I quattro album di Max
di Cristiano Orlando

Queste recensioni sono state spedite nel corso dell'anno passato alla mailing list dedicata a Max Gazzè, dove il nostro "Crysalis" continua a deliziarci con la sua immaginifica arguzia...  (n.d.r.)

-Contro un'onda del mare
-La favola di Adamo ed Eva
-Gadzilla
-Ognuno fa quello che gli pare?
 


Contro un'onda del mare

Per dire la mia sui tre dischi di Max. Cercherò di essere serio, finchè riesco ovviamente, d'altra parte Max insegna a ridere di se stessi!

1. Contro un onda del mare.

L'opinione pubblica accolse questo disco in modo contrastante, le riviste più pop non diedero eccessivo risalto all'opera, mentre quelle più estremiste (musicalmente) lo lodarono da cima a fondo. Credo che la realtà (la tua? No la mia!) sia che l'esordio fu probabilmente un disco d'irripetibile bellezza. A oggi credo sia il disco più bello di Max (sento delle valanghe in arrivo). Certamente poserò ora i dati con i quali, formulo questo giudizio.
Giudizio generico: Musica poco masticabile per chi ascolta solo pop, a tratti il discorso sonoro raggiunge venature neo-progressive, altri momenti hard-rock, quasi A.O.R. metal, per poi rilassarsi in armonie delicate e dolci. La voce di Max in questo disco è più ruvida e meno squillante, ma è adattissima al tipo di musica proposto. Completo.

I brani: 
"Quel che fa paura" non può esser considerata, è la mia canzone preferita di Max, sarei banale. Dico solo che un testo così crudo e duro poteva essere accompagnato solo da musiche simil-pinkfloydiane. Ottimo il lavoro con il basso. Grandiosa performance che dal vivo raggiunge con lo strumentale finale picchi mastodontici. Genuflessione 

" Sul filo" è un brano trascinante con chitarre in grande evidenza, bellissimo lo scalare ritmico del ritornello. Anche qui il testo è diretto ma più ermetico del brano precedente. Storico.

"Gli anni senza un dio" credo sia uno dei passi più interessanti del primo Gazzè. Stili intrecciati in 4 minuti appena. Si parte con ipnotica e continua enfasi per poi sfociare in riti heavy nel ritornello, le chitarre di Claudio Bruno e i lampi di tastiere dello stesso Max sono accompagnamento dedicato. Testo, naturalmente, significativo su conflittualità interiori.

"Il bagliore dato a questo sole" anche per tale brano sfonderei una porta spalancata, anzi divelta. Il testo è da brividi, proprio per uno come me che ha il motto di essere "Libero di vivere, di ascoltare le illusioni della mente e dell'anima". Eclatante anche il lento incedere un po' alla "Quel che fa paura" che si getta sul refrain intenso e granitico. Brano epocale del repertorio gazzillesco, infatti insieme a "Quel che fa paura" compaiono stabilmente nelle scalette live. Devo ammettere che dal vivo come per la già menzionata l'intensità aumenta a dismisura. Ghiaccio sulla schiena.

"Karbogha"  Ecco il neo-progressive! Il frammento strumentale dopo il primo ritornello, sembra preso dalle migliori performance di Spock's Beard o Porcupine Tree. E poi da il titolo ad uno dei nostri siti su Max. Accecante.

"Sirio è sparita"  qui siamo alle prese con uno space-rock dai tratti ska e fusion. Ipnotica la chitarra in secondo piano, ed il celestiale Max, che ricorda frammenti di Police. Ermetismo allo stato puro.

"Atmos 1, 2, 3 e 4" mentre la prima è la giusta continuazione strumentale di "Sirio è sparita", la seconda è più frizzante e free-jazz. Interessantissimo l'hard-rock della terza (Come fosse ieri), stupendo e spettacolare il neologismo classicheggiante della 4 (scherzo di un do minore), che contrasta con tutte le sonorità precedentemente ascoltate.

"L'eremita" a me piace, anche se a una persona farò storcere il naso, è ragionevolmente un po' pessimistica e infelice nei contenuti, ma Max è riuscito a colpirci anche in tal senso e quindi ha fatto centro. Le musiche sono perfette e ordinate secondo canoni definiti e meno virtuosi dei brani precedenti. Non c'è spazio per colpi di scena ma un sicuro incalzare musicale.

"Terra" si torna a radici neo-progressive almeno nella musica, il testo è apparentemente di poco spessore, ma così non è assolutamente. Il Max di questo disco non può essere paragonato mai con l'attuale, è più sovversivo ed estroso.

"Il viaggio di luna" è ancora legata alle stelle progressive, forse ancor più che la precedente.

"Sono pazzo di te" è stato un brano che è stato usato come traino dell'album insieme a "Quel che fa paura". Ma mentre nella prima gli attributi si sprecano, in questa c'è troppa normalità , pur restando di accattivante orecchiabilità.

Chiude il disco il remix "Tutankhamon" di "Quel che fa paura" simpatico ma di certo non al livello dell'originale.

Conclusione: Ho redatto un giudizio che lascia poco spazio ai meno, ma si crogiola abbondantemente nei più. Ripeto a mio avviso il più originale dei tre albums, il più bello (sempre secondo me), il meno venduto (ci mancherebbe). Se Max un giorno arriverà ad essere uno dei cantautori più famosi e riveriti della musica italiana ( lo sta costruendo pian pianino), questo disco sarà una pietra miliare della sua crescita artistica.
 

La favola di Adamo ed Eva

Dopo la mia recensione di "Contro un'onda del mare" eccomi giunto all'analisi del secondogenito di Max (esclusi le figli).
L'album è abbastanza diverso dal precedente, è più immediato e meno corposo strumentalmente. E' un lavoro in ogni caso molto complesso, rara virtù nei cantautori italiani di oggi, anche nei brani che l'hanno trainato.
E' facile intuire ascoltandolo che il disco è molto curato negli arrangiamenti (Max ne è un audace feticista), nei contenuti e nelle idee. Penso che Max abbia provato e riprovato parecchi brani prima di trovarne la giusta take da pubblicare. Se si scorrono i dettagli del booklet allegato al cd si nota come il periodo di registrazione dell'intero disco, che solitamente non supera il mese, è di circa 6 mesi. c.v.d.
Dicevo, il disco è sicuramente meno scomodo per il pubblico musicale, se confrontato a quello d'esordio,  probabilmente qui la casa discografica lo zampino l'ha ficcato eccome: << A Max, e facce fa un po' de sordi!!>> credo sia stata l'esclamazione dei discografici Virgin. Max è riuscito però a mediare la volontà del successo con l'originalità della proposta. "La favola.." ha venduto parecchie centinaia di migliaia di copie, e quindi alla fine tutti sono stati accontentati. La copertina è molto bella tratta da un manoscritto che risale all'VIII secolo.

Se entriamo nello specifico, o meglio, entro nello specifico:

1- La Favola di Adamo ed Eva.
Brano che riveste per la carriera di Max, importanza senza precedenti, pluriprogammato per radio e per TV, è un brano stranamente non così immediato, ma forse è il ritmo trascinante ed il testo arguto e duro che ne ha fatto esplodere il successo.
E' uno dei miei brani in assoluto preferiti di Max. La musica è decisa con chitarre un po' distorte, continui inseguimenti vocali, e tastiere spazial-terrene che ne completano il ritratto. Il ritornello è memorabile, unico, geniale nelle voci a rincorrersi. Dal vivo è inutile descriverne lo spessore, spesso dilatato in strumentali che si accodano a "Get up, stand up" di Marley o a brani dei Police. Splendido.

2-Una musica può fare
Come già menzionato, questo disco è pieno di successi e brani traino, se ne contano 6, se ci limitiamo ai singoli programmati per radio, numero incredibilmente alto. Il brano in questione è sicuramente nel gruppetto di testa. Singolo vendutissimo con il quale ha portato un po' di vita e colore allo scialbo e spento Sanremo 1999. Le virtù di "Una musica..." sono la semplicità del contenuto (ciò non vuol dire banale), e la sicura verve ritmica soprattutto dopo l'esecuzione del primo ritornello ed il preambolo alla nuova strofa. Sezione fiati, archi, arricchiscono un brano che piace a
tutti, sia chi vuole divertirsi con la musica chi ne ricerca novità e genialità. Dal vivo solitamente chiude con caciara finale il concerto, travolgendo il pubblico già delirante. Da girar la testa.

3-Cara Valentina
E tre. Questo è stato il primo manifesto del disco. Bellissima ballata dal ritmo un po' Ska, la chitarra ritmica ne costruisce un ampio ventaglio paradisiaco anche negli assoli molto ben eseguiti dal magico Baldi. Il testo è tra i più riusciti: e' una lettera dedicata a questa Valentina, dove si spiegano alcune interessanti vicissitudini ed incomprensioni di coppia. Dal vivo è più intensa e più elettrica, ma non perde della sua caratteristica linearità. Applausi.

4-Raduni Ovali
Linearità dicevamo. Bene eccone un esempio meno immediato. "Raduni Ovali" è uno stratosferico brano post-rock dal testo che definire ermetico è quasi offensivo. Splendidi contenuti esistenziali e morali che circondati da chitarre e basso in evidenza, e tastiere contorte e sorprendenti. E' un brano dalla difficile esecuzione ed assimilazione ma è il giusto esempio di come Max non rinneghi i suoi trascorsi passati. Spaziale.

5-L'Amore Pensato
1...2....3....e 4. Eccoci!. Trainiamo ancora il disco. "L'amore pensato" è un brano delicato ed un po' triste nei contenuti. La musica è meravigliosa, chitarre acustiche e tastiere , a volte ringalluzzite da note di violino, rimangono comunque in circolare evoluzione dolce e velata. Successo pieno, soprattutto in radio. Strappalacrime.

6-Nel Verde
Alcuni o meglio "alcuna" di voi storce il nasino piccino alla voce di Lucio Morelli! Ok, Ok. Non è che mi faccia impazzire, ma questo è un brano di grandissima genialità.Il testo è una raccolta di postulati che credo non possano essere messi in discussione. Il ritornello è epocale, leggiadro e un po' summer-city, ma così ineffabile ed intrigante che sfido voi a dire il
contrario. Chi di voi all'ascolto non è invitato ad accompagnare Max in ...<<AAA...ncora con te, mi voglio divertire con te>>. Le musiche sono come al solito stranite da distorsioni chitarristiche, ma in questo brano sono le tastiere che si mettono in prima fila a pogare. Genio.

7-Comunque Vada
Anche se non fumate (bravi, fatelo almeno per risparmio) tirate fuori gli accendini, siamo davanti al brano più delicato e armonioso dell'intero disco. E' il testo che ne contraddistingue l'importanza, la musica è semplice com'è giusto che sia per un brano di questo tipo. Ascoltatelo ad occhi chiusi davanti alla persona che amate oppure al buio in una giornata di freddo inverno. Risultato assicurato.

8-Come si Conviene (Bom Pà)
Genuflettiamoci davanti ad uno dei capolavori misconosciuti di Max. I brividi che provo all'ascolto di questo brano sono sempre infiniti. Ermetismo che ritorna a salutarci. Ma è la sicura e piena scena sonora che colpisce, un po' alla "Quel che fa paura", il basso è evidentissimo in sottofondo la chitarra che poi esplode nel ritornello. Rock molto ben tirato e ben formulato. Ho avuto di gustarne a Cuneo l'esecuzione dal vivo, ero sbalordito! Ora me l'ascolto davvero.

9-L'Origine del Mondo
Torniamo nelle caverne del ciò che è poco masticabile. Il contenuto è decisamente succinto e oscuro. La lenta progressione del brano musicale ricorda i brani del disco precedente. La chitarra è prima acustica poi elettrica poi ancora acustica, intervallate dalle consuete note di tastiera del bravo Misiti. E' poco immediata ripeto, ma molto accattivante e originale.

10-Vento d'Estate
Per antonomasia è stato il tormentone dell'estate 1999. Brano interessante e come per "La Favola" di apparente poca immediatezza. Ben costruito nel sound ridondante e nel duetto con Niccolò Fabi, ricorda per certi versi musicali il brano del terzo album "Su un ciliegio esterno". Un misterioso e talentuoso ritmo imperniato dalla chitarrina di Baldi e dal basso di Max che diventa basilare per la riuscita di un brano di questo spessore. Ottimo.

11-Autoironia
Uno dei pezzi preferiti da Max, e da me (ma conta di meno). Prendere la vita con autoironia è sintomo d'intelligenza e maturità. L'egocentrismo non è per noi gazzillomani. D'altra parte Max è sempre stato con se stesso molto
autoironico, sia nelle interviste che nelle apparizioni televisive. Detto dell'importanza di un testo come questo, la musica è conturbante e veloce, alla batteria Monterisi ha compiuto un gran lavoro, tra rullate ed accompagnamenti dal ritmo sempre cangiante. Dal vivo è un brano immancabile ed intensissimo. Autoironizziamo.

12.-Colloquium Vitae
E qui si conclude il viaggio nei singoli del disco. A dire il vero la versione del singolo è diversa da quella del disco, personalmente è di gran lunga quella del singolo per i motivi seguenti. Max canta il ritornello, non lasciando Mao che lo accompagna, al microfono da solo. Si nota una migliore linearità e completezza tra la voce più Rock di Mao e quella più acuta di Max. E' molto più Hard anche nella musica , la chitarra è esplosa a mille, e diventa come un candelotto che vuole esplodere secondo dopo secondo. Dal vivo, viene eseguita nella versione simil-singolo, e per questo gli spintoni e i salti sono assicurati. Saltiamo insieme.

13-Casi Ciclici
Per scrivere questa canzone bisogna essere pazzi. Sarebbe stato un ottimo verso a concludere questa canzone dal testo schizofrenico ma direi indiscutibile sulla stranezza della mente umana. Naturalmente per un testo del genere la musica non poteva essere che tra le più travolgenti del disco, un buon rock di stampo un po' brit-pop, ma nel senso buono del significato. Impazziamo con Max.

14-Due apparecchi cosmici per la trasformazione del cibo
Un titolo del genere poteva essere assegnato ad un brano normale? Noooo! La genialità di CrazyMax non finisce mai, mentre la musica potremmo definirla ancora abbastanza normale, tranne alcuni fraseggi pianoforte fiate che ricordano il Battiato sperimentale. Se si ascolta con attenzione sembra che sia suddivisa in due brani diversi, proprio intervallati dai fraseggi prima descritti. E' una bellissima conclusione, degna di un disco che ha rivestito per Max ma anche per la musica italiana un'importanza elevatissima.

......E' già c'è la ghost-track, che però è presente solo nella prima versione del disco (quella senza "Una musica può fare"). Ebbene la fantomatica ghost-track è la famosissima "Etereo" con cui Max ha aperto i concerti del Tour della 'favola'. E' un brano un po' prolisso e space-rock ma intrigante e sfizioso.

Grazie per aver letto queste mie parole, e vi rinnovo all' ultima mia prossima recensione, quella dell' omonimo disco di Max.

Cris....cendi dalle stelle, o re del cielo, e vieni in una grotta, al freddo, al gelo.
 

Gadzilla

Salutandovi dalla lontana Rivalta di Torino, mi accingo all'analisi dell'ultimo disco di Max, mentre dei forti e limpidi raggi di sole riecheggiano sul mio schermo con grande forza. Sorrisi e lazzi che dal cielo elettrizzano  felicità pura sulle nostre membra intrise di grigiore. La primavera cerca già di far capolino tra le nebbie ed il gelo attanaglianti dell'inverno, i primi uccellini raminghi e assonnati iniziano i lori canti liberatori che annunciano la festa in arrivo. Che meraviglia la natura, così perfetta e così precisa.

Scusate il mio monologo, ma era dovuto.....
 

Ora passiamo all'oggetto.

E' giunta l'ora di analizzare the last, but not the least, disco di Max Gazzillofono.

Come per i precedenti, abbiamo un nuovo cambiamento di rotta musicale. Se il primo fu disco brillante, originale, poco digeribile ma unico, il secondo eccellente e arguta raccolta di successi memorabili, questo è un disco che ne è una via di mezzo. Maximilian avrebbe voluto intitolarlo "Gadzilla" il che sarebbe stato sicuramente più simpatico ed originale se accompagnato dalla memorabile copertina di cui ho una gigantografia appesa sopra al letto! Passando al prodotto finito, il disco risente forse un po' di una certa fretta nella pubblicazione, credo che alcuni arrangiamenti sarebbero potuti essere analizzati con più cura. Lo stesso Massimiliano l'ha più volte dichiarato ai media, ma purtroppo è il classico Virgin-Dixit. Ciò non significa comunque che il lavoro sia frammentario e scollato, anzi è molto corposo nei suoni, e ciò ci rimanda alle atmosfere degli esordi, ma contiene al suo interno memorabili hits che forse non sono stati sfruttati a dovere. 
La maturazione artistica è consistente. Ma ora entriamo nel particular:

1.Poeta Minore. Che dire! Max ha sempre iniziato i suoi dischi con pezzi travolgenti e d'impatto (ricordiamo "Quel che fa paura" e "La Favola di Adamo ed Eva") e non poteva certo tradire questa sua usanza.Il brano è sullo stile rock americano degli anni '80, strizzando l'occhio a sound cari al gruppo brit "Bluetones". Ci si lascia trascinare in un vortice intenso e da capogiro: Ottimo il lavoro di Max al basso, tenuto a volume correttamente abbastanza alto. Da primato gli assoli di chitarra di Baldi e l'ottimo lavoro del bellissimo (Aooo') "Divin codino" Micalizzi alla batteria, che personalmente preferisco al pur bravo Monterisi. Il testo è stupendo. Credo che la battuta "La mia pelle sembra frigger come burro dentro suoni di padelle" sia di irripetibile acume artistico. Il brano sarebbe potuto essere un singolo dal successo abbastanza assicurato.

2.Su un Ciliegio Esterno. Avanti tutta! Uno dei miei brani preferiti dell'intera produzione Gazzillica. In questo brano dai chiari tratti sperimentali, mi colpisce lo stupendo lavoro di Max al basso, che insieme alle tastiere dona il ritmo al brano. Come al solito si sprecano gli effetti a corollario del brano che sono come palline e luci intermittenti in un albero natalizio, immancabili. Credo che ad un intenso esame del testo ci sia di che discutere. Potrebbe essere un brano malinconico per alcuni (...alcune...), ma penso non sia stato nelle idee di Max. Leggendo attentamente il testo si può notare come il nostro Gianni Sergente sia felice di questa sua realtà (la sua e non la tua) fondata su semplicità e coerenza. E' ovvio che la solitudine non è mai un punto d'arrivo per la vita di un uomo, ma io sono dell'avviso che cercare di non pretendere troppo dalla vita e di accontentarsi di ricevere ciò che si ha sia proprio quello che l'autore vuole trasmettere a noi con il brano. Pubblicato come singolo a tiratura limitata, dal booklet splendido, poteva essere anch'esso un po' più pubblicizzato. Non credo potesse ricevere consensi di vendite enormi, data la non facile assimilabilità del testo e della musica.

3.Il Timido Ubriaco. Ed il discorso diventa molto complesso. Ammesso che il brano avrebbe potuto essere senza dubbio tra i primi 3 di Sanremo 2000, anzi lo era, (è risaputo che Max fu chiamato per andare a ricevere il premio come terzo classificato, ma una volta dietro le quinte del palco, fu misteriosamente relegato al quarto posto, sostituito dall' ormai artisticamente attempato Gianni Morandi), credo che sia un brano originale per certi versi ma banale per altri. Se originale è la costruzione del testo, fondato su un'intensa poesia d'amore in rima dal significato molto piacevole e per certi versi anche sorridente, la musica poteva essere ben più articolata. Vista la presenza degli archi e di suoni orchestrali credo
che sarebbe stato interessante regalare qualche delicato effetto sonoro a completamento del quale si sarebbe riempito il muro sonoro. Se analizzata la versione eseguita dal vivo a Sanremo. è presente un interessante effetto sintetizzato, tipo Moog, in sottofondo che capta e raccoglie l'attenzione. Nel disco è stato stranamente attenuato, svuotando un po' il brano. Stupendo è il video, con Max che in 4 minuti invecchia di 70 anni, bellissimo.

4. "A". Bella, ma non Splendida..Le coreografie orchestrali e di archi che Max insieme a Peppe Vessicchio hanno costruito, sono incredibili. Ottimo il ritornello, intenso e cantato in falsetto, ed anche lo strumentale finale che denota la classe dei musicisti. Credo che un'intro strumentale con gli archi o anche strumentalmente intenso dall'inizio, avrebbero donato al brano più interesse. La parte iniziale della canzone è un po' banale nell'incedere, recuperando poi in tono con il proseguo. Personalmente avrei preferito che Max iniziasse il brano così "Alessandra che porta gli occhi VERDI come occhiali da sole..."

5.Se Piove. E' un lento brano dal testo molto importante ma dalle musiche un po' scarne. Il significato è palese. Ragazzi non buttiamoci giù se non tutto procede come nei nostri progetti, attendiamo momenti più felici e non cadiamo nella sofferenza. Le musiche come già detto sono raccolte e semplici, ma forse è giusto che l'ascoltatore si rilassi un po' tra le canzoni impegnative presenti nel disco.

6.L'uomo più furbo. Posso dichiarare che questa è la canzone meno bella che Max abbia mai fatto? Ok, magari la musica è orecchiabile e canticchiabile e d'estate è ciò di cui si ha bisogno, però il testo è banalissimo e poco condivisibile, da me ovviamente. Ha avuto fortunatamente, per noi che abbiamo a cuore le sorti del nostro cammello, l'ottimo successo che la Virgin presumeva, pluriprogammato in TV, presente in molti tormentoni estivi, Festivalbar su tutti, ha avuto almeno l'importante mezzo di trainare l'album. Il video è simpatico, ma credo che si sia divertito di più Max nel girarlo!!!!

7.Del tutto personale. Finalmente torniamo a brani di un certo spessore. Bellissimo pezzo che è per la prima volta in questo disco una via di mezzo tra il pop ed il tanto amato progressive-rock amato dal leader dei Gazness. Ancora una volta splendide le esecuzioni orchestrali della coppia Gazzè-Vessicchio, e memorabili le deraglianti note di chitarra di Baldi che ricordano nella loro durezza alcuni riff cari ai "Black Sabbath". La delicatezza dell'inizio è sostituita dall'incedere grandioso del ritornello che diventa sempre più robusto e deciso: definizione di rock progressivo, niente di più. Uno dei brani meglio riusciti del disco e credo più amati dal nostro.

8.Preferisco Così. Altro bellissimo brano arrangiato in modo molto tecnologico, con il pianoforte di Clemente Ferrari che regala un tono più classico al brano, abbastanza avanguardistico. Effetti e tappe sonore di sicuro impatto. Utilizzato come retro del brano sanremese, è sicuramente di qualità superiore, anche nel testo che parla delle fatiche che gli artisti di ogni campo devono affrontare per cercare di venir fuori dal limbo dell'anonimato, la cosiddetta "Gavetta" che per Max sarà stata "Gazzetta" :-D
Credo potesse tranquillamente essere pubblicata come singolo a se stante, data l'originalità che ne completa la stesura.

9.Elemosina. Interessante brano (...concedimi almeno l'"interessante"...), molto poco masticabile ed orecchiabile. Ermeticissimo nel testo e folle nelle musiche, non è di rapida assimilazione. E' comunque da sottolineare come un cantautore italiano abbia il coraggio di presentare brani come questo che tendono a sperimentazioni non solo strumentali ma anche di contenuti. E' molto importante anche perchè il testo è tratto da poesie di Stephane Mallarmè, amato in modo viscerale da Max.

10.La tua Realtà. Genuflessione. Il brano forse più bello del disco, se fosse andato a Sanremo con questo brano insieme alla bravissima Ginevra Di Marco (ex C.S.I.) avrebbe sbancato a livello di critica musicale d'impatto. Cruccio per non essere mai stato pubblicato su singolo come lato A, è un brano perfetto. Intenso, duro, Il duetto tra Max e Ginevra e di livello internazionale. Il testo è come sempre strepitoso, maturato su convinzioni e pensieri esteriori all' essere umano. Basilare l'apporto dell'altro ex C.S.I., nonchè marito di Ginevra, Francesco Magnelli alle tastiere o meglio come ama dire Max ai magnellofoni. L'ipnotica ripetitività del verso "Tu dormi, dormi quanto vuoi" è d'irripetibile vigore artistico. Grande.

11.Adesso Stop. Sembrerà una canzone banale e sempliciotta, ma è di gran lunga superiore alla blasonata "L'uomo più furbo", strizziamo l'occhio un po' a Battisti nell'ascolto del brano, dal contenuto vagamente di protesta nei confronti di alcuni luoghi comuni della vita quotidiana. Però le musiche sono talmente accattivanti che ci coinvolgono nel canticchiare insieme alle note che sgorgano dalle fonti sonore. Il ritornello è delizioso, nella sua lontananza e distacco. Complimenti.
 

E che mi dimentico la Ghost Track? NAAAAAA!
Breve strumentale che arriva dopo 5 minuti esatti dalla fine di "Adesso Stop". E' come al solito uno strumentale rock intenso con basso e chitarre in evidenza. A completamento.
 

Un paio di brani in più nel disco, non sarebbero stati male accettati.
 

E con quest recension, ho finit l'analis privat dei tre dischi di Max.
Checchè tutt voi ne vogliat dir mi andava di farlo e l'ho fatt, gradirei magar ricever eventual divergenz di vedut o meglio ancor anche delle vostr accurat recension.

Sì mi sono trasformato in Criscattivik!!!!!

Cris....trutturate l'anima dall'inferno che nelle vite passate vi ha accompagnato.
 

Ognuno fa quello che gli pare?
 

Mi distacco totalmente da quasi tutti i giudizi sul nuovo disco di Max.
Tra venerdì e sabato l'ho ascoltato circa 10-15 volte e vi consiglio di ascoltarlo anche voi così tanto prima di dare un giudizio. 
E' evidentemente un disco diverso dalla precedente produzione di Max, totalmente distante. E' ostico, misterioso, da scoprire fino in fondo. 
Ma splendido, sconvolgente, spiazzante, secondo me E' IL PIU' BEL DISCO DI MAX. Io che reputavo "Contro un'onda..." il migliore, seguito da "La Favola" e poi dall omonimo, dichiaro che MAX HA PRODOTTO IL SUO  CAPOLAVORO.

Il mio background musicale è particolare, odio la musica da discoteca,  i cantautori inspidi degli ultimi decenni (non faccio nomi per non ledere le vostre idee, ma ne ho di grandissimi). Amo la musica  sperimentale, d'avanguardia, estrema per certi versi. Per farvi intendere tra i miei circa 2000 tra cd e lp amo i Beatles, odio gli U2, amo i Pink Floyd, odio i Luna Pop, amo i Radiohead, odio i BBoys, amo tutto ciò che dal 1965 a oggi ha dato originalità al rock. Il pop lo ascolto ma non mi piace granchè. 

Spiegatavi la mia indole musicale vi dico:

OGNUNO FA QUELLO CHE GLI PARE? sarà un disco che trionferà nella critica competente, meno sul successo dei brani. RAGAZZI, MAX E' CAMBIATO! NON TORNERA' MAI PIU' QUELLO DI PRIMA. E' UNO SPERIMENTATORE, UN UOMO CHE CONOSCE LA MUSICA, CHE LA MICRONIZZA FINO ALL'OSSO, CHE ARRANGIA IN MODO INCREDIBILE I BRANI. VEDRETE COME MAX, FRA 10 ANNI, SARA' CONSIDERATO ALLA STREGUA DI BATTIATO O GIU' PER QUEI PARAGGI.

Il fatto che Max dica "Mi sono stufato di suonare nei locali, voglio i teatri, voglio poter suonare brani strumentali, coreografie, colori.... Che vuol dire? Che MAX HA DEFINITIVAMENTE SCELTO DI FARE QUELLO CHE GLI PARE, pensateci! Orsù.

Analizzo il disco:

NON ERA PREVISTO 

E' un brano strano, orecchiabile ma poco commerciale. Molto interessante la base ritmica, un po' acida e psichedelica (uno sballo!)Non credo stravolga le classifiche, ma + uno dei pezzi migliore di tutto il MAX. CHE MAX!

QUESTO FORTE SILENZIO

UNO SPETTACOLO INAUDITO
Un brano che mi ricorda i Radiohead all'inizio, Battiato (da paura) ed i Bluvertigo. Una fusione e miscela d'incredibile efficacia e scaltrezza. Credo possa essere un singolo, ma occhio non perchè sia di facile comprensione. Il testo è un capolavoro spaziale ed onirico. 
INCREDIBILE

NIENTE DI NUOVO

Dopo queste tre canzoni ho riposto il CD, perchè ho detto: MA CHE CAZZO DI DISCO HA FATTO MAX? Una ballata sinfonica ma decisa, splendida canzone che meriterebbe una standing ovation dalla platea di Sanremo. Con questo brano ho capito che Max ha cambiato definitivamente giro. Il testo è di cosmica pace universale. Terzo millennio dixit. SUBLIME

IL DEBOLE FRA I DUE

Non mi entusiasma esageratamente, anche perchè se anche il quarto pezzo fosse stato all'altezza dei tre prima, avrei scomodato Lennon-McCartney per far sentire loro il disco. Bella la fisarmonica, ma forse sono un po' prevenuto. La Turci è una graziosa donna, ma me si ripropone un po'.Senza Voto

MEGABYTES

Interessante esperimento Kraut-Elettro-Techno-Mediterraneo. Un po' troppo disco per me, però grande l'idea di ficcare il mandolino in un telaio sonoro poco adatto al contesto. Geniale

ECLISSI DI PERIFERIA

Al flauto iniziale, sono scattato sull'attenti (è il mio strumento preferito in assoluto), il testo è a dir poco opera di un genio della lampada. E' come leggere una storia dell'ETERNAUTA. GODURIA

IL DOLCE DELLA VITA

Strana melodia, proprio strana, ma che alla fine ti convince in tutti i pori. Strana perchè Max non ha mai suonato certe melodie, si è messo in discussione alla grande. PRECURSORE.

NON E' PIU' COME PRIMA

Un altro brano da GREATEST HITS, amarissima canzone, cantata in modo dimesso volutamente. Seriosa, profonda, magnetica, SPLENDIDA. Amo questo brano

IL MOTORE DEGLI EVENTI

Se non è il brano migliore, è tra i primi tre. Dirompente, massacrante, durissima, intensa, scomoda. Carmen suona la chitarra come un fabbro, Max picchia il basso come un cellerino sulle grate delle celle. Il testo è democraticamente anarchico e colpevolizzante, spero si faccia un buon uso di questoi brano epocale.

IN QUESTO ANNO DI NON AMORE

POCO DA DIRE. L'INTENSITA' DEL BRANO ED IL SIGNIFICATO CI FANNO RICORDARE UN AMARISSIMO GIORNO CHE HA CAMBIATO L'UMANITA'. DIVERSA DALLA TRACCIA 2 MA LA ELEGGO CON LEI LA PIU' BELLA DEL DISCO. 
MERAVIGLIOSA, MERAVIGLIOSA, MERAVIGLIOSA, MERAVIGLIOSA, MERAVIGLIOSA, 
MERAVIGLIOSA, MERAVIGLIOSA, MERAVIGLIOSA, MERAVIGLIOSA, MERAVIGLIOSA, 
MERAVIGLIOSA, MERAVIGLIOSA, MERAVIGLIOSA.

Cris... e basta. Ascolatelo ancora e rivedete i giudizi

Cristiano Orlando