Ferdinando Magellano  
Contesto storico

Molte imprese marittime compiute prima del secolo XV furono del tutto, o quasi, casuali e non ebbero molta importanza. Dal XV in poi si diffuse il concetto che l’uomo fosse artefice della propria sorte e che non dovesse attendere passivamente continui interventi dal cielo.
Giovanni da Pian del Darpine e Marco Polo, che descrissero le affascinanti esperienze da loro vissute visitando i misteriosi e ricchissimi paesi dell’estremo Oriente, avevano acceso in molti il desiderio di raggiungere il paese dell’oro e delle spezie, le favolose Indie. Alla base dei viaggi di esplorazione ci fu lo spirito di avventura, ma soprattutto ci fu la sete d’oro e di dominio. A queste motivazioni se ne aggiunsero altre, quale, ad esempio, il desiderio di convertire popolazioni che fine ad allora non avevano avuto la possibilità di conoscere il Cristianesimo.
Naturalmente i mezzi finanziari necessari per portare a termine le imprese suddette furono forniti dalle case regnanti, prime fra tutte quelle della Spagna e del Portogallo, che miravano alla conquista del primato dei mari.
Dal punto di vista tecnico, le scoperte geografiche furono rese possibili dai migliorati mezzi di navigazione e dagli studi geografici e astronomici che il quel tempo raggiunsero un notevole livello.
Tecniche di navigazione
Per mare le Isole Molucche si potevano raggiungere in due modi:
1) trovando, oltre lo stretto di Gibilterra, una rotta che, circumnavigando l’Africa permettesse di passare dall’oceano Atlantico all’oceano Indiano, dal quale si poteva arrivare in estremo Oriente;
2) navigando sempre verso ponente, con il presupposto che la terra fosse sferica, fino a giungere al Catai.
Entrambe queste vie comportavano la necessità di affrontare l’oceano Atlantico dopo aver varcato le Colonne d’Ercole, che si diceva che costituissero un limite, un divieto per gli uomini: leggende di mostri e di spaventose vendette divine abbattutesi sui trasgressori erano diffusissime nei secoli precedenti.
Ferdinando Magellano
Ferdinando Magellano era un navigatore portoghese. Dopo aver navigato per molti anni nel Mediterraneo e nell’oceano Indiano, in seguito a all’accusa, rivelatasi poi fondata, di essersi appropriato di parte del bottino strappato dai Portoghesi al sultano del Marocco, si ritirò a vita privata dedicandosi a ricerche di nautica e cosmografia. Frutto dei suoi studi fu la convinzione che le Isole Molucche, da cui proveniva la maggior parte delle spezie destinate al mercato europeo, potessero essere rapidamente raggiunte facendo rotta nell’Atlantico, verso sud ovest, doppiando la punta meridionale del continente americano e attraversando il mare che separa l’Asia dall’America. Questo progetto fu accettato da CarloV. Il 20 settembre 1519 il convoglio, costituito da cinque navi, con a bordo complessivamente 265 uomini, tra cui 24 italiani, spiegò le vele da un porto spagnolo. Magellano toccò le Canarie, passò al Largo del Capo Verde e raggiunse le coste brasiliane quindi quelle argentine. Dopo l’inverno durissimo, Magellano riprese il viaggio fra mille difficoltà. Perse due navi. Dopo un mese entrò nel grande oceano che chiamò Pacifico, avendolo trovato eccezionalmente tranquillo. La traversata fu funestata da malattie e da vari decessi. Il 6 marzo 1521 raggiunse le Marianne, dopo si diresse verso le Filippine; ma il 27 aprile 1521 egli fu ucciso da alcuni indigeni in una piccola isola. Dopo la sua morte perse il comando Elcano che perse un’altra nave. L’8 novembre 1521 le due navi superstiti raggiunsero le Molucche: una delle due mentre faceva ritorno fu distrutta da navi portoghesi. La Victoria, l’unica nave della spedizione rimasta, partì dalle Molucche il 21 dicembre 1521, cambiò rotta per evitare le navi portoghesi. Il 6 settembre 1522 la circumnavigazione del globo era stata così compiuta per la prima volta nella storia dell’umanità.

Conseguenze delle scoperte geografiche

A sentire i primi viaggiatori si sarebbe dovuto credere che oro e argento si trovassero a ogni piè sospinto nei paesi da loro visitati. Di questa diffusa mentalità e della penuria di metalli preziosi che c’era in Europa, dove la circolazione monetaria ne assorbiva grandi quantità, fecero per primi le spese i gloriosi imperi degli Atzechi e degli Incas, che furono spogliati dalle loro immense ricchezze.
Era inevitabile che tanta ricchezza influenzasse in modo determinante l’economia dell’Europa. Ne fu rovinata la Spagna, che sommersa da tanti metalli vide inaridirsi le proprie fonti di riproduzione. La ricchezza di quel momento fu causa della povertà futura. Nel secolo XVI ebbe inizio l’attività dei pirati e dei corsari, che assalivano e derubavano i galeoni spagnoli diretti in Europa. Conseguenza dell’aumentata circolazione dei metalli preziosi in Europa furono l’inevitabile svalutazione monetaria e l’aumento dei prezzi. Fu in quest’epoca che acquistò potenza la figura del capitalista, cioè colui che aveva la possibilità finanziaria di comprare determinate attrezzature e materie prime. In questa situazione aumentarono i traffici e l’industria fu sollecitata a ingrandirsi.
Il Mediterraneo perse il suo ruolo di collegamento con i paesi del Vicino Oriente. Esso divenne un mare interno di pochissima importanza e Venezia cominciò la sua lenta decadenza.
Era inevitabile che avvenimenti importanti come le scoperte di nuovi continenti provocassero trasformazioni nella vita e nelle consuetudini della società. Ci fu un aumento della produzione agricola per soddisfare le necessità di una popolazione in crescita. Le città si andarono espandendo. Mutò l’arte culinaria, Si diffuse anche l’uso del cucchiaio, della forchetta e del coltello. Grazie al progresso della stampa si pubblicarono i primi libri gastronomici. Un più responsabile rispetto per le norme igieniche pubbliche e private fece diminuire la mortalità.