Che il racconto del percorso di Manu,da quando rimase “bocabierto” davanti ad un pianoforte fino ad oggi, si concluda a Barcellona, uno dei posti da cui era iniziato, è semplicemente un caso.
L’albergo fintolusso sulle ramblas espone bandiere europee. Questo davanti. Dietro, il terrazzo dà su un cortile del barrio chino, povero, malandato. Un’altra mentira. Dal cortile si alzano odori di cibo, suoni di tivù ad alto volume, qualche musica sparsa, persino una tromba, ad un certo punto, mi sembra araba, ma anche un po’ spagnola, chissà.

 

continua