Due francesi esiliati temporaneamente in Sud America hanno incrociato Manu Chao nel mezzo della sua tourneč durante il concerto organizzato in Bolivia.

Narrazione:

Bolivia : venerdģ 14 aprile 2000. Aeroporto internazionale di Alto, 4900 metri di altitudine:

Dopo i primi passi sul suolo boliviano il respiro č difficoltoso, Manu Chao e la sua troupe recuperano i loro bagagli e scendono a La Paz. Un'ora di riposo e poi riprende il lavoro. Visita del teatro all'aperto dove si svolgerą il concerto del giorno dopo, interviste alla radio, alle tv, foto con i fotografi e conferenze stampa.  Nel buonumore generale, i musicisti lasciano i loro impegni per incontrare il loro pubblico al cafč Montmartre. La ciascuno pensa x se. Fans e curiosi di ogni genere vengono per discutere  con i loro idoli con grande facilitą, naturalezza, come se fossero i loro vicini di casa.

Dopo una leggera cena sul tardi, fisarmoniche, voce, percussioni e chitarre conferiscono al Montmartre una atmosfera da taverna e poi tutti a dormire. Bisogna dire che che il malessere provocato dall'altitudine, la prima sera non perdona.

Nemmeno la seconda, del resto, perchč la sera seguente, durante il concerto, č tutto un deposito di bombole di ossigeno che gli spettatori avvicinano al palco. Ma semplici problemi di respirazione non riescono ad intaccare il rapporto con il pubblico. Sono circa seimila a cantare in coro i successi di Manu, il ritornello del clandestino ed a scoprire le nuove canzoni di Radio Bemba. Un primo incontro riuscito con la Bolivia in circostanze difficili dovute allo stato d'assedio instaurato qualche giorno prima. Da notare che i militari si erano mescolati <<en courant d'aria>>.  Sulla base dei discorsi del Comandante Marcos e della legalizzazione della marijuana, con rock alternativo e reggae, il pubblico č invitato a fare uno show.  Pogo elettrico, bandiere anarchiche sventolanti sulla scena, slams che non finiscono mai, incoraggiati dai musicisti di fronte ad un sorriso contratto del servizio d'ordine. Quando termina il concerto?  La fisarmonica e la chitarra risuonano dall'uscita del teatro: continueranno fino al termine della notte. 

 Il tempo di una ballata al lago Titicaca, poi i musicisti corrono a visitare le miniere di Potosi, luogo simbolo dell'America Latina, interamente saccheggiate dai conquistatori spagnoli.  Poi c'č l'arrivo, mercoledģ a Sucre, dove il gruppo esegue il suo dodicesimo concerto. Qua si scivola nell'intimitą: 1500 persone assistono a quello che il gruppo definirą <<il miglior concerto della tourneč>>. Dopo due ore di complicitą totale con il pubblico, al grido di "prossima stazione: speranza" la comunione prosegue tutta la notte sulla piazza centrale.  

Il giorno dopo, per finire, ci sono i primi tre giorni di riposo di questa tourneč Sud Americana. Destinazione il Salar, immenso deserto di sale a 4000 metri di altitudine. Lo stupore č totale, il luogo č di un fascino totale, sconcertante. Ma č gią l'ora di lasciare la Bolivia.

Domenica 23 aprile. Aeroporto  di El Alto. Prossima stazione: Santiago del Cile.

-Testo tradotto dall'originale francese di: Renaud Saint-Cricq & Denis Tamarelle