I quattro
album di Max
Queste recensioni sono state spedite nel corso dell'anno passato alla mailing list dedicata a Max Gazzè, dove il nostro "Crysalis" continua a deliziarci con la sua immaginifica arguzia... (n.d.r.) -Contro un'onda del mare
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Contro un'onda del mare Per dire la mia sui tre dischi di Max. Cercherò di essere serio, finchè riesco ovviamente, d'altra parte Max insegna a ridere di se stessi! 1. Contro un onda del mare. L'opinione pubblica accolse questo disco in modo contrastante, le riviste
più pop non diedero eccessivo risalto all'opera, mentre quelle più
estremiste (musicalmente) lo lodarono da cima a fondo. Credo che la realtà
(la tua? No la mia!) sia che l'esordio fu probabilmente un disco d'irripetibile
bellezza. A oggi credo sia il disco più bello di Max (sento delle
valanghe in arrivo). Certamente poserò ora i dati con i quali, formulo
questo giudizio.
I brani:
" Sul filo" è un brano trascinante con chitarre in grande evidenza, bellissimo lo scalare ritmico del ritornello. Anche qui il testo è diretto ma più ermetico del brano precedente. Storico. "Gli anni senza un dio" credo sia uno dei passi più interessanti del primo Gazzè. Stili intrecciati in 4 minuti appena. Si parte con ipnotica e continua enfasi per poi sfociare in riti heavy nel ritornello, le chitarre di Claudio Bruno e i lampi di tastiere dello stesso Max sono accompagnamento dedicato. Testo, naturalmente, significativo su conflittualità interiori. "Il bagliore dato a questo sole" anche per tale brano sfonderei una porta spalancata, anzi divelta. Il testo è da brividi, proprio per uno come me che ha il motto di essere "Libero di vivere, di ascoltare le illusioni della mente e dell'anima". Eclatante anche il lento incedere un po' alla "Quel che fa paura" che si getta sul refrain intenso e granitico. Brano epocale del repertorio gazzillesco, infatti insieme a "Quel che fa paura" compaiono stabilmente nelle scalette live. Devo ammettere che dal vivo come per la già menzionata l'intensità aumenta a dismisura. Ghiaccio sulla schiena. "Karbogha" Ecco il neo-progressive! Il frammento strumentale dopo il primo ritornello, sembra preso dalle migliori performance di Spock's Beard o Porcupine Tree. E poi da il titolo ad uno dei nostri siti su Max. Accecante. "Sirio è sparita" qui siamo alle prese con uno space-rock dai tratti ska e fusion. Ipnotica la chitarra in secondo piano, ed il celestiale Max, che ricorda frammenti di Police. Ermetismo allo stato puro. "Atmos 1, 2, 3 e 4" mentre la prima è la giusta continuazione strumentale di "Sirio è sparita", la seconda è più frizzante e free-jazz. Interessantissimo l'hard-rock della terza (Come fosse ieri), stupendo e spettacolare il neologismo classicheggiante della 4 (scherzo di un do minore), che contrasta con tutte le sonorità precedentemente ascoltate. "L'eremita" a me piace, anche se a una persona farò storcere il naso, è ragionevolmente un po' pessimistica e infelice nei contenuti, ma Max è riuscito a colpirci anche in tal senso e quindi ha fatto centro. Le musiche sono perfette e ordinate secondo canoni definiti e meno virtuosi dei brani precedenti. Non c'è spazio per colpi di scena ma un sicuro incalzare musicale. "Terra" si torna a radici neo-progressive almeno nella musica, il testo è apparentemente di poco spessore, ma così non è assolutamente. Il Max di questo disco non può essere paragonato mai con l'attuale, è più sovversivo ed estroso. "Il viaggio di luna" è ancora legata alle stelle progressive, forse ancor più che la precedente. "Sono pazzo di te" è stato un brano che è stato usato come traino dell'album insieme a "Quel che fa paura". Ma mentre nella prima gli attributi si sprecano, in questa c'è troppa normalità , pur restando di accattivante orecchiabilità. Chiude il disco il remix "Tutankhamon" di "Quel che fa paura" simpatico ma di certo non al livello dell'originale. Conclusione: Ho redatto un giudizio che lascia poco spazio ai meno,
ma si crogiola abbondantemente nei più. Ripeto a mio avviso il più
originale dei tre albums, il più bello (sempre secondo me), il meno
venduto (ci mancherebbe). Se Max un giorno arriverà ad essere uno
dei cantautori più famosi e riveriti della musica italiana ( lo
sta costruendo pian pianino), questo disco sarà una pietra miliare
della sua crescita artistica.
Dopo la mia recensione di "Contro un'onda del mare" eccomi giunto all'analisi
del secondogenito di Max (esclusi le figli).
Se entriamo nello specifico, o meglio, entro nello specifico: 1- La Favola di Adamo ed Eva.
2-Una musica può fare
3-Cara Valentina
4-Raduni Ovali
5-L'Amore Pensato
6-Nel Verde
7-Comunque Vada
8-Come si Conviene (Bom Pà)
9-L'Origine del Mondo
10-Vento d'Estate
11-Autoironia
12.-Colloquium Vitae
13-Casi Ciclici
14-Due apparecchi cosmici per la trasformazione del cibo
......E' già c'è la ghost-track, che però è presente solo nella prima versione del disco (quella senza "Una musica può fare"). Ebbene la fantomatica ghost-track è la famosissima "Etereo" con cui Max ha aperto i concerti del Tour della 'favola'. E' un brano un po' prolisso e space-rock ma intrigante e sfizioso. Grazie per aver letto queste mie parole, e vi rinnovo all' ultima mia prossima recensione, quella dell' omonimo disco di Max. Cris....cendi dalle stelle, o re del cielo, e vieni in una grotta, al
freddo, al gelo.
Salutandovi dalla lontana Rivalta di Torino, mi accingo all'analisi dell'ultimo disco di Max, mentre dei forti e limpidi raggi di sole riecheggiano sul mio schermo con grande forza. Sorrisi e lazzi che dal cielo elettrizzano felicità pura sulle nostre membra intrise di grigiore. La primavera cerca già di far capolino tra le nebbie ed il gelo attanaglianti dell'inverno, i primi uccellini raminghi e assonnati iniziano i lori canti liberatori che annunciano la festa in arrivo. Che meraviglia la natura, così perfetta e così precisa. Scusate il mio monologo, ma era dovuto.....
Ora passiamo all'oggetto. E' giunta l'ora di analizzare the last, but not the least, disco di Max Gazzillofono. Come per i precedenti, abbiamo un nuovo cambiamento di rotta musicale.
Se il primo fu disco brillante, originale, poco digeribile ma unico, il
secondo eccellente e arguta raccolta di successi memorabili, questo è
un disco che ne è una via di mezzo. Maximilian avrebbe voluto intitolarlo
"Gadzilla" il che sarebbe stato sicuramente più simpatico ed originale
se accompagnato dalla memorabile copertina di cui ho una gigantografia
appesa sopra al letto! Passando al prodotto finito, il disco risente forse
un po' di una certa fretta nella pubblicazione, credo che alcuni arrangiamenti
sarebbero potuti essere analizzati con più cura. Lo stesso Massimiliano
l'ha più volte dichiarato ai media, ma purtroppo è il classico
Virgin-Dixit. Ciò non significa comunque che il lavoro sia frammentario
e scollato, anzi è molto corposo nei suoni, e ciò ci rimanda
alle atmosfere degli esordi, ma contiene al suo interno memorabili hits
che forse non sono stati sfruttati a dovere.
1.Poeta Minore. Che dire! Max ha sempre iniziato i suoi dischi con pezzi travolgenti e d'impatto (ricordiamo "Quel che fa paura" e "La Favola di Adamo ed Eva") e non poteva certo tradire questa sua usanza.Il brano è sullo stile rock americano degli anni '80, strizzando l'occhio a sound cari al gruppo brit "Bluetones". Ci si lascia trascinare in un vortice intenso e da capogiro: Ottimo il lavoro di Max al basso, tenuto a volume correttamente abbastanza alto. Da primato gli assoli di chitarra di Baldi e l'ottimo lavoro del bellissimo (Aooo') "Divin codino" Micalizzi alla batteria, che personalmente preferisco al pur bravo Monterisi. Il testo è stupendo. Credo che la battuta "La mia pelle sembra frigger come burro dentro suoni di padelle" sia di irripetibile acume artistico. Il brano sarebbe potuto essere un singolo dal successo abbastanza assicurato. 2.Su un Ciliegio Esterno. Avanti tutta! Uno dei miei brani preferiti dell'intera produzione Gazzillica. In questo brano dai chiari tratti sperimentali, mi colpisce lo stupendo lavoro di Max al basso, che insieme alle tastiere dona il ritmo al brano. Come al solito si sprecano gli effetti a corollario del brano che sono come palline e luci intermittenti in un albero natalizio, immancabili. Credo che ad un intenso esame del testo ci sia di che discutere. Potrebbe essere un brano malinconico per alcuni (...alcune...), ma penso non sia stato nelle idee di Max. Leggendo attentamente il testo si può notare come il nostro Gianni Sergente sia felice di questa sua realtà (la sua e non la tua) fondata su semplicità e coerenza. E' ovvio che la solitudine non è mai un punto d'arrivo per la vita di un uomo, ma io sono dell'avviso che cercare di non pretendere troppo dalla vita e di accontentarsi di ricevere ciò che si ha sia proprio quello che l'autore vuole trasmettere a noi con il brano. Pubblicato come singolo a tiratura limitata, dal booklet splendido, poteva essere anch'esso un po' più pubblicizzato. Non credo potesse ricevere consensi di vendite enormi, data la non facile assimilabilità del testo e della musica. 3.Il Timido Ubriaco. Ed il discorso diventa molto complesso. Ammesso
che il brano avrebbe potuto essere senza dubbio tra i primi 3 di Sanremo
2000, anzi lo era, (è risaputo che Max fu chiamato per andare a
ricevere il premio come terzo classificato, ma una volta dietro le quinte
del palco, fu misteriosamente relegato al quarto posto, sostituito dall'
ormai artisticamente attempato Gianni Morandi), credo che sia un brano
originale per certi versi ma banale per altri. Se originale è la
costruzione del testo, fondato su un'intensa poesia d'amore in rima dal
significato molto piacevole e per certi versi anche sorridente, la musica
poteva essere ben più articolata. Vista la presenza degli archi
e di suoni orchestrali credo
4. "A". Bella, ma non Splendida..Le coreografie orchestrali e di archi che Max insieme a Peppe Vessicchio hanno costruito, sono incredibili. Ottimo il ritornello, intenso e cantato in falsetto, ed anche lo strumentale finale che denota la classe dei musicisti. Credo che un'intro strumentale con gli archi o anche strumentalmente intenso dall'inizio, avrebbero donato al brano più interesse. La parte iniziale della canzone è un po' banale nell'incedere, recuperando poi in tono con il proseguo. Personalmente avrei preferito che Max iniziasse il brano così "Alessandra che porta gli occhi VERDI come occhiali da sole..." 5.Se Piove. E' un lento brano dal testo molto importante ma dalle musiche un po' scarne. Il significato è palese. Ragazzi non buttiamoci giù se non tutto procede come nei nostri progetti, attendiamo momenti più felici e non cadiamo nella sofferenza. Le musiche come già detto sono raccolte e semplici, ma forse è giusto che l'ascoltatore si rilassi un po' tra le canzoni impegnative presenti nel disco. 6.L'uomo più furbo. Posso dichiarare che questa è la canzone meno bella che Max abbia mai fatto? Ok, magari la musica è orecchiabile e canticchiabile e d'estate è ciò di cui si ha bisogno, però il testo è banalissimo e poco condivisibile, da me ovviamente. Ha avuto fortunatamente, per noi che abbiamo a cuore le sorti del nostro cammello, l'ottimo successo che la Virgin presumeva, pluriprogammato in TV, presente in molti tormentoni estivi, Festivalbar su tutti, ha avuto almeno l'importante mezzo di trainare l'album. Il video è simpatico, ma credo che si sia divertito di più Max nel girarlo!!!! 7.Del tutto personale. Finalmente torniamo a brani di un certo spessore. Bellissimo pezzo che è per la prima volta in questo disco una via di mezzo tra il pop ed il tanto amato progressive-rock amato dal leader dei Gazness. Ancora una volta splendide le esecuzioni orchestrali della coppia Gazzè-Vessicchio, e memorabili le deraglianti note di chitarra di Baldi che ricordano nella loro durezza alcuni riff cari ai "Black Sabbath". La delicatezza dell'inizio è sostituita dall'incedere grandioso del ritornello che diventa sempre più robusto e deciso: definizione di rock progressivo, niente di più. Uno dei brani meglio riusciti del disco e credo più amati dal nostro. 8.Preferisco Così. Altro bellissimo brano arrangiato in modo
molto tecnologico, con il pianoforte di Clemente Ferrari che regala un
tono più classico al brano, abbastanza avanguardistico. Effetti
e tappe sonore di sicuro impatto. Utilizzato come retro del brano sanremese,
è sicuramente di qualità superiore, anche nel testo che parla
delle fatiche che gli artisti di ogni campo devono affrontare per cercare
di venir fuori dal limbo dell'anonimato, la cosiddetta "Gavetta" che per
Max sarà stata "Gazzetta" :-D
9.Elemosina. Interessante brano (...concedimi almeno l'"interessante"...), molto poco masticabile ed orecchiabile. Ermeticissimo nel testo e folle nelle musiche, non è di rapida assimilazione. E' comunque da sottolineare come un cantautore italiano abbia il coraggio di presentare brani come questo che tendono a sperimentazioni non solo strumentali ma anche di contenuti. E' molto importante anche perchè il testo è tratto da poesie di Stephane Mallarmè, amato in modo viscerale da Max. 10.La tua Realtà. Genuflessione. Il brano forse più bello del disco, se fosse andato a Sanremo con questo brano insieme alla bravissima Ginevra Di Marco (ex C.S.I.) avrebbe sbancato a livello di critica musicale d'impatto. Cruccio per non essere mai stato pubblicato su singolo come lato A, è un brano perfetto. Intenso, duro, Il duetto tra Max e Ginevra e di livello internazionale. Il testo è come sempre strepitoso, maturato su convinzioni e pensieri esteriori all' essere umano. Basilare l'apporto dell'altro ex C.S.I., nonchè marito di Ginevra, Francesco Magnelli alle tastiere o meglio come ama dire Max ai magnellofoni. L'ipnotica ripetitività del verso "Tu dormi, dormi quanto vuoi" è d'irripetibile vigore artistico. Grande. 11.Adesso Stop. Sembrerà una canzone banale e sempliciotta, ma
è di gran lunga superiore alla blasonata "L'uomo più furbo",
strizziamo l'occhio un po' a Battisti nell'ascolto del brano, dal contenuto
vagamente di protesta nei confronti di alcuni luoghi comuni della vita
quotidiana. Però le musiche sono talmente accattivanti che ci coinvolgono
nel canticchiare insieme alle note che sgorgano dalle fonti sonore. Il
ritornello è delizioso, nella sua lontananza e distacco. Complimenti.
E che mi dimentico la Ghost Track? NAAAAAA!
Un paio di brani in più nel disco, non sarebbero stati male accettati.
E con quest recension, ho finit l'analis privat dei tre dischi di Max.
Sì mi sono trasformato in Criscattivik!!!!! Cris....trutturate l'anima dall'inferno che nelle vite passate vi ha
accompagnato.
Ognuno fa
quello che gli pare?
Mi distacco totalmente da quasi tutti i giudizi sul nuovo disco di Max.
Il mio background musicale è particolare, odio la musica da discoteca, i cantautori inspidi degli ultimi decenni (non faccio nomi per non ledere le vostre idee, ma ne ho di grandissimi). Amo la musica sperimentale, d'avanguardia, estrema per certi versi. Per farvi intendere tra i miei circa 2000 tra cd e lp amo i Beatles, odio gli U2, amo i Pink Floyd, odio i Luna Pop, amo i Radiohead, odio i BBoys, amo tutto ciò che dal 1965 a oggi ha dato originalità al rock. Il pop lo ascolto ma non mi piace granchè. Spiegatavi la mia indole musicale vi dico: OGNUNO FA QUELLO CHE GLI PARE? sarà un disco che trionferà nella critica competente, meno sul successo dei brani. RAGAZZI, MAX E' CAMBIATO! NON TORNERA' MAI PIU' QUELLO DI PRIMA. E' UNO SPERIMENTATORE, UN UOMO CHE CONOSCE LA MUSICA, CHE LA MICRONIZZA FINO ALL'OSSO, CHE ARRANGIA IN MODO INCREDIBILE I BRANI. VEDRETE COME MAX, FRA 10 ANNI, SARA' CONSIDERATO ALLA STREGUA DI BATTIATO O GIU' PER QUEI PARAGGI. Il fatto che Max dica "Mi sono stufato di suonare nei locali, voglio i teatri, voglio poter suonare brani strumentali, coreografie, colori.... Che vuol dire? Che MAX HA DEFINITIVAMENTE SCELTO DI FARE QUELLO CHE GLI PARE, pensateci! Orsù. Analizzo il disco: NON ERA PREVISTO E' un brano strano, orecchiabile ma poco commerciale. Molto interessante la base ritmica, un po' acida e psichedelica (uno sballo!)Non credo stravolga le classifiche, ma + uno dei pezzi migliore di tutto il MAX. CHE MAX! QUESTO FORTE SILENZIO UNO SPETTACOLO INAUDITO
NIENTE DI NUOVO Dopo queste tre canzoni ho riposto il CD, perchè ho detto: MA CHE CAZZO DI DISCO HA FATTO MAX? Una ballata sinfonica ma decisa, splendida canzone che meriterebbe una standing ovation dalla platea di Sanremo. Con questo brano ho capito che Max ha cambiato definitivamente giro. Il testo è di cosmica pace universale. Terzo millennio dixit. SUBLIME IL DEBOLE FRA I DUE Non mi entusiasma esageratamente, anche perchè se anche il quarto pezzo fosse stato all'altezza dei tre prima, avrei scomodato Lennon-McCartney per far sentire loro il disco. Bella la fisarmonica, ma forse sono un po' prevenuto. La Turci è una graziosa donna, ma me si ripropone un po'.Senza Voto MEGABYTES Interessante esperimento Kraut-Elettro-Techno-Mediterraneo. Un po' troppo disco per me, però grande l'idea di ficcare il mandolino in un telaio sonoro poco adatto al contesto. Geniale ECLISSI DI PERIFERIA Al flauto iniziale, sono scattato sull'attenti (è il mio strumento preferito in assoluto), il testo è a dir poco opera di un genio della lampada. E' come leggere una storia dell'ETERNAUTA. GODURIA IL DOLCE DELLA VITA Strana melodia, proprio strana, ma che alla fine ti convince in tutti i pori. Strana perchè Max non ha mai suonato certe melodie, si è messo in discussione alla grande. PRECURSORE. NON E' PIU' COME PRIMA Un altro brano da GREATEST HITS, amarissima canzone, cantata in modo dimesso volutamente. Seriosa, profonda, magnetica, SPLENDIDA. Amo questo brano IL MOTORE DEGLI EVENTI Se non è il brano migliore, è tra i primi tre. Dirompente, massacrante, durissima, intensa, scomoda. Carmen suona la chitarra come un fabbro, Max picchia il basso come un cellerino sulle grate delle celle. Il testo è democraticamente anarchico e colpevolizzante, spero si faccia un buon uso di questoi brano epocale. IN QUESTO ANNO DI NON AMORE POCO DA DIRE. L'INTENSITA' DEL BRANO ED IL SIGNIFICATO CI FANNO RICORDARE
UN AMARISSIMO GIORNO CHE HA CAMBIATO L'UMANITA'. DIVERSA DALLA TRACCIA
2 MA LA ELEGGO CON LEI LA PIU' BELLA DEL DISCO.
Cris... e basta. Ascolatelo ancora e rivedete i giudizi Cristiano Orlando
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