AUTOMOBILI AGRICOLE







Il trattore agricolo, detta anche trattrice agricola, (dal latino trahere, trainare) è definita come centrale mobile di potenza, è un mezzo utilizzato in agricoltura per trainare un rimorchio o agganciare delle attrezzature specifiche per i lavori agricoli. Appartiene alla famiglia delle macchine agricole semoventi. In meccanica agraria, il trattore è considerato una macchina motrice, mentre le macchine agricole che eseguono i lavori trainate dal trattore (come l'aratro) o agganciate alla sua presa di potenza (come lo spandiconcime) vengono dette macchine operatrici.Il trattore è nato nel lontano 1889 negli Stati Uniti, i primi modelli erano poco maneggevoli e molto pesanti. Il trattore, definito "centrale mobile di potenza", ha costituito il punto forte della meccanizzazione agricola e della moderna agricoltura. Negli oltre 100 anni di storia, il trattore agricolo si è migliorato, potenziato e completato. Infatti il miglioramento e la scoperta di nuove tecnologie hanno accompagnato il trattore, permettendogli di acquisire un'importanza sempre maggiore. Gli ultimi esempi di trattrici sono vere e proprie opere d'ingegno tecnologico, che offrono ogni tipo di comfort all'operatore che le utilizza, limitando gli interventi faticosi e fastidiosi in ogni applicazione. Col passare del tempo il trattore si è adeguato a tutte le esigenze degli utilizzatori e a tutte le varie tipologie di attrezzi, offrendo una sempre più ampia fascia d'applicazione. L'introduzione di nuovi dispositivi e organi come il sollevamento idraulico, la presa di potenza, la doppia trazione e così via, hanno ampliato gli orizzonti del trattore, facendolo diventare la macchina agricola per eccellenza. I primi trattori agricoli furono i locomobili a vapore, successivamente i trattori a testacalda, i trattori diesel fino ad arrivare ai trattori di oggi (trattore gommato e trattore a cingoli).La mietitrebbiatrice è una macchina agricola in grado di mietere ed allo stesso tempo trebbiare vari tipi di colture principalmente cereali e leguminose secche. La prima mietitrebbiatrice meccanica (a vapore) risale al 1812.Si compone principalmente di tre parti: una testata raccoglitrice anteriore, il battitore, e un duplice sistema di pulizia. La testata raccoglitrice ha lo scopo di realizzare il distacco dei fusti o delle parti utili di questi, ed indirizzare il raccolto verso la parte interna della macchina: ne esistono di diverso tipo e sono sempre intercambiabili, in particolare esistono testate falcianti generiche (adatte a grano, orzo, soia, triticale, colza, fave e altre colture a fusto esile, realizzano il raccolto tagliando lo stelo e convogliando all'interno della macchina quasi tutta la pianta), testate "spannocchiatrici" per il mais (staccano preferenzialmente le sole spighe o "pannocchie", lasciando a terra il fusto della pianta detto stocco), testate taglianti per colture particolari (come per il girasole, munito di stelo tenace e spesso), testate raccoglitrici per colture già mietute ed andanate (adatte alla trebbiatura di colture come il trifoglio o in generale specie erbacee che richiedono un periodo di alcuni giorni di essiccazione spontanea tra il taglio e la trebbiatura). All'interno del corpo macchina il prodotto incontra il battitore, un tamburo rotante munito di rilievi e avvolto in parte da un controbattitore, struttura fissa a sviluppo semicircolare munita di piccoli rilievi e cavità: il principio di funzionamento risiede nella rotazione che causa la frizione del prodotto raccolto tra battitore e controbattitore, con conseguente disgregazione delle parti munite di granella e conseguente separazione di quest'ultima dal resto delle parti vegetali: a valle si determinano quindi due distinti flussi di materiale, uno composto prevalentemente da granella, e l'altro prevalentemente da parti vegetali di scarto. Di seguito si collocano gli apparati di pulizia, distinti per i due flussi: nei modelli convenzionali le parti di scarto sono avviate ad apparati scuotipaglia costituiti fondamentalmente da elementi longitudinali di notevole lunghezza a cui è impresso un moto oscillatorio, il cui scopo è di provocare la separazione per gravità della granella residua all'interno degli scarti, i quali vengono progressivamente trasportati all'esterno del corpo macchina dallo stesso movimento oscillatorio, mentre la granella recuperata viene riportata verso il battitore per essere convogliata nel flusso di prevalente granella. Il flusso composto prevalentemente da granella (originato dal battitore ed in parte dal recuperato degli scuotipaglia) è invece avviato ad un apparato di pulizia differente, situato nelle parti basse del corpo macchina, e composto essenzialmente da due sistemi di vagli vibranti, uno passante e uno no, e da un impianto di ventilazione forzata che asporta le parti di scarto più fini (volatili) e contribuisce al funzionamento efficace dei vagli, garantendo la produzione di un flusso di granella pulita che viene avviato al serbatoio solitamente collocato nella parte alta della macchina.