Per quanto la critica di questi ultimi decenni ne abbia molto ridimensionato
l’importanza, Pietro d’Amiens resta pur sempre, tradizionalmente, il “padre”
della crociata.
Un certo sacerdote di nome Pietro, già eremita, nato in Amiens
città dell’occidente nel regno di Francia, cominciò a predicare
con tutte le sue forze il pellegrinaggio partendo dal Berry, nel medesimo
regno. Dietro le sue continue sollecitazioni, tutti presero lietamente
la via indotti dal desiderio di far penitenza: vescovi, abati, chierici,
monaci, poi nobilissimi laici, principi di regni diversi , e il popolo
tutto, sia puri che impuri, adulteri, omicidi, ladri, spergiuri, predoni;
insomma ogni genere di cristiani, donne comprese. Con quali intenzioni
e in seguito a quale occasione l’eremita abbia predicato questo pellegrinaggio
a l’abbia iniziato egli stesso, lo diremo subito.
Qualche anno prima dell’inizio del viaggio questo sacerdote era andato
a Gerusalemme per sua devozione, e nell’oratorio del Sepolcro del Signore
aveva visto cose illecite e nefande , che non poteva tollerare: ne fremette
di sdegno, e implorò Dio di punire le scelleratezze di cui era stato
testimone. Intanto, scandalizzato da questi orrori, interrogò il
patriarca di Gerusalemme chiedendogli perché mai si sopportasse
che gli infedeli e gli empi profanassero i santuari asportandone le offerte
dei fedeli, si servissero delle chiese per farne delle stalle, percuotessero
i cristiani, pretendessero a torto del denaro dai santi pellegrini e li
angustiassero con ogni sorta di soperchierie.
Il patriarca e venerabile sacerdote del Sepolcro del Signore, udite
queste cose, rispose piamente con flebile voce: “O tu, il più fedele
dei cristiani, perché tormenti su ciò la paternità
nostra, dal momento che le nostre forze non sono da considerare più
quelle d’una formica di fronte alla superbia di tanti infedeli? La nostra
vita, bisogna riscattarla con tributi continui se non vogliamo esser messi
a morte; e così speriamo ogni giorno di giorno in giorno di scampare
a più gravi pericoli, a meno che non giungano da parte dei cristiani
aiuti, che noi per tuo tramite imploriamo”.
E Pietro gli rispose così: “Padre venerabile, ora ne so abbastanza
e vedo bene quanto deboli siano i cristiani che stanno con te e a quante
prepotenze da parte degli infedeli soggiaciate. Perciò, per la grazia
di Dio, la vostra liberazione e la preservazione di ciò che è
sacro da ogni ingiuria io, se io con l’aiuto divino tornerò vivo
là donde sono venuto, visiterò prima il papa e poi tutti
i principi cristiani - re, duchi, conti e governanti - facendo a tutti
presente lo stato miserabile della vostra schiavitù e le vostre
intollerabili sofferenze...”
Intanto già calavano le tenebre e Pietro tornò per pregare
al Santo Sepolcro dove, stanco per le veglie trascorse in orazione, fu
colto da sonno. Gli apparve allora la maestà del Signore Gesù
, e si degnò di apostrofare così un uomo mortale efragile:
“Pietro, figlio dilettissimo fra i cristiani! Appena ti sveglierai, tornerai
dal mio patriarca e prenderai da lui una lettera credenziale che ti faccia
mio ambasciatore, sigillata col sigillo della santa croce. Avutala, ti
affretterai quanto più possibile a tornare in patria, dove narrerai
le calunnie e le offese recate al mio popolo e ai luoghi santi e inciterai
i cuori dei fedeli a purificare il luoghi santi di Gerusalemme e a ripristinare
le sacre cerimonie. Infatti, attraverso pericoli e tentazioni, le
porte del paradiso si apriranno ai chiamati e agli eletti”.
Dopo questa mirabile rivelazione divina, la visione scomparve e Pietro
si svegliò. Uscì sul far dell’alba dal Tempio, andò
dal patriarca, gli narrò ordinatamente la visione e gli chiese una
lettera credenziale della divina ambasciata col sigillo della santa croce;
questi non gliela ricusò, anzi gliela concesse e lo ringraziò.
Congedatosi, fedele alle istruzioni fece subito volta verso la patria.
Dopo un viaggio per mare assai pericoloso, sbarcò a Bari e senza
indugio proseguì per Roma. Là incontrò il papa e gli
riferì ciò che aveva udito e saputo da Dio e dal patriarca
sulle scelleratezze degli infedeli e sulle ingiurie sofferte dalle cose
sacre e dai pellegrini.
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