Max Gazzè - Sabato 29
Luglio 2000 - Giardino Bellini in Catania
I pigri pomeriggi estivi di quel 29 luglio andavano
lentamente snaturando la vaga letteratura di un essere alquanto insolito.
Questo essere dalle forme strane e dalle parole trasverse è un musicista
che prende il nome di Max Gazzè. Il luogo del concerto si appresta
ad accogliere questo personaggio.
L'ambiente si modifica, si trasforma in un irreale
spazio poetico: il soundcheck mi rende partecipe, assieme ai musicisti
e a Max, di una sensazione sublime. La luce che vibra in quel luogo catanese,
che è il Giardino Bellini, trasforma l'eterno in temporalità.
Credo sia la stessa luce che Max insegue fino alla fine del check, che
vaga e si sposta verso il concerto che la sera prenderà forma.
Devo essere sincero...la differenza che mi porta
a pensare a cosa potrebbe rendere più interessante il concerto dal
check che sto vivendo in questi momenti, mi devia il pensiero. Sopra il
palco, durante il soundcheck, respiri un'aria labile che ti porta ad essere
emotivamente fragile e influenzabile.
Il mio lavoro è quello di riuscire a bloccare
in momenti le sensazioni che si susseguono sul palco: fotografare il soggetto
interiore, la qualità espressiva di ogni singola persona. Il viso
segnato di Max è forse lo stimolo più grande che riesce a
colpirmi. Il luogo a me familiare diventa uno spazio uguale a se stesso
che si accresce e si nega. Credo che questo mio stato d'animo è
specchio dei versi, ma anche delle note senza fiato che prendono forma
su quel palco.
Il pubblico che è arrivato a seguire il
concerto rende l'aria più pesante del solito: la loro presenza diventa
assoluta. Sono una nota positiva che mancava nell'insieme. Aggiungono all'ambiente
sonoro una qualità esterna che trasforma l'emozione, il colore e
il calore della musica in infinite particelle eccitate.
Quando lo spettacolo comincia il tutto si trasforma
in un perfetto dialogo tra Max e il pubblico che lo ascolta e lo guarda.
La band lo sostiene ritmicamente, le frequenze del suo Sting Ray vengono
esaltate e scandite dai musicisti e si accende qualcosa di inspiegabile...
se si resta attenti a quello che succede tra palco e platea si riesce a
percepire uno strano silenzio attorno al verso: il tempo diviene illusione.
Questo è quello che si respira e che si
riesce a vivere ad un concerto di Max Gazzè. Molti sono gli elementi
che compongono questo piccolo mistero che si viene a creare. Fanno tutti
parte di un universo a noi vicino, di un'antipatica sapienza che si manifesta
solo in alcuni momenti.
I brani più recenti aprono il concerto,
i brani meno recenti ricongiungono il tutto a un motivo musicale ispiratore,
le improvvisazioni di Max supportano e sostengono l'energia del suono.
Tutto è il caos, riconducibile al Caso. Il mio messaggio è
esplicito: tutte le grandi cose avvengono non per nostra volontà.
Anche questa volta è così... Max è il Caso e ci colpisce
la sua presenza sul palco. Il tutto nasce dal nulla e dal nulla nasce l'Essere,
il Tutto, il MAX.
Alessandro Castagna
Roma - 21 Marzo 2001
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