BATTISTI LUCIO
Lucio Battisti nasce a Poggio Bustone, un paesotto di collina in provincia di Rieti, il 5 Marzo 1943. Malato di chitarra (comincia da autodidatta), suona ossessivamente, ma la famiglia non condivide la sua passione: il padre gli concede due anni di prova per dimostrare le sue qualità. Trasferitosi a Roma nel 1964, Lucio Battisti diventa il chitarrista de I Campioni, gruppo che accompagna in tournée Tony Dallara. Il giovane Lucio dimostra subito di avere le idee chiare e una buona dose di ambizione: suonare in gruppo, comunque, non gli piace così decide di tentare la fortuna da solo a Milano, Mecca della canzone. Riesce ad avere un appuntamento con Franco Crepax, direttore artistico della Cgd. Nel 1966 nasce il mitico sodalizio con Mogol. E lui, l'autore di canzoni famose, dirigente alla Ricordi e abilissimo stratega, diventa il suo Pigmalione, artefice non solo dei testi, ma anche del suo personaggio. Il 23 Luglio 1966 esce il primo singolo inciso da Lucio: "Per una lira - Dolce di giorno". La fama di autori di Battisti e Mogol è ormai consolidata grazie appunto a "29 Settembre", canzone lanciata dalla trasmissione radiofonica "Bandiera Gialla". Nel 1969 Battisti si sente pronto per partecipare a San Remo con "Un'avventura", eseguita in coppia con Wilson Pickett, ma viene subito scartato. Singoli di successo sono invece "Acqua azzurra, acqua chiara - Dieci ragazze" e "Mi ritorni in mente - 7 e 40". Viene pubblicato "Lucio Battisti" che è il primo 33 giri di Battisti. Alla voracità dei suoi ammiratori viene concessa, però, un'ultima ghiotta notizia: Battisti va a cavallo. Assieme a Mogol, naturalmente, che s'inventa un viaggio ecologico Milano - Roma attraverso boschi e campagne. L'idea dal punto di vista pubblicitario, è geniale e antesignana di futuri manifesti verdi contro inquinamento e danni dello stress. Con "Fiori rosa fiori di pesco" vince per la seconda volta consecutiva il Festival Bar. Nel '70 pubblica il 33 giri "Emozioni" con cui raggiunge la maturità artistica. Nel 1971 comincia il black-out Battisti. Niente interviste, serate, fotografie, ma solo accesso ineluttabile di ogni sua canzone ai vertici delle classifiche. Esce "Amore e non amore", disco decisamente rivoluzionario per l'epoca. Sempre lo stesso anno esce anche "Battisti IV (Pensieri e parole)". Nel 1972 esce "Umanamente uomo: il sogno", il primo dei due fortunati dischi di uno degli anni più ricchi e creativi del sodalizio Mogol Battisti. Il lavoro è certamente interessante e contiene brani musicalmente ricchi in cui Battisti mostra una crescente crescita sia come autore sia come interprete. Contiene brani indimenticabili come "I giardini di marzo" e "E penso a te". Poi esce ancora "Il mio canto libero" e il singolo resterà in testa alle classifiche per 11 settimane sancendo il successo dell'intero album. Nel 1973 Lucio Battisti è l'artista dell'anno grazie a "Il mio canto libero" e "La collina dei ciliegi" (si dice che la canzone sia ispirata alla tenuta acquistata a Molteno, in provincia di Como). L'album "Il nostro caro angelo" (che comunque contiene l'attacco alla pubblicità in "Ma è un canto brasileiro") viene definito dai critici innovativo ma un po' discontinuo. Nel 1974 esce "Anima latina"; la fase di ricerca e ripensamenti dovuta alle critiche ottenute con "Il nostro caro Angelo" convince la coppia ad intraprendere alcuni viaggi alla ricerca di sonorità alternative e nuovi stimoli. Sonorità inconsuete ed inusuali atmosfere emergono da un lavoro meditato e ben arrangiato. Il pubblico però non gradisce il cambiamento anche perché ormai è sfociata la nuova moda dei cantautori melodici che si distanziano notevolmente dallo stile americo-latineggiante del disco. La critica appesantisce il risultato negativo frettolosamente dichiarando l'opera un disco sbagliato dai testi troppo ermetici e scarsamente freschi, nonché dai difficili messaggi molto discutibili. Nel 1976, con l'album "La batteria, il contrabbasso, eccetera", Battisti si propone in modo innovativo, vicino a sonorità più moderne e alla suggestiva dance, mischiati ad una decisa influenza da parte del più raffinato easy listening americano. "Io tu noi tutti", del 1977, è un disco di transizione tra "La batteria, il contrabbasso eccetera" e "Una donna per amico". Contiene classici del repertorio come "Sì viaggiare", "Amarsi un po'" e "Soli". Nel 1978 l'album "Una donna per amico" raggiunge il miglior successo e diventa il suo album più venduto di tutta la carriera. Lo schema rimane vicino alle canzoni di un tempo: piccole storie d'amore, sensazioni di persone qualunque, vicende ed emozioni che tutti possono vivere. Cambia ulteriormente la sonorità, più attenta ad un gusto internazionale e moderno, si arricchisce la parte ritmica e cresce l'abilità canora: il mezzo falsetto inimitabile raggiunge finalmente il livello ricercato dall'autore nei due dischi precedenti. L'album è prodotto da Geoff Westley ed è inciso e missato a Londra (capitale rifugio segreto dell'introvabile Lucio). Contiene uno dei brani maggiormente apprezzati da Mogol dell'intero sodalizio - reso ultimamente celebre dalla elegante interpretazione di Giorgia - "Nessun dolore". Altri elementi di notevole spicco sono la dolcissima "Perché no" e "Una donna per amico", "Prendila così" e "Aver paura d'innamorarsi troppo Nel 1980, con "Una giornata uggiosa", titolo di per sé già sintomatico di un rapporto appannato, Giulio Rapetti e Lucio Battisti risolvono il loro storico sodalizio. Il mistero Battisti si infittisce: chi sostituirà Mogol? L'alone leggendario attorno a questo episodio è continuamente alimentato dalle reticenti e vaghe dichiarazioni di Mogol, spesso anche contraddittorie. Una delle più colorite versioni vede i due litigare banalmente durante una cena di lavoro. Si scambiano un "vaffanculo", ma non è definitivo. Tempo dopo grazie agli amici comuni sempre ad un tavolo tentano la riconciliazione, ma al momento del dolce arriva l'ultimo "vaffanculo". Nel 1982 esce "E già", album di transizione con suoni poco amalgamati, compromessi dai goffi tentativi del testo di staccarsi dal senso della parola, con un modo di far poesia un po' rudimentale. Velezia, l'autore dei testi, è la moglie Grazia Letizia Veronesi che nel momento di delicata transizione lo accompagna come può, verso il futuro. L'accoglienza è decisamente fredda: i giornali si riempiono di nostalgia per il Battisti perduto, per l'artista che ormai si affida solo alla musicalità elettronica, che "ha sfrondato sempre più l'interesse per la melodia fino a perdere di vista la forma canzone"., che si è concentrato sulla cura formale degli arrangiamenti abbandonando la semplicità degli esordi. Nel 1986 esce "Don Giovanni" e raggiunge i primi posti nelle classifiche. I testi sono affidati all'estro poetico e bizzarro di Pasquale Panella che come Battisti non fa nulla per uscire dall'anonimato. La svolta è radicale e il modo di comporre si trasforma mentre i mezzi tecnici, il fraseggio musicale e la fonetica offrono un prodotto di rottura con tutto quanto detto precedentemente nell'ambito della musica leggera. "Don Giovanni" è un disco molto apprezzato dai colleghi musicisti (uno su tutti Zucchero) e si rivela del tutto nuovo, diverso ed inconsueto. Battisti mira sempre più a spiazzare pubblico e critica e mai pago dei risultati raggiunti è sempre in cerca d'innovazioni particolari. I temi elettronici dominanti sono conditi da atmosfere rarefatte ricche di un notevole arrangiamento ancora piuttosto melodico (se rapportato alla successiva produzione). I giochi di parole e le raffinate trovate linguistiche, assieme a neologismi e paradossi verbali divengono una costante dell'odierna ed ironica ultima produzione. La critica lo definisce il miglior lavoro della terza fase Battisti ossia quella del nuovo sodalizio Panella Battisti. Nel 1988 esce L'apparenza, secondo capitolo della collaborazione con il poeta ermetico Pasquale Panella e primo dei "dischi bianchi", che, pur innovando non riesce a risultare interessante quanto il precedente. Nel 1990 Battisti, da un silenzio rigorosissimo e da un alone di mistero che lo avvolge da anni, riemerge con La sposa occidentale (CBS). L'ineffabile cantapoeta italiano si presenta al consueto appuntamento biennale, scadenza che sino allora ha disertato fisicamente, ma onorato con prodotti di altissima qualità. La copertina è opera dell'autore e l'album è costruito intorno a testi sempre meno comprensibili, ma le canzoni assumono un'originalissima piega anche perché legata ad un armonia leggermente più semplice ed immediata rispetto a quella del precedente disco. Nel 1992 è la volta di "C.S.A.R.", album sicuramente poco riuscito tra quelli della coppia Battisti Panella. Nel 1994 esce "Hegel", album come sempre accolto da numerose polemiche e viene definito un'opera di destra. Panella dichiara: "Macché, il titolo del disco è frutto di un mio errore umano. Ho sbagliato, tutto qui. Nella mia ignoranza ho creduto che Hegel fosse un nome di donna". E ancora: "Il ruolo della canzone è quello di essere bella è stupida e priva di qualsiasi presunzione d'importanza. La canzonetta deve essere idiota e ballabile. Rappresenta lo scemo del paese e come questo è utilissima in quanto le altre forme cosiddette culturali si relazionano ad essa e si sentono in qualche modo speciali. La canzone è la serva scema alla quale cadono i piatti". ". Lucio Battisti muore il 9 settembre 1998, a 55 anni. |
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