la storia non ha ancora manifestato il suo contenuto simbolico. Pertanto, a nostro avviso, la profezia mantiene ancora il suo carattere di imprevedibilità, incertezza e mistero.

E’ possibile, pertanto, notare come gli stessi commentatori siano in bilico tra una interpretazione simbolica e una storico-letterale del testo. Si ripresenta in piccolo ciò che si vede accadere nei dibattiti teologici sui testi sacri della Bibbia. Noi non optiamo né per il metodo simbolico o allegorico, che prescinde dalla storia, né per il metodo storico-letterale, che prescinde dal sensus fidei del testo, ma preferiamo utilizzare il metodo profetico-rivelativo, in cui i due metodi sono compresi nell’analisi del testo in una sintesi superiore, dato che nel testo si ravvisano parti storiche e parti simboliche che attendono ulteriori chiarimenti.

Quali sono le parti del testo di Fatima con valore storico?

Rientrano nella dimensione storica, le prime tre profezie indicate nella suddivisione del testo succitata e i due segni di conferma della sezione letteraria. Hanno valore simbolico, invece,  la seconda e la quarta visione. Gli angeli, esseri di puro spirito, non possiedono le spade o impugnano innaffiatoi pieni del sangue dei martiri. E’ chiaro che qui sono presenti delle immagini simboliche per descrivere delle realtà spirituali come la sofferenza dei peccatori dannati, il castigo purificatore che viene dal cielo a causa dei peccati degli uomini ed infine il valore corredentivo del martirio dei cristiani.

La terza visione e la quarta profezia si avvalgono di un miscuglio di elementi simbolici e di eventi storici che ancora non sono accaduti e che rendono il segreto di Fatima ancora avvincente e meraviglioso e pur tuttavia terribile, per l’attesa degli avvenimenti che devono manifestarsi.

Gli elementi simbolici della terza visione sono il “vescovo vestito di bianco”, e l’uccisione dello stesso con “arma da fuoco e frecce”, il resto degli elementi possono appartenere ad un ambiente reale oppure prestarsi ad una interpretazione simbolica come ha fatto il cardinale Ratzinger. Per quanto riguarda la quarta profezia, ovviamente, il Cuore di Maria rappresenta il simbolo di una realtà spirituale, è il vissuto interiore della Madre dell’Onnipotente, il luogo in cui Ella ha maturato il Fiat all’Incarnazione di Cristo. Il Cuore di Maria è intimamente legato alla Trinità e quindi parlare della vittoria del Cuore di Maria corrisponde anche e più pienamente alla vittoria di Dio sul male, sul disordine e sul peccato, che avverrà solo con la Parusia Intermedia di Cristo Risorto. E’ per questa vittoria che all’umanità verrà concesso un periodo di pace finora sconosciuto in ogni angolo della terra. Pertanto anche la quarta profezia, a nostro avviso, è rivolta al futuro. Non conosciamo, dunque, il nome del “vescovo vestito di bianco”, né sappiamo come avverrà concretamente la vittoria del Cuore di Maria, né come sarà il tanto desiderato periodo di pace sulla terra.

 

1.5. La vita di suor Lucia come chiave interpretativa del segreto.

 

Il contenuto del testo di Fatima risulta essere molto sintetico, ma ciò non per comunicazione divina ma per opportunità di scrittura. E’ suor Lucia la veggente che lo dice: “Uno dei punti che mi indica (il p. Gonçalves), è la rivelazione del segreto. Qualcosa ho detto, ma per non allungare troppo quello che ho scritto, che doveva essere breve, mi limitai all’indispensabile, lasciando a Dio l’opportunità di un momento favorevole”.

Quindi per l’interpretazione corretta del segreto di Fatima dobbiamo considerare non solo il segreto nelle sue singole parti, ma anche complessivamente la vicenda carismatica di Suor Lucia. Pertanto, come ha sottolineato il professore Domiciano Fernández, bisogna inquadrare il messaggio mariano in tre distinte fasi della vita di Lucia: le varie apparizioni dell’angelo nel 1915 e 1916 manifestatesi a Lucia e alle compagne Teresa Matías, Maria Rosa, sua sorella, e Maria Justino; le sei apparizioni della Madonna (maggio-ottobre 1917) avvenute anche in presenza dei cugini Giacinta e Francisco Marto; e le Apparizioni in Spagna (dal 1925 al 1946) registrate nelle quattro Memorie. Ed ancora bisogna aggiungere, - notizia nuova questa -, un nuovo scritto di Suor Lucia che verrà pubblicato all’inizio del 2001 con il titolo Os apelos da Mensagem de Fatima.

Tutto questo fa sì che le vicende di Fatima siano avvolte ancora nel mistero, tra passato e futuro sono innestate le profezie e le visioni dei tre pastorelli, ma è suor Lucia colei che le scrive e le racconta, cosicché il mistero celeste trova il suo spessore umano attraverso la scrittura e la narrazione della suora portoghese.

La vita di Suor Lucia è, dunque, la chiave interpretativa del mistero di Fatima.

 

1.6. E’ Giovanni Paolo II° il Papa del segreto di Fatima?

 

Stando all’ interpretazione di suor Lucia il “vescovo vestito di bianco” è la figura del Papa, ma poi la veggente racconta di non conoscerne il nome. Infatti alla domanda: <<Il personaggio principale della visione è il Papa?>>, Suor Lucia risponde subito di sì e ricorda che i tre pastorelli erano molto addolorati della sofferenza del Papa e Giacinta ripeteva: <<Poverino il Santo Padre, ho molta pena per i peccatori!>>. Suor Lucia continua. <<Noi non sapevamo il nome del Papa, la Signora non ci ha detto il nome del Papa, non sapevamo se era Benedetto XV o Pio XII o Paolo VI o Giovanni Paolo II, però era il Papa che soffriva e faceva soffrire anche noi>>.

Con ciò non vogliamo dimostrare che il Papa erra nell’identificarsi nel “vescovo vestito di bianco”, perché in effetti Giovanni Paolo II ha sofferto e donato il suo sangue durante il suo Pontificato, però né più né meno di Paolo VI che fu accoltellato durante la sua visita a Manila, o di Pio XII perseguitato dai tedeschi o di Giovanni Paolo I, morto improvvisamente e in modo misterioso, ecc.

Ciò che si deve evitare, a nostro avviso, è una interpretazione unilaterale della profezia di Fatima, che si potrà considerare avverata solo quanto tutti gli elementi della profezia troveranno il loro riscontro storico. Infatti non possiamo dire di vivere in un periodo di pace, né che il Cuore di Maria abbia trionfato. E purtroppo constatiamo che i sistemi atei contro la Chiesa sono ora più che mai attivi per distruggere la Vigna del Signore. Basti pensare al comunismo ateo della Cina rea di perseguitare i cattolici e di imprigionare e uccidere tuttora i suoi vescovi. Non occorrerebbe, forse, anche per la Cina una consacrazione al Cuore Immacolato di Maria al pari di quella fatta alla Russia comunista per pacificarla?

Comunque sia è sicuro che Giovanni Paolo II ha giocato un ruolo di primo piano nella vicenda del segreto di Fatima. E’ stato lui a consacrare la Russia e il mondo al Cuore Immacolato di Maria il 25 marzo del 1984; per suo impulso si è svelata la terza parte del segreto di Fatima; ha inoltre beatificato i due pastorelli-veggenti Giacinta e Francisco Marto e rinnovato in tutta la Chiesa la devozione al Cuore Immacolato di Maria. E’ probabile che sia proprio lui il Papa del terzo segreto di Fatima ma in un altro contesto, diverso da quello dell’attentato del 13 maggio 1981.

 

 

Molte altre rivelazioni da parte di Maria Vergine e di Gesù per mezzo di carismatici si concentrano su questo Papa. Ne citiamo solo due a conclusione della nostra riflessione lasciando ancora aperto il mistero di Fatima che, ricordiamo, è alla fine un mistero di vittoria e di pace di Maria e di Dio sul mondo rinnovato dal sangue dei martiri, dalla seconda Pentecoste e dalla Venuta intermedia di Cristo.

Ecco il primo testo carismatico: “La Madonna rivela a Conchita Gonzalez la profezia dei tre papi. La ragazzina confidò il suo “segreto” alla madre il 3 giugno 1963, in occasione della morte di Papa Giovanni XXIII. Fu allora che Conchita disse apertamente a sua madre e poi ad altri: “Ora restano solo tre Papi”; -Ma come fai a saperlo? - “Me l’ha detto la Madonna”. - Allora sta per venire la fine del mondo? - “La Madonna non ha parlato di “fine del mondo”, ma di “fine dei tempi” -. E che differenza c’è? - “Questo non lo so. So solo che mi ha detto che dopo questo Papa ce ne saranno altri tre (Paolo VI, Giovanni Paolo I e l’attuale Giovanni Paolo II, NdR) poi (alla morte di Giovanni Paolo II, NdR) giungerà la “fine dei tempi” (mess. 20 dicembre 1962. Cit. in E. De Pesquera, Garabandal. La continuazione di Fatima, Gribaudi 1993, pp. 126-127).

In Italia ha avuto una diffusione notevole il libro(Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna) di messaggi mariani comunicati ad un sacerdote carismatico utile per l’interpretazione spirituale del III° segreto di Fatima, in cui si ribadisce che Giovanni Paolo II è il Papa del terzo segreto e che l’apostasia attraverserà sia la Chiesa che l’umanità. Messaggio del 13 maggio 1991:

“Ricordate così l’anniversario della mia prima apparizione, avvenuta a Fatima il 13 maggio 1917. Spiritualmente vi sentite molto uniti al mio Papa Giovanni Paolo II, questo dono prezioso che il mio Cuore Immacolato vi ha fatto e che, in questi stessi momenti, si trova in preghiera nella Cova da Iria, per ringraziarmi della materna e straordinaria protezione che Io gli ho dato, salvandogli la vita, nella circostanza del cruento attentato, avvenuto dieci anni fa in piazza S. Pietro. Oggi vi confermo che questo è il Papa del mio segreto; il Papa di cui ho parlato ai bambini durante le apparizioni; il Papa del mio amore e del mio dolore” (Ai Sacerdoti...,p. 838).

Ed infine il messaggio del 11 marzo 1995:

“Per questo oggi, nello stesso luogo dove sono apparsa, voglio manifestare a voi il mio segreto. Il mio segreto riguarda la Chiesa. Nella Chiesa sarà portata a termine la grande apostasia, che si diffonderà in tutto il mondo; lo scisma verrà compiuto nel generale allontanamento dal Vangelo e dalla vera fede. In essa entrerà l’Uomo iniquo (l’Anticristo), che si oppone a Cristo, e che porterà al suo interno l’abominio della desolazione, dando così compimento all’orribile sacrilegio, di cui ha parlato il profeta Daniele (Mt 24, 15). Il mio segreto riguarda l’umanità. L’umanità giungerà al culmine della corruzione e della empietà, della ribellione a Dio e della aperta opposizione alla sua Legge di amore. Essa conoscerà l’ora del suo più grande castigo, che vi è già stato predetto dal profeta Zaccaria (Zc 13, 7-9. Ai Sacerdoti..., p. 1030-1031).

Prepariamoci, dunque, al periodo di pace promesso dalla Madonna di Fatima con la consacrazione al suo Cuore Immacolato, la recita giornaliera del Santo Rosario e più ancora con una santa vita cristiana, sperando in una conclusione della fine dei tempi, cioè nella conclusione di questo ciclo storico dominato dallo spirito dell’Anticristo, meno dolorosa possibile per l’umanità intera, per godere di un nuovo periodo dove regnerà la pace, l’amore e l’armonia tra Cielo e Terra.

 

2.MARIA VALTORTA

 

Vi sono molti messaggi relativi alla venuta regale di Cristo. Abbiamo scelto questo testo che chiarisce la natura spirituale dell’Anticristo utile per l’esercizio del discernimento che ogni cristiano deve fare per salvaguardare la sua fede:

“Sarà persona molto in alto, in alto come un astro. Non un astro umano che brilli in un cielo umano. Ma un astro di una sfera soprannaturale, il quale, cedendo alla lusinga del Nemico, conoscerà la superbia dopo l’umiltà, l’ateismo dopo la fede, la lussuria dopo la castità, la fame dell’oro dopo l’evangelica povertà (...) A premio della sua abiura, che scrollerà i cieli sotto un brivido di orrore e farà tremare le colonne della mia Chiesa nello sgomento che susciterà il suo precipitare, otterrà l’aiuto completo di Satana, il quale darà ad esso le chiavi del pozzo dell’abisso perché lo apra. Ma lo spalanchi del tutto perché ne escano gli strumenti di orrore che nei millenni Satana ha fabbricato per portare gli uomini alla totale disperazione, di modo che da lor stessi invochino Satana Re, e corrono al seguito dell’Anticristo, l’unico che potrà spalancare le porte dell’abisso per farne uscire il Re dell’Abisso, così come il Cristo ha aperto le porte dei Cieli per farne uscire la grazia e il perdono, che fanno degli uomini dei simili a Dio e re di un Regno eterno in cui il Re dei re sono Io (I Quaderni del 1943, pp. 147-148)”.

 

 

 

3. FRANCA CORNADO

 

“Il Regno di Dio sta venendo sulla terra! Bisogna salvare anime, preparate le anime, affinché la terra non sia colpita d’anatema” (mss., 17-11-67). “La Gerusalemme celeste è con me pronta a scendere sulla terra. Ma la terra non è preparata a ricevermi: mi hanno ucciso una volta. Ora no; voglio venire trionfante, ma almeno un terzo della terra mi deve credere “ (mss., 30-11-1969). Perché non credere alla mia venuta se non alla fine del mondo? Non posso venire trionfante sulle nubi del cielo in una terra che ancora mi odia. Ecco perché devo venire prima, a preparare i miei in un mondo d’amore” (mss., 5-5-1972). “L’Era Nuova è come la prima risurrezione. Ricorda ai Vescovi che ho detto nelle testimonianze apocalittiche di s. Giovanni: “Beato e santo chi ha parte nella prima risurrezione- era nuova. Essi saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con Lui mille anni” (mss., 21-5-72).

 

 

 

4.Don STEFANO GOBBI

 

Il volto mondano della Triade infernale è trattato ampiamente in tre messaggi: L’enorme Drago rosso nel 14 maggio 1989; La Bestia simile a pantera nel 3 giugno 1989; La Bestia simile a un agnello nel 13 giugno 1989 (Ai Sacerdoti, figli prediletti della Madonna, pp. 729-743).

La Madonna spiega così il significato di Ap 12, 1-6; 13, 1-10 e 13, 11-18. In breve l’enorme Drago rosso è il Comunismo ateo, che ha diffuso in tutto il mondo e con ogni mezzo l’ostinato rifiuto di Dio. L’ateismo marxista si presenta con 10 corna, che rappresentano i mezzi di comunicazione per condurre l’umanità alla disobbedienza dei 10 comandamenti di Dio, come la stampa, la televisione, la radio e Internet. Le sette teste incoronate simboleggiano invece le nazioni in cui il comunismo ateo domina col potere ideologico, politico e militare. L’enormità del Drago corrisponde al dominio su una vasta parte del mondo. Il suo colore è rosso come il colore del sangue sparso per ottenere le sue numerose conquiste. La Madonna, la Donna rivestita di sole, ha il compito di sottrarre l’umanità dal dominio dell’enorme Drago e riportarla al culto della vera Trinità attraverso la consacrazione al suo Cuore Immacolato, la preghiera del Rosario e l’obbedienza al Papa e al Magistero. La Bestia simile a pantera è la Massoneria. Ha le zampe di orso e la bocca di un leone perché adopera l’astuzia e la propaganda. Le sette teste indicano le varie logge massoniche. Questa bestia nera ha dieci corna con dieci diademi, i quali simboleggiano il dominio e la regalità. Infatti con le dieci corna governa in tutto il mondo. Se la funzione del Drago è quella di portare l’umanità all’ateismo, quella della Bestia nera è di bestemmiarlo. La bestemmia più grande consiste nel dar culto alle creature e allo stesso Satana. Ecco spiegato il diffondersi delle messe nere e del culto satanico. Alla Bestia nera che sale dal mare viene in aiuto una Bestia che ha due corna, simile a quelle di un agnello.  La Bestia simile all’agnello è la Massoneria ecclesiastica, che si è diffusa tra i membri della gerarchia fino al vertice della Chiesa. Lo scopo della massoneria ecclesiastica è quello di mettere da parte Cristo e la Chiesa, costruendo un nuovo Idolo, cioè un falso Cristo e una falsa Chiesa. La sua tattica è la seguente: oscurare la Sacra Bibbia con interpretazioni naturali e razionali, svuotandola di ogni suo contenuto soprannaturale; giustificare il peccato come se fosse un bene in sé; far sparire la confessione individuale; negare la divinità di Gesù e la sua missione salvifica; creare un falso ecumenismo, affermando che ogni Chiesa possiede una parte della verità, mentre è vero il contrario: la Chiesa cattolica la possiede tutta intera e le altre  - forse, e mischiata con la menzogna - una parte; sminuire il valore dell’Eucarestia riducendola ad un pasto conviviale; creare scompiglio nell’unità della Chiesa, attaccando il Papa e il suo Magistero con le contestazioni.

E tutto questo è già sotto gli occhi dei cristiani, come far finta di niente? Perché non si vuole credere ai carismatici? Siamo già accecati dall’inganno dell’Anticristo? Quando invocheremo tutti insieme il Marana Tha: “Vieni Signore Gesù”, soccorici, illuminaci e liberaci dai nemici della Chiesa?

Non solo i carismatici sono a conoscenza di infiltrazione massoniche nella casa di Dio anche “Paolo VI si avvide della presenza massonica in Vaticano, e lo disse al mondo: la chiamò fumo di satana. Egli sapeva che attraverso la fessura massonica quel fumo era penetrato e annebbiava il tempio del Signore. La politica massonica del secolo XIX era più per lo scontro frontale con la Chiesa cattolica, ma in questo modo creava solo steccati. Col tempo, ai primi del secolo XX, ha cambiato metodologia: ha compreso che era molto più proficuo infiltrarsi negli alti vertici della Chiesa”. Purtroppo alcune indagine giornalistiche hanno confermato ciò che aveva visto il Papa. Infatti il 12 settembre 1978 sul settimanale “Op” diretto da Mino Pecorelli, massone poi assassinato, dal titolo “La Gran Loggia Vaticana”, pubblicava tra l’altro l’elenco di ben 121 nomi di esponenti vaticani e di alti prelati, indicati come affiliati alla massoneria....

Il cardinale Giuseppe Siri riteneva persino probabile, nel febbraio del 1988, la manipolazione di un Papa indicato dalla setta massonica in un prossimo conclave (cfr. I millenari, Via col vento in Vaticano, ed. Kaos 1999, pp. 115.231ss).

 

5. ANONIMA, dai MESSAGGI DELLA DIVINA SAPIENZA

 

Nei messaggi di questa signora troviamo espresso chiaramente il concetto di Parusia intermedia tanto che il Signore utilizza proprio questo termine per indicare la sua gloriosa venuta sulla terra per confondere anche i razionalisti che l’hanno rinnegata in nome di una teologia che affossa le sue radici nelle eresie di ORIGENE e TICONIO, come abbiamo precedentemente dimostrato. Ma ecco come il messaggio della Divina Sapienza del 28-5-2000 mostra la parusia intermedia.

Gesù dice: ”Oggi, amata sposa, sono molti a scrutare nelle Scritture per capire il senso del tempo presente; molti di costoro non capiscono ciò che più volte dico palesemente, che cioè tornerò, tornerò non solo nell’Ultima Venuta finale e conclusiva ma che ci sarà una Venuta Intermedia precedente. I miei amati piccoli che hanno il cuore nel Mio Cuore e palpitano del Mio stesso Amore, Mi attendono perché hanno compreso alla Mia Luce, si preparano di giorni in giorno con un’adorazione continua, con una dedizione completa. I razionalisti, senza la Mia Luce ma solo con la propria luce, non Mi attendono, non si preparano, ripetono: “Non si parla mai nelle Scritture di Una Venuta Intermedia”. Essi non saranno pronti al Mio Ritorno e non potrò dare loro i Doni sublimi che ho preparato per chi si è lasciato avvolgere dalla Mia Luce ed ha cercato tutto da Me. Amata, il Mio Giorno è vicino, questo sarà anche il Giorno meraviglioso ed unico delle anime belle che troverò vestite a festa come piccole spose; ecco verranno con Me al Banchetto di Nozze e nessuna di esse resterà fuori, resteranno fuori invece coloro che in Me non hanno creduto ma hanno confidato troppo in se stessi senza capire che solo alla Mia Luce devono essere viste ed interpretare le cose”.

In un altro messaggio Gesù dice (27-5-2000): “Io, Io Gesù, sto per fare tutto questo. Il mistero nascosto da secoli e millenni ora viene palesato, e tutti ne conosceranno l’essenza. La Mia Prima Venuta sulla Terra è stata l’inizio, la Mia Seconda sarà la continuazione, la Terza la conclusiva”.

Ancora in un altro messaggio della Divina Sapienza, Gesù parla della Sua Venuta Intermedia e dice di annunciarla a tutti (7-5-2000): “Sposa amata, quando mai ho detto che fino alla fine del mondo le cose resteranno stazionarie? Perché gli uomini non prestano attenzione alle mie Parole? Ho parlato spesso attraverso i miei profeti antichi e nuovi di una Mia Venuta Intermedia e non in modo velato. Quanti Mi attendono per farMi festa e gioire con Me? Pochi, sposa amata, pochi anche di coloro che leggono e rileggono le Mie Parole; essi dicono: “Ma....forse, non è ben chiaro...chissà...vedremo!”. Nessuno di questi ha il coraggio di dire: “Gesù parla chiaramente di una Venuta grandiosa ed intermedia, prepariamoci tutti ad accoglierlo col cuore ardente di chi attende Colui che tanto ama e che sta per ritornare trionfalmente e visibilmente”.

 

 

 

6. J.N.S.R. (Je Ne Suis Rien)

 

TEOFILO IL SICULO nella rivista il Segno del Soprannaturale nel 1998 fu il curatore di una serie di articoli dal titolo La Parusia intermedia negli scritti profetici di J.N.S.R. dove enumerò e giustificò 125 motivi della venuta gloriosa di Cristo tratti dai libri di J.N.S.R. Una sintesi del messaggio celeste di J.N.S.R. è presente nel mio opuscolo Appello divino dagli scritti profetici di J.N.S.R., ed. Segno.

I messaggi celesti di J.N.S.R. altro non sono che la chiarificazione di quei passi oscuri delle Sacre Scritture come ad esempio i versetti  1-6 di Apocalisse 20, ma anche quei passi biblici ritenuti chiari, come la preghiera del Padre Nostro, riservano anche alcune sorprese esegetiche. Infatti quel “venga il Tuo Regno” è da interpretarsi in senso letterale: discesa della Gerusalemme celeste a Dozulé, paese della Normandia famoso per essere stato il luogo del messaggio celeste della Croce Gloriosa ricevuto da Maddalena Aumont, e instaurazione del Regno di Dio su tutto il pianeta ad opera di Cristo Risorto. Non mancano, tuttavia, riferimenti diretti o indiretti ad altri libri della Bibbia. Alcuni sono decisivi per la giustificazione profetica della Parusia intermedia. Un motivo, infatti, descrive la venuta di Cristo Risorto come operazione divina determinante per ricondurci nel regno di luce, rifiutato da Adamo col suo peccato, ma che è stato riparato e, quindi, il regno di Dio sulla terra è stato messo nella condizione di essere rivissuto per la Croce del secondo Adamo, Gesù Cristo, prima nei cuori e poi sulla terra nel tempo stabilito dal Padre .

Gli studiosi vedranno in ciò una similitudine coll’antica teologia rabbinica. Gli ebrei di una volta credevano ad un ritorno del Paradiso terrestre qualora il Messia avesse messo piede in Israele. Ciò è avvenuto e avverrà di nuovo per realizzare le antiche e le nuove profezie, come ci testimoniano questi due messaggi. Gesù:“Fermerò il meccanismo prima della parola “fine”; e come da un treno in movimento, Io vi farò saltare nel tempo vero, quello della “mia verità”. Ai miei figli del mondo intero voglio dire che è arrivato il tempo della verità (...) Io sono l’unica verità scritta da tutti i santi profeti nella santissima Bibbia. Parole di Gesù. Amen”; “Sì, mia piccola, i tempi stanno per precipitare e tutto si svolge come ve lo ha indicato il mio santo Libro (...) Io vi darò ancora più segni della mia prossima venuta. Niente deve turbarvi né spaventarvi, poiché ciò, sì, tutto ciò deve accadere. Il mondo infatti è andato troppo in là nella disobbedienza a Dio e più nulla lo può fermare nella sua follia satanica. Non posso lasciare l’uomo distruggersi completamente” (J.N.S.R., Testimoni della Croce, Messaggi di Vita,  EDIZIONI SEGNO, 1995, Udine, p. 163 e pp. 174-175).

Pertanto la Parusia intermedia si configura negli scritti di J.N.S.R. come la speranza primordiale di tutto il popolo di Dio a partire da Adamo fino all’ultimo eletto; è la speranza che illumina di nuova luce tutti i libri biblici e la stessa azione provvidenziale nella storia dell’umanità.

Per questo non dobbiamo meravigliarci se nei messaggi della mistica francese troviamo oltre ai cattolici altri destinatari, come i nostri “fratelli maggiori”, così il Papa definì gli ebrei nella visita alla sinagoga di Roma, perché ci accomuna la medesima speranza nella venuta gloriosa del Messia. Il Signore Gesù Cristo vuole essere riconosciuto, con il Padre e lo Spirito Santo, come il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe e portare il perdono e la pace in Israele . In realtà il respiro ecumenico dei messaggi di J.N.S.R. è più ampio e comprende anche i cristiani delle altre confessioni. Gesù: Io avverto tutti i capi delle Chiese di tutte le confessioni che Io ritorno presto! (Cf. J.N.S.R., Testimoni della Croce. Messaggi di Vita. “Ecco Mia Madre: fate tutto ciò che Ella vi dirà”, vol. 3, ed. Segno, 1996, Udine, p. 162).

Ora la cosa più importante, dopo aver fatto questo bilancio teologico e profetico rivelativo, è domandarsi se abbiamo il dovere di annunciare questa venuta intermedia. Negli scritti carismatici di J.N.S.R. abbiamo la risposta. Gesù dice:

Ritorno che nessuno deve tener nascosto perché, se voi nascondete il mio Annuncio, la Luce vi accecherà prima ancora che Io giunga sulla vostra Terra”.(Atti degli apostoli. Vol. 1, p. 82).

Questo monito celeste ci indica quanto sia seria la questione della parusia intermedia e di come, una volta intesa, deve trasformarsi in annuncio gioioso perché finalmente sta per giungere il tanto atteso “Sposo” divino. Prepariamoci, dunque, con la fede e con l’annuncio operante a diventare validi apostoli degli ultimi tempi.

 

  1. ANCILLA: Una  persona carismatica, che riceve  messaggi di Gesù e di Maria Vergine, riguardanti soprattutto la Venuta Intermedia di Gesù e il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria : I messaggi ricevuti per mezzo di Ancilla sono riportati nel sito internet : http://digilander.iol.it/maranathadgl/.

 

 

 

 

8. Appendice:

 

IL ‘GRANDE EQUIVOCO ‘ DI SANT’AGOSTINO

di Teofilo il Siculo

 

Più volte nel mio libro “Il tempo dell’Anticristo e la Parusìa intermedia” tratto del ‘grande equivoco’ di sant’Agostino, come punto di partenza della confusione che vige nel campo dell’escatologia, impotente per ciò ad accettare il concetto di venuta intermedia del Signore, nonché la stessa figura dell’Anticristo, entrambe molto ben delineate dalle profezie contemporanee, espresse dalle rivelazioni private con finalità pubblica, e quindi di interesse non solo ecclesiale ma anche mondiale.

Pertanto credo sia utile analizzare la genesi di questo equivoco per poter sollecitare un ulteriore discernimento ecclesiastico, che porti ad una revisione di quelle tesi teologiche in contrasto col dato biblico e con la Tradizione anteriore al santo di Tagaste.

Quando un singolo Padre diverge dalla Tradizione, come nel caso di Aurelio Agostino, ciò non avviene senza un preciso contesto teologico e culturale. Dobbiamo precisare che nel quarto secolo dopo Cristo non c’erano dei centri, come le università cattoliche nel Medioevo o la Congregazione per la dottrina della fede. Tuttavia, registriamo una certa vigilanza dei patriarcati sulla ortodossia degli studi della Sacra Dottrina. Ed infatti il Patriarcato di Antiochia, noto per praticare il metodo storico-letterale, condannò a più riprese il metodo allegorico esercitato in modo eccessivo dal Patriarcato di Alessandria. Ma i Padri africani, come risulta dagli studi storici ascoltarono i moniti , come si sol dire, con orecchi da mercante. Conclusione: l’errore di Agostino crebbe e si sviluppò in tutta libertà, fino a cristallizzarsi nei pronunciamenti magisteriali, senza che alcuno abbia fatto ancora una serrata critica teologica alle proposizioni escatologiche del santo africano, perché soggiogati dalla autorità morale del medesimo.

In questa sede cercherò di ricostruire l’evoluzione storica-culturale del più grande equivoco che mai la Chiesa cattolica abbia gestito acriticamente nel suo seno. Una vera aberrazione teologica, che dovrebbe essere presa in seria considerazione per rivedere le proposizioni escatologiche della Teologia Cattolica.

Sia chiaro che Agostino, nonostante questo errore, rimane sempre un santo, giacché la santità non si misura dalla qualità dei libri scritti, ma dalle virtù cristiane esercitate in grado eroico. Già in precedenza si è condannata la dottrina della grazia di sant’Agostino e poi alcune sue dottrine sono state ripudiate, come la concezione maculista della Madonna. Mettendo in evidenza l’errore di Agostino, in fondo vogliamo restituire al santo né più e né meno la sua giusta collocazione all’interno degli studi teologici ed ai Padri della Chiesa che lo hanno preceduto la loro dignità di teologi e di pastori.

 

1. Situazione teologica ed ecclesiale.

 

Le continue contestazioni dei fedeli alle varie traduzioni dei singoli passi biblici e le interpretazioni degli eretici, spinsero gli studi esegetici alla formulazione di un unico testo biblico valido per tutta la cristianità. Il primo studioso in tal senso, fondatore del metodo esegetico, fu Origene per l’Oriente cristiano, per l’Occidente abbiamo invece un suo discepolo, Girolamo. Agostino in questo travaglio culturale non ebbe alcun ruolo per via della sua scarsa conoscenza del greco (Agostino 1987: 52; Trapé 1976: 20) e la totale ignoranza della lingua ebraica. Nonostante l’incompetenza mostrata nelle lingue delle Sacre Scritture, che da sola è sufficiente ad allontanare qualsiasi erudito dagli studi della Bibbia, non è stata una difficoltà per Agostino, né di altri nelle sue stesse condizioni.

Sembra che usando il metodo allegorico sui testi biblici non vi fosse bisogno della conoscenza del testo in lingua originaria, perché ugualmente avevano un gran dire ed enunciare fantasiose interpretazioni, costruite su parole complesse e accattivanti.

Tuttavia il vescovo di Ippona per la sua funzione di pastore non poteva proprio far a meno di alcune opere che poteva leggere solo se tradotte, ed infatti dipese per i testi biblici e per le opere dei Padri greci dalle traduzioni di Girolamo. Ma anche quest’ultimo Padre non brillò certamente di originalità, e rappresenta senz’altro un momento intermedio nella evoluzione del ‘grande equivoco’.

Non bisogna dimenticare che “Girolamo fu prima di tutto un discepolo di Origene, che in seguito ripudiò; di conseguenza nella sua opera di esegesi si nota uno slittamento progressivo dal senso allegorico al senso letterale, quello che Steinmann chiama <disintossicazione> (Peters 1986: 247).

Se gli studiosi notano un progressivo processo di disintossicazione in Girolamo, ancora poco si è detto cosa è rimasto di origeniano in Agostino. Dunque per risalire all’origine del grande equivoco di sant’Agostino, dobbiamo andare al di là della fonte costituita da Girolamo e trovare a monte la sorgente nella figura del padre dell’esegesi.

Origene, che in un primo momento si professava come gnostico valentiniano, si convertì al cristianesimo grazie all’intervento di un certo Ambrogio.

In realtà, ad uno studio attento dell’opera di Origene, si nota che la sua conversione non fu mai profonda né completa. Infatti parte delle teorie valentiniane le ritroviamo nella sua più grande eresia conosciuta come l’<apocatastasi> o restaurazione universale di tutte le cose nel suo stato primitivo. Secondo tale concezione tutti i peccatori saranno salvati, compresi i demoni e lo stesso Satana, che verranno, secondo queste strane teorie, purificati dal Logos nonostante la loro ostinazione nel male. Dopo la purificazione avrà luogo la seconda venuta di Cristo (quella finale), poi la risurrezione di tutti gli uomini, con corpi non materiali, ma spirituali.

È da tenere presente che la restaurazione universale non coincide con il concetto della fine del mondo, e quindi della palingenesi cristiana, ma è ritenuta come una fase transitoria, perché alla fine di questo mondo, ne esisterà un altro e un altro successivo, secondo la teoria di Platone, riadattata dai valentiniani, dell’esistenza di altri mondi prima che questo arrivasse all’essere, e ancora una successione illimitata di mondi dopo di esso (cfr. Quaesten 1983a: 389).

Per rendere accettabile questa eresia Origene interpretò in chiave allegorica, per la prima volta nella storia della Chiesa Ap 20, 1-6 cioè la parusìa intermedia di Cristo Risorto per sconfiggere l’Anticristo e porre la Gerusalemme messianica o il nuovo regno di Dio sulla terra. Fin allora il contenuto di Ap 20, 1-6 era inteso in senso letterale, come un evento profetico da avverarsi, secondo una interpretazione di alcuni passi biblici un po’ avventata, in breve tempo. Ma l’immanenza della venuta del Signore, vero ‘motore evangelizzatore’ che spinse milioni di persone in tutto il mondo allora conosciuto ad abbandonare i culti pagani per accettare la Dottrina del Dio Crocifisso e Risorto, perché credevano effettivamente che il suo Regno di Amore si sarebbe stabilito in maniera definitiva sulla terra nel giorno del suo Ritorno, il giorno della Gerusalemme messianica.

E così le prime generazioni dei cristiani attendevano la Parusìa intermedia e la Gerusalemme messianica nella speranza viva che quelli fossero gli ultimi tempi, ma senza fare attenzione che il tempo nell’Apocalisse si snoda tra la visione soprannaturale e visione storica dei fatti, l’una si dispiega nella eterna contemporaneità del pensiero divino, l’altra nella successione temporale data dalla scansione dei sette sigilli; gli antichi confusero la seconda visione con la prima, tant’è che buona parte dell’attesa imminente del Ritorno del Signore, dipendeva dal senso letterale dato dalle prime comunità dei cristiani ad Ap 20, 1-6, che più di tutti ostacolava lo sviluppo delle concezioni escatologiche di Origene.

Si può valutare meglio l’esegesi di Origene se si presta attenzione alla concezione del tempo nell’Apocalisse e alla concezione del tempo nella <apocatastasi>. Mentre per l’Apocalisse la storia si evolve progressivamente, per delle tappe che portano l’umanità, ma anche il creato, ad una graduale perfezione; secondo l’apocatastasi il tempo si sviluppa circolarmente con un inizio e una fine, che si ripetono all’infinito, tanto quanto i mondi supposti esistenti. Qui l’evoluzione dell’umanità nasce dalla possibilità teorica (non compresa dalla Rivelazione ma solo nella filosofia) di ritrovarsi in un altro mondo, nelle stesse situazioni, sperando di reagire diversamente.

È davvero strano come i più grandi intellettuali del cristianesimo non abbiano rifiutato da subito questa concezione, che ha condizionato inevitabilmente, per la scarsa attenzione alla gnosi origeniana, l’escatologia di Girolamo e di Agostino. Ciò sembra imputabile alla cultura di allora imbevuta esclusivamente di medioplatonismo, di cui Agostino in seguito ne fece uso a piene mani per dare un impianto filosofico al cristianesimo, al fine di renderlo accettabile ai colti di quel tempo.

Questa riduzione del cristianesimo a filosofia è stata brillantemente denunciata da Adolf von Harnack con la teoria dell’<ellenizzazione del cristianesimo>, ossia quel processo con cui l’annuncio cristiano avrebbe assunto le categorie di pensiero del mondo ellenistico, garantendosi la possibilità di penetrazione e diffusione nel mondo greco-romano, ma a prezzo dello snaturamento del kerigma originario (cfr. Le tesi di Harnack in Dogmengeschichte, Tübingen 1898).

Tutto ciò non è sfuggito all’ordinario del luogo, infatti già in vita Origene ebbe invalidato il sacerdozio dal vescovo Demetrio, il quale sostenne che la legislazione canonica non poteva accettarlo al sacerdozio a causa della mutilazione che si era inflitta per una lettura letterale di un passo del vangelo: Mt 19,12 :” …e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli” (si evirò l’organo sessuale, e -a mio avviso- da allora anche il senno teologico venne meno). Visto il dissenso di alcuni, Demetrio convocò un sinodo, che scomunicò Origene dalla Chiesa di Alessandria. Un secondo sinodo nel 231 lo depose dal sacerdozio. Ma ormai il seme dell’eresia aveva attecchito nelle menti e negli scritti dei teologi, rivestito di filosofia (il medioplatonismo) e di una buona dose di buonismo (la salvezza estesa anche ai dannati e demoni), che tuttora tiene banco presso alcune  università cattoliche e presso molti studiosi, ignari del raggiro del Demonio.

Ad una attenta riflessione bastavano questi interventi ecclesiali per mettere all’erta gli studiosi cristiani sulla “pericolosità” di Origene nel campo teologico. Ammettere l’unicità della Parusìa del Signore alla fine del tempo, sostenuta da Origene perché ovviamente più confacente alla sua teoria, è un vero attentato alla Parola di Dio che non ammette travisamenti (cfr. Ap 22, 18-19), e all’autorità della Tradizione, che non accetta sconfinamenti dalla santa ortodossia. Invece, la storia dei fatti ci mostra il contrario. Origene ebbe molti ammiratori tra i quali Eusebio di Cesarea (nella sua Storia ecclesiastica bollò come “millenaristi” tutti quei Padri che praticavano sensatamente il metodo letterale su Ap 20, 1-6 da cui evince la Parusìa intermedia) e Girolamo convalidò questo insensato giudizio (la condanna al presunto millenarismo dei Padri della Chiesa la si trova in Aragon 1968: 490). Evidenziamo il dilettantismo teologico di Girolamo, del quale non sappiamo se imputarlo alla sua imperizia negli studi esegeti, che dipese per tutta la sua carriera dalle versioni in greco di Origene dei testi in ebraico (cfr. De Lubac 1972a: 437) o alla sua irruenza. Va da sé che Girolamo sulle questioni escatologiche, avendo accettato acriticamente l’unicità della Parusìa, piuttosto che la binarietà della medesima, cioè le due venute gloriose del Signore Risorto, mostra ancora una certa contiguità all’eresia origenista, e pertanto non può essere considerato una autorità. E se, come abbiamo visto, Agostino dipende da Girolamo, ancor più l’autorità del Padre africano, nel campo escatologico, perde di consistenza.

 

2. Come Agostino cade in errore.

 

Il primo passo falso che compie è quello di commentare al libro 20 della Città di Dio il testo dell’Apocalisse non nella versione greca, ma da un commento fornitogli probabilmente da Girolamo. Alla fine del terzo secolo erano rimasti pochi testi dell’Apocalisse, perché la chiesa orientale per combattere i montanisti (eretici spiritualisti di cui Agostino ne fece parte per ben nove anni) non ammisero nella lista dei libri canonici gli scritti di s. Giovanni. Questi scritti vennero considerati a-logoi.

I testi di s. Giovanni sono considerati con sospetto perché il linguaggio adoperato presentava delle affinità con il linguaggio gnostico. In realtà la Chiesa orientale, come poi Girolamo e Agostino non seppero condurre una sana apologia, come i primi Padri greci, s. Ireneo primo fra tutti. E preferivano, amputare incautamente libri e concetti teologici, piuttosto che esaminarli con argomentazioni serie e inconfutabili. In realtà l’Apocalisse, come gli altri scritti giovannei, è stata concepita anche per combattere lo gnosticismo dilagante tra i cristiani di allora.

Giovanni di Patmos non poteva accettare l’esistenza di un mistero, come quello presentato dalla gnosi pagana, al di là e al di sopra di quello rivelato dalla Parola fatta carne. “Contro simile minaccia si era già pronunciato l’autore dell’Apocalisse (2,24), quando parla delle <profondità di Satana>, intendendo con questi termini la ricerca della salvezza nell’occulto, nel magico e nel superstizioso, e non nell’accoglimento di un dono di grazia elargito da Cristo all’uomo peccatore e quindi mortale” (Gentili 1993: 37).

Tuttavia sull’Apocalisse esisteva ancora, nonostante la pertinacia della Chiesa mediorientale, un commentario (solo su alcuni brani) di s. Vittorino di Petovio. Questi fu il primo e forse l’unico valido esegeta di lingua latina. Rispettò nella traduzione il testo greco illustrando correttamente il senso letterale di Ap 20, 1-3. Quando il libro cadde nelle mani di Girolamo, avendo assimilato parecchio origenismo, era inevitabile che falsificasse il testo in senso allegorico.

Su questa operazione teologica-culturale Jean Gribomont dice eufemisticamente: “Ad una data che non possiamo precisare, che non può essere quella della maturità né della vecchiaia, egli (Girolamo) rimaneggiò il commentario latino di Vittorino di Petovio, correggendone qualche errore, migliorandone lo stile e ricevendo qualche beneficio dal commentario di Ticonio” (Quaesten 1983c: 225).

Secondo lo studioso dei padri della Chiesa A. Hamman, proprio sull’opera di Girolamo annota :” I suoi commenti sono poveri di dottrina, trascurati nella forma. Girolamo è un erudito e un umanista, non è né un teologo né un mistico. Egli romperà definitivamente con Origene, quando sarà diventato pienamente e lucidamente se stesso, per animosità contro Rufino” (Hamman 1983: 150).

Dalle lettere di Agostino siamo a conoscenza delle richieste rivolte a Girolamo per avere i testi greci tradotti in latino (Agostino 1969: let. n° 18. 175). Quindi è da supporre, per l’influsso di Girolamo, un certo origenismo anche nell’opera di Agostino, dato che questi si forniva presso il Padre dalmata dei testi, probabilmente anche del commento di Vittorino, e ciò a danno di una retta escatologia. Anzi, a danno soprattutto della Parusìa intermedia, per cui venne meno un sano impianto dottrinario dal quarto secolo in poi. Vediamo ora come vengono trattati i versetti di Ap 20, 1-6 una volta allegorizzati da Origene e da Girolamo nell’elaborazione agostiniana.

Per sapere come sono stati allegorizzati i versetti di Ap 20, 1-6 dobbiamo analizzare il libro 20 della Città di Dio. Scopriamo così che in principio l’africano di Tagaste professava la vera Tradizione ed accettava il senso letterale di Ap 20, 1-6 ammettendo il tradizionale millenarismo (Agostino 1992: 962), poi con la contaminazione origenista, avviene la svolta allegorica, ma in maniera del tutto originale rispetto ai suoi predecessori, fantasiosa rispetto al testo originario e deviante rispetto a tutta la Tradizione che lo ha preceduto. Infatti ad una attenta analisi del libro si nota la retrodatazione di tutte le profezie giovannee, che in realtà sono rivolte al futuro. Abbiamo così la risurrezione dei santi e dei giusti, il millennio felice, il giudizio delle nazioni, la Gerusalemme messianiaca, tutti anticipati al momento presente senza alcuna valida giustificazione.

Il biblista Martino Penasa ha dimostrato a livello esegetico come questa interpretazione rappresenta una vera e propria forzatura del testo sacro, che non tiene assolutamente conto della vera dinamica della cronologia profetica dell’Apocalisse (Penasa 1994: 139-169). In realtà Agostino, come Girolamo, non avendo i requisiti si improvvisa come esegeta.. E noi tutti ci meravigliamo come mai la tradizione posteriore, la Chiesa e gli studiosi si appellano (come Winkenhausen 1960: 206; e Bordoni 1988: 96-101) all’autorità di un Padre di cui ricordiamo che prima di formulare il suo millenarismo attualizzato professava la fede nel millenarismo escatologico, quindi ha creduto alla Parusìa intermedia con relativo millennio felice da quanto attesta il sermone 259 della domenica dell’ottava di Pasqua di un anno che è fatto risalire tra il 393 e i 400.

Agostino ha poi compiuto ben sette passi falsi prima di riformulare l’escatologia nel capitolo 20 della Città di Dio scritto nel 417:

 

1° interpreta l’Apocalisse senza conoscere bene il greco e le sfumature ebraiche del testo sacro;

2° non cita i Padri della  Santa Tradizione (in ciò verrà imitato disgraziatamente da Martin Lutero, e dai troppi seguaci di Agostino);

3° probabilmente si serve non dell’Apocalisse ma di un commentario, quello di Vittorino, che fu spurgato in senso apocatastico da Girolamo;

4° risente fortemente dell’influsso origenista, dell’unicità della parusìa, utilizzando nell’esegesi di Ap 19-20 il metodo allegorico di Origene (vedi il De principiis) e il metodo di un altro eretico, donatista, Ticonio (vedi il Liber Regularum). Infatti l’inversione temporale dell’evento della parusìa intermedia all’incarnazione viene anche giustificata con l’applicazione della regola di Ticonio detta della ricapitolazione, per la quale s. Giovanni, a suo dire, ponendo al futuro un avvenimento voleva indicare in realtà, con questo procedimento letterario, un fatto già accaduto.

5° è fortemente condizionato dalla cultura medioplatonica e dalla propria concezione filosofica del tempo dove si dà maggior valore al passato che al futuro;

6° si basa nell’applicazione del modulo della “settimana universale” sul sabatismo ebraico, invece del sabatismo cristiano che prevede l’ottavo giorno della risurrezione, cioè la Domenica del Signore;

7° è sensibilmente condizionato dalla crisi del messianismo regale nella riflessione rabbinica e da quella cattolica, motivato dal “ritardo della parusìa” (dovuto più per un’interpretazione troppo attualizzata dei passi apocalittici, piuttosto che dalla volontà del Signore a rinviare a tempi migliori la venuta gloriosa), che genera disagio presso alcuni gruppi cristiani con reazioni di tipo esaltate o, peggio, eterodosse.

 

In breve Agostino in materia escatologica, considerando questi gravi precedenti e le fonti ereticali da cui si ispira, non ha nessuna autorità da imporre e si sbagliano di conseguenza anche coloro che ciecamente si appellano a questo Padre.

Ma entriamo ora più in particolar modo nel testo agostiniano con il metodo numerologico: “Se non consideriamo la passione di s. Agostino verso le scienze esatte (...) non ci rendiamo conto della sua tendenza al linguaggio della numerologia simbolica” (Quacquarelli 1988: 372). Invero per sapere che fine abbia fatto la Parusìa intermedia in s. Agostino dobbiamo analizzare, proprio il modulo della settimana universale, che consiste nel vedere la storia della umanità sviluppata in sette millenni, come sette furono i giorni in cui Dio tradusse in atto la creazione. I fondamenti biblici della settimana universale sono Genesi capitolo uno e due, e la prima lettera di Pietro capitolo tre, versetto otto.

Agostino conosceva questo modulo (cfr. Agostino 1992: 961), ma la sua applicazione viene distorta dalla visione temporale della teoria apocatastatica. Senza dubbio, contrariamente a quanto pensano gli studiosi, è proprio s. Agostino, dopo aver professato indefessamente la sua fede nella venuta intermedia del Signore, il vero millenarista eterodosso. Vediamo ora come.

Premetto che al tempo del vescovo di Ippona vi era una frangia di millenaristi ereticale, di cui il massimo esponente fu un certo Cerinto, che predicava un millennio di felicità materiali con abbuffate di cibi prelibati ed orge sessuali. Questo tipo di millenarismo è chiamato <millenarismo crasso>. Nel condannare questo tipo di millenarismo (cfr. Agostino 1992: 962), il santo di Tagaste prende le mosse per cancellare in blocco il messianismo escatologico della santa Tradizione, che probabilmente gli causava non pochi problemi pastorali, togliendo così una volta per tutte quella speranza universale dei cristiani di una imminente venuta gloriosa di Cristo, che ristabilisse il suo Regno sulla terra, dopo l’annientamento dei suoi nemici. Così nel gettare l’acqua sporca, sant’Agostino e con grande ed ingenua irresponsabilità getta, come si suol dire, anche il bambino. Per argomentare la cancellazione della Parusìa intermedia e lo slittamento temporale della venuta del Signore Risorto alla fine del tempo Agostino usa impropriamente il modulo della settimana universale, come vedremo confrontandolo con l’impiego fatto da s. Ireneo.

S. Agostino crede di vivere alla fine del sesto millennio: “Quanto ai mille anni, mi vengono alla mente due interpretazioni possibili. Si possono spiegare in quanto il fatto (Satana viene legato nell’abisso) avviene negli ultimi mille anni, ossia nell’ultimo millennio quasi fosse il sesto giorno, di cui stanno passando ora le ultime frazioni, e a cui seguirà il Sabato senza sera, ossia il riposo senza fine dei santi; per cui lo scrittore (s. Giovanni) con i mille anni definì l’ultima parte di questo giorno, per così dire millenario, che ancora rimaneva prima della fine del tempo: è la figura del discorso per cui una parte viene ad indicata col tutto (Agostino 1992. 962). Questo passo indica più degli altri come Agostino abbia falsato l’applicazione del modulo settimana universale, proponendo un altro tipo di calcolo escatologico (cfr. anche le sei età in Agostino 1993: 174-177). In sintesi il vescovo di Ippona sostiene che la Parusìa di Ap 20, 1-6 è avvenuta con l’Incarnazione, perciò lui crede di trovarsi nel sesto millennio, quindi nell’ultimo tempo concesso all’umanità prima di entrare nell’eternità, mentre gli antichi affermavano che il settimo millennio era ancora un tempo da vivere sulla terra godendo pienamente della Gerusalemme messianica, preludio a quella celeste. Sant’Agostino per affermare questo nuovo calcolo stravolge tutto il messianismo escatologico. Infatti deve prima venire l’Anticristo, come tutta la Tradizione precedente sulla base del testo della seconda lettera ai Tessalonicesi e dell’Apocalisse si è sempre affermato.

S. Ireneo è stato il Padre che più di ogni altro ha contribuito alla formulazione teologica dell’evento Anticristo. Secondo s. Ireneo l’Anticristo deve venire per ricapitolare i seimila anni di iniquità: “È detto che il suo numero 666, cioè 6 centinaia, più 6 decine, più 6 unità come ricapitolazione di tutta l’apostasia perpetrata durante il corso di 6.000 anni. Infatti questo mondo sarà portato a termine in tanti millenni quanti furono i giorni impiegati a farlo. Come racconta la Genesi: ‘Così furono portati a termine il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dunque Dio nel settimo giorno portò a compimento il lavoro che aveva fatto e riposò nel 7° giorno da ogni suo lavoro’ (Gn 2, 1-2). Questa è la narrazione del modo in cui furono fatte le cose; ma è anche una profezia del futuro! Giacché se il giorno del Signore è come 1000 anni (1Pt 3,8), e il Signore ha portato al termine le sue opere in sei giorni, è evidente che il compimento di tutto l’insieme sarà effettuato nel 6° millennio...” (Ireneo 1984b: 225-226).

Agostino confonde tutta la cronologia profetica invertendo gli eventi. L’Anticristo a suo dire verrà alla fine del tempo, ignorando che questa figura escatologica è un predecessore di Satana. È Satana, stando all’Apocalisse che viene alla fine del tempo! Che s. Agostino abbia fatto coincidere l’Anticristo con Satana, lo si intende chiaramente nel commento al vangelo e alla prima epistola di s. Giovanni: “Prima deve venire l’Anticristo, poi il giorno del giudizio” (Agostino 1986: 1691).

Per aver invertito gli eventi e per aver formulato il suo calcolo escatologico, s. Agostino può essere imputato come il principale colpevole della grande paura dell’anno mille (il sesto secondo il calcolo agostiniano), che gettò tanto discredito sulla religione cattolica e sulla teologia in genere, incapace di ravvedersi dopo la falsificazione della vera Tradizione. L’errore del calcolo escatologico di Agostino sta anche nell’ aver anticipato di mille anni il regno messianico, ed ora che siamo prossimi al grande evento profetizzato dalla Sacre Scritture, non vogliamo crederci, per l’errore compiuto. Inoltre Agostino introdusse nella teologia cattolica la circolarità del tempo proprio dell’eresia apocatastatica (cfr. i cicli temporali di Agostino 1992: 526-532), all’interno del sistema dottrinario, mentre fino ad allora la Tradizione professava una linearità progressiva dell’azione redentiva scandita nel tempo. Per s. Agostino c’è un inizio, l’<adventus> dell’Incarnazione e una fine l’<adventus> della Parusìa finale, così come affermava Origene, nella sua concezione temporale. Per rendersi conto di questa aberrante interpretazione esegetica bisogna considerare questo passo: “Pertanto, durante l’intero periodo abbracciato dall’Apocalisse, ossia dalla prima venuta (adventus) di Cristo, sino alla fine del mondo, che sarà la sua seconda venuta (adventus), il diavolo rimane legato, non nel senso che durante questo intervallo, designato col numero di mille anni, non sedurrà la Chiesa: poiché non la sedurrà nemmeno dopo sciolto” (Agostino 1992: 965).

A parte che questa affermazione agostiniana è smentita categoricamente dai fatti, giacché dopo l’incarnazione il Demonio è più all’opera (sciolto) che mai, ma inoltre i Padri della Chiesa credevano ad un graduale intervento divino, secondo quanto suggeriva la pedagogia che Dio aveva già mostrato al popolo ebraico, e quindi si ammetteva varie tappe di giudizio e di ricreazione. Inoltre se per i Padri il Sabato del settimana universale erano i mille anni del regno di Cristo sulla Terra, per Agostino diventano i mille dell’eternità, disconoscendo sia il senso numerologico della cifra 1.000, sia della cifra 7, attribuendo a quest’ultima delle qualità che sono proprie del numero 8, il giorno della risurrezione di Cristo (Gesù è risorto il giorno dopo il Sabato, 7+1) e di tutto l’umanità dopo il 7° millennio del sabatismo ebraico-cristiano (cfr. Il capitolo della numerologia ne Il tempo dell’Anticristo e la Parusìa intermedia).

Per questa visione millenaristica: s. Agostino professa, per quanto riguarda la concezione del tempo dell’economia salvifica un millenarismo attualizzato, che non è nella sua formulazione una proposta ortodossa.

Il millenarismo attualizzato doveva sembrare agli occhi di Agostino la migliore risposta al “ritardo della parusìa”, perché si dimostrava che non v’era nessun ritardo, ma una falsa attesa. La parusìa intermedia era avvenuta con la Resurrezione, diceva S.Agostino e con essa coincideva. Si ci doveva convincere che le profezie di un mondo migliore, di una Gerusalemme messianica, erano state interpretate male sia dai cristiani fedeli, sia dagli eretici. Quelle profezie riguardavano metaforicamente la redenzione di Cristo. Così si spostava l’oggetto della speranza dei cristiani, che una volta apparteneva anche agli ebrei di antica tradizione, a favore del valore redentivo della-Pasqua del Messia. Questa retrodatazione delle profezie, se da una parte risolveva parecchi problemi di tipo pastorale, dall’altra lo rassicurava come teologo di fronte a quei passi apocalittici che prospettavano un’altra venuta del Signore sulla terra.

L’investigazione teologica sulle questioni escatologiche, si sa che è difficile per via di quel alto grado di indeterminazione, per cui si deve fare più appello alla fede che alla ragione, più all’attesa che alla memoria. Una volta determinata la coincidenza della Parusìa intermedia con la Resurrezione e, quindi, del millennio futuro con il millennio iniziato con l’avvento di Gesù Cristo (adventus=parusìa), ecco che il problema interpretativo delle profezia consisteva ora nel trovare un rapporto analogico con i fatti e i detti del messia.

Il cristiano, secondo Agostino, doveva così rapportarsi riguardo alle profezie non più con un atteggiamento di attesa, ma con lo sforzo della memoria, cioè trovare Dio nell’introspezione. Agostino insegna: ”Quanto ho spaziato nella mia memoria per cercarti, o Signore! E non ti ho trovato fuori di essa. Infatti non ho trovato nulla di te che non mi ricordassi, da quando ti ho conosciuto; poiché quando ti ho conosciuto non ti ho più dimenticato. Dove ho trovato la verità, lì ho trovato il mio Dio, la Verità stessa, di cui non mi sono dimenticato il giorno in cui l’ho conosciuta. Da allora tu dimori nella mia memoria, e lì io ti trovo quando ti ricordo e gioisco in te. Questa  la santa gioia che tu mi hai misericordiosamente donato volgendo il tuo sguardo alla mia povertà” (Agostino 1987: 304).

Dunque la reinterpretazione dei testi biblici del santo di Tagaste si basa su concetti teologici che ha come referenti non la santa Tradizione ma due eretici, Origene e Ticonio. Va da sé che un approccio psicologico ai testi sacri conduce inevitabilmente ad un uso esagerato del metodo allegorico, che spesso travisa il senso della Parola di Dio. Per tutto questo s. Agostino appare nelle questioni esegetiche meno credibile rispetto ad altri Padri che hanno studiato meglio il testo biblico.

Pertanto consigliamo vivamente gli studiosi di rivedere le posizioni escatologiche di Agostino, giudicandole secondo la precedente Tradizione, in base ad una rilettura di Ap 20, 1-3. Va da sé che senza una buona impostazione escatologica, non si possono interpretare bene tutte le profezie della Bibbia, confermate e suffragate col metodo profetico-rivelativo. È questa la principale ragione teologica, che spiega la incauta prudenza della gerarchia cattolica, la quale non potendo, per l’impedimento agostiniano, comprendere rettamente la figura dell’Anticristo e, quindi, la Parusìa intermedia, confonde queste realtà con le realtà ultime e definitive.

Per cui la magior parte del Clero (Vescovi, Sacerdoti, teologi) crede  che le profezie di La Salette, Fatima, Medjugorie, M. Valtorta, J.N.S.R., trattano della temuta fine del mondo. In realtà stanno illustrando alla cristianità l’imminente arrivo di Cristo Risorto per instaurare con potenza il profetizzato regno messianico sulla terra. Ma prima della Parusìa intermedia l’umanità e la Chiesa dovranno essere purificati dalla prova dell’Anticristo e della Triade infernale.

 

 

 

 

3. Le Parusìe del Signore

 

La terza parte del ‘grande equivoco’ di sant’Agostino è interamente riportata nel mio libro Il tempo dell’Anticristo e la Parusìa intermedia, dove, date le premesse teologiche e numerologiche, è più comprensibile e di facile lettura.

Se si dimostra che Ap 20,1-6 gode di una indipendenza tematica e quindi che si può ricavare da esso un senso letterale proprio, si giustifica a livello teologico la presenza di un’ulteriore parusìa, che è intermedia perché posta tra la venuta del Signore dalla morte (Risurrezione) e la venuta nel Signore nella gloria universale (Parusìa finale). Questa parusìa, la chiamiamo d’ora in poi Parusìa intermedia per distinguerla da quella finale, era focalizzata dai primi Padri della Chiesa all’interno del modulo della ‘settimana universale’, cioè i sette millenni dell’umanità come sette i giorni in cui Dio creò l’universo. La Parusìa intermedia veniva posta al principio del settimo millennio (alla fine del sesto l’Anticristo e al settimo il Cristo parusìaco, così Ireneo 1984b: 226-227), secondo l’impostazione della ‘settimana universale’ a cui, peraltro, si rifà implicitamente l’autore dell’Apocalisse nella scansione del settenario dei sigilli. L’esegeta, A. Farrer, ha notato nell’ Apocalisse una settimana di settimane in un complesso collegamento con il racconto della creazione di Gn 1-2, e con le quattro parti dell’anno, a loro volta in relazione con le feste giudaiche e i loro lezionari, con gli elementi cosmologici, con i segni zodiacali e con le dodici tribù. In tal modo ai settenari, sei come i giorni dell’opera creativa di Dio, seguirebbe il sabato del riposo divino, esso senza opere e senza suddivisione settenaria (cfr. Farrer, Rebirth, cit. In Biguzzi 1996: 31).

Se, secondo il modulo della settimana universale l’umanità vivrà tanti millenni quanti i giorni impiegati da Dio per creare il mondo, allora il regno messianico della durata di mille anni  coincide col settimo della creazione, quindi, secondo un rapporto di analogia, col ‘riposo’ (in ebraico ‘sabbath’, da cui la parola sabato) di Dio, dopo la vittoria definitiva del Signore sull’Anticristo e sullo Pseudoprofeta e la reclusione del loro capo, Satana, per mille anni nell’abisso.

Pertanto la Parusìa intermedia è posta all’inizio del settimo millennio dalla nascita di Adamo (stimata intorno al 4004 a. C.). Una esegesi seria su Ap 19-20 prende in considerazione il carattere profetico del regno messianico dei mille anni (cfr. Prigent 1985: 604-605), senza associarlo al periodo della Chiesa a partire dall’Incarnazione, quindi “al tempo presente, quello cioè della prima venuta” (Agostino 1992: 968); né all’eternità dopo la Parusìa finale, come afferma perentoriamente Ugo Vanni: “ si tratta senz’altro della seconda venuta (cioè la Parusìa finale, ndA)” (Vanni 1991: 319); né tanto meno alle interpretazioni ereticali delle varie sette millenaristiche.

Riassumendo, si constata che la Parusìa intermedia non gode presso la maggior parte dei teologi di una propria autonomia tematica, perché o viene associata alla prima venuta, ossia all’Incarnazione, o alla Parusìa finale. Generalmente i teologi associano la Parusìa intermedia all’Incarnazione, perché seguono pedissequamente l’esegesi allegorica di s. Agostino (ad esempio Wikenhausen, Bordoni, Gozzellino). La nuova interpretazione redazionale non trova il sostegno di grandi esegeti come Prigent o Brütsh.

Dobbiamo chiederci come mai sono sorte dal testo di Ap 20, 1-6 due interpretazioni dalla stessa Tradizione. Precedentemente abbiamo abbozzato in modo schematico una linea storica dell’esegesi del testo dell’Apocalisse in questione. Senza dubbio la prima Tradizione era unanime nell’accettare il senso letterale di Ap 20, 1-6 così ad esempio la Didaché, Barnaba, Papia, Giustino, Ireneo, Lattanzio (cfr. Penasa 1994: 103-134). Pertanto l’esegesi patristica più antica accettava l’indipendenza tematica di Ap 20, 1-6 senza confonderla con altri momenti dell’economia salvifica come la Resurrezione e la Parusìa finale. In effetti già nel libro dell’Apocalisse si trovano in perfetta sintesi i tre momenti salienti dell’economia salvifica: la Resurrezione in Ap 12, 1-6; la Parusìa intermedia in Ap 20, 1-6, che è ben distanziata con la cifra dei ‘mille anni’ dalla Parusìa finale di Ap 20, 11-15.

Teniamo presente che la maggior parte dei Padri di questa venerabile Tradizione erano di lingua greca, ed alcuni beneficiarono direttamente della insegnamento apostolico, quindi si suppone una maggiore autenticità di questa tesi rispetto a quella sorta dalla Tradizione latina, che forse proprio per aver dimostrato una scarsa conoscenza della lingua dei testi sacri, non seppero decodificarla in modo opportuno. Sappiamo per certo che proprio s. Agostino, colui che più di tutti incise per l’interpretazione allegorica di Ap 20, 1-6, rapportandola al tema della Risurrezione non aveva una buona acquisizione di questa lingua. Ed inoltre registriamo al momento del passaggio dal senso letterale al senso allegorico di Ap 20, 1-6 un uso esagerato del metodo allegorico adottato dalla scuola di Alessandria a danno, come tutti sanno, della retta comprensione delle Sacre Scritture.

Il primo ad allegorizzare in modo sistematico Ap 20, 1-6 è stato Origene, che fu un teologo scomunicato dal suo stesso vescovo e ritenuto un eretico già in vita, ma non dai suoi estimatori, tra i quali troviamo proprio coloro che hanno allegorizzato in maniera definitiva Ap 20, 1-6 cioè Agostino e Girolamo. Questi Padri nel dare un senso allegorico ad Ap 20, 1-6 credettero di risolvere la questione millenarista. E qui dobbiamo precisare che la questione della Parusìa intermedia è da collocare in una problematica teologica più ampia che abbraccia le concezioni del millenarismo e del messianismo regale.

Si nota nell’interpretazione di s. Agostino un difetto di comprensione del termine parousía. È bene, dunque, ritornare sul vocabolo specificando la sua accezione nel Nuovo Testamento.

 

La Parusìa del Signore presenta quattro caratteristiche:

1° è universale: riguarda sia i vivi che i morti;

2° è conflittuale: vi è una battaglia definitiva tra bene e male, con vittoria definitiva di Dio sul Maligno;

3° è giudiziale: segue alla battaglia definitiva una separazione netta dei due schieramenti;

4° è trasformante: l’universo viene purificato da ogni traccia del male; vi è una risurrezione dei corpi o trasfigurazione dei fedeli vivi, a seconda dei due momenti di ricreazione.

 

Si dà una parusìa quando si realizzano le quattro caratteristiche succitate. E le caratteristiche si riscontrano solo nella Parusìa intermedia che dà luogo alla trasfigurazione dei fedeli vivi e nella Parusìa finale, che dà luogo invece alla risurrezione generale. Se i primi cristiani hanno potuto trovare nel vocabolo greco un concetto quasi analogo per designare un evento sacro, quale la Parusìa del Signore, i latini dovevano accontentarsi di un comunissimo ‘adventus’, che non ha nessuna accezione tecnica né sacrale come il suo corrispettivo in italiano, ‘venuta’.

Questa ipotesi filologica può essere la base per spiegare l’interpretazione grossolana di Agostino, che in nulla coincide con la Sacra Tradizione e forza inevitabilmente il contesto di Ap 19-20 e il suo senso letterale (cfr. Penasa 1994: 139-168).

Ci chiediamo: “Può la Resurrezione essere una Parusìa?”.

La risposta è adesso a portata di mano. Brevemente la resurrezione può definirsi una venuta ma non come una parusìa, perché non è stata universale, ma limitata al popolo ebraico; è parzialmente conflittuale, perché il male non è stato completamente debellato, sicché Satana è ancora il principe di questo mondo; non è giudiziale, perché i giusti convivono ancora con i malvagi; non è trasformante in quanto il mondo e l’umanità sono rimasti tali come Cristo li ha lasciati, sebbene agisca in modo misterioso la grazia santificante.

Si impone, dunque, un distinguo nelle venute del Signore Gesù, che non sono tutte uguali, come qualcuno lascia intendere, ma vanno opportunamente differenziate.

In conclusione siamo dell’avviso che tecnicamente sono due le Parusìe del Signore: la Parusìa intermedia per sconfiggere la Triade infernale e ricreare il mondo per gli eletti trasfigurati dalla seconda Pentecoste; e la Parusìa finale per sconfiggere Satana e ricreare il mondo per i risorti. E se con la teologia giungiamo a queste conclusioni, a livello profetico-rivelativo non manca una maggiore chiarezza sulla binarietà della Parusìa del Signore

 

 

 

 

4. Il Giudizio interiore e il Giudizio finale

 

Il Giudizio interiore negli scritti profetici delle rivelazioni private ricorre costantemente come un tema, apparentemente inesistente nella Sacra Dottrina della Chiesa cattolica, ma che è strettamente correlato ai più noti tempi profetici, quali: “i tre giorni di tenebre”, “la seconda Pentecoste” e la “Parusia intermedia” di Cristo Risorto.

Cerchiamo di dare una definizione introduttiva al concetto profetico del Giudizio interiore per meglio intendere le rivelazioni private. Il Giudizio interiore è quel giudizio riservato all’umanità intera, da non confondere col giudizio particolare e col giudizio finale. Il giudizio particolare infatti si verifica quando l’anima dopo la morte del corpo si presenta davanti al Signore; il giudizio finale si verifica, invece, quando l’intero genere umano dopo la fine del mondo si presenterà al Signore con i corpi risorti.

Pertanto, il Giudizio interiore è quel singolare giudizio che si dà ai viventi nel periodo dei tre giorni di tenebre per purificare l’umanità col fuoco della seconda Pentecoste e renderla così idonea alla Parusia intermedia di Cristo Risorto, per la quale avrà inizio il definitivo Regno di Dio sulla Terra sino alla prova ultima alla fine del mondo (cfr. J.N.S.R. 1995: 48-49; 94-96; 135; 208).

La purificazione dell’umanità segna una tappa decisiva della sua evoluzione ad uno stadio più elevato, quindi l’umanità verrà trasfigurata nelle sue tre componenti essenziali (corpo, anima e spirito) per accedere degnamente nel nuovo Regno di Dio (J.N.S.R. 1995: 237).

Scrive J.N.S.R. : “Questo Giudizio, con i Miei Santi Arcangeli e i Miei Santi Angeli, sarà benedetto da ognuno di loro e il canto del trionfo salirà fino al cielo... Questo Giudizio sarà la Gioia di tutte le Mie anime sante, delle vostre anime sorelle che vi accompagnano nel vostro pellegrinaggio terreno. Figlia Mia, questo Giudizio non è il Giudizio finale, perché il Mondo non muore, non si distrugge. Anzi, al contrario, questo Mondo sarà nella dimensione divina, perfetto, come le Mie Anime divenute divine con la Grazia di Dio, lavate, purificate, santificate da questa Purificazione: la più grande delle Confessioni, il pentimento totale di aver offeso Dio e l’Assoluzione completa accordata da Dio stesso; la Remissione dei peccati concessa dal Sacerdote per eccellenza Gesù Cristo” (J.N.S.R. 1995: 83).

Posto che il Giudizio interiore si dà prima della Venuta Intermedia di Gesù, dobbiamo precisare come avviene tale giudizio. Secondo gli scritti di J.N.S.R. il Giudizio interiore rappresenta una particolare azione dello Spirito Santo, paragonabile all’azione purificatrice del fuoco, per cui ogni vivente, quindi cattolico o acattolico, americano o asiatico, europeo o africano, vedrà la propria vita in relazione alla vita di Dio. Tale confronto, per opera della grazia, porterà la coscienza di ogni singolo a “vedere” ogni imperfezione morale, spirituale e culturale per trarre l’ultima scelta consapevole della propria vita: seguire o no Cristo glorioso nel nuovo Regno di Dio. L’ultima scelta sarà una scelta definitiva per la vita o per la morte della persona umana nelle sue singole componenti essenziali.

Quindi il Giudizio interiore costituisce di per sé una preselezione dell’umanità, in quanto solo chi avrà deciso consapevolmente per Cristo potrà assistere al grande evento del Terzo Millennio: la vittoria del Cuore Immacolato di Maria in concomitanza alla Venuta Intermedia  di Cristo, vincitore sulla Triade infernale (Satana, l’ Anticristo e lo Pseudoprofeta).

Il grande evento - come puntualizza J.N.S.R.- sarà preceduto dalla Croce gloriosa di Dozulé, visibile da ogni uomo per intendere l’annuncio celeste della prossima venuta di Gesù risorto (J.N.S.R. 1995: 196).

Nei messaggi di J.N.S.R. è chiaro che lo Spirito di profezia non vuole essere limitato ad una data rivelazione privata, seppur importante e degna di nota come quella di cui stiamo trattando, ma suggerisce di vedere nell’annuncio della Croce Gloriosa di Dozulé un grande movimento centralizzatore per riunire tutti i luoghi delle apparizioni di Cristo e di Maria (J.N.S.R. : 1998: 33).

Infatti attraverso le profezie di J.N.S.R. possiamo intendere tutte le altre rivelazioni private, sia per la decifrazione dei simboli, sia per la collocazione degli eventi nel loro dispiegamento temporale.

Il tema del Giudizio interiore lo riscontriamo in molti messaggi seppur con diverse definizione nei messaggi di Conchita di Garabandal che lo descrive come una “rivelazione interiore” (mess. 14 sett. 1965); in Maria Simma lo si paragona ad una sorta di “radiografia dello Spirito Santo” (cfr. Fateci uscire da qui, p. 215); don Stefano Gobbi lo esprime col termine “Giudizio in piccolo” differenziandolo così dal grande Giudizio finale (cfr. Ai Sacerdoti..., pp. 688-689).  Anche i messaggi di suor Agnese di Akita  ne parlano.

Ma su tutti emerge per autorevolezza e profondità il messaggio di Maria Valtorta, che riportiamo dopo l’analisi dei testi biblici per giungere a delle conclusioni di carattere dogmatico sia riguardo al Giudizio interiore sia riguardo alla Parusia intermedia.

In forme più o meno velate riscontriamo il tema del Giudizio interiore in alcuni passi del Vangelo e nelle profezie veterotestamentarie. L’evangelista Luca, ad esempio, pone il Giudizio interiore (Lc 12, 1-3) in relazione alla fede in Cristo risorto (12, 8-9). Giovanni situa il Giudizio interiore in relazione alla rinascita dall’alto per poter vedere il Regno di Dio. Questo testo va al di là dell’interpretazione battesimale e può essere applicato benissimo al futuro battesimo di fuoco celeste. Il Giudizio interiore in Giovanni consiste in breve nel far distinguere la luce e le tenebre nei cuori dei credenti e degli infedeli (Gv 3, 20-21).

È invece Giovanni Battista quello che collega la venuta intermedia di Cristo al Giudizio interiore, indicato da tutta la precedente tradizione profetica col simbolo del fuoco, mezzo di purificazione per eccellenza, e indicatore spirituale della purificazione delle coscienze, come indicano i profeti: Isaia 1, 24-28 e Naum 1, 2-3. 6-8: il fuoco rende nuova Gerusalemme e rigetta i nemici e i peccatori; solo due terzi salverà: Zc 13, 7-9 e Ger 6, 27-29; il giorno della venuta del Signore sarà come il fuoco del fonditore: l 3, 1-3; per sopportare il fuoco occorre avere il cuore retto: Sir 2, 1-5.

Non si profetizza qui un battesimo di Spirito Santo e acqua, ma un battesimo di Spirito Santo e fuoco (Mt 3, 8). San Paolo e san Pietro pongono il Giudizio interiore in relazione alla Parusia intermedia. La nostra fede sarà purificata col fuoco dello Spirito nel giorno della parusia di Cristo Signore (1Pt 1, 7); i segreti dei nostri cuori verranno svelati nel giorno della venuta gloriosa del Signore (1Cor 4, 4-5).

Ora rimane da chiarire un interrogativo davvero inquietante che già alcuni studiosi si sono posti, ed è questo: se le rivelazioni private dicono il vero, e così sembra dalle citazioni bibliche, allora la Sacra Dottrina della Chiesa, promulgata dai concili e dalle encicliche, è manchevole di almeno di due dogmi fondamentali come la Parusia intermedia e il Giudizio interiore. Ma se così fosse allora la Gerarchia della Chiesa non saprebbe recepire l’istruzione dello Spirito Santo o dobbiamo supporre che lo Spirito Santo non ha ancora comunicato alla Chiesa la totalità del messaggio cristiano. Ebbene spero di togliere dalla tentazione del dubbio questi ricercatori, affermando con sicurezza che né la prima né la seconda ipotesi trovano spazio nel deposito della fede. Infatti proprio dal simbolo della fede, il credo niceno-costantinopolitano, viene recepita la tradizione biblica e la tradizione patristica, ritenuta fino a s. Agostino, della Parusia intermedia e del Giudizio interiore.

Nell’articolo 7 del Simbolo crediamo nella Venuta di Cristo risorto che verrà a giudicare i vivi e i morti, da intendersi non nel senso di vivi e di trapassati, ma nel senso di vivi e morti alla grazia di Dio, perché il nostro Dio è un Dio dei viventi (Mc 12, 26-27).

Pertanto si deduce che il giudizio interiore è riservato agli uomini in carne ed ossa e non ai risorti, come invece si ricava dall’articolo 12 nel quale si crede alla risurrezione e alla vita eterna dopo il Giudizio finale. Ritroviamo così formulati in maniera semplice e concisa la Tradizione biblica e patristica per le quali troviamo descritti due giudizi, quello per vivi e per i morti e quello per i risorti.

In entrambi i giudizi presiede Cristo Risorto in virtù del potere conferiteGli dal Padre (Ef 1, 21-22), ma si deve considerare attentamente che nel primo giudizio, il Giudizio interiore, si tratta del tempo della Parusia intermedia, mentre nel secondo, il Giudizio finale, si tratta del tempo della Parusia finale. Dunque non occorrono nuovi concili o nuove formulazioni dogmatiche, è sufficiente togliersi il paraocchi di sant’Agostino, il quale a distanza di circa cento anni dal concilio di Nicea (325) terminò nel 417 il libro La città di Dio dove, insieme alla condanna del millenarismo crasso, cancella imprudentemente dalla teologia la Parusia intermedia e relativi temi annessi, assimilando così la Parusia intermedia con la Resurrezione, il Giudizio interiore col Giudizio finale e via di questo seguito (cfr. anche Penasa 1994: 139-168).

A queste importanti conclusioni, fondamentali per una nuova riflessione teologica, siamo giunti per mezzo di un messaggio di Maria Valtorta, che vale la pena riportare: “ Io sarò chiamato allora dal Padre per <giudicare  vivi e i morti> secondo quanto è detto nel Simbolo della fede. Ed i <vivi>, coloro che hanno serbato vita in loro per avere serbato viva la Grazia e la Fede, erediteranno <il regno, la potenza e la magnificenza di Dio>. I <morti> dello spirito avranno la Morte eterna secondo che la loro volontà ha scelto di avere” (Valtorta 1985b: 102).

In conclusione vorrei ancora ricordare come questi messaggi profetici, che in J.N.S.R. trovano il loro fulcro, perché il fulcro intorno al quale ruotano tutti i messaggi è la Croce Gloriosa , non devono essere presi alla leggera da nessuno, né dal semplice laico né tantomeno dalla gerarchia ecclesiastica. Il motivo è semplice: ci troviamo di fronte alla resa dei conti, prossimi a vivere grandi avvenimenti escatologici e dobbiamo prepararci ascoltando i suggerimenti dello Spirito Santo, quali appunto sono le rivelazioni private. Forse era questo quello che voleva dire il papa Giovanni Paolo II, quando ha scritto la lettera apostolica Tertio millennio adveniente: “Mentre invito i fedeli ad elevare al Signore insistenti preghiere per ottenere i lumi e gli aiuti necessari nella preparazione e nella celebrazione del Giubileo ormai prossimo, esorto i Venerati Fratelli nell’episcopato e le Comunità ecclesiali a loro affidate ad aprire il cuore ai suggerimenti dello Spirito”.

 

 

 

5. Il Millenarismo. Il millennio felice e il giudizio della chiesa

 

Prima di entrare nel merito della questione occorre specificare cosa si intende per “millenarismo” e che cosa significa il termine “millennio felice” in relazione al dato biblico (Apocalisse 20,4; passim), seguendo gli sviluppi della nozione nel campo profetico-carismatico.

Per millenarismo si indica la fede nell’avvento sulla Terra, ridiventata un paradiso, del regno di Gesù Cristo per la durata di mille anni, dopo un lungo periodo di tribolazioni e castighi, il cui apice è rappresentato dall’azione dell’Anticristo. La sconfitta dell’Anticristo, segnata dal ritorno di Cristo glorioso, nella veste di Re del mondo, prima della fine del tempo dà inizio al millennio felice. Alla fine del mondo, e quindi del millennio felice, verrà l’ultima tentazione diabolica, guidata da Satana, e subito debellata dal Figlio di Dio.

Molti Padri della Chiesa hanno creduto nel millenarismo, eccetto quelli che ruotavano attorno alla figura e al pensiero di Origene, eresiarca condannato dalla Chiesa. Anche i Padri Agostino e Girolamo in un primo momento avevano creduto al millenarismo, tuttavia alla fine della loro riflessione teologica hanno ceduto alla tentazione di un revisionismo ante litteram sulla falsariga di Eusebio di Cesarea, discepolo di Origene e primo storico della Chiesa cristiana, che però nella sua originale esposizione storica connota negativamente il concetto di millenarismo macchiando così quasi tutti i Padri della Chiesa, santi e teologi di grande livello, di una colpa che non hanno commesso. Infatti il millenarismo nella sua forma originaria, cioè nella forma esposta nell’Apocalisse, ma anche nelle lettere apostoliche, riflette il discorso escatologico di Gesù Cristo contenuto nei Vangeli, mai negato dalla Chiesa.

Sono semmai condannabili alcune interpretazioni eterodosse del millenarismo, come quella materiale e mitigata, a cui noi non assentiamo, perchè non rispecchia correttamente il dato biblico. Ma da qui a cancellare il senso letterale del millenarismo ce ne vuole! Neanche s. Agostino, pur avendo condannato il senso materiale del millenarismo dato da un gruppo di eretici, che prevedevano un millennio di piaceri fisici, si è sognato di cancellare il dato biblico. Infatti il vescovo di Ippona ha proposto un ‘millenarismo attualizzato’, facendo quindi iniziare il millennio a partire dalla resurrezione di Cristo e non dalla sconfitta dell’Anticristo. Ma come è stato dimostrato dal precedente studio, tale tesi risulta insostenibile. E’ più vicino al dato biblico la tesi di un Millennio felice posto alla fine della tribolazione a cui la Chiesa e il mondo saranno sottoposti per azione dello spirito dell’Anticristo, che presto verrà sotto forme umane illudendosi di infliggere il colpo mortale alla Chiesa, ma  “…le potenze degli inferi non prevarranno contro di essa” (Mt 16, 18)

Nel libro dell’Apocalisse si fa riferimento a due Parusie gloriose di Gesù Cristo, per cui si ha una Parusia intermedia che sconfigge l’Anticristo e ripristina un nuovo Paradiso terreste per la durata del millennio felice, e la Parusia finale che sconfigge Satana e attua la nuova Creazione. Questo è il vero millenarismo, cioè il millenarismo escatologico in cui i primi Padri della Chiesa credevano e che i carismatici di tutto il mondo, ascoltando i messaggi di Gesù e Maria, ribadiscono e annunciano con coraggio a questo mondo incredulo, quasi del tutto assoggettato al potere dell’Anticristo.

Al contrario la fede nel millenarismo nella sua forma ereticale, cioè sganciata dalla visione biblica, ha alimentato le speranze di falsi profeti che hanno annunciato un mondo felice senza Dio, ma anche senza umanità, una rivoluzione del mondo ottenuta attraverso la violenza, il sangue, la persuasione occulta. La Chiesa, consapevole di questo stravolgimento della Parola di Dio, si è pronunciata più volte e anche in maniera definitiva per scongiurare un regno anticristiano.

Per tal ragione la Chiesa ha condannato l’idea di un millenarismo, divenuto ormai una sorta di messianismo secolarizzato nella rielaborazione della dottrina comunista. Così Pio XI con l’enciclica  Divini Redemptoris, del 19 marzo del 1937, condanna questa ideologia come <falso misticismo> e <contraffazione della redenzione degli uomini>.

La condanna esplicita del millenarismo la troviamo nel decreto del 19 luglio 1944, De Millenarismo (cfr. Denz. -Schönm., 3896).

Seguendo l’interpretazione politica del millenarismo di Pio XI, altri papi hanno condannato quelle dottrine politiche e filosofiche che propongono la città terrestre contro la città celeste, prive pertanto dell’idea di Dio e della grandezza dell’uomo. Allo stesso modo si è pronunciato Pio XII in Ad Apostolorum Principis del 1958; Giovanni XXIII in Mater et Magistra del 1961 e Paolo VI in Ecclesiam suam del 1964.

La Chiesa universale nel Concilio Vaticano II ha considerato validi questi pronunciamenti ribadendoli negli articoli 20 e 21 della costituzione Sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (Gaudium et Spes), che prende in considerazione l’ateismo sistematico e l’atteggiamento della Chiesa di fronte ad esso.

A sancire lo stretto collegamento del millenarismo con certe forme di espressioni politiche ci ha pensato il Catechismo della Chiesa cattolica nel numero 676 e il rimando al numero 2425, in esso viene sintetizzato il pensiero della Chiesa riguardo a tale questione.

E’ bene riportare i due numeri del Catechismo per poi potere giungere a delle conclusioni critiche:

676: “Questa impostura anti-cristica si delinea già nel mondo ogniqualvolta si pretende di realizzare nella storia la speranza messianica che non può essere portata a compimento che al di là di essa, attraverso il giudizio escatologico; anche sotto la sua forma mitigata, la Chiesa ha rigettato questa falsificazione del Regno futuro sotto il nome di <millenarismo>, soprattutto sotto la forma politica di un messianismo secolarizzato <intrinsecamente perverso>“;

2425: “La Chiesa ha rifiutato le ideologie totalitarie e atee associate, nei tempi moderni, al <comunismo> o al <socialismo>. Pertanto essa ha pure rifiutato, nella pratica del <capitalismo>, l’individualismo e il primato assoluto della legge del mercato sul lavoro umano. La regolazione dell’economia mediante la sola pianificazione centralizzata perverte i legami sociali alla base; la sua regolazione mediante la sola legge del mercato non può attuare la giustizia sociale, perché <esistono numerosi bisogni umani che non hanno accesso al mercato>. E’ necessario favorire una ragionevole regolazione del mercato e delle iniziative economiche, secondo una giusta gerarchia dei valori in vista del bene comune>“.

Tuttavia, pur condividendo con il Catechismo della Chiesa Cattolica la condanna al millenarismo secolarizzato, che si esprime per lo più nelle forme politiche, non possiamo assentire al giudizio negativo sull’idea stessa di “Millennio felice” all’interno della concezione biblica del messianismo regale, in quanto essa è presente nei testi biblici (cfr Ap 20,4) e nell’interpretazione genuina dei primi Padri della Cristianità e solo in seguito compromessa dal ‘Grande equivoco di s. Agostino’ che i teologi della Chiesa hanno fatto proprio in modo davvero acritico, assumendo forse inconsapevolmente una posizione postmillenarista.

L’interpretazione simbolica del millenarismo di s. Agostino è da considerarsi insostenibile se si considera tra l’altro in esso l’influsso dell’eresiarca Origene e, dunque, proponiamo una interpretazione letterale ed escatologica del millennio così come suggerito dagli scritti giovannei e dal sabatismo di Pietro e Paolo, che con l’apporto dei carismatici a noi contemporanei suggeriscono una interpretazione più corretta e confacente al Pensiero divino, che viene sintetizzata nella posizione teologica denominata premillenarista.

L’interpretazione del millenarismo escatologico o millennio felice si discosta, a nostro avviso, anche da quel millenarismo mitigato che è stato trattato dal Santo Ufficio con un decreto del 21 luglio 1944 (Denzinger n. 3839). In esso si afferma giustamente che non si può parlare con sicurezza di millenarismo mitigato, benché alcuni teologi lo hanno presentato spurgandolo da alcuni elementi del millenarismo carnale o materiale, perché è indispensabile una maggiore coerenza col dato biblico. Tuttavia va precisato che la Chiesa ancora una volta non condanna il fondamento stesso del millenarismo, come anche lo stesso Card. J. Ratzinger, prefetto della Santa Congregazione per la dottrina della fede, ha sottolineato ribadendo che: “la Santa Sede non si è ancora pronunciata in modo definitivo” sul millenarismo, lasciando ai studi dei teologi una definizione più adatta alla Parola di Dio. Infatti nel decreto del S. Ufficio troviamo scritto: “Che cosa si deve pensare del Millenarismo mitigato, secondo il quale Cristo dovrà venire, prima del finale giudizio, per regnare visibilmente sulla terra? Risposta: Il sistema del Millenarismo mitigato non può essere proclamato con sicurezza: -toto doceri non posse - “. Si potrà proclamare con sicurezza il millenarismo, quando questo sarà più confacente ai testi biblici, come abbiamo cercato di fare con questo studio, che va al di là del grande equivoco di sant’Agostino, superando il suo millenarismo attualizzato e riproponendo il messianismo escatologico della posizione premillenarista.

 

 

 

 

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Wikenhausen, Alfred

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IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA, Roma, Ed. Libreria Vaticana, 1992.

                                           ***

RISVISTE CONSULTATE

1.      IL SEGNO DEL SOPRANNATURALE,  Ed. Segno, Udine

2.      MESSAGGI CARISMATICI CATTOLICCI, Ed. Segno, Udine( Gli articoli di questa rivista saranno anche messi sul sito internet:

http://members.xoom.it/gesuritorna/

 

        ***

SITI INTERNET CONSIGLIATI  SUI CARISMI STRAORDINARI

E SULLA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’ : (VEDI A PAG.21).

 

 

N.B.: SUL  GRANDE AVVERTIMENTO CHE STA PER ARRIVARE PER TUTTI GLI UOMINI DELLA TERRA: VEDI I NUMERI   22-23  DELLA RIVISTA “Messaggi Carismatici Cattolici”  dell’ ed. Segno: SI TRATTA DI UNO STUDIO COMPARATO E ATTENDIBILE,  PORTANDO I MESSAGGI DI BEN  SEI DIFFERENTI  PERSONE CARISMATICHE,  CHE CONCORDANO TRA LORO.

 SUL STO INTERNET : http/digilander.iol.it/maranathadgl   è stato riportato una sintesi di questa RICERCA  sul GRANDE  AVVERTIMENTO nella sezione studi..

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

INDICE

 

CONSACRAZIONE E TESTIMONIANZA DI UN SACERDOTE                                   

 

PRESENTAZIONE DI GUIDO LANDOLINA

 

INTRODUZIONE                                                                         

 

CAP. I – LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’:

Domande e risposte 

        

         MARA’N   ATHA’      PARTE    I                                       

         MARA’N    ATHA’      PARTE   II                            

         MARA’N    ATHA’      PARTE   III                          

         MARA’N    ATHA’      PARTE   IV                          

         MARA’N     ATHA’     PARTE   V                            

 

APPENDICE: A – SINTESI SULLA PARUSIA INTERMEDIA

 

B – CRITERI DI DISCERNIMENTO                                                                       

C-    I PROFETI DI OGGI

D-    I MODI DI AGIRE DI DIO

 

CAP.   II- LA PARUSIA INTERMEDIA E IL MESSIANISMO

di Antonio Norrito.

 

         PARTE   I:  QUANTE SONO LE PARUSIE?                                             

         PARTE II:  LA QUESTIONE PARUSIACA        

         PARTE  III: IL MESSIANISMO REGALE NEL GIUDAISMO   

         PARTE  IV: IL MESSIANISMO REGALE NEL N.T.    

         PARTE  V: IL MESSIANISMO  REGALE NEI PADRI DELLA CHIESA 

         PARTE  VI: LA PARUSIA INTERMEDIA PRESSO  TEOLOGI E GLI STUDIOSI

                              DI RIVELAZIONI PRIVATE

         PARTE   VII: LA PARUSIA INTERMEDIA PRESSO CARISMATICI

        

APPENDICE: “IL GRANDE EQUIVOCO DI SANT’AGOSTINO” di Teofilo il Siculo

 

BIBLIOGRAFIA  GENERALE

 

INDICE 

 

 

PER INFORMAZIONI    SCRIVERE E-MAIL :   profetiveri@tin.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CONSACRAZIONE AI DUE SACRI CUORI UNITI

 

“ Santissimi Cuori Uniti di GESU’ e di MARIA,

dateci la Vita, la vera Vita in Dio.

Ricevete la nostra Consacrazione giornaliera ai vostri Santi  Cuori Uniti.

Che i nostri cuori siano sempre infiammati d’Amore di Dio e del prossimo.

Che i nostri cuori si uniscano per amarvi teneramente, ora e per l’eternità.

Che le nostre preghiere vi siano gradite

per ottenere tutte le Grazie necessarie per la nostra salvezza

e la salvezza di tutte le anime che ci sono care,

senza dimenticare le anime del Purgatorio.

Santissimi Cuori di GESU’ e di MARIA,

siate il nostro rifugio.

Amen”

 

(JNSR)