Eccomi arrivata al Metropolitan , la primavera catanese ci offre una
serata fredda, avvolta nel mio cappottino scruto la fisionomia dei vari
fans che si presentano dinnanzi ai miei occhi. Mi incuriosiscono le loro
movenze; nella mia città , Reggio Calabria, nonostante la mia missione
evangelica che mi ha portato a dispensare cassettine, sono
ancora pochi i fans del nostro bassista canterino; continuo a scrutarli,
tutti impazienti con il loro biglietto in mano attendono un cenno per riversarsi
dentro il teatro.
E' un'attimo e già mi ritrovo accovacciata sulla mia poltroncina.
Inizia lo spettacolo, l'aria viene fatta vibrare da una delle canzoni
più suggestive del nostro artista baffuto, "L'origine
del mondo", Max non si vede, ma si staglia dietro un telone e la
sua ombra diviene di un rosso intenso sulle note di "Sul
ciliegio esterno", gioco di luci, e appare il nostro musicante appesantito
dal suo fedele Fender mentre con curiosità appeso a dei fili un
altro fenderone rimane in sospeso per aria mentre forse non sono l'unica
a chiedersi il perchè di tutto questo.
Max posa il basso, Magnelli e i suoi magnellophoni creano un'atmosfera
che ci riporta alla sacralità di una chiesa, le luci si concentrano
solo su Max, il basso inizia a scendere dall'alto, (Stile discesa spirito
santo su Max), un raggio divino lo illumina, ed eccoci ad una SACRA
versione de "Il timido ubriaco"; finito il
pezzo, il basso comincia a venir tirato verso su e rimarrà sospeso
per aria per tutto il concerto (con tanto di bavetta della sottoscritta
e manine protese in avanti! Suddai..vedere un fender che fluttua
nell'aria è devastante..che sofferenza).
Fra i vari brani Max ci ha proposto "Vento d'estate",
"La favola di Adamo ed Eva", "Eclissi
di periferia" ,"Megabytes" che ha visto
al mandolino come ospite Massimo Roccaforte, chitarrista della Consoli.
"Non era previsto" forse è stata uno
dei pochi pezzi fedeli all'originale, "Casi ciclici"
è stato con genialità rivestita con l'arrangiamento
di "Forma e sostanza"; "Il
bagliore dato a questo sole" impreziosito da un gioco
di luci che rievocava delle crepe sul muro.
"Il debole fra i due" vede Max duettare
con la Turci materializzatasi all'improvviso dinnanzi a noi!
"L'eremita" ci è stata proposta
con un arrangiamento di policiana memoria dato che Max ha incastrato nel
pezzo "Walking in your Footsteps" dei Police.
Ma arriviamo ad una intensa personalità, quella di Ginevra Di
Marco; Max è stato abile a non farla figurare com una corista,
ma ho avuto modo di notare il suo entusiasmo nel farla divenire protagonista
della serata, lei con il pezzo tutto suo "Trama Tenue".
Credo che la voce di Ginevra sia stata uno degli strumenti più
belli della serata. Tutto il teatro sentendola cantare sulle note di "Ederlezi"
di Goran Bregovic è stato attraversato da una forte energia,
lei così carismatica, di impatto, dispensa spiritualità in
tutte le sue movenze. Da ricordare durante "Cara
Valentina" gli atti goliardici di Magnelli che gironzolava per
il palco con foglietti in mano con su scritto "PIU' TOSTI" o "PIU'
MOSCI" mentre con urla da stadio il teatro era impegnato a divenire protagonista
della canzone con la ripetizione ad oltranza della strofa finale
"PER esempio, non è vero che..", e all'improvviso una bambola gonfiabile
cade dal cielo su Max divertito!
Una versione più ruvida di "Quel che fa
paura" mi ha scosso parecchio, ha avuto un forte impatto su
di me..bella davvero. "Niente di nuovo", "La
tua realtà", ", "Colloquium Vitae"
e una cover di Battiato "L'Ombra della luce"
.. Max e i musicisti escono dal palco..la serata sta per volgere al termine.
Rifletto sulla scelta dei musicisti, Clemente e Cristiano accompagnano
da qualche anno Max, ma Paolino, Finaz (che avevano già suonato
con Max nel lavoro di Daniele Silvestri "Il DADO") sono veramente e paurosamente
dentro a tutto questo; ho visto Paolino saltare per tutto il
concerto, Cristiano impeccabile batteriologo, con la sua grande tecnica
che però non soffoca mai il suo eccezionale gusto musicale. Clemente
che dire, mi ha commosso nei momenti in cui si destreggiava con la fisarmonica
che in alcuni pezzi è stata la vera anima conferendo ai brani identità.
Finaz abile nell'esserci ma attento a incastrarsi bene con i magnellophni
senza mai coprirli.Veri alieni della musica che attorniano Max.
Ma vedo un gigantesco amplificatore valvolare che si staglia su di
noi, lo trascinano i tecnici e capisco, sta arrivando Carmen, ed è
così.. Lei, Max e Cristiano da soli, ne "Il
motore degli eventi", lei così diretta, graffiante, a creare
"rumori" con la chitarra, e muovere il piedino sulla pedaliera, sempre
più consapevole di se stessa, si merita tutto il successo che l'ha
travolta, sono contenta..
Il gran finale che coincide con la fine della tournèe vede tutti
impeganti a cantare compresa Carmen e Paola "Una
musica può fare"..si chiude il sipario. Max non incontrerà
nessuno questa sera (Cristiano mi ha portato dietro il palco ma sono stata
gentilmente cacciata da un nano con i baffi, non c'è stato posto
per nessuno al post-concerto a differenza delle altre tappe!!) peccato,
vado via, adrenalina ancora addosso, penso a Max, ai C.S.I e alla genialità
del nostro artista nella scelta dei musicisti, i C.S.I. hanno dato un vero
e proprio tocco di classe, il sound era di una finezza disarmante
e forse l'ultimo concerto dall'atmosfera così nobile che ho visto
è stato quello di Sting..spero sia gradito a Max questo complimento!!
Roberta Cartisano
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