LA VENUTA INTERMEDIA DI GESÙ
PRESENTAZIONE DI GUIDO LANDOLINA
SECONDA EDIZIONE RIVEDUTA ED
AMPLIATA
PER DOMANDE E INFORMAZIONI
12 MARZO 2002
Girolamo Vinci
M A R A’ N A T H A’
PRESENTAZIONE
DI GUIDO LANDOLINA
SECONDA
EDIZIONE RIVEDUTA ED AMPLIATA
Per informazioni e per
richieste del libro:
e-mail: profetiveri@tin.it
MESSAGGIO DI
MARIA VERGINE AI SACERDOTI DEL M.S.M. DELL’ 8 DICEMBRE 1990 :
“SONO STATA SCELTA DALLA SS. TRINITA’ A DIVENTARE LA
MADRE DEL SECONDO AVVENTO, E COSI’ MIO
COMPITO MATERNO E’ QUELLO DI PREPARARE LA CHIESA E TUTTA L’UMANITA’ AD
ACCOGLIERE GESÙ CHE TORNA A VOI
NELLA GLORIA.
QUESTA SUA
SECONDA VENUTA SI SVOLGERA’ NELLA LUCE DELLA SUA DIVINITA’, PERCHE’ GESÙ
TORNERA’ A VOI SULLE NUBI DEL CIELO, NELLO SPLENDORE DELLA SUA REGALITA’ ED
ASSOGGETTERA’ A SE’ I POPOLI E LE NAZIONI DELLA TERRA E TUTTI I SUOI NEMICI
SARANNO SCHIACCIATI SOTTO IL TRONO DEL SUO UNIVERSALE DOMINIO”. (Dal libro “Ai
Sacerdoti figli prediletti della Madonna”, 24 ed.,2000, p. 810-811 : N.B. : QUESTO LIBRO E’ STATO
STAMPATO CON L’IMPRIMATUR DEL VESCOVO DI PESCARA).
Sempre dal suddetto
libro (p. 282) nel messaggio del 24.12.78
Maria Vergine dice :” Anche in questa seconda venuta il
Figlio verrà a voi attraverso sua Madre. Come del mio seno verginale il Verbo
del Padre si è servito per giungere fino a voi, così del Mio Cuore Immacolato
Gesù si servirà per giungere a regnare fra voi. Questa è l’ora del mio Cuore
Immacolato, perché si sta preparando la
venuta del glorioso Regno di amore di
Gesù”.
UN SACERDOTE HA DATO LA SEGUENTE TESTIMONIANZA, DOPO AVER LETTO LA PRIMA EDIZIONE :
La questione della Venuta Intermedia di Gesù, non definita ufficialmente dalla Chiesa, è ancora oggetto di studio, come ha dichiarato la Congregazione per la dottrina della fede. Il libro “Gesù Risorto sta per tornare” degli studiosi P. Francesco e Antonio Norrito, reca un notevole contributo di chiarezza nel confermare la fondatezza nella fede in una Venuta Intermedia di Gesù, nel rispetto di coloro che credono nel Ritorno di Gesù solo per la fine del mondo. La lettura del libro è raccomandabile non solo agli studiosi dell’ attuale questione, ma anche a tutti i lettori di buona volontà.
Un Sacerdote Cattolico
Gesù risorto sta per
tornare!
Che dire della affermazione del titolo di questo
libro?
E’ mai possibile che ‘Gesù
Risorto ’ stia per tornare?
Di
fronte ad una cultura ‘illuminista’ che ancora pervade dopo due secoli la
nostra società fin nel profondo tanto da respirarla senza più sentirne la
presenza e gli effetti, di fronte ad una cultura che in nome del culto della
‘Ragione’ settecentesca ha messo in discussione tutto ciò che non si poteva
‘capire’, a cominciare dalla religione ‘oscurantista’ che riduceva gli uomini a
poveri ‘succubi’ dei preti (diceva Voltaire), di fronte alla teologia
protestante – anche di grande prestigio intellettuale e scientifico – nata da
queste radici e che, sempre in nome della Ragione, ha voluto ‘demitizzare’ i vangeli
(considerati appunto alla stregua di racconti mitici) negandone la veridicità
storica e riducendoli al prodotto di
una fabulazione delle prime comunità cristiane dove il ‘miracolo’, come ad
esempio quello della Risurrezione, diventava una cosa assolutamente impossibile
da credere, come si può – di fronte a tutto ciò - pretendere di credere ad un
altro ‘miracolo’ dove quello stesso Gesù risorto stia ora per tornare?
Ecco la scommessa dei due autori
di questo libro, Antonio Norrito, un teologo, che - valorizzando l’esperienza
di alcune delle più importanti testimonianze del profetismo moderno ed una
revisione critica di certe interpretazioni bibliche non sufficientemente
approfondite - vuole farci riflettere e, argomentando, concludere che quel Gesù
risorto sta davvero per tornare.
Profetismo e teologia, dove
testi biblici non compresi appieno, vengono però agevolmente spiegati alla luce
di una serie di rivelazioni profetiche che negli ultimi cinquant’anni hanno
assunto una frequenza impressionante, quasi un rullar di tamburi che prepari
l’avvento di un fatto straordinario quale è quel ritorno di Gesù di cui parlano
gli stessi Atti degli Apostoli quando, mentre Gesù ascende al Cielo e avvolto da
una nube viene nascosto agli sguardi degli astanti, due ‘uomini vestiti di
bianco’ si presentano loro dicendo: ‘Uomini
di Galilea, perché state guardando verso il cielo? Quel Gesù che vi è stato
sottratto verrà nello stesso modo con cui l’avete veduto salire al cielo’.
(At 1, 9-11)
Ma non è stato spiegato a noi ‘laici’ - che del catechismo di Santa Romana Chiesa abbiamo solo quel vago lontano ricordo giovanile di quando fare la ‘prima’ comunione era ancora un ‘evento’ – che la venuta del Signore ci sarà, ma solo alla fine del mondo, quale giudice, per la ‘resa dei conti’ che dividerà alla sua destra e alla sua sinistra pecore e capri, vale a dire santi e reprobi?
E se Gesù sta per tornare
vuol dire che la si pensa magari come certi ‘millenaristi’ che predicano che la
fine del mondo sia imminente?
Niente di tutto questo, si
tranquillizzi il lettore che ha aperto queste pagine, perché la venuta di Gesù
di cui si parla qui non è ancora quella finale ma è una venuta ‘intermedia’,
una venuta in un certo senso impropria di cui noi ‘moderni’ non avevamo più
conoscenza ma che ora si sta riscoprendo come certe scritte di quei capolavori
scultorei dissotterrati e vecchi di millenni che – ripulite dalle incrostazioni
e tornate leggibili - aprono al nostro occhio intellettuale squarci di vita
vissuta che mai avremmo sospettato.
Grazie alle numerose
rivelazioni profetiche di cui si è detto, alcuni studiosi hanno infatti ripreso
in esame i testi biblici in lingua originale, ne hanno rimosso la patina delle
frettolose interpretazioni che li aveva ricoperti, li hanno sottoposti ad un
nuovo esame critico e sono arrivati a delle conclusioni diverse dovendo però
ora combattere contro la vischiosità delle idee distorte consolidate e contro i
luoghi comuni.
La storia millenaria della
Chiesa ha vissuto cambiamenti di pensiero e ribaltamenti di idee.
E’ stato ad esempio il caso
della teoria di Copernico sulla rotazione della terra intorno al sole, e non
viceversa, teoria poi dimostratasi esatta e che ha buttato all’aria il sistema
tolemaico nel quale la Chiesa di allora poneva una fede rocciosa.
Succede ancora continuamente
nella scienza dove ogni tanto una nuova scoperta demolisce teorie che si
credevano ‘scientifiche’ e quindi indistruttibili ma che alla prova dei fatti
successivi non si sono rivelate esser tali.
Il problema della venuta
‘intermedia’ non è problema di ‘dogma’, come taluni sembrano talvolta credere,
e quindi il sostenerla - peraltro con argomentazioni teologiche che appaiono
ineccepibili perchè basate sulla interpretazione letterale (l’unica che non si
presti alle deformazioni delle interpretazioni allegoriche) dei testi biblici -
non può autorizzare nessuno a gridare ‘all’eretico!’.
La storia della Chiesa ci
insegna come talvolta sono stati necessari secoli e secoli di dibattiti e
controversie per arrivare a stabilire una determinata verità dogmatica.
Il dogma della ‘Immacolata
Concezione’ di Maria, e cioè il suo esser stata concepita senza la ‘macchia’ della colpa d’origine, ha
impiegato diciotto secoli a farsi strada, con periodi di incertezza e persino
di rifiuto.
Personaggi illustri e al di
sopra di ogni sospetto come San Bernardo di Chiaravalle e San Tomaso d’Aquino,
dichiarati ‘Dottori della Chiesa’, furono anzi di parere contrario e
influenzarono grandemente la Chiesa.
All’epoca si pensava ad
esempio che una Concezione Immacolata di Maria potesse – come ha scritto Padre
E. Zoffoli nel suo bel Dizionario del
Cristianesimo – offuscare la gloria di una Redenzione che Cristo ha operato
per tutti, compresa sua madre, sfuggendo a loro la possibilità di un’azione
redentrice che, trascendendo e comprendendo tutti i tempi, avrebbe preservato
Maria dal contagio della colpa originale, per cui anch’essa sarebbe stata
redenta, risultando anzi la prima fra tutti i redenti.
Il tempo, e soprattutto la
dichiarazione del ‘dogma’ dell’Immacolata Concezione nel 1854, dogma e pertanto
– per il cattolico almeno - verità di fede, avrebbe dimostrato che entrambi i
due santi dottori della Chiesa alla cui sapienza teologica tutti si inchinavano
non furono del tutto infallibili.
Ma questi due personaggi, se furono concordi nella loro valutazione (erronea) sull’Immacolata Concezione, concordi non furono nella valutazione della cosiddetta…venuta ‘intermedia’ di Gesù.
Il concetto di ‘venuta intermedia’
proiettata nel futuro si evince in maniera chiarissima dal testo
dell’Apocalisse, la rivelazione profetica per eccellenza del Nuovo Testamento.
Sant’Agostino – nel cercare
di interpretare la venuta intermedia dell’Apocalisse (Ap 19,11 / 20,4), alla
quale sarebbe seguito un millennio di
pace – fece decorrere tale millennio dalla resurrezione di Gesù ‘retrodatando’ di fatto tale venuta
intermedia al passato, e cioè alla Resurrezione.
Ma che l’Apocalisse –
scritta da San Giovanni apostolo nel 100 circa dopo Cristo – riguardi non il
passato quanto invece il presente e il futuro rispetto a quell’anno 100, è Gesù
stesso, il Verbo, che lo dice (Ap 1, 1-2
/ Ap 1,19 / Ap 22, 6-7).
L’Apocalisse è poi il testo che parla del futuro della
Chiesa, ricorrendo ad immagini simboliche prese anche dall’Antico Testamento,
facendo così pensare ad alcuni studiosi che essa alludesse ad eventi precedenti
riguardanti la storia di Israele.
Ma il ricorso ad immagini
dell’Antico Testamento viene anche fatto non solo per fare capire meglio
concetti già noti ma anche perchè talune sono profezie ‘ripetitive’, destinate
cioè a riverificarsi nuovamente quando si determinino nella storia futura
circostanze analoghe a quelle che le determinarono in quella passata.
Come
fa ad esempio Gesù il quale, parlando ai discepoli sul Monte degli ulivi (Mt 24, 3-35), utilizza la famosa profezia
escatologica delle ‘settanta settimane’ di Daniele (Dn 9, 24-27) - profezia riguardante a detta dei critici
la prima venuta di Gesù, e cioè quella
dell’Incarnazione del Verbo - per indicare invece i tempi di una propria
successiva venuta, venuta che tuttavia viene oggi comunemente interpretata
dagli esegeti come ‘finale’.
Ma
che non sia la venuta finale ce lo fa comprendere l’interpretazione letterale del Vangelo che ce la descrive come
una venuta diversa, con un mondo che continua a vivere…
Una
venuta ‘intermedia’ quindi, fra la prima dell’Incarnazione e quella finale.
Di
quella finale Gesù parlerà invece in un successivo capitolo di Matteo (Mt 25) presentandola
però in un contesto ambientale diverso, e cioè con un mondo che cessa
chiaramente di esistere per dar luogo al giudizio universale.
Ma
perché questa Venuta di cui parla anche Matteo (e che viene quindi chiamata
‘intermedia’ per distinguerla dalla prima venuta della Redenzione e da quella finale del giudizio universale)
non viene riconosciuta come tale?
Leggendo
l’Apocalisse con un minimo di attenzione, anche un profano può constatarne la
‘struttura’ storica e capire che la venuta gloriosa di Gesù di cui si parla in
Ap 19, 11-16 è cosa ben diversa da quella finale collegata al Giudizio
universale di cui si parla successivamente in Ap 20, 11-15.
Fra
la prima e la venuta finale si vede intercorrere un lunghissimo arco di tempo, simbolicamente
definito di ‘mille anni’ (Ap 20, 1-7).
E’
un numero che viene ripetuto ben sei volte proprio come se San Giovanni – con
la mente e lo spirito proiettati nella profondità del tempo futuro - avesse
voluto far capire agli esegeti odierni che fra quella venuta ‘intermedia’ del Verbo sul famoso cavallo
bianco alla guida del suo esercito di Angeli biancovestiti su altri cavalli
bianchi e l’altra sua venuta successiva per la definitiva sconfitta di Satana e
la fine del mondo sarebbe intercorso appunto un enorme periodo di tempo, e che
quindi non ci sarebbe stato da confondersi.
Da
questi brani dell’Apocalisse e da
quelli precedenti si comprende che Dio – dopo che i ‘santi’ in terra, oppressi
dai malvagi che trionfano nonostante la Redenzione, implorano un aiuto dal
Signore per stabilire la Giustizia, insomma un Regno di Dio in terra - decide
di esaudire le loro richieste.
Egli
dà ordine ai suoi angeli di non trattenere più il Nemico perché quell’Umanità
peccatrice ed empia che ancor oggi dichiara che ‘dio è morto’ non merita più
nessuna protezione.
L’Umanità
dovrà a questo punto soffrire, perché la sofferenza sarà punizione e Giustizia
per i cattivi ed espiazione e salvezza per quelli che, ancor relativamente
buoni, finirebbero per corrompersi del tutto e perdersi spiritualmente per
l’eternità.
E
nel momento culminante della battaglia spirituale, che in Cielo è fra Angeli e
Demoni ma in terra è fra uomini (che sono aiutati dagli angeli ma sobillati dai
demoni), ecco che – come già detto sopra - nella visione di San Giovanni gli appare su di un cavallo bianco il
Verbo-Gesù, maestoso nella sua gloria e con due occhi come di fiamma, che
sconfigge i ‘servi’ di Satana in terra, e cioè la Bestia e il Falso Profeta i quali
saranno gettati in uno ‘stagno di fuoco’.
Dopo
questa sconfitta Satana (Ap 20, 1-6) viene ‘incatenato’ da un angelo disceso
dal Cielo (difficile non pensare all’Arcangelo Michele) , e relegato
all’inferno per i ‘mille anni’ di cui si è già detto.
Gli
uomini in sostanza, finalmente liberi dalle seduzioni del Maligno, potranno
realizzare grazie al Gesù-vittorioso, il Regno di Dio in terra, a sua volta
figura del successivo regno di Dio in Cielo.
In
quest’era di pace gli uomini dovranno evidentemente cimentarsi solo contro gli
impulsi del proprio ‘io’ dimostrando al Signore quello che essi sanno fare con
la buona volontà quando non intervengono le tentazioni del Maligno.
Ma
il periodo di captività di quest’ultimo
(e cioè i cosiddetti mille anni) finirà (Ap 20, 7-10) e Satana
ricomincerà nuovamente a sedurre uomini e potenti della terra rideterminando le
condizioni di un ulteriore scontro in cui i ‘cattivi’ ridurranno un’altra volta
a mal partito i ‘buoni’.
Sarà
allora che Dio dichiarerà chiusa l’avventura della razza umana, caccerà una
volta per sempre il Demonio nello ‘stagno di fuoco e di zolfo’, simbolo a mio
avviso dell’Inferno, nel quale già da molto tempo (e cioè dalla precedente
sconfitta in occasione della ‘venuta intermedia’) lo stavano attendendo la
Bestia e il Falso Profeta..
E
sarà quello il momento del giudizio universale e della risurrezione dei morti
con i loro corpi per essere - i morti nello spirito - assegnati ad un destino
di eterna dannazione e i ‘vivi’ (con il loro corpo glorificato come quello di
Gesù dopo la risurrezione) ad uno di salvezza eterna.
Ora
se alcune immagini simboliche delle visioni di San Giovanni sono non facilmente
interpretabili e aprono così la via al tentativo, spesso opinabile, delle
interpretazioni allegoriche più disparate, non vi è alcun dubbio invece sul
significato e sulla concatenazione ‘storica’ degli avvenimenti, così come sopra
li abbiamo illustrati, arricchendoli naturalmente con qualche parola nostra per
renderli più comprensibili al profano.
Il
primo criterio di interpretazione dell’Apocalisse deve essere innanzitutto
quello letterale e solo in subordine quello allegorico che, in quanto tale, ha
infatti il difetto di consentire di sostenere talvolta tutto e il contrario di
tutto.
Ma
allora, come mai l‘Apocalisse, e con essa il tema della ‘seconda venuta
intermedia’ viene interpretata in maniera allegorica?
Dicono
gli autori di questo libro, ma con loro anche altri, che - ‘a monte’ – la colpa
fu di Origene, il noto pensatore cristiano poi dichiarato eretico per certe sue
teorie filosofiche che riguardavano tra l’altro proprio l’escatologia, cioè il
futuro della ‘Chiesa’.
Origene
– per far ‘quadrare’ l’Apocalisse con queste sue strane teorie – ne sostenne
una interpretazione allegorica spinta,
finendo (anch’egli ‘opinion leader’ dei suoi tempi come tanti altri nostri vati
moderni) per influenzare culturalmente San Gerolamo e Sant’Agostino non nei
suoi discorsi eretici ma relativamente all’introduzione appunto del criterio
‘allegorico’ di interpretazione.
Ma
‘a valle’, la colpa fu invece di
Sant’Agostino!
Santo,
è vero, ma non infallibile come infallibili non furono San Bernardo e San
Tomaso d’Aquino sulla questione della ‘Immacolata Concezione’.
I
cristiani e i principali Padri della Chiesa dei primi secoli (padri, ‘santi’, e
non ‘eretici’) avevano una fede ferma in questa venuta ‘intermedia’.
Ma
gli anni e anzi i secoli passavano e Sant’Agostino - vedendo che le promesse di
Gesù con quel suo ‘Sì, vengo presto!’
tardavano a realizzarsi (forse non pensando Agostino al fatto che il ‘presto’
di Dio fuori dal tempo è diverso dal ‘presto’ di noi che nel tempo viviamo e
che misuriamo tutto a dimensione umana) -
ritenne che forse l’errore era stato di aver interpretato l’Apocalisse
‘letteralmente’.
Se
ad esempio fosse stata interpretata ‘allegoricamente’, forse quella venuta
gloriosa sul cavallo bianco avrebbe potuto essere riferita alla venuta di Gesù
risorto dalla morte con quel suo splendido corpo glorificato di cui parlano
anche i Vangeli. Quindi ecco che il ‘ritardo’ di Gesù – che tante ironie faceva
affiorare sulla bocca dei miscredenti – avrebbe trovato una sua spiegazione.
Non era vero che tardava, semplicemente era già arrivato: il giorno della
Risurrezione!
Ecco,
interpretando il tutto allegoricamente, i conti – come quelli di Origene - sarebbero tornati e sarebbe anzi stata la
quadratura del cerchio.
Quello
di far quadrare i conti non fu solo un ‘peccatuccio’ di Origene e di
Sant’Agostino (peccatuccio, quest’ultimo, veniale perché egli forzò la
‘lettera’ del testo di Ap 20 4, ma lo
fece in buona fede e a fin di bene).
Ricordo
infatti ancora oggi sorridendo un ‘peccatuccio’ analogo di un mio vecchio amico
di gioventù.
Era
un cassiere, meticoloso ma con tantissimo lavoro, e ogni sera doveva rimanere
al lavoro un’ora in più per trovare la quadratura (entrate ed uscite) di tutte
le voci di Cassa.
Una
sera, non riusciva a venirne proprio a capo, il tempo stringeva, l’ufficio si
stava ormai svuotando dei colleghi che salutavano e se ne andavano a casa a
mettersi in pantofole, e lui non riusciva a venire a capo dei suoi conti, gli
‘cresceva’ la somma di un assegno che gli era stato versato, finchè – dopo un
attimo di riflessione con quell’assegno in mano che lui guardava però come se
fosse un nemico – lo fece…a pezzettini, infilati poi accuratamente in fondo al
cestino delle cartacce.
Lo
vidi tirare un sospiro di sollievo, perché eliminando quell’assegno a favore
della sua azienda, la Cassa di quel giorno finalmente ‘quadrava’ e i suoi conti
tornavano, ma io pensai con raccapriccio a quel che avrebbe mai fatto il suo
Principale se lo avesse visto trattare i propri soldi in quella maniera.
Ecco,
io mi dico che Sant’Agostino deve aver fatto senza rendersene ben conto un
qualcosa come quel mio amico cassiere: per far quadrare i conti di un Gesù che
diceva che sarebbe tornato presto ma che secondo il metro umano tardava a
venire, ha fatto sparire non un assegno ma una ‘venuta’, quella intermedia, ma
solo quella, perché la prima venuta non si poteva negare e l’ultima ci serve
per…sperare.
A
dir la verità Agostino era consapevole di non essere un grande esperto di
quella che si chiama scienza ‘apocalittica’ ed ‘escatologica’, ma egli godeva
di una grande considerazione e gli altri – che in materia ne sapevano molto
meno di lui – finirono per accodarsi acriticamente.
D’altra
parte è quello che succede oggi con quasi tutti gli opinion-leaders filosofici
e …politici dove la gente sottoscrive acriticamente le loro ‘stravaganze’
facendo un atto di fiducia, anzi di fede, con conseguenze che poi stanno sotto
gli occhi di tutti.
E
così, qualche secolo dopo Sant’Agostino, fece anche San Tomaso perché, se certe
cose – e cioè che quella venuta intermedia fosse da far coincidere con la
Risurrezione – le aveva dette uno come Sant’Agostino…, beh…, poteva ben farle
proprie anche lui.
E
così pure fecero la maggior parte dei teologi successivi che – seguaci della
dottrina e della filosofia tomistica, cioè di San Tomaso – conclusero che se
certe cose le aveva dette San Tomaso d’Aquino – a meno di non voler essere come
quell’altro San Tomaso del Vangelo – le
avrebbero potute credere anche loro.
Così
via, infine, fino ai teologi dei giorni
nostri, ai quali però ora i ‘profeti’ moderni dicono che invece è ‘tutto da
rifare’.
Ma
se si adeguarono tutti all’idea di Sant’Agostino, di quella idea non fu invece San Bernardo di Chiaravalle.
Egli
è stato considerato il massimo genio del XII° secolo, consigliere di sacerdoti,
vescovi, re e papi. Ebbe anche notevole influenza sulla politica di quei tempi
e, cosa che ai quei tempi non guastava, fu anche un mistico.
Raccontano
le cronache che ‘…lo Spirito Santo
parlava per mezzo suo e operava miracoli senza numero…’.
Ebbene,
San Bernardo di Chiaravalle era talmente convinto della venuta intermedia di
Gesù da predicarla addirittura con sicurezza persino sotto le navate delle
chiese.
Vi
sembra impossibile? Bernardo di Chiaravalle, il genio, il mistico, lui…,
praticamente un ‘quasi eretico’?
Eppure
è proprio aprendo un Breviario
capitatomi sottomano (Liturgia delle Ore, I° volume,Tempo di Avvento – Editrice
poliglotta vaticana, 1975) che - nel Mercoledì della 1^ settimana di Avvento -
ho potuto leggere uno stralcio tratto dai suoi ‘Discorsi’ (Disc. 5
sull’Avvento, 1-3; Opera omnia, Ed. Cisterc. 4, 1966, 188-190) dove egli parla di tre ‘venute’ e in particolare di quella
intermedia, precisando fra l’altro ‘…nella
prima venuta dunque egli venne nella debolezza della carne, in questa
intermedia viene nella potenza dello Spirito, nell’ultima verrà nella maestà
della gloria…’.
Cosa possiamo concludere?
I
nostri due autori di questo interessante libro
non si preoccupino dunque delle opinioni trancianti, che forse non
mancheranno, di certi critici ‘ortodossi’.
Forse
costoro li destineranno alle fiamme di qualche infernale girone dantesco, fra
gli ‘eretici’, ma si consolino – essi - sapendo di essere là in buona, numerosa
e ‘santa’ compagnia, con San Bernardo di Chiaravalle e i primi Padri della
Chiesa, appunto.
Guido Landolina
INTRODUZIONE
Questo studio è frutto di amore alla verità e di
volontà di contribuire all’ approfondimento di
un argomento molto importante e
di estrema attualità : LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’.
E’
un esame del tema suddetto sotto tutti
gli aspetti, soprattutto sotto l’aspetto biblico – teologico – patristico - del
Magistero, con l’aiuto dei messaggi dei carismatici, i quali ci hanno dato veramente le “chiavi di interpretazione”
di numerosi testi biblici riguardanti
la Venuta intermedia di Gesù.
Il
primo capitolo comprende cinque
parti di una ricerca chiamata “ MARA’N
ATHA’ ” che sono state già pubblicate in vari numeri della rivista “Messaggi Carismatici Cattolici” delle
Edizioni Segno e che ora sono state
riunite insieme. Mentre il saggio di
Antonio Norrito nel secondo capitolo
viene pubblicato ora per la prima volta e ha come titolo “ LA PARUSIA
INTERMEDIA E IL MESSIANISMO REGALE, e si propone di dimostrare come l’attesa
del Millennio felice, in cui Cristo Glorioso regnerà anche su questo mondo è
una verità profonda contenuta in tutta la Bibbia, Antico e Nuovo Testamento.
Il metodo usato per l’approfondimento
di questo tema di capitale importanza è quello suggerito dal Catechismo della
Chiesa Cattolica (ed 1992) al n. 94, dove si dice che l’approfondimento del
“deposito della fede” avviene sotto l’assistenza dello Spirito Santo con:
1) lo studio dei teologi;
2) l’esperienze
spirituali dei credenti (
soprattutto di quei credenti che hanno ricevuto carismi straordinari per il
bene della Chiesa e del mondo, come
apparizioni, messaggi, locuzioni interiori…);
3) con l’insegnamento del Magistero della Chiesa.
I due collaboratori in questa ricerca hanno
frequentato le Facoltà teologiche e quindi sanno molto bene che questo metodo,
raccomandato dal Catechismo non viene usato
nè nelle Facoltà, nè altrove
dove si insegna teologia, perchè nessun professore cita nel suo insegnamento,
accanto ai teologi, i “messaggi” dei carismatici, cioè di persone con carismi
straordinari, come spiegato sopra. Eppure questo metodo dà veramente dei frutti
buoni non solo per comprendere numerosi testi biblici nel loro senso profondo,
ma anche riescono a mostrare alcune deviazioni teologiche come il grande equivoco
di sant’Agostino come dice il Signore in un messaggio ricevuto da una persona
carismatica (F.C.): “…le anime
carismatiche servono a correggere gli errori dei teologi…”.
La novità non è solo nel metodo, ma anche nel contenuto e nelle
conclusioni di questo studio e chi ha
la pazienza di leggere fino in fondo questo breve scritto si renderà conto
della verità di queste affermazioni.
Questo
metodo si chiama “profetico –
rivelativo”.
Antonio
Norrito, teologo
N.B.: PER
“CARISMATICI” SI INTENDONO
COLORO CHE HANNO RIVELAZIONI COSIDETTE “PRIVATE” E CHE QUINDI HANNO APPARIZIONI
DI GESU’ O DI MARIA CON MESSAGGI OPPURE
RICEVONO MESSAGGI DA DIO COME “LOCUZIONI INTERIORI “: TUTTI QUESTI
MESSAGGI SONO PER LA CHIESA E IL MONDO INTERO.
NON INTENDIAMO PERCIO’ RIFERIRCI
CON LA PAROLA “CARISMATICI” A COLORO CHE FANNO PARTE DEL RINNOVAMENTO NELLO
SPIRITO. MEGLIO SAREBBE CHIAMARE I “CARISMATICI “, CHE RICEVONO MESSAGGI,
“CONFIDENTI DEL SIGNORE”, COME DICE GESU’ STESSO AD UNA PERSONA CARISMATICA.
CAPITOLO PRIMO
LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’
MARA’N ATHA’ -
parte I
PREMESSA: L’ espressione “MARA’N
ATHA’ ” la troviamo nella S.
Scrittura una prima volta in 1 Cor
16,22: è un’espressione aramaica con il verbo
al tempo presente, letteralmente: ‘Il Signore nostro viene’; la
seconda volta “ MARANA’ THA ”
la troviamo nell’Apocalisse 22, 20: con il verbo all’imperativo,
letteralmente :’ Signore nostro, vieni!’. Questa invocazione recitata nella
Chiesa primitiva sta per essere ripresa da tutti i cristiani avvisati dai
messaggi carismatici del Ritorno Glorioso di Cristo nella sua Venuta
Intermedia.
Pertanto
abbiamo voluto, per utilità soprattutto del popolo di Dio, che ha bisogno di essere illuminato su questo
argomento di capitale importanza, fare
una sintesi sulla Venuta intermedia di Gesù. Riporteremo nel nostro lavoro alcuni testi della Bibbia, il pensiero dei Padri della Chiesa, il
Magistero della Chiesa Cattolica, i messaggi di persone carismatiche e la
riflessione di alcuni teologi che hanno approfondito l’argomento .
METODO : NELL’APPROFONDIRE
L’ARGOMENTO SOTTO I VARI ASPETTI PROCEDIAMO
CON DOMANDE E RISPOSTE:
1. Di quante Venute di Gesù si parla nella S. Scrittura?
La S. Scrittura parla
di tre
Venute di Gesù : La PRIMA
è l’ Incarnazione ( Venuta nella carne)
con la nascita a Betlemme 2000 anni fa da Maria Vergine, culminata con
la passione, morte, Resurrezione e Ascensione
al Cielo; la SECONDA è una Venuta
nella Gloria, detta VENUTA INTERMEDIA (o Parusia Intermedia), la
quale è data come imminente, secondo la concordanza dei messaggi dei
carismatici; la TERZA è anch’essa
una Venuta nella Gloria detta “Parusia finale” riservata per il Giudizio Universale alla fine del mondo, in un giorno imprecisato e molto lontano. S. Bernardo di Chiaravalle, anche se ha
avuto l’illuminazione di una Venuta Intermedia di Gesù, tuttavia non ne aveva ancora l’idea completa, poiché
Gesù non solo regnerà in tutti cuori,
ma, come vedremo in seguito, nella Sua Venuta Intermedia tutti lo vedranno
venire sulle nubi del cielo con grande Potenza e Gloria e viene per regnare su
questo mondo.
2. Perchè la maggioranza dei teologi contemporanei parlano solo di DUE VENUTE?
Il motivo si trova nelle facoltà teologiche e nelle loro succursali (seminari, scuole di teologia, istituti di scienze religiose, ecc...) dove si identificano, senza aver approfondito la questione, la Venuta Intermedia con la Venuta finale facendola diventare una sola Venuta Gloriosa per il Giudizio Universale. Da qualche decennio alcuni teologi e studiosi, con l’aiuto dei messaggi dei carismatici, che forniscono le “chiavi di interpretazione” (come le chiamano loro) di alcuni testi della Bibbia, hanno fatto delle ricerche, arrivando alle stesse conclusioni dei carismatici, che cioè ci sono numerosi testi biblici che descrivono la Venuta Intermedia di Gesù, distinguendola da quella finale. L’approfondimento delle verità contenute nel deposito della fede si compie, secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica (n.94) con la ricerca dei teologi, con l’insegnamento del Magistero della Chiesa e con le esperienze spirituali dei credenti, cioè specie dei carismatici, che ricevono messaggi e rivelazioni private da Dio per la Chiesa e per il mondo. Ma purtroppo notiamo che i ‘messaggi’ di persone con carismi straordinari e le loro testimonianze vengono prese in considerazione solo dal Papa Giovanni Paolo II, e da una piccola minoranza di Vescovi, Teologi e Sacerdoti, sebbene la Parola di Dio raccomanda a tutti di :”Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono”( 1 Tes 5, 19-21).
3. Che cosa rispondere a
quei teologi che dicono che nei
testi biblici non si parla della Venuta Intermedia di Gesù?
Gesù in un messaggio
dato attraverso una persona
carismatica, risponde così :”Verrò,
verrò assai presto, amici fedeli, e per
voi sarà una grande festa, una magnifica festa; verrò per chi Mi attende
con ansia per dargli la gioia che desidera e che si aspetta d’avere. Amici,
pochi credono nella Mia Seconda Venuta, pochi credono, e tra questi
pochissimi sono i Miei consacrati [n.d.r.: i consacrati sono i Sacerdoti, religiosi, religiose ecc.]; ecco
Io, Io Gesù sto per fare loro una grande sorpresa. Chi Mi può dire : “
Fa in un modo, oppure in modo diverso?” Dicono che nelle Sacre Scritture non si
parla della Mia Venuta Intermedia: ne parlo invece più volte …Chi Mi attende preparato, chi Mi attende pieno di gioia avrà la bellissima sorpresa che immagina, ma guai agli insipienti che non hanno voluto
riflettere, che non si sono preparati affatto! Il mondo si prepari ad essere abbagliato dalla Mia Luce, la terra
verrà trasformata, ci sarà una terra
nuova e nuovi Cieli”( da “Opera Scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi”
[ D’ora in poi quest’Opera sarà abbreviata così. : ODS] messaggio del
28.2.1999).
Con l’aiuto dei carismatici e con spirito di umiltà, si possono capire
in profondità i testi biblici che riguardano la Venuta Intermedia di
Gesù. Anche per questo caso vale la
parola del detto evangelico: “Ti benedico
o Padre, ..perchè hai
tenuto nascoste queste cose ai sapienti
e agli intelligenti e le hai
rivelate ai piccoli” (Mt 11,25 : i
piccoli, qui, sono proprio i carismatici e chi li ascolta).
4. Quali sono i testi biblici nei quali si parla della Venuta Intermedia di Gesù?
Numerosi sono
i testi biblici che parlano della Venuta Intermedia di Gesù. Il Padre Martino
Penasa nel suo libro “Le Venuta Intermedia di Gesù. Viene Gesù!”, 2 ed. Udine,
Ed. Segno,1999, riporta i testi sia dell’ Antico sia del Nuovo Testamento, con
la spiegazione. Qui noi riportiamo solo alcuni testi. Per il commento di
questi testi rimandiamo al libro
di P. Penasa.
A-
Alcuni
testi biblici parlano chiaramente della Venuta per il Giudizio Universale,
allorchè, finita la storia dell’umanità tutti risorgeremo e tutti compariremo
davanti al RE, GESU’ CRISTO, seduto sul
trono, per il GIUDIZIO FINALE : vedi per es. Mt 25 : a sinistra i capri, a
destra le pecore: Il Re dirà : Via da
me…. Venite benedetti…
B-
Altri
Testi Biblici invece parlano di una Venuta di Gesù in modo tale che fanno capire
chiaramente che la storia dell’umanità continuerà ancora dopo questa Venuta :
vedi per esempio Lc 18, 8; Mt 24, 23-41; Ap 20, 4-6….
C - IL TESTO DI Mt 24, 21 - 41 CI DA’ LA
CHIAVE PER CAPIRE CHE CI SARA’ DI SICURO LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’ : Mt 24,
21-22 : “…vi sarà allora UNA TRIBOLAZIONE GRANDE, QUALE MAI AVVENNE DALL’INIZIO
DEL MONDO FINO A ORA, NE’ MAI PIU’ CI SARA’. E SE QUEI
GIORNI NON FOSSERO ABBREVIATI, NESSUN VIVENTE SI SALVEREBBE; MA A CAUSA DEGLI
ELETTI QUEI GIORNI SARANNO ABBREVIATI”.
Questo testo non si
riferisce alla distruzione di Gerusalemme nel 70 dopo Cristo, ad opera dei
Romani, della quale si parla nei versetti precedenti (Mt 24, 15-20), infatti la
descrizione di questa GRANDE TRIBOLAZIONE SI RIFERISCE A QUALCOSA CHE RIGUARDA
IL MONDO INTERO E NON SOLO ALLA DISTRUZIONE DI UNA CITTA’ ANCHE SE IMPORTANTE
COME GERUSALEMME E POI SI PARLA DI “ELETTI” CHE SONO IN MEZZO A QUESTA
TRIBOLAZIONE. Se per “eletti” intendiamo i convertiti al Vangelo, noi sappiamo
dalla storia che in Gerusalemme non rimase nessun cristiano, poiché credendo
alle parole di Gesù erano fuggiti al Nord della Palestina, appena hanno visto
che i soldati Romani stavano circondando Gerusalemme con trincee. Ma dai
versetti seguenti Mt 24, 23-41, in cui si parla della Grande Tribolazione e di
una VENUTA DI GESU’ e dalla espressione “ per amore degli eletti sarà
abbreviata” e perché la STORIA
dell’umanità continua dopo “LA TRIBOLAZIONE GRANDE”, infatti si dice : “NE’ MAI
PIU’ CI SARA’ “, si deduce che questa GRANDE TRIBOLAZIONE riguarda tutta
l’umanità e non è da collocarsi alla fine de mondo. E neanche la Venuta di Gesù
che viene descritta nel suddetto testo di Matteo 24, 23-41 è da collocarsi alla
fine del mondo, poiché viene descritta con modalità tali da far capire
chiaramente che dopo questa Venuta la
storia umana continua, per es.: v. 37 : “come fu ai tempi di Noè” ; v. 40 : “allora due uomini saranno nel campo:
uno sarà preso e l’altro lasciato”). Alcuni messaggi dei carismatici autentici
attuali ci aiutano a capire che già siamo entrati in questa Grande
Tribolazione, la quale si concluderà con la VENUTA INTERMEDIA DI GESU’ per instaurare il Suo Regno, qui su questo
terra. E GESU’ RITORNANDO PORTERA’ LA
VERA PACE E LA CIVILTA’ DELL’AMORE.(Per esempio : Nel messaggio della
Divina Sapienza del 30 gennaio 2002 Gesù dice: “Eletti amici cari, sta
giungendo il tempo della GRANDE TRIBOLAZIONE: E’ GIA’ ENTRATO, quello che non
viene compreso con la prosperità verrà compreso con la carestia, chi nella
gioia Mi ha girato le spalle, cambierà quando giungerà il dolore”): vedi il
testo completo nei siti internet Divina Sapienza, più avanti al n. 19.
D – NELLA INTERPRETAZIONE
DELLA SACRA SCRITTURA, DOPO IL SENSO LETTERALE E SENSO SPIRITUALE DI UN TESTO BIBLICO, SI PARLA ANCHE DEL “SENSO
PIENO” (SENSUS PLENIOR), che è un
significato più profondo di un testo biblico, voluto da Dio, anche se non
chiaramente percepito dall’autore umano (agiografo). “Se ne scopre l’esistenza
in un testo biblico quando viene studiato alla luce di altri testi biblici che
lo utilizzano o nel suo rapporto con lo sviluppo interno della rivelazione “(
vedi doc.: Pontificia Commissione Biblica,
L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa, libreria Ed.
Vaticana,1993, p.76). Gli antichi esegeti dicevano : VETUS TESTAMENTUM IN NOVO PATET, NOVUM TESTAMENTUM IN VETERE
LATET, CIOE’ IL VECCHIO TESTAMENTO VIENE ESPLICITATO NEL NUOVO, IL NUOVO
TESTAMENTO NEL VECCHIO E’ GIA’ PRESENTE
MA IN MODO NASCOSTO.
QUESTO MEDESIMO PRINCIPIO
DEL “SENSUS PLENIOR”, SECONDO NOI, ESITE ANCHE TRA I TESTI DELLA BIBBIA E I MESSAGGI DEI CARISMATICI AUTENTICI,
ANCHE SE QUESTI ULTIMI NON HANNO LO STESSO VALORE DELLA BIBBIA : SONO INFATTI
SOPRATTUTTO ESPLICITAZIONI DEI TESTI BIBLICI E SVILUPPO DEI SEMI GIA’ DONATI
NELLA BIBBIA, PERO’ HANNO IN COMUNE LA MEDESIMA FONTE : LO SPIRITO SANTO, IL QUALE, COME HA ISPIRATO DUEMILA ANNI FA’
I PROFETI, GLI EVANGELISTI, GLI AGIOGRAFI, COSI’ ORA ISPIRA I
PROFETI DI OGGI, I CARISMATICI E
RIVELA LORO IL SENSO PROFONDO DI ALCUNI TESTI BIBLICI, SPECIALMENTE RIGUARDANTI
LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’ E LA SPIEGAZIONE DI ALCUNI TESTI
DELL’APOCALISSE, CHE ALTRIMENTI NON
SAREBBERO COMPRENSIBILI SENZA L’AIUTO DEI
MESSAGGI DEI CARISMATICI.
SI COMPRENDE ALLORA CHE UNA DELLE
CAUSE PER CUI NELLA CHIESA CATTOLICA MOLTI
NON ACCOGLIENDO I MESSAGGI DEI
CARISMATICI, NON HANNO LA LUCE PER COMPRENDERE CHE LA VENUTA INTERMEDIA DI
GESU’ E’ PRESENTE NEI TESTI BIBLICI..
E - PRINCIPALI TESTI BIBLICI RIGUARDANTI LA
VENUTA INTERMEDIA DI GESU’:
-
Lc
18, 8 :”Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla
terra?”;
-
Mt
26,64 :”…Io (Gesù) vi dico : < d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo
seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo> ;
-
At
1, 11 :” Questo Gesù….tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto
andare in cielo”.
-
Ap 20,4-6: “ Essi ripresero vita e regnarono
con Cristo mille anni”;
-
Mt
6, 10: “ Venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in
terra”;
-
Mt
24, 30 : “ Allora comparirà nel cielo il Segno del Figlio dell’uomo e allora si
batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo
venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e Gloria”.;
-
Mt
24, 40-41 :”(Alla Venuta del Figlio dell’uomo): Allora due uomini saranno nel
campo:uno sarà preso e l’altro lasciato”.
-
Lc
22, 17-18:” E preso un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e
distribuitelo tra voi, poichè vi dico:
da questo momento non berrò più del frutto della vite, finchè non venga il
Regno di Dio” (testo molto chiaro in cui si fa riferimento ad un Regno di Dio
anche su questo mondo). [Testo indicato dai Mess.Divina Sap.).
-
Lc
21, 27-28 : “Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza
e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate
il capo, perché la vostra liberazione è vicina”;
-
1
Gv 2, 28: “E ora , figlioli, rimanete in Lui, perché possiamo aver fiducia
quando apparirà…”.
-
Eb
9, 28 : “…Cristo. Dopo essersi offerto una volta per tutte allo scopo di
togliere i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione
col peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza”;
-
Ap
1, 7 : ” Ecco, viene sulle nubi ed ognuno lo vedrà; anche quelli che lo
trafissero e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto”;
-
I
Cor 15, 24-25”..poi sarà la fine, quando Egli consegnerà il regno a Dio Padre,
dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna
infatti che egli regni finchè non abbia posto tutti nemici sotto i suoi piedi”;
-
At 3, 21:” Egli (Gesù) dev’esser accolto in
cielo fino ai tempi della
Restaurazione di tutte le cose”;
-
Dn 7, 13-14 : “Guardando ancora nelle visioni
notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno simile ad un figlio di uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e
regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere
eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto”
;
-
1
Ts 4, 15-17, assieme a 2 Ts 2, 3-12; 2
Ts 1, 6-8;
-
Gv 14,3; Ap 17,14; Lc 17,34-35 ; Ap 22 17.20
: “Vieni, Signore Gesù”.
5. In che modo
ritornerà Gesù?
Sul modo
del Ritorno bisogna leggere l’annuncio
fatto agli Apostoli in At 1,11:”
Gesù…tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”, quindi tornerà in modo
glorioso come è avvenuto con l’Ascensione.
In un recente messaggio ODS del 9.2.2000, Gesù dice per
mezzo della persona carismatica,
madre di famiglia: “ Eletti, amici cari, vengo
in Gloria e Potenza per
liberarvi da ogni schiavitù… Sposa
Amata, vengo in un mondo che di Me si è dimenticato, non Mi cerca, non
Mi desidera, non Mi Chiama; ricorda le
Parole che dissi un tempo: quando tornerò, troverò la fede? C’è ora la fede
sulla terra? Essa è andata sempre più scemando dai cuori lasciandoli vuoti,
aridi, senza calore. Questo, la
Madre Mia intese dire a Fatima;
preannunciò questi tempi di grande aridità, di gelo profondo, di smarrimento totale allorchè disse che solo in pochi luoghi sarebbe restata la
fede. Amata Sposa, il mondo non Mi cerca, non Mi chiama più, non Mi vuole.
Tutto questo accade alla vigilia del
Mio grande Ritorno, non più come
fragile Bambino, non più come Piccolo tremante in fasce, ma come
Re di Gloria e Potenza. Quando salii al Cielo tra gli occhi attoniti dei miei
amici, i Miei messaggeri dissero: “Tornerà un giorno Colui che è salito
al Cielo, così come è andato tornerà e
tutti Lo vedranno”. Il mondo non vuole capire che ora il Giorno è vicino, non sa la grandezza di quel Giorno unico e
meraviglioso. Questo fatto grandioso, meraviglioso, unico, lo sto
annunciando da molto : desidero trovare tutti pronti ad
accoglierMi, pronti col cuore pieno di gioia e d’emozione.”
I messaggi dei carismatici
ci dicono che tutti vedranno GESU’
RISORTO nella Sua Venuta Intermedia e
viene per “regnare” su questo mondo. Non sarà ancora lo stadio
finale del Regno di Dio, poiché lo stadio finale è il Paradiso.
6. Come rispondere a coloro che dicono : “Il Signore ha detto che nessuno può sapere il giorno e l’ora del ritorno di Gesù?”
Anche
qui lasciamo la riposta a Cristo: “Così è infatti, ma quando i Miei discepoli Mi interpellarono il tempo era ancora
lontano, ora tutto è mutato, i tempi grandi ed unici sono giunti, sono
questi nei quali vivete. Il momento
esatto resta nascosto ma Io continuo a ripetere con Parole, Segni ed Opere che
esso è giunto…perchè gli uomini chiudono gli occhi davanti all’evidenza e gli orecchi al Mio Annuncio?”(
ODS 22.11.99). Pertanto per questo evento glorioso i sigilli vengono aperti e
il momento viene annunciato.
7. Perchè oggi non c’è il clima di attesa della Venuta di Gesù, che c’era nei primi secoli ed è presente nella S. Messa, quando diciamo: “Nell’attesa della Sua Venuta”?
Quando
Gesù venne la prima volta, come
‘servo’ sofferente per espiare i peccati del mondo, non fu accolto dal
suo popolo, ma solo da un piccolo resto di Israele. I capi del popolo
ebraico e soprattutto i dottori della legge di allora, non avendo approfondito
abbastanza i testi biblici, soprattutto del profeta Isaia, dove si parlava delle sofferenze di Cristo,
attendevano un Messia Glorioso
nel senso politico e non spirituale, per cui non accolsero Gesù. Ora dice
un carismatico si sta ripetendo il medesimo errore. La maggioranza dei
teologi di oggi, non avendo
approfondito i testi biblici
che parlano della Venuta Intermedia di Gesù e rifiutando l’aiuto dei
carismatici, sono contrari alla idea della Venuta Intermedia di Gesù, e quindi non l’attendono e non preparano
il popolo di Dio per
l’incontro con Gesù :
ciò che invece
stanno facendo i carismatici di tutto il mondo, per ordine di Dio.
In un messaggio ODS del 17.6.1997 Maria Santissima dice : “ Dovete avvertire il mondo che il Suo Ritorno è imminente…”
8. E’ un dovere annunciare a tutti la Venuta Intermedia di Gesù?
Sì, certo è un dovere, fa parte integrante
dell’annuncio del Vangelo, il Papa più volte in altri termini ne ha parlato, i
messaggi dei carismatici attuali di tutto il
mondo concordano su questo punto. Infatti il Signore attraverso una
persona carismatica dice: “ Sposa
amata, l’Universo intero annuncia la Mia Venuta… Amata, i Miei Messaggi
d’Amore preannunciano questo avvenimento unico meraviglioso, unico
irripetibile, unico definitivo. E’ come se
dicessi con Parole semplici: venite tutti, uomini della terra nella
Mia Città di Luce e d’Amore, venite
tutti perchè ho preparato un posto sublime per ciascuno. Venite nella Mia
Città, in Essa non c’è più il dolore ma
solo Gioia, non c’è più guerra ma grande armonia e Pace, non c’è più alcun
problema e nessuna schiavitù, Lì è il Mio Regno di Pace e d’Amore”(da ODS,
15.2.2000).
In un altro messaggio Gesù riafferma
attraverso una persona carismatica
(J.N.S.R. in “Atti degli apostoli”, Ed. Segno, Udine, 1999, vol. I, p.
82: “Ritorno che nessuno deve tener nascosto perchè, se voi nascondete
il Mio Annuncio, la Luce vi accecherà prima ancora che Io giunga sulla vostra Terra”.
9. Il Papa Giovanni Paolo II parla di questa Venuta Intermedia di Gesù?
SI’
il Papa attuale Giovanni Paolo II più volte ha parlato , anche se con altri termini, di questa Venuta Intermedia di Gesù nei suoi discorsi. Questi
testi sono riportati nella rivista
“Messaggi Carismatici Cattolici”, Ed. Segno, Udine, cominciando dal
numero primo ( gennaio 1999) e soprattutto nel numero 8-9..
Nei messaggi
ricevuti dalla carismatica “J.N.S.R. si parla del Papa
attuale come di un “Novello Mosè”
che ha il compito di preparare
la Chiesa e l’umanità al Ritorno di
Gesù, cioè a questa Venuta Intermedia e
di annunciarLa . Citiamo un solo messaggio dal Vol. II di
“Testimoni della Croce”, Ed. Segno, Udine p. 236, dice Gesù: “ IL MIO FIGLIO (Giovanni Paolo II)
ANNUNCIERA’ IL MIO RITORNO MOLTO
PROSSIMO”. E’ questa la missione
singolare del grande Papa polacco. N:B:: vedi altri testi del Papa
attuale indicativi della Venuta
Intermedia di Gesù , in Appendice a questo studio (p. 41), dove c’è una sintesi
teologica sulla “Venuta Intermedia di Gesù”.
10. E’ vero che il Concilio Vaticano II esclude questa Venuta intermedia di Gesù?
No.
Il Concilio Vat. II non solo non esclude la Venuta intermedia di Gesù. ma la
sottointende. Nel Decreto ‘Dei Verbum’
al n.4 si parla che in Cristo è
avvenuta la piena rivelazione di Dio e poi si conclude :” L’economia cristiana dunque, in quanto è alleanza nuova
e definitiva, non passerà mai, e non è da aspettarsi alcun’altra rivelazione
pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore nostro Gesù Cristo
(cfr 1 Tm 6,14 e Tit 2, 13)”. In questo testo si dice : “non è da
aspettarsi un’altra rivelazione pubblica”,
non dice : “non è da aspettarsi una Venuta Intermedia di Gesù”. Quindi
il testo della ‘Dei Verbum’ (n.4) non
esclude la Venuta intermedia di
Gesù.
Il Concilio Vat. II ha anzi molte affermazioni circa
i carismi straordinari, come per esempio ‘Lumen Gentium’ n. 12, in cui
dice di accogliere con gratitudine i
carismi straordinari e di valorizzarli: tra i carismi straordinari ci sono
anche i “Messaggi “ dei carismatici , che ci preparano alla Venuta Intermedia
di Gesù.
11. Perchè il Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato nel 1992 non parla della Venuta Intermedia di Gesù?
Riportiamo la testimonianza
di P. Martino Maria Penasa : “La
ragione per cui non si
parla espressamente della Venuta Intermedia di Gesù nel nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica
è quella data direttamente dalla fonte
autorizzata a questo, cioè da Mons.
Raffaello Martinelli, capo responsabile della Commissione Pontificia incaricata
della redazione definitiva di esso prima
della stampa.
Infatti,
subito dopo la pubblicazione ufficiale
di tale Catechismo, egli fu invitato dal P. Superiore del Convento annesso alla
Pontificia Basilica di S. Antonio a Padova, P. Olindo Baldassa, a fare una
conferenza di presentazione ufficiale di tale nuovo documento davanti alla Comunità, che ha in mano l’ufficiatura di
tale Basilica. Egli toccò i vari punti che potevano interessare
maggiormente gli uditori. Uno di questi
punti era quello relativo ai criteri di scelta degli argomenti da introdursi
nel testo. Egli disse
espressamente che non era affatto
intenzione della Commissione di
dirimere nessuna questione che fosse ancora in discussione presso i teologi,
per lasciar loro tutta la libertà di approfondire le loro tesi controverse fino
a fare su di esse piena luce.
Ora
la questione relativa alla Venuta intermedia del Signore era appunto una di
tali questioni controverse, una delle più importanti.
Perciò
è giocoforza concludere che la situazione davanti all’Autorità Ecclesiastica
rimane tale quale era prima della pubblicazione del nuovo Catechismo. Cioè
quella della libera discussione, giacchè non era stata detta ancora
l’ultima parola”.
Ora
in questo ultimo decennio ci sono stati diversi teologi che hanno approfondito la questione della Venuta
intermedia di Cristo, a cominciare dal
P. Martino Penasa che ha
pubblicato già la seconda edizione
del Suo Libro “ Viene Gesù” Ed.
Segno 1999 a Mons. Aldo Gregori, il
quale nel suo libro “ La Venuta Intermedia di Gesù”
Ed. Alone, Terni 1993 a p. 8
riferisce che lo stesso P. Penasa, ha interrogato,
alcuni anni fa, su questo problema il
Card. Ratzinger, Prefetto della
Congregazione per la dottrina della fede ed ha avuto la risposta che il problema è aperto alla libera discussione, “giacchè la S. Sede non si è ancora
pronunciata in modo definitivo” (cfr
Il Segno del Soprannaturale, n.
30. p. 10, col. Terza).
Noi siamo per il ‘millennio felice’ così come è
annunciato in Ap. 20, 4. Condividiamo
quello che dice Mons. A.
Gregori, a p. 58 o.c. : “L’interpretazione
basata sul senso letterale del cap. XX dell’Apocalisse, se guidata dall’amore
all’ortodossia, non porta affatto alla grossolanità del millenarismo carnale, e
nemmeno alle esagerazioni di quello
mitigato”. Il decreto del S. Ufficio del 21 luglio 1944 contro il
Millenarismo mitigato : “ Il sistema del Millenarismo mitigato non si può
insegnare con sicurezza”, non
riguarda noi, che non parliamo di
‘Millenarismo mitigato’, ma di ‘Millennio felice’, come in Ap 20,4
all’interno della concezione biblica del messianismo regale.
12.La Venuta intermedia di Gesù rientra nel Piano di salvezza di Dio ?
SI’, la Venuta
intermedia di Gesù rientra nel Piano di Dio. Ce lo rivela la “Teologa per eccellenza”, anzi la Regina
dei teologi, la Beata Vergine Maria, la
quale nel Messaggio (vedi libro “Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna”,
ed. 24.a, 2000, con l’Imprimatur) del 24.12.1997 dice: “Questa Sua prima venuta
(S. Natale) raggiunge il suo pieno significato solo nella Sua seconda
venuta… Il mio Divino Bambino, che ora contemplate nel presepio e piange e
trema per il freddo, un giorno ritornerà nella potenza della sua gloria divina
e porterà alla sua pienezza il tempo e la storia. Il tempo e la storia avranno
il loro compimento; con la sua divina e gloriosa presenza farà nuove tutte le
cose. Voi vivete il mistero di questo secondo avvento, che vi prepara ad
accogliere Gesù, quando tornerà a voi sulle nubi del cielo. Solo allora si
compirà il secondo avvento che voi state vivendo. Allora il tempo giungerà alla
sua pienezza. Allora il Cuore Immacolato della vostra Mamma Celeste avrà il suo
trionfo, nel definitivo e glorioso trionfo di Suo Figlio Gesù”.
Ed
inoltre in un altro messaggio (3.aprile 1994. Pasqua) Maria Vergine dice( vedi libro sopra citato ‘Ai
Sacerdoti figli prediletti della Madonna’) :”Partecipate oggi alla gioia della
vostra Mamma Celeste, che vive l’ora beata della Risurrezione del Figlio
Gesù……E’ la gioia pasquale che entra nel vostro tempo e lo prepara al più
grande avvenimento di tutta la storia.
Poichè la Risurrezione di Pasqua avrà il suo pieno compimento solo
quando Gesù ritornerà nella Gloria ad instaurare fra voi il suo Regno,
nell’adempimento da parte di tutti del Volere del Padre e nella perfetta
glorificazione della Santissima e Divina Trinità”.
Infine,
poichè Gesù è il Redentore dell’uomo e ritornerà per restaurare tutte le cose,
come si dice in At 3,21 : “ Egli (Gesù)
dev’esser accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le
cose”, Lui riporterà l’uomo non solo
al livello in cui si trovava nel
Paradiso terrestre prima del peccato originale, ma molto più in alto, poiché grazie
Redenzione noi siamo diventati partecipi della natura divina nel
battesimo e con nuovi doni. Una testimonianza
carismatica conferma quanto detto, (Gesù dice): “Io, Io Gesù voglio
concedere alle anime che in Me si rifugiano tutto ciò che l’Umanità ha perso
per la sua continua ribellione;…ebbene,sposa
cara, tutti questi magnifici Doni che vedi qui attraverso i Miei Occhi,
Questi elargirò al resto che Mi sarà fedele fino alla fine. Sono magnifici questi Doni, alcuni Li possedevano
i progenitori ma Li hanno presto perduti per la loro disobbedienza, altri ne
sono stati aggiunti per i meriti degli
uomini a Me fedeli, obbedienti, docili, umili; moltissimi altri per il Mio
Sacrificio si sono aggiunti; ecco le meraviglie dell’Amore Divino! Nulla va
perduto, si aggiunge invece merito a merito fino al momento nel quale tutto
ciò che pareva perso viene restituito ‘alla grande ’”.(ODS 17.12.1999).
In
1 Gv 3, 8 sta scritto : “Ora il Figlio
di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo”. Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo ha vinto
il demonio con la Sua Morte e Resurrezione e con questa Venuta Intermedia
distruggerà anche tutte opere del demonio e del peccato. Quindi la riflessione
teologica contenuta nei messaggi suddetti è conforme alla S. Scrittura.
13. Cosa si intende, nei Messaggi dei carismatici per “Ultimi tempi” o “Fine dei tempi”?
L’espressione “ultimi tempi” o “fine dei tempi” che
si trovano nei messaggi dei carismatici indicano “questi nostri giorni”. I messaggi dei veri carismatici
non annunciano l’imminenza della fine
del mondo, ma l’imminenza della Venuta Intermedia di Gesù Glorioso
con il Suo “regno di amore e di
pace”, dopo una necessaria
seppur dolorosa purificazione di tutto il mondo e di tutti
gli uomini. Con la Seconda Pentecoste si attuerà il “Venga il Tuo
Regno” del Padre Nostro, proprio nel nostro mondo. Mentre la
fine del mondo è ancora, per grazia di Dio, molto lontana.
Per “ELETTI DEGLI ULTIMI TEMPI”,
espressione che spesso troviamo nei
messaggi dei carismatici, specie nell’
“Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi”,
si intendono tutti coloro che, chiamati, corrispondono alla Grazia del Signore,
obbedendo alla Sua Volontà.
14. Quali segni precederanno la Venuta intermedia di Gesù?
Per
ora ricordiamo il Grande Avvertimento, del quale si è parlato molto nella
rivista “Messaggi Carismatici Cattolici”. Sarà un avvenimento, secondo quanto
dicono i carismatici, mandato direttamente da Dio, e riguarderà
contemporaneamente tutti gli uomini. Riguarderà il mondo esteriore e quello
interiore della coscienza, cha sarà illuminata, per vedere la propria
situazione di fronte a Dio, per un richiamo alla conversione e alla scelta
definitiva di Gesù Cristo.
Un altro
segno grandioso sarà il Segno
della Croce Gloriosa, di cui parla il Vangelo(cfr Mt 24,30), che precederà
la Venuta Intermedia di Gesù.
Degli altri Segni, sia di quelli indicati dalla S. Scrittura, sia di quelli indicati dai carismatici ne parleremo in seguito. NB.: Per il segno del Grande Avvertimento vedi siti Internet dopo il n. 19.
15. Da chi sarà preceduta questa Venuta Intermedia di Gesù?
Sarà
preceduta dall’Anticristo, che sta
per manifestarsi. Prima della
manifestazione dell’Anticristo, secondo S. Paolo ( 2 Ts 2, 3) avverrà
la Grande Apostasia, cioè la perdita
della fede nella maggioranza
dei cristiani e questa Apostasia
è già
in atto.
Gesù Cristo, con la sua prima Venuta ha
vinto satana (Gv 6,11), mentre con questa Venuta Intermedia “distruggerà
l’Anticristo con il soffio della Sua bocca” (2 Ts 2, 8) e incatenerà satana nell’inferno per
mille anni (cfr Ap 20, 1-3) e
distruggerà anche tutte le opere del
diavolo(cfr 1 Gv 3, 8) e del peccato, purificando la terra e regnando su questo
mondo con i Suoi fedeli
per mille anni (cfr Ap 20,4).
Dopo i mille anni, dice Ap 20,7-10, satana verrà liberato e capeggerà l’assalto alla Città diletta. “Ma un fuoco
scese dal cielo e li divorò. E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato
nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta:
saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli”(Ap 20, 9-10). Quindi secondo la S.
Scrittura, l’Anticristo va
collocato non alla fine del mondo, ma ora
prima della Venuta Intermedia di
Cristo. Alla fine del mondo la Chiesa sarà aggredita da satana in persona (vedi
Ap 20 7 - 10).
16. Perchè la maggioranza degli esegeti e dei teologi non accettano il “Millennio felice” di Ap 20, 4? E che cos’è il “Millennio felice”?
Alla seconda parte della domanda “Che cos’è il Millennio
felice?
risponde P. Martino Penasa: “E’ quello di cui parlano i due
capitoli 19 e 20
dell’ Apocalisse uniti. Il c.
19 descrive la vittoria di Gesù,
come Verbo,
come Re dei re e Signore dei signori, sulle NAZIONI
del gruppo
ribelle della GRANDE BABILONIA.
Li vince e li getta nello stagno della
Geenna,
assieme alla BESTIA ( un capo politico, invaso
dallo spirito BESTIA, del
c.13) e al FALSO PROFETA ( un capo religioso, invaso
dallo spirito della
MENZOGNA :L’ANTICRISTO!). IL DRAGONE viene solo
immobilizzato nel suo pozzo d’inferno, per i famosi mille anni, in cui sulla terra
rinnovata regnerà la NUOVA
GERUSALEMME CELESTE. Alla fine, dopo il millennio, satana sarà scarcerato e si metterà a capo della rivolta
degli SPIRITI UMANI, … pervertiti per la loro superbia luciferina : Gog e Magog”.
Alla
prima parte della domanda questa è la nostra risposta: Perchè interpretano il libro dell’Apocalisse come se si riferisse quasi esclusivamente alla
persecuzione di Nerone e Domiziano verso i cristiani del primo
secolo, al contrario si nota che l’Apocalisse
si riferisce a tutta la storia della Chiesa e soprattutto ai
nostri giorni, infatti
tutte le profezie dell’
Apocalisse sono al futuro e non rivolte al passato.
Un’altra
ragione è questa : i teologi in genere considerano come “Millenarismo” l’ interpretazione in senso letterale del testo di Ap. 20,4 che dice “e regnarono
con Cristo per mille anni”. In realtà la
vera interpretazione del testo suddetto è proprio nel senso letterale,
sempre raccomandato come prima cosa
dalla Chiesa agli esegeti. Certo
l’espressione “mille anni”
nella Bibbia sta ad indicare
un tempo lunghissimo. Il “Millenarismo” invece
è una falsa interpretazione di Ap 20,
4. Come pure non è esatta l’interpretazione dei “Mille anni”
a cominciare dalla Prima
Venuta di Gesù, cioè dall’Incarnazione, ma i
“Mille anni” cominceranno con la Venuta Intermedia di Gesù. Quindi
il “Millennio felice”, predetto
da Ap 20,4 , è conforme alla
Bibbia e si può parlare di “Regno
di Cristo per mille anni”, secondo la concezione del messianismo regale, senza
per questo essere accomunati al pensiero dei Testimoni di Geova o
di altri millenaristi in chiave
protestante, stando così nella piena cattolicità e, quindi, fedeli alla Verità che è Gesù Cristo e al Magistero del Papa.
Il
teologo P. Penasa ha studiato la questione ed ha scritto: “ Le controversie
sorte nei primi tre secoli della storia del cristianesimo, provocate da alcuni eretici come Cerinto, gli Ebioniti,
alcuni Gnostici, i Montanisti, ed
altri, i quali avevano dato delle
spiegazioni false a tale “Millennio felice”, assolutamente
inaccettabili, come il cosiddetto “millenarismo crasso”; oppure parzialmente inaccettabili, come il
“millenarismo mitigato”, hanno provocato
una dura reazione da parte della Chiesa.
Quello “crasso”, sostenuto da Cerinto, intendeva in modo pagano l’invito al “banchetto delle nozze dell’Agnello” di Ap 19, 7-9: “Sono giunte le Nozze dell’Agnello…Allora l’angelo mi disse: ‘Scrivi: Beati gli invitati al banchetto delle Nozze dell’Agnello!’ ”. Quello mitigato attribuiva certe modalità troppo umane alla presenza di Cristo sulla terra dopo il suo Ritorno glorioso della Venuta intermedia.
Per
controbattere le opinioni sbagliate sorsero vari autori, dando
soluzioni altrettanto svariate. La più
accreditata è stata quella difesa anche da
S. Agostino, che la propone ufficialmente nel suo “ De Civitate Dei”, e che poi, per la sua
autorità dottrinale, è stata ripetuta acriticamente fino ai nostri giorni. Ma ora, sottoposta ad un esame critico molto
serio, si è dimostrata del tutto insostenibile e da rigettarsi in modo
assoluto. Che cioè quel millennio sia da intendersi come espressione allegorica, relativa a tutto il
corso della storia della Chiesa dalla Resurrezione di Cristo alla Sua ultima
Venuta per la chiusura della storia umana sulla terra, col Giudizio Universale, dopo la risurrezione della
carne. Questa opinione cozza contro grosse difficoltà di valore dogmatico, come
quella del peccato originale. Esso comporta la necessità della morte per tutti
i figli di Adamo; e questo fatto si
verificherà solo alla fine assoluta, quando tutti morranno, tutti risorgeranno
e si divideranno in due schiere: gli uni per il Paradiso eterno, gli altri per l’inferno
eterno, in anima e corpo. Mentre nel
nostro caso tutti possono constatare che Gesù, nel suo discorso escatologico,
parla di una venuta in mezzo ad un mondo di vivi, intenti ai loro lavori, come
prima del diluvio, o ai tempi della distruzione di Sodomia e Gomorra. Tra di
essi sceglie quelli degni di sopravvivere come Noè, per fondare la nuova
umanità santa, che ripopoli la terra in maniera conforme al progetto
meraviglioso di Dio, come avvenne per gli Ebrei sotto Giosuè quando occuparono la Terra Promessa; o per i cristiani dopo la distruzione di
Gerusalemme, quando fondarono a Roma la
Nuova Gerusalemme cristiana. La differenza è che stavolta si tratterà di tutta la terra e non soltanto di una
piccola parte di essa.
17. Quali avvenimenti coincideranno con la Venuta Intermedia di Gesù?
Il Trionfo del
Cuore Immacolato di Maria, la
seconda Pentecoste, l’inizio del “Millennio felice” coincideranno con la
Venuta Intermedia di Gesù, il quale
viene per “Restaurare tutte le cose” (cfr At 3, 11).
18. Chi ci prepara a questa Venuta Intermedia di Gesù?
Maria Vergine ha il compito dalla SS.Trinità di
prepararci a questa Venuta Intermedia di Gesù,
con le sue numerose apparizioni attuali in tutto
il mondo, compresa quella di
Medjugorje e attraverso i
numerosi messaggi dati ai carismatici
autentici, che ci sono in
ogni parte della terra e che senza
conoscersi concordano tra
loro. Infatti in un messaggio del
24.12.1978, per mezzo di D. S. Gobbi parlando
della Venuta Intermedia di
Gesù, Maria Vergine dice: “Anche in questa seconda venuta il Figlio verrà
a voi attraverso sua Madre. Come del mio seno verginale il Verbo del Padre si è servito
per giungere fino a voi, così del Mio Cuore Immacolato Gesù si servirà per giungere a regnare fra
voi. Questa è l’ora del mio Cuore Immacolato, perchè si sta
preparando la venuta del glorioso Regno
di amore di Gesù”( dal libro “Ai
Sacerdoti figli prediletti della Madonna”). Nel libro suddetto Maria Vergine
si autodefinisce “CELESTE
PROFETESSA” dei nostri tempi e il Suo Cuore Immacolato è la
PORTA per entrare nell’Era Nuova, l’era della “civiltà
dell’amore” di Papa Paolo VI. Maria
Vergine assicura sempre nei
messaggi contenuti nel libro citato che chi si consacra al Suo Cuore Immacolato
e vive la consacrazione, conserverà
la lampada accesa
come le vergini sapienti e potrà incontrare Gesù ,
lo Sposo della Chiesa e di tutte
le nostre anime, il quale sta per tornare.
19. Bibliografia:
Chi desidera approfondire, legga
la rivista (iniziata dal 1° gen.1999) “Messaggi Carismatici Cattolici”, Ed. Segno, Udine, nella
quale l’argomento della Venuta Intermedia di Gesù è stato
trattato con profondità e sono
stati riportati anche ampi estratti dai
Messaggi della Madonna
e dai Messaggi della Divina
Sapienza e vengono indicate anche le fonti dove trovare gli
altri Messaggi che non sono riportati sulla rivista.
Consigliamo anche il
libro di Padre
Martino Maria Penasa,
“Viene Gesù, La Venuta Intermedia del Signore”, Ed. Segno, 1999, 2° ed., dove
troverà i fondamenti biblici e teologici della Venuta Intermedia. Consigliamo pure la
lettura del volumetto: Teofilo Il Siculo, “Il tempo dell’anticristo e la
Parusia intermedia” Ed. Segno, Udine 1998; Mons. Aldo Gregori, “La Venuta Intermedia di Gesù”, Ed. Alone, Terni,
1993; Piero Mantero, “Il libro della
Grande Profezie”, Ed. Segno, Udine.
SITI INTERNET CONSIGLIATI SUI CARISMI STRAORDINARI
E SULLA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’:
http://digilander.iol.it/maranathadgl : IN QUESTO SITO SI TROVANO : MESSAGGI PER MEZZO DI ANCILLA, PER MEZZO DI +L E ALTRI CARISMATICI. NELLA SEZIONE STUDI : SI TROVANO VARIE RICERCHE, LEGGETE QUELLO DAL TITOLO : “PROFEZIE CONCORDANTI SUL GRANDE AVVERTIMENTO”, POICHE’ IL GRANDE AVVERTIMENTO E’ VICINO.
- Per i Messaggi della Divina Sapienza:
http://www.messaggidivinasapien.freeweb.org/
http://www.freeweb.org/religioni/sapienza/
-Per gli ESTRATTI dai Messaggi della Divina Sapienza:
http://members.xoom.virgilio.it/gesuviene/
- PER LA RIVISTA “MESSAGGI CARISMATICI CATTOLICI”:
http://www.mobilia.it/messaggicarismatici/
http://members.xoom.virgilio.it/gesuritorna/
20. Come prepararsi alla Venuta intermedia di Gesù?
Con
una pronta conversione e con una vita santa, invocando il Signore, con il
desiderio del ritorno di Gesù e
annunciando, senza paura, al mondo l’imminente Venuta di Gesù.
Quello
che vogliamo raccomandare a tutti è di
essere sempre preparati, con le lampade accese, cioè con la fede e le
opere corrispondenti. Non sapremo mai
nè il giorno nè l’ora precisa di questa Venuta Intermedia di Gesù. Tuttavia
i segni che il Signore ci ha dato nel Vangelo e che ci sta
dando in continuazione attraverso i carismatici attuali ci dicono
che questa Venuta di Gesù
è imminente!
21. Qual è il
vero schema per il prossimo futuro secondo i
messaggi dei carismatici?
Nel contesto della grande apostasia(cfr S.
Paolo 2 Ts 2, 3-4 ) attuale, cioè della
perdita della fede in molti, dopo la morte di Giovanni Paolo II, il quale
secondo i messaggi di diversi carismatici avrà la “palma del martirio”,
contemporaneamente ci saranno sia il “vero Papa”, che sarà seguito da una
minoranza di cattolici, guidata dai carismatici e dai loro movimenti, sia un “falso papa” l’ anticristo
ecclesiastico, portato avanti dalla massoneria ecclesiastica,
(nell’Apocalisse 19, 20 è chiamato : “il falso profeta”). Vi sarà in quel
periodo un grande scisma nella Chiesa:
la maggioranza dei cristiani cattolici seguiranno questo “falso papa”. La promessa di Gesù : “le porte dell’inferno
non prevarranno”(Mt 16,18) si compirà in modo particolare in quel momento
storico, come ci conferma lo stesso Gesù in un messaggio dato ad una
carismatica (F. C.) : “ Salverò la Chiesa straordinariamente con voi (rivolto
ai carismatici)”. L’anticristo ecclesiastico compirà anche l’orribile sacrilegio, di cui parla
la S. Scrittura e vari messaggi di carismatici autentici (vedi al n.
21/A che segue).
Ci saranno : una grande
prova per la Chiesa, il Grande Avvertimento per tutti, la purificazione della
terra, i tre giorni di tenebre, la Venuta intermedia di Gesù, il quale,
venendo, annienterà l’anticristo(cfr 2
Ts 2, 8) e relegherà satana all’inferno(cfr
Ap 20, 1-3). Gesù poi, in questa Venuta Intermedia che è
imminente, instaurerà il Regno di Dio su questo mondo (come dicono i messaggi dei carismatici) per mille anni (cfr Ap 20, 4), cioè per un periodo
lunghissimo. Dopo i mille anni, per breve tempo sarà sciolto satana,(cfr Ap 20, 3) il quale
guiderà in persona l’assedio alla Città diletta (cfr Ap 20, 7-9). Satana sarà, in modo definitivo, ‘gettato
nello stagno di fuoco ’(cfr Ap20, 10). Seguiranno quindi la Venuta finale di Gesù , con la fine del
mondo e il Giudizio Universale.
21/A. In che cosa
consiste l’ORRIBILE SACRILEGIO,
compiuto dall’anticristo?
Rispondiamo citando due
messaggi. Il primo è della Beata Vergine Maria per mezzo di don Stefano Gobbi
del 31 dicembre 1992 (dal Libro “Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna”, ed.
24, 2000, p.918-919, stampato con l’Imprimatur : “…Il quarto segno è l’ orribile sacrilegio, compiuto da colui che si
oppone a Cristo, cioè dall’anticristo. Entrerà nel tempio santo di Dio e
siederà sul suo trono, facendosi adorare lui stesso come Dio.
“Costui verrà a mettersi
contro tutto ciò che gli uomini adorano e chiamano Dio. Il malvagio verrà con
la potenza di satana, con tutta la forza di falsi miracoli e di falsi prodigi.
Userà ogni genere di inganno maligno per fare del male” (2 Ts 2, 4-9). “Un
giorno vedrete nel luogo santo colui che commette l’orribile sacrilegio. Il profeta Daniele ne ha
parlato. Chi legge cerchi di comprendere”(Mt 24, 15).
Figli prediletti, per capire
in che cosa consiste questo orribile sacrilegio, leggete quanto viene predetto
dal profeta Daniele.
“Va, Daniele, queste parole
sono nascoste e sigillate sino al tempo della fine. Molti saranno purificati,
resi candidi, integri, ma gli empi continueranno ad agire empiamente. Nessuno
degli empi intenderà queste cose, ma i saggi le comprenderanno.
Ora, dal tempo in cui sarà
abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l’abominio della desolazione, ci
saranno milleduecentonovanta giorni. Beato chi aspetterà con pazienza e
giungerà a milletrecentotrentacinque giorni” (Dn 12, 9-12).
La Santa Messa è il
sacrificio quotidiano, l’oblazione pura che viene offerta al Signore in ogni
parte, dal sorgere al tramonto del sole.
Il sacrificio della Messa
rinnova quello compiuto da Gesù sul Calvario. Accogliendo la dottrina
protestante, si dirà che la Messa non è un sacrificio, ma solo la sacra cena,
cioè il ricordo di ciò che Gesù fece nella sua ultima cena. E così verrà
soppressa la celebrazione della Santa Messa. In questa abolizione del
sacrificio quotidiano consiste l’orribile sacrilegio compiuto dall’anticristo,
la cui durata sarà di circa tre anni e mezzo, cioè di milleduecentonovanta
giorni”.
Con questo concorda un
messaggio di Gesù nell’opera scritta dalla Divina Sapienza (3.febbraio 2002):
vedi messaggio intero nei siti internet della Divina
Sapienza, riportato sopra al n. 19.
22. In che
cosa consisterà questa Venuta intermedia di Gesù?
Riportiamo a questo proposito la riflessione
di un sacerdote carismatico , il quale
afferma :
“Cristo è in Paradiso glorioso, quando ritornerà
(Venuta intermedia ) sarà una manifestazione Sua gloriosa del Suo Essere, ma
nella Gloria…che vuol dire ritorno? Cristo è in Paradiso, ritorna perchè è già
venuto nella natura umana, ritorna in modo relativo, perchè Gesù con la Sua
Divinità è già presente nell’Eucaristia, ritorna in quanto si manifesterà in
maniera gloriosa a questo mondo e porterà il Suo Regno qui su questo mondo. E allora questa Sua Venuta
rappresenterà l’unione di questi tre o più elementi:
a)
Finalmente
sarà compiuta la Preghiera che Gesù ci fa fare nel Padre Nostro: venga il Tuo
Regno. Da tutte le creature sarà compiuta in maniera perfetta la Divina
Volontà, per cui verrà su questa terra il Regno del Divino Volere;
b)
coinciderà
con la seconda Pentecoste;
c)
sarà
il più grande miracolo della Divina Misericordia e il Trionfo dell’Amore
Misericordioso di Gesù, che aprirà il mondo ad una Nuova Era, ad una nuova
civiltà, a conoscere finalmente la civiltà dell’amore;
d)
ma
soprattutto il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria e il ritorno di Gesù nella
Gloria coincideranno con l’Avvento del Regno Eucaristico di Gesù”.
23. Che
significa “Venga il Tuo Regno” del
Padre Nostro?
Il
Padre è glorificato quando ha creato l’Universo, il demonio ha oscurato questa
Sua Gloria con il peccato. Cristo con la Redenzione ci redime attraverso la
strada della sofferenza: ed è il Cristo storico. Il Cristo Mistico (la Chiesa)
deve camminare sullo stesso sentiero della sofferenza per cooperare
personalmente al grande dono ricevuto della Redenzione.
La
vittoria di Cristo su satana è avvenuta con la Sua Risurrezione, la vittoria
definitiva di Cristo quando ritornerà nella Gloria sarà nel distruggere
completamente il potere di satana su
questo mondo, per cui questo mondo potrà accogliere il Suo Regno e glorificare
in maniera perfetta il Padre come era all’inizio della creazione, per cui
l’Avvento di Cristo nella Gloria
coinciderà con la più grande glorificazione del Padre Celeste. Voi pensate che
dopo duemila anni che in tutto il mondo si ripete questa invocazione: -Venga il
Tuo Regno - alla fine questo Regno non
debba venire? Verrà, per la perfetta glorificazione del Padre, ma ecco che
venendo il Regno di Cristo, tutte le creature saranno portate compiere in
maniera perfetta il Divino Volere, perchè il primo che ci ha impedito di
compiere il Divino Volere, è stato satana. Nel Paradiso terrestre in che cosa è
consistita la sua vittoria? Nel portare i progenitori ad una scelta contraria
al Volere del Padre: “mangiate di tutto, ma di questo albero non
mangiate…”. Alla fine il potere di satana
sarà distrutto, perchè sarà reso impotente, legato, non può più nuocere, non
può più portare le creature a dire di no alla Volontà del Padre, perchè le
creature diranno di sì alla Volontà del Padre. In questo perfetto compimento
della Divina Volontà, del Divino Volere, ecco che la creazione ritorna quasi ad
uno stato primitivo di un nuovo Paradiso terrestre, in cui tutte le creature
diranno di sì al Volere del Padre Celeste…”.
24. Che cos’è
la seconda Pentecoste?
Continua
sempre il sacerdote carismatico : “ Però dopo questo, i cuori e le anime devono
essere rinnovate e questo non può avvenire se non con una particolare effusione
dello Spirito Santo: la seconda Pentecoste. Di questa hanno parlato il Papa
Giovanni XXIII, Paolo VI e l’attuale Papa. Seconda perchè la prima è già
avvenuta nel Cenacolo di Gerusalemme, la seconda verrà a livello mondiale e
trasformerà i cuori e le anime di tutti. Portando il dono del rinnovamento
dell’anima, porta il dono della salvezza”.
25. Che cos’è il Trionfo della Divina Misericordia?
Ed ancora il suddetto sacerdote parla del Trionfo della Divina Misericordia : “Per
opera dello Spirito di Amore tutti saranno portati a salvezza. Allora una volta
che tutti torneranno alla salvezza, respireranno l’aria del Regno di Dio che
sarà un Regno di santità, di giustizia, di purezza, di amore, di gioia e di
pace. Allora essendo tolto l’influsso di colui che per definizione è omicida,
di colui che opponendosi a Dio, porta nel mondo l’odio, l’egoismo, la divisione,
la violenza, la guerra, distrutto il potere del demonio, essendo Dio tra noi,
fiorirà finalmente una nuova civiltà, la civiltà dei figli di Dio, che
vivranno nel Suo Regno la nuova civiltà
dell’amore.”
26. Che cos’è
il Regno Eucaristico di Gesù?
La definizione è data dal medesimo sacerdote : “ In questo mondo rinnovato, dove il Padre
è glorificato, dove Cristo manifesta il Suo Regno, dove la volontà delle
creature rispecchia quella del Padre, dove lo Spirito Santo avrà rinnovato le
persone, dove il prodigio della Divina Misericordia sarà compiuto, in questo
mondo, Cristo Eucaristico potrà esplodere con tutta la Sua Divina Potenza. Noi crediamo che nell’Eucaristia Cristo è
presente con il Suo Corpo Glorioso, con la Sua Divinità, come in Paradiso così su questa terra, soltanto ci impedisce
di vederlo il velo della specie, ma la presenza è uguale. Allora io mi domando:
come mai Gesù in Paradiso forma la beatitudine e la gioia di tutti i beati e
qui su questa terra che è presente
nell’Eucaristia non può
esplodere con la sua potenza e fare la nostra gioia e diventare per noi la
nostra più grande beatitudine? Perchè questo non avviene? Cristo Eucaristico
non può manifestare la Sua Potenza a causa degli ostacoli che noi poniamo. Per
darvi un esempio:pensiamo all’energia atomica, un’energia potentissima,
fortissima, che però non si manifesta finchè noi non creiamo la condizione: la
fusione dell’atomo. Se creiamo questa condizione, l’energia atomica esplode.
Allora io dico, la Potenza di Cristo Eucaristico è impedita a manifestarsi a causa degli ostacoli che noi poniamo
e l’ostacolo è il peccato, peccato personale, peccato sociale, peccato eretto a
norma dell’agire. Tutto questo peccato è un rifiuto che noi opponiamo, una
barriera che noi mettiamo, per cui Cristo Eucaristico non può manifestare la
Sua Divina Potenza. Ma quando satana
sarà cacciato all’inferno, la porta dell’abisso sarà chiusa, il potere di
satana sarà distrutto, questi ostacoli saranno rimossi. E allora Gesù
nell’Eucaristia esploderà, si manifesterà in tutta la Sua Potenza, al di là
della specie noi lo vedremo, noi lo sentiremo, perchè opererà in noi, in
maniera fortissima come Dio, poichè nell’Eucaristia Gesù è nella pienezza della
Divinità, in mezzo a noi. E come Dio arriverà a trasformare i nostri cuori,
arriverà a trasformare le anime, le
famiglie, le nazioni…farà la pacificazione universale, creerà l’unità della Chiesa, finalmente, dopo tanti
anni di disunione e tanti sforzi quasi inutili di ecumenismo, sarà fatta
l’unità della Chiesa.
Avremo
veramente il Regno di Gesù Eucaristico
in noi, per cui, vorrei dire, Gesù che ritorna e si manifesta nella Gloria, si
unisce al Gesù che è presente nell’Eucaristia e quasi spalancherà le porte di
queste specie che ancora ce lo veleranno, poichè si possa trasformare, con la Sua Potenza, tutto e fare finalmente
i Cieli nuovi e la nuova terra, per cui il Ritorno di Gesù nella Gloria
coinciderà anche con il più grande Trionfo del Regno Eucaristico di Gesù…
Finalmente conosceremo la
nuova civiltà dell’Amore, poichè Colui che è Amore fra noi, poichè Colui che è
nel Sacramento dell’Eucaristia per insegnare ad amarci fino ad essere una sola
cosa: “ Padre come Io e Te siamo una sola cosa, fa che anche essi siano in Me,
in Te una sola cosa”, finalmente il
Sacramento dell’Eucaristia si effonderà in tutta la Sua Divina Potenza e
conosceremo allora la gioia di vivere, di gustare e di sperimentare tutti gli
effetti del Paradiso che noi avremo con il Trionfo del Regno Eucaristico di
Gesù. Saremo su questa terra e saremo al di fuori, non saremo ancora in
Paradiso, sarà un Paradiso quaggiù che la Madonna ci prepara con il Trionfo del
Suo Cuore Immacolato nel mondo”.
27. Come rispondere ai razionalisti che dicono:”Non si parla mai nelle Scritture di una Venuta intermedia” di Gesù ?
In un messaggio ODS del 28.5.2000, Gesù risponde ai razionalisti: “
Oggi, amata sposa, sono molti a scrutare nelle Scritture per capire il senso
del tempo presente; molti di costoro non capiscono ciò che più volte dico
palesemente, che cioè tornerò, tornerò non solo nell’Ultima Venuta finale e
conclusiva ma che ci sarà una Venuta Intermedia precedente. I Miei amati
piccoli che hanno il cuore nel Mio Cuore e palpitano del Mio Stesso amore, Mi
attendono perchè tutto hanno compreso alla Mia Luce, si preparano di giorno in
giorno con un’adorazione continua, con una dedizione completa. I razionalisti,
senza la Mia Luce ma solo con la propria luce, non Mi attendono, non si
preparano, ripetono: “ Non si parla mai nelle Scritture di Una Venuta
Intermedia”. Essi non saranno pronti al Mio Ritorno e non potrò dare loro i
Doni sublimi che ho preparato per chi si è lasciato avvolgere dalla Mia Luce ed
ha cercato tutto da Me.
Maria Santissima in un altro
messaggio della ODS del 27.5.2000 dice riguardo alla Venuta Intermedia e al
cambiamento che Gesù farà (è Gesù che parla a Sua Madre): “Rallegrati , Madre Santissima: Io, Io Gesù
sto per fare tutto questo. Il mistero nascosto da secoli e millenni ora viene
palesato, e tutti ne conosceranno l’essenza. La Mia Prima Venuta sulla Terra è
stata l’inizio, la Mia Seconda sarà la continuazione, la Terza la conclusiva”.
Ancora
in un altro messaggio della Divina Sapienza, Gesù parla della Sua Venuta
Intermedia e dice di annunciarla a tutti (7.5.2000):”Sposa amata, quando mai ho detto che fino alla
fine del mondo le cose resteranno stazionarie? Perchè gli uomini non prestano
attenzione alle Mie Parole? Ho parlato spesso attraverso i miei profeti antichi
e nuovi di una Mia Venuta Intermedia e non in modo velato. Quanti Mi attendono per farMi festa e gioire con
Me? Pochi , sposa amata, pochi anche di coloro che leggono e rileggono le Mie
Parole; essi dicono:”Ma…forse, non è ben chiaro…chissà…vedremo!”. Nessuno di
questi ha il coraggio di dire : “Gesù
parla chiaramente di una Venuta grandiosa ed intermedia, prepariamoci tutti ad
accoglierlo col cuore ardente di chi
attende Colui che tanto ama e che sta per ritornare trionfalmente e
visibilmente”.
Recentemente Johannes De Parvulis, Mondo nuovo, nuovo, nuovo; pubblicato
in Canada,1999, parla a p. 80 di prima
Venuta di Gesù come Redentore (2000 anni fa), della Venuta Intermedia come Re
(adesso) e della Venuta finale, alla fine del mondo, come Giudice.
28. E’ vero che Gesù sta per chiudere le porte del banchetto di nozze?
La risposta la troviamo in un messaggio ( ODS) di Gesù del 16.5.2000 :“ Un padre amoroso un giorno
preparò una grande e stupenda festa nel
suo palazzo e molti Doni da distribuire ai suoi figli; chiamò quindi
questi ad uno ad uno con invito personale dicendo ciò che aveva preparato. Essi
dovevano fare la fatica di recarsi alla festa ed avrebbero avuto tutto.
Alcuni corsero con entusiasmo e videro
le cose meravigliose che il padre aveva preparato, corsero ai suoi piedi lo
benedirono e lo ringraziarono, altri figli però indugiarono titubanti
preferendo i godimenti vani e persero tempo prezioso. Il padre attese, attese,
attese, alla fine disse ai servi: ‘Chiudete le porte; chi non si è deciso a
venire fino a questo momento non lo farà più”.
I servi chiusero le porte del palazzo ed alcuni figli rimasero fuori
senza più speranza.
Amata sposa, questo Padre amoroso sono Io, Io Gesù;
la Festa è pronta per tutti ma sono ancora fuori molti figli; ho dato l’Ordine
di chiudere tutte le porte perchè il tempo è giunto: ognuno si affretti perchè
l’Ordine ai servi è già stato impartito, c’è solo il tempo stretto che serve
per chiudere le varie porte del grande palazzo. Lo sappia bene il mondo ciò che
sta per accadere e si prepari”.
ULTIMO APPELLO: nel messaggio ODS del 29.5.2000, Gesù dice
:”Ecco, ora chiamo con Voce Possente a Me tutti i Miei figli, come padre che
desidera rimettere ordine nella sua casa e richiamare al loro dovere tutti.
Questo è il MIO ULTIMO APPELLO al Quale ciascuno può rispondere oppure no
perchè è libero. Chi risponderà subito avrà il perdono e la gioia per sempre,
la sua vita diverrà un meraviglioso sogno che mai immaginava di vivere; ma guai
, sposa amata, guai per chi non vuole darMi
risposta e, dopo essersi ribellato, continua a farlo, continua a girarMi
le spalle! Porto al mondo il Mio perdono, sposa amata, ma porto al mondo anche la Mia Giustizia, la perfetta
Giustizia alla Quale nessun ribelle può sfuggire ”.
29. Il GRANDE AVVERTIMENTO è imminente e che effetto produrrà in ciascuno?
Sì, il Grande Avvertimento è imminente e potrebbe avvenire da un
momento all’altro. Per quanto riguarda l’effetto prodotto in noi riportiamo un estratto di
un messaggio recentissimo della ODS (25. 5. 2000) nel quale Gesù dice: “Sposa amata, ancora una volta –
e sarà l’ultima – chiamo a Me con Voce Possente che tutto il mondo sentirà e
capirà l’intero genere umano; voglio che anche gli estremi confini della terra
sentano il Mio Richiamo d’Amore: questa sarà, Mia amata, l’ultima fase, la più
grande e decisiva. Anche i sopiti, i superficiali, i distratti sentiranno la
Potenza del Mio Richiamo. Nessuno potrà dire: “Nulla ho capito perchè
nulla ho sentito”, sentirai, amata sposa, che tremendo rimbombo. Pensa ad un
forte tuono che scuote il Cielo e terra
all’improvviso e fa destare le popolazioni intere: ognuno si affaccia alla
finestra, tutti accorrono sui balconi, il cuore trema. Ecco, voglio che il
risveglio sia generale e che tutti capiscano che ciò che avviene non è opera
d’uomo ma di Dio offeso e dimenticato, Dio Creatore di tutto, Dio Salvatore di
ogni uomo, Dio Spirito d’Amore che non vuole perduta una sola anima…
Amata, ripeti alle anime che seguono il cammino di Luce,
che molto possono donare ancora ai fratelli nel buio, molto fino al momento del
Mio ‘Basta’; ecco, allora, tutto si fermerà e la grande clessidra della storia
sarà capovolta, farà scendere il primo nuovo granello, nulla del passato
resterà, nulla si ricorderà perchè Io avrò fatto nuove tutte le cose”.
30. Gesù, quando verrà, tutti lo vedranno?
A questa domanda risponde Gesù in un messaggio della ODS (7.5.2000) : “…
tutti Mi vedranno apparire nel Cielo, torno, come gli angeli hanno
preannunciato, con Potenza e nella gloria per fare nuove tutte le cose e
regnare come il più grande Re. Non continuate
a pensare che Io venga solo nei cuori: vengo visibilmente e tutti
Mi vedrete presto!. Preparatevi, amici cari, preparatevi e gioite, il tempo
è questo nel quale state vivendo; annunciate con coraggio il Mio Ritorno affinchè nessuno si faccia sorprendere
impreparato e nel sonno: voglio trovare cuori ardenti e palpitanti d’amore per
Me…”.
31. Quale altro segno indicherà che Gesù sta per tornare ( Venuta Intermedia)?
Gesù nel messaggio della ODS
(24.3.2000) dice: “Io verrò, verrò improvvisamente sulla terra, non aspettato,
non desiderato, verrò e la Mia Luce sarà abbagliante; gioiranno gli amici cari,
ed il loro cuore esulterà ma resteranno turbati profondamente gli operatori di
iniquità che già gridavano: “ Pace e sicurezza senza Dio” facendo dell’uomo un
dio…
Quando si dirà: “Pace e sicurezza”, allorchè il mondo
crederà di averMi tolto di mezzo, allora apparirò splendente di Luce,
sfolgorante di splendore e verrò a prendere gli eletti dai quattro angoli della
terra: essi saranno il Mio amato popolo ed Io il loro Dio per sempre”.
Questo messaggio fa intendere meglio un passo della lettera di S. Paolo
ai Tessalonicesi
I Ts 5, 1- 6 : “ Riguardo poi ai tempi e ai momenti (della Venuta del
Signore), fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti voi ben sapete
che come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore. E quando si dirà
: “Pace e sicurezza”, allora all’improvviso li colpirà la rovina, come le
doglie una donna incinta; e nessuno scamperà. Ma voi, fratelli, non siete nelle
tenebre, così che quel giorno possa sorprendervi come un ladro: voi tutti
infatti siete figli della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte,
nè delle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma restiamo svegli e
siamo sobri”.
32. Qual è il più grande ANNUNCIO da dare oggi alla Chiesa e al mondo e ad ogni persona?
Il più grande ANNUNCIO da
dare oggi al mondo dopo quello
dell’Incarnazione del Figlio di Dio e della Sua passione Morte Resurrezione e
Ascensione, è questo : “ GESU’
L’UNICO SALVATORE DEL MONDO STA PER
TORNARE PER ISTAURARE IL SUO REGNO QUI SU QUESTO MONDO”.
33. Come prepararsi alla Venuta intermedia di Gesù?
In un messaggio della ODS
(30.5.200) Maria Santissima dice: “ Oggi Mio Figlio Mi ha detto: ‘ Madre
Santissima, si affrettino i figli a percorrere la via luminosa che indico, si
affrettino senza perdere un solo istante, tutto avverrà con massima rapidità,
il cambiamento sarà repentino come
quando durante una splendida giornata di sole, in un baleno si addensano nubi
da ogni parte del Cielo e si scatena una forte pioggia che non lascia scampo.
Oggi è tempo di Grazia e di Misericordia: nel Cielo brilla un magnifico Sole;
domani potrebbero già addensarsi da
ogni parte le nubi della Mia Perfetta Giustizia; offro il perdono: colgano
questa meravigliosa occasione tutti, perchè al tempo di Grazia segue quello di
giustizia Perfetta’.
Queste
le parole sublimi di Mio Figlio Gesù; vedete quanto è grande il Suo Amore che
non vuole condannare nessuno ma salvare tutte le anime. Siate decisi nel bene.
Io sono con voi e vi amo immensamente .”Maria Santissima
34. Quando il
Signore Gesù verrà?
Anche
se non sapremo mai l’ora precisa della Venuta Intermedia di Gesù, tuttavia,
attraverso i carismatici ci vengono dati, secondo la promessa del Signore :”Lo
Spirito Santo vi annunzierà le cose future”(Gv 13, 16), dei segni che fanno pensare che questa Venuta
Intermedia è molto vicina.
Dall’ODS, messaggio di Gesù del 14.5.2000:”..sposa amata, rasserena chi trema, chi geme, chi
attende; rassicura dicendo: “Gesù viene, sta venendo prima di quanto si creda,
prima di quando si aspetti, perchè se il mondo vuole fare a meno di Lui, Egli
non si è dimenticato delle grande Promesse fatte e Le manterrà tutte”.
ALCUNI SEGNI INDICATIVI CHE
GESU’ STA PER TORNARE:
A- - Franca Tornado(+10.1.1993),
carismatica, fondatrice del Movimento carismatico di Assisi, un giorno (16.1.1992) domandava a GESU’: ma
quando vieni?)
"Verrò
presto e sicuramente;
verrò
quando ... i ricchi tremeranno".(16. 1. 92).
-19.1.92
:"Quando
i ricchi tremeranno, ... Io tornerò".
-1O 4 81 – Franca
C. si trovava in pellegrinaggio
in Terra Santa, sul
Monte dell'Ascensione - 'Viri Galilei' -
GESU’ in locuzione le disse: "Compera,
compera la veduta di Gerusalemme,
così la potrai sempre vedere,
perchè sarà distrutta!".
B—LE GUERRE DI
RELIGIONE:
Nelle
apparizioni di KIBEHO (Ruanda)- riconosciute ufficialmente dalla
Chiesa – alla
veggente Alphonsine così dice la Madonna: “Sono venuta per preparare la strada a
Mio Figlio per il vostro bene e voi non volete capire”. Sempre ad Alphonsine
Gesù disse: “Il mondo è pieno di odio. Voi riconoscerete il momento del Mio
ritorno QUANDO VEDRETE SCOPPIARE LE GUERRE DI RELIGIONE. QUANDO VEDRETE
ACCADERE QUESTO, SAPPIATE CHE STO PER ARRIVARE. NULLA POTRA’ FERMARE QUESTE
GUERRE”.
C—LA GRANDE
TRIBOLAZIONE
CHE PRECEDE LA
VENUTA INTERMEDIA DI GESU’: GIA’ SIAMO DENTRO QUESTA GRANDE TRIBOLAZIONE, CHE
SARA’ AL CULMINE CON LA MANIFESTAZIONE DELL’ANTICRISTO POLITICO ED
ECCLESIASTICO (Vedi sopra i n. 4, dove si parla della Grande Tribolazione; e i
nn.21-21°).
D—INFINE DA
CIRCA TRENTA ANNI
I MESSAGGI DI CARISMATICI RITENUTI, DOPO
SERIO DISCERNIMENTO, AUTENTICI,
ANNUNZIANO A TUTTO IL MONDO CHE GESU’ STA PER TORNARE PER REGNARE, COME
E’ DETTO NEL PADRE NOSTRO. ANNUNZIANO CHIARAMENTE LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’
COME E’ DESCRITTA IN QUESTO LIBRO E QUELLO CHE
E’ IMPORTANTE CHE CONCORDANO TRA DI LORO SENZA CONOSCERSI E A DISTANZA
DI TEMPO.
Sta accadendo quello che è già
successo alla prima Venuta di Gesù: Non
sonostati i Grandi e i Potenti ad accogliere e ha credere a Gesù, ma è stato un piccolo gregge di umili servi del
Signore, guidati dalla SERVA DEL SIGNORE, MARIA VERGINE, ad accogliere con fede
ed amore Gesù, IL SALVATORE del mondo.
Tutti sappiamo anche dalla storia che il Magnificat, il canto di Maria,
si è attuato in pieno: HA DEPOSTO I
POTENTI DAI TRONI E HA INNALZATO GLI UMILI.
E così avverrà ora. O PICCOLO
GREGGE CHE CREDI ALLA VENUTA INTERMEDIA
DI GESU’, NON TI MERAVIGLIARE SE I POTENTI DEL MONDO NON TI ASCOLTERANNO SE
PARLI LORO DEL RITORNO DI GESU’.
E neanche ti meravigliare se
nella Chiesa Cattolica, la vera Chiesa di Gesu’, solo un piccolo gregge di Cardinali, Vescovi, Sacerdoti e fedeli
laici, credono ed aspettano la Venuta Intermedia di Gesù : NOI SIAPPIAMO CHE IL
PAPA ATTUALE GIOVANNI PAOLO II crede a
questa Venuta di Gesù: importante essere uniti al Papa ed ai Vescovi uniti con
lui.
Le Parole di Gesu’ a Marta prima della risurrezione di Lazzaro da parte
di Gesù si possono applicare anche a
te, o piccolo GREGGE, che credi e ti prepari come una Sposa al Ritorno dello
Sposo Celeste, Gesù :”Non ti ho detto
che, se credi, vedrai la GLORIA DI DIO?”( Gv 11, 40).
La
storia ha dimostrato con i fatti che Dio era non dalla parte dei Grandi
e dei Potenti del tempo di Gesù, ma dalla parte del piccolo gregge che ha
accolto Gesù . Così avverrà ora ed
ancora una volta, potremo CANTARE con Maria il Suo Magnificat : “Deposuit
potentes de sede et exaltavit humiles”.
35. Che
significa l’espressione “anno zero”?
a.
Dall’ODS, Messaggio di Gesù
del 24.8.1999:
“Sposa cara, questo è un tempo assai significativo: si appressa l’anno zero
dell’umanità, momento di svolta, momento di grande cambiamento”.
b.
Dall’ODS, messaggio di Maria
Santissima del 16.7.2000:”…l’anno zero è ormai giunto e
deve accadere ciò che gli uomini hanno voluto”.
36. Ci sarà un
cambiamento unico e repentino?
E’ questa la soluzione che si ricava:
37. Chi ci
ha mandato il Signore per
prepararci alla Sua Venuta?
La risposta sta nelle apparizioni di Gesù e
di Maria avvenute in molte parti del
mondo:
Dall’ODS, messaggio di Gesù del 29.7
.2000:
“Ho detto a Me Stesso: grandi cose sto
preparandoMi ad offrire alle Mie creature predilette ma molte di queste non
sono affatto pronte ad accoglierle, mando quindi nel mondo la Creatura più
bella, Quella più Santa, più Amabile, affinchè agisca sui cuori umani. Ho
mandato la Mia Madre Santissima: Ella
parla ai Suoi figli, prega con loro, li aiuta a percorrere il tratto così
decisivo del proprio cammino. Sposa amata, quale figlio non ascolta le Parole
di una Madre così amorosa? Solo un
figlio stolto e ribelle che non pensa al suo bene ma prepara la sua rovina. La
Dolcissima Madre opera con la Mia Potenza, Ella vuole stringere al Suo Cuore
Meraviglioso ogni figlio e vuole che
nessuno si perda. Ogni giorno appare visibilmente, ogni giorni si fa
sentire in modo percettibile; già la terra tutta dovrebbe bruciare d’amore e di
desiderio del Mio Ritorno, ma vedo ancora tanti cuori gelidi ed impreparati e
l’ora del Mio Ritorno è vicina e non può essere spostata più. Tornerò, tornerò presto, sposa Mia, come più
volte ti ho detto, tornerò presto e la Mia Luce abbaglierà il mondo, ma non
accoglierò tutti ma soltanto i preparati, quelli dal cuore ardente per Me.”.
38. Il Ritorno
di Gesù è un incontro con Gesù - Amore?
Il contesto della Venuta
Intermedia è quello nuziale, giacchè viene Cristo – Sposo accolto dalla Chiesa
– Sposa :
Dall’ODS,
messaggio di Gesù del 21.4.2000:
“…Ogni uomo della terra tra non molto vedrà il Mio Volto
e tutto cambierà. Beato colui che non ne sarà sconvolto perchè si è preparato
con cura al meraviglioso Incontro d’Amore”.
39. Ci sarà un esame per ciascuno?
La
grandezza dell’avvenimento di Cristo Sposo impone a tutti gli uomini un esame
di coscienza particolare, che è stato denominato “giudizio interiore”.
Dall’ODS,
messaggio di Maria Santissima del 3.5.2000:
“Obbedite alle Mie Parole, Quelle che vi ho detto in questi anni, riguardate i Messaggi e ripetetevi ogni cosa bene perchè questo è il momento di metterli in pratica tutti. Gesù vi ha parlato di esame: tale sarà per ciascuno di voi, figli cari , che vi siete preparati in questi anni, un esame che prepara alla grande gioia della promozione, del cambiamento di vita”.
40. E’ la fine del mondo?
Un
messaggio carismatico sostiene quanto detto sulla impostazione degli ultimi
avvenimenti:
Dall’ODS, messaggio di Gesù del 20.6.2000:
“Non sarà la fine del mondo ma sarà la fine di un mondo vecchio, non sarà la conclusione della storia ma di una fase lunga e dolorosa della storia che ha visto l’uomo ribellarsi a Dio come mai in precedenza”.
41. Come verrà Gesù?
La Venuta Intermedia di
Cristo sarà improvvisa, potente e risolutrice:
Dall’ODS, messaggio di
Gesù del 27.6.200:
“Il mondo non Mi attende, il mondo grida: “Pace e sicurezza” senza di Me, ma Io verrò
all’improvviso come FULMINE in un Cielo
sereno che colpisce e scompare, verrò
come Luce sfolgorante che abbraccia tutti i Suoi figli amati”.
Anche il Vangelo ci informa su come verrà Cristo Risorto:
“Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti… Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perchè la vostra liberazione è vicina” (Luca 21,25 – 28).
Vedi anche At 1,11.
42. Quali sono i motivi per i quali la maggior parte dei Sacerdoti e del Clero in generale sono contrari alla Venuta Intermedia di Gesù?
I teologi che hanno approfondito la questione della
Venuta Intermedia di Gesù, come Mons. Aldo Gregori, P. Martino Maria
Penasa, Teofilo il Siculo (quello, per
capirci, delle Edizioni Segno) ed altri, hanno dimostrato ampiamente nei loro
scritti, che la Venuta Intermedia di
Gesù:
a)
ha fondamenti biblici;
b)
i Padri della Chiesa
dei primi tre secoli, prima di S. Agostino ne hanno parlato ampiamente;
c)
che l’interpretazione
data da S. Agostino e seguita finora dai teologi è errata. S. Agostino, e ciò
non toglie nulla alla sua santità, ha
interpretato Ap. 20, 4 :” e regnarono con Cristo mille anni” facendo partire millennio felice di Ap 20.4 dalla
Risurrezione di Cristo, invece il millennio felice parte dalla Venuta
Intermedia di Gesù, quella che è imminente;
d)
Il Magistero del Papa
Giovanni Paolo II più volte ha parlato
di questa Venuta Intermedia di Gesù, sebbene in altri termini . ( In Appendice
a questo studio abbiamo riportato
alcuni testi del Papa: vedi a pag. 41).
e)
la Venuta Intermedia
di Gesù non è contro il decreto del S. Ufficio del 19 luglio del 1944;
f)
la Venuta Intermedia
non contro il Catechismo della Chiesa Cattolica;
g)
Non è contro il
Concilio Vat. II;
h)
in una parola, la
Venuta Intermedia di Gesù è secondo la S. Scrittura, secondo l’insegnamento del
Papa attuale. E’ ancora di più alcuni
teologi negli ultimi anni hanno approfondito questo tema,, evidenziandone la
cattolicità, pertanto è un dovere annunciarlo, affinchè tutti lo sappiano e si
preparino al Ritorno di Gesù.
43. Perchè L’interpretazione data da S. Agostino della Millennio felice di Ap. 20,4 a partire dalla Risurrezione di Cristo è errata?
Gli studi di Mons Gregori, di P. Penasa, di Teofilo il Siculo, hanno dimostrato che l’interpretazione di S. Agostino di far
partire il Millennio felice di Ap 20,4 dalla Risurrezione di Cristo è errata,
perchè è una interpretazione simbolica ed attualistica, mentre la vera interpretazione
di Ap 20,4 “e regnarono con Cristo mille anni” è nel senso letterale,
raccomandato innanzitutto dalla Chiesa. Anche se il termine “mille” nella
Bibbia indica un tempo lunghissimo.
L’interpretazione di S. Agostino ha influito su tutti i teologi seguenti
e anche su quelli attuali, per cui da
S. Agostino in poi non si più studiato la Venuta Intermedia di Gesù. C’è da
ricordare che in un primo tempo S. Agostino ha creduto nella Venuta Intermedia
di Gesù. Anche se l’intenzione di S. Agostino era buona, e cioè di combattere
le interpretazioni errate del Millennio felice
date al suo tempo, in realtà ha rifiutato il Millennio felice della S.
Scrittura, che ha valore profetico, realtà futura da attendersi nella fede.
L’interpretazione di S. Agostino ha avuto come conseguenza un impoverimento teologico su questo aspetto
della escatologia, cioè del trattato delle realtà future ed un'altra
conseguenza più grave: quei teologi che verso l’anno mille parlavano di fine
del mondo, si basavano su questa interpretazione errata del Millennio felice data
da S. Agostino, facendo partire il millennio felice dalla Risurrezione di Gesù
si arriva, grosso modo, all’anno mille. Un secondo motivo per cui S. Agostino
ha rifiutato il Millennio felice è quello
politico, dovuto alla svolta costantiniana. Quindi due sono gli errori
di S. Agostino in questo argomento:
1) Confondere la
Risurrezione di Gesù con la Venuta Intermedia di Gesù;
2) Identificare e
semplificare il Regno di Dio con la Chiesa, in realtà il Regno di Dio su questa terra avrà la sua piena realizzazione
con la Venuta Intermedia di Gesù. Infine
c’è da dire che il Millennio
felice, come dice Teofilo il Siculo, è
in linea con il Messianismo Regale Biblico, che attendeva il Messia : in
Gesù Cristo finora si sono realizzate le profezie del servo sofferente di
Isaia, poi si realizzeranno anche le profezie sul Figlio dell’Uomo di Daniele.
Infine, dice Teofilo il Siculo che solo dopo la manifestazione dell’anticristo
(cfr S. Paolo 2 Ts 2,3ss) può venire la Venuta
Intermedia di Gesù e il Millennio felice, perchè Gesù viene per sconfiggere
l’anticristo ed instaurare il Regno di Dio qui sulla terra, liberandolo da ogni
presenza demoniaca, di eresie e di ignoranza religiosa.
Veramente si può applicare qui quella locuzione di Gesù a
F. Cornado: “…le anime carismatiche servono a correggere gli errori dei
teologi” (cfr La Francateologia.
Antologia di locuzioni ad una donna del nostro tempo, Magalini,
Brescia,1975, p.105 :da ricordare che questo libro ha l’imprimatur della
Chiesa)
44. Che cosa è necessario dire ai Sacerdoti e ai teologi, che si oppongono alla Venuta intermedia di Gesù?
Ci vuole da parte del
Clero:
a)
Riconoscere che nelle facoltà teologiche attuali, nei
seminari o negli studi teologici, non è mai stato trattato questo
argomento seriamente e tanto meno
approfondito;
b)
Riconoscere che ci
sono stati dei teologi che negli ultimi vent’anni hanno approfondito tutto ciò
che riguarda la Venuta Intermedia di Gesù,
per cui si può affermare con sicurezza che questa Venuta ha fondamenti sicuri nella Bibbia;
c)
Constatare che sono stati proprio i “Messaggi” dei
carismatici ad aiutare i teologi a capire in profondità i testi biblici che si
riferiscono alla Venuta Intermedia di Gesù.
In conclusione bisogna accogliere
i risultati degli studi di quei teologi che hanno approfondito la Venuta
Intermedia di Gesù e porli all’attenzione delle facoltà teologiche, per farne
contemporaneamente argomento di predicazione al popolo di Dio.
45. Quali sono le tre fasi del Progetto di Dio?
Risponde
Gesù stesso in un messaggio ODS
del 12 agosto 2000, confermando la
nostra impostazione cronologica degli eventi profetici: “Il Progetto Mio
d’Amore per l’Umanità si svolge attraverso tre fasi : la prima è la Mia Venuta
sulla terra per la redenzione delle anime, la seconda Venuta è per la
restaurazione delle cose, la terza Venuta è per la conclusione di tutta la
storia umana che avverrà con il
Giudizio universale …”.
46. Come sarà l’alba del terzo millennio ?
Per
“Alba del Terzo Millennio” non si intende il primo gennaio 2001, ma un periodo di tempo all’inizio del nuovo
Millennio. In un Messaggio ODS
(1.8.200) si dice : “Ecco, amati, si avvicina l’alba del terzo millennio, alba
nuova, magnifica, luminosa come mai ce n’è stata in precedenza. Figli amati, i
dubbiosi si chiedono perchè proprio in questo tempo deve accadere ciò che mai è
avvenuto in passato. Figli cari e tanto amati, il Padre Santissimo ha deciso
che tutto dovesse avvenire proprio ora, non è decisione quindi di un uomo ma di
Dio”.
47. Come prepararsi alla Venuta Intermedia di Gesù che è imminente?
Più
volte abbiamo trattato questo argomento
e per la sua estrema importanza citiamo questo messaggio di Gesù (.ODS del 4.9.200): “Pensa , amata, alle
vergini sagge ed a quelle stolte; come quest’ultime restarono fuori perchè
insipienti e trovarono chiuse le porte, così le anime stolte di questo tempo
resteranno fuori e busseranno dicendo. “Fateci entrare, fateci entrare” ma Io
Io Gesù dirò : non vi conosco! Dico alle anime di tutto il mondo: indossate la
veste candida che il Mio Amore vi porge (= confessatevi
con cuore sincero e convertitevi cambiando vita) : nessuno può entrare nel
Mio Regno di Pace e di Amore se non l’indossa; occorre affrettarsi perchè le
porte si stanno chiudendo”.
48. La Rivelazione è chiusa?
Bisogna
distinguere la chiusura della Rivelazione pubblica con l’Apostolo Giovanni e il soffio dello Spirito Santo che
prende dalla Rivelazione pubblica per annunciare e sviluppare le realtà ivi
nascoste. A tale riguardo dice Gesù in un
messaggio ODS del 12.7.2000 : “Nessuno parla apertamente del Mio Ritorno: voi,
amati, fedeli tutti Miei, gridatelo sulle piazze, non abbiate paura di parlare.
Ognuno sappia che il meraviglioso evento è vicino, è imminente e si prepari.
Ho avvertito in tempo ogni invitato, ho mandato i Miei
messaggeri ovunque ma non sono stati creduti; ho sentito ripetere: “ La
Rivelazione è conclusa con Gesù e nulla di nuovo si può aggiungere”. Ciò detto,
si è chiuso il Libro come se l’ultima parola fosse già stata scritta. Non è
proprio così: Io, Io Gesù voglio parlare ancora agli uomini per annunciare i
nuovi eventi prima che essi si compiano. Ho parlato per bocca del Mio figlio
diletto Paolo. Ho detto: non spegnete lo Spirito, ascoltate sempre la Sua Voce.
Così dicendo ho voluto far capire che Io, Io Gesù non ho parlato una volta per
tutte, ma che sono sempre in dialogo intimo con le Mie creature predilette, con
quelle anzitutto che hanno orecchi ben aperti per Me poi anche con le altre”
MARA’N ATHA’
- Parte V
49. Dio ci parla anche oggi?
Dice il Catechismo della
Chiesa Cattolica, al n. 64 : “…anche se la Rivelazione (pubblica) è compiuta,
non è però completamente esplicitata”. Il compito delle rivelazioni private è
innanzitutto questo: esplicitare i
testi biblici, secondo la promessa di Gesù in Gv 16,13: “(Lo Spirito Santo)… vi
annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perchè prenderà del mio e ve
lo annunzierà”. Lo Spirito Santo compie questa azione rivelatrice in molti modi
anche con i messaggi carismatici. Su questa linea di pensiero si esprime il grande mariologo P. G. Roschini, nel volume
“La Madonna negli scritti di Maria Valtorta”, ed. Pisani, Isola del Liri,
1973 a p. 13 : “I nostri grandi mistici [cioè persone con carismi straordinari.
viventi e passati], coi loro scritti, non vanno sottovalutati. Dio, Padre
nostro, ci ha parlato e continua a
parlarci non solo per mezzo dei Profeti, non solo per mezzo di Cristo suo
Figlio (Sapienza infinita, Parola incarnata ), non solo per mezzo degli
Apostoli ed Evangelisti (negli scritti
canonici), non solo per mezzo della Chiesa e del suo Capo visibile, il Romano
Pontefice, non solo per mezzo dei suoi ‘Dottori’; ma ci ha parlato e continua a
parlarci anche per mezzo dei mistici, ossia per mezzo di coloro che Egli ha
arricchito di doni straordinari, dei cosidetti ‘carismi’ (grazie gratis
datae, concesse ai singoli, ma a vantaggio di tutti). Per mezzo di questi
mistici, Dio ha parlato e ci parla non solo di Se stesso e dei suoi ineffabili
misteri, ma ha parlato e ci parla anche della sua Santissima Madre, della sua
impareggiabile dignità, della sua
singolare missione e dei suoi singolari privilegi”.
50. E’ vero
che Dio non fa nulla senza rivelare il suo consiglio ai profeti?
Sì è vero lo afferma il libro di Amos 3, 7: “ In verità, il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo consiglio ai suoi servitori, i profeti”. Anche oggi esistono i veri profeti di Dio, cioè coloro che, chiamati , hanno ricevuto una missione di parlarci a Nome di Dio e di annunciarci le cose future, secondo la Parola di Gesù, quando ha promesso lo Spirito Santo (Gv 16, 13-14 “ Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perchè non parlerà da sè, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perchè prenderà del mio e ve lo annunzierà”. I “profeti” non sono solo quelli dell’Antico e Nuovo Testamento, ma anche quelli attuali. Ce lo dice il Papa Giovanni Paolo II interpretando il testo di S. Paolo in Ef 2, 20 : “…edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù”. Nel discorso di Pentecoste 1998 il Papa rivolgendosi al Congresso Mondiale dei movimenti ecclesiali, applica alla Chiesa attuale questo testo di S Paolo e dice: “ non c’è contrasto o contrapposizione tra la dimensione istituzionale e la dimensione carismatica, di cui i movimenti sono un’espressione significativa. Ambedue sono coessenziali alla costituzione divina della Chiesa fondata da Gesù”. Ora la dimensione o componente profetico-carismatica è rappresentata oggi soprattutto da persone con carismi straordinari, alcune delle quali hanno fondato anche movimenti ecclesiali. Quindi chi non vuole accogliere ed esaminare i carismi straordinari di oggi, e cioè le apparizioni di Maria Santissima, i “messaggi” o le “locuzioni interiori”… va contro lo Spirito Santo, che dice di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono.
51. Qual è la posizione del Papa Giovanni Paolo II ?
Il Papa si
avvicina ai contenuti di quello che alcuni teologi hanno fissato teologicamente
come Venuta Intermedia di Gesù. Il Papa, sicuramente guidato dallo Spirito
Santo, lo deduciamo da alcuni passi del
suo magistero ordinario, ha condotto una rilettura di alcuni passi della Bibbia
non in chiave millenaristica, come qualcuno potrebbe pensare, ma secondo la
concezione del messianismo regale, che suppone la Venuta di Cristo come Re e
Signore incontrastato del mondo, in quanto tutte le potenze demoniache saranno
scacciate dal mondo naturale.
52. Queste ultime rivelazioni private sono state riconosciute dalla Chiesa?
Ogni
approvazione dell’Autorità ecclesiastica circa le rivelazioni private si basa
su vari elementi, ma soprattutto tiene conto della fede dei credenti. Come
Fatima ha mosso milioni di persone ad amare la Madonna, così i messaggi di
altri carismatici hanno mosso milioni di persone a credere e a seguire queste
direttive celesti. La Chiesa, come
sempre, è molto prudente. Dopo un contesto di fede: preghiera, conversioni,
allora la Chiesa si pronuncia su qualche realtà che già esiste sotto l’aspetto
spirituale. I messaggi dei carismatici
da noi riportati benchè alcuni non abbiano ancora l’approvazione
ecclesiastica, sono credibili in virtù
della fede che riescono a ravvivare in
molte persone e comunità. E questo è il criterio evangelico di veridicità che
Cristo ci ha lasciato quando ha detto : “L’albero si riconosce dai frutti”.
Certo, ci rimettiamo tutti al giudizio finale del Papa e della Chiesa unita con lui, ma i
sacerdoti possono fare già subito un discernimento preliminare ed accogliere i
“messaggi” dei carismatici e dire il
loro SI’ ed agire ed invitare i fedeli a credere a questi “Messaggi
Celesti”, sull’esempio di Maria
Santissima, la quale per dire il suo SI’ all’ Arcangelo Gabriele, mandato da
Dio (cfr Lc 1, 26), non ha aspettato che una commissione di dottori della legge
di Gerusalemme si pronunciasse se l’Arcangelo veniva da Dio o no, ma ha detto
subito il SUO SI’. Se Maria Vergine,
per dire il SUO SI’, avesse aspettato
il parere di una commissione di discernimento, l’Incarnazione del Figlio di Dio
e quindi la Redenzione degli uomini non sarebbero ancora avvenute! (come ha
notato un carismatico).
Facciamo
notare che alcune di queste rivelazioni private, da cui prendiamo spunto
citandone anche i testi, hanno già ricevuto un riconoscimento ecclesiastico,
come i messaggi contenuti nel libro “Ai Sacerdoti figli prediletti della
Madonna”.
53. Cosa rispondere
a coloro che dubitano sulle profezie riguarda alla Venuta
intermedia di Gesù?
Maria Santissima in un messaggio celeste parla dei
dubbi e perplessità di alcuni fedeli.
Tali perplessità a ben vedere non sono fondate perchè mancano di una sufficiente
fede, sia nelle Scritture sia nel Magistero ecclesiastico e profetico.
Riportiamo questo messaggio per
sciogliere ogni dubbio: <Chi ha seguito i Miei Messaggi apra bene gli
orecchi per udire la Voce Divina che ripete nell’immensità dell’Universo “ Vengo e non tardo; tutto è pronto per il Mio
Ritorno sulla terra, spalancate i cuori, lasciate che li inondi della Mia Luce
Divina! Torno sulla terra per portare
su di essa il Paradiso, vengo per dare Gioia e Felicità. Ascoltate, amati di
tutta la terra, il Mio Messaggio d’ Amore, ascoltateLo oggi, oggi, e non
rimandate a domani la preparazione”. Sento dire : “La profezia si ritiene
veritiera quando essa si avvera, prima
si può credere non credere”. Ecco la Mia Risposta : “ho concesso a ciascuno la piena libertà di credere o non
credere ma vi dico che colui che
rimanda la preparazione per un dubbio
che non riesce a vincere, verrà colto dal Mio Ritorno impreparato. Non sentirà
le Mie parole d’Amore, vedrà le Meraviglie compiersi, vedrà dispiegato il mio
sublime Progetto ma non godrà perchè alla Mia Festa per lui la porta sarà
chiusa. Beato l’uomo saggio che non perde un solo istante ma docile e felice
completa in questi giorni la sua preparazione”. (Dall’ODS del 23.9.2000).
54. E’ Venuto il tempo dell’Avvertimento e della rivelazione di tutti i segreti?
Data la concordanza di tutti
i messaggi sembrerebbe che il grande
Avvertimento sia molto vicino. In ogni caso ricordiamo l’esortazione di S.
Pietro alla vigilanza ad essere sempre
pronti (2 Pt 3,14). Dopo l’Avvertimento
si verificheranno, con una rapida successione, numerosi avvenimenti, che
culmineranno con la Venuta Intermedia di Gesù. Ma anche prima del Grande
Avvertimento si realizzeranno alcuni
fatti profetizzati.
Abbiamo su quanto detto delle
conferme carismatiche, la più importanti delle quali è quella che citiamo di
seguito appartenente a JNSR (Messaggio del 5.2.95 vedi vol “
Testimoni della Croce”,Ed. Segno Udine, vol.II, p.34), Gesù dice a JNSR : “ Io
discendo nella Mia gloria celeste con un regno meraviglioso che si insedierà
sulla Terra già rinnovata dalla Mia Santa Grazia. Dio fa tutto
contemporaneamente”.
55.
Perchè molti non vogliono sentire
parlare di “ castighi”?
I castighi sono causati dai
peccati degli uomini e permessi da Dio per il nostro bene e si avverano solo
quando la risposta umana all’appello divino è negativa. Al contrario quando la risposta umana è
positiva, riceviamo i doni che Dio ha preparato, come la “civiltà dell’amore,
della quale il Papa più volte ha parlato
L’annuncio poi in anticipo di
pericoli e ‘castighi’, causati dai
peccati degli uomini, è un atto d’amore da parte di Dio, perchè così ci dà la
possibilità con la preghiera e la penitenza di evitarli o almeno attenuarli.
Come un padre avverte dei pericoli il figlio per dargli la possibilità di
salvarsi e di evitare quei pericoli, così il Signore nel Suo amore per noi,
dandoci questi annunci, non ci vuole mettere paura, ma desidera da noi maggior
fiducia nella Sua Misericordia e maggior impegno nella preghiera e nel riparare
anche per i peccati degli altri, con
una santa vita cristiana
Se si leggessero i messaggi dei carismatici
cattolici si capirebbe il perchè di tanti disastri che accadono quasi ogni
giorno nel mondo. I messaggi dei carismatici non solo ci danno un senso sul sovvertimento degli elementi, ma ci
illustrano anche i rimedi.
56. Quale tipo di assenso bisogna dare bisogna dare all’ AUTORITA’ ECCLESIASTICA?
All’autorità ecclesiastica bisogna sempre
obbedire e lasciarsi guidare dalla Chiesa poiché spetta ad essa il
discernimento sui carismi straordinari. In via ordinaria spetta al Vescovo del luogo fare
discernimento sui fenomeni carismatici. Il sacerdote può fare un discernimento
preliminare, rimettendosi poi al Vescovo.
Qualora una apparizione in un dato luogo non è stata riconosciuta
o anche condannata dal Vescovo del luogo e i fedeli hanno ragioni motivate per
ritenere quell’apparizione vera, possono
dissentire dal pensiero di quel Vescovo e possono andare a pregare in
quel luogo, nessuno può proibire di
andare a pregare in un dato luogo. Ma se il Vescovo del luogo proibisce anche
in quel luogo la celebrazione della S. Messa e l’amministrazione dei Sacramenti
: questa norma disciplinare della Chiesa si deve osservare e quindi non si può
celebrare in quel luogo la S. Messa, né amministrare i Sacramenti, ma sempre
si può andare a pregare in quel luogo.
Molto spesso invece capita
il caso in cui un’apparizione non sia stata ancora riconosciuta dall’autorità
ecclesiastica oppure l’autorità ecclesiastica competente non si è pronunciata definitivamente, come nel caso
di Medjugorje, allora i fedeli sono liberi di andare in pellegrinaggio in
questi luoghi di apparizioni .
57. Perchè si
accusa di “Millenarismo” coloro che credono alla Venuta Intermedia di Gesù?
Coloro che credono alla Venuta Intermedia di
Gesù non cadono nell’errore del Millenarismo, perchè si fondano sui testi
biblici, specie su Ap 20, 1-4, interpretati secondo la Chiesa cattolica, secondo
l’indicazioni del Papa Giovanni Paolo II e con l’aiuto dei “messaggi “ dei
carismatici cattolici, cioè già vagliati e seguendo la concezione del
Messianismo Regale. Anche noi, fedeli al Magistero della Chiesa, rinunciamo ad
ogni concezione millenaristica contraria alla SS. Scrittura. Non si è mai
parlato in questo studio, forse come qualcuno incautamente ha pensato, di
millenarismo, ma di “Messianismo Regale”, per cui oltre all’attesa di Cristo
sofferente e Redentore, si attende la Venuta del Cristo Signore e Re
dell’Universo e tutti gli uomini accoglieranno il Suo Potere Regale, dopo una
necessaria purificazione e rinnovamento spirituale (vedi i Tre giorni di buio e
la seconda Pentecoste).
Chi accusa di Millenarismo i
carismatici cattolici che parlano di Venuta Intermedia di Gesù, non ha
approfondito la questione, per cui si condanna qualcosa che non si conosce bene.
58. Come
sappiamo il PROGETTO DI DIO PER QUESTO MOMENTO STORICO?
In un
“messaggio” di un carismatico viene
detto che Dio sta componendo un “mosaico” con tutti i carismi straordinari di
oggi. Le varie manifestazioni di Dio oggi attraverso apparizioni mariane,
locuzioni interiori, messaggi celesti, fanno parte di un progetto di Dio in cui
ciascuno carisma straordinario, pur avendo in comune una base di richiamo alla
conversione e ad un cammino di santità, hanno poi delle finalità proprie ben
precise. Per esempio le apparizioni della Beata Maria Vergine a Medjugorje
hanno lo scopo di rinnovare nella fede la parrocchia di Medjugorje e farle fare
un cammino di santità e attraverso quella parrocchia, rinnovare tutte le
parrocchie del mondo. Il Movimento Sacerdotale Mariano , fondato dalla Madonna
per mezzo di d. S.G., ha come finalità vivere la consacrazione al Cuore Immacolato
di Maria e la santificazione dei
sacerdoti e dei Vescovi e prepararli ai prossimi avvenimenti, come il Trionfo
del Cuore Immacolato e la Venuta Intermedia di Gesù. I Messaggi chiamati della “Divina Sapienza”, oltre lo scopo della
conversione e della santità , ci preparano direttamente alla Venuta Intermedia di Gesù. Le varie manifestazioni soprannaturali
attraverso i carismi straordinari si completano a vicenda, soprattutto per quanto riguarda le profezie circa gli avvenimenti
futuri, religiosi, sociali
e politici.
Quindi è necessario considerare i vari carismi straordinari di
oggi nell’insieme e tener conto di tutti, certo dopo aver fatto un
discernimento preliminare, perchè Dio non rivela tutto ad un carismatico/a, ma dona a ciascun carismatico/a le Sue rivelazioni secondo la missione che gli ha
affidato. Non è giusto, anzi è contro il piano di Dio accogliere solo un
carisma, per esempio, le apparizioni di Medjugorje e poi non tener conto di
tutti gli altri carismi straordinari
odierni : apparizioni attuali di Maria Santissima in quasi tutte le nazioni.
Sono numerose le persone carismatiche autentiche e già vagliate che
ricevono messaggi, locuzioni interiori.
Chi prende solo un carisma straordinario e poi
rifiuta o disprezza gli altri, non
può capire il GRANDE PROGETTO DI DIO
e non trasmette agli altri in modo completo ed efficace la Volontà di Dio per gli uomini di questo momento storico.
Anche le Apparizioni di
Maria Vergine a Medjugorje sono in preparazione alla Venuta Intermedia di Gesù,
come ha affermato una delle veggenti di Medjugorje, Maria Pavlovic (Vedi Mantero, “Il Grande Libro delle Profezie”,
Udine, Ed. Segno, p.474, il quale cita da “Eco di Medjugorje”, n.15 del
12.2.1987). E’ probabile quindi che nei
dieci segreti affidati dalla Madonna ai veggenti di Medjugorje, si parli anche
di questa Venuta Intermedia di Gesù..
59. Come si
manifesta questo Piano di Dio per oggi?
Questo Piano di Dio si
manifesta proprio nella concordanza di tutte le Voci dal Cielo, esaminate
secondo il criterio indicato da S. Paolo
(I Tess 5, 19-21) : “Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie;
esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono”. E’ importante il considerare ogni
carisma al suo posto nel GRANDE MOSAICO DI DIO, perchè DIO con i “MESSAGGI” dei carismatici
sopra nominati ad anche di altri, sempre dopo aver fatto un discernimento
preliminare, ci fa vedere, con la luce della Sua Sapienza, la situazione reale
della Chiesa e del mondo, ci rivela il
SUO MERAVIGLIOSO PROGETTO : il RITORNO
DI CRISTO RE (Venuta Intermedia di Gesù) e la avvento glorioso del Regno di Dio
anche qui sulla terra. Si Tratta dell’attuazione delle Parole del Padre Nostro (come dice un
carismatico), “venga il Tuo Regno , sia
fatta la Tua volontà come in cielo, così in terra” e che cosa dobbiamo fare
per farvi parte.
Occorre fare presto una sintesi dei messaggi dei carismatici per
chiarire a tutti i cristiani e agli uomini di buona volontà quale è il piano di
Dio per questi nostri tempi. Abbiamo provato a mettere insieme i tasselli del
“mosaico” di Dio, ma siamo consapevoli del Suo mistero e della complessità del
piano di Dio.
60. Chi sono
coloro che ostacolano l’azione di Gesù
e di Maria attraverso i carismatici?
In un messaggio Maria
Santissima dice, per mezzo di A.S. G. : “Miracoli d’amore si avrebbero se ci
fosse una vera collaborazione tra Sacerdoti e Carismatici”. Purtroppo…molto
spesso si trovano membri del clero (Vescovi e sacerdoti) che sono contrari ai
messaggi dei carismatici, senza aver fatto prima alcun esame (come dice S.
Paolo in 1 Tes 5, 19-21). In un
messaggio dall’ODS del 9.12.1992, Gesù dice : “…Pensate a questo, solo a questo
fatto di fondamentale importanza : IO STO PER TORNARE, TORNO SULLA TERRA PER LA
SECONDA VOLTA; l’ ho annunciata in ogni modo questa Mia Venuta, con segni con
Parole, con avvenimenti; ho mandato avanti i Miei piccoli, ho suscitato nuovi
profeti, ho mandato la Mia Dilettissima Madre a prepararMi la strada: Ella
parla, guida, annuncia, cerca di smuovere questi macigni inerti ma talora anche
la Sua Azione incisiva rimane senza risultato perchè viene ostacolata proprio
dai Miei ministri che dovrebbero essere i più preziosi collaboratori… (1).
Io torno, figli amati, Io
torno ma il mondo non Mi aspetta; non ha badato ai segni, s’è turato le orecchie per non sentire i Miei
Avvertimenti; ha chiuso gli occhi davanti alla realtà meravigliosa che Io
prospetto per aprirli bene bene davanti alle oscenità e sciocchezze che il
maligno va architettando di momento in momento. La Mia Venuta purificherà ogni
cosa, il Mio Passaggio cambierà il volto della realtà, tutto ciò che è
sporcizia e impurità verrà tolto di mezzo: ma quanto di ciò che c’è attualmente
resterà?”.
NOTA (1): Ovviamente questo messaggio non si riferisce
a tutti i sacerdoti, ma solo a coloro che rifiutano i carismi straordinari,
cioè le rivelazioni private, come apparizioni,
messaggi, locuzioni interiori.
61. Come rispondere a coloro che ingenuamente
associano la “Venuta intermedia di Gesù con la fine del mondo creduta dai
cristiani protestanti?
Spesso alcuni lettori in modo superficiale
hanno accostato il concetto di “Venuta Intermedia di Cristo” all’ idea della
fine del mondo annunciata da molti gruppi
cristiani protestanti, come ad esempio quella degli avventisti, dei Santi degli ultimi giorni, e in modo più
insistente dei Testimoni di Geova. Facilmente i due concetti possono essere
assimilati da chi non è competente in materia, accusando ingiustamente i
cattolici che credono alla Venuta Intermedia di eresia o tutto al più di
esprimersi come i Testimoni di Geova.
In realtà i due concetti escatologici, pur avendo delle affinità, sono
sostanzialmente differenti, perchè:
1) a livello temporale la
Venuta Intermedia di Cristo non corrisponde alla fine del mondo, ma “alla fine
dei tempi”, cioè
a questi nostri giorni: mentre sta tramontando un’epoca, il Signore sta
preparando una nuova era, che sarà inaugurata dalla Venuta Intermedia di Gesù.
2)
a
livello confessionale la Venuta intermedia di Cristo riguarda tutti gli uomini
di ogni religione. Tutti sono chiamati in un estremo atto di fede durante
il”giudizio interiore”(Grande Avvertimento), a riconoscere Cristo come Dio e
Signore dell’universo.
3)
a
livello teologico la Venuta Intermedia di Gesù pur purificando il mondo attuale
con la seconda Pentecoste non muta la realtà dei sacramenti, anzi i messaggi
carismatici annunciano una maggiore glorificazione dell’Eucaristia e quindi
della Chiesa gerarchica, custode e dispensatrice dei Sacramenti, mentre per i
gruppi protestanti con questa Venuta
gloriosa, Cristo comanderebbe direttamente sui fedeli , senza
più strutture ecclesiali e mezzi sacramentali.
Pertanto i cattolici
che credono alla Venuta Intermedia di Cristo si distinguono anche da tutti gli
altri cattolici che, confusi della interpretazione di S. Agostino circa il
“millennio felice”, non credono che
Cristo un giorno verrà sulla terra come Dio e come Re dell’Universo, ed inoltre si distinguono da quei cristiani
di altre confessioni che pur credendo alla Venuta di Cristo sulla terra, negano di fatto quella cattolicità così
evidentemente proclamata dal Vangelo
e dalle profezie attuali. In realtà quando Cristo verrà nella Venuta intermedia
il concetto di cattolicità si esprimerà in
tutto il suo significato, quello appunto dell’universalità delle fede in
Cristo annunciato dagli Apostoli e dai loro
validi successori. In un messaggio dell’ODS si dice a tal proposito
che “tutti saranno cattolici” nell’era
nuova che sarà inaugurata dalla Venuta Intermedia di Gesù.
62. E’ veramente imminente la Venuta
Intermedia di Gesù?
Molti messaggi di carismatici
concordano sostanzialmente nell’affermare che Gesù ritornerà presto, anzi la Sua Venuta
Intermedia è imminente. Importante attendere Gesù con la veste nuziale e la
lampada accesa, come le vergini
“sapienti”.
MA ORA E’ VENUTO IL TEMPO DI “ANNUNCIARE” A TUTTI, LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’, CON LE PAROLE DEL VANGELO:
“ECCO LO SPOSO CHE VIENE,
VENITE TUTTI AD INCONTRARLO!” (Mt 25, 6)
MARA’N ATHA’ +++ VENI SIGNORE GESU’.
***
************************************************
NOTA BENE : La rivista Messaggi Carismatici Cattolici. Ed. Segno
Udine, ha riportato numerosi messaggi dei suddetti carismatici,
con introduzioni e dicendo anche i motivi per cui sono credibili. Sono stati
anche esposti, a cominciare dal primo numero anche i criteri di discernimento,
secondo i quali sono stati esaminati messaggi dei carismatici .
A - SINTESI TEOLOGICA SULLA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’
PREMESSA
Riportiamo ora qui una sintesi dottrinale sulla VENUTA
INTERMEDIA DI GESU’ per cercare di illuminare quei teologi , Sacerdoti e Vescovi,
che sono ancora contrari a questa Venuta Intermedia. Quando hanno studiato
teologia (nei Seminari o nelle Facoltà teologiche) questo argomento non è stato
approfondito e si identificava questa Venuta Intermedia con l’ultima venuta per
il Giudizio Universale
Nell’ultimo ventennio alcuni
teologi illuminati, anche con l’aiuto dei messaggi dei carismatici, hanno
studiato i fondamenti biblici, patristici, teologici della Venuta Intermedia di
Gesù, tenendo conto delle indicazioni
del Magistero di Giovanni Paolo II. Si può quindi affermare che la Venuta
Intermedia di Gesù fa parte del “DEPOSITUM FIDEI”(per “deposito della fede”
vedi n.84 del Cat.Chiesa Catt.) e quindi non è un eresia, né è millenarismo,
come tanti del Clero affermano. Sempre il Catechismo della Chiesa
Cattolica al n. 94 dice:”Grazie all’assistenza dello Spirito Santo,
l’intelligenza tanto delle realtà quanto delle parole del deposito della fede
può progredire nella vita della Chiesa”; il testo continua dicendo che
l’approfondimento del deposito della fede si fa con la riflessione
teologica, con le esperienze spirituali
dei credenti, cioè anche con le rivelazioni private : messaggi,
locuzioni interiori, apparizioni; e infine con le indicazioni del Magistero
della Chiesa.
I primi cristiani dicevano
ai pagani che li perseguitavano e condannavano a morte :- Voi condannate ciò
che non conoscete, cioè: - Voi ci perseguitati e ci condannati, senza conoscere
né Gesù Cristo, né il Vangelo, né come viviamo. Qualcosa di simile sta accadendo
ora. I carismatici che parlano della
Venuta Intermedia di Gesù, sono avversati e talvolta messi a tacere proprio da
coloro che dovrebbero annunciare ai fedeli questa Venuta di Gesù .
In
spirito di umiltà e di servizio intendiamo proporre la verità della Venuta
Intermedia di Gesù, affinchè sia presa in considerazione da tutti.
Anche
se Gesù non ci ha rivelato nel Vangelo il giorno e l’ora di questa venuta
intermedia, tuttavia nella S. Scrittura ci sono dei segni da cui si può capire
che siamo vicini, per prepararci
meglio e per risvegliare la
nostra speranza. Ma chi ci prepara a
questa venuta intermedia di Gesù è
Maria Vergine con le Sue apparizioni attuali in ogni parte del terra e
attraverso i messaggi dei
carismatici. Maria Vergine agisce
sempre in unione con lo Spirito Santo,
il quale ha anche il compito,
secondo la promessa di Gesù, di
guidarci alla “verità tutta intera” e di annunziare “le cose future” (cfr Gv
16,13). E’ dovere di tutti quindi accogliere le profezie bibliche e di
esaminare quelle che ci sono
donate attraverso i carismatici di oggi
e accogliere quelle buone (cfr 1 Tess 5,19-21) e quei segni che il Signore nella Sua bontà ci dà. Già il Papa
Paolo VI disse: “ Esortiamo pure voi,
figli carissimi, a cercare quei segni dei tempi che sembrano precedere un nuovo
Avvento di Cristo fra noi” (Angelus del 5.12.76).
E’
necessario chiarire subito i termini
del discorso dicendo che esiste
una Triplice Venuta di Gesù: la prima è
la sua nascita da Maria Vergine a Betlemme, circa 2000 anni fa, per redimere l’umanità; la seconda, chiamata ‘ Venuta Intermedia’ è il ritorno di Gesù con Potenza e Gloria
su questo mondo per regnare ed è molto vicina;
la terza sarà alla fine della
storia dell’umanità, alla fine del mondo, per il Giudizio Universale e che è
molto lontana. Di questa triplice venuta ne parlano chiaramente i testi della
S. Scrittura, i Padri della Chiesa dei primi tre secoli, il Magistero del Papa
attuale Giovanni Paolo II.
Noi
ora vogliamo parlare della “Venuta intermedia”
di Gesù, che è attestata nella
S. Scrittura, dai Padri della Chiesa dei primi tre secoli, confermata da testi del Magistero del Papa
Giovanni Paolo II e spiegata ed annunciata con insistenza dai messaggi convergenti dei carismatici, cioè di persone con carismi o
doni straordinari (come apparizioni, locuzioni interiori,messaggi), messaggi
che molto spesso sono di stimolo per approfondire
un tema biblico ed anche offrono delle ‘chiavi ermeneutiche’ (L.S.) che ci
aiutano a comprendere in profondità il significato di numerosi testi biblici,
soprattutto riguardanti la venuta
intermedia di Gesù.
La
Congregazione per la Dottrina per la
fede, interrogata da P.Martino Penasa su questa questione della venuta
intermedia di Gesù, ha risposto che il problema è aperto alla libera
discussione, “giacchè la S. Sede non si è
ancora pronunciata in modo definitivo” (cfr ‘Il Segno del Soprannaturale’,
n.30, p.10, col.terza). La maggioranza dei teologi e degli esegeti è
contraria alla venuta intermedia di
Gesù e parlano solo di due venute, cioè
identificano la seconda venuta con la
‘Parusia, cioè con la venuta
finale per il Giudizio universale alla fine del mondo. Pochi teologi, che hanno accolto l’invito da
parte dei messaggi dei carismatici ad approfondire i testi biblici, hanno
scoperto che quello che dicono i carismatici è vero, che cioè esiste una venuta
intermedia di Gesù.
Cerchiamo
ora di dare un quadro sintetico circa la venuta intermedia di Gesù indicando i
fondamenti biblici, i testi del Magistero di Giovanni Paolo II, dire brevemente
in che cosa consiste e fare delle considerazioni conclusive.
II - TESTI DELLA S. SCRITTURA
Elenchiamo alcuni testi che si riferiscono alla venuta
intermedia di Gesù:
1- Lc 18,8 :” Ma il Figlio
dell’uomo, quando verrà, troverà la
fede sulla terra?”.
2- Mt 26,64: “...d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo”.
3- At 1,11 :” Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?. Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”.
4- Ap 20,4- 6: “ Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù....Essi ripresero vita e regnarono con Cristo mille anni; gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui mille anni”.
5- Mt 24, 30:” Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell’uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria”.
6- Mt 24, 40-41 :” Allora due uomini saranno nel campo : l’uno sarà preso e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola : una sarà presa e l’altra lasciata”.
7- Lc 22, 14-18:” Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: -non la mangerò più, finchè essa non si compia nel regno di Dio. E preso un calice, rese grazie e disse: ‘Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico : -da questo momento non berrò più del frutto della vite, finchè non venga il regno di Dio”.(Testo indicato dai messaggi della Divina Sapienza):
8- Lc 21, 27-28 :” Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.
III - TESTI
DEL PAPA GIOVANNI PAOLO
II
1- In CANADA, a Edmonton davanti
a migliaia di persone : “Il Dio della pace sia con voi, qui in Canada e
ovunque. Possano giustizia e pace baciarsi ancora una volta alla fine del
secondo millennio che ci prepara alla venuta di Cristo nella Gloria. Amen”. ( 27.9.84, cfr Oss.Rom. 27.9.84).
2- A DENVER, per la giornata mondiale della gioventù (15.8.93) alla fine della veglia diceva così :” I giovani della ottava giornata della gioventù ti ringraziano dal profondo del cuore. Maranathà! Qui dallo Cherry Creek Sate Park di Denver, in questa riunione di giovani di tutte le parti del mondo, noi gridiamo: Maranathà! Vieni Signore Gesù!”. Il giorno dopo all’omelia della Messa terminava così : “ Questo pellegrinaggio deve continuare, deve continuare nelle vostre vite, deve continuare nella vita della Chiesa mentre guarda al terzo millennio cristiano, deve continuare come ‘un nuovo Avvento’, un momento di speranza e di attesa, fino al ritorno del Signore nella Gloria”.
3- A MANILA, per la giornata
mondiale della gioventù (15.1.95) il Papa diceva:” Dio che ha iniziato questa
opera di evangelizzazione in voi popolo filippino.....la porti a compimento nel
Giorno Glorioso di nostro Signore Gesù Cristo”.
4- IL PAPA parlando alla stampa sul significato del Giubileo del 2000, il 28.2.97 ha detto: “La sfida è costituita dal vedere il mondo propriamente informato sul vero significato dell’anno 2000, anniversario della nascita di Gesù Cristo. Il Giubileo non può essere solo il ricordo di un evento passato per quanto straordinario, deve essere la celebrazione di una presenza viva e un invito a guardare al secondo avvento del nostro Salvatore, momento in cui instaurerà una volta per sempre il Suo Regno di giustizia, di amore e di pace”.
5- A TORINO nel discorso per la festa dell’Ascensione 1997 il Papa diceva:”...adesso l’impegno passa a noi pellegrini ancora in cammino sulla terra. Dopo l’Ascensione di Gesù due Angeli domandano agli Apostoli : ‘Perché state a guardare il Cielo? Questo Gesù che è salito al Cielo un giorno ritornerà’. La domanda è rivolta anche a noi. Siamo ora nel tempo dell’attesa operosa e vigilante del ritorno glorioso di Cristo, il nostro spirito animato di viva speranza gioisce ed invoca :’ Vieni, Signore Gesù!’ E la risposta, consegnata nel libro dell’Apocalisse, colma di gioia il nostro cuore come colma di gioia il cuore di ogni credente : ‘ Sì, verrò presto!’ “.
IV - IN CHE COSA CONSISTE QUESTA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’
In
che cosa consisterà questa venuta intermedia di Gesù sulla terra, che possiamo
chiamare anche ritorno di Gesù, perché è già venuto una prima volta sulla terra
con l’Incarnazione? A questa domanda
lasciamo che risponda un sacerdote
carismatico, il quale in una conferenza (24.6.96) parlò di questo Venuta di
Gesù (alcuni testi biblici e i testi del Papa sopra citati sono stati
riportati da quella conferenza) e alla
domanda : Cosa vuol dire ritorno di Gesù?
così rispose :” Cristo è in Paradiso, ritorna perché è già venuto nella natura umana, ritorna in modo relativo
perché con la Sua Divinità è già presente nell’Eucarestia, ritorna in quanto si
manifesterà in maniera gloriosa a questo mondo e porterà il Suo Regno qui su questo mondo. E allora questa Sua venuta rappresenterà
l’unione di questi tre o parecchi elementi :
1- Finalmente sarà compiuta la
preghiera che Gesù ci fa fare nel Padre Nostro, avrà il suo perfetto
compimento. Da tutte le creature sarà compiuta in maniera perfetta la Sua
Volontà, per cui verrà su questa terra
il Regno del Divino Volere.
2- Coinciderà con la Seconda
Pentecoste.
3- Sarà il più grande miracolo
della Divina Misericordia o il trionfo dell’Amore Misericordioso di Gesù che
aprirà il mondo ad una nuova Era, ad una nuova civiltà, a conoscere finalmente
la civiltà dell’amore.
4- Ma soprattutto il Trionfo
del Cuore Immacolato di Maria e l’Avvento di
Gesù nella Gloria coinciderà con
l’avvento del Regno Eucaristico di Gesù.
V - CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Esponiamo
ora, sempre in modo sintetico, considerazioni, riflessioni e conseguenze circa
la venuta intermedia di Gesù.
1- Affermare che esiste una
venuta intermedia di Gesù non ci si
pone contro il Catechismo della Chiesa
Cattolica ( nn.673-677; 2818 ed altri)
; non è contro il Decreto del S.Ufficio
del 21.7.1944 (Denzinger n. 3839) sul millenarismo ; non è contro il Concilio
Vat. II , Dei Verbum (n.4).
2- Quando i carismatici parlano della ‘fine dei tempi’, non si tratta della fine del mondo, ma della fine di questa epoca, fondata sull’uomo e del passaggio ad un epoca fondata su Dio, che sarà inaugurata con la Venuta Intermedia di Gesù. Il passaggio sarà più o meno doloroso secondo la corrispondenza degli uomini e quindi quelli che si chiamano ‘castighi’, che sono sempre causati dai peccati degli uomini, sono condizionati dalla conversione e al ritorno a Dio.
3- La venuta intermedia di Gesù sarà preceduto dalla apostasia, che è già in atto, dalla manifestazione dell’Anticristo in persona, dalla persecuzione alla Chiesa, da guerre e calamità naturali: inondazioni, terremoti, carestie...
4- Le apparizioni della Beata Vergine Maria in tutto il mondo stanno preparando questo ritorno di Gesù. Anche le apparizioni di Maria Vergine a Medjugorje sono in preparazione della venuta intermedia di Gesù, infatti Maria Vergine le definisce ‘ultime apparizioni’, cioè ultime prima di questa venuta di Gesù .
5- Il grande annuncio da dare oggi al popolo di Dio e al mondo, dopo quello della Morte-Risurrezione di Gesù è proprio quello del Suo imminente ritorno : questo annuncio porterebbe grande gioia e grande speranza.
6- Quali sono le conseguenze pastorali e spirituali di questa venuta intermedia di Gesù? Tutta la pastorale della Chiesa, delle singole diocesi, la spiritualità delle singole anime dovrebbe essere una preparazione e un’attesa di questa venuta di Gesù, come ha indicato il Papa Giovanni Paolo II nei testi sopra citati (e sono solo alcuni).
7- Gesù con la sua morte e Risurrezione ha vinto il demonio e la morte (cfr Gv 16,11), ma nella prima lettera di S. Giovanni ( 3,8) è scritto : “ Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo” : ciò si avvererà con questa venuta intermedia nella quale Gesù alla Sua venuta relegherà il demonio nell’inferno(cfr Ap 20, 1-3) e distruggerà tutte le opere del diavolo e del male e purificherà la terra. Per questo Maria Vergine nel messaggio del 24.dicembre 1997 , ai Sacerdoti del MSM, dice :” Questa sua prima venuta raggiunge il suo pieno significato solo nella sua seconda venuta... Il mio Divino Bambino, che ora contemplate nel presepio e piange e trema per il freddo, un giorno ritornerà nella potenza della sua gloria divina e porterà alla sua pienezza il tempo e la storia. Il tempo e la storia avranno il loro compimento; con la sua divina e gloriosa presenza farà nuove tutte le cose. Voi vivete il mistero di questo secondo avvento, che vi prepara ad accogliere Gesù, quando tornerà a voi sulle nubi del cielo. Solo allora si compirà il secondo avvento che voi state vivendo . Allora il tempo giungerà alla sua pienezza. Allora il Cuore Immacolato della vostra Mamma Celeste avrà il suo trionfo, nel definitivo e glorioso trionfo di suo Figlio Gesù”.
8- Certo le conseguenze del peccato originale si faranno ancora sentire, come dice il Concilio di Trento (cfr Denzinger nn.787-792) e resterà anche la debolezza della natura umana, ma essendo stato relegato il diavolo nell’inferno e distrutte le opere del male, tutto favorirà il bene e la santità.
9- Infine noi tutti vogliamo ascoltare la voce della Regina del Cielo, Maria Vergine, che nel mezzo della notte, cioè mentre la maggioranza dei cristiani non credono a questa venuta intermedia di Gesù , fa sentire il Suo forte ANNUNCIO, simile a quello della parabola delle dieci vergini, in Mt 25, 6 :” Nel mezzo della notte, echeggiò un forte grido:
“ECCO LO SPOSO CHE VIENE!
- VENITE TUTTI AD INCONTRARLO!...”.
BIBLIOGRAFIA
CIRCA LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’
MANTERO, PIERO, Il ritorno di Gesù è imminente?Udine,Ed.Segno,1988.
MANTERO, PIERO, Il grande libro delle profezie. Il futuro
dell’umanità e del mondo
secondo la rivelazione privata, Udine,Ed.Segno,1991.
GREGORI,MONS.ALDO, La venuta intermedia di Gesù, Terni,
Ed.Alone,1993.
PENASA,P.MARTINO, Viene Gesù! La venuta intermedia del
Signore,2 ed. Udine, Ed.Segno,1999
TEOFILO IL SICULO,Il tempo dell’anticristo e la Parusia
intermedia, Udine, Ed.Segno,1998.
Ai Sacerdoti figli
prediletti della Madonna,(Messaggi della Madonna per mezzo di S. G.)
Pescara, 2000 (Ed 24.a) Ediz. extracommerciale a cura del MOVIMENTO
SACERDOTALE MARIANO, Via Terruggia,14 -
20162 MILANO.[stampato con l’Imprimatur].
Il Concilio Vat.II (LG 12) parla di carismi
(doni) ordinari e di carismi
straordinari. Fanno parte dei carismi straordinari anche le apparizioni della
Beata Vergine Maria, locuzioni interiori, messaggi : di questo vogliamo parlare
in questo studio. Molti autori hanno trattato il problema del discernimento dei
carismi straordinari, ricordiamo ora solo
R.Laurentin, M.Zerboni, A. Tanquerey, A. Royo Marin (1).
Procediamo per ordine
cercando di dare un quadro generale del problema
I – ESISTENZA
DEI CARISMI STRAORDIMNARI
Il Catechismo
della Chiesa Cattolica, pubblicato da
Giovanni Paolo II nel 1992, che è la
sintesi ufficiale della dottrina della Chiesa, al numero 799 così definisce i
carismi straordinari: “Straordinari o semplici e umili, i carismi sono grazie
dello Spirito Santo che, direttamente o indirettamente, hanno un’utilità
ecclesiale ordinati come sono all’edificazione della Chiesa , al bene degli
uomini e alle necessità del mondo.”
Nella S.Scrittura si parla di carismi
straordinari, soprattutto nelle lettere
di S.Paolo (cfr 1 Cor 14,4-5.12.18-19.26-33).
Nella
storia della Chiesa sempre ci sono
state delle persone con carismi straordinari, per esempio quasi tutti i fondatori
di ordini religiosi o di opere ecclesiali avevano carismi straordinari : S. Benedetto,
S.Francesco, S.G.iovanni Bosco, B. P.Pio.....
Oggi
assistiamo ad una fioritura di carismi straordinari. La profezia di Gioele, citata da S.Pietro nel discorso di Pentecoste si può applicare
anche ai nostri giorni : “...i vostri giovani avranno visioni...”(At 2,17).
II –
CRITERI DI DISCERNIMENTO
S.Giovanni nella sua prima lettera ci invita
a fare un discernimento prima di credere alle rivelazioni private (apparizioni,
locuzioni interiori, messaggi) :” Carissimi, non prestate fede a ogni
ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi
profeti sono comparsi nel mondo”( 1 Gv 4,1).
Gesù
ci dà la regola fondamentale per riconoscere i veri carismatici :” Ogni albero si giudica dal suo frutto”(Lc 6,44).
S.Paolo
ci invita a fare discernimento circa le rivelazioni private e i carismi
straordinari, evitando i due estremi :
credere a tutti senza un esame approfondito e l’altro estremo :
rifiutare tutto senza prendere in considerazione niente, cioè ci indica la via
dell’equilibrio :”Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie;
esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono”(1 Tess 5,19-21).
Il
Concilio Vat II al n. 12 della LG dice:
”E questi carismi, straordinari o anche
più semplici e più comuni, siccome sono soprattutto adattati e utili alle
necessità della Chiesa, si devono accogliere con gratitudine e consolazione”.
Il Papa Giovanni Paolo II ha dedicato l’udienza del mercoledì 24.6.92
a questo tema. I criteri di discernimento che il Papa ci insegna li
possiamo così riassumere: 1) La concordanza con la fede della Chiesa in
Gesù Cristo; 2)La presenza dei frutti dello Spirito Santo: amore, gioia, pace;
3)La conformità con l’autorità della
Chiesa e accettazione delle sue
direttive(cfr Osservatore romano
del 25.6.92).
Il Catechismo della Chiesa Cattolica tratta dei
carismi e del loro discernimento nei nn.799-800-801.
III –
IMPORTANZA DEI CARISMI STRAORDINARI
S.Paolo
in Ef 2,20 ci dice:
“...edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come
pietra angolare lo stesso Cristo Gesù”, cioè ci vuole insegnare che la
componente ‘profetico-carismatica’ è
presente assieme alla componente ‘apostolica’ nel fondamento stesso
della Chiesa, fondata da Gesù Cristo.
Il
Papa Giovanni Paolo II nel messaggio rivolto al Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali riunito a Roma per
la Pentecoste del 1998, sottolinea come “ non
c’è contrasto o contrapposizione tra la dimensione istituzionale e la
dimensione carismatica , di cui i
movimenti sono un’espressione significativa. Ambedue sono coessenziali alla costituzione divina della
Chiesa fondata da Gesù, perché
concorrono insieme a rendere presente il mistero di Cristo e la sua opera salvifica nel mondo”( Avvenire del 28.5.98,p.17). Così dicendo il
Papa interpreta il testo di Ef 2,20 e
lo applica anche alla Chiesa di oggi: cioè vuol dire che la componente
profetico-carismatica, coessenziale alla struttura della Chiesa, è
rappresentata oggi soprattutto da
persone con carismi straordinari, alcune delle quali hanno fondato anche dei
movimenti ecclesiali.
Per capire l’importanza
delle apparizioni, basta pensare a
quanto siano state importanti le apparizioni di Gesù Risorto agli
Apostoli.
Dalle
apparizioni di Gesù Risorto S.Paolo ha ricevuto tutta la forza per la sua
missione e la luce per le sue lettere.
Nella
storia della Chiesa le apparizioni
della Beata Vergine Maria hanno avuto
un valore enorme: basti pensare a Fatima, Lourdes, Guadalupe, Medjugorje ecc...
e negli ultimi decenni quasi in ogni nazione c’è stata un ‘apparizione della
Beata Vergine Maria.
Non
studiare i carismi straordinari è un errore grave e se crediamo a quello che dice ogni giorno la TV, perché non credere a quello che dicono i
carismatici, che il Signore chiama “suoi confidenti “, che hanno dedicato la
loro vita a Dio, con grande fede e amore e vivono spesso nella povertà e talvolta sono anche perseguitati?
IV – NORME DI DISCERNIMENTO CIRCA LE APPARIZIONI MARIANE
Il P. Carlos
Ignacio Gonzalez(2) nel trattato di
Mariologia dice che la Chiesa
nel dare il giudizio sulle apparizioni mariane esamina i seguenti
aspetti: 1)La credibilità del veggente; 2) che il veggente non sia vittima di
illusione involontaria; 3)i segni che il messaggio viene da Dio; 4) se il
contenuto del messaggio concorda con la Rivelazione e promuove la vita
cristiana e la fede.
V – NORME DI DISCERNIMENTO CIRCA LE LOCUZIONI INTERIORI
S.Giovanni
della Croce chiama locuzioni, o parole
soprannaturali formali, quelle parole distinte
che lo spirito riceve non da sé , ma da un’altra persona, talora stando
raccolto, talora no.(Salita del Monte Carmelo : cap.26, n.2).
Il
Tanquerey così le definisce:” Le
locuzioni o parole soprannaturali, sono manifestazioni del Pensiero Divino
intese dai sensi esterni o interni o direttamente dall’intelletto”(3)
Un’anima
carismatica che aveva il dono delle locuzioni interiori così le
descriveva:”Esse sono parole chiarissime, avvertite dalla persona che le riceve come se nascessero dal cuore , e che,
collegate fra loro, formano un messaggio”(F.C.).
Per
quanto riguarda le norme per discernere
le locuzioni ci sono gli scritti dei grandi mistici(S.Giovanni della Croce,
S.Teresa d’Avila, S.Ignazio, S.Caterina da Genova e da Siena) e numerosi
trattati di teologia spirituale, come
quelli di A.Tanquerey e di
A.Royo Marin.
VI – CARISMI
STRAORDINARI E S. SCRITTURA
La S.Scrittura , essendo “Parola di Dio”, è molto più importante
delle Rivelazioni private. Le Rivelazioni private, anche se non aggiungono
nuove verità, tuttavia sono di aiuto per comprendere in profondità numerosi testi biblici, sono cioè
esplicitazioni di testi biblici e ‘chiavi ermeneutiche’(L.S.).
Gesù
dice dello Spirito Santo :”Egli mi
glorificherà , perché prenderà del mio e ve lo annunzierà”(Gv 16,14), cioè lo
Spirito Santo svilupperà ciò che Gesù ha già detto e lo Spirito Santo guida la Chiesa attraverso doni gerarchici e
doni carismatici (cfr L.G. n.4).
VII -CRITERI
NUOVI CIRCA I CARISMI STRAORDINARI DI OGGI
Sono necessari, oltre ai criteri
già enunciati, anche criteri nuovi, per fare discernimento dei carismi
straordinari di oggi:
1) per comprendere infatti la verità e l’importanza
di ogni singolo fatto carismatico, è necessario considerarlo nell’insieme degli altri carismi straordinari(come se
componessero un ‘mosaico’);
2) è necessario tener presente che i
carismatici attuali hanno una missione
verso la Chiesa e il mondo;
3) infine tener presente che quando i carismatici
attuali parlano della ‘fine dei tempi’,
non parlano della fine del mondo, ma di un passaggio da questa civiltà senza
Dio ad una civiltà fondata su Dio;
4) inoltre è più che mai attuale la regola data da S.Paolo in Cor 14,
32-33:”Ma le ispirazioni dei profeti devono essere sottomesse ai profeti”.
Tenendo presente che i profeti nel linguaggio biblico sono coloro che hanno
ricevuto rivelazioni da parte di Dio e
parlano a Nome di Dio ed hanno anche il dono di scrutare i cuori (come
il B. P.Pio) e che anche oggi ci sono carismatici, già vagliati, con questo
dono di leggere nel cuore e nel pensiero delle persone, è prudente e talvolta
doveroso consultare tali persone, perché riescono a vedere e a conoscere
quello che il più preparato dei teologi
e il più santo dei Vescovi non riescono a vedere e a conoscere, senza tale
dono;
5) Infine è necessario e doveroso, prima di dare un
giudizio positivo o negativo su una persona che dice di avere carismi
straordinari, di ascoltare direttamente
tale persona : ciò lo chiede sia in Codice di Diritto Canonico, sia il
Codice di Diritto Civile.
VIII -CARISMI STRAORDINARI E MAGISTERO DELLA CHIESA
Il
teologo può fare un discernimento preliminare, ma la parola definitiva in
questo campo spetta al Magistero della Chiesa. I Presbiteri, associati al
ministero del Vescovo, possono fare molto, soprattutto aiutare i carismatici ,
anzi il Vat II nel decreto riguardante i Presbiteri dice che i
sacerdoti devono valorizzare i carismi dei laici :” Sapendo discernere quali
spiriti abbiano origine da Dio, essi devono scoprire con senso di fede i
carismi, sia umili che eccelsi, che sotto molteplici forme sono concessi ai
laici, devono ammetterli con gioia e fomentarli con diligenza”(P.O. n.9).
CONCLUSIONE
Tutti i sacerdoti sappiano
accogliere le persone dotate di carismi straordinari e ascoltarle con pazienza
e amore, fare discernimento circa i messaggi e
valorizzare i contenuti dei messaggi nella pastorale. Così facendo si
avrebbe subito un rinnovamento nella Chiesa e accogliendo la Potenza dello
Spirito Santo donata attraverso i
carismi straordinari, i lontani
coloro che sono andati a finire
nelle sette, ritornerebbero alla Chiesa Cattolica.
NOTE
(1) R.LAURENTIN, Quando Dio si manifesta, Roma, 1993 - M.ZERBONI, Bentornati carismi,Udine 1998 - TANQUEREY, Compendio di teologia ascetica e mistica,Roma 1927 - ROYO MARIN,Teologia della perfezione cristiana,
Roma 1987
(2) C.I.GONZALEZ, Mariologia, Casale
Monferrato,1988,p.309.
(3)A.TANQUEREY, o.c., n.1494
I profeti di oggi sono i carismatici attuali , cioè
coloro che hanno dei carismi straordinari,
in particolare coloro che hanno apparizioni del Signore e della Madonna, messaggi da Dio, locuzioni
interiori.
Questi fenomeni mistici sono
chiamati nella Chiesa, ‘rivelazioni private”, ma in realtà oggi non sono più
‘private’, perché hanno finalità pubbliche, essendo rivolte a tutta la
Chiesa e a tutto il mondo.
S.Paolo in Ef 2, 20 dice : “…edificati sopra il sopra il fondamento degli Apostoli e dei
profeti e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù”.
Il Papa Giovanni Paolo II
rivolgendosi al Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali, interpreta questo
testo e lo applica alla Chiesa attuale
e dice: “…non c’è contrasto o contrapposizione tra la dimensione istituzionale
e la dimensione carismatica, di cui i movimenti sono un’espressione
significativa. Ambedue sono coessenziali alla costituzione divina della Chiesa
fondata da Gesù”(Cfr ‘Avvenire’ 28.5.98,p.17).
Ora la componente profetico – carismatica, che è sempre
esistita : nell’Antico Testamento, nel Nuovo e durante tutta la storia della
Chiesa, oggi è rappresentata soprattutto da persone con carismi
straordinari, che ricevono messaggi da Dio
come spiegato sopra.
Il Papa Giovanni Paolo II vuole dire che è necessario tener conto della
componente profetico-carismatica della Chiesa, che è, “coessenziale alla costituzione divina della Chiesa”.
Sempre il Santo Padre ha
parlato in due sue Catechesi del
mercoledì (vedi per esempio mercoledì 24.6.1992) dei criteri di
discernimento dei carismi straordinari, in modo particolare dei messaggi dei
carismatici, così da valorizzarli e
diffonderli.
A questo proposito la Parola
di Dio attraverso S. Paolo (cfr 1 Tess 5, 19-21) dice : “Non spegnete lo
Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è
buono”. Quindi il disprezzo dei messaggi dei carismatici, il nasconderli, il
proibire che siano diffusi è chiaramente contro la Volontà di Dio espressa
nella Sacra Scrittura, che è tutta una Rivelazione di Dio dall’inizio alla
fine. Il compito dei PROFETI DI OGGI
CON I LORO MESSAGGI, CHE SI RIVOLGONO A TUTTA LA CHIESA E AL MONDO INTERO, è quello soprattutto di esplicitare i
testi della Bibbia, in modo particolare dell’Apocalisse e poi di preparare la
Venuta Intermedia di Gesù e il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Il
Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 66 dice:”Anche se la Rivelazione
(pubblica) è compiuta, non è però completamente esplicitata” (cioè appieno
spiegata, compresa, sviluppata). Gesù
dice a proposito dello Spirito Santo: “Quando però verrà lo Spirito di
verità, Egli vi guiderà alla verità tutta intera…Egli Mi glorificherà, perché
prenderà del Mio e ve lo annunzierà” (Gv 16,13-14).
Infine il
P.Gabriele ROSCHINI, nel libro “La Madonna negli scritti di Maria Valtorta”,
Isola del Liri, 1973, p. 13 dice : “I
nostri grandi mistici , [cioè persone con carismi straordinari], coi loro
scritti, non vanno sottovalutati. Dio,
Padre nostro, ci ha parlato e continua a parlarci non solo per mezzo dei
Profeti, non solo per mezzo di Cristo suo Figlio (Sapienza infinita, Parola
incarnata), non solo per mezzo degli Apostoli ed Evangelisti (negli scritti
canonici), non solo per mezzo della Chiesa e del suo Capo visibile, il Romano
Pontefice, non solo per mezzo dei suoi ‘Dottori’; ma ci ha parlato e continua a
parlarci anche per mezzo dei mistici, ossia per mezzo di coloro che Egli ha
arricchito di doni straordinari , dei cosiddetti carismi “
Gesù ha detto che un albero si riconosce dai frutti
. Questo criterio si può applicare
a
tutte le rivelazioni private, che oggi
hanno in modo particolare finalità pubbliche, rivelazioni private, che
considerate nell’insieme, ci fanno
comprendere il progetto di Dio per il
futuro dell’umanità. Non si può
accettare solo Medjugorje e poi
non tener conto degli altri doni
straordinari attuali , che lo Spirito Santo ha suscitato oggi e che fanno parte
del grande “mosaico” che Dio sta oggi componendo con i carismi straordinari(
apparizioni, messaggi , locuzioni interiori…), come dicono i messaggi dei
carismatici.
Il problema è e
rimane sempre lo stesso : fare discernimento da parte di esperti in
carismatologia contemporanea e poi valorizzare ciò che c’è di buono, come dice
S. Paolo.
Ci auguriamo che si prenda subito
coscienza di questo problema , senza
far passare il tempo della visita del Signore, come è successo per Gerusalemme
sulla quale Gesù ha pianto, perché non ha saputo accogliere il dono della Salvezza che Gesù le portava(Cfr
Lc 19, 41-44).
D -
I MODI DI AGIRE DI DIO
Desideriamo fare una breve
riflessione riguardante la questione della Venuta Intermedia di Gesù
,annunciata da messaggi di alcuni carismatici entro la fine del Giubileo 2000 e
del fatto che è stata rimandata, come
hanno detto poi alcuni messaggi di
carismatici.
Vogliamo procedere in modo
sintetico.
Come premessa dobbiamo subito dire che il modo di agire
di Dio è diverso dal modo di agire degli uomini. Dice infatti la S.Scrittura :”Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri
pensieri”(Is 55, 9).
1.
Ricordiamo che il
Signore Gesù ha ritardato la Sua Venuta
perché pregato dalla Beata Vergine
Maria, dai Santi e da tante anime vittime, che si sono offerte per la salvezza
degli altri, così risulta dai messaggi dei carismatici.
2.
Il Signore ha
rimandato la Sua Venuta per Misericordia verso coloro che non avevano ancora
risposto agli appelli alla conversione e
verso coloro che non avevano
sentito parlare di questa Venuta Intermedia di Gesù.
3.
Per amore degli eletti
dice Mt 24, 22 quei giorni saranno
abbreviati e i carismatici ci ripetono che sono stati veramente abbreviati.
4.
Ancora i messaggi dei
carismatici ci avvertono che gli avvenimenti che precederanno la Venuta
Intermedia di Gesù si succederanno in rapida successione .
5.
Noi abbiamo fede che il Signore manterrà le
Sue promesse annunciate nella Bibbia e ripetute più chiaramente dai carismatici, riguardanti la
Venuta Intermedia di Gesù. Noi
non dobbiamo assolutamente perdere la fiducia nel Signore e neanche nei Suoi portavoce, i carismatici. Anzi in
questo caso la nostra fedeltà e perseveranza e volontà di ultimare la nostra
preparazione devono crescere, come hanno fatto
le cinque vergini sagge, che hanno portato con sé un supplemento di
“olio” per la lampada, come si dice nel
Vangelo di S. Matteo 25,1-13. In questo
testo di Mt 25,1-13 si dice chiaramente : “Poiché lo Sposo tardava, si
assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido : ecco lo Sposo
andategli incontro!”. Le vergini sapienti avevano messo in conto un possibile
ritardo dello Sposo, il quale arrivò
nel momento che nessuno si aspettava, poiché si erano addormentate
tutte, ed esse e solo esse(cinque) poterono entrare alle nozze poiché avevano
quel “supplemento” di olio, cioè di
fede e di fiducia e di abbandono
totale, per cui non dubitarono mai dello Sposo, nonostante il
RITARDO. Si veda anche altri due testi evangelici in cui si parla del
“padrone che tarda a venire”: Lc 12, 45
e Mt 24, 48-49; vedi anche Ap
6,11.
Una vera sposa attende sempre lo sposo e non si
dispera mai e mai perde la fiducia
nello sposo, anche se, per motivi che la sposa non sa, dovesse tardare a
venire. Diventiamo anche noi quindi
delle spose “sapienti”, che sanno
attendere sempre lo SPOSO DIVINO e non perdono mai la fiducia e continuano
a fare la Sua volontà con fedeltà e amore.
6.
Il Signore Gesù ama
fare delle sorprese ai Suoi amici , quindi
la Sua Venuta sarà una sorpresa anche per gli eletti, come è successo
(Cfr Mt 25, 1-13) per le 10 vergini che attendono lo Sposo (Gesù) che venga per
le nozze : “poiché lo Sposo tardava tutte si addormentarono” . Ora siamo a quel
momento del ritardo dello Sposo, momento delicato in cui avviene una selezione
degli eletti: solo chi ha quel supplemento di “olio”, cioè di “fede”, entrerà
al convito nuziale.
7.
Dio nella Sua
onniscienza sapeva in anticipo che la Venuta Intermedia di Gesù sarebbe stata
rimandata. D’altra parte sappiamo che quei messaggi dei carismatici che
annunciavano la Venuta di Gesù prima della fine del Giubileo, erano veri. E
allora come si risolve il problema? Il problema si risolve solo abbandonandosi
in Dio e nel Suo Mistero, che supera sempre la nostra comprensione e aspettando con pazienza e preparandosi meglio. Chi
di noi può dire di essere pronto ad incontrare il Signore? E allora ringraziamo Gesù che ha rimandato
la Sua Venuta, per Misericordia verso di noi .
8.
Il Momento della Venuta Intermedia di Gesù dipende anche dalla corrispondenza degli uomini: con la nostra
conversione e preghiera possiamo addirittura anticipare la Sua Venuta, come
dice una carismatica .
9. Sì, è stata rimandata la
Sua Venuta Intermedia, ma attenzione il ritardo sarà di breve durata,
cioè la Venuta di Gesù è vicina e coglierà tutti di sorpresa.
Importante quindi è stare sempre pronti, come dice il
Vangelo :“Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora
che non pensate”(Lc 12, 40).
CAPITOLO SECONDO
LA PARUSIA
INTERMEDIA
E IL
MESSIANISMO REGALE
di Antonio Norrito
Saggio
teologico e profetico-rivelativo
SOMMARIO
1.QUANTE SONO LE PARUSIE DI CRISTO?
2. LA QUESTIONE PARUSIACA
3. IL MESSIANISMO REGALE NEL GIUDAISMO
4. IL MESSIANISMO REGALE NEL NUOVO TESTAMENTO.
5. IL MESSIANISMO REGALE NEI PADRI DELLA CHIESA.
6. LA PARUSIA INTERMEDIA PRESSO I TEOLOGI
7. LA PARUSIA INTERMEDIA PRESSO I CARISMATICI
8. APPENDICE: IL
GRANDE EQUIVOCO DI SANT’AGOSTINO
9. BIBLIOGRAFIA GENERALE
1. QUANTE SONO
LE PARUSIE DI CRISTO?
Nel dibattito teologico si è
imposta recentemente una questione escatologica che sembrava risolta, ma che
ora riemerge per i molti interrogativi che essa pone. Quante sono le parusie di Gesù? Perché la parusia finale non spiega
bene tutte le profezie? In che modo la parusia intermedia dà ragione alla
regalità di Cristo? Hanno ragione coloro
che non credono alla parusia intermedia?
Illustreremo brevemente la questione della venuta
intermedia del Signore Gesù Cristo data da molte apparizioni e messaggi celesti
come imminente ma non come ultima e definitiva nella storia della salvezza.
Sulla questione vi sono, infatti, due posizioni teologiche, quella dei
premillenaristi che credono alla venuta intermedia di Gesù che inaugurerà un
millennio felice dopo aver sconfitto l’Anticristo, e quella dei
postmillenaristi che credono che Gesù sia già venuto ad instaurare questo
millennio a partire dalla Resurrezione. Ma quest’ultima tesi è smentita dalla
storia e dai fatti, perché dalla risurrezione di Cristo in poi non vi è stato
mai un millennio felice, vissuto cioè nell’amore di Dio e nell’insegnamento del
vangelo.
E’ facile però constatare
come il male sia penetrato dappertutto ponendo un disordine morale negli
individui, nelle famiglie e nelle nazioni. Viviamo, infatti, nella
consapevolezza che i tempi dell’iniquità, della ribellione alla legge di Dio,
del disordine morale e sociale hanno assunto dei livelli talmente gravi da
avere raggiunto sicuramente il culmine, e pertanto, come affermano le profezie,
stanno per avere un termine. È la fine del male nella sua forma storica. Una
fine stabilita da Dio e non dalla presunzione umana, capace solo della
distruzione del pianeta. E prima della palingenesi definitiva può scattare
l’ora della venuta o parusia di Cristo, conosciuta solo dal Padre, che viene
per ristabilire l’ordine divino nella società e nel creato, affinché tutti gli
uomini riconoscano finalmente la regalità di Cristo risorto in questo mondo.
Introduciamo, pertanto, il
tema delle parusie di Cristo, focalizzando le tesi contrapposte di due teologi italiani, uno postmillenarista
e uno premillenarista, per giungere poi a delle conclusioni critiche.
Il dibattito sulla questione
della Parusia intermedia prende forma sia attraverso pubblicazioni scritte
(quasi tutte edite dalle Edizioni Segno) sia attraverso la comunicazione
mediatica di Radio Maria. Infatti è nota la posizione di Padre Livio Fanzaga (postmillenarista), direttore della suddetta
radio, che in sostanza riafferma la posizione ufficiale della Chiesa
sull’unicità della Parusia di Cristo risorto alla fine del tempo e del mondo,
chiamata anche parusia finale, dopo la quale si attende un nuovo mondo popolato
dagli uomini risorti per l’eternità. Pertanto, ribadisce padre Livio, non
occorre un’altra parusia cosiddetta intermedia, che poi viene inspiegabilmente
assimilata alle concezioni millenaristiche condannate nei secoli scorsi dalla
Chiesa in quanto la venuta intermedia di Cristo era spesso accompagnata
erroneamente da alcuni ad idee eretiche in cui i mille anni si sarebbero
consumati tra i piaceri della carne, e vi sarebbe stata la fine dei sacramenti
e della mediazione della Chiesa. Ma questo millenarismo è eterodosso rispetto
al millenarismo biblico professato da chi crede nella parusia intermedia e
nell’estensione mondiale della Regalità di Cristo che non ammette disordini
morali e fisici di nessun tipo.
A questo punto occorre
chiedersi: “Il millenarismo biblico può
essere assimilato al millenarismo degli eretici?”. Tutti i cristiani di
sano intendimento, sulla base del semplice confronto dei contenuti,
risponderebbero subito di no, ma peraltro le Sacre Scritture, ispirate dallo
Spirito Santo, non possono assolutamente errare, quindi si tratta di saper
interpretare correttamente il passo che segue riportato dall’Apocalisse: “Poi
vidi alcuni troni e a quelli che vi si sedettero fu dato il potere di
giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di
Gesù e della parola di Dio, e quanti non avevano adorato la bestia (Satana) e
la sua statua (l’Anticristo) e non avevano ricevuto il marchio sulla fronte e
sulla mano. Essi ripresero vita e
regnarono con Cristo per mille anni; gli altri morti invece non tornarono
in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione.
Beati e santi coloro che prendono parte alla prima risurrezione. Su di loro non
ha potere la seconda morte, ma saranno
sacerdoti di Dio e del Cristo e regnarono con lui per mille anni. Quando i
mille anni saranno compiuti, satana verrà liberato dal suo carcere e uscirà per
sedurre le nazioni ai quattro punti della terra...” (vedi Ap 20, 4-8).
Abbiamo preferito fare
riferimento a questa profezia dell’Apocalisse non perché essa sia l’unica
citazione a sostegno del concetto della parusia intermedia, ma perché è la più
rappresentativa di tutte le citazione bibliche, dell’antico e del nuovo
Testamento, che si rifanno all’idea di un mondo rinnovato prima della
palingenesi, dove Cristo sarà Signore e Re dell’umanità intera durante un
intero millennio, indicazione temporale, questa, che sta ad indicare un periodo
indefinito in cui il sacerdozio e la relativa mediazione ecclesiale non verrà
meno. In altri termini si afferma che il messianismo regale lega in un’unica
cerniera profetica tutti i libri sacri.
Quindi chi nega la parusia intermedia di Cristo che
instaura un millennio di pace e di concordia tra tutti i popoli credenti in Dio
uniti nell’unica Chiesa di Cristo, definitivamente cattolica perché riunirà nel
suo seno tutte le nazioni intorno al Santissimo Sacramento, nega il messianismo
regale e, inevitabilmente, lo Spirito di Dio che ha ispirato le Sacre
scritture; in altri termini si negherebbe la possibilità dell’azione salvifica
di Dio nella storia dell’umanità.
Se l’argomento non fosse
così importante per la teologia e la fede dei credenti, si potrebbero usare dei
toni più moderati, ma la realtà delle cose è così grave che se non
denunciassimo tale errore, peccheremmo di cecità spirituale e di codardia
nell’annuncio del Vangelo. Chi può negare la validità dei messaggi carismatici
che da più parti del mondo si elevano, unica voce, a sollecitare una revisione
teologica dei testi biblici a favore di un’altra venuta di Cristo, denominata
ormai venuta intermedia di Cristo? Molti veggenti cattolici, sacerdoti, suore e
laici profetizzano agli uomini e alla Chiesa una venuta di Gesù vittoriosa sul
male e sulle strutture sociali del peccato, aprendo il nostro cuore alla
speranza, alla lode e alla festa. Considerata così la Parusia intermedia di
Cristo non è un’eresia millenarista e non è assolutamente assimilabile a
nessuna concezione protestante ma è un atto dovuto di fede alla Parola di Dio,
che continuamente ci interpella.
Pertanto utilizzare la
parola “eresia” riguardo tale argomento mi pare improprio in quanto, è bene
sottolinearlo, i premillenaristi
cattolici riconoscono tutti i dogmi, compreso il dogma della parusia finale,
purtuttavia intendono rivalutare la posizione teologica della venuta intermedia
di Cristo rimasta velata per tanti secoli a causa del grande equivoco di sant’ Agostino.
Rileviamo infatti negli
studi teologici come dopo il grande equivoco di sant’ Agostino la riflessione cattolica, allineandosi
alla posizione agostiniana, ha smesso di interrogarsi sulla venuta intermedia
di Cristo lasciando ai protestanti la predicazione di questa parusia con
argomenti non sempre corretti. Tutti i teologi che seguono s. Agostino e tra
questi, padre Livio Fanzaga, sono collocati teologicamente nella posizione
postmillenarista riguardo al testo di Apocalisse cap.20 sopra accennato.
Il grande equivoco di s.
Agostino si può riassumere in due concetti fondamentali: il primo afferma che
il millennio felice prospettato dalle Scritture è già iniziato con la resurrezione
di Cristo, il secondo si fonda sulla convinzione che il regno di Dio si
racchiude solo nella Chiesa, per cui l’unico Re visibile di questo regno
sarebbe il Papa. Le degenerazioni storiche e teologiche di questo equivoco
ancora non sono state sufficientemente studiate, ma in breve possiamo ricordare
che il concetto di papa-re ha portato nella Chiesa al fenomeno del
Cesaropapismo per cui i papi di allora oltre che curare la fede del proprio
gregge curavano anche gli interessi temporali dello Stato pontificio al pari di
ogni altro monarca fornito di esercito e di burocrazia. E inoltre affermare che
il millennio sia già cominciato con Cristo è un grave stravolgimento delle
profezie bibliche perché non si capisce quando mai sia stato felice o in pace
il mondo da quando Cristo è risorto. Al contrario la storia è segnata da secoli
e secoli di persecuzione fisica e morale ai danni dei cristiani di tutto il
mondo e di ogni tempo e di guerre a non finire. Oltre a ciò, credere solo alla
parusia finale di Cristo significherebbe in pratica lasciar intendere che il
male possa trionfare nel tempo dell’attuale umanità e che solo dopo la fine del
tempo e quindi del mondo, il Signore verrà per giudicare (giudizio universale)
e ristabilire l’ordine solo con chi l’aveva seguito prima della morte e della
fine del mondo. E’ bene ricordare il contenuto dell’enciclica Quas primas per cui con l’istituzione
della festa di Cristo Re per opera di Pio XI si è voluta affermare la regalità
di Cristo sull’universo, sulle nazioni, sulle famiglie e sugli individui. Al
laicismo, definito nell’enciclica <<peste dell’età nostra>> che ha
detronizzato Gesù dalla società, Pio XI contrappone la regalità di Cristo, la
cui potestà sovrana non si estende soltanto sulle coscienze, ma su tutta la
creazione.
In risposta alle
affermazioni di padre Livio Fanzaga anteponiamo gli studi del francescano padre Martino Penasa (premillenarista)
che sulla base di una rinnovata lettura esegetica, patristica e
profetico-rivelativa, riscontra invece tre parusie: la Risurrezione, la Parusia
intermedia e la Parusia finale come si può leggere in Viene Gesù! La venuta intermedia del Signore e Il libro della Speranza. Commento al libro dell’Apocalisse delle
Edizioni Segno.
Chi dei due ha ragione? Entrambi citano le Sacre Scritture
e la Tradizione, suscettibili entrambe di varie interpretazioni, ma il
Magistero, che definisce il contenuto della Rivelazione pubblica, sulla Parusia (il Credo, Documenti Conciliari, il
Catechismo della Chiesa Cattolica) sembra dare più forza alle argomentazioni
del direttore della Radio.
Precisiamo, però, che il
biblista Martino Penasa, nel sostenere la Parusia intermedia non entra in
contraddizione con la dottrina della Parusia finale, come qualcuno ha pensato,
ma mette in luce l’esistenza di un
‘vuoto dogmatico’ nella Sacra Dottrina che la sola dottrina della Parusia
finale non riesce a colmare. In breve, manca una parusia, la cosiddetta Parusia
intermedia accennata in Apocalisse 20. Quindi è bene sottolineare che non è in
discussione il dogma della Parusia finale, fin qui siamo tutti d’accordo, ma
bensì si vuole riflettere sulla mancata definizione di una parusia intermedia,
riconosciuta unanimemente dai primi cristiani, studiata dai Padri della Chiesa
e cancellata successivamente dall’interpretazione allegorica di Origene,
Agostino e Girolamo. Ribadiamo ancora che senza la parusia intermedia non si
comprendono bene molti passi biblici e la relativa storia della salvezza dove
tutto ha un ordine secondo il divino progetto. E vedremo in seguito che il non
credere alla venuta intermedia di Cristo può essere molto grave per chi coltiva
le virtù teologali, perché si sottrae ai fedeli la possibilità di credere di
sperare di amare in modo perfetto alla Signoria di Cristo anche in questo mondo
e nel nostro tempo.
La posizione teologica di
padre Penasa ha posto in questione la parusia dimenticata dai più e riaffermata
dalle recenti rivelazioni private che in tutto il mondo stanno annunciando la
prossima venuta intermedia del Signore per sconfiggere il male in tutte le sue
forme storiche e sociali, e chi le alimenta come gli spiriti dell’Anticristo e
dello Pseudoprofeta. L’interpretazione del biblista francescano deve essere
presa in seria considerazione, senza per questo schierarsi contro l’autorità
del Magistero. Nel caso della definizione del dogma della Immacolata concezione
si è dovuto attendere diciannove secoli prima di confutare un’altra posizione
di sant’Agostino, che in questo caso era maculista fatta propria poi da san
Tommaso; pertanto è compito dei teologi e dei fedeli impegnarsi nel
discernimento delle cause che hanno portato nella storia della teologia alla
sparizione di una parusia del Signore.
La nostra ricerca si fonda
sul principio dello sviluppo teologico
del dogma che ha portato nel corso dei secoli a definire a partire della
Parola di Dio i quattro dogmi mariani, i sette sacramenti e l’infallibilità del
Papa, con l’aiuto dello Spirito Santo che all’interno della fede della Chiesa
ha saputo dirigere i fedeli e la gerarchia a comprendere le Sacre Scritture non
sempre chiare ad una prima lettura. Solo un atteggiamento negazionista di tipo
protestante si può limitare a dire che, nella Bibbia non essendovi scritta la
parola parusia intermedia non deve
perciò essere trattata, mentre chiunque senza pregiudizi di sorta e guidato
dallo Spirito Santo che tutto illumina, può intravedere in molti passi
scritturistici la dottrina della venuta intermedia di Cristo.
Un dogma, infatti, è
un’affermazione della fede, una risposta della Chiesa alla rivelazione di Dio.
Un atto di obbedienza. Di conseguenza, secondo il Vaticano I, può essere
definita dogmaticamente solo quella verità che è contenuta nella Parola di Dio
(Scrittura e Tradizione); perché una verità diventi un dogma, deve essere
proposta autorevolmente come verità
rivelata. La Chiesa in questo caso non
costituisce la rivelazione, ma la
riconosce. Le formulazioni dogmatiche vogliono definire un aspetto o
l’altro della rivelazione secondo le necessità vitali della Chiesa. Nella
costituzione dogmatica Dei Verbum, n.
10, si dice: <<Il magistero non è al di sopra della Parola di Dio, ma la
serve, insegnando soltanto ciò che gli è stato affidato, per mandato divino e
con l’assistenza dello Spirito Santo, l’ascolta con pietà, la conserva con
esattezza e la espone con fedeltà, e da questo unico deposito della fede estrae
ciò che propone come verità rivelata da Dio che si deve credere>>
E noi crediamo che la
parusia intermedia sia di estrema necessità per la Chiesa per esporre meglio la
divina rivelazione e per fronteggiare con valide argomentazioni l’aggressione
di sette apocalittiche che sottraggono migliaia di fedeli al gregge di Cristo.
E’ quanto faremo in seguito nel tentativo di fornire ai cristiani materia di
riflessione per un ripensamento su alcune proposizioni escatologiche.
Innanzitutto, prima di
entrare direttamente nella questione, occorre aver chiaro il concetto di
“parusia”, giacché la terminologia è fondamentale per la soluzione positiva del
problema.
Il termine parousía
è un termine greco che significa in genere ‘presenza’ e ‘venuta’. Ma il
termine ha propriamente un senso tecnico impiegato nella letteratura greca per
l’arrivo di un signore, di un sovrano, persino di un dio che soccorre i suoi
credenti dall’ingiustizia (cfr. Braumann in Parusia,
Dizionario dei concetti biblici, p. 1214).
Ora - afferma un grande
esegeta - nel testo dell’Apocalisse
non appare espressamente il termine parusia, ma “benché il nostro vocabolo non v’appaia affatto, è piena di una vibrante
speranza parusiaca” (cfr. Oepke in Parusia,
Grande Lessico del Nuovo Testamento, p. 871).
Pertanto è chiaro che le Sacre Scritture non
esprimono chiaramente né l’unicità né la ternarietà della parusia del Signore.
Ed è proprio l’esatta definizione della termine ‘parousía’, impiegato dalla
comunità credente a dare un contributo fondamentale per stabilire il senso
letterale della Parusia intermedia di Apocalisse 20, distinguendola così dalla
Risurrezione e dalla Parusia finale.
È questa la chiave della questione parusiaca.
Le soluzioni proposte sono
due: la prima, la più antica, afferma l’indipendenza tematica di Apocalisse 20,
accettando, al di là del linguaggio apocalittico del testo, un contenuto
letterale alla Parusia intermedia ; la seconda, apparsa intorno al secolo
quarto d. C., presenta una dipendenza tematica di Apocalisse 20, tramite una
lettura allegorizzante, alla Risurrezione (così hanno fatto Origene che è stato
giudicato come eretico, e da santi
Agostino e Girolamo, che di certo non si trovano in buona compagnia nel
sostenere questa tesi).
Se si dimostra che Ap 20
gode di una indipendenza tematica e quindi che si può ricavare da esso un senso
letterale proprio, si giustifica a livello teologico la presenza di un’ulteriore
parusia, che è intermedia perché posta tra la venuta del Signore nel corpo
risorto (Risurrezione) e la venuta nel Signore nella gloria universale (Parusia
finale). Questa parusia, la chiamiamo d’ora in poi Parusia intermedia per
distinguerla da quella finale, che era focalizzata dai primi Padri della Chiesa
all’interno del modulo della ‘settimana universale’, cioè i sette millenni
dell’umanità come sette i giorni in cui Dio creò l’universo. La Parusia
intermedia veniva posta al principio del settimo millennio (alla fine del sesto
l’Anticristo e il suo regno veniva sconfitto e regnava nel settimo il Cristo
parusiaco, così affermava sant’Ireneo in Contro
le eresie, v.2° Siena, pp. 226-227), secondo l’impostazione della
‘settimana universale’ a cui, peraltro, si rifà implicitamente l’autore dell’Apocalisse nella scansione del
settenario dei sigilli. L’esegeta, A. Farrer, ha notato nell’ Apocalisse una
settimana di settimane in un complesso collegamento con il racconto della creazione
di Gn 1-2, e con le quattro parti dell’anno, a loro volta in relazione con le
feste giudaiche e i loro lezionari, con gli elementi cosmologici, con i segni
zodiacali e con le dodici tribù. In tal modo ai settenari, sei come i giorni
dell’opera creativa di Dio, seguirebbe il sabato del riposo divino, esso senza
opere e senza suddivisione settenaria (cfr. Farrer, Rebirth, cit. In Biguzzi, I
settenari nella struttura dell’Apocalisse, Bologna, p. 31). Se, secondo il
modulo interpretativo della settimana
universale l’umanità vivrà tanti millenni quanti i giorni impiegati da Dio
per creare il mondo, allora il regno messianico della durata di mille anni coincide col settimo della creazione, quindi, secondo un rapporto
di analogia, col ‘riposo’ (in ebraico
‘sabbath’, da cui la parola sabato) di Dio, dopo la vittoria definitiva del
Signore sull’Anticristo e sullo Pseudoprofeta e la reclusione del loro capo,
Satana, per mille anni nell’abisso.
Pertanto la Parusia
intermedia è posta all’inizio del settimo millennio dalla nascita di Adamo,
stimata intorno al 4004 a. C. dal vescovo di Armagh partendo dal calcolo delle
generazioni presenti nella Bibbia (cfr Annales
Veteris et Novi Testamenti). Una esegesi seria su Ap 20 prende in
considerazione il carattere profetico del regno messianico dei mille anni (cfr.
Prigent in L’Apocalisse in san Giovanni,
Città di Castello, pp. 604-605), senza associarlo al periodo della Chiesa a
partire dalla Resurrezione, quindi “al
tempo presente, quello cioè della prima venuta” (cfr. Agostino in La città di Dio, Lonrai, pp. 968); né
tantomeno alle interpretazioni ereticali delle varie sette millenaristiche che
stravolgono i testi biblici.
Quindi la Parusia intermedia
deve ancora giungere, perché prima si deve manifestare l’Anticristo e poi deve
iniziare un periodo lunghissimo di pace, il millennio felice, dopo la sconfitta
della bestia e di tutti i suoi adoratori al sopravvenire del settimo millennio.
A molti la dottrina della venuta intermedia di Gesù
può sembrare una nuova dottrina, eppure nella Chiesa nonostante il grande
equivoco di sant’Agostino a più riprese è stata trattata questa parusia
intermedia anche da dottori della Chiesa come san Bernardo di Chiaravalle, il quale però non aveva un’idea
completa circa la Venuta Intermedia di Gesù, che sarà visibile a tutti e Gesù
Cristo regnerà non solo nei cuori, ma anche su tutto il mondo. Ecco cosa leggono tutti i sacerdoti quando
pregano le lodi mattutine della prima settimana di Avvento nel Breviario. Dice
san Bernardo: “Conosciamo una triplice
venuta del Signore. Una venuta
occulta si colloca infatti tra le altre due che sono manifeste. Nella prima il
Verbo fu visto sulla terra e si intrattenne con gli uomini, quando, come egli
stesso afferma, lo videro e lo odiarono. Nell’ultima venuta <<ogni uomo
vedrà la salvezza di Dio>> (Lc 3,6) e vedranno colui che trafissero (cfr.
Gv 19,37). Occulta è invece la venuta
intermedia, in cui solo gli eletti lo vedono entro se stessi, e le loro
anime ne sono salvate. Nella prima venuta dunque egli venne nella debolezza
della carne, in questa intermedia viene nella potenza dello Spirito,
nell’ultima verrà nella maestà della gloria. Quindi questa venuta intermedia è,
per così dire, una via che unisce la prima all’ultima: nella prima Cristo fu
nostra redenzione, nell’ultima si manifesterà come nostra vita, in questa è
nostro riposo e nostra consolazione” (Dai
<<Discorsi>> sull’Avvento, 1-3; Opera omnia, Edit. Cisterc. 4
[1966], 188-190).
Come è evidente chi impugna
la dottrina dei postmillenaristi non può nascondersi dietro l’autorità di
sant’Agostino, perché anche sant’Ireneo e san Bernardo sono Dottori della
Chiesa cattolica. Ed allora a chi bisogna credere? Si deve credere a chi spiega
meglio le Sacre Scritture, perciò occorre studiare con più acume spirituale le
posizioni dei premillenaristi e dei postmillenaristi per giungere a delle
conclusioni critiche, ne va del nostro atto di fede ora su questa nostra terra
che deve accogliere santamente il Signore che viene: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la Fede sulla terra?”,
dice Gesù con una certa preoccupazione in Luca 18,8. Cerchiamo di non essere
motivo di delusione, ne va della nostra salvezza. Vieni Signore Gesù!
2. LA
QUESTIONE PARUSIACA
Alla fine degli anni ottanta
uno dei più grandi studiosi di fenomeni carismatici, PIERO MANTERO, diede
inizio ad una serie di pubblicazioni centrati sulla riflessione intorno al tema
del Ritorno glorioso di Cristo. All’inizio pubblicò il libro Il Ritorno di Gesù è imminente?, nel
quale da una sapiente ricostruzione di testi biblici si può ricavare la
risposta alla domanda: “in che modo verrà il Signore?” (vedi Sof 1,14; Lc
17,24; Mt 24,27-28; Is 41,14; Ap 1,7; Lc 21,27; 1Ts 3,13; Eb 10,37; Mal 3,2
solo per citarni alcuni). Poi in seguito MANTERO conferma la Venuta del Signore
per mezzo delle rivelazioni private con finalità pubblica ed edita Il Grande libro delle Profezie, dove
tutti i più grandi carismatici di questo secolo ribadiscono la profezia biblica
del Ritorno di Cristo inserendola non alla fine del mondo ma nel nostro
travagliato tempo, che sta vivendo le dolorose doglie messianiche insieme ad
una solerte Madonna pronta ad apparire in ogni angolo del mondo per avvertire,
sollecitare e preparare i cristiani alla gloriosa venuta del Figlio.
Da oltre venti anni, quindi,
teologi e carismatici descrivono o annunciano una venuta gloriosa del Signore,
che, pur essendo presente nel dogma della “parusia di Cristo”, non è stata
definita chiaramente dal Magistero della Chiesa. La Parusia intermedia è, senza
dubbio un nuovo tema appena affacciatosi nell’arena degli studi teologici che
farà discutere anche in avvenire.
E’ stato p. MARTINO PENASA a
dare i fondamenti teologici al termine <<Parusia intermedia>> nel
suo eccellente commento al testo dell’Apocalisse dal titolo Il libro della Speranza. In seguito
padre PENASA, licenziato in Teologia e S. Scrittura a Roma, pubblicò, dopo una
lunga serie di articoli sulla rivista Il
Segno del Soprannaturale, e nel libro interamente dedicato a questo tema
dal titolo Viene Gesù! La venuta
intermedia del Signore coniò definitivamente il termine parusia intermedia conferendo una
dignità teologica di tutto rispetto al tema del Ritorno glorioso di Cristo
sulla terra. Finora, eccetto poche eccezioni, sono le EDIZIONI SEGNO quelle che
hanno portato la questione parusiaca alla ribalta degli studi teologici,
accogliendo il dibattito degli studiosi sia con la pubblicazione di libri sia
con la pubblicazione di articoli presso le loro riviste.
Cerchiamo ora di tracciare
un bilancio teologico e profetico-rivelativo sul tema della Parusia intermedia
di Cristo risorto, con l’ intenzione di aprire nuove ipotesi di studio.
L’argomento più convincente, per distinguere una venuta gloriosa di Cristo, da
quella dogmaticamente riconosciuta, cioè quella della Parusia Finale, è la
separazione temporale che TEOFILO IL SICULO ha proposto ne La Venuta dell’Anticristo e la Parusia intermedia operando una
distinzione riguardo alla venuta dell’Anticristo e alla venuta di Satana,
erroneamente assimilate da sant’AGOSTINO. In tal modo si è delineata la figura
dell’Anticristo nel Nuovo Testamento come il “figlio” di Satana, da cui trae la
forza per perseguitare la Chiesa e il Papa attraverso i sistemi atei, gli
scismi e i traditori.
Pertanto, tenendo in considerazione
la duplice connotazione teologica della parola greca <Antichristos>, si
sottolinea anche la binarietà della Parusia di Cristo Risorto: una in rapporto
alla sconfitta dell’Anticristo alla fine dei tempi, la Parusia intermedia; e l’altra in rapporto alla sconfitta definitiva
di Satana alla fine del tempo, la Parusia
finale.
Da notare come padre MARTINO
PENASA considera le venute gloriose di Cristo in tre circostanze, giacché
considera la Risurrezione come la prima venuta gloriosa di Cristo. Si tratta
qui di una ulteriore specificazione teologica del concetto di Parusia, dove si
costituisce storicamente il termine “parusia”, in quanto Ritorno o Venuta
gloriosa di Cristo dopo la sua morte cruenta. Infatti, possiamo affermare che
l’evento della Risurrezione è il fondamento della speranza dei cristiani per le
altre due Venute Gloriose che si attendono dopo l’Ascensione di Cristo al
Cielo.
Stiamo trattando di due
venute gloriose, quella intermedia e quella finale, che reintrodurranno nella
storia il Cristo Risorto. Mentre è assodato il fatto che Cristo è sempre stato
presente nella storia a partire dall’Incarnazione da quando ha stabilito la sua
Presenza Sacramentale nell’Eucarestia. Ma, mentre nell’Eucarestia abbiamo il
Cristo Risorto sacramentale, nelle due attese Parusie avremo la visione del
Cristo Risorto come Figlio dell’Uomo così come promesso dalle Scritture
profetiche. Ed è in fondo l’Eucarestia e la liturgia che preparano i cristiani
alle due Parusie e anticipano misticamente la comunione con il Risorto. Da
queste considerazioni, si può affermare che la Parusìa è una sola, come afferma
il Magistero in quanto è un evento che si estende tra il tempo e l’eternità di
Dio (evento metastorico), ma che questa Parusia o Ritorno di Cristo avviene nel
nostro tempo almeno in tre momenti storici distinti e fondamentali.
Tenendo presente che alla
fine le prime due venute di Cristo risorto sono preparatorie alla terza, quello
conclusiva e definitiva, la Parusia
finale quando il tempo verrà assorbito dall’eternità di Dio. Si tratta,
come si vede, di specificare meglio il dogma della Parusia di Cristo nel suo
sviluppo storico-salvifico, senza essere limitativi riguardo ai testi biblici e
carismatici, i quali prospettano e richiamano più venute di Cristo, mentre la
teologia attuale è ferma sulla definizione di Parusia finale, senza specificare
bene che cosa intende per “finale”, perché una cosa sono la fine dei tempi, dove si colloca la
Parusia intermedia, ed una cosa è la fine
del tempo o della storia, dove si colloca la Parusia finale.
Così intesa, il concetto di
Parusia intermedia, si inserisce naturalmente nel processo escatologico della
rivelazione gloriosa di Cristo, che la Chiesa chiama ed ha fissato come dogma
con il nome di Parusia, chiarendone
aspetti e modalità che finora erano rimasti oscuri. Pertanto, sia chiaro ai
detrattori di questa, che ci stiamo muovendo all’interno dell’ortodossia
cattolica, pur apportando nuovi contributi teologici.
Una volta determinata la
figura dell’Anticristo, è bene soffermarsi sulla binarietà della Parusia di
Cristo glorioso, cioè sulle due Parusie dopo l’Ascensione di Gesù per chiarire
i momenti salvifici, previsti dall’escatologia biblica e dai messaggi
carismatici. Procederemo all’analisi del concetto di Parusia intermedia tenendo
in conto i dati biblici e carismatici col nuovo metodo teologico, denominato profetico-rivelativo, i cui principi
metodologici sono esposti da TEOFILO IL SICULO, Il tempo dell’Anticristo e la Parusia intermedia, pp. 17-25.
a. Esegesi del termine <parusia>.
Il sostantivo
<Parusia>, dal greco parousía,
ha il doppio significato di <presenza> e <venuta>. Il termine
espresso nella letteratura greca ha un senso tecnico impiegato per l’arrivo di
un signore, di un sovrano, perfino della venuta soccorrevole di un dio.
Il termine parusia è usato
spesso nel Nuovo Testamento per designare la venuta gloriosa del Signore.
Accade, però, che alcune volte nelle Sacre Scritture il termine non è possibile
riscontrarlo se non nella sua allusione e in circostanze non ben definite.
Pertanto si può dire che nell’Apocalisse:
“benché il nostro vocabolo non v’appaia
affatto, è piena di una vibrante speranza parusiaca” (OEPKE 1974, p. 871).
L’indeterminatezza del nostro termine può essere risolta dall’analisi del
contesto ove esso è evocato, dalla testimonianza della prima Tradizione e
dall’uso tecnico del vocabolo.
Questi tre motivi ci
autorizzano a differenziare le due manifestazioni gloriose di Cristo, la Parusia intermedia di Ap 20, 1-6 e la Parusia finale di Ap 20, 7-15, che
attualmente sono ritenute l’una la copia dell’altra, o, quella di Ap, 20, 1-6 ,
cioè la Parusia intermedia, un richiamo simbolico alla Risurrezione, come
diceva s. AGOSTINO, cancellando così dalla storia salvifica un millennio, il
millennio felice di Ap 20, 1-3. Ma non tutti sono d’accordo con questa
interpretazione, la quale compromette il senso letterale ricavato dal testo
dell’Apocalisse, come rileva il teologo, ALDO GREGORI il quale ne La Venuta intermedia di Gesù ha scritto:
“Confondere il millennio con tutta la
storia della Chiesa, dalla risurrezione di Gesù alla fine del mondo, significa
mettersi nell’impossibilità di capire, non solo il capitolo XX dell’ Apocalisse
ma, oserei dire, tutta la S. Scrittura, dal Vecchio al Nuovo Testamento”
(ed. Alone 1992, p. 47).
Pertanto solo ritornando
alla Bibbia e considerando il senso letterale della Parola di Dio, che mai la
Chiesa ha condannato, si può ritrovare il vero messaggio della Parusia
intermedia e del relativo millennio felice, dove Cristo sarà il Re
incontrastato del mondo, soprattutto nella dimensione eucaristica, dopo aver
gettato Satana nell’abisso e l’Anticristo e lo Pseudoprofeta nello stagno di
fuoco, con tutti i loro seguaci.
Abbiamo messo in evidenza come
nella lingua greca è chiaro l’uso del termine Parusia: è un termine tecnico, ma
tradotto in latino <adventus> (venuta) perde il suo carattere tecnico e
diventa un termine generico, che può indicare molte più realtà.
In latino <adventus>
si usa anche per indicare la venuta di Cristo nella Risurrezione. I Padri
latini, non conoscendo l’uso tecnico della parola, specialmente chi ha studiato
male il greco, come s. AGOSTINO, e per l’ambiguità del termine
<adventus>, e per altre motivazioni che vedremo in seguito, hanno
compiuto un’operazione esegetica che sa d’incredibile: associarono il termine
<adventus> creduto per Ap 20, 1-6 la venuta intermedia di Cristo con
l’<adventus> della Risurrezione. Per confutare questa confusione occorre
confrontare i due momenti salvifici per notare le sostanziali differenze.
Dall’analisi del termine
<<Parusìa>> nel Nuovo Testamento abbiamo riscontrato quattro
caratteristiche:
1° è universale:
riguarda sia gli uomini viventi che quelli trapassati sia gli angeli buoni che
quelli decaduti;
2° è conflittuale:
vi è una battaglia definitiva tra bene e male, con vittoria di Dio sul Maligno;
3° è giudiziale:
vi è una separazione netta dei due schieramenti creati da Dio e manipolati da
Satana;
4° è trasformante:
l’universo viene purificato da ogni traccia del male; vi è una risurrezione dei
corpi o trasfigurazione dei fedeli vivi, a secondo dei due momenti di
ricreazione della prima e della seconda risurrezione.
Si dà una “parusìa” quando
si realizzano le quattro caratteristiche succitate. E le caratteristiche si
riscontrano solo nella Parusìa intermedia che dà luogo alla trasfigurazione dei
fedeli vivi (prima risurrezione) e nella Parusìa finale, che dà luogo invece
alla risurrezione generale (seconda risurrezione). Se i primi cristiani hanno
potuto trovare nel vocabolo greco un concetto quasi analogo per designare un
evento sacro, quale la Parusìa del Signore, i latini dovevano accontentarsi di
un comunissimo ‘adventus’, che non ha nessuna accezione tecnica né sacrale come
il suo corrispettivo in italiano, ‘venuta’.
Questa ipotesi filologica
può essere la base per spiegare l’interpretazione grossolana di AGOSTINO, che
non coincide con la Sacra Tradizione e forza inevitabilmente il contesto di Ap
20, 1-6 e il suo senso letterale (cfr. Il
Grande Equivoco di S. Agostino di TEOFILO IL SICULO e PENASA 1994, pp.
139-168).
Ci chiediamo: “Può la
Risurrezione essere una Parusìa?”.
La risposta è adesso a portata di mano. Brevemente
la Risurrezione può definirsi una venuta gloriosa ma non una Parusìa, perché
non è stata universale, ma limitata
al popolo ebraico; è parzialmente conflittuale,
perché il male, pur essendo sconfitto, non è stato completamente debellato,
sicché Satana è ancora il principe di questo mondo; non è giudiziale, perché i giusti convivono ancora con i malvagi; non è trasformante in quanto il mondo e
l’umanità sono rimasti tali come Cristo li ha lasciati, sebbene agisca in modo
misterioso la grazia santificante. Si impone, dunque, un distinguo nelle venute
del Signore Gesù, che non sono tutte uguali, ma vanno opportunamente
differenziate in tre venute gloriose, le ultime delle quali sono propriamente
due Parusie. La differenza sostanziale è quella che nella Risurrezione abbiamo
delle apparizioni locali di Cristo risorto limitate ad Israele e agli ebrei,
mentre nella Parusia intermedia e in quella finale le apparizioni di Cristo
risorto sono universali, cioè riguardano tutte le nazioni e tutti i popoli.
In conclusione siamo
dell’avviso che tecnicamente sono due le Parusìe del Signore: la Parusìa
intermedia per sconfiggere la Triade infernale (Satana, l’Anticristo e lo
Pseudoprofeta) e ricreare il mondo per gli eletti trasfigurati dalla seconda
Pentecoste; e la Parusìa finale per sconfiggere Satana e ricreazione del mondo
per i risorti. E se con la teologia giungiamo a queste conclusioni, a livello
profetico-rivelativo non manca una maggiore chiarezza sulla binarietà della
Parusìa del Signore, come rileviamo in seguito nei messaggi carismatici.
L’interpretazione arbitraria
di s. AGOSTINO ha sottratto all’Apocalisse,
e alla prima Tradizione il senso letterale ad una Parusia, la Parusia
intermedia, caricando inevitabilmente di troppi significati e situazioni quella
finale. Per giustificare questa tardiva interpretazione si sono interpretati in
senso allegorico i testi sacri e sono stati accusati ingiustamente i primi
Padri della Chiesa, nonché alcuni santi e martiri come BARNABA, PAPIA,
LATTANZIO, GIUSTINO, IRENEO, ecc., di essere stati dei “millenaristi”, perché sostenevano l’interpretazione più semplice ed
immediata, l’interpretazione letterale di Ap 20,1-6.
In realtà, i colpevoli dello
stravolgimento ermeneutico del testo sacro e della prima Tradizione sono
ORIGENE, già segnalato allora come eretico, e due dei suoi ammiratori e seguaci
nell’applicazione arbitraria del metodo allegorico: s. GIROLAMO e s. AGOSTINO.
Ricordiamo che le condanne ad ORIGENE e dell’origenismo furono comminate anche
dall’imperatore Giuliano e dal sinodo di Costantinopoli del 543, e poi nei documenti
preparatori del Concilio Ecumenico Costantinopolitano III avvenuto nel 553.
Ci siamo resi conto che gli
studi patristici non rilevano bene il gravissimo errore di quest’ultimi Padri,
che riguardo a questo argomento non sono affatto credibili. Ci chiediamo,
infatti, come si può seguire l’insegnamento di un eretico e definire quegli
autori dei modelli inappellabili di autorità nell’interpretazione dei testi
sacri. Questa situazione è stata riportata da V. MERCANTE, il quale afferma: “L’interpretazione simbolica e spirituale del
millennio risale a ORIGENE e ad AGOSTINO ed è oggi quella generalmente
sostenuta” (cfr. Millenarismo e
Parusia, p. 159). Ma al di là dell’origine ereticale dell’interpretazione
simbolica del millennio felice introdotto da Cristo risorto nella parusia
intermedia si può trovare un riscontro biblico e teologico alle parole di
ORIGENE e s.AGOSTINO? La nostra risposta è decisamente negativa e vedremo in
seguito i motivi storici-teologici legati ad essa.
Gli studiosi inoltre, sulla
falsariga di Eusebio di Cesarea, hanno impostato male la <questione millenarista>. Invero si
dovrebbe parlare della <questione
parusiaca>, in quanto il millennio felice è uno degli effetti della
parusia intermedia, gli altri effetti sono il giudizio interiore o delle
nazioni, la seconda pentecoste, la prima risurrezione dei santi martiri e la
trasfigurazione dei viventi, Cieli e Terra nuovi purificati da ogni
contaminazione fisica e spirituale, catabasi della Gerusalemme messianica,
Regno Eucaristico di Cristo e mondo liberato dalla presenza di Satana e dei
suoi demoni. Inoltre gli studiosi non hanno ben chiaro che AGOSTINO e GIROLAMO
contrastando il “millenarismo” non hanno cancellato, come i suddetti pensano,
il concetto di millennio, per il quale non esiste più una questione
millenarista, ma -badate bene- lo hanno solo trasformato in una forma più
accettabile.
Infatti, assimilando la
Parusia intermedia con la Risurrezione, sostengono in realtà un “millenarismo
attualizzato”, foriero di gravissimi errori, che il cristianesimo ha portato in
seno, causando tra l’altro l’errore dell’attesa della fine del mondo nell’anno
mille, all’interno di una concezione del modulo della settimana universale per
il quale l’umanità vivrà tanti millenni quanti i giorni della creazione. Se da
questo modulo si toglie il giorno della Parusia intermedia di sottrae un
millennio all’umanità, ed in effetti il conteggio di s. AGOSTINO si è
dimostrato infondato, come dimostreremo più avanti.
b. La parusia intermedia e la parusia finale
Mettendo a confronto le due
venute gloriose del Signore si può notare come i testi del Nuovo Testamento non
concordano nel dare una visione unica della parusia, ma sottolineano le
differenze non solo cronologiche, ma anche teologiche e di situazione delle due
parusie.
La Parusia intermedia non
giungerà all’improvviso, se vegliamo (Mt 24, 33), se leggiamo i segni dei tempi
e se calcoliamo il numero della bestia (Ap 13, 18). Invero sappiamo che l’Apocalisse si snoda cronologicamente
attraverso la scansione dei sette Sigilli. L’Anticristo si trova nel tempo del
sesto sigillo, che sta per compiersi secondo alcune Rivelazioni Private che
stanno svelando i sensi nascosti delle sacre scritture.
Il Cristo Risorto
sconfiggerà l’Anticristo e inizierà un nuovo tempo o età, o, come dice s.
Giovanni, un nuovo millennio. È il settimo millennio, secondo il modulo della
settimana universale, che ci accompagna e ci prepara all’eternità beata
dell’ottavo giorno della risurrezione generale. Ma è anche il millennio atteso
dagli ebrei, che ripristina le condizioni edeniche del paradiso terrestre
interrotte dal peccato originale, ma che a sua volta è stato cancellato dal
battesimo di sangue di Cristo, ossia con la redenzione da lui operata. Il tema
del ripristino del paradiso terreste è presente anche nei messaggi carismatici.
Ecco cosa comunica la Madonna a don Gobbi su questo argomento: “E’ vicino il regno glorioso di Cristo, che
si stabilirà fra voi, con la seconda venuta di Gesù nel mondo. E’ il suo
ritorno nella gloria. E’ il suo glorioso ritorno, per instaurare fra voi il suo
Regno e riportare tutta l’umanità, redenta con il suo preziosissimo sangue,
allo stato del suo nuovo Paradiso
terrestre.” (Ai Sacerdoti, figli prediletti della Madonna, p. 805).
Ma è sorprendente notare
come la teologia cattolica sta riqualificando il tema del nuovo Paradiso
terrestre, altrimenti chiamato il millennio felice. A tal proposito afferma
l’esegeta francese P. Prigent: “Uno studio dei testi che, sia nel giudaismo che
nel cristianesimo primitivo, precisa che la durata del regno messianico (i
mille anni) permette una conclusione sicura: si tratta sempre di una durata significatica. Un medesimo principio
governa la quasi totalità di questi calcoli: una profezia (Sl 90, 15; Is 65,
22) attribuisce al regno messianico una durata identica a quella di un periodo
di prova o di benedizione. Ora questi periodi hanno durate ben note. Così il
soggiorno nel paradiso, di cui Is 65,22 annuncia il ritorno messianico, lo si
ritiene della durata di poco meno di mille anni. In realtà Dio aveva avvertito
Adamo che sarebbe morto il giorno che avrebbe mangiato del frutto proibito (Gen
2, 17). Ora un giorno del Signore è come mille anni (Sal 90, 4); e, di fatto,
Adamo è morto a 930 anni (Gen 5,5), dunque prima della fine del giorno
paradisiaco. Sulla base di queste tradizioni giudaiche vari cristiani hanno
affermato che il soggiorno nel paradiso instaurato dal messia avrebbe la durata
di mille anni (cf. Giustino, Dial. con
Trifone, 81; Ireneo, Adv. Haer., 5,23,2).
Stabilire che il regno
messianico dura mille anni, significa dunque in linguaggio simbolico, che esso
restaura le condizioni della vita paradisiaca interrotta con la caduta”
(Prigent 1985: 604-605).
E, in effetti, nell’Apocalisse si parla del “serpente delle
origini” (12,9), e del genesiaco albero della vita, i frutti del quale verranno
offerti a coloro che con Cristo saranno i vincitori di Satana (2,7; 22, 14.19).
In breve si può dire che nell’Apocalisse
la protologia e l’escatologia si incrociano in un tutt’uno nel Nuovo Adamo,
Cristo Risorto.
Pierre Prigent è uno degli
esegeti di spicco, che si sono staccati e purificati nelle loro analisi dalle
contaminazioni agostiniane, come anche Aldo Gregori e Martino Penasa e Teofilo
il Siculo. Purtroppo ve ne sono altri che ancora sono legati alle
interpretazioni dell’africano di Tagaste e per tale ragione spiegherò in
seguito la causa e le motivazioni che hanno portato alla falsificazione del
messianismo escatologico..
La pecularietà della Parusia
intermedia, oltre ad essere collocata cronologicamente all’interno della
Bibbia, è anche evidenziata dai “segni premonitori”del suo attuarsi storico.
Nei sinottici ravvisiamo sette
segni, anticipatori della Parusia intermedia.
Essi sono:
1) <Molti verranno e cercheranno di ingannare
molta gente; si presenteranno con il mio nome e diranno: “Sono il Messia”!> (Mt 13,6). <Verranno molti falsi profeti e
inganneranno molta gente> (Mt 24, 11).
2) <Sentirete parlare di guerre, vicine o
lontane> (Mt 24, 4).
3) >Ci saranno terremoti e carestie in molte
regioni> (Mc 13, 8).
4) <Voi sarete arrestati, torturati e uccisi>
(Mt 24, 9).
5) <Il male sarà tanto diffuso che l’amore di
molti si raffredderà> (Mt 24, 12).
6) <Il messaggio del Regno di Dio sarà annunciato
in tutto il mondo. E allora verrà la fine> (Mt 24, 14).
7) <E subito dopo le tribolazioni di quei giorni,
il sole si oscurerà, la luna perderà il suo splendore, le stelle cadranno dal
cielo, e le forze saranno sconvolte. Allora si vedrà nel cielo il segno del
Figlio dell’Uomo> (Mt 24, 29-30).
Per San Paolo
i segni che precedono la Parusia intermedia sono tre: gli sconvolgimenti
ambientali e sociali, l’apparizione dell’Anticristo (2 Tes 2,8), e la
conversione degli Ebrei (Rm 11, 25).
Nell’Apocalisse i segni che indicano
l’imminente Parusia intermedia sono tre:
1) i <due Testimoni> che profeteranno fino a
quando l’Anticristo li ucciderà (Ap 11, 1-3). Sono forse due carismatici che
ricevono i messaggi celesti?
2) Il <segno grandioso>: una donna vestita di
sole (Ap 12, 1-6). È Maria che si manifesta attraverso le Rivelazioni Private.
Ma in senso più largo è da intendere la comunità dei cristiani che accettano la
protezione del Cuore Immacolato di Maria.
3) La <statua animata> dallo spirito dello
Pseudoprofeta (Ap 13, 14-18). È lo Spirito dell’ Anticristo, che prenderà
possesso di un corpo umano, muovendolo come se fosse una “statua”, ossia un
vuoto simulacro.
Purtroppo nè l’esegesi, nè
la teologia in genere considera in blocco i segni succitati nè a volte dà loro
una validità significativa, perché discreditati da una impostazione
razionalistica (cf. Gozzelino 1993: 143-145; Auer 1979: 204-211). Generalmente
sono considerati non come segni anticipatori delle Parusia intermedia, ma della
Parusia finale, pertanto l’esegesi di questi versetti è viziata da una visione
“finalista”, che non appartiene assolutamente ad una visione biblica, ma
agostiniana.
I segni anticipatori della Parusia finale sono tre:
1) la liberazione di Satana dopo i mille anni (Ap
21, 7);
2) vi sarà poi l’apostasia delle nazioni (Ap 21, 8);
3) guerra e assedio all’accampamento dei santi e
alla Città diletta (Ap 21, 9).
Analizziamo ora
succintamente le differenze che intercorrono tra la Parusia intermedia e la
Parusia finale per una migliore comprensione di queste, al fine di comprendere
il gravissimo errore esegetico di Agostino nell’associare la Parusia intermedia
alla Risurrezione di Cristo.
a) La Parusia intermedia:
Carattere
preparatorio:
1- esultanza del cielo (gli angeli), perché viene condannata
Babilonia (= il mondo corrotto, inteso nel senso di “villaggio globale”) la
prostituta (Ap 18,20. 18, 1-5). Ciò è un anticipo del giudizio di Dio;
2- un angelo possente prese una pietra grande come
una mola e la gettò nel mare (Ap 18, 21). È l’anticipo della purificazione del
mondo che ha rinnegato Dio, ucciso i suoi profeti, e si è prostituito a Satana;
3- un’immensa folla simile a fragore gridava il
possesso del suo (del Signore) Regno e che quindi sono giunte le nozze
dell’Agnello (Ap 19, 6-8). È l’anticipo della presa di possesso del regno del
Signore sulla terra che coincide con l’unione più profonda (nozze) tra il Verbo
di Dio e la Chiesa.
Carattere
realizzatore:
1- È universale. Tutti vedranno gli effetti della
Parusia. Si apre il cielo alla comparsa del Cavaliere celeste (Gesù Risorto),
accompagnato dalle schiere angeliche, che giudica e combatte con giustizia (Ap
19, 11);
2- Vi è un primo combattimento escatologico.
Combatte con giustizia la Bestia (l’Anticristo-uomo), che è a capo dei re della
terra con i loro eserciti (Ap 19, 19). Vengono sconfitti gli eserciti terreni e
catturati la Bestia e lo Pseudoprofeta. Entrambi furono gettati vivi nello
stagno di fuoco, ossia all’Inferno (Ap 19, 19). Tutti gli altri furono uccisi
dalla “spada” (la Parola di Dio giudicante) che usciva dalla bocca del
Cavaliere (Ap 19, 21);
3- Vi è il <Giudizo delle Nazioni>. Vengono
condannate le genti che hanno operato iniquità (Ap 19, 15) e le nazioni sedotte
da Satana (Ap 20,3). Non è il giudizio finale, perché il giudizio riguarda
solamente i vivi e i morti. Al giudizio vi partecipano anche i santi (Ap 20,4).
Il Dragone rosso viene rinchiuso nell’Abisso per mille anni, affinché non
seduca più le nazioni (Ap 20,2);
4- Il regno. Le nozze della Chiesa con l’Agnello
dureranno mille anni. Al regno vi parteciperanno i cristiani accorti che non si
sono fatti marchiare dal marchio dell’Anticristo. Oltre ai superstiti
regneranno le anime dei decapitati. Vi è dunque la prima risurrezione per i
santi e i beati, e una necessaria trasfigurazione per i superstiti vivi ad
opera dello Spirito Santo. La trasfigurazione (come per Gesù in Lc 9, 28-36) è
un anticipo della risurrezione (Ap 20, 4-6). I vivi trasfigurati non subiranno
la seconda morte, quella spirituale, che è la perdita della grazia, ma
subiranno la prima morte, che è la morte fisica, per trovarsi nella
risurrezione generale alla fine del tempo.
Che la Parusia intermedia
sia la causa della prima resurrezione, intesa proprio in senso letterale, è
teologicamente ammissibile, in quanto se la risurrezione di Cristo è causa a
sua volta della risurrezione generale, tanto più la Parusia intermedia è causa
principale della prima risurrezione. La risurrezione dell’umanità dai testi
sacri sembra essere scandita a tappe secondo la pedagogia e il volere divino.
Infatti un primo effetto della risurrezione di Cristo è stata la risurrezione
di Maria, commemorata e regolata nella Chiesa col dogma dell’Assunzione in
cielo in anima e corpo.
Dunque, da subito, una
creatura ha beneficiato della risurrezione, in un giorno preciso appartenente
alla storia. Pochi sanno, che prima ancora di Maria, beneficiarono della
risurrezione, riprendendo i corpi, anche alcuni familiari di Gesù e dei
patriarchi: “Come effetto della Sua (risurrezione) e quale pegno e caparra
della nostra, ordinò a molti delle anime liberate di riunirsi ai loro corpi
risuscitati a vita immortale, fra essi s. Anna, s. Gioacchino, s. Giuseppe ed
altri Patriarchi, singolari per la loro fede e speranza nell’Incarnazione
(Agreda 1996: 366)”.
Se la risurrezione di Gesù,
che può essere definita una <parusia in piccolo> (cfr. Maria Valtorta) ,
ha dato già dei frutti di risurrezione, che avverrà durante la Parusia
intermedia se non una prima grande risurrezione dei giusti? Col battesimo i
giusti che passarono a miglior vita, hanno in potenza la facoltà di risorgere,
perché è una facoltà pertinente alla Parola ricreante di Dio. Nel battesimo
siamo morti e risorti in Cristo. I cristiani vivi beneficiano del mistero
pasquale già a livello spirituale, ma è anche possibile, per volere divino,
beneficiarne a livello corporeo, con una <trasfigurazione> dell’anima e
del corpo, come anticipo della risurrezione generale per i meriti della Croce
di Cristo.
Inoltre all’inizio del
millennio compare la Gerusalemme messianica. La città scenderà dal cielo e si
poserà in un punto sulla terra (a Dozulé, secondo un messaggio celeste). La
Trinità vi prenderà stabile dimora (Ap 20, 9-27. 22, 1-5). Tuttavia, secondo il
libro dell’Apocalisse, vi sono <le
foglie dell’albero> che servono a guarire le nazioni, perché è ancora un
tempo, quello dei mille anni, della misericordia di Dio attraverso i sacramenti
e la mediazione della Chiesa.
b) La Parusia finale:
1- È universale: Riguarda tutte le nazioni (Ap 20,
7);
2- Tempo: Avverrà quando i mille anni saranno
compiuti e Satana liberato (Ap 20,7);
3- Modalità: Scompare la prima creazione: <erano
scomparsi cielo e terra> (Ap 20,11);
4- Giudizio: È il Giudizio universale per i vivi e i
morti di ogni tempo (Ap 20, 12-14): È il giudizio definitivo per Satana,
relegato nello stagno di fuoco;
5- Nuova creazione. Viene creato un nuovo cielo e
una nuova terra e ricompare una nuova Gerusalemme, la Gerusalemme celeste (Ap
21, 1-2). Dio dimorerà con il suo popolo ed Egli sarà il “Dio-con-loro” (Ap 21,
3). Non ci sarà morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di
prima sono passate (Ap 21, 4).
Dal confronto delle due
Parusìe, se ne deducono le differenze, sia nel tempo e sia nel modo. E se non
sono tra loro assimilabili, nonostante una certa similitudine (le due parusie
sono state erroneamente assimilate da Vanni 1991: 319, “si tratta senz’altro della seconda venuta”), ancor meno è
assimilabile la Parusia intermedia alla Resurrezione come abbiamo già
dimostrato in precedenza. Dal confronto abbiamo notato che tra i due eventi
salvifici non c’è un elemento che richiama le due diverse manifestazioni del
Signore.
c. Luogo teologico della parusia intermedia.
Il tema della Parusia
intermedia trova il suo naturale luogo teologico nel messianismo regale che attraversa trasversalmente sia l’Antico
Testamento sia il Nuovo. La Chiesa ha condannato quella visione edonistica del
millenarismo fornita dall’eresiarca Cerinto, dove i mille anni erano intesi
come un lungo periodo caratterizzato dal predominio assoluto dei piaceri
materiali, perché estraneo alla visione biblica che concepisce il regno di Dio
nella giustizia e nello Spirito Santo. Dice S. Paolo: “Il Regno di Dio non è cibo né bevanda, ma giustizia, pace, gioia nello
Spirito Santo” (Rm 14, 17).
Orbene la Chiesa non ha
condannato quindi il senso letterale che la Bibbia fornisce sul millennio
felice del Regno di Dio instaurato da Cristo glorioso nella Parusia intermedia,
anzi lo stesso Cardinale RATZINGER, prefetto della Congregazione per la
dottrina della fede, ha riconosciuto che il problema del secondo ritorno di
Gesù non è ancora concluso e che esso è aperto alla libera discussione. V.
MERCANTE riassume, nel suo libro Millenarismo
e Parusia. Indagine storico-critica, questa discussione sul millennio in
due interpretazioni, che è bene conoscere: “Nonostante le innumerevoli
divergenze, le opinioni degli esegeti sul millennio (di Ap 20, 1-3), si
riducono sostanzialmente a due:
1- interpretazione
cronologica-letterale.
2 - interpretazione
simbolica-spirituale”.
Da questo dibattito si deduce che il millennio
dell’Apocalisse 20, 1-3 non si deve confondere con il millenarismo eterodosso
degli eretici ma, come scriveva giustamente lo studioso mons. Aldo Gregori ne La venuta intermedia di Gesù, esso è il
millennio della regalità del Signore, che ancora deve essere studiata dagli
esegeti per definire la Parusia intermedia all’interno della escatologia, la
quale fu creduta da molti Padri della Chiesa fino al III-IV secolo dopo Cristo
e venuta meno con l’interpretazione simbolica. E, mi auguro, che questa
affermazione abbia l’effetto di liberare il campo da possibili fraintendimenti
del lettore, spesso ignaro di tali dibattiti, e di annullare anticipatamente
ingenue accuse di eresie sulle affermazioni positive che si sono fatte sulla
Parusia intermedia, giacché sarebbero accuse gratuite e frutto di poche
letture.
In effetti alcuni esegeti
hanno fin troppo interpretato in senso simbolico il millennio del capitolo XX
dell’Apocalisse, quando invece si deve definire esattamente il senso letterale
come impone una corretta ermeneutica dei testi. Scrive Francesco SPADAFORA:
“Compito importante dell’ermeneutica è definire con esattezza i vari aspetti
del senso letterale, l’esistenza e la natura del senso tipico e di quello
adeguato o pieno, per fissare le norme che l’esegeta deve eseguire nel suo
lavoro. In realtà nella S. Scrittura, corrispondentemente alla duplice sua
caratteristica di libro umano e divino, risponde un duplice senso: letterale
e tipico.
Bene intesa, questa distinzione può dirsi adeguata... Ecco perché i Sommi
Pontefici hanno sancito la regola d’oro, già formulata dai
Padri e dai Dottori della Chiesa: prima e somma cura dell’esegeta sia la ricerca del senso letterale” (in Dizionario Biblico, p. 544).
Per tal motivo crediamo di
somma importanza inquadrare la Parusia intermedia e il relativo regno
messianico o millennio felice all’interno del messianismo regale, perché la sua
rivalutazione teologica è legata principalmente alla venuta del Messia secondo
la storia della profezia biblica e nella gloria universale del Risorto.
3. IL
MESSIANISMO REGALE NEL GIUDAISMO
Iniziamo con lo stabilire
una definizione introduttiva al tema del messianismo: “Il messianismo può
essere inteso come quella concezione biblica che attribuisce al rappresentante
della monarchia israelitica un ruolo particolare il regno di Dio e la salvezza
del popolo” (FABRIS 1977, p. 519).
All’interno di questa nozione
generale sono sorte due interpretazioni: il <messianismo regale o
dinastico> e il <messianismo escatologico>, che si precisa
ulteriormente come messianismo profetico, sacerdotale, apocalittico ecc.
Ma fra tutte le
interpretazioni sul Messia, continua il FABRIS, la più antica è quella del
<messianismo regale>. L’attesa messianica era concentrata su una figura
escatologica carismatica della casa di Davide, che sarebbe stata la guida del
popolo e che avrebbe portato la salvezza con la vittoria sui nemici. In origine
questa attesa è con molte probabilità (dall’epoca dei re) un’ attesa politica
(2 Sam 22, 5= Sal 18, 51). In uno stadio ulteriore l’accento si sposta sulle
qualità specifiche del Messia atteso, che dovrà compiere la giustizia e
stabilire un regno di pace e di libertà sulla terra. Questa tendenza si
rafforzò all’inizio dell’occupazione romana della Palestina (63 a. C.) così che
negli scritti di tarda apocalittica il Messia figlio di Davide passa in primo
piano (cfr. libro di Esdra, Baruc asiatico e Nuovo Testamento).
Si nota così come
l’opposizione degli zeloti contro la forza di occupazione romana ha perciò una
precisa componente messianica. L’esperienza storica di Cristo si cala in tale
contesto culturale, che risulta alquanto deviante per l’interpretazione della
divinità di Gesù da parte degli ebrei. Infatti al <messianismo regale>
con la figura del figlio di Davide, andava aggiunta una riflessione sulla
figura del Servo di Yahvé (Isaia) e sulla figura del Figlio dell’Uomo
(Daniele). Gesù nel corso della sua predicazione cercò di illustrare una
concezione messianica che comprendesse tutte le figure messianiche e non solo
quella posta erroneamente in luce dal nazionalismo zelota. Per tale ragione gli
Ebrei non accettarono Gesù come Messia, in quanto attendevano un capo politico
che li liberasse dai romani e instaurasse nuovamente il regno al modo del re
Davide. Il messianismo regale cominciò a declinare a partire dalla guerra di
Bar Kokba contro i romani (132-135 d. C.).
Successivamente, dopo la sconfitta
di tanti pretendenti messia, e più ancora dopo la sconfitta di Bar Kokba, i
rabbini svilupparono la concezione di un Messia sofferente, capace di offrirsi
per i peccati di Israele sino alla morte nella decisiva battaglia degli ultimi
giorni. Si attende perciò un messia-uomo e la sua sconfitta in funzione
redentiva. Questa concezione, eterodossa rispetto alle originarie fonti
bibliche, si è imposta nel corso del sec. XVIII con il sabatianesimo.
Il declino della originaria
concezione messianica, quella regale, è stata compromessa non da una attenta
analisi dei testi biblici, ma dall’esperienza storica dei falsi messia.
Purtroppo gli Ebrei non hanno una chiara concezione della figura
dell’Anticristo e dei suoi predecessori. Gli anticristi dell’ebraismo, come per
il cristianesimo, con la loro presenza ed azione hanno distorto la giusta
concezione del messianismo biblico che appartiene alla santa Tradizione
ebraico-cristiana. Per colpa di vari anticristi molti ebrei, nostri
contemporanei, hanno perso la fede nel <Dio che viene>. Applicando il
criterio evangelico di anticristo come rinnegatore di Dio e della sua Parola
possiamo dire che gli anticristi più noti nell’ebraismo sono: il capo dei
zeloti, Menachem ben Jehudah; Simon ben Kosiba (Kokba), che suscitò un
movimento messianico tale da portare in epoca talmudica alla già citata guerra
di Bar Kokba. Nel secolo XII un cabalista, Abraham ben Shemuel Abufalia cercò
addirittura di convertire il Papa, Nicola III (1280).
Probabilmente l’anticristo
più famoso è Shabbetaj Zevi (IIª
metà del sec. XVIII) che portò l’intero giudaismo in una profonda crisi e
screditò agli occhi di molti ebrei il messianismo tradizionale. Ritengo che sia
importante conoscere il fondatore del sabatianesimo, sia per il declino
dell’idea del messianismo regale sia per la conoscenza delle concezioni
escatologiche del giudaismo massonico, che bene ha messo in evidenza P. Mantero
ne L’Altra faccia della storia.
Infatti non si potrebbe comprendere l’ostinazione di questo gruppo ebraico e
della massoneria in genere, se essi non avessero una qualche speranza di
vittoria nel futuro.
Contrariamente a ciò che si
afferma nell’Apocalisse gli
anticristi credono nella sconfitta del Messia e nella vittoria dell’Anticristo.
Dalla storia di questo anticristo di stirpe ebraica comprenderemo in che modo
si è sovvertita la Parola di Dio.
SHABBETAJ ZEVI nacque a
Smirne nel 1626. Ben presto mostrò una tendenza ereticale, proclamando il
tetragramma sacro e la celebrazione delle tre feste del pellegrinaggio in una sola settimana (cfr. MAIER, Piccolo dizionario di ebraismo,1985, p. 555). Cacciato da Smirne,
Salonicco e Costantinopoli egli visse per un certo periodo a Gerusalemme. Nel
1655 incontrò a Gaza il cabalista Nathan ben Elisha, ritenuto allora quasi un santo,
che lo convinse della sua missione messianica e che divenne il suo profeta.
Ancora una volta si ripete qui, come altrove, lo schema dell’Apocalisse:
anticristo-pseudoprofeta.
Shabbetaj proclamò
pubblicamente di essere il Messia, quindi tornò a Smirne, dove si presentò come
il Messia regale. Stabilì poi il 18 giugno 1666
(se l’anno viene letto in chiave numerologica si ravvisa il numero della
bestia 666, il segno inconfondibile dell’Anticristo, cfr. Ap 13,18) come il
giorno della redenzione. Shabbetaj venne ben presto arrestato dall’autorità
turca e posto davanti alla possibilità di scegliere tra l’essere ucciso o il
passare all’islamismo; egli contro ogni ragionevole previsione si decise a
favore della conversione alla religione islamica. Né la sua apostasia dal
giudaismo né la sua morte nel 1676 significarono la fine del movimento
sabatiano. Il profeta Natan trasformò questa apostasia in una precisa posizione
teologica, spiegandola come necessaria del processo di redenzione: il Messia
deve sprofondare nel mondo del male e dei demoni in quanto soltanto così potrà
liberare se stesso e Israele. Dopo la morte di Shabbetaj sorse la leggenda del
suo rapimento e del prossimo ritorno del Messia.
La sua dottrina è stata
adottata in modo radicale nel movimento di Doenmeh e dei frankisti (di J.
Frank) e ha gettato tutto il giudaismo in una crisi le cui conseguenze sono
ampiamente avvertibili anche oggi con il discredito di ogni forma di attesa
messianica e con il rifiuto della <mistica>.
Non meravigliamoci, dunque,
se una buona parte degli ebrei professa l’ateismo e neanche c’è da sorprendersi
se alla base della conoscenza occulta della massoneria giudaica vi siano degli
elementi sabatianici. È chiaro che molti scelgono il male soltanto perché esso
sembra avere la forma del bene. Sicuramente lo spirito dell’Anticristo sfrutta
questi elementi pseudoteologici per far credere loro che è necessario
perseguitare il Cristo nella Chiesa prima, e far guerra al Cristo della Parusia
intermedia dopo, nella folle speranza che ciò sia necessario per il processo di
redenzione di Israele e del mondo. Ecco quale potrebbe essere la folle speranza
dei movimenti occulti e satanici, quella di credere che l’Anticristo vincerà
Gesù risorto e la sua Chiesa, per ridare ad Israele e ai potenti delle nazioni
il dominio del mondo.
La Chiesa ha inteso bene le
intenzioni malefiche della massoneria poco dopo la loro fondazione nel 1717
presso il Tamigi. Infatti la prima scomunica risale al 1738 da papa Clemente
XII. In seguito le bolle di scomunica sulla massoneria si sono moltiplicate
(1849, 1855, 1863, 1865, 1873), ma solo con l’enciclica Humanum genus, abbiamo un precisa condanna all’attività della
massoneria, colpevole di diffondere l’ateismo su istigazione del diavolo. Con
questa enciclica il papa Leone XIII invitò tutti i cristiani a smascherare la
massoneria:
“Da quando per gelosia del
demonio si è miserabilmente separata da Dio, l’umanità si è divisa in due campi
nemici (...) Il primo è il regno di Dio sulla terra, cioè la vera Chiesa di
Gesù Cristo. Il secondo è il regno di Satana (...) Nel nostro tempo i fautori
del male sembrano essersi coalizzati in un immenso sforzo, sotto l’impulso e
con l‘aiuto di una società diffusa in un gran numero di luoghi e fortemente
organizzata, la società dei Frammassoni (...) Essa si propone di vanificare,
nel seno della società civile, il magistero e l’autorità della Chiesa (...) Noi
vi diciamo dunque: in primo luogo strappate alla massoneria la maschera di cui
si copre e mostratela per quel che è...”.
Per facilitare questo
compito, per altro non facile considerando le grandi capacità mimetiche della
massoneria, riportiamo dieci segni particolari per riconoscere un massone:
1) Dà al denaro il primo posto. 2) Il suo tenore di
vita è alto. 3) Ha amicizie altolocate e disprezza i poveri. 4) La sua morale è
relativista e si adegua alle situazioni a secondo dell’interesse del momento.
5) E’ filantropo, ma solo per ingannare i semplici. 6) Segretamente impedisce
ogni iniziativa di promozione sociale, a meno che non rientri nel proprio
tornaconto personale. 7) Se da un lato controlla l’arroganza con un sorriso
bonario, dall’altro spesso usa la calunnia sistematica come strumento di
vendetta. 8) Preferisce inserirsi nelle associazioni o negli enti, come la
Politica, la Finanza, le Forze Armate, la Chiesa, l’Università, dove il potere
e il denaro “fanno classe”. 9) E’ arrivista contro ogni pudore e limite. 10)
Osteggia con ogni mezzo le apparizioni celesti e relativi messaggi carismatici
a lui avversi.
4. IL MESSIANISMO
REGALE NEL NUOVO TESTAMENTO.
È un dato di fatto che Gesù
viene considerato dalla Chiesa primitiva il Messia atteso dall’Antico
Testamento: “Nessuno mette in dubbio che sia parte integrante del patrimonio di
fede della prima chiesa l’affermazione: Gesù
è il Messia (cfr. FABRIS 1977, p.525). L’appellativo Christòs, traduzione greca del latino Messia, è diventato nelle
formule di fede cristiana così costante da formare con il nome proprio Gesù
un’espressione stereotipa: Gesù Cristo. Ciò si constata in tutti i livelli
della tradizione, dalle prime formule kerygmatiche e di catechesi (Rm 1, 3-4;
2Tm 2,8) fino agli attuali vangeli.
In Gesù si realizzano le
profezie del Servo di Yahvé, del
profeta escatologico. Gli Apostoli chiedono a Cristo Risorto se si realizzerà
anche la profezia riguardo al Figlio
dell’Uomo. Il profeta Daniele profetizzò: “Guardando ancora nelle visioni
notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di
Uomo, giunse fino al vegliardo e fu presentato a
lui che diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo
servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo
regno è tale che non sarà mai distrutto” (Dn 7, 9-14).
La tradizione giudaica vide
la figura del Figlio dell’Uomo in chiave messianica (così nelle parabole di Enoch 37-71; Apocalisse siriaca di Baruc e Apocalisse
di Esdra) e tale lettura continuerà invariata nella tradizione rabbinica
fino alla tragica sconfitta di Bar Kokba che causerà una inversione di rotta
rispetto alla precedente tradizione, come è successo analogamente nel
cristianesimo con il libro La Città di
Dio (vedi Il Grande equivoco di s.
AGOSTINO).
Con il titolo <Figlio
dell’Uomo> si raggiunge il nucleo storico più sicuro circa l’interpretazione
che Gesù ha dato della sua persona e della speranza escatologica. Ricorre 69
volte nella tradizione sinottica, 13 volte nel Vangelo di s. Giovanni, una negli Atti (At 7,56) e due nell’Apocalisse
(Ap 1,13; 14,14). Quando negli Atti
gli Apostoli chiedono a Gesù Risorto il momento in cui ricostituirà il regno
d’Israele avevano chiaro in mente che lui, il Cristo, era l’atteso <Figlio
dell’Uomo> profetizzato da Daniele. In breve gli Apostoli credevano nel
<messianismo regale>, al contrario di quella tradizione che sorse 100
anni dopo con la guerra di Bar Kokba di quella di 4 secoli dopo a partire dalla
interpretazione simbolica operata da GIROLAMO e AGOSTINO, condizionati, senza
dubbio, dall’involuzione avutasi nel frattempo nella teologia giudaica.
Ricapitolando, il
<messianismo regale> giudaico può essere sintetizzato così: Nel futuro
della storia era esattamente atteso il <Regno d’Israele> e, quindi, un
<Re> di natura celeste che lo avrebbe instaurato sulla terra; Egli
avrebbe regnato su tutti i popoli e i nemici di Israele sarebbero stati ridotti
a sgabello dei suoi piedi; Egli avrebbe regnato nel Diritto e nella Giustizia e
instaurato la Pace; avrebbe assicurato la prosperità e distrutto per sempre il
regno della Morte; ai giusti sarebbe stato concesso la Risurrezione, per godere
qui sulla terra di quella vita che Dio aveva loro assicurata, ma di cui, a
causa dei malvagi, mai avevano potuto appieno usufruire. La storia progrediva,
dunque, verso l’attesa del Messia e l’instaurazione gloriosa del Regno
d’Israele per una durata indefinita espressa poi simbolicamente con il
millennio del capitolo XX dell’Apocalisse.
Gli Apostoli, consapevoli
della realizzazione di tutte le profezie in Cristo, e vedendolo risorto,
ritornato cioè dalla morte, chiedono se era giunto anche il momento di
realizzare il <regno d’Israele>. Essi domandano: “Signore è questo il
tempo in cui ricostituirai il regno d’Israele?> Ma Gesù rispose: <Non
spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua
scelta, ma avrete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi e mi
sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino agli
estremi confini della terra> (At 1, 6-8).
Questo testo è
importantissimo per determinare il senso letterale di Ap 20, 1-6, in cui si
parla di Gesù Risorto che ritorna dalle nubi per instaurare sulla terra il
profetizzato regno dei mille anni. Si impongono due considerazioni. La prima è
che quando viene interrogato dagli Apostoli Gesù risorto conosce i tempi e i
momenti della realizzazione del <regno d’Israele>, anzi del Nuovo
Israele, cioè della Chiesa vittoriosa sul male, infatti non dice, come nei
sinottici, di non conoscerne l’ora, riservata solo alla sapienza del
Padre. Con la risurrezione, la
conoscenza degli eventi è vivificata pienamente e totalmente dallo Spirito di
Sapienza. Agli Apostoli però non spetta conoscere il tempo della realizzazione
del regno messianico. Non sono ancora pronti, perché devono ricevere lo Spirito
della Pentecoste. Al contrario san Giovanni conosce i tempi e la modalità della
profezia sul futuro regno della Chiesa messianica, ma li predice velatamente,
usando il modulo del settenario universale. Modulo che era conosciuto presso
tutti i Padri e finanche da AGOSTINO, che “intossicato” dall’eresia origenista,
non lo userà correttamente.
La seconda considerazione è
la seguente: con la risurrezione Cristo non ha instaurato l’atteso <regno
messianico>, ma lo ha innestato come un seme, che avrà il suo completo
sviluppo con le due Parusie gloriose. Il Regno di Dio è iniziato con la
predicazione: è già in <mezzo a voi> diceva Gesù al popolo ebraico. Con
la morte e risurrezione (e prima ancora con i miracoli) ha dato la
testimonianza al Vangelo predicato e vissuto.
Con Gesù Risorto tutto è compiuto, ma non tutto si è realizzato!
Nel mistero pasquale abbiamo l’escatologia in stato
germinale. Il futuro è il tempo dell’esecuzione delle sue promesse. AGOSTINO
dalla sua esposizione sembra disconoscere questa dinamica del <già e non
ancora>, per lui una dimensione del non ancora è un già. Confonde il futuro
con il passato e li unifica nel momento della Risurrezione. Scambia
imprudentemente l’<adventus> (venuta) della Risurrezione con
l’<adventus> (venuta) della Parusia intermedia. Inaudito, ma vero! È Gesù
stesso che dice: ”non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre
ha riservato alla sua scelta”. AGOSTINO, così facendo, crede, nella sua
presunzione, d’averli conosciuti. TEOFILO IL SICULO ha dimostrato ne Il Grande equivoco di s. Agostino, quali
sono stati i passi che lo hanno indotto ad abbandonare un tema della Tradizione
da lui pure creduta ed esposta nella sua predicazione come ci risulta dai
sermoni fino poi a ricredersi, quando conoscerà la dottrina perversa di
ORIGENE.
Pertanto, a partire dal 417,
data di compilazione della Città di Dio, si divide il pensiero escatologico in un
primo s. Agostino e un secondo s. Agostino. Il primo s. Agostino si può
tranquillamente accettare perché ha dimostrato di aver seguito i due
Testamenti, la Tradizione e lo Spirito, per cui ha avuto allora lo spirito di
verità, mentre dopo per una serie impressionante di errori ha preso un
clamoroso abbaglio riducendo ad una le due Parusie gloriose previste dalla
Bibbia e dallo Spirito profetico. Soleva dire il primo s. Agostino per non
errare: “E’ lo Spirito del Padre vostro
che parla in voi (Mt 10,20). E infatti non dice: Non siete voi a darvi il potere di parlare bene; ma dice: Non siete voi a parlare. Né dice: E’ lo spirito del Padre vostro che a voi dà
o ha dato il potere di parlare bene; ma dice: che parla in voi; non indicando il vantaggio della possibilità, ma
esprimendo l’effetto della nostra cooperazione con Dio” (De gratia Christi et de pec. originali 25,26). E poi: “A coloro che
annunciano il Vangelo con molta potenza è data la parola di verità, purché
non abbandonino l’autorità dei due
Testamenti e siano, loro stessi, le
ali della colomba argentata (Sal 67,14), in quanto mediante la loro
predicazione la Chiesa si spinge sino al Cielo (...) Tutto ciò devi individuarlo
nella Parola di Dio, devi riconoscerlo nello Spirito di Dio” (In Ps. 67,17 e In Ps. 103).
È bene capire inoltre il
seguito del passo degli Atti per
inquadrare messianicamente la parusia intermedia: “Detto questo (Gesù) fu
elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E
poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, ecco due uomini
in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: <Uomini di Galilea,
perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto
in cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in
cielo (1, 9-11)>. Gesù Risorto non rimane, come invece avverrà in Ap 20, 22
nella Gerusalemme messianica, in mezzo al popolo di Dio, ma sale in cielo; tuttavia
non lascia orfani i suoi discepoli ed amici e promette loro che il suo Spirito
starà sempre con loro <sino alla fine>. Infatti crediamo che Gesù è
presente quando la comunità è in preghiera, che Gesù è presente nei sacramenti
e nel Sacerdozio. Non c’è un vuoto cristologico tra l’Ascensione e la Parusia
intermedia. Ad una attenta analisi del testo degli Atti si evince che Gesù non contesta affatto il <messianismo
regale> degli Apostoli, anzi il messianismo regale sembra proprio essere
confermato dall’annuncio degli angeli:<Questo Gesù, che è stato di tra voi
assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto
andare in cielo>.
Sarà poi s. Giovanni, con la
sua Apocalisse, a spiegare ed
inquadrare a livello cronologico, con il settenario dei sigilli, la Parusia
intermedia e l’instaurazione del Suo regno nel millennio felice, il
<messianismo regale> nella prospettiva cristiana. Così le profezie
dell’Antico Testamento si ritrovano confermate nel Nuovo Testamento, e non
nella posteriore riflessione rabbinica, nella loro dignità e nella loro
realizzazione.
5. IL
MESSIANISMO REGALE NEI PADRI DELLA CHIESA.
Il messianismo regale è
stata una concezione teologica diffusa ed accettata comunemente da tutti i
cristiani istruiti fino a quando, nel terzo secolo, compare l’eretico ORIGENE
che in base alla propria concezione escatologica la ritiene inammissibile, come
pure i seguaci, GIROLAMO e AGOSTINO ma anche in precedenza EUSEBIO DI CESAREA,
DIONIGI D’ALESSANDRIA ed altri della scuola di Alessandria riuscirono a
confutarla utilizzando il metodo allegorico.
In realtà i primi Padri
della Chiesa attendevano il <Dio che viene>, il Messia Regale che avrebbe
realizzato le antiche promesse di un mondo rinnovato nella carità e nella
giustizia per un “tempo lunghissimo”, indicato con il numero di mille anni.
Giudicarli per la loro presa di posizione
come millenaristi è un’azione scorretta sia moralmente, perché i
suddetti Padri sono tutti di fede provata, sia teologicamente, perché esiste un
millenarismo ortodosso, che è quello letterale.
I primi Padri della Chiesa, dopo un serio studio su
questo argomento, sono i veri
continuatori della Tradizione ebraico-cristiana. Di alcuni di loro sappiamo per
certo che ebbero la conoscenza delle promesse di Cristo direttamente dagli
Apostoli. Quindi come possiamo avere dei dubbi riguardo alla loro predicazione?
Erano forse degli sprovveduti? Un teologo riporta che: “Lo PSEUDOBARNABA,
PAPIA, SAN GIUSTINO, SANT’IRENEO che si appella alla tradizioni degli anziani,
TERTULLIANO, SANT’IPPOLITO, SAN METODIO, SAN VITTORINO, LATTANZIO,
SANT’AMBROGIO, ecc. Spiegavano: -dopo una prima risurrezione, quella dei
martiri, che Cristo sarebbe ritornato sulla terra per regnarvi mille anni
insieme coi suoi fedeli” (ANTONINO ROMEO, Bibbia,
Marietti, 1963, pag 844, II col.). Quindi la posizione premillenarista assunta
da questi padri della Chiesa è più che lecita ed abbastanza argomentata.
Mentre l’attuale teologia
non ha ancora capito, a causa dei paraocchi di AGOSTINO e GIROLAMO, che i
cristiani credevano prossima non la fine del mondo, non la Parusia Finale, ma
la fine di un mondo posseduto dall’Anticristo e l’avvento della Parusia
intermedia! Ancora dopo 20 secoli non sappiamo valutare criticamente la fede
dei nostri antenati. Il “ritardo” della Parusia creò allora non pochi problemi,
come la defezione di alcuni ma in realtà non si può basare la fede solo sulla
Parusia, ma su tutti i misteri del cristianesimo e soprattutto sul mistero
centrale di Cristo, il Mistero Pasquale, a partire dal quale si snodano tutti
gli altri.
Ma da qui a cancellare una
Parusia, ce ne vuole di fantasia! Ed appunto sarà la fantasia sbrigliata di
certi esegeti, ORIGENE in primis,
coll’ applicare il metodo allegorico al testo di Ap. 20, 1-6, a causare i
risultati catastrofici che sono ormai evidenti agli occhi di tutti: il crollo
della Chiesa africana e parte della Chiesa mediorientale, e tanti scismi ed
eretici a non finire. Per questa ragione, come vedremo meglio in seguito, i
Padri che si sono lasciati trarre in inganno dalla lettura alterata compiuta da
ORIGENE sull’escatologia cristiana hanno in realtà fatto una anticipazione del
concetto di millennio felice (millenarismo attualizzato), introdotto secondo le
Scritture dalla Parusia intermedia, facendo iniziare, invece, i mille anni
subito dopo la Risurrezione di Cristo. Ma andiamo con ordine riscoprendo,
anzitutto, la ricchezza della prima Tradizione.
a.Didaché
Risale al primo secolo ed è
il più antico degli scritti patristici. È scritto in greco ed ebbe tanta stima
da essere annoverato da s. Atanasio addirittura tra le Sacre Scritture. Fu un
manuale usatissimo per la formazione dei cristiani sia nella istruzione ai
catecumeni sia nelle assemblee eucaristiche. Ecco il testo che ci riguarda:
“Negli ultimi giorni
aumenteranno i falsi profeti e i corruttori, e le pecore si muteranno in lupi e
la carità si muterà in odi. Crescendo l’iniquità, gli uni odieranno gli altri,
si perseguiteranno e tradiranno. Allora comparirà il seduttore del mondo (cioè
l’Anticristo), come figlio di Dio, e opererà miracoli e prodigi. La terra sarà
nelle sue mani, e farà cose scellerate che mai avvennero dal principio del
tempo. Allora il genere umano perverrà al fuoco della prova, si
scandalizzeranno molti e periranno. Quelli invece che perseverano nella fede
saranno salvati dalla maledizione di lui. E allora appariranno i segni della
verità; prima il segno dello squarcio nel cielo, poi il segno del suono di
tromba, in terzo luogo la risurrezione dei morti. Non di tutti (infatti si tratta
del Giudizio Interiore e non del Giudizio Finale), ma secondo quanto fu detto:
<< Verrà il Signore e tutti i santi con Lui (nella Parusia
intermedia)>>. Allora il mondo vedrà il Signore che viene sopra le nubi
del cielo (vedi I Padri Apostolici
1998: 39)”.
Alla base di questo testo vi
è una interpretazione letterale di Ap 20, 1-6. È questo il testo più antico
della patristica e gli altri che verranno di seguito adotteranno solo questo
senso letterale contrariamente a questi padri faranno ORIGENE, GIROLAMO e
AGOSTINO, ammettendo il senso allegorico della pericope.
b.La
lettera di BARNABA
È contemporanea alla Didaché e conferma il senso letterale
attribuito ad Ap 20, 1-6. Ecco il testo:
“Inoltre del sabato è scritto nei dieci comandamenti
quando (Dio) parlò a Mosè in persona sul monte Sinai. <<Santificate il
sabato del Signore con le mani pure e con il cuore puro>>. E in un’altra
parte dice: <<Se i miei figli osserveranno il sabato, allora stenderò la
mia misericordia su di loro. Parla del sabato al principio della creazione:
<<E fece Dio in sei giorni le opere delle sue mani e le terminò nel
settimo giorno e in quello si riposò e lo santificò>>. Osservate, o
figli, che cosa significa <<terminò in sei giorni>> Questo dice che
in seimila anni il Signore compirà ogni cosa. Un giorno, per lui, infatti,
segna mille anni>>. Dunque, o figli, in sei giorni, seimila anni saranno
compiute tutte le cose. <<E riposò nel settimo giorno>> che
significa: quando venuto il Figlio suo distruggerà il tempo dell’iniquo (cioè
l’Anticristo) e giudicherà gli empi (nel Giudizio Interiore) e muterà il sole,
la luna e le stelle, allora bene riposerà nel settimo giorno>> (vedi I Padri Apostolici 1998, p. 208)”.
Qui, oltre al senso letterale
di Ap 20, 1-6 notiamo l’applicazione della settimana universale deducibile non
solo dalla Genesi, ma anche dall’Apocalisse.
In realtà quest’ultimo libro sacro è strutturato su dei settenari: il
settenario delle chiese, il settenario dei sigilli, il settenario delle coppe,
come ad indicare una scansione nel tempo dell’azione divina sul mondo. Il
settenario indica nella Bibbia non solo il Sabato, ma è una rappresentazione
tipica della prima creazione sulla quale si modella la seconda dei “mille anni”.
L’applicazione modulare del settenario nell’Apocalisse
è il coronamento di tutte le profezie sul millennio felice a partire dalla
Genesi. Si suppone che i primi Padri ricevettero la spiegazione del settenario
dallo stesso s. Giovanni, il quale indicò nel 7° sigillo il millennio
profetico, inaugurato dalla Parusia intermedia (da ricordare che nella
settimana ebraica il Sabato corrisponde al settimo giorno), che avrebbe
anticipato l’ottavo giorno interamente e definitivamente del Signore.
c. S.
GIUSTINO, filosofo, teologo e martire.
È considerato tra i più
importanti apologisti greci del II secolo. Fu pagano e filosofo, prima stoico,
poi peripatetico e finalmente pitagorico. Ma nessuno di questi filosofi poté
convincerlo. La ricerca della verità l’aveva portato al cristianesimo. Nel Dialogo con Trifone troviamo la sua
concezione escatologica. Alla domanda dell’ebreo Trifone se è vero che i
cristiani ritengono che un giorno Gerusalemme sarà riedificata ed abitata da
loro assieme a Cristo glorioso e agli antichi patriarchi ebrei risuscitati,
Giustino risponde:
“Ti ho già detto prima che io, e molti altri, ne
siamo convinti, dopo aver esaminato bene la questione, anche se non tutti sono
d’accordo, pur essendo cristiani onesti. Dei cristiani eretici e disonesti non
ne parlino neppure...Ma io, e qualunque
altro cristiano che sia ben istruito in tutto sappiamo, vuoi che ci sarà la
risurrezione, vuoi che ci saranno i mille anni, nella città di Gerusalemme,
riedificata, ed ornata ed ampliata; come hanno promesso Ezechiele ed Isaia, e
gli altri profeti (...). Quanto alle parole: “I giorni del mio popolo saranno
come i giorni dell’albero, i frutti del loro lavoro saranno moltiplicati”- noi
intendiamo come riferite in modo allegorico ai mille anni. Infatti, essendo stato
detto ad Adamo, che nel giorno in cui avesse mangiato dell’albero, sarebbe
morto, sappiamo che di fatto morì senza compiere i mille anni. Anche
quell’altro passo: -“Un giorno davanti al Signore è come mille anni (2Pt 3,8)”-
noi lo intendiamo come riferito allo stesso argomento. Inoltre, c’è il fatto
che uno dei nostri, chiamato Giovanni, in un’apocalisse (=rivelazione) a lui
fatta ha predetto che coloro che avranno creduto nel nostro Cristo
trascorreranno mille anni a Gerusalemme: passati quelli, ci sarà la
risurrezione generale, eterna, di tutti assieme contemporaneamente, e infine il
Giudizio (cit. da PENASA 1994, p.114. Altri testi dei Padri della Chiesa
vengono analizzati dall’autore ricavando il concetto della Parusia
intermedia)”.
Anche questo testo dà una
lettura di Ap 19-20 in senso letterale. S. GIUSTINO a differenza di ORIGENE si
allontana completamente dal paganesimo ed accetta in toto la Tradizione Apostolica ed Ecclesiastica. Alcune
osservazioni sul testo. Si credeva che la città di Gerusalemme ritornasse al
suo splendore, ma in realtà sulla Gerusalemme terrena pesa un giudizio
irrevocabile e per questo si parla di un’altra realtà, di tipo spirituale. L’Apocalisse è chiara nel dire che la
Gerusalemme Messianica verrà dal cielo. Dunque bisogna attendere una città o
luogo di natura celeste, come lo fu il Paradiso terrestre, venire dal cielo.
Ancora: per la prima volta troviamo in uno scritto un dibattito tra un
cristiano e un ebreo colto sulla questione del messianismo regale. In realtà
Trifone fa resistenza alla concezione cristiana del messianismo regale perché
ha conosciuto la riflessione rabbinica posteriore all’umiliante sconfitta di
Bar Kokba, che ha formulato un messianismo eterodosso rispetto alle originarie
concezioni. Quando ORIGENE, GIROLAMO e AGOSTINO chiederanno agli ebrei (è
attestata dalla loro corrispondenza la consulenza dei Padri della Chiesa presso
gli ebrei nelle questioni esegetiche) qualche lume sul messianismo regale, non
troveranno di certo presso questi la <veritas haebraica>, ma una
rielaborazione del messianismo in chiave allegorica.
Altra osservazione: vi sono
alcuni cristiani che non sono d’accordo sulla questione. Ricordiamo il clima
teologico di allora. Cominciano a sorgere nuove sette che mettono in crisi
alcuni punti della dottrina, se non proprio alcuni libri delle Sacre Scritture.
Addirittura si cerca di negare tutto l’Antico Testamento, come fecero ad
esempio i montanisti. I cristiani erano disorientati. Pertanto l’unico criterio
di verità rimane e rimarrà sempre il ricorso alla Parola di Dio e alla Santa
Tradizione dei Primi Padri della Chiesa.
d.Il
messianismo presso gli altri Padri della Chiesa atteso nel Sabato del Signore.
Sulla linea del messianismo regale
cristiano vi sono anche TERTULLIANO, IPPOLITO, LATTANZIO, S. POLICARPO DA
SMIRNE, e tra tanti ricordiamo il più grande pensatore cristiano del II secolo,
s. IRENEO DA LIONE, definito il “Padre della dogmatica”.
S. IRENEO nel II secolo
affermò: “In quanti giorni fu fatto il mondo, in altrettanti millenni avrà la
sua durata. E perciò è detto nella Genesi: “E furono compiuti il cielo e la
terra con tutti i loro ornamenti, e Dio compì tutte le sue opere in sei giorni
e nel settimo riposò”. Queste parole sono nelle stesso tempo e storia e
profezia, poiché riguardano le cose passate e future. Un giorno presso Dio è mille anni; perciò in sei giorni Dio fece
tutte le sue opere della creazione, è dunque manifesto che la durate di queste
cose sarà ristretta in seimila anni” (“Delle
eresie”, libro V, capo ultimo).
P. MANTERO afferma nel Grande libro delle profezie che: “Il settimo millennio sarà dunque quello
della quiete, della pace. A tal
riguardo l’apologista LATTANZIO nel III secolo commentava: “Come in sei giorni
Dio creò il mondo e al settimo riposò, così la verità e la religione
faticheranno e saranno tribolate per seimila anni dall’errore e dall’iniquità, ma al settimo
millennio godranno riposo e pace
(“Instit. Div.”, libro VII, c. 7).
“Dopo sei giorni - scrive S.
ILARIO- Cristo si trasfigurò...si fece vedere nella gloria; egli annunzia che
passati i seimila anni del mondo, si farò vedere nella gloria del Paradiso” (Comm. In S. Matteo, cap. XVII). ANDREA
DI CESAREA nel V secolo dice: “Mentre dopo la sesta tromba l’Angelo annuncia
che non vi sarà più tempo, fa vedere con chiarezza che dopo i seimila anni poco
o nulla resterà al mondo. Ma nei giorni della voce del settimo Angelo, quando
si incomincerà ad ascoltare la tromba, si consumerà il mistero di Dio svelato
dai suoi profeti” (Commento
all’Apocalisse, cc. XXVIII e XLIV).
Il vescovo s. GAUDENZIO
scrive: “Attendiamo quel giorno veramente santo, cioè il settimo millennio,
quando cioè, compiuti questi seimila anni di fatiche e di stenti passeremo al
riposo eterno. Allora non ci sarà più combattimento alcuno col demonio, perché
sarà legato; non ci sarà più da combattere contro la carne, perché risorgerà
impassibile e spiritualizzata” (Sermone X
sull’Esodo).
EUSEBIO GALLICANO ricava i
seimila anni dalle settimane del profeta Daniele: “Che cos’è questo numero
sette? Ciò significa tutti i giorni del mondo” (Sermone nella domenica XXVII dopo Pentecoste).
Dobbiamo sottolineare che
tutta la Tradizione fino a s. AGOSTINO si basava non solo sul senso letterale
di Ap 20, 1-6 per determinare la propria concezione messianica, ma anche sul
sabatismo di s. Paolo e di s. Pietro, i quali da fedeli ebrei e cristiani, come
s. Giovanni, sotto lo Spirito Santo hanno rielaborato il sabatismo ebraico in
chiave cristiana. Per tale concezione hanno riutilizzato i passi della Genesi
(la settimana creazionale), del salmo 89, e le profezie di Isaia, Daniele e
Ezechiele per fondare il modulo della settimana universale. Secondo tale
concezione Dio si riposerà dalla lotta contro Satana nel Sabato del settimo
millennio, che sebbene coincida con il sabato ebraico, e quindi l’ultimo
giorno, per i cristiani è invece il penultimo giorno definitivo, giacché Gesù
Cristo con la Risurrezione ha instaurato l’ottavo giorno, quello dell’eternità
che assorbirà il tempo.
S. Agostino confonde il
settimo giorno con l’ottavo, mentre bisogna mantenere per comprendere i testi
sacri della Bibbia la settimana ebraica aggiungendo il giorno della
Risurrezione (Gesù è risorto, secondo il Vangelo, il giorno dopo il Sabato, da
qui la nostra Domenica) per fissare nel settimo giorno e quindi nel settimo
millennio la Parusia intermedia, mentre nell’ottavo giorno e, dunque in quel
evento metastorico, la Parusia finale.
Secondo un calcolo delle
generazioni presente nella Bibbia il millennio che stiamo vivendo è il terzo
dalla nascita di Cristo e il settimo della nascita di Adamo, stimata intorno al
4004 a.C.
E, se il calcolo è esatto, questo millennio che sta
per affacciarsi nella storia dell’uomo è il millennio del Regno di Cristo sulla
terra annunciato da molti messaggi carismatici come imminente, perché il sesto
millennio quello dell’Anticristo sta per terminare.
6. LA PARUSIA
INTERMEDIA PRESSO I TEOLOGI E GLI STUDIOSI DI RIVELAZIONI PRIVATE
Padre MARTINO PENASA ha
coniato il termine <Parusia intermedia> per il Ritorno prefinale di
Cristo Risorto, mentre studiosi come PIERO MANTERO avevano notato già una
venuta gloriosa di Cristo diversa da quella finale, e in mancanza di una
corretta terminologia, usavano termini come Ritorno di Cristo, Venuta di Gesù,
Seconda Venuta del Signore che potevano essere confuse da un lettore ignaro con
la Parusia finale comunemente creduta.
PENASA ha dato inizio a una
riflessione che coinvolge tutte le discipline teologiche, perché ha come
argomento un elemento essenziale della fede cristiana. Interessante è la sua
prova teologica riguardo alla Parusia intermedia che, a sua dire, darebbe
inizio all’epoca sotto la legge di Cristo. Dopo aver messo in evidenza che
l’umanità nei suoi rapporti con Dio è divisa in tre distinte epoche: in lege naturae, in lege Moysis e in lege Christi, fa notare che l’uomo è
stato governato dalla solo legge di natura e dalla Legge di Mosè, ma non ancora
dalla legge di Cristo, almeno non completamente. E questo, secondo il padre
francescano, avverrà sulla terra nel millennio felice.
Monsignor ALDO GREGORI nel
libro dal titolo Alle soglie della Nuova
Era (ed. Thyrus) dove aveva compreso bene come il millennio dell’Apocalisse
20, 1-3 si proiettava nel futuro e si distingueva dai vari millenarismi, crasso
e spiritualizzato, che piegavano il senso biblico del millennio in direzione
ereticale. GREGORI comprese che il millennio biblico non sarebbe stato una
specie di bengodi, ma che il regno di Dio sulla terra, secondo la S. Scrittura
e l’insegnamento della Chiesa, si sarebbe attuato ancora attraverso la lotta
contro le passioni, il rinnegamento di sé, la preghiera, conformemente
all’esempio del Salvatore che ha redento il mondo con la Croce: “Chi vuole seguirmi rinneghi se stesso,
prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23). Anche nei mille anni
predetti dall’Apocalisse l’umanità
vive la triste realtà del peccato originale. L’autore chiarisce che: “Il
peccato di Adamo ha inquinato su questa terra la stirpe umana per sempre. E’
dottrina della Chiesa sancita dal Concilio di Trento (Denz-S, 789-792).
Redimendoci Gesù ci ha ottenuto, attraverso il battesimo, la remissione del
peccato originale, non la liberazione dalle sue conseguenze che sono la perdita
delle quattro immunità (dal dolore, dalla morte, dall’ignoranza e dalla
concupiscenza). Queste conseguenze sono rimaste dopo la morte e la risurrezione
di Gesù e rimarranno dopo l’incatenamento di Satana, fino alla fine del mondo,
sicché resta per l’uomo la necessità del combattimento spirituale per
mantenersi accetto a Dio. La concupiscenza, asserisce il Concilio di Trento,
rimane negli uomini “ad agonem”, per
la lotta cioè, e quindi per l’acquisto del merito e del premio a favore di
coloro che l’avranno vinta, poiché, dice s. Paolo: “non sarà coronato se non colui che avrà legittimamente combattuto “
(2Tm 2,5). Anche durante i “mille anni”
resteranno dunque il peccato, l’errore, il dolore e la morte”.
In seguito l’autore ha
specificato meglio nel 1992 la differenza tra la Parusia intermedia e la
Parusia finale attraverso lo studio e l’accordo di diversi testi biblici. Nel
libro La Venuta intermedia di Gesù
GREGORI (ed. Alone) afferma: “la Venuta intermedia di Gesù con tutto ciò che la
precede e l’accompagna deve esser vista come figura della sua venuta ultima;
gli sconvolgimenti che dovranno accadere prima che Satana venga imprigionato
sono figura della catastrofe finale; la prima risurrezione corporea è figura
dell’ultima risurrezione generale; l’Era Nuova è figura della Beata Eternità.
Sinteticamente possiamo tracciare il seguente schema degli avvenimenti tipici e
di quelli antitipici che vi corrispondono con la citazione dei relativi
supporti biblici.
LA VENUTA INTERMEDIA DI GESÙ
TIPO
1. La Grande Tribolazione (Ap 7,14; Mt 24,7-14);
2. Fine dei Malvagi (l’Anticristo seppellito nel
lago di fuoco e di zolfo: Ap 19-20);
3. Risurrezione dei Martiri e dei Confessori (Ap
11,11; Ap 20, 4-6);
4. Ritorno di Cristo Glorioso sulla terra (At 1,11);
5. Nuova Era: il Millennio felice (Ap 20,3).
LA VENUTA FINALE DI GESÙ
ANTITIPO
1. Satana scatenato per l’ultima battaglia (Ap
20,7-9)
2. Sconfitta di Satana (è gettato nel lago di fuoco
insieme all’Anticristo: Ap 20,10);
3. Risurrezione generale dei corpi (Ap 20,12-13);
4. Ritorno di Cristo glorioso per il Giudizio
Universale (Mt 25-31)
5. Eternità Beata (Mt 25-46 e cfr. pag. 60).
TEOFILO IL SICULO ne Il tempo dell’Anticristo e la Parusia
intermedia ha ben inteso come sant’Agostino confonde tutta la cronologia
profetica invertendone gli eventi. L’Anticristo, secondo il Padre di Tagaste,
verrà alla fine del tempo, ignorando che questa figura escatologica è un
predecessore di Satana. È Satana, stando all’Apocalisse, che viene alla fine del tempo! Che s. Agostino abbia
fatto coincidere l’Anticristo con Satana, lo si intende chiaramente nel
commento al vangelo e alla prima epistola di s. Giovanni: “Prima deve venire l’Anticristo, poi il giorno del giudizio”
(Agostino, Commento al Vangelo e alla
Prima Epistola di s. Giovanni, ed. Latina-italiana, vol. XXIV/2, Città
Nuova, Roma 1986, p.1691). In tal modo TEOFILO IL SICULO ha saputo collocare la
Parusia intermedia nel tempo della sconfitta dell’Anticristo e la Parusia
finale nel tempo della sconfitta di Satana, inquadrando la battaglia della
Triade infernale (Satana, Anticristo e Pseudoprofeta) contro Dio dall’Antico
Testamento nelle varie modalità di attacco (paganesimo, eresia, tradimento di
Giuda, scismi, sistemi atei) fino ai giorni nostri in cui si avverte in
particolar modo la presenza satanica in gruppi e movimenti occulti ed
esoterici, specialmente all’interno della massoneria.
Registriamo anche come il
concetto di parusia intermedia ha varcato i confini nazionali. Recentemente un
professore italo-canadese che si fa chiamare Johannes De Parvulis ha pubblicato
un libro in Canada nel 1999 dal titolo Mondo
nuovo, nuovo, nuovo dove si parla a pagina 80 di prima Venuta di Gesù come Redentore (2000 anni fa), della Venuta
intermedia come Re (adesso) e della Venuta
finale, alla fine del mondo, come Giudice.
Recentemente un noto teologo
italiano ANTONIO GENTILI, padre barnabita, nel libro Quanto manca alla fine? (Ancora, 1998), riconosce la validità del
concetto di parusia intermedia e riesce ad estrapolarla all’interno del recente
Magistero della Chiesa: “La Nuova Pentecoste, intravista da papa RONCALLI
quarant’anni fa alla vigilia del concilio Vaticano II, sembra preludere a una
“venuta intermedia” di Cristo nel mondo, al compiersi del bimillenario della sua
nascita. E Maria è stata riconosciuta Madre del Secondo Avvento da centinaia di
migliaia di ragazzi e ragazze, le speranze del domani, riuniti a Denver (USA)
per la Giornata mondiale della Gioventù” (p. 14).
Anche il Pontefice, GIOVANNI
PAOLO II, si è pronunciato più volte e soprattutto in vista della scadenza del
2000 con la lettera apostolica Tertio
millennio adveniente: una <<nuova primavera di vita cristiana...dovrà
essere rivelata dal Grande Giubileo, se i cristiani saranno docili all’azione dello
Spirito Santo>> (n. 18). Prima di lui, papa Giovanni XXIII aveva
affermato, indicendo il concilio Vaticano II, che <<l’umanità è alla svolta di una nuova era>> (Humanae
salutis, 25 dicembre 1961). I padri conciliari riconosceranno che <<è già
arrivata a noi l’ultima fase dei tempi>> (Lumen Gentium, n. 48) e
che <<è in pericolo il futuro del mondo>>: <<L’intera società
umana è giunta a un momento sommamente decisivo (e) si trova già in un grave
pericolo>> (Gaudium et spes, nn. 15, 77, 82). P. GENTILI ha ripreso il
tema della parusia intermedia e l’ha approfondita nelle introduzioni agli studi
di padre JAMES FANNAN del PIME. P. FANNAN ne Millenarismo e profezia. Apocalisse 20, 4-44 (riabilitata) e Il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica e
l’Apostasia. Riflessioni sulla seconda lettera ai Tessalonicesi 2,1-8 delle
edizioni Segno ripropone la tesi secondo la quale il millennio felice è da
collocare nel futuro secondo le indicazioni bibliche, alcune delle quali
presenti in modo velato nei documenti della Chiesa Cattolica.
Un altro studio sulla
parusia intermedia è pubblicato a puntate nella rivista Messaggi Carismatici Cattolici, il quale sulla base delle
rivelazioni private riesce a ricostruire con un certo ordine le profezie
bibliche. Gli studi sulla Venuta Intermedia di Gesù sono riportati nel Primo
Capitolo di questo libro. Vedi una schema sul
prossimo futuro al n. 21 del
Cap. I, ove si parla del vero e del
“falso papa”, cioè dell’anticristo ecclesiastico, che ci saranno
contemporaneamente dopo la morte del papa attuale Giovanni Paolo II .
Parlare di antipapa non è fantaecclesiologia, perché
nei secoli passati ne abbiamo avuto qualche caso, ma ora si tratterebbe di un “falso papa” e potrebbe essere eletto
all’interno della massoneria ecclesiastica, che sta prendendo sempre più piede
interno della Chiesa. Una fonte attendibile (L’Espresso, 12 dicembre 1987)
afferma che nel 1987 il giornalista massone Pier Carpi, confermando l’assunto
del “fratello” Fulberto Lauro secondo il quale alla Loggia P2 aderivano anche
cardinali e vescovi in incognito, specificava che <<si chiama “Loggia
Ecclesia” ed è in contatto diretto con il gran maestro della Loggia Unita
d’Inghilterra, il duca Michele di Kent. Tale loggia opera in Vaticano dal 1971.
Vi appartengono più di cento fra cardinali, vescovi e monsignori di curia.
Riescono a mantenere il più assoluto segreto, ma non al punto da sfuggire alle
indagini degli uomini della potente “Opus Dei”>>.
Un altro studioso che ha
ammesso l’esistenza della parusia intermedia è JOAN SEGARRA OLLÈ ne La Piccola vita di Gesù, delle edizioni
Segno. In un recente articolo su Il Segno
del Soprannaturale luglio 2001 commentando il Padre Nostro poneva queste
domande: “Dobbiamo attendere una venuta intermedia di Gesù Cristo nel nostro mondo
o dobbiamo attendere la sua venuta alla fine del mondo con l’Apocalisse?
Dobbiamo attendere il regno del Sacro Cuore di Gesù o il regno del Cuore
Immacolato di Maria in questa terra o dobbiamo attendere il regno di Gesù
Cristo, come Signore del cielo e della terra? Esiste o non esiste il regno di
Dio in questa terra? Se esiste, sarebbe superfluo attenderne e chiederne
l’avvento. La nuova venuta di Gesù Cristo sarebbe da concretizzarsi in senso
estensivo, cioè nel senso che il dominio di Gesù Cristo si estenda a tutto il
genere umano: “Venga il tuo regno” su tutte le persone che hanno l’alito della
vita.
Si è imposto ultimamente
negli studi di profezie GUIDO LANDOLINA, che affronta le questioni della fede a
partire dall’esperienza quotidiana dell’uomo della strada. I suoi ragionamenti
e le sue luci partono da dati concreti e toccano il cuore per aprirlo alla
conversione. Pertanto nelle sue riflessioni prima ha scoperto la novità del
concetto di Parusia intermedia nella meditazione degli scritti di Maria
Valtorta e riportate ne Alla ricerca del
Paradiso perduto ovvero i Dialoghi di un catecumeno, poi scopre la
fondatezza teologica della venuta intermedia leggendo autori come Penasa e
Teofilo il Siculo e li spiega ne Alla
scoperta del Paradiso perduto ovvero il Dio interiore, ed infine si cimenta
ne Alla scoperta del paradiso perduto
ovvero la Rivelazione del Dio nascosto (Apocalisse e Nuovi Tempi) di
evincere la Parusia intermedia all’interno di un vero e proprio commento
all’Apocalisse di san Giovanni. Il suo interesse per gli scritti valtortiani lo
ha portato a commentare anche il Vangelo di Giovanni (cfr. Il vangelo del “Grande” e del “piccolo” Giovanni in tre volumi) e i
Vangeli Sinottici (cfr. I Vangeli di
Matteo, Marco, Luca e del “piccolo” Giovanni in tre volumi, gli ultimi due
in fase di preparazione tutti editi dalle edizioni Segno). Per analizzare il
grande sforzo di comprensione e divulgazione che fa Guido Landolina riguardo
alla parusia intermedia occorrerebbe scrivere un altro saggio, che qui per
motivo di spazio non potrebbe stare, ma una citazione dall’ultimo libro,
riassume il suo pensiero e la sua tensione spirituale. Dice una sua Luce: “La
Parusia Intermedia. Tempo verrà in cui le schiere dei miei Angeli percorreranno
la terra in lungo e in largo purificandola da ogni nefandezza. E nel terreno
arato dallo sbalordimento e dal dolore Io farò scendere la Pace della Mia
Misericordia che assicurerà il Millennio Felice. Vita santa, santissima, vita
beata, ricordi cosa ti dissi? Più che nell’Eden dove i primi Due sentivano la
Mia Voce nei silenzi della sera, cioè nella pace della loro coscienza, e dove
poi i ‘successivi’ sentiranno la Mia Voce in quella dei loro cuori, non come
sussurro ma come inno tonante di Gioia, come un Gloria che sale luminoso al
Cielo, lasciando gli abissi nella loro profonda oscurità. Bisogna avere
coraggio nell’annunciare la Mia Parusia Intermedia, il coraggio di vincere
l’incredulità, il razionalismo, lo sbigottimento. Se vi preannunciassi un mondo
di guerra mi credereste, ma se la Mia Bontà ve ne annuncia uno di Pace ridete
increduli e mi date del mentecatto. A questo è giunto l’orribile Avversario che
ha ottenebrato le vostre menti facendovi parer bianco il nero e nero il bianco,
Bene il Male e Male il Bene. Ecco, o uomini del XX secolo, si avvicina l’Era
della Pace della Mia Parusia, preceduta dalle sofferenze del Regno
dell’Anticristo. Così siete appagati, nella vostra umanità, perché se non
credete al Bene avrete almeno motivo di credere al male, che vi circonda, che
penetra nei vostri occhi, nelle vostre menti, che vi intossica fino a farvi
perdere la coscienza della realtà, che vi pare un sogno, mentre il ‘sogno’ è
reale Realtà” (da I Vangeli di Matteo,
Marco, Luca e del ‘piccolo’ Giovanni).
In ultimo, ritengo ancora valido
il mio studio pubblicato in Messaggi
Carismatici-Cattolici luglio 1999 dal titolo La Parusia intermedia nel Nuovo Testamento, a cui vanno aggiunte le
considerazioni su esposte, avendo considerato la <questione millenarista>
una <questione parusiaca> a partire dal concetto di <Parusia
intermedia> o <venuta intermedia>. Da queste si debbono fare altre
considerazioni terminologiche. Il termine Parusia <intermedia>, a mio
avviso, è molto ambiguo, in quanto si presume che vi sia stata un <parusia
iniziale> e qui si potrebbe ricadere nell’errore agostiniano. Si può
intendere <parusia> non in senso tecnico, ma largo di <venuta>. In
questo caso il termine <Parusia> si “estenderebbe” in molti significati
semantici e perdere così la sua specificità teologica. Onde evitare qualsiasi
confusione terminologica è bene conservare il senso tecnico di venuta gloriosa
con le quattro caratteristiche su citate, per cui si hanno tre venute gloriose,
ma solo due di queste si possono chiamare parusia, la parusia intermedia e la
parusia finale. Inoltre l’aggettivo <intermedio> è un termine specifico
della manualistica teologica, che ha ormai assodato nella escatologia
intermedia la relativa tematica: morte, giudizio particolare, immediatezza
della beatitudine o della dannazione, purgatorio, chiaramente differente dalla escatologia finale: Parusia finale,
risurrezione corporale, giudizio universale, palingenesi, totalizzazione della
beatitudine e della dannazione.
Pertanto è facile confondere
il concetto di <parusia intermedia> con i temi dell’escatologia
intermedia, mentre in realtà una volta compresi i due momenti della parusia
finale, la prima dovrebbe essere trattata dall’escatologia finale. Or dunque
sarà bene in seguito dare un’altro nome non solo al concetto di <parusia intermedia>,
ma anche all’ambiguo termine di <parusia finale>, in quanto non fa
intendere quale fine, se la fine dei tempi o la fine del tempo. Stando alla
speculazione patristica e a quella precedente, l’ebraica, il termine più idoneo
in sostituzione al concetto di parusia intermedia è quello di Parusia sabatica, in quanto si
considera il famoso e già citato modulo della settimana universale, per cui la
venuta gloriosa di Cristo sulla terra era attesa nel settimo giorno, il Sabato del Riposo divino. E sarà riposo
perché Dio non combatterà più Satana legato per mille anni nell’abisso, né
l’umanità conoscerà le tentazioni alla ribellione ma solo la propria
concupiscenza. Mentre la venuta gloriosa finale di Cristo, secondo questo
criterio, sarà meglio chiamarla Parusia
ottonaria, perché questa parusia verrà fuori dal tempo dell’uomo, quindi
fuori della settimana universale, il giorno dopo il Sabato (7+1=8) come nella
Risurrezione, il giorno che confluirà nell’eternità beata con Dio.
Solo con una terminologia
precisa si potrà fare una corretta teologia onde evitare confusioni e
fraintendimenti. E’ chiaro che se continuiamo ad usare il termine <parusia
intermedia>, lo intendiamo come sinonimo di parusia sabatica e allo stesso
modo per quanto riguarda la parusia finale intendiamo questa come la parusia
ottonaria.
7. LA PARUSIA
INTERMEDIA PRESSO I CARISMATICI
PIERO MANTERO nel suo Il Grande libro delle Profezie dà un
elenco lunghissimo di carismatici che annunciano la Parusia intermedia. D’altronde
Franca Cornado, fondatrice del movimento carismatico di Assisi, appartenente
alla schiera dei carismatici veggenti che hanno profetizzato la venuta
prefinale di Cristo risorto, soleva dire per comunicazione soprannaturale agli
scettici che “le anime carismatiche
servono a correggere gli errori dei teologi...” (cfr. La Francateologia. Antologia di locuzioni di una donna del nostro
tempo, Megalini, Brescia 1975, p. 105).
Attualmente nel mondo vi
sono molti carismatici che annunciano come imminente la gloriosa Venuta
intermedia di Cristo. I loro nomi sono conosciuti a livello internazionale come
don STEFANO GOBBI, il quale annuncia in ogni nazione, dove prepara dei Cenacoli
di preghiera, che la vittoria del Cuore Immacolato di Maria sarà il trionfo glorioso
di Cristo sull’Anticristo; una madre di famiglia francese J.N.S.R. ha chiarito nei suoi messaggi celesti la natura e la
finalità della venuta gloriosa del Signore. Mentre una SIGNORA ANONIMA ne I messaggi della Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi ha
scritto sotto dettatura come prepararsi alla venuta intermedia del Signore e
tanti altri. Anche MARIA VALTORTA, ha esposto nei suoi Quaderni in modo chiaro una venuta gloriosa di Cristo diversa da
quella finale, per condannare l’Anticristo e i suoi seguaci. Ma molte di queste
rivelazioni private rimandono al terzo segreto di Fatima, dove la Madonna
all’inizio del novecento ha illustrato le dinamiche storiche, i rimedi e la sua
Vittoria con il conseguente ‘periodo di pace’, che pare essere il tanto atteso
millennio felice. Iniziamo con illustrare il significato dell’Apparizione della
Madonna di Fatima ai tre pastorelli.
1. IL
TERZO SEGRETO DI FATIMA
1.1 Cronaca
sul terzo segreto di Fatima.
Finalmente, dopo una lunga
attesa, la terza parte del segreto di Fatima è stata svelata!. Il 26 giugno del
2000 nella sala stampa del Vaticano il cardinale Joseph Ratzinger e
l’arcivescovo Tarciso Bertone hanno soddisfatto, per ordine di Giovanni Paolo
II, le richieste della Madonna e le attese dei suoi devoti col rivelare le
ultime parole del più grande mistero mariano di questo secolo. Insieme alla
terza parte del segreto si è voluto dare ai fedeli un commento teologico al
fine di facilitare la lettura delle immagini profetiche in esso contenute.
L’immagine sulla quale si sono soffermati maggiormente gli interpreti ufficiali
del terzo segreto è stata quella della visione del “vescovo vestito di
bianco”ucciso dai nemici della fede. Questo vescovo è stato identificato dai
tre piccoli veggenti come un Papa che verrà, ma di cui non si conosce il nome.
Dalla lettura della comunicazione introduttiva al terzo segreto di Fatima,
scritta dal cardinale Sodano e ripresa da altri commentatori, appare chiaro
come lo stesso Pontefice, Giovanni Paolo II, ritenga possibile una sua
identificazione con il “vescovo vestito di bianco” della profezia sulla base di
alcuni eventi sicuramente straordinari, il più importante dei quali è stato
l’attentato avuto proprio nel giorno della ricorrenza dell’apparizione mariana
di Fatima, il 13 maggio del 1981. Scrive Ratzinger nel suo commento: “Non
doveva il Santo Padre, quando dopo l’attentato del 13 maggio 1981 si fece
portare il testo della terza parte del <<segreto>>, riconoscervi il
suo proprio destino? Egli era stato molto vicino alla frontiera della morte ed
egli stesso ha spiegato la sua salvezza con le seguenti parole: <<...fu una mano materna a guidare la traiettoria
della pallottola e il Papa agonizzante si fermò sulla soglia della morte>>
(13 maggio 1994).
Ora, i commentatori, avendo
riconosciuto la figura del <vescovo vestito di bianco> in Papa Giovanni
Paolo II e ravvisando la morte di questo vescovo con il fallito attentato allo
stesso, ritengono che la profezia di Fatima, per le vicende a cui fa
riferimento, appartenga ormai al passato.
1.2. Come
interpretare il segreto di Fatima.
Può dirsi pienamente
soddisfacente l’interpretazione ufficiale del segreto di Fatima? O vi si
possono ravvisare altre possibili interpretazioni?
Ad un attento lettore non
sfuggiranno di certo alcune incongruenze nella lettura ufficiale del terzo
segreto. Senza volerci sostituire alla Chiesa o fornire un magistero parallelo
a quello dato dalla stessa, che è Madre e Maestra, e senza, tanto meno, volere
essere irriverenti verso di essa, vorremmo qui dare un contributo per una
lettura diversa del terzo segreto di Fatima, che, del resto, lo stesso
Ratzinger riconosce espresso con “un linguaggio simbolico di difficile
interpretazione”, e a cui egli ha voluto dare un “tentativo di
interpretazione”, come si deduce dal suo commento.
E’ più che lecito, quindi,
porsi queste domande e cercare delle risposte soddisfacenti.
Innanzitutto, come dobbiamo interpretare il
linguaggio simbolico del segreto di Fatima? Vi sono singoli personaggi storici
o, attraverso delle figure simboliche, si parla di realtà più estese? Ed
ancora, il <vescovo vestito di bianco> è Giovanni Paolo II o l’intero
papato di questo secolo? L’angelo con la <spada di fuoco> è già stato
fermato dalla Madonna, oppure deve essere ancora bloccato attraverso le
preghiere e la conversione dell’umanità? La vittoria del cuore di Maria come si
è attualizzata, fermando la furia assassina di tutti i nemici della Chiesa o
soltanto le pallottole di Alì Agca? Ed ancora, se il <vescovo vestito di
bianco> muore come si dice nella profezia, perché l’attuale Papa sopravvive,
contrariamente a quanto si afferma in essa?
Prima di affrontare i
quesiti proposti è bene studiare il segreto di Fatima nelle sue singole sezioni
letterarie. Quando parliamo del segreto di Fatima, intendiamo riferirci al
segreto nelle sue tre parti, e, quindi, comprensivo, come è ovvio, della terza
parte da poco rivelata. Ciò ci permette di avere un quadro generale del segreto
in cui le singole parti si illuminano a vicenda, fornendo così nuovi elementi
chiarificatori alle immagine simboliche.
1.3. Struttura
letteraria.
Per una più facile lettura
del segreto di Fatima è meglio notare le diverse sezioni letterarie.
Registriamo così quattro visioni, quattro profezie e due segni di conferma.
Le visioni sono:
1: la visione dell’inferno con anime dannate e
demoni;
2: la visione della Madonna che ferma l’angelo con
la spada di fuoco;
3: la visione del Vescovo vestito di bianco
perseguitato ed ucciso;
4: la visione dei due Angeli con due innaffiatoi sotto
i bracci della Croce.
Le profezie sono:
1: la fine della 1° guerra mondiale e l’inizio della
seconda (la prima guerra termina nel 1918, mentre la seconda inizia nel 1939);
2: la Russia spargerà i suoi errori (la rivoluzione
comunista del 1917);
3: il Santo Padre consacrerà la Russia (sarà poi
Giovanni Paolo II a consacrarla il 25 marzo 1984);
4: alla fine il Cuore Immacolato di Maria trionferà
e al mondo sarà concesso un periodo di pace.
I segni di conferma:
1: durante il pontificato di Pio XI comincia
effettivamente la seconda guerra mondiale;
2: una luce sconosciuta (l’aurora boreale del 1938)
è il grande segno dell’inizio dei castighi, cioè della guerra, della fame e
delle persecuzioni.
1.4. Le chiavi
di lettura.
Il cardinale Sodano valuta
il segreto di Fatima come “una visione profetica paragonabile a quelle della
Sacra Scrittura, che non descrivono in senso fotografico i dettagli degli
avvenimenti futuri, ma sintetizzano e condensano su un medesimo sfondo fatti
che si distendono nel tempo in una successione e in una durata non precisate.
Di conseguenza la chiave di lettura del testo non può che essere di carattere simbolico”.
Sodano, però, sembra non
attenersi al presunto carattere simbolico
della profezia, quando riconosce nel Papa Giovanni Paolo II° il “Vescovo
vestito di bianco”, cosicché può affermare tranquillamente che per “le vicende
a cui fa riferimento la terza parte del <<segreto>> di Fatima, esse
sembrano ormai appartenere al passato”. Al contrario, per essere coerenti con
il carattere simbolico della profezia di Fatima, avrebbe dovuto dire che questa
è difficilmente collocabile in un periodo storico, perché la storia non ha
ancora manifestato il suo contenuto simbolico. Pertanto, a nostro avviso, la
profezia mantiene ancora il suo carattere di imprevedibilità, incertezza e
mistero.
E’ possibile, pertanto,
notare come gli stessi commentatori siano in bilico tra una interpretazione
simbolica e una storico-letterale del testo. Si ripresenta in piccolo ciò che
si vede accadere nei dibattiti teologici sui testi sacri della Bibbia. Noi non
optiamo né per il metodo simbolico o allegorico, che prescinde dalla storia, né
per il metodo storico-letterale, che prescinde dal sensus fidei del testo, ma
preferiamo utilizzare il metodo profetico-rivelativo, in cui i due metodi sono
compresi nell’analisi del testo in una sintesi superiore, dato che nel testo si
ravvisano parti storiche e parti simboliche che attendono ulteriori
chiarimenti.
Quali sono le parti del
testo di Fatima con valore storico?
Rientrano nella dimensione storica, le prime tre
profezie indicate nella suddivisione del testo succitata e i due segni di
conferma della sezione letteraria. Hanno valore simbolico, invece, la seconda e la quarta visione. Gli angeli,
esseri di puro spirito, non possiedono le spade o impugnano innaffiatoi pieni
del sangue dei martiri. E’ chiaro che qui sono presenti delle immagini
simboliche per descrivere delle realtà spirituali come la sofferenza dei
peccatori dannati, il castigo purificatore che viene dal cielo a causa dei
peccati degli uomini ed infine il valore corredentivo del martirio dei
cristiani.
La terza visione e la quarta
profezia si avvalgono di un miscuglio di elementi simbolici e di eventi storici
che ancora non sono accaduti e che rendono il segreto di Fatima ancora
avvincente e meraviglioso e pur tuttavia terribile, per l’attesa degli
avvenimenti che devono manifestarsi.
Gli elementi simbolici della
terza visione sono il “vescovo vestito di bianco”, e l’uccisione dello stesso
con “arma da fuoco e frecce”, il resto degli elementi possono appartenere ad un
ambiente reale oppure prestarsi ad una interpretazione simbolica come ha fatto
il cardinale Ratzinger. Per quanto riguarda la quarta profezia, ovviamente, il
Cuore di Maria rappresenta il simbolo di una realtà spirituale, è il vissuto
interiore della Madre dell’Onnipotente, il luogo in cui Ella ha maturato il
Fiat all’Incarnazione di Cristo. Il Cuore di Maria è intimamente legato alla
Trinità e quindi parlare della vittoria del Cuore di Maria corrisponde anche e
più pienamente alla vittoria di Dio sul male, sul disordine e sul peccato, che
avverrà solo con la Parusia Intermedia di Cristo Risorto. E’ per questa
vittoria che all’umanità verrà concesso un periodo di pace finora sconosciuto
in ogni angolo della terra. Pertanto anche la quarta profezia, a nostro avviso,
è rivolta al futuro. Non conosciamo, dunque, il nome del “vescovo vestito di
bianco”, né sappiamo come avverrà concretamente la vittoria del Cuore di Maria,
né come sarà il tanto desiderato periodo di pace sulla terra.
1.5. La vita
di suor Lucia come chiave interpretativa del segreto.
Il contenuto del testo di
Fatima risulta essere molto sintetico, ma ciò non per comunicazione divina ma
per opportunità di scrittura. E’ suor Lucia la veggente che lo dice: “Uno dei
punti che mi indica (il p. Gonçalves), è la rivelazione del segreto. Qualcosa
ho detto, ma per non allungare troppo quello che ho scritto, che doveva essere breve, mi limitai
all’indispensabile, lasciando a Dio l’opportunità di un momento
favorevole”.
Quindi per l’interpretazione
corretta del segreto di Fatima dobbiamo considerare non solo il segreto nelle
sue singole parti, ma anche complessivamente la vicenda carismatica di Suor
Lucia. Pertanto, come ha sottolineato il professore Domiciano Fernández,
bisogna inquadrare il messaggio mariano in tre distinte fasi della vita di
Lucia: le varie apparizioni dell’angelo nel 1915 e 1916 manifestatesi a Lucia e
alle compagne Teresa Matías, Maria Rosa, sua sorella, e Maria Justino; le sei apparizioni
della Madonna (maggio-ottobre 1917) avvenute anche in presenza dei cugini
Giacinta e Francisco Marto; e le Apparizioni in Spagna (dal 1925 al 1946)
registrate nelle quattro Memorie. Ed
ancora bisogna aggiungere, - notizia nuova questa -, un nuovo scritto di Suor
Lucia che verrà pubblicato all’inizio del 2001 con il titolo Os apelos da Mensagem de Fatima.
Tutto questo fa sì che le
vicende di Fatima siano avvolte ancora nel mistero, tra passato e futuro sono
innestate le profezie e le visioni dei tre pastorelli, ma è suor Lucia colei
che le scrive e le racconta, cosicché il mistero celeste trova il suo spessore
umano attraverso la scrittura e la narrazione della suora portoghese.
La vita di Suor Lucia è, dunque, la chiave
interpretativa del mistero di Fatima.
1.6. E’
Giovanni Paolo II° il Papa del segreto di Fatima?
Stando all’ interpretazione
di suor Lucia il “vescovo vestito di bianco” è la figura del Papa, ma poi la
veggente racconta di non conoscerne il nome. Infatti alla domanda: <<Il
personaggio principale della visione è il Papa?>>, Suor Lucia risponde
subito di sì e ricorda che i tre pastorelli erano molto addolorati della
sofferenza del Papa e Giacinta ripeteva: <<Poverino il Santo Padre, ho molta pena per i peccatori!>>. Suor
Lucia continua. <<Noi non sapevamo il nome del Papa, la Signora non ci ha
detto il nome del Papa, non sapevamo se era Benedetto XV o Pio XII o Paolo VI o
Giovanni Paolo II, però era il Papa che soffriva e faceva soffrire anche
noi>>.
Con ciò non vogliamo dimostrare
che il Papa erra nell’identificarsi nel “vescovo vestito di bianco”, perché in
effetti Giovanni Paolo II ha sofferto e donato il suo sangue durante il suo
Pontificato, però né più né meno di Paolo VI che fu accoltellato durante la sua
visita a Manila, o di Pio XII perseguitato dai tedeschi o di Giovanni Paolo I,
morto improvvisamente e in modo misterioso, ecc.
Ciò che si deve evitare, a
nostro avviso, è una interpretazione unilaterale della profezia di Fatima, che
si potrà considerare avverata solo quanto tutti gli elementi della profezia
troveranno il loro riscontro storico. Infatti non possiamo dire di vivere in un
periodo di pace, né che il Cuore di Maria abbia trionfato. E purtroppo
constatiamo che i sistemi atei contro la Chiesa sono ora più che mai attivi per
distruggere la Vigna del Signore. Basti pensare al comunismo ateo della Cina
rea di perseguitare i cattolici e di imprigionare e uccidere tuttora i suoi
vescovi. Non occorrerebbe, forse, anche per la Cina una consacrazione al Cuore
Immacolato di Maria al pari di quella fatta alla Russia comunista per
pacificarla?
Comunque sia è sicuro che
Giovanni Paolo II ha giocato un ruolo di primo piano nella vicenda del segreto
di Fatima. E’ stato lui a consacrare la Russia e il mondo al Cuore Immacolato
di Maria il 25 marzo del 1984; per suo impulso si è svelata la terza parte del
segreto di Fatima; ha inoltre beatificato i due pastorelli-veggenti Giacinta e
Francisco Marto e rinnovato in tutta la Chiesa la devozione al Cuore Immacolato
di Maria. E’ probabile che sia proprio lui il Papa del terzo segreto di Fatima
ma in un altro contesto, diverso da quello dell’attentato del 13 maggio 1981.
Molte altre rivelazioni da
parte di Maria Vergine e di Gesù per mezzo di carismatici si concentrano su
questo Papa. Ne citiamo solo due a conclusione della nostra riflessione
lasciando ancora aperto il mistero di Fatima che, ricordiamo, è alla fine un
mistero di vittoria e di pace di Maria e di Dio sul mondo rinnovato dal sangue
dei martiri, dalla seconda Pentecoste e dalla Venuta intermedia di Cristo.
Ecco il primo testo
carismatico: “La Madonna rivela a Conchita Gonzalez la profezia dei tre papi.
La ragazzina confidò il suo “segreto” alla madre il 3 giugno 1963, in occasione
della morte di Papa Giovanni XXIII. Fu allora che Conchita disse apertamente a
sua madre e poi ad altri: “Ora restano
solo tre Papi”; -Ma come fai a
saperlo? - “Me l’ha detto la Madonna”. - Allora sta per venire la fine del
mondo? - “La Madonna non ha parlato di “fine del mondo”, ma di “fine dei tempi”
-. E che differenza c’è? - “Questo non lo so. So solo che mi ha detto che dopo
questo Papa ce ne saranno altri tre (Paolo VI, Giovanni Paolo I e l’attuale
Giovanni Paolo II, NdR) poi (alla
morte di Giovanni Paolo II, NdR) giungerà
la “fine dei tempi” (mess. 20 dicembre 1962. Cit. in E. De Pesquera, Garabandal. La continuazione di Fatima, Gribaudi
1993, pp. 126-127).
In Italia ha avuto una
diffusione notevole il libro(Ai Sacerdoti figli prediletti della Madonna) di
messaggi mariani comunicati ad un sacerdote carismatico utile per
l’interpretazione spirituale del III° segreto di Fatima, in cui si ribadisce
che Giovanni Paolo II è il Papa del terzo segreto e che l’apostasia
attraverserà sia la Chiesa che l’umanità. Messaggio del 13 maggio 1991:
“Ricordate così
l’anniversario della mia prima apparizione, avvenuta a Fatima il 13 maggio
1917. Spiritualmente vi sentite molto uniti al mio Papa Giovanni Paolo II,
questo dono prezioso che il mio Cuore Immacolato vi ha fatto e che, in questi
stessi momenti, si trova in preghiera nella Cova da Iria, per ringraziarmi
della materna e straordinaria protezione che Io gli ho dato, salvandogli la
vita, nella circostanza del cruento attentato, avvenuto dieci anni fa in piazza
S. Pietro. Oggi vi confermo che questo è il Papa del mio segreto; il Papa di
cui ho parlato ai bambini durante le apparizioni; il Papa del mio amore e del
mio dolore” (Ai Sacerdoti...,p.
838).
Ed infine il messaggio del 11 marzo 1995:
“Per questo oggi, nello stesso luogo dove sono apparsa,
voglio manifestare a voi il mio segreto.
Il
mio segreto riguarda la Chiesa. Nella Chiesa sarà portata a termine la
grande apostasia, che si diffonderà in tutto il mondo; lo scisma verrà compiuto
nel generale allontanamento dal Vangelo e dalla vera fede. In essa entrerà
l’Uomo iniquo (l’Anticristo), che si oppone a Cristo, e che porterà al suo
interno l’abominio della desolazione, dando così compimento all’orribile
sacrilegio, di cui ha parlato il profeta Daniele (Mt 24, 15). Il
mio segreto riguarda l’umanità. L’umanità giungerà al culmine della
corruzione e della empietà, della ribellione a Dio e della aperta opposizione
alla sua Legge di amore. Essa conoscerà l’ora del suo più grande castigo, che
vi è già stato predetto dal profeta Zaccaria (Zc 13, 7-9. Ai Sacerdoti..., p. 1030-1031).
Prepariamoci, dunque, al
periodo di pace promesso dalla Madonna di Fatima con la consacrazione al suo
Cuore Immacolato, la recita giornaliera del Santo Rosario e più ancora con una
santa vita cristiana, sperando in una conclusione della fine dei tempi, cioè
nella conclusione di questo ciclo storico dominato dallo spirito
dell’Anticristo, meno dolorosa possibile per l’umanità intera, per godere di un
nuovo periodo dove regnerà la pace, l’amore e l’armonia tra Cielo e Terra.
2.MARIA
VALTORTA
Vi sono molti messaggi
relativi alla venuta regale di Cristo. Abbiamo scelto questo testo che
chiarisce la natura spirituale dell’Anticristo utile per l’esercizio del
discernimento che ogni cristiano deve fare per salvaguardare la sua fede:
“Sarà persona molto in alto,
in alto come un astro. Non un astro umano che brilli in un cielo umano. Ma un
astro di una sfera soprannaturale, il quale, cedendo alla lusinga del Nemico,
conoscerà la superbia dopo l’umiltà, l’ateismo dopo la fede, la lussuria dopo
la castità, la fame dell’oro dopo l’evangelica povertà (...) A premio della sua
abiura, che scrollerà i cieli sotto un brivido di orrore e farà tremare le
colonne della mia Chiesa nello sgomento che susciterà il suo precipitare,
otterrà l’aiuto completo di Satana, il quale darà ad esso le chiavi del pozzo
dell’abisso perché lo apra. Ma lo spalanchi del tutto perché ne escano gli
strumenti di orrore che nei millenni Satana ha fabbricato per portare gli
uomini alla totale disperazione, di modo che da lor stessi invochino Satana Re,
e corrono al seguito dell’Anticristo, l’unico che potrà spalancare le porte
dell’abisso per farne uscire il Re dell’Abisso, così come il Cristo ha aperto
le porte dei Cieli per farne uscire la grazia e il perdono, che fanno degli
uomini dei simili a Dio e re di un Regno
eterno in cui il Re dei re sono Io (I Quaderni del 1943, pp. 147-148)”.
3. FRANCA
CORNADO
“Il Regno di Dio sta venendo
sulla terra! Bisogna salvare anime, preparate le anime, affinché la terra non
sia colpita d’anatema” (mss., 17-11-67). “La Gerusalemme celeste è con me
pronta a scendere sulla terra. Ma la terra non è preparata a ricevermi: mi
hanno ucciso una volta. Ora no; voglio
venire trionfante, ma almeno un terzo della terra mi deve credere “
(mss., 30-11-1969). Perché non credere alla mia venuta se non alla fine del
mondo? Non posso venire trionfante sulle nubi del cielo in una terra che ancora
mi odia. Ecco perché devo venire prima, a preparare i miei in un mondo d’amore”
(mss., 5-5-1972). “L’Era Nuova è come la prima risurrezione. Ricorda ai Vescovi
che ho detto nelle testimonianze apocalittiche di s. Giovanni: “Beato e santo
chi ha parte nella prima risurrezione- era nuova. Essi saranno sacerdoti di Dio
e di Cristo e regneranno con Lui mille
anni” (mss., 21-5-72).
4.Don
STEFANO GOBBI
Il volto mondano della
Triade infernale è trattato ampiamente in tre messaggi: L’enorme Drago rosso nel 14 maggio 1989; La Bestia simile a pantera nel 3 giugno 1989; La Bestia simile a un agnello nel 13 giugno 1989 (Ai Sacerdoti, figli prediletti della
Madonna, pp. 729-743).
La Madonna spiega così il
significato di Ap 12, 1-6; 13, 1-10 e 13, 11-18. In breve l’enorme Drago rosso è il Comunismo ateo, che ha
diffuso in tutto il mondo e con ogni mezzo l’ostinato rifiuto di Dio. L’ateismo
marxista si presenta con 10 corna, che rappresentano i mezzi di comunicazione
per condurre l’umanità alla disobbedienza dei 10 comandamenti di Dio, come la
stampa, la televisione, la radio e Internet. Le sette teste incoronate
simboleggiano invece le nazioni in cui il comunismo ateo domina col potere
ideologico, politico e militare. L’enormità del Drago corrisponde al dominio su
una vasta parte del mondo. Il suo colore è rosso come il colore del sangue
sparso per ottenere le sue numerose conquiste. La Madonna, la Donna rivestita di sole, ha il compito di sottrarre l’umanità
dal dominio dell’enorme Drago e riportarla al culto della vera Trinità
attraverso la consacrazione al suo Cuore Immacolato, la preghiera del Rosario e
l’obbedienza al Papa e al Magistero. La Bestia
simile a pantera è la Massoneria. Ha le zampe di orso e la bocca di un
leone perché adopera l’astuzia e la propaganda. Le sette teste indicano le
varie logge massoniche. Questa bestia nera ha dieci corna con dieci diademi, i
quali simboleggiano il dominio e la regalità. Infatti con le dieci corna
governa in tutto il mondo. Se la funzione del Drago è quella di portare
l’umanità all’ateismo, quella della Bestia nera è di bestemmiarlo. La bestemmia
più grande consiste nel dar culto alle creature e allo stesso Satana. Ecco
spiegato il diffondersi delle messe nere e del culto satanico. Alla Bestia nera
che sale dal mare viene in aiuto una Bestia
che ha due corna, simile a quelle di un agnello. La Bestia simile all’agnello
è la Massoneria ecclesiastica, che si è diffusa tra i membri della gerarchia
fino al vertice della Chiesa. Lo scopo della massoneria ecclesiastica è quello
di mettere da parte Cristo e la Chiesa, costruendo un nuovo Idolo, cioè un
falso Cristo e una falsa Chiesa. La sua tattica è la seguente: oscurare la
Sacra Bibbia con interpretazioni naturali e razionali, svuotandola di ogni suo
contenuto soprannaturale; giustificare il peccato come se fosse un bene in sé;
far sparire la confessione individuale; negare la divinità di Gesù e la sua
missione salvifica; creare un falso ecumenismo, affermando che ogni Chiesa
possiede una parte della verità, mentre è vero il contrario: la Chiesa
cattolica la possiede tutta intera e le altre
- forse, e mischiata con la menzogna - una parte; sminuire il valore
dell’Eucarestia riducendola ad un pasto conviviale; creare scompiglio
nell’unità della Chiesa, attaccando il Papa e il suo Magistero con le
contestazioni.
E tutto questo è già sotto
gli occhi dei cristiani, come far finta di niente? Perché non si vuole credere
ai carismatici? Siamo già accecati dall’inganno dell’Anticristo? Quando
invocheremo tutti insieme il Marana Tha:
“Vieni Signore Gesù”, soccorici, illuminaci e liberaci dai nemici della Chiesa?
Non solo i carismatici sono
a conoscenza di infiltrazione massoniche nella casa di Dio anche “Paolo VI si
avvide della presenza massonica in Vaticano, e lo disse al mondo: la chiamò
fumo di satana. Egli sapeva che attraverso la fessura massonica quel fumo era
penetrato e annebbiava il tempio del Signore. La politica massonica del secolo
XIX era più per lo scontro frontale con la Chiesa cattolica, ma in questo modo
creava solo steccati. Col tempo, ai primi del secolo XX, ha cambiato
metodologia: ha compreso che era molto più proficuo infiltrarsi negli alti
vertici della Chiesa”. Purtroppo alcune indagine giornalistiche hanno
confermato ciò che aveva visto il Papa. Infatti il 12 settembre 1978 sul
settimanale “Op” diretto da Mino Pecorelli, massone poi assassinato, dal titolo
“La Gran Loggia Vaticana”, pubblicava tra l’altro l’elenco di ben 121 nomi di
esponenti vaticani e di alti prelati, indicati come affiliati alla
massoneria....
Il cardinale Giuseppe Siri
riteneva persino probabile, nel febbraio del 1988, la manipolazione di un Papa
indicato dalla setta massonica in un prossimo conclave (cfr. I millenari, Via col vento in Vaticano, ed. Kaos 1999, pp. 115.231ss).
5. ANONIMA,
dai MESSAGGI DELLA DIVINA SAPIENZA
Nei messaggi di questa
signora troviamo espresso chiaramente il concetto di Parusia intermedia tanto
che il Signore utilizza proprio questo termine per indicare la sua gloriosa
venuta sulla terra per confondere anche i razionalisti che l’hanno rinnegata in
nome di una teologia che affossa le sue radici nelle eresie di ORIGENE e
TICONIO, come abbiamo precedentemente dimostrato. Ma ecco come il messaggio
della Divina Sapienza del 28-5-2000
mostra la parusia intermedia.
Gesù dice: ”Oggi, amata
sposa, sono molti a scrutare nelle Scritture per capire il senso del tempo presente;
molti di costoro non capiscono ciò che più volte dico palesemente, che cioè
tornerò, tornerò non solo nell’Ultima
Venuta finale e conclusiva ma che ci sarà una Venuta Intermedia precedente.
I miei amati piccoli che hanno il cuore nel Mio Cuore e palpitano del Mio
stesso Amore, Mi attendono perché hanno compreso alla Mia Luce, si preparano di
giorni in giorno con un’adorazione continua, con una dedizione completa. I
razionalisti, senza la Mia Luce ma solo con la propria luce, non Mi attendono,
non si preparano, ripetono: “Non si parla
mai nelle Scritture di Una Venuta Intermedia”. Essi non saranno pronti al
Mio Ritorno e non potrò dare loro i Doni sublimi che ho preparato per chi si è
lasciato avvolgere dalla Mia Luce ed ha cercato tutto da Me. Amata, il Mio
Giorno è vicino, questo sarà anche il Giorno meraviglioso ed unico delle anime
belle che troverò vestite a festa come piccole spose; ecco verranno con Me al
Banchetto di Nozze e nessuna di esse resterà fuori, resteranno fuori invece
coloro che in Me non hanno creduto ma hanno confidato troppo in se stessi senza
capire che solo alla Mia Luce devono essere viste ed interpretare le cose”.
In un altro messaggio Gesù
dice (27-5-2000): “Io, Io Gesù, sto per fare tutto questo. Il mistero nascosto
da secoli e millenni ora viene palesato, e tutti ne conosceranno l’essenza. La Mia Prima Venuta sulla Terra è stata
l’inizio, la Mia Seconda sarà la continuazione, la Terza la conclusiva”.
Ancora in un altro messaggio
della Divina Sapienza, Gesù parla
della Sua Venuta Intermedia e dice di annunciarla a tutti (7-5-2000): “Sposa
amata, quando mai ho detto che fino alla fine del mondo le cose resteranno
stazionarie? Perché gli uomini non prestano attenzione alle mie Parole? Ho
parlato spesso attraverso i miei profeti antichi e nuovi di una Mia Venuta Intermedia e non in modo
velato. Quanti Mi attendono per farMi festa e gioire con Me? Pochi, sposa
amata, pochi anche di coloro che leggono e rileggono le Mie Parole; essi
dicono: “Ma....forse, non è ben chiaro...chissà...vedremo!”. Nessuno di questi ha il coraggio di dire: “Gesù parla chiaramente di una Venuta
grandiosa ed intermedia, prepariamoci tutti ad accoglierlo col cuore ardente di
chi attende Colui che tanto ama e che sta per ritornare trionfalmente e
visibilmente”.
6. J.N.S.R. (Je
Ne Suis Rien)
TEOFILO IL SICULO nella
rivista il Segno del Soprannaturale nel
1998 fu il curatore di una serie di articoli dal titolo La Parusia intermedia negli scritti profetici di J.N.S.R. dove
enumerò e giustificò 125 motivi della venuta gloriosa di Cristo tratti dai
libri di J.N.S.R. Una sintesi del messaggio celeste di J.N.S.R. è presente nel
mio opuscolo Appello divino dagli scritti
profetici di J.N.S.R., ed. Segno.
I messaggi celesti di J.N.S.R. altro non sono che la
chiarificazione di quei passi oscuri delle Sacre Scritture come ad esempio i
versetti 1-6 di Apocalisse 20, ma anche quei passi biblici ritenuti chiari, come la
preghiera del Padre Nostro, riservano anche alcune sorprese esegetiche. Infatti
quel “venga il Tuo Regno” è da interpretarsi in senso letterale: discesa della
Gerusalemme celeste a Dozulé, paese della Normandia famoso per essere stato il
luogo del messaggio celeste della Croce Gloriosa ricevuto da Maddalena Aumont,
e instaurazione del Regno di Dio su tutto il pianeta ad opera di Cristo
Risorto. Non mancano, tuttavia, riferimenti diretti o indiretti ad altri libri
della Bibbia. Alcuni sono decisivi per la giustificazione profetica della
Parusia intermedia. Un motivo, infatti, descrive la venuta di Cristo Risorto
come operazione divina determinante per ricondurci nel regno di luce, rifiutato
da Adamo col suo peccato, ma che è stato riparato e, quindi, il regno di Dio
sulla terra è stato messo nella condizione di essere rivissuto per la Croce del
secondo Adamo, Gesù Cristo, prima nei cuori e poi sulla terra nel tempo
stabilito dal Padre .
Gli studiosi vedranno in ciò
una similitudine coll’antica teologia rabbinica. Gli ebrei di una volta
credevano ad un ritorno del Paradiso terrestre qualora il Messia avesse messo
piede in Israele. Ciò è avvenuto e avverrà di nuovo per realizzare le antiche e
le nuove profezie, come ci testimoniano questi due messaggi. Gesù:“Fermerò il meccanismo prima della parola
“fine”; e come da un treno in movimento, Io vi farò saltare nel tempo vero,
quello della “mia verità”. Ai miei figli del mondo intero voglio dire che è
arrivato il tempo della verità (...) Io sono l’unica verità scritta da tutti i
santi profeti nella santissima Bibbia. Parole di Gesù. Amen”; “Sì, mia piccola, i tempi stanno per
precipitare e tutto si svolge come ve lo ha indicato il mio santo Libro (...)
Io vi darò ancora più segni della mia prossima venuta. Niente deve turbarvi né
spaventarvi, poiché ciò, sì, tutto ciò deve accadere. Il mondo infatti è andato
troppo in là nella disobbedienza a Dio e più nulla lo può fermare nella sua
follia satanica. Non posso lasciare l’uomo distruggersi completamente” (J.N.S.R., Testimoni della Croce, Messaggi di
Vita, EDIZIONI SEGNO, 1995, Udine, p.
163 e pp. 174-175).
Pertanto la Parusia
intermedia si configura negli scritti di J.N.S.R.
come la speranza primordiale di tutto il popolo di Dio a partire da Adamo fino
all’ultimo eletto; è la speranza che illumina di nuova luce tutti i libri
biblici e la stessa azione provvidenziale nella storia dell’umanità.
Per questo non dobbiamo
meravigliarci se nei messaggi della mistica francese troviamo oltre ai
cattolici altri destinatari, come i nostri “fratelli maggiori”, così il Papa
definì gli ebrei nella visita alla sinagoga di Roma, perché ci accomuna la
medesima speranza nella venuta gloriosa del Messia. Il Signore Gesù Cristo
vuole essere riconosciuto, con il Padre e lo Spirito Santo, come il Dio di
Abramo, Isacco e Giacobbe e portare il perdono e la pace in Israele . In realtà
il respiro ecumenico dei messaggi di J.N.S.R.
è più ampio e comprende anche i cristiani delle altre confessioni. Gesù: ”Io
avverto tutti i capi delle Chiese di tutte le confessioni che Io ritorno
presto!” (Cf. J.N.S.R., Testimoni della Croce. Messaggi di Vita.
“Ecco Mia Madre: fate tutto ciò che Ella vi dirà”, vol. 3, ed. Segno, 1996, Udine, p. 162).
Ora la cosa più importante,
dopo aver fatto questo bilancio teologico e profetico rivelativo, è domandarsi
se abbiamo il dovere di annunciare questa venuta intermedia. Negli scritti
carismatici di J.N.S.R. abbiamo la
risposta. Gesù dice:
“Ritorno che nessuno deve tener
nascosto perché, se voi nascondete il mio Annuncio, la Luce vi accecherà prima
ancora che Io giunga sulla vostra Terra”.(Atti degli apostoli. Vol. 1, p. 82).
Questo monito celeste ci
indica quanto sia seria la questione della parusia intermedia e di come, una
volta intesa, deve trasformarsi in annuncio gioioso perché finalmente sta per
giungere il tanto atteso “Sposo” divino. Prepariamoci, dunque, con la fede e
con l’annuncio operante a diventare validi apostoli
degli ultimi tempi.
8. Appendice:
IL ‘GRANDE
EQUIVOCO ‘ DI SANT’AGOSTINO
di Teofilo il
Siculo
Più volte nel mio libro “Il tempo dell’Anticristo e la Parusìa
intermedia” tratto del ‘grande equivoco’ di sant’Agostino, come punto di
partenza della confusione che vige nel campo dell’escatologia, impotente per
ciò ad accettare il concetto di venuta intermedia del Signore, nonché la stessa
figura dell’Anticristo, entrambe molto ben delineate dalle profezie
contemporanee, espresse dalle rivelazioni private con finalità pubblica, e
quindi di interesse non solo ecclesiale ma anche mondiale.
Pertanto credo sia utile
analizzare la genesi di questo equivoco per poter sollecitare un ulteriore
discernimento ecclesiastico, che porti ad una revisione di quelle tesi
teologiche in contrasto col dato biblico e con la Tradizione anteriore al santo
di Tagaste.
Quando un singolo Padre
diverge dalla Tradizione, come nel caso di Aurelio Agostino, ciò non avviene
senza un preciso contesto teologico e culturale. Dobbiamo precisare che nel
quarto secolo dopo Cristo non c’erano dei centri, come le università cattoliche
nel Medioevo o la Congregazione per la dottrina della fede. Tuttavia,
registriamo una certa vigilanza dei patriarcati sulla ortodossia degli studi
della Sacra Dottrina. Ed infatti il Patriarcato di Antiochia, noto per
praticare il metodo storico-letterale, condannò a più riprese il metodo
allegorico esercitato in modo eccessivo dal Patriarcato di Alessandria. Ma i
Padri africani, come risulta dagli studi storici ascoltarono i moniti , come si
sol dire, con orecchi da mercante. Conclusione: l’errore di Agostino crebbe e
si sviluppò in tutta libertà, fino a cristallizzarsi nei pronunciamenti
magisteriali, senza che alcuno abbia fatto ancora una serrata critica teologica
alle proposizioni escatologiche del santo africano, perché soggiogati dalla
autorità morale del medesimo.
In questa sede cercherò di
ricostruire l’evoluzione storica-culturale del più grande equivoco che mai la
Chiesa cattolica abbia gestito acriticamente nel suo seno. Una vera aberrazione
teologica, che dovrebbe essere presa in seria considerazione per rivedere le
proposizioni escatologiche della Teologia Cattolica.
Sia chiaro che Agostino,
nonostante questo errore, rimane sempre un santo, giacché la santità non si
misura dalla qualità dei libri scritti, ma dalle virtù cristiane esercitate in
grado eroico. Già in precedenza si è condannata la dottrina della grazia di
sant’Agostino e poi alcune sue dottrine sono state ripudiate, come la
concezione maculista della Madonna. Mettendo in evidenza l’errore di Agostino,
in fondo vogliamo restituire al santo né più e né meno la sua giusta
collocazione all’interno degli studi teologici ed ai Padri della Chiesa che lo
hanno preceduto la loro dignità di teologi e di pastori.
1. Situazione teologica ed ecclesiale.
Le continue contestazioni
dei fedeli alle varie traduzioni dei singoli passi biblici e le interpretazioni
degli eretici, spinsero gli studi esegetici alla formulazione di un unico testo
biblico valido per tutta la cristianità. Il primo studioso in tal senso,
fondatore del metodo esegetico, fu Origene per l’Oriente cristiano, per
l’Occidente abbiamo invece un suo discepolo, Girolamo. Agostino in questo
travaglio culturale non ebbe alcun ruolo per via della sua scarsa conoscenza
del greco (Agostino 1987: 52; Trapé 1976: 20) e la totale ignoranza della lingua
ebraica. Nonostante l’incompetenza mostrata nelle lingue delle Sacre Scritture,
che da sola è sufficiente ad allontanare qualsiasi erudito dagli studi della
Bibbia, non è stata una difficoltà per Agostino, né di altri nelle sue stesse
condizioni.
Sembra che usando il metodo
allegorico sui testi biblici non vi fosse bisogno della conoscenza del testo in
lingua originaria, perché ugualmente avevano un gran dire ed enunciare
fantasiose interpretazioni, costruite su parole complesse e accattivanti.
Tuttavia il vescovo di Ippona per la sua funzione di
pastore non poteva proprio far a meno di alcune opere che poteva leggere solo
se tradotte, ed infatti dipese per i testi biblici e per le opere dei Padri
greci dalle traduzioni di Girolamo. Ma anche quest’ultimo Padre non brillò
certamente di originalità, e rappresenta senz’altro un momento intermedio nella
evoluzione del ‘grande equivoco’.
Non bisogna dimenticare che “Girolamo fu prima di tutto un discepolo di Origene, che in seguito
ripudiò; di conseguenza nella sua opera di esegesi si nota uno slittamento
progressivo dal senso allegorico al senso letterale, quello che Steinmann
chiama <disintossicazione> (Peters 1986: 247).
Se gli studiosi notano un progressivo processo di
disintossicazione in Girolamo, ancora poco si è detto cosa è rimasto di
origeniano in Agostino. Dunque per risalire all’origine del grande equivoco di
sant’Agostino, dobbiamo andare al di là della fonte costituita da Girolamo e
trovare a monte la sorgente nella figura del padre dell’esegesi.
Origene, che in un primo
momento si professava come gnostico valentiniano, si convertì al cristianesimo
grazie all’intervento di un certo Ambrogio.
In realtà, ad uno studio
attento dell’opera di Origene, si nota che la sua conversione non fu mai
profonda né completa. Infatti parte delle teorie valentiniane le ritroviamo
nella sua più grande eresia conosciuta come l’<apocatastasi> o
restaurazione universale di tutte le cose nel suo stato primitivo. Secondo tale
concezione tutti i peccatori saranno salvati, compresi i demoni e lo stesso
Satana, che verranno, secondo queste strane teorie, purificati dal Logos
nonostante la loro ostinazione nel male. Dopo la purificazione avrà luogo la
seconda venuta di Cristo (quella finale), poi la risurrezione di tutti gli uomini,
con corpi non materiali, ma spirituali.
È da tenere presente che la
restaurazione universale non coincide con il concetto della fine del mondo, e
quindi della palingenesi cristiana, ma è ritenuta come una fase transitoria,
perché alla fine di questo mondo, ne esisterà un altro e un altro successivo,
secondo la teoria di Platone, riadattata dai valentiniani, dell’esistenza di
altri mondi prima che questo arrivasse all’essere, e ancora una successione
illimitata di mondi dopo di esso (cfr. Quaesten 1983a: 389).
Per rendere accettabile
questa eresia Origene interpretò in chiave allegorica, per la prima volta nella
storia della Chiesa Ap 20, 1-6 cioè la parusìa intermedia di Cristo Risorto per
sconfiggere l’Anticristo e porre la Gerusalemme messianica o il nuovo regno di
Dio sulla terra. Fin allora il contenuto di Ap 20, 1-6 era inteso in senso
letterale, come un evento profetico da avverarsi, secondo una interpretazione
di alcuni passi biblici un po’ avventata, in breve tempo. Ma l’immanenza della
venuta del Signore, vero ‘motore evangelizzatore’ che spinse milioni di persone
in tutto il mondo allora conosciuto ad abbandonare i culti pagani per accettare
la Dottrina del Dio Crocifisso e Risorto, perché credevano effettivamente che
il suo Regno di Amore si sarebbe stabilito in maniera definitiva sulla terra
nel giorno del suo Ritorno, il giorno della Gerusalemme messianica.
E così le prime generazioni
dei cristiani attendevano la Parusìa intermedia e la Gerusalemme messianica
nella speranza viva che quelli fossero gli ultimi tempi, ma senza fare
attenzione che il tempo nell’Apocalisse
si snoda tra la visione soprannaturale e visione storica dei fatti, l’una si
dispiega nella eterna contemporaneità del pensiero divino, l’altra nella
successione temporale data dalla scansione dei sette sigilli; gli antichi
confusero la seconda visione con la prima, tant’è che buona parte dell’attesa
imminente del Ritorno del Signore, dipendeva dal senso letterale dato dalle
prime comunità dei cristiani ad Ap 20, 1-6, che più di tutti ostacolava lo
sviluppo delle concezioni escatologiche di Origene.
Si può valutare meglio
l’esegesi di Origene se si presta attenzione alla concezione del tempo nell’Apocalisse e alla concezione del tempo
nella <apocatastasi>. Mentre per l’Apocalisse
la storia si evolve progressivamente, per delle tappe che portano l’umanità, ma
anche il creato, ad una graduale perfezione; secondo l’apocatastasi il tempo si
sviluppa circolarmente con un inizio e una fine, che si ripetono all’infinito,
tanto quanto i mondi supposti esistenti. Qui l’evoluzione dell’umanità nasce
dalla possibilità teorica (non compresa dalla Rivelazione ma solo nella
filosofia) di ritrovarsi in un altro mondo, nelle stesse situazioni, sperando
di reagire diversamente.
È davvero strano come i più
grandi intellettuali del cristianesimo non abbiano rifiutato da subito questa
concezione, che ha condizionato inevitabilmente, per la scarsa attenzione alla
gnosi origeniana, l’escatologia di Girolamo e di Agostino. Ciò sembra
imputabile alla cultura di allora imbevuta esclusivamente di medioplatonismo,
di cui Agostino in seguito ne fece uso a piene mani per dare un impianto
filosofico al cristianesimo, al fine di renderlo accettabile ai colti di quel
tempo.
Questa riduzione del cristianesimo a filosofia è
stata brillantemente denunciata da Adolf von Harnack con la teoria
dell’<ellenizzazione del cristianesimo>, ossia quel processo con cui
l’annuncio cristiano avrebbe assunto le categorie di pensiero del mondo
ellenistico, garantendosi la possibilità di penetrazione e diffusione nel mondo
greco-romano, ma a prezzo dello snaturamento del kerigma originario (cfr. Le
tesi di Harnack in Dogmengeschichte, Tübingen
1898).
Tutto ciò non è sfuggito
all’ordinario del luogo, infatti già in vita Origene ebbe invalidato il
sacerdozio dal vescovo Demetrio, il quale sostenne che la legislazione canonica
non poteva accettarlo al sacerdozio a causa della mutilazione che si era
inflitta per una lettura letterale di un passo del vangelo: Mt 19,12 :” …e vi
sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli” (si evirò l’organo
sessuale, e -a mio avviso- da allora anche il senno teologico venne meno).
Visto il dissenso di alcuni, Demetrio convocò un sinodo, che scomunicò Origene
dalla Chiesa di Alessandria. Un secondo sinodo nel 231 lo depose dal
sacerdozio. Ma ormai il seme dell’eresia aveva attecchito nelle menti e negli
scritti dei teologi, rivestito di filosofia (il medioplatonismo) e di una buona
dose di buonismo (la salvezza estesa anche ai dannati e demoni), che tuttora
tiene banco presso alcune università
cattoliche e presso molti studiosi, ignari del raggiro del Demonio.
Ad una attenta riflessione
bastavano questi interventi ecclesiali per mettere all’erta gli studiosi
cristiani sulla “pericolosità” di Origene nel campo teologico. Ammettere
l’unicità della Parusìa del Signore alla fine del tempo, sostenuta da Origene
perché ovviamente più confacente alla sua teoria, è un vero attentato alla
Parola di Dio che non ammette travisamenti (cfr. Ap 22, 18-19), e all’autorità
della Tradizione, che non accetta sconfinamenti dalla santa ortodossia. Invece,
la storia dei fatti ci mostra il contrario. Origene ebbe molti ammiratori tra i
quali Eusebio di Cesarea (nella sua Storia
ecclesiastica bollò come “millenaristi” tutti quei Padri che praticavano
sensatamente il metodo letterale su Ap 20, 1-6 da cui evince la Parusìa
intermedia) e Girolamo convalidò questo insensato giudizio (la condanna al
presunto millenarismo dei Padri della Chiesa la si trova in Aragon 1968: 490).
Evidenziamo il dilettantismo teologico di Girolamo, del quale non sappiamo se
imputarlo alla sua imperizia negli studi esegeti, che dipese per tutta la sua
carriera dalle versioni in greco di Origene dei testi in ebraico (cfr. De Lubac
1972a: 437) o alla sua irruenza. Va da sé che Girolamo sulle questioni
escatologiche, avendo accettato acriticamente l’unicità della Parusìa,
piuttosto che la binarietà della medesima, cioè le due venute gloriose del
Signore Risorto, mostra ancora una certa contiguità all’eresia origenista, e
pertanto non può essere considerato una autorità. E se, come abbiamo visto,
Agostino dipende da Girolamo, ancor più l’autorità del Padre africano, nel
campo escatologico, perde di consistenza.
2. Come Agostino cade in errore.
Il primo passo falso che
compie è quello di commentare al libro 20 della Città di Dio il testo dell’Apocalisse
non nella versione greca, ma da un commento fornitogli probabilmente da
Girolamo. Alla fine del terzo secolo erano rimasti pochi testi dell’Apocalisse, perché la chiesa orientale
per combattere i montanisti (eretici spiritualisti di cui Agostino ne fece
parte per ben nove anni) non ammisero nella lista dei libri canonici gli
scritti di s. Giovanni. Questi scritti vennero considerati a-logoi.
I testi di s. Giovanni sono
considerati con sospetto perché il linguaggio adoperato presentava delle
affinità con il linguaggio gnostico. In realtà la Chiesa orientale, come poi
Girolamo e Agostino non seppero condurre una sana apologia, come i primi Padri
greci, s. Ireneo primo fra tutti. E preferivano, amputare incautamente libri e
concetti teologici, piuttosto che esaminarli con argomentazioni serie e
inconfutabili. In realtà l’Apocalisse, come
gli altri scritti giovannei, è stata concepita anche per combattere lo
gnosticismo dilagante tra i cristiani di allora.
Giovanni di Patmos non
poteva accettare l’esistenza di un mistero, come quello presentato dalla gnosi
pagana, al di là e al di sopra di quello rivelato dalla Parola fatta carne. “Contro simile minaccia si era già
pronunciato l’autore dell’Apocalisse (2,24), quando parla delle <profondità di Satana>, intendendo
con questi termini la ricerca della salvezza nell’occulto, nel magico e nel
superstizioso, e non nell’accoglimento di un dono di grazia elargito da Cristo
all’uomo peccatore e quindi mortale” (Gentili 1993: 37).
Tuttavia sull’Apocalisse esisteva ancora, nonostante
la pertinacia della Chiesa mediorientale, un commentario (solo su alcuni brani)
di s. Vittorino di Petovio. Questi fu il primo e forse l’unico valido esegeta
di lingua latina. Rispettò nella traduzione il testo greco illustrando
correttamente il senso letterale di Ap 20, 1-3. Quando il libro cadde nelle
mani di Girolamo, avendo assimilato parecchio origenismo, era inevitabile che
falsificasse il testo in senso allegorico.
Su questa operazione
teologica-culturale Jean Gribomont dice eufemisticamente: “Ad una data che non possiamo precisare, che non può essere quella della
maturità né della vecchiaia, egli (Girolamo) rimaneggiò il commentario latino
di Vittorino di Petovio, correggendone qualche errore, migliorandone lo stile e
ricevendo qualche beneficio dal commentario di Ticonio” (Quaesten 1983c:
225).
Secondo lo studioso dei
padri della Chiesa A. Hamman, proprio sull’opera di Girolamo annota :” I suoi commenti sono poveri di dottrina,
trascurati nella forma. Girolamo è un erudito e un umanista, non è né un teologo né un mistico.
Egli romperà definitivamente con Origene, quando sarà diventato pienamente e
lucidamente se stesso, per animosità contro Rufino” (Hamman 1983: 150).
Dalle lettere di Agostino
siamo a conoscenza delle richieste rivolte a Girolamo per avere i testi greci
tradotti in latino (Agostino 1969: let. n° 18. 175). Quindi è da supporre, per
l’influsso di Girolamo, un certo origenismo anche nell’opera di Agostino, dato
che questi si forniva presso il Padre dalmata dei testi, probabilmente anche
del commento di Vittorino, e ciò a danno di una retta escatologia. Anzi, a
danno soprattutto della Parusìa intermedia, per cui venne meno un sano impianto
dottrinario dal quarto secolo in poi. Vediamo ora come vengono trattati i
versetti di Ap 20, 1-6 una volta allegorizzati da Origene e da Girolamo
nell’elaborazione agostiniana.
Per sapere come sono stati
allegorizzati i versetti di Ap 20, 1-6 dobbiamo analizzare il libro 20 della Città di Dio. Scopriamo così che in
principio l’africano di Tagaste professava la vera Tradizione ed accettava il
senso letterale di Ap 20, 1-6 ammettendo il tradizionale millenarismo (Agostino
1992: 962), poi con la contaminazione origenista, avviene la svolta allegorica,
ma in maniera del tutto originale rispetto ai suoi predecessori, fantasiosa
rispetto al testo originario e deviante rispetto a tutta la Tradizione che lo
ha preceduto. Infatti ad una attenta analisi del libro si nota la
retrodatazione di tutte le profezie giovannee, che in realtà sono rivolte al
futuro. Abbiamo così la risurrezione dei santi e dei giusti, il millennio
felice, il giudizio delle nazioni, la Gerusalemme messianiaca, tutti anticipati
al momento presente senza alcuna valida giustificazione.
Il biblista Martino Penasa
ha dimostrato a livello esegetico come questa interpretazione rappresenta una
vera e propria forzatura del testo sacro, che non tiene assolutamente conto
della vera dinamica della cronologia profetica dell’Apocalisse (Penasa 1994: 139-169). In realtà Agostino, come
Girolamo, non avendo i requisiti si improvvisa come esegeta.. E noi tutti ci
meravigliamo come mai la tradizione posteriore, la Chiesa e gli studiosi si
appellano (come Winkenhausen 1960: 206; e Bordoni 1988: 96-101) all’autorità di
un Padre di cui ricordiamo che prima di formulare il suo millenarismo
attualizzato professava la fede nel millenarismo escatologico, quindi ha
creduto alla Parusìa intermedia con relativo millennio felice da quanto attesta
il sermone 259 della domenica dell’ottava di Pasqua di un anno che è fatto
risalire tra il 393 e i 400.
Agostino ha poi compiuto ben
sette passi falsi prima di riformulare l’escatologia nel capitolo 20 della Città di Dio scritto nel 417:
1° interpreta l’Apocalisse
senza conoscere bene il greco e le sfumature ebraiche del testo sacro;
2° non cita i Padri della Santa Tradizione (in ciò verrà imitato disgraziatamente da Martin
Lutero, e dai troppi seguaci di Agostino);
3° probabilmente si serve non dell’Apocalisse ma di un commentario, quello
di Vittorino, che fu spurgato in senso apocatastico da Girolamo;
4° risente fortemente dell’influsso origenista,
dell’unicità della parusìa, utilizzando nell’esegesi di Ap 19-20 il metodo
allegorico di Origene (vedi il De
principiis) e il metodo di un altro eretico, donatista, Ticonio (vedi il Liber Regularum). Infatti l’inversione
temporale dell’evento della parusìa intermedia all’incarnazione viene anche
giustificata con l’applicazione della regola di Ticonio detta della ricapitolazione, per la quale s.
Giovanni, a suo dire, ponendo al futuro un avvenimento voleva indicare in
realtà, con questo procedimento letterario, un fatto già accaduto.
5° è fortemente condizionato dalla cultura
medioplatonica e dalla propria concezione filosofica del tempo dove si dà
maggior valore al passato che al futuro;
6° si basa nell’applicazione del modulo della
“settimana universale” sul sabatismo ebraico, invece del sabatismo cristiano
che prevede l’ottavo giorno della risurrezione, cioè la Domenica del Signore;
7° è sensibilmente condizionato dalla crisi del
messianismo regale nella riflessione rabbinica e da quella cattolica, motivato
dal “ritardo della parusìa” (dovuto più per un’interpretazione troppo
attualizzata dei passi apocalittici, piuttosto che dalla volontà del Signore a
rinviare a tempi migliori la venuta gloriosa), che genera disagio presso alcuni
gruppi cristiani con reazioni di tipo esaltate o, peggio, eterodosse.
In breve Agostino in materia
escatologica, considerando questi gravi precedenti e le fonti ereticali da cui
si ispira, non ha nessuna autorità da imporre e si sbagliano di conseguenza
anche coloro che ciecamente si appellano a questo Padre.
Ma entriamo ora più in
particolar modo nel testo agostiniano con il metodo numerologico: “Se non consideriamo la passione di s.
Agostino verso le scienze esatte (...) non ci rendiamo conto della sua tendenza
al linguaggio della numerologia simbolica” (Quacquarelli 1988: 372). Invero
per sapere che fine abbia fatto la Parusìa intermedia in s. Agostino dobbiamo
analizzare, proprio il modulo della settimana universale, che consiste nel
vedere la storia della umanità sviluppata in sette millenni, come sette furono
i giorni in cui Dio tradusse in atto la creazione. I fondamenti biblici della
settimana universale sono Genesi capitolo
uno e due, e la prima lettera di Pietro capitolo
tre, versetto otto.
Agostino conosceva questo
modulo (cfr. Agostino 1992: 961), ma la sua applicazione viene distorta dalla
visione temporale della teoria apocatastatica. Senza dubbio, contrariamente a
quanto pensano gli studiosi, è proprio s. Agostino, dopo aver professato
indefessamente la sua fede nella venuta intermedia del Signore, il vero
millenarista eterodosso. Vediamo ora come.
Premetto che al tempo del
vescovo di Ippona vi era una frangia di millenaristi ereticale, di cui il
massimo esponente fu un certo Cerinto, che predicava un millennio di felicità
materiali con abbuffate di cibi prelibati ed orge sessuali. Questo tipo di
millenarismo è chiamato <millenarismo crasso>. Nel condannare questo tipo
di millenarismo (cfr. Agostino 1992: 962), il santo di Tagaste prende le mosse
per cancellare in blocco il messianismo escatologico della santa Tradizione,
che probabilmente gli causava non pochi problemi pastorali, togliendo così una
volta per tutte quella speranza universale dei cristiani di una imminente
venuta gloriosa di Cristo, che ristabilisse il suo Regno sulla terra, dopo l’annientamento
dei suoi nemici. Così nel gettare l’acqua sporca, sant’Agostino e con grande ed
ingenua irresponsabilità getta, come si suol dire, anche il bambino. Per
argomentare la cancellazione della Parusìa intermedia e lo slittamento
temporale della venuta del Signore Risorto alla fine del tempo Agostino usa
impropriamente il modulo della settimana universale, come vedremo
confrontandolo con l’impiego fatto da s. Ireneo.
S. Agostino crede di vivere
alla fine del sesto millennio: “Quanto ai
mille anni, mi vengono alla mente due interpretazioni possibili. Si possono
spiegare in quanto il fatto (Satana viene legato nell’abisso) avviene negli
ultimi mille anni, ossia nell’ultimo millennio quasi fosse il sesto giorno, di cui stanno passando ora le ultime frazioni,
e a cui seguirà il Sabato senza sera, ossia il riposo senza fine dei santi; per
cui lo scrittore (s. Giovanni) con i mille anni definì l’ultima parte di questo
giorno, per così dire millenario, che ancora rimaneva prima della fine del
tempo: è la figura del discorso per cui una parte viene ad indicata col tutto
(Agostino 1992. 962). Questo passo indica più degli altri come Agostino abbia
falsato l’applicazione del modulo settimana universale, proponendo un altro
tipo di calcolo escatologico (cfr. anche le sei età in Agostino 1993: 174-177).
In sintesi il vescovo di Ippona sostiene che la Parusìa di Ap 20, 1-6 è
avvenuta con l’Incarnazione, perciò lui crede di trovarsi nel sesto millennio,
quindi nell’ultimo tempo concesso all’umanità prima di entrare nell’eternità,
mentre gli antichi affermavano che il settimo millennio era ancora un tempo da
vivere sulla terra godendo pienamente della Gerusalemme messianica, preludio a
quella celeste. Sant’Agostino per affermare questo nuovo calcolo stravolge tutto
il messianismo escatologico. Infatti deve prima venire l’Anticristo, come tutta
la Tradizione precedente sulla base del testo della seconda lettera ai
Tessalonicesi e dell’Apocalisse si è
sempre affermato.
S. Ireneo è stato il Padre
che più di ogni altro ha contribuito alla formulazione teologica dell’evento
Anticristo. Secondo s. Ireneo l’Anticristo deve venire per ricapitolare i
seimila anni di iniquità: “È detto che il
suo numero 666, cioè 6 centinaia, più 6 decine, più 6 unità come
ricapitolazione di tutta l’apostasia perpetrata durante il corso di 6.000 anni.
Infatti questo mondo sarà portato a termine in tanti millenni quanti furono i
giorni impiegati a farlo. Come racconta la Genesi: ‘Così furono portati a
termine il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dunque Dio nel settimo
giorno portò a compimento il lavoro che aveva fatto e riposò nel 7° giorno da
ogni suo lavoro’ (Gn 2, 1-2). Questa è la narrazione del modo in cui furono
fatte le cose; ma è anche una profezia
del futuro! Giacché se il giorno del Signore è come 1000 anni (1Pt 3,8), e
il Signore ha portato al termine le sue opere in sei giorni, è evidente che il
compimento di tutto l’insieme sarà effettuato nel 6° millennio...” (Ireneo
1984b: 225-226).
Agostino confonde tutta la
cronologia profetica invertendo gli eventi. L’Anticristo a suo dire verrà alla
fine del tempo, ignorando che questa figura escatologica è un predecessore di
Satana. È Satana, stando all’Apocalisse
che viene alla fine del tempo! Che s. Agostino abbia fatto coincidere l’Anticristo
con Satana, lo si intende chiaramente nel commento al vangelo e alla prima
epistola di s. Giovanni: “Prima deve
venire l’Anticristo, poi il giorno del giudizio” (Agostino 1986: 1691).
Per aver invertito gli eventi e per aver formulato il
suo calcolo escatologico, s. Agostino può essere imputato come il principale
colpevole della grande paura dell’anno mille (il sesto secondo il calcolo
agostiniano), che gettò tanto discredito sulla religione cattolica e sulla
teologia in genere, incapace di ravvedersi dopo la falsificazione della vera
Tradizione. L’errore del calcolo escatologico di Agostino sta anche nell’ aver
anticipato di mille anni il regno messianico, ed ora che siamo prossimi al
grande evento profetizzato dalla Sacre Scritture, non vogliamo crederci, per
l’errore compiuto. Inoltre Agostino introdusse nella teologia cattolica la
circolarità del tempo proprio dell’eresia apocatastatica (cfr. i cicli
temporali di Agostino 1992: 526-532), all’interno del sistema dottrinario,
mentre fino ad allora la Tradizione professava una linearità progressiva
dell’azione redentiva scandita nel tempo. Per s. Agostino c’è un inizio,
l’<adventus> dell’Incarnazione e una fine l’<adventus> della
Parusìa finale, così come affermava Origene, nella sua concezione temporale.
Per rendersi conto di questa aberrante interpretazione esegetica bisogna
considerare questo passo: “Pertanto,
durante l’intero periodo abbracciato dall’Apocalisse, ossia dalla prima venuta
(adventus) di Cristo, sino alla fine del mondo, che sarà la sua seconda venuta
(adventus), il diavolo rimane legato, non nel senso che durante questo
intervallo, designato col numero di mille anni, non sedurrà la Chiesa: poiché
non la sedurrà nemmeno dopo sciolto” (Agostino 1992: 965).
A parte che questa
affermazione agostiniana è smentita categoricamente dai fatti, giacché dopo
l’incarnazione il Demonio è più all’opera (sciolto) che mai, ma inoltre i Padri
della Chiesa credevano ad un graduale intervento divino, secondo quanto
suggeriva la pedagogia che Dio aveva già mostrato al popolo ebraico, e quindi
si ammetteva varie tappe di giudizio e di ricreazione. Inoltre se per i Padri
il Sabato del settimana universale
erano i mille anni del regno di Cristo sulla Terra, per Agostino diventano i
mille dell’eternità, disconoscendo sia il senso numerologico della cifra 1.000,
sia della cifra 7, attribuendo a quest’ultima delle qualità che sono proprie
del numero 8, il giorno della risurrezione di Cristo (Gesù è risorto il giorno
dopo il Sabato, 7+1) e di tutto l’umanità dopo il 7° millennio del sabatismo
ebraico-cristiano (cfr. Il capitolo della numerologia ne Il tempo dell’Anticristo e la Parusìa intermedia).
Per questa visione
millenaristica: s. Agostino professa, per quanto riguarda la concezione del
tempo dell’economia salvifica un millenarismo
attualizzato, che non è nella sua formulazione una proposta ortodossa.
Il millenarismo attualizzato
doveva sembrare agli occhi di Agostino la migliore risposta al “ritardo della
parusìa”, perché si dimostrava che non v’era nessun ritardo, ma una falsa
attesa. La parusìa intermedia era avvenuta con la Resurrezione, diceva
S.Agostino e con essa coincideva. Si ci doveva convincere che le profezie di un
mondo migliore, di una Gerusalemme messianica, erano state interpretate male
sia dai cristiani fedeli, sia dagli eretici. Quelle profezie riguardavano
metaforicamente la redenzione di Cristo. Così si spostava l’oggetto della
speranza dei cristiani, che una volta apparteneva anche agli ebrei di antica
tradizione, a favore del valore redentivo della-Pasqua del Messia. Questa
retrodatazione delle profezie, se da una parte risolveva parecchi problemi di
tipo pastorale, dall’altra lo rassicurava come teologo di fronte a quei passi
apocalittici che prospettavano un’altra venuta del Signore sulla terra.
L’investigazione teologica
sulle questioni escatologiche, si sa che è difficile per via di quel alto grado
di indeterminazione, per cui si deve fare più appello alla fede che alla
ragione, più all’attesa che alla memoria. Una volta determinata la coincidenza
della Parusìa intermedia con la Resurrezione e, quindi, del millennio futuro
con il millennio iniziato con l’avvento di Gesù Cristo (adventus=parusìa), ecco
che il problema interpretativo delle profezia consisteva ora nel trovare un
rapporto analogico con i fatti e i detti del messia.
Il cristiano, secondo
Agostino, doveva così rapportarsi riguardo alle profezie non più con un
atteggiamento di attesa, ma con lo sforzo della memoria, cioè trovare Dio
nell’introspezione. Agostino insegna: ”Quanto
ho spaziato nella mia memoria per cercarti, o Signore! E non ti ho trovato
fuori di essa. Infatti non ho trovato nulla di te che non mi ricordassi, da
quando ti ho conosciuto; poiché quando ti ho conosciuto non ti ho più
dimenticato. Dove ho trovato la verità, lì ho trovato il mio Dio, la Verità
stessa, di cui non mi sono dimenticato il giorno in cui l’ho conosciuta. Da
allora tu dimori nella mia memoria, e lì io ti trovo quando ti ricordo e
gioisco in te. Questa la santa gioia
che tu mi hai misericordiosamente donato volgendo il tuo sguardo alla mia
povertà” (Agostino 1987: 304).
Dunque la reinterpretazione
dei testi biblici del santo di Tagaste si basa su concetti teologici che ha
come referenti non la santa Tradizione ma due eretici, Origene e Ticonio. Va da
sé che un approccio psicologico ai testi sacri conduce inevitabilmente ad un
uso esagerato del metodo allegorico, che spesso travisa il senso della Parola
di Dio. Per tutto questo s. Agostino appare nelle questioni esegetiche meno
credibile rispetto ad altri Padri che hanno studiato meglio il testo biblico.
Pertanto consigliamo vivamente gli studiosi di
rivedere le posizioni escatologiche di Agostino, giudicandole secondo la
precedente Tradizione, in base ad una rilettura di Ap 20, 1-3. Va da sé che
senza una buona impostazione escatologica, non si possono interpretare bene
tutte le profezie della Bibbia, confermate e suffragate col metodo profetico-rivelativo. È questa la
principale ragione teologica, che spiega la incauta prudenza della gerarchia
cattolica, la quale non potendo, per l’impedimento agostiniano, comprendere
rettamente la figura dell’Anticristo e, quindi, la Parusìa intermedia, confonde
queste realtà con le realtà ultime e definitive.
Per cui la magior parte del
Clero (Vescovi, Sacerdoti, teologi) crede
che le profezie di La Salette, Fatima, Medjugorie, M. Valtorta, J.N.S.R., trattano della temuta fine del
mondo. In realtà stanno illustrando alla cristianità l’imminente arrivo di
Cristo Risorto per instaurare con potenza il profetizzato regno messianico
sulla terra. Ma prima della Parusìa intermedia l’umanità e la Chiesa dovranno
essere purificati dalla prova dell’Anticristo e della Triade infernale.
3. Le Parusìe del Signore
La terza parte del ‘grande
equivoco’ di sant’Agostino è interamente riportata nel mio libro Il tempo dell’Anticristo e la Parusìa
intermedia, dove, date le premesse teologiche e numerologiche, è più
comprensibile e di facile lettura.
Se si dimostra che Ap 20,1-6
gode di una indipendenza tematica e quindi che si può ricavare da esso un senso
letterale proprio, si giustifica a livello teologico la presenza di
un’ulteriore parusìa, che è intermedia perché posta tra la venuta del Signore
dalla morte (Risurrezione) e la venuta nel Signore nella gloria universale
(Parusìa finale). Questa parusìa, la chiamiamo d’ora in poi Parusìa intermedia
per distinguerla da quella finale, era focalizzata dai primi Padri della Chiesa
all’interno del modulo della ‘settimana universale’, cioè i sette millenni
dell’umanità come sette i giorni in cui Dio creò l’universo. La Parusìa
intermedia veniva posta al principio del settimo millennio (alla fine del sesto
l’Anticristo e al settimo il Cristo parusìaco, così Ireneo 1984b: 226-227),
secondo l’impostazione della ‘settimana universale’ a cui, peraltro, si rifà
implicitamente l’autore dell’Apocalisse
nella scansione del settenario dei sigilli. L’esegeta, A. Farrer, ha notato
nell’ Apocalisse una settimana di
settimane in un complesso collegamento con il racconto della creazione di Gn
1-2, e con le quattro parti dell’anno, a loro volta in relazione con le feste
giudaiche e i loro lezionari, con gli elementi cosmologici, con i segni
zodiacali e con le dodici tribù. In tal modo ai settenari, sei come i giorni
dell’opera creativa di Dio, seguirebbe il sabato del riposo divino, esso senza
opere e senza suddivisione settenaria (cfr. Farrer, Rebirth, cit. In Biguzzi 1996: 31).
Se, secondo il modulo della settimana universale l’umanità vivrà tanti
millenni quanti i giorni impiegati da Dio per creare il mondo, allora il regno
messianico della durata di mille anni coincide col settimo della creazione, quindi,
secondo un rapporto di analogia, col ‘riposo’ (in ebraico ‘sabbath’, da cui la
parola sabato) di Dio, dopo la vittoria definitiva del Signore sull’Anticristo
e sullo Pseudoprofeta e la reclusione del loro capo, Satana, per mille anni
nell’abisso.
Pertanto la Parusìa
intermedia è posta all’inizio del settimo millennio dalla nascita di Adamo (stimata
intorno al 4004 a. C.). Una esegesi seria su Ap 19-20 prende in considerazione
il carattere profetico del regno messianico dei mille anni (cfr. Prigent 1985:
604-605), senza associarlo al periodo della Chiesa a partire dall’Incarnazione,
quindi “al tempo presente, quello cioè
della prima venuta” (Agostino 1992: 968); né all’eternità dopo la Parusìa
finale, come afferma perentoriamente Ugo Vanni: “ si tratta senz’altro della seconda venuta (cioè la Parusìa finale,
ndA)” (Vanni 1991: 319); né tanto meno alle interpretazioni ereticali delle
varie sette millenaristiche.
Riassumendo, si constata che
la Parusìa intermedia non gode presso la maggior parte dei teologi di una
propria autonomia tematica, perché o viene associata alla prima venuta, ossia
all’Incarnazione, o alla Parusìa finale. Generalmente i teologi associano la
Parusìa intermedia all’Incarnazione, perché seguono pedissequamente l’esegesi
allegorica di s. Agostino (ad esempio Wikenhausen, Bordoni, Gozzellino). La
nuova interpretazione redazionale non trova il sostegno di grandi esegeti come
Prigent o Brütsh.
Dobbiamo chiederci come mai
sono sorte dal testo di Ap 20, 1-6 due interpretazioni dalla stessa Tradizione.
Precedentemente abbiamo abbozzato in modo schematico una linea storica
dell’esegesi del testo dell’Apocalisse in
questione. Senza dubbio la prima Tradizione era unanime nell’accettare il senso
letterale di Ap 20, 1-6 così ad esempio la Didaché, Barnaba, Papia, Giustino,
Ireneo, Lattanzio (cfr. Penasa 1994: 103-134). Pertanto l’esegesi patristica
più antica accettava l’indipendenza tematica di Ap 20, 1-6 senza confonderla
con altri momenti dell’economia salvifica come la Resurrezione e la Parusìa
finale. In effetti già nel libro dell’Apocalisse
si trovano in perfetta sintesi i tre momenti salienti dell’economia
salvifica: la Resurrezione in Ap 12, 1-6; la Parusìa intermedia in Ap 20, 1-6,
che è ben distanziata con la cifra dei ‘mille anni’ dalla Parusìa finale di Ap
20, 11-15.
Teniamo presente che la
maggior parte dei Padri di questa venerabile Tradizione erano di lingua greca,
ed alcuni beneficiarono direttamente della insegnamento apostolico, quindi si
suppone una maggiore autenticità di questa tesi rispetto a quella sorta dalla
Tradizione latina, che forse proprio per aver dimostrato una scarsa conoscenza
della lingua dei testi sacri, non seppero decodificarla in modo opportuno.
Sappiamo per certo che proprio s. Agostino, colui che più di tutti incise per
l’interpretazione allegorica di Ap 20, 1-6, rapportandola al tema della
Risurrezione non aveva una buona acquisizione di questa lingua. Ed inoltre
registriamo al momento del passaggio dal senso letterale al senso allegorico di
Ap 20, 1-6 un uso esagerato del metodo allegorico adottato dalla scuola di
Alessandria a danno, come tutti sanno, della retta comprensione delle Sacre
Scritture.
Il primo ad allegorizzare in
modo sistematico Ap 20, 1-6 è stato Origene, che fu un teologo scomunicato dal
suo stesso vescovo e ritenuto un eretico già in vita, ma non dai suoi
estimatori, tra i quali troviamo proprio coloro che hanno allegorizzato in
maniera definitiva Ap 20, 1-6 cioè Agostino e Girolamo. Questi Padri nel dare
un senso allegorico ad Ap 20, 1-6 credettero di risolvere la questione
millenarista. E qui dobbiamo precisare che la questione della Parusìa
intermedia è da collocare in una problematica teologica più ampia che abbraccia
le concezioni del millenarismo e del messianismo regale.
Si nota nell’interpretazione
di s. Agostino un difetto di comprensione del termine parousía. È bene, dunque, ritornare sul vocabolo specificando la
sua accezione nel Nuovo Testamento.
La Parusìa del Signore presenta quattro
caratteristiche:
1° è universale:
riguarda sia i vivi che i morti;
2° è conflittuale:
vi è una battaglia definitiva tra bene e male, con vittoria definitiva di Dio
sul Maligno;
3° è giudiziale:
segue alla battaglia definitiva una separazione netta dei due schieramenti;
4° è trasformante:
l’universo viene purificato da ogni traccia del male; vi è una risurrezione dei
corpi o trasfigurazione dei fedeli vivi, a seconda dei due momenti di
ricreazione.
Si dà una parusìa quando si
realizzano le quattro caratteristiche succitate. E le caratteristiche si
riscontrano solo nella Parusìa intermedia che dà luogo alla trasfigurazione dei
fedeli vivi e nella Parusìa finale, che dà luogo invece alla risurrezione
generale. Se i primi cristiani hanno potuto trovare nel vocabolo greco un
concetto quasi analogo per designare un evento sacro, quale la Parusìa del
Signore, i latini dovevano accontentarsi di un comunissimo ‘adventus’, che non
ha nessuna accezione tecnica né sacrale come il suo corrispettivo in italiano,
‘venuta’.
Questa ipotesi filologica
può essere la base per spiegare l’interpretazione grossolana di Agostino, che
in nulla coincide con la Sacra Tradizione e forza inevitabilmente il contesto
di Ap 19-20 e il suo senso letterale (cfr. Penasa 1994: 139-168).
Ci chiediamo: “Può la
Resurrezione essere una Parusìa?”.
La risposta è adesso a portata di mano. Brevemente
la resurrezione può definirsi una venuta ma non come una parusìa, perché non è
stata universale, ma limitata al popolo ebraico; è parzialmente conflittuale,
perché il male non è stato completamente debellato, sicché Satana è ancora il
principe di questo mondo; non è giudiziale, perché i giusti convivono ancora
con i malvagi; non è trasformante in quanto il mondo e l’umanità sono rimasti
tali come Cristo li ha lasciati, sebbene agisca in modo misterioso la grazia
santificante.
Si impone, dunque, un
distinguo nelle venute del Signore Gesù, che non sono tutte uguali, come
qualcuno lascia intendere, ma vanno opportunamente differenziate.
In conclusione siamo dell’avviso che tecnicamente
sono due le Parusìe del Signore: la Parusìa intermedia per sconfiggere la
Triade infernale e ricreare il mondo per gli eletti trasfigurati dalla seconda
Pentecoste; e la Parusìa finale per sconfiggere Satana e ricreare il mondo per
i risorti. E se con la teologia giungiamo a queste conclusioni, a livello
profetico-rivelativo non manca una maggiore chiarezza sulla binarietà della
Parusìa del Signore
4. Il Giudizio interiore e il
Giudizio finale
Il Giudizio interiore negli
scritti profetici delle rivelazioni private ricorre costantemente come un tema,
apparentemente inesistente nella Sacra Dottrina della Chiesa cattolica, ma che
è strettamente correlato ai più noti tempi profetici, quali: “i tre giorni di
tenebre”, “la seconda Pentecoste” e la “Parusia intermedia” di Cristo Risorto.
Cerchiamo di dare una
definizione introduttiva al concetto profetico del Giudizio interiore per
meglio intendere le rivelazioni private. Il Giudizio interiore è quel giudizio
riservato all’umanità intera, da non confondere col giudizio particolare e col
giudizio finale. Il giudizio particolare infatti si verifica quando l’anima
dopo la morte del corpo si presenta davanti al Signore; il giudizio finale si
verifica, invece, quando l’intero genere umano dopo la fine del mondo si
presenterà al Signore con i corpi risorti.
Pertanto, il Giudizio interiore
è quel singolare giudizio che si dà ai viventi nel periodo dei tre giorni di
tenebre per purificare l’umanità col fuoco della seconda Pentecoste e renderla
così idonea alla Parusia intermedia di Cristo Risorto, per la quale avrà inizio
il definitivo Regno di Dio sulla Terra sino alla prova ultima alla fine del
mondo (cfr. J.N.S.R. 1995: 48-49;
94-96; 135; 208).
La purificazione dell’umanità segna una tappa
decisiva della sua evoluzione ad uno stadio più elevato, quindi l’umanità verrà
trasfigurata nelle sue tre componenti essenziali (corpo, anima e spirito) per
accedere degnamente nel nuovo Regno di Dio (J.N.S.R.
1995: 237).
Scrive J.N.S.R. : “Questo Giudizio,
con i Miei Santi Arcangeli e i Miei Santi Angeli, sarà benedetto da ognuno di
loro e il canto del trionfo salirà fino al cielo... Questo Giudizio sarà la
Gioia di tutte le Mie anime sante, delle vostre anime sorelle che vi
accompagnano nel vostro pellegrinaggio terreno. Figlia Mia, questo Giudizio non
è il Giudizio finale, perché il Mondo non muore, non si distrugge. Anzi, al
contrario, questo Mondo sarà nella dimensione divina, perfetto, come le Mie
Anime divenute divine con la Grazia di Dio, lavate, purificate, santificate da
questa Purificazione: la più grande delle Confessioni, il pentimento totale di
aver offeso Dio e l’Assoluzione completa accordata da Dio stesso; la Remissione
dei peccati concessa dal Sacerdote per eccellenza Gesù Cristo” (J.N.S.R. 1995: 83).
Posto che il Giudizio
interiore si dà prima della Venuta Intermedia di Gesù, dobbiamo precisare come
avviene tale giudizio. Secondo gli scritti di J.N.S.R. il Giudizio interiore rappresenta una particolare azione
dello Spirito Santo, paragonabile all’azione purificatrice del fuoco, per cui
ogni vivente, quindi cattolico o acattolico, americano o asiatico, europeo o
africano, vedrà la propria vita in relazione alla vita di Dio. Tale confronto,
per opera della grazia, porterà la coscienza di ogni singolo a “vedere” ogni
imperfezione morale, spirituale e culturale per trarre l’ultima scelta
consapevole della propria vita: seguire o no Cristo glorioso nel nuovo Regno di
Dio. L’ultima scelta sarà una scelta definitiva per la vita o per la morte
della persona umana nelle sue singole componenti essenziali.
Quindi il Giudizio interiore
costituisce di per sé una preselezione dell’umanità, in quanto solo chi avrà
deciso consapevolmente per Cristo potrà assistere al grande evento del Terzo
Millennio: la vittoria del Cuore Immacolato di Maria in concomitanza alla
Venuta Intermedia di Cristo, vincitore
sulla Triade infernale (Satana, l’ Anticristo e lo Pseudoprofeta).
Il grande evento - come
puntualizza J.N.S.R.- sarà preceduto
dalla Croce gloriosa di Dozulé, visibile da ogni uomo per intendere l’annuncio
celeste della prossima venuta di Gesù risorto (J.N.S.R. 1995: 196).
Nei messaggi di J.N.S.R. è chiaro che lo Spirito di
profezia non vuole essere limitato ad una data rivelazione privata, seppur
importante e degna di nota come quella di cui stiamo trattando, ma suggerisce
di vedere nell’annuncio della Croce Gloriosa di Dozulé un grande movimento
centralizzatore per riunire tutti i luoghi delle apparizioni di Cristo e di
Maria (J.N.S.R. : 1998: 33).
Infatti attraverso le profezie di J.N.S.R. possiamo intendere tutte le
altre rivelazioni private, sia per la decifrazione dei simboli, sia per la
collocazione degli eventi nel loro dispiegamento temporale.
Il tema del Giudizio interiore lo riscontriamo in
molti messaggi seppur con diverse definizione nei messaggi di Conchita di
Garabandal che lo descrive come una “rivelazione interiore” (mess. 14 sett.
1965); in Maria Simma lo si paragona ad una sorta di “radiografia dello Spirito
Santo” (cfr. Fateci uscire da qui, p.
215); don Stefano Gobbi lo esprime col termine “Giudizio in piccolo”
differenziandolo così dal grande Giudizio finale (cfr. Ai Sacerdoti..., pp. 688-689).
Anche i messaggi di suor Agnese di Akita ne parlano.
Ma su tutti emerge per
autorevolezza e profondità il messaggio di Maria Valtorta, che riportiamo dopo
l’analisi dei testi biblici per giungere a delle conclusioni di carattere
dogmatico sia riguardo al Giudizio interiore sia riguardo alla Parusia
intermedia.
In forme più o meno velate
riscontriamo il tema del Giudizio interiore in alcuni passi del Vangelo e nelle
profezie veterotestamentarie. L’evangelista Luca, ad esempio, pone il Giudizio
interiore (Lc 12, 1-3) in relazione alla fede in Cristo risorto (12, 8-9).
Giovanni situa il Giudizio interiore in relazione alla rinascita dall’alto per
poter vedere il Regno di Dio. Questo testo va al di là dell’interpretazione
battesimale e può essere applicato benissimo al futuro battesimo di fuoco
celeste. Il Giudizio interiore in Giovanni consiste in breve nel far
distinguere la luce e le tenebre nei cuori dei credenti e degli infedeli (Gv 3,
20-21).
È invece Giovanni Battista
quello che collega la venuta intermedia di Cristo al Giudizio interiore,
indicato da tutta la precedente tradizione profetica col simbolo del fuoco,
mezzo di purificazione per eccellenza, e indicatore spirituale della purificazione
delle coscienze, come indicano i profeti: Isaia 1, 24-28 e Naum 1, 2-3. 6-8: il
fuoco rende nuova Gerusalemme e rigetta i nemici e i peccatori; solo due terzi
salverà: Zc 13, 7-9 e Ger 6, 27-29; il giorno della venuta del Signore sarà
come il fuoco del fonditore: l 3, 1-3; per sopportare il fuoco occorre avere il
cuore retto: Sir 2, 1-5.
Non si profetizza qui un
battesimo di Spirito Santo e acqua, ma un battesimo di Spirito Santo e fuoco
(Mt 3, 8). San Paolo e san Pietro pongono il Giudizio interiore in relazione
alla Parusia intermedia. La nostra fede sarà purificata col fuoco dello Spirito
nel giorno della parusia di Cristo Signore (1Pt 1, 7); i segreti dei nostri
cuori verranno svelati nel giorno della venuta gloriosa del Signore (1Cor 4,
4-5).
Ora rimane da chiarire un
interrogativo davvero inquietante che già alcuni studiosi si sono posti, ed è
questo: se le rivelazioni private dicono il vero, e così sembra dalle citazioni
bibliche, allora la Sacra Dottrina della Chiesa, promulgata dai concili e dalle
encicliche, è manchevole di almeno di due dogmi fondamentali come la Parusia
intermedia e il Giudizio interiore. Ma se così fosse allora la Gerarchia della
Chiesa non saprebbe recepire l’istruzione dello Spirito Santo o dobbiamo
supporre che lo Spirito Santo non ha ancora comunicato alla Chiesa la totalità
del messaggio cristiano. Ebbene spero di togliere dalla tentazione del dubbio
questi ricercatori, affermando con sicurezza che né la prima né la seconda
ipotesi trovano spazio nel deposito della fede. Infatti proprio dal simbolo
della fede, il credo niceno-costantinopolitano, viene recepita la tradizione
biblica e la tradizione patristica, ritenuta fino a s. Agostino, della Parusia
intermedia e del Giudizio interiore.
Nell’articolo 7 del Simbolo
crediamo nella Venuta di Cristo risorto che verrà a giudicare i vivi e i morti,
da intendersi non nel senso di vivi e di trapassati, ma nel senso di vivi e
morti alla grazia di Dio, perché il nostro Dio è un Dio dei viventi (Mc 12, 26-27).
Pertanto si deduce che il
giudizio interiore è riservato agli uomini in carne ed ossa e non ai risorti,
come invece si ricava dall’articolo 12 nel quale si crede alla risurrezione e
alla vita eterna dopo il Giudizio finale. Ritroviamo così formulati in maniera
semplice e concisa la Tradizione biblica e patristica per le quali troviamo
descritti due giudizi, quello per vivi e per i morti e quello per i risorti.
In entrambi i giudizi
presiede Cristo Risorto in virtù del potere conferiteGli dal Padre (Ef 1,
21-22), ma si deve considerare attentamente che nel primo giudizio, il Giudizio
interiore, si tratta del tempo della Parusia intermedia, mentre nel secondo, il
Giudizio finale, si tratta del tempo della Parusia finale. Dunque non occorrono
nuovi concili o nuove formulazioni dogmatiche, è sufficiente togliersi il
paraocchi di sant’Agostino, il quale a distanza di circa cento anni dal
concilio di Nicea (325) terminò nel 417 il libro La città di Dio dove, insieme alla condanna del millenarismo
crasso, cancella imprudentemente dalla teologia la Parusia intermedia e
relativi temi annessi, assimilando così la Parusia intermedia con la
Resurrezione, il Giudizio interiore col Giudizio finale e via di questo seguito
(cfr. anche Penasa 1994: 139-168).
A queste importanti
conclusioni, fondamentali per una nuova riflessione teologica, siamo giunti per
mezzo di un messaggio di Maria Valtorta, che vale la pena riportare: “ Io sarò chiamato allora dal Padre per
<giudicare vivi e i morti>
secondo quanto è detto nel Simbolo della fede. Ed i <vivi>, coloro che
hanno serbato vita in loro per avere serbato viva la Grazia e la Fede,
erediteranno <il regno, la potenza e la magnificenza di Dio>. I
<morti> dello spirito avranno la Morte eterna secondo che la loro volontà
ha scelto di avere” (Valtorta 1985b: 102).
In conclusione vorrei ancora
ricordare come questi messaggi profetici, che in J.N.S.R. trovano il loro fulcro, perché il fulcro intorno al quale
ruotano tutti i messaggi è la Croce Gloriosa , non devono essere presi alla
leggera da nessuno, né dal semplice laico né tantomeno dalla gerarchia
ecclesiastica. Il motivo è semplice: ci troviamo di fronte alla resa dei conti,
prossimi a vivere grandi avvenimenti escatologici e dobbiamo prepararci
ascoltando i suggerimenti dello Spirito Santo, quali appunto sono le
rivelazioni private. Forse era questo quello che voleva dire il papa Giovanni
Paolo II, quando ha scritto la lettera apostolica Tertio millennio adveniente: “Mentre
invito i fedeli ad elevare al Signore insistenti preghiere per ottenere i lumi
e gli aiuti necessari nella preparazione e nella celebrazione del Giubileo
ormai prossimo, esorto i Venerati Fratelli nell’episcopato e le Comunità
ecclesiali a loro affidate ad aprire il
cuore ai suggerimenti dello Spirito”.
5. Il Millenarismo. Il millennio felice e il
giudizio della chiesa
Prima di entrare nel merito
della questione occorre specificare cosa si intende per “millenarismo” e che
cosa significa il termine “millennio felice” in relazione al dato biblico
(Apocalisse 20,4; passim), seguendo gli
sviluppi della nozione nel campo profetico-carismatico.
Per millenarismo si indica la fede nell’avvento
sulla Terra, ridiventata un paradiso, del regno di Gesù Cristo per la durata di
mille anni, dopo un lungo periodo di tribolazioni e castighi, il cui apice è
rappresentato dall’azione dell’Anticristo. La sconfitta dell’Anticristo,
segnata dal ritorno di Cristo glorioso, nella veste di Re del mondo, prima
della fine del tempo dà inizio al millennio felice. Alla fine del mondo, e
quindi del millennio felice, verrà l’ultima tentazione diabolica, guidata da
Satana, e subito debellata dal Figlio di Dio.
Molti Padri della Chiesa
hanno creduto nel millenarismo, eccetto quelli che ruotavano attorno alla
figura e al pensiero di Origene, eresiarca condannato dalla Chiesa. Anche i
Padri Agostino e Girolamo in un primo momento avevano creduto al millenarismo,
tuttavia alla fine della loro riflessione teologica hanno ceduto alla
tentazione di un revisionismo ante litteram sulla falsariga di Eusebio di
Cesarea, discepolo di Origene e primo storico della Chiesa cristiana, che però
nella sua originale esposizione storica connota negativamente il concetto di
millenarismo macchiando così quasi tutti i Padri della Chiesa, santi e teologi
di grande livello, di una colpa che non hanno commesso. Infatti il millenarismo
nella sua forma originaria, cioè nella forma esposta nell’Apocalisse, ma anche
nelle lettere apostoliche, riflette il discorso escatologico di Gesù Cristo
contenuto nei Vangeli, mai negato dalla Chiesa.
Sono semmai condannabili
alcune interpretazioni eterodosse del millenarismo, come quella materiale e
mitigata, a cui noi non assentiamo, perchè non rispecchia correttamente il dato
biblico. Ma da qui a cancellare il senso letterale del millenarismo ce ne
vuole! Neanche s. Agostino, pur avendo condannato il senso materiale del
millenarismo dato da un gruppo di eretici, che prevedevano un millennio di
piaceri fisici, si è sognato di cancellare il dato biblico. Infatti il vescovo
di Ippona ha proposto un ‘millenarismo attualizzato’, facendo quindi iniziare
il millennio a partire dalla resurrezione di Cristo e non dalla sconfitta
dell’Anticristo. Ma come è stato dimostrato dal precedente studio, tale tesi
risulta insostenibile. E’ più vicino al dato biblico la tesi di un Millennio
felice posto alla fine della tribolazione a cui la Chiesa e il mondo saranno
sottoposti per azione dello spirito dell’Anticristo, che presto verrà sotto
forme umane illudendosi di infliggere il colpo mortale alla Chiesa, ma “…le potenze degli inferi non prevarranno
contro di essa” (Mt 16, 18)
Nel libro dell’Apocalisse si
fa riferimento a due Parusie gloriose di Gesù Cristo, per cui si ha una Parusia
intermedia che sconfigge l’Anticristo e ripristina un nuovo Paradiso terreste per
la durata del millennio felice, e la Parusia finale che sconfigge Satana e
attua la nuova Creazione. Questo è il vero millenarismo, cioè il millenarismo
escatologico in cui i primi Padri della Chiesa credevano e che i carismatici di
tutto il mondo, ascoltando i messaggi di Gesù e Maria, ribadiscono e annunciano
con coraggio a questo mondo incredulo, quasi del tutto assoggettato al potere
dell’Anticristo.
Al contrario la fede nel
millenarismo nella sua forma ereticale, cioè sganciata dalla visione biblica,
ha alimentato le speranze di falsi profeti che hanno annunciato un mondo felice
senza Dio, ma anche senza umanità, una rivoluzione del mondo ottenuta
attraverso la violenza, il sangue, la persuasione occulta. La Chiesa,
consapevole di questo stravolgimento della Parola di Dio, si è pronunciata più
volte e anche in maniera definitiva per scongiurare un regno anticristiano.
Per tal ragione la Chiesa ha
condannato l’idea di un millenarismo, divenuto ormai una sorta di messianismo
secolarizzato nella rielaborazione della dottrina comunista. Così Pio XI con
l’enciclica Divini Redemptoris, del 19 marzo del 1937, condanna questa
ideologia come <falso misticismo> e <contraffazione della redenzione
degli uomini>.
La condanna esplicita del millenarismo la troviamo
nel decreto del 19 luglio 1944, De
Millenarismo (cfr. Denz. -Schönm., 3896).
Seguendo l’interpretazione
politica del millenarismo di Pio XI, altri papi hanno condannato quelle
dottrine politiche e filosofiche che propongono la città terrestre contro la città
celeste, prive pertanto dell’idea di Dio e della grandezza dell’uomo. Allo
stesso modo si è pronunciato Pio XII in Ad
Apostolorum Principis del 1958; Giovanni XXIII in Mater et Magistra del 1961 e Paolo VI in Ecclesiam suam del 1964.
La Chiesa universale nel
Concilio Vaticano II ha considerato validi questi pronunciamenti ribadendoli
negli articoli 20 e 21 della costituzione Sulla
Chiesa nel mondo contemporaneo (Gaudium
et Spes), che prende in considerazione l’ateismo sistematico e
l’atteggiamento della Chiesa di fronte ad esso.
A sancire lo stretto
collegamento del millenarismo con certe forme di espressioni politiche ci ha
pensato il Catechismo della Chiesa
cattolica nel numero 676 e il rimando al numero 2425, in esso viene
sintetizzato il pensiero della Chiesa riguardo a tale questione.
E’ bene riportare i due
numeri del Catechismo per poi potere
giungere a delle conclusioni critiche:
676: “Questa impostura anti-cristica si delinea già
nel mondo ogniqualvolta si pretende di realizzare nella storia la speranza
messianica che non può essere portata a compimento che al di là di essa,
attraverso il giudizio escatologico; anche sotto la sua forma mitigata, la
Chiesa ha rigettato questa falsificazione del Regno futuro sotto il nome di
<millenarismo>, soprattutto sotto la forma politica di un messianismo
secolarizzato <intrinsecamente perverso>“;
2425: “La Chiesa ha rifiutato le ideologie
totalitarie e atee associate, nei tempi moderni, al <comunismo> o al
<socialismo>. Pertanto essa ha pure rifiutato, nella pratica del
<capitalismo>, l’individualismo e il primato assoluto della legge del
mercato sul lavoro umano. La regolazione dell’economia mediante la sola
pianificazione centralizzata perverte i legami sociali alla base; la sua
regolazione mediante la sola legge del mercato non può attuare la giustizia
sociale, perché <esistono numerosi bisogni umani che non hanno accesso al
mercato>. E’ necessario favorire una ragionevole regolazione del mercato e
delle iniziative economiche, secondo una giusta gerarchia dei valori in vista
del bene comune>“.
Tuttavia, pur condividendo
con il Catechismo della Chiesa Cattolica la condanna al millenarismo
secolarizzato, che si esprime per lo più nelle forme politiche, non possiamo
assentire al giudizio negativo sull’idea stessa di “Millennio felice”
all’interno della concezione biblica del messianismo regale, in quanto essa è
presente nei testi biblici (cfr Ap 20,4) e nell’interpretazione genuina dei
primi Padri della Cristianità e solo in seguito compromessa dal ‘Grande equivoco
di s. Agostino’ che i teologi della Chiesa hanno fatto proprio in modo davvero
acritico, assumendo forse inconsapevolmente una posizione postmillenarista.
L’interpretazione simbolica
del millenarismo di s. Agostino è da considerarsi insostenibile se si considera
tra l’altro in esso l’influsso dell’eresiarca Origene e, dunque, proponiamo una
interpretazione letterale ed escatologica del millennio così come suggerito
dagli scritti giovannei e dal sabatismo di Pietro e Paolo, che con l’apporto
dei carismatici a noi contemporanei suggeriscono una interpretazione più
corretta e confacente al Pensiero divino, che viene sintetizzata nella
posizione teologica denominata premillenarista.
L’interpretazione del
millenarismo escatologico o millennio felice si discosta, a nostro avviso,
anche da quel millenarismo mitigato che è stato trattato dal Santo Ufficio con
un decreto del 21 luglio 1944 (Denzinger n. 3839). In esso si afferma
giustamente che non si può parlare con sicurezza di millenarismo mitigato,
benché alcuni teologi lo hanno presentato spurgandolo da alcuni elementi del
millenarismo carnale o materiale, perché è indispensabile una maggiore coerenza
col dato biblico. Tuttavia va precisato che la Chiesa ancora una volta non
condanna il fondamento stesso del millenarismo, come anche lo stesso Card. J.
Ratzinger, prefetto della Santa Congregazione per la dottrina della fede, ha
sottolineato ribadendo che: “la Santa
Sede non si è ancora pronunciata in modo definitivo” sul millenarismo,
lasciando ai studi dei teologi una definizione più adatta alla Parola di Dio.
Infatti nel decreto del S. Ufficio troviamo scritto: “Che cosa si deve pensare
del Millenarismo mitigato, secondo il quale Cristo dovrà venire, prima del
finale giudizio, per regnare visibilmente sulla terra? Risposta: Il sistema del
Millenarismo mitigato non può essere proclamato con sicurezza: -toto doceri non posse - “. Si potrà
proclamare con sicurezza il millenarismo, quando questo sarà più confacente ai
testi biblici, come abbiamo cercato di fare con questo studio, che va al di là
del grande equivoco di sant’Agostino, superando il suo millenarismo
attualizzato e riproponendo il messianismo escatologico della posizione
premillenarista.
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Cantico dei Cantici. La vera natura dell’Antico Patto e di quello vero,
Segno, Udine.
Pesquera, E. de
1993 Garabandal.
La continuazione di Fatima, Gribaudi, Torino.
Peters, Gabriel
1986 I
Padri della Chiesa, Borla, Roma.
Prigent, Pierre
1985 L’Apocalisse
di s. Giovanni, Borla, Città di Castello.
Quacquarelli, Antonio
1988 Le
scienze e la numerologia in s. Agostino, in riv. Vetera
Christianorum, num. 25, pp. 359-379.
1989 Complementi
interdisciplinari di Patrologia, Città Nuova, Roma.
Quaesten, Johannes
1983a Patrologia.
I Primi due secoli, v. I, Marietti, C. Monferrato.
1983b Patrologia.
I Padri greci, vol. II.
1983c
Patrologia. I Padri latini, vol III
Segarra Ollè, Joan
2000 La Piccola vita di Gesù, Edizioni Segno,
Udine.
Teofilo il Siculo
1998 Il tempo dell’Anticristo e la Parusìa
intermedia, ed. Segno, Udine.
Trappé, Agostino
1976 S. Agostino.
L’uomo, il pastore, il mistico,
ed. Esperienze, Fossano.
Valtorta, Maria
1985a I
Quaderni del 1943, Centro ed. Valtortiano, Isola del Liri.
1985b I
Quaderni del 1944, Centro ed. Valtortiano, Isola del Liri.
1985c I
Quaderni dal 1945 al 1950, Centro ed. Valtortiano, Isola del Liri.
1986 Il
Poema dell’Uomo-Dio, vol. X, (dal 1993 è in corso la riedizione col
titolo L’Evangelo come mi è stato rivelato)
C.ed. Valtortiano, I. del Liri.
Vanni, Ugo
1991 L’Apocalisse.
Ermeneutica esegesi teologia, EDB, Bologna.
Wikenhausen, Alfred
1960 L’Apocalisse
di Giovanni, Morcelliana, Brescia.
***
IL CATECHISMO DELLA CHIESA
CATTOLICA, Roma, Ed. Libreria Vaticana, 1992.
***
RISVISTE CONSULTATE
1.
IL SEGNO DEL
SOPRANNATURALE, Ed. Segno, Udine
2.
MESSAGGI
CARISMATICI CATTOLICCI, Ed. Segno, Udine( Gli articoli di questa rivista
saranno anche messi sul sito internet:
http://members.xoom.it/gesuritorna/
***
SITI INTERNET CONSIGLIATI SUI CARISMI STRAORDINARI
E SULLA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’
: (VEDI A PAG.21).
N.B.: SUL GRANDE AVVERTIMENTO CHE STA PER ARRIVARE PER TUTTI GLI UOMINI
DELLA TERRA: VEDI I NUMERI 22-23 DELLA RIVISTA “Messaggi Carismatici
Cattolici” dell’ ed. Segno: SI TRATTA
DI UNO STUDIO COMPARATO E ATTENDIBILE,
PORTANDO I MESSAGGI DI BEN SEI
DIFFERENTI PERSONE CARISMATICHE, CHE CONCORDANO TRA LORO.
SUL STO INTERNET : http/digilander.iol.it/maranathadgl è stato riportato una sintesi di questa
RICERCA sul GRANDE AVVERTIMENTO nella sezione studi..
INDICE
CONSACRAZIONE E
TESTIMONIANZA DI UN SACERDOTE
PRESENTAZIONE DI GUIDO
LANDOLINA
INTRODUZIONE
CAP. I – LA VENUTA INTERMEDIA DI GESU’:
Domande e risposte
MARA’N ATHA’ PARTE I
MARA’N ATHA’ PARTE II
MARA’N ATHA’ PARTE III
MARA’N ATHA’ PARTE IV
MARA’N ATHA’ PARTE V
APPENDICE: A – SINTESI SULLA
PARUSIA INTERMEDIA
B – CRITERI DI DISCERNIMENTO
C- I PROFETI DI OGGI
D- I MODI DI AGIRE DI DIO
CAP. II- LA PARUSIA INTERMEDIA E IL MESSIANISMO
di Antonio Norrito.
PARTE I: QUANTE SONO LE
PARUSIE?
PARTE II: LA QUESTIONE PARUSIACA
PARTE III: IL MESSIANISMO REGALE NEL GIUDAISMO
PARTE IV: IL MESSIANISMO REGALE NEL N.T.
PARTE V: IL MESSIANISMO REGALE
NEI PADRI DELLA CHIESA
PARTE VI: LA PARUSIA
INTERMEDIA PRESSO TEOLOGI E GLI
STUDIOSI
DI RIVELAZIONI
PRIVATE
PARTE VII: LA PARUSIA INTERMEDIA PRESSO CARISMATICI
BIBLIOGRAFIA GENERALE
INDICE
PER INFORMAZIONI SCRIVERE E-MAIL : profetiveri@tin.it
“ Santissimi
Cuori Uniti di GESU’ e di MARIA,
dateci la
Vita, la vera Vita in Dio.
Ricevete la nostra Consacrazione
giornaliera ai vostri Santi Cuori
Uniti.
Che i nostri
cuori siano sempre infiammati d’Amore di Dio e del prossimo.
Che i nostri
cuori si uniscano per amarvi teneramente, ora e per l’eternità.
Che le nostre
preghiere vi siano gradite
per ottenere
tutte le Grazie necessarie per la nostra salvezza
e la salvezza
di tutte le anime che ci sono care,
senza
dimenticare le anime del Purgatorio.
Santissimi
Cuori di GESU’ e di MARIA,
siate il
nostro rifugio.
Amen”
(JNSR)