Oguno fa quello che gli pare?
(2001)
Non era previsto
Questo forte silenzio
Niente di nuovo
Il debole fra i due
Megabytes
Eclissi di periferia
Il dolce della vita
Non è più come prima
Il motore degli eventi
In questo anno di non amore
Non era previsto (M.
Gazzè/ F. Gazzè/ M. Gazzè)
Ognuno fa quello che gli pare
e mangia i frutti dell'esperienza
veste l'opera della sua manualità
imparando le cose soltanto quando bisogna
sommando il succo degli episodi
l'emotività naturale irrisolta
Per quella viscerale colpa
che sta nella pigrizia dei modi
noi tutti abbiamo di che bere
attingendo come un gregge
assetati di un unico bicchiere
le solite gocce
Esiste un'insana paura
di cercare altrove il bisogno
ed appellarsi al sogno
per una gioia che dura
Come se uno sbaglio fosse dolore
e rischiare soltanto l'errore si prendesse tutta la posta
lasciandoci niente in tasca
tutto quell'amore disperso
non era previsto
Esiste un'insana paura
di cercare altrove il bisogno
ed appellarsi al sogno
per una gioia che dura
Questo forte silenzio
(M. Gazzè/ F. Gazzè/ M. Gazzè)
Base terra qui tranquillità
anche se le gambe tremano
d'emozione e di quella paura
che un uomo coraggioso. come me
non dovrebbe mai tradire
ma se verrà il momento di raccontare tutto
Non saprò spiegarvi questo forte silenzio
Non saprò spiegarvi questo forte silenzio
Da quassù la terra
è uno zaffiro a strisce bianche
camminando piano sulla buccia della luna
l'universo manda la sua ombra gelida
sui nostri corpi senza peso
lievi come anime
Vedo le traveggole di dio
che spostano il buio un po' più in là
dove le bugie dell'uomo
vagano impazzite
prigioniere tutte della stessa
orbita sbagliata
anche questo viaggio le raggiungerà
E non saprò spiegarvi questo forte silenzio
E non saprò spiegarvi questo forte silenzio
Da quassù la terra
è uno zaffiro a strisce bianche
camminando piano sulla buccia della luna
l'universo manda la sua ombra gelida
sul nostri corpi senza peso
lievi come anime
Niente di nuovo
(M. Gazzè/ F. Magnelli/ F. Gazzè/ M. Gazzè)
Qui appoggiato sul gomito
un telefono spreca silenzi
e li appende alle pareti come litografie
una sporgenza di bivacco
si affaccia al balcone senza idee
ed eccetto la ringhiera
tutto precipita in basso
Ambasciatore dell'universo
gesticola un ago di pino
per dimostrare la sua innocenza
lo si perdona
purché si guardi dall'esistere
che rimanga qui a decifrare il vento
e a pungere il senso sotto i piedi
Quando i pensieri sono vuoti a rendere
e assestano pugni sentiti
su una Peugeot in doppia fila
niente di nuovo
c'è gente che muore di fame
ma perdio
qui non filtra la notizia
Con le mani di marmellata
i bambini frignano in castigo
Lì dove il castigo è senza colpa
pochi ne hanno la forza
niente di nuovo piazzano ancora
alberghi su Bastioni Gran Sasso
e il solarium e un tramonto prugna
dietro l'ennesima cassa di risparmio
Non serve più
chiedo di essere brillo
per dimenticare tutto l'insulso c
hiedo un destino rocambolesco
qui, qui, qui
niente di nuovo
Il debole fra i due
(M. Gazzè/ F. Gazzè/ M. Gazzè)
Seduce te assorbendo in stile molle
e fermento
un lento progredire
dirottato verso l'abnorme
verso quel che è male smisurato
che per il peso barcolli
ingrassi il respiro su me
che ti ambivo la bocca
Sciocca deviazione la tua
come una svolta secca sbalordisci
e sorprendi tutti i capricci a
diventare necessità
Chissà per quale patologia
ti ho sentita e vista
via via peggiorare nel modo
nel tempo
Seduce il fenomeno memoria
l'accadimento asciutto è principe
di una storia d'amore che quasi
muore ed esce senza avviso sulla porta
non te ne sei accorta
ma eri più bella e più gentile
prima di finire in pasto all'indolenza
prima dell'abuso a gomiti larghi
sul tuo corpo che mi era perfetto
tu che ora tratti l'aspetto
Come un traditore
Amore non perdere mai ti prego
l'unico rimasto
fra i nostri fili di appartenenza
resto lo con la mia presenza
E resti tu innamorata nell'occhio
che stringi a fessura
perché veda l'ombra di me
innamorato ancora
e incolpa il debole fra i due
scegli dove meglio affonda
la lama del tuo coltello
ingorda nella fame del ficcare
E resti tu innamorata nell'occhio
che stringi a fessura
perché veda l'ombra di me
innamorato ancora
Megabytes (M.
Gazzè/ F. Gazzè/ M. Gazzè)
Tutto questo esula parecchio
dall'ideale che avevo immaginato
per me in modo plausibile
quando alla vita ho chiesto
di essere almeno liberato
da un'identità troppo fragile
Il frutto di alcune passività
in fatto di comunicazione
che spingono il senso comune
a non mettere il naso più in là
Ecco perché il peso ci schiaccia
di non potere amare davvero
e stringere chiunque tra le braccia
se lo vogliamo sul serio
ecco perché qualsiasi angelo
può diventare cattivo
se ciò che lo rende vivo
fa quasi sempre scandalo
Tutto questo assomiglia troppo
ad una libertà vigilata
con la paura che lavora sotto
di non avere la felicità pensata
Nel frattempo siamo rinchiusi
ancora in tanti singoli megabytes
circondati da una vita sola
non la capiamo mai
Ecco perché il peso ci schiaccia
di non potere amare davvero
e stringere chiunque tra le braccia
se lo vogliamo sul serio
ecco perché qualsiasi angelo
può diventare cattivo
se ciò che lo rende vivo
fa quasi sempre scandalo
Nel frattempo siamo rinchiusi
ancora in tanti singoli megabytes
Nel frattempo siamo rinchiusi
in tanti singoli megabytes
Ecco perché il peso ci schiaccia
di non potere amare davvero
e stringere chiunque tra le braccia
se lo vogliamo sul serio
ecco perché qualsiasi angelo
può diventare cattivo
se ciò che lo rende vivo
fa quasi sempre scandalo
Eclissi di periferia
(M. Gazzè/ F. Gazzè/ M. Gazzè)
Sotto i baffi del quartiere popolare
l'astronave ha un sorriso
di panni ancora stesi
s'intrattiene sulla collina
prima del decollo
accensione motori
e qualcuno si gira a vedere
Corviale che prende Il volo
e si tiene il cappello con le mani
accanto a una donna
che prega l'eclissi di periferia
Cadono dal cielo pezzi di fondamenta e
un bambino si commuove guardando
sotto un nido di formiche conosciute
e dalle finestre i fazzoletti
come in crociera agitano saluti
C'è chi abbandona i pacchi della spesa
per portare in braccio lo stupore
e la paura di
Corviale che prende il volo
e si tiene il cappello con le mani
accanto a una donna
che prega l'eclissi di periferia
Rumore assordante rimbalza fra i palazzi
e gli abitanti come un grande cerchio
parcheggiano macchine sui marciapiedi
e mangiano i cellulari
ancora per pochi secondi il serpente
sbuffa sospeso poi punta ai Parioli
Corviale che prende il volo
e si tiene il cappello con le mani
accanto a una donna
che prega l'eclissi di periferia
Il dolce della vita
(M. Gazzè/ S. Eicher/ M. Gazzè/ F. Gazzè)
Dopo migliaia di giorni
a cercare chissà quali verità assolute
fatalmente sto capendo come è facile
succhiare il dolce della vita
fra l'opinione di uno
ed il parere dell'altro
Vesto come gioielli
le passioni principali
che danno ragione
a chi le vive pienamente
sto capendo com'è facile
succhiare il dolce della vita
liberato finalmente da principi deleteri
Tre due uno
Via dalla strada
Fate largo non ho freni
Tre due uno
Tieni duro
Altrimenti vaffanculo
Fino all'ultima goccia
Accettando con fermezza
L'opinione di uno
ed il parere dell'altro
Sto capendo com'è facile
Succhiare il dolce della vita
Fino all'ultima goccia
Fino all'ultima goccia
Fino all'ultima goccia
Fino all'ultima goccia
Tre due uno
Via dalla strada
Fate largo non ho freni
Tre due uno
Tieni duro
Altrimenti vaffanculo
Non è più
come prima (M. Gazzè/ F. Gazzè/ M. Gazzè)
Cresce come un appetito
il desiderio blindato
della tua gentilezza
che prorompe sotto i colpi inferti
non curando le ferite aggiunte a
nche oggi t'invado dopo un assedio di capogiri
o smottamenti nella testa
sconfino sul tuo terreno e ci resto
come uno spaventapasseri
il ritratto di me disteso
mentre sparecchi la cena
e un fotogramma ricorrente
che ti stramazza sul divano sempre
in quella sezione di giorno
Non è più come prima
Non è più come prima
Non è più
E tu fai ancora passi indietro
stringi ancora le gambe al petto
e sembri una conchiglia rotta
dopo lo spavento dell'onda
ti difendi come puoi
dipende dai nostri umori
se la casa ci inghiotte
o ci starnuta fuori dalle stanze
come colleghi di lavoro
un amore si invecchia
Non è più come prima
Non è più come prima
Non è più
Non è più come prima
Non è più come prima
Non è più
Il motore degli eventi
(M. Gazzè/ F. Gazzè/ M. Gazzè)
Io con il naso aggiunto male agli occhi
ho fatto passi da gigante
ma gli anni della rincorsa sono storti
come impigliati ai chiodi della strada
Il motore degli eventi
è partito con l'impegno
che tiene accesa la fortuna
Io faccia di cartapesta a punti neri
e miscredente dell'irrealtà
ho bisogno di gelarmi e poi bruciare
se c'è davvero freddo e fuoco
Il motore degli eventi
è partito con l'impegno
che tiene accesa la fortuna
Odora di fumo l
a biro sul banco
tempo sprecato
a vietare vulve
Sensi di colpa
studiare fumetti
come minore
letteratura
tempo sprecato
Il motore degli eventi
è partito con l'impegno
il motore degli eventi t
iene accesa la fortuna
il motore degli eventi
tiene accesa la fortuna
In questo anno di non
amore (M. Gazzè/ F. Magnelli/ F. Gazzè )
Gravi silenzi snocciolati da sere
di paglia e nervi
che ci segano i respiri
forse c'è stata una scintilla secolare
in questo anno malato di non amore
Noi come vampiri a succhiarci sotto
coni di sabbie mobili
inghiottiti dalla tua insalata
forse c'è stata una scintilla secolare
in questo anno malato di non amore
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