Messaggero Veneto di Domenica 26 agosto 2001
MANIAGO La Regione ha fissato la data per l’applicazione del Piano sanitario.
Così si compie il destino della struttura
Ospedale, la chiusura
il 1º ottobre
Via i posti-letto di
degenza ordinaria a medicina. Il pronto soccorso funzionerà solo dalle 8 alle 20
Lunedì 1º ottobre, con ogni probabilità, sarà disattivata l’unità operativa di
medicina dell’ospedale di Maniago, con conseguente chiusura dei posti letto di
degenza ordinaria.
Inoltre il pronto soccorso funzionerà su 12 ore (dalle 8 alle 20, da lunedì a
domenica) mentre durante le notte sarà operativa l’auto medica, con a bordo un
medico con training specifico e un infermiere professionale (dalle 20 alle 8 del
mattino). E’ previsto anche il mantenimento del punto di partenza dell’ambulanza
nelle 24 ore, con autista e medico.
Questa sarebbe ormai la notizia temuta e contrastata, ma non inaspettata, che
sta prendendo sempre più corpo, senza essere smentita. Gli eventi erano infatti
prefigurati nel documento di riorganizzazione dell’offerta sanitaria di Maniago.
Dunque si sta compiendo rapidamente il destino dell’ospedale, all’interno di
quanto previsto dal piano sanitario regionale. L’unitarietà raggiunta, non senza
sforzi e qualche difficoltà, dal consiglio comunale nella difesa del nosocomio
maniaghese non è bastata a far deflettere o a cambiare quanto deciso. Senza
esito positivo anche le manifestazioni popolari di protesta a Trieste e l’azione
martellante con dovizia di iniziative del comitato 1000 firme e di quello del
referendum nonchè di altre associazioni volenterose e sensibili al problema dei
servizi sanitari nell’area.
Sembra quasi che il tutto abbia avuto un effetto opposto per gli interessi dei
maniaghesi, che adesso (ironia della sorte) possono consolarsi scrivendo alla
Lama, sito elettronico, cui vengono invitati a fare osservazioni e proposte sul
piano sanitario (come se finora non ce ne fossero state fatte neanche una).
«Dopo il danno anche la beffa». E’ questo il commento amaro ed arrabbiato da
parte della gente e di chi si è dimostrato sensibile verso la questione annosa
della sanità nella Pedemontana. «Almeno ci si potesse consolare col distretto
sanitario – sottolineano altri cittadini –. Ma anche quello pare fare acqua da
tutte le parti».
Le lamentele sugli appuntamenti per le visite specialistiche sono all’ordine del
giorno e sono state già sottolineate in altre occasioni dal nostro giornale.
Certo la situazione non è affatto bella nè gradevole, ma questa è l’aria pesante
che si respira ormai da tempo nella città delle coltellerie. Questa è la realtà
con la quale la comunità locale e quelle dell’area mandamentale dovranno fare i
conti. Comprensibile quindi che si faccia strada tra la popolazione un grande
senso di sfiducia e di abbandono.
Attualmente il reparto di medicina conta 15 posti letto. La proposta di
riorganizzazione prevede la loro chiusura, con la «creazione di due posti di day
hospital medico e specialistico». Nel documento dell’Ass6, si dice anche come
«parte dei ricoveri possa essere riassorbita dall’assistenza e dai servizi del
locale ospedale di comunità, dalla Rsa e parte dal reparto di medicina di
Spilimbergo, dove va prevista l’apertura di una o due stanze “polmone” nei
periodi di epidemia, con adeguamento del personale di assistenza».
Mirello Macorig