La necessità di rendere sicure le vie per l'Asia minore 
 
Anche se fra l’imperatore e i principi crociati potevano sorgere contrasti a proposito dei loro diritti fondamentali e delle future conquiste, non potevano esservi dissensi per quello che si riferiva alle fasi iniziali della campagna contro gli infedeli. Perché fosse possibile ai crociati raggiungere Gerusalemme, era necessario che le strade attraverso l’Asia Minore venissero rese sicure e d’altra parte lo scopo principale della politica bizantina era appunto quello di ricacciare i Turchi da quella regione. Vi fu perciò un completo accordo sulla strategia da seguire. Il primo obiettivo era la capitale selgiuchida, Nicea. La guarnigione turca era numerosa, ma aveva bisogno di rinforzi. Le prime forze turche di soccorso giunsero immediatamente, ma ormai la città era completamente bloccata dalla parte di terra e dopo un breve e sfortunato scontro con le truppe cristiane, esse si ritirarono per attendere il resto dell’esercito. L’esercito crociato era più forte di quanto avessero pensato e, a parità di numero, sul terreno scoperto di fronte alla città, i Turchi non erano in grado di competere con gli armatissimi occidentali. I crociati erano scandalizzati per il trattamento riservato dall’imperatore ai prigionieri turchi.
Vennero inviate in occidente numerose lettere per annunciare che quel luogo venerabile era di nuovo cristiano e la notizia fu accolta con entusiasmo. La crociata si dimostrava un successo. I principi si riunirono a consiglio e decisero di dividere l’esercito in due parti per facilitare il problema dei rifornimenti; una parte avrebbe preceduto l’altra a circa una giornata di intervallo. I crociati vennero serrati dalla loro fede e dal loro ardente desiderio di giungere in Terra Santa; ma anche la speranza di trovare un ricco bottino e forse un principato, serviva di stimolo. Un certo merito tuttavia deve essere attribuito ai Bizantini che accompagnavano la spedizione che, esperto nella guerra contro i Turchi, furono in grado di dare buoni consigli; senza la loro guida non sarebbe stato possibile seguire la strada attraverso l’Asia Minore.
Frattanto l’imperatore Alessio, che doveva essere responsabile del mantenimento delle comunicazioni attraverso l’Asia Minore, stava consolidando le posizioni cristiane alle spalle dei corciati. La sua politica mirava perciò a riconquistare la parte occidentale dell’Anatolia, dove, con l’aiuto della sua cresciente potenza navale, avrebbe potuto rendere transitabile una strada verso la costa meridionalee che gli sarebbe stato possibile tenere sotto costante controllo. Sarebbe stata così assicurata una strada per mezzo della quale i rifornimenti potevano giungere ai cristiani che combattevano in Siria, e lo sforzo congiunto della cristianità avrebbe potuto continuare.
 

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