L’AMBIENTE

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di Mario Serio

 

Agustín Pio Barrios nacque e si formò nel Paraguay della fine del 1800. Cosa succedeva in Paraguay in quel periodo? In che situazione era il Paese? Quali erano le tendenze culturali e artistiche i in voga?In che modo Barrios entrò a far parte di quella schiera di artisti e intellettuali che animò la vita culturale del Paraguay?

 

Alla fine del XIX secolo il Paraguay si trovava in una situazione difficile. I postumi della disfatta subita nella guerra contro la Triplice Alleanza (Brasile, Uruguay, Argentina), terminata nel 1870, erano ancora evidenti. Tuttavia uno slancio nuovo e vitale animava tutta una generazione di intellettuali, desiderosi di accogliere il pensiero moderno proveniente dall’Europa, ma anche profondamente legati alla cultura del proprio paese, che voleva finalmente rinascere dopo gli anni bui della guerra. La lingua e la cultura Guaraní furono valorizzate attraverso lo studio e la sistematizzazione della lingua e la produzione poetica, letteraria e teatrale. I poeti che apparvero nell’ultimo trentennio del sec. XIX si ispirarono principalmente alla patria: piansero le sue disgrazie, cantarono con voce dolente e lamentosa le penurie e i dolori del popolo. Durante la guerra contro la Triplice Alleanza i motivi epici avevano caratterizzato la produzione culturale. La corrente letteraria che esercitò la maggiore influenza sugli scrittori del XIX secolo fu quella romantica. La generazione dell’Istituto Paraguayo nacque sotto l’egida della Costituzione, si formò nelle aule del Collegio Nacional e integrò le aule dell’Università, fondata nel 1889. Sua caratteristica fu una grande inquietudine culturale: ricevette e accolse l’alito del pensiero moderno, lesse, spulciò l’Archivio Nacional, iniziò il lavoro di investigazione storica. La fine del secolo fu per il Paraguay un periodo di intensa formazione culturale, di ricezione ed adozione del pensiero straniero. Le influenze letterarie maggiori furono quella spagnola e quella francese. Con l’nizio del XX secolo la cultura popolare interessò sempre più aree della produzione culturale.

In poesia una caratteristica evidente (distintiva della produzione di tutta l’America Latina) era la mescolanza degli stili, la loro confusione. L’importanza fondamentale di questa poesia è il processo di americanizzazione, la formazione di una lingua poetica indipendente, di un particolare accento e dialetto. Col Romanticismo, i poeti americani erano divenuti, per la prima volta, coscienti della loro volontà di esprimersi originalmente; ma occorrerà tutto il XIX secolo perché il tono e il linguaggio diventassero maturi e la condizione spirituale americana fosse veramente individuata. Con la formazione di questa lingua, crebbe l’attenzione e l’amore per il popolare, l’indigeno, l’indio originario: tutto ciò che è elemento primigenio, altro dall’europeo, cuore segreto e pulsante della natura americana.

In musica, nel periodo tra il 1870 e il 1899, la tendenza era all’assimilazione degli stili universali in voga. Secondo Boettner[1] la spiegazione risiedeva in una serie di fattori: il fallimento del nazionalismo paraguayano con l’ecatombe della Guerra Grande, lo sforzo del Paraguay di cambiare rotta, le tendenze internazionaliste nel mondo. Gli elementi autoctoni furono obliati, non si faceva nessuno sforzo per valorizzare il folklore, non c’era nessun desiderio di conoscere i propri valori. Dopo il 1880 cominciò un barlume di vita culturale. In questo periodo emerse la figura di Luis Cavedagni, musicista italiano ingaggiato dal presidente Juan B. Gill nel 1874. Questo maestro ricostruì l’inno nazionale, formò bande musicali, dimostrò interesse per la musica popolare pubblicando molti motivi folkloristici, pur senza averne colto l’esatto ritmo nella trascrizione. Giunsero dall'estero altri musicisti tra cui Nicolino Pellegrini direttore di banda ed eccellente violinista italiano. Questi e altri maestri stranieri sostennero la musica e insegnarono alla generazione del dopoguerra. Un’importante ruolo nella vita culturale di quel periodo ebbero le numerose compagnie straniere, quasi sempre miste di commedie e opere, che fecero tappa ad Asunción e che si esibirono in non facili condizioni materiali e artistiche.

 

La prima formazione di Barrios avvenne in un ambiente familiare e sociale molto favorevole. Nel piccolo centro di San Juan Bautista de las Misiones ebbe modo di vivere a contatto con la musica popolare e di condividere anche in famiglia momenti musicali. Doroteo, suo padre, suonava la chitarra da amatore e il giovane Agustín, dimostrando un talento precoce, apprese le basi tecniche dello strumento sui ritmi e i giri armonici tipici di danze popolari come polche e valzer. L’incontro decisivo con Gustavo Sosa Escalada avvenne nel dicembre del 1898 quando il maestro argentino, sentendolo suonare e colpito dal suo talento, cominciò a dargli lezioni e consigliò ai genitori di mandarlo a studiare ad Asunción, dove egli stesso insegnava. Barrios si trasferì ad Asunción nel 1899. Andò a vivere con i suoi fratelli Hector e Virgilio e continuò a studiare chitarra con Gustavo Sosa Escalada. Entrò al Collegio Nacional che frequentò per due anni con esito brillante per poi iscriversi, con i suoi amici Dionisio Basualdo e Fernando Munoz, all’Istituto Paraguayo. Lì studiò teoria musicale, composizione, violoncello e violino sotto la guida di Nicolino Pellegrini.

All’inizio del 1900 la politica occupava un posto di primo piano in Paraguay. Il secolo cominciò con molte inquietudini in questo campo che culminarono con la caduta del Partito Colorado del Governo del 1904. Seguirono anni molto turbolenti che incisero in modo sfavorevole su tutte le manifestazioni culturali. Questo clima durò fino al 1912 quando salì alla Presidenza della Repubblica Don Eduardo Schaerer. Seguì un epoca di tranquillità e di maggiore prosperità. Lo scoppio della prima Guerra Mondiale nel 1914 contribuì a migliorare la situazione economica e fece giungere nel paese molti artisti stranieri i cui impegni nei paesi belligeranti furono annullati. (Il Paraguay, ricordiamolo, rimase neutrale al conflitto).

La vita teatrale era animata per lo più da compagnie italiane e spagnole. Venivano rappresentate opere, operette, zarzuelas, commedie e drammi. Per quanto riguarda i concerti la maggior parte dei musicisti erano stranieri.

Il 2 giugno 1906 avvenne il debutto ufficiale di Barrios come concertista di chitarra. In un concerto a favore delle vittime del Vesuvio (il disastro avvenne il 7 e l’8 aprile) che prevedeva , nel programma, brani d’orchestra diretti da Pellegrini, pianisti, un mandolinista, una cantante, si esibì anche Agustin Barrios eseguendo El Delirio di Julian Arcas. Oltre al brano previsto dal programma Barrios eseguì anche suoi arrangiamenti di brani popolari paraguayani suscitando entusiastiche ovazioni del pubblico.

In questo periodo Barrios faceva parte di una cerchia di intellettuali, artisti e uomini di cultura che si incontravano alla Farmacia Paris, un locale di Asunciòn fondato da Luis Ravery. In seguito fu diretta da Tomas Davalos e Federico Munoz. Nel 1906 si fecero carico della stessa quest’ultimo e Leopoldo R. Elizeche. Il locale si trasformava ogni sera in un luogo d’incontro dei più rinomati fra i circoli artistici e letterari di Asunción della prima decade del XX secolo. Invitati dal dottor Munoz e dal musicista L. R. Elizeche, partecipavano agli appuntamenti quotidiani medici, ingegneri, pittori, scultori, musicisti, animatori. Fra i chitarristi Agustìn Barrios, Dionisio R. Basualdo e Rodolfo Miranda. Queste serate attiravano numerosi spettatori e costituivano eventi artistico-culturali e momento di svago cittadino. I disordini sanguinosi del 2 luglio 1908 segnarono la fine di queste attività e la chiusura del locale.[2] Un golpe in piena regola con tre giorni di scontri armati che portarono alle dimissioni e all’esilio dell’allora Presidente Benigno Ferriera. Iniziò un’epoca di violenza. Si succedettero colpi di stato, ammutinamenti, sollevazioni e rivoluzioni campali, che portarono lutto e miseria in tutto il paese.

Il 4 gennaio 1908 al Teatro Nacional in un concerto organizzato dall’infaticabile Pellegrini, con in programma musiche per orchestra, per pianoforte, violino, canto, mandolino, Barriosconosciutissimo professore di chitarra dilettò (questa è la parola giusta) il pubblico con vari pezzi fra cui una bellissima fantasia su motivi del Santa ”.[3]

  • Glossario   Il 27 febbraio, sempre al Teatro Nacional, Barrios si esibì in concerto insieme a Gustavo Sosa Escalada. I due chitarristi suonarono in duo e da soli alternandosi con brani d’orchestra che vennero diretti da Pellegrini. Il 16 luglio a Villarrica Barrios suonò in duo con il chitarrista Dionisio Basualdo in un concerto per beneficenza a favore delle vittime del golpe sanguinoso del 2 luglio. In programma una gavotta di Pellegrini, scritta per piano e violino e arrangiata da Barrios per due chitarre, intitolata Katie and Jessie e Cielito Porteño di Sosa Escalada per due chitarre.[4]

    Come si è potuto notare Barrios si era inserito nel circuito della vita culturale del paese ma, l’instabile situazione politica e la necessità di estendere la sua attività all’estero per potersi fare apprezzare in contesti più prestigiosi lo spinsero di lì a poco a lasciare il Paraguay per recarsi in Argentina. Buenos Aires era allora la capitale del mondo musicale e il maggior centro culturale del Sud America. Imperversava il tango ma anche la musica classica e popolare ricevevano grande attenzione. Una città dinamica e cosmopolita in cui si trovavano alcuni personaggi fondamentali per il mondo della chitarra classica come Antonio Jiménez Manjón, Julio Sagreras, Domingo Prat.



  • [1] Juan Max Boettner, Musica y musicos del Paraguay, Edicion de Autores Paraguayos Asociados, Editorial El Grafico, Asunción, 1957.

    [2] Carlos Centurion, Historia del la Cultura Paraguaya, tomo I, Biblioteca Ortiz Guerriero, Asunción, 1961, pp. 629-630

    [3] J. M. Boettner, op. cit., p. 148.

    [4] Richard Stover, Six Silver Moonbeams. The Life and Times of Agustín Barrios Mangoré, Clovis, CA, U.S.A., Querico Pub., p. 29.