Max Gazzé
(Palalive - Lecce
23/03/02)
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Ragazzi che dire... davvero sono poche le parole che possono
descrivere fedelmente un'emozione come quella di assistere al tanto atteso
tour teatrale del più grande artista contemporaneo; e devo dire
l'attesa è stata giustificata in pieno, perchè è stato
davvero un concerto straordinario.
Al Palalive di Lecce (Cavallino), ci si aspettava una disposizione diversa
per cio che concerne l'assetto della sala, che non è un vero e proprio
teatro ma assomiglia più ad un super organizzato 'palazzetto dello
sport', quindi più che 'teatrale', è stato un normale concerto,
che non ha impedito di pogare sui pezzi che lo permettevano; per il resto
l'organizzazione era perfetta.
Più o meno fedele alla già sperimentata scaletta (non
eseguita "Il debole tra i due", causa l'assenza di Ginevra, e neanche "Megabytes"
e "Niente di nuovo"), inizia il concerto con tutti i musicisti sul palco,
tranne Max, del quale si scorge solo la silhouette su un telo bianco sullo
sfondo, in un gioco di luci e ombre fantasmagorico, poi dopo "L'origine
del mondo", "Su un ciliegio esterno",
e "Non era previsto", finalmente appare Max
al centro del palco, e continua con "Il timido ubriaco"
(in una versione molto più soft e lenta di quella in studio...),
e poi a mio avviso arriva il pezzo più emozionante: "Il
bagliore dato a questo sole" [semplicemente alieno...].
Si ricomincia poi con "La favola di Adamo ed Eva" al termine della quale Max dopo la lunga coda si esibirà in un assolo di basso di circa 3 minuti e mezzo che lascerà tutti a bocca aperta, (mentre gli altri musicisti assistono all'esibizione), e quindi "Il dolce della vita" il cui ritornello è accompagnato dal publico a suon di "3..2..1.. Via dalla strada, fate largo non ho freni...!"... Poi, un saluto finale con a presentazione di tutta la band, e l'uscita, che verrà reclamata subito dal publico, giusto il tempo per una brevissima pausa... Si ricomincia dopo una breve riflessione-introduzione sugli "obbrobri architettonici", e in particolare sul Corviale, simbolo del degrado romano, con "Eclissi di periferia", e poi ancora la bellissima "L'amore pensato", riarrangiata e leggermente variata nel testo del ritornello. Si termina con la trascinantissima "Una musica può fare", cantata,ballata e 'pogata' da tutti, ma è veramente la fine, anche se qualcuno è rimasto con l'acquolina in bocca aspettandosi un nuovo ritorno sul palco per concludere con "Niente di nuovo", ma si accendono le casse laterali e ci si accalca per cercare un autografo dietro il backstage. Naturalmante il pass mi ha permesso di accedere subito dietro il palco
(e per questo ringrazio tantissimo la splendida organizzazione del club...)
per aspettare Max, che si presenta dopo circa 10 minuti, e si dimostra
disponibilissimo a firmarmi un autografo, e a rispondere alla mie
domande...
GRANDISSIMO MAX GAZZE'...
Gianni "Sergente"
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