NELL’ANTICA
CAPITALE INCAICA CON TITO LA ROSA -Testo e foto di Paula Pitzalis- Cusco, (in “Quecha”, lingua degli Incas, “ Qosqo”), l’antica capitale dell’impero incaico non è solo un luogo rinomato per le sue meraviglie archeologiche ma è anche una delle capitali culturali del Perù. Cusco, che significa “ l’ombellico del mondo” è anche il centro culturale più interattivo sia per i turisti che vi soggiornano sia per i fermenti musicali che s’incontrano. Abbiamo incontrato Tito La Rosa, uno dei più interessanti musicisti ed artisti degli ultimi tempi in latino America, alla Casa della Cultura il 18/02/2006 per conoscere da vicino l’operosità e l’impegno che lo contraddistingue nella ricerca delle sonorità native della musica andina e peruviana. Tito La Rosa si è esibito sul palcoscenico con i musicisti dell’antica popolazione nativa dei Qero, i diretti discendenti degli Incas, e con musicisti giapponesi per presentare una ricerca musicale che propone l’unione tra le diversità Hai pubblicato “ Rituals”, un CD meraviglioso, dove i rituali richiamano le antiche cerimonie native alla ricerca delle proprie radici in un mondo, quello attuale, che vive uno sviluppo tecnico che ci allontana sempre più dalla natura, dalle antiche memorie e culture linguistiche culturali. Che cosa trova Tito La Rosa con il popolo “Qero”? Io
sono andino. Sono nato a Huaraz nel cuore di Callejón de Huailas. Vissi lì
i miei primi dodici anni nelle Ande
ma i Qeros mi rivelarono un sapere
che fino a questo momento era occulto, nascosto. Partecipai 10 anni dopo
ad una cerimonia, in un’offerta alla terra che loro fecero.Questo
momento fu come aprire una porta con i loro saperi, le loro presenze,
saggezze ed equilibrio con la natura e gli uomini. Da queste loro
cerimonie, le loro forme di comunicarsi con la terra, con gli “Apus”
(Spiriti della Natura, Acque e Montagne e Fiumi),
ho appreso molto ed ho cercato di plasmarlo nella nostra musica. Devo
molto a quest’esperienza con i “ Fratelli Qeros”
ed anche al nostro rapporto con la Natura che è così viva! Il continente europeo oggi soffre, chiaramente, non solo di un cambiamento climatico ma anche della perdita delle proprie radici. Che cosa può fare un artista o un musicista attraverso la sua arte per trasmettere messaggi di cooperazione e tutela della natura? I
cambiamenti sono individuali ma anche collettivi. Io cerco di cambiare,
migliorare e lavorare in ciò che mi circonda insieme alla mia gente. Ciò
induce anche ad un cambio politico nel senso che la musica partecipa ad
una migliore intesa tra gli uomini, perciò la nostra scelta è anche
politica. Perciò tutto ciò deve cambiare profondamente e in questa
direzione. Noi operiamo in eventi che siano sensibili e protestino contro
le firme di trattati che sono inerenti alla conservazione del pianeta ed
anche in eventi relazionati a quelle presenze straniere “ forzate”
industrializzate e multinazionali che vogliono indebolire, sfruttare e
cancellare le nostre identità e territori naturali. Come il fenomeno della globalizzazione? Sì,
come la globalizzazione che cerca di uniformarci senza pensare anche alle
nostre differenze. Credo che ci siano oggi dei compiti molto forti
nell’attuare la difesa e tutela delle identità. Oggi, anche in Perù
come nel mondo, ci sono organizzazioni che s’interessano a tali temi ed
anche una buona parte degli artisti sensibili a ciò si stanno impegnando
su questi campi. Noi come musicisti stiamo “ lavorando dalla trincea
della musica”, ricercando e tutelando le nostre memorie musicali,
strumentali e trasmettendo il nostro patrimonio ai giovani. Ci sono però
tantissimi altri che operano su questa linea, artisti della parola, poeti,
giornalisti, ingegneri, ecc, tanti e molteplici discipline. Diciamo una
contro globalizzazione culturale. L’arte e la musica possono salvare il mondo? Penso che viviamo oggi l’epoca degli artisti. I politici ebbero la loro tappa come i militari. Si! Credo sia il momento degli artisti e di tutti quelli che hanno un’anima d’artista. L’anima di difendere l’identità, il pianeta. Infine difendere la vita. La nostra vita! |