CAMPO-SERVIZIO 2009

BELENE/MALCIKA - МАЛЧИКА/БЕЛЕНЕ

24 AGOSTO - 01 SETTEMBRE

 

Il campo-scuola è stato organizzato secondo la seguente giornata tipo:

ore 08:30  Sveglia

ore 09:00  Colazione e spostamento in pulmino

ore 10:00  Lodi e spiegazione attività

ore 10:45  Inizio attività del mattino

ore 13:00  Pranzo

ore 15:00  Attività del pomeriggio

ore 18:00  Santa messa

ore 19:30  Cena

ore 21:00  Rientro nelle parrocchie

 

 

I giorni trascorsi in Bulgaria hanno visto susseguirsi giornate di campo-scuola, di animazione dei bambini ed altri momenti di condivisione.

Ecco il programma giorno per giorno:

24/08 Lunedì         Arrivo a Belene

25/08 Martedì        Prima giornata di campo e introduzione "Regola di vita spirituale"

26/08 Mercoledì    Seconda giornata di campo sulla regola di vita: "Pregare"

27/08 Giovedì        Terza giornata di campo sulla regola di vita: "Condividere"

28/08 Venerdì        Quarta giornata di campo sulla regola di vita: "Testimoniare"

29/08 Sabato         Animazione dei bambini oligofrenici a Zgalevo, visita monastero di Trojan

30/08 Domenica    Messa con comunità Malcika, preparazione giochi, visita Veliko Tarnovo

31/08 Lunedì         Animazione dei bambini oligofrenici e di Malcika, visita di Svishtov

01/09 Martedì        Visita di Sofia e rientro in Italia

 

Il campo è stato pensato intorno alla figura di San Paolo, allo scopo di approfondire la conoscenza di questo Apostolo proprio in occasione dell'anno Paolino. I temi delle giornate prendono spunto dagli "Atti degli Apostoli": ripercorrendo alcuni momenti della vita di Paolo si sottolinea il costante parallelismo con la vita di ogni giovane alla ricerca della propria identità e della propria appartenenza alla Chiesa.

I temi scelti sono, infatti, tre momenti fondamentali nella vita spirituale di ciascuno: la conversione, l'appartenenza alla comunità e l'annuncio.

Ogni giornata è stata organizzata e sviluppata dai giovani della diocesi di Fermo. I diversi temi sono stati affrontati suddividendo l'attività essenzialmente in due parti: un primo momento di analisi e di riflessione sulla propria vita e un secondo momento di confronto. Al termine dell'attività è stato previsto un intervento conclusivo, o una breve catechesi, con cui approfondire il significato del tema della giornata e sottolinearne gli obiettivi.

Lo scopo di questo campo-scuola è la condivisione di esperienze per crescere insieme nella fede, raccontandosi e riscoprendosi. Le attività scelte hanno puntato molto sul rileggere la propria vita e in particolare la propria esperienza di fede, il rapporto con Dio e con la Chiesa, mettendo il giovane in condizione di riprendere in mano la propria identità leggendo tra le righe quanto Dio ha operato in lui.

 

Di seguito lo schema delle giornate del campo.

 

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PRIMA GIORNATA

 

Introduzione "Regola di vita spirituale"

 

OBIETTIVI:

- capire l'importanza di una regola anche nella vita spirituale

- introdurre la "regola di vita": cos'è e quale potrebbe essere

 

INTRODUZIONE GIORNATA:

- lodi (lettura Mc 12, 28-34)

- introduzione al campo

 

ATTIVITÀ DEL MATTINO (divisi in gruppi)

 

- presentazione

ognuno scrive il proprio nome su un foglietto e, una volta raccolti tutti, ogni partecipante ne estrae uno e legge il nome. La persona chiamata si presenta (nome, età, provenienza, occupazione, hobby), poi incolla il foglietto su un cartellone su cui è disegnato un cuore.

 

- pongo

i ragazzi a giro modellano lo stesso pezzo di pongo senza conoscere la forma finale, ognuno seguendo il proprio istinto (la forma finale è “sconosciuta” e per questo non orientata ad essere trasformata secondo il progetto che Dio ha).
Successivamente si fissa un obiettivo e, a giro, ogni ragazzo modella una parte della forma finale (crescendo si acquista consapevolezza della propria chiamata che ognuno può sviluppare e portare a compimento secondo le sue potenzialità, secondo i suoi doni, ma può anche scegliere di non seguirla…come se il modello non venisse completato)

 

- confronto e condivisione

l'attività ha lo scopo di far capire che le regole non sono un limite alla nostra libertà ma ci permettono di mettere ordine nella nostra vita e di raggiungere i nostri obiettivi; nel confronto si evidenzia che anche la vita spirituale necessita una regola.

 

ATTIVITÀ DEL POMERIGGIO (divisi in gruppi)

 

- test

vengono dati 10/15 min per fare il test disponibile cliccando qui)

 

- confronto e spiegazione del proprio percorso

l'attività ha lo scopo di far riflettere sul proprio essere cristiani e la condivisione parte dal profilo ottenuto nel test, discutendo se ci si rispecchia, se si sente l'esigenza di una regola anche nella vita spirituale e se si pensa che possa essere davvero utile.

 

- catechesi sul tema della giornata  (disponibile cliccando qui)

tutti insieme. Poi si lascia ai ragazzi un po' di tempo per la riflessione personale sui contenuti della catechesi consegnando loro i riferimenti biblici citati e tre testimonianze (Madre Teresa, Fratel Carlo Carretto e un giovane che ha scritto su Graffiti)

 

- consegna sussidio "Appunti per una regola di vita"

dopo una breve spiegazione di questo strumento, ad ogni giovanissimo viene consegnato il libretto "Con tutto il cuore" mentre ai giovani "Verso l'alto" con l'augurio di riapprofondire durante l'anno le tematiche trattate al campo e usarlo come spunto per scrivere, ognuno, la propria regola di vita spirituale.

 

CONCLUSIONE GIORNATA:

- messa

- cena

- rientro nelle parrocchie

- tempo libero e condivisione tra i giovani italiani e di Belene

 

 

MATERIALE PER LA GIORNATA

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ATTIVITA' DEL POMERIGGIO - Test

 

Quanto sono cristiano?

Quante volte?

a) mai

b) a volte

c) sempre

 

Quante volte?

a) mai

b) a volte

c) sempre

 

Quante volte?

a) mai

b) a volte

c) sempre

 

Quante volte?

a) mai

b) a volte

c) sempre

 

Quante volte?

a) mai

b) a volte

c) sempre

 

Quante volte?

a) mai

b) a volte

c) sempre

 

Maggioranza di "A"

mi sa che...

 

Maggioranza di "B"

il tuo essere cristiano non...

 

Maggioranza di "C"

sei un grandeeee...

 

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ATTIVITA' DEL POMERIGGIO - Catechesi sulla "Regola di vita"

 

Anche se non ci credi questa è la mia catechesi....CIAO

 

 

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SECONDA GIORNATA

 

Pregare

 

OBIETTIVI:

- capire personalmente come vivo la preghiera confrontandomi con altre figure

- capire che la preghiera non è un monologo ma un dialogo d'amore con Dio

- fare esperienza di diversi modi di preghiera per conoscerli e scegliere il più adatto

 

INTRODUZIONE GIORNATA:

- lodi (lettura Mt 6,5-14)

- riflessione/testimonianza (disponibile cliccando qui)

 

ATTIVITÀ DEL MATTINO (divisi in gruppi)

 

- deserto

le domande suggerite nella riflessione del mattino e i brani biblici suggeriti aiutano a farsi un’idea personale su cosa è la preghiera (il foglio del deserto è disponibile cliccando qui)

 

- confronto e discussione

dopo aver letto tre testimonianze sulla preghiera (disponibili cliccando qui) si condivide quanto emerso durante il deserto e ci si confronta con le tre testimonianze e con l’esempio di Gesù emerso dei brani biblici.

 

ATTIVITÀ DEL POMERIGGIO (divisi in gruppi)

 

- sperimentazione modi di preghiera

attraverso un percorso a tappe ogni ragazzo sperimenta diversi tipi di preghiera (disponibili cliccando qui) e risponde al questionario (disponibile cliccando qui)

 

- confronto e condivisione

il confronto su quanto vissuto nel pomeriggio è stimolato attraverso la lettura di pagina 11-12 del sussidio giovanissimi. La discussione evidenzia il fatto che la preghiera è un dialogo con Dio: oltre a me parla anche Dio attraverso la Parola e gli altri.

 

CONCLUSIONE GIORNATA:

- messa (al termine una breve Esposizione Eucaristica permette al giovani di sperimentare anche questo tipo di preghiera e di dialogo con Dio)

-tempo a disposizione per appuntarsi le proprie riflessioni della giornata che possono aiutare a scrivere la propria regola di vita

- cena

- rientro nelle parrocchie

- tempo libero e condivisione tra i giovani italiani e di Belene

 

 

MATERIALE PER LA GIORNATA

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ATTIVITA' DEL MATTINO - Riflessione sul brano biblico Mt 6,5-14

 

Il brano di vangelo che abbiamo letto ci invita a pregare con parole sincere il Signore e a trovare degli spazi per Lui lontani dalla frenesia della quotidianità. Le nostra giornate sembrano infatti sempre piene e ci manca il tempo per pensare, per ricordarci che in ogni gesto che compiamo, in ogni incontro che facciamo, non siamo soli ma c’è sempre Qualcuno vicino a noi molto più di quanto immaginiamo.

Riflettendo su questo mi sorgono delle domande:

- Sono consapevole di non essere mai solo in ogni momento della mia vita, anche quando sembra andare tutto storto e vorrei che la vita fosse diversa?

- Sono capace anche di ringraziare e non solo di chiedere?

- Quando prego il mio è un dialogo o solo un monologo?

Solo pensandoci attentamente mi rendo conto che spesso la mia preghiera perde la sua autenticità: al centro non c’è Lui ma io.

Per quella che è la mia esperienza sono sicura che, quando decidiamo di accogliere il Signore come nostro amico, ci sentiamo davvero meno soli e più forti.

 

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ATTIVITA' DEL MATTINO - Foglio del deserto

 

Domande per la riflessione personale

- Perché prego? Cosa è la preghiera per me?

- Come prego?

- Quando prego?

- Dove prego?

- La mia preghiera è solo di richiesta o, invece, di ringraziamento?

- Nella preghiera penso solo a me stesso o rivolgo pensieri agli altri?

- Sono capace di rendere la mia preghiera un dialogo con Dio? Parlo solo io o lascio spazio a Dio di parlarmi? So ascoltare Dio che mi parla attraverso le circostanze della vita e attraverso gli altri, ma soprattutto attraverso la “Parola di Dio”?

 

Riferimenti biblici con spunti di riflessione

- Lc 6,12-16 Gesù passa una notte in preghiera prima di una scelta importantissima per il suo ministero: la chiamata dei Dodici, i suoi più stretti amici e collaboratori. La preghiera precede, come sempre, le scelte importanti della vita di Gesù

- Lc 22,39-46 La preghiera è l’arma con cui Gesù entra nella lotta, nel suo combattimento decisivo

- Lc 10,21-22 Gesù prega per esultare nella gioia, per ringraziare il Padre dei frutti della missione dei discepoli, perché il mistero del Regno è in mani sicure, le mani dei semplici, dei piccoli.

- Lc 4,1-13 Gesù prega nel combattimento con il tentatore. Pregare è anche scegliere di “lasciarsi guidare dallo Spirito nel deserto”

- Mt 6,5-7 e Lc 18,9-14 chi pensa di pregare non presuma di saper pregare ma si chieda se sta pregando veramente. Nella preghiera autentica non si possono sprecare parole, bisogna rivolgere a Dio le parole giuste e bisogna presentarsi con il giusto atteggiamento, del cuore e del corpo (notare la diversità di atteggiamento, anche fisico, tra il fariseo ed il pubblicano). La preghiera ha una porta di ingresso: l’umiltà, la consapevolezza di essere peccatori e l’invocazione della misericordia del Padre per sé e per gli altri (Gen 18,16-33; Lc 18,35-43)

- Lc 10,38-42 Gesù in Maria ci indica che la preghiera non nasce da ciò che noi diciamo a Lui, ma dall’ascolto di ciò che Lui ha da dire a noi. Considerando che questo brano è legato a quello che lo precede (10,25-37), l’ascolto della Parola è intimamente legato alla vita

- Mt 6,9-15 Proprio perché è difficile trovare le parole giuste per la preghiera autentica, è Gesù stesso che ci consegna le parole per farlo. La preghiera autentica è ascoltare parlando a Dio, è parlare a Dio ascoltando la sua Parola. E’ un atto di umiltà scegliere di pregare non con le nostre parole, ma con la Parola che Dio stesso ci dà. Qui troviamo il primato della preghiera liturgica rispetto a quella personale, nel senso che la preghiera personale è “giusta” se scaturisce dalla preghiera liturgica

- Att 4,23-30 i primi cristiani pregano di fronte ai primi episodi di persecuzione

 

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ATTIVITA' DEL MATTINO - Testimonianze: "La preghiera per me…"

 

SACERDOTE

Sono don Massimo Fenni, presbitero dal 7 dicembre 2006 e ora svolgo il mio ministero di sacerdote come vice parroco nella parrocchia dei Santi Pietro Paolo e Donato di Corridonia.

Mi è stato chiesto come vivo la preghiera. Negli anni prima di entrare in seminario ho imparato che la preghiera è molto importante, è un modo particolare e speciale per restare uniti a Dio, diremmo oggi “connessi”.

La preghiera per me ha diverse sfumature. Tenendo presente che con la preghiera noi siamo connessi con Dio, penso che ci sono molti modi pregare. Per quella che è stata la mia esperienza posso dire che è stato un cammino, una crescita nei confronti della preghiera e del pregare.

Ora come sacerdote sono chiamato a pregare con il breviario, proclamando i salmi, ma per me la preghiera è anche altro. In primo luogo è una predisposizione d’animo, un essere orientati verso Dio sempre tutto il giorno. È questo lo si può fare in diversi modi; amando le persone che mi sono accanto, facendo bene la Volontà di Dio nella mia vita nelle piccole e grandi occasione della giornata, dicendo il breviario, mentre faccio meditazione leggendo un brano del vangelo, presiedendo alla messa o semplicemente dicendo qualche preghiera spontanea davanti al Santissimo.

Un motivo in più che mi sprona a pregare è che la mia preghiera è per tutto il popolo di Dio, una grande responsabilità.

Ecco questa è la mia esperienza in merito alla preghiera, per questo vi chiedo di pregare per me.

Don Massimo Fenni

 

EDUCATORE

Ogni giorno sono presa da mille cose da fare, cose che mi danno soddisfazione, mi rendono felice ed orgogliosa. Anche se spesso bisogna faticare per raggiungere certi obiettivi, non mi sento mai sola, so che c'è sempre Qualcun altro vicino a me che mi aiuta nelle varie situazioni della vita; infatti il Signore non mi lascia mai.

Ogni giorno dedico a Lui parte del mio tempo (ma mi rendo conto che a volte è troppo poco), perché sento il bisogno di parlarci, di sfogarmi. La cosa più bella è che, nonostante Lui già sappia tutto quello che voglio dirGli, mi ascolta sempre: Lui ha sempre tempo per me.

Ogni mattina affido la mia giornata al Signore perché solo con il suo aiuto posso dare il meglio di me in ogni cosa che faccio e con le persone che vorrà mettere al mio fianco in quella giornata; ogni sera cerco di fare un breve riassunto della giornata appena trascorsa, ringraziandoLo di tutte le cose belle che mi ha regalato e chiedendoGli perdono di non essere stata sempre come Lui mi vorrebbe.

Cerco di dimostrare al Signore il mio amore per Lui anche partecipando alla Santa Messa. Per me la Domenica non sarebbe la stessa senza l’Eucarestia, perché è proprio durante la celebrazione il momento in cui mi sento più vicina al nostro Signore. Ascoltare i suoi insegnamenti, prendere forza e coraggio dalle Sue parole e nutrirmi del Suo corpo, è per me come se fosse una carica, un sostegno e un aiuto per la mia vita: è la consapevolezza che non sono mai sola.

Sento di aver bisogno di Lui anche nel mio essere educatrice. Ho scelto di svolgere questo servizio per poter trasmettere ai giovani e ai ragazzi quanto sia bello farsi guidare dal Signore e farsi amare da Lui.

Non sempre è così facile ed è allora che interviene il Signore: ad ogni mia richiesta mi da sempre la risposta più giusta per quella situazione, aiutandomi a portare avanti il mio servizio e la mia “missione” di testimoniarlo senza scoraggiarmi, senza paura, ma rendendomi più consapevole che con il Suo aiuto tutto è possibile, Lui che “tutto vede e tutto può”.

Un abbraccio forte a tutti!!!!!

Stefania

 

LAICO

Ciao a tutti, ho 26 anni e sono uno studente universitario

Per me pregare è “ricaricarsi”. Noi viviamo una vita che tutti i giorni ci richiede uno notevole sforzo, fisico e mentale, per andare avanti; ogni giorno ci troviamo di fronte nuovi problemi e ostacoli da dover affrontare e tutto questo ci porta, spesso, in uno stato di depressione che ci rende tristi e malinconici. Passare qualche momento in preghiera mi ridona una nuova linfa, mi ricarica di una energia interiore che mi permette di affrontare, di nuovo, qualsiasi prova.

A Dio, nelle mie preghiere, chiedo sempre di aiutarmi nell’”andare avanti”, di aiutarmi a prendere le decisioni giuste per risolvere un problema, di starmi vicino.

Solo nella Fede possiamo confortarci. Il suo mistero và al di là di ogni immaginazione, ma è un fuoco che alimenta incessantemente la fiamma della nostra vita.

Alessandro

 

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ATTIVITA' DEL POMERIGGIO - Gli atteggiamenti della preghiera

 

La preghiera non è solo un fatto mentale o verbale, ma è un autentico dialogo di amore che coinvolge tutta la persona: mente, parola, corpo, sentimenti, emotività, sensibilità…Come in ogni forma di comunicazione autentica, tanti messaggi passano attraverso le parole, ma altrettanti e di più passano attraverso il corpo, l’atteggiamento, la gestualità.

La preghiera nasce come gesto libero e spontaneo di amore ma, anche la preghiera, necessita di una regola: essa ci assicura che il nostro pregare non sia un monologo personale ma un vero dialogo con un “Tu” che nella sua libertà ci ascolta e ci parla.

A tale scopo, sperimenteremo adesso alcuni atteggiamenti di preghiera.

 

Pregare con le parole

Quando ci accingiamo a formulare delle preghiere possono sopraggiungere domande di questo tipo: che senso ha dire a Dio cose che Lui già sa? E’ veramente necessario? Si può dire qualcosa che Egli già non conosca? Le nostre parole lo raggiungono? Producono qualcosa? Le nostre preghiere non sono forse dei monologhi? Stiamo forse dicendo a noi stessi queste cose nascondendole dietro un appello a Dio?

Chiaramente pregare con le parole non significa rivolgere parole vuote a Dio ma cariche delle nostre preoccupazioni, delle nostre gioie, e anche delle richieste comuni. Qualcosa che noi diciamo a Dio può essere importante anche per la comunità e, se lo diciamo anche ad essa, ciò non sminuisce la preghiera come atto religioso. Ogni vero dialogo con le persone, d’altronde, non ha solo lo scopo di dire ad un altro cose che prima egli non conosceva. Nelle relazioni tra di noi, soprattutto in quelle più intime, spesso, confortandoci, sfogandoci, incoraggiandoci, manifestando la nostra stima o il nostro affetto, esprimendo una nostra opinione, noi non ci limitiamo ad informare, ci diciamo e confermiamo cose già note, soprattutto diamo corpo ai sentimenti e alla tenerezza per l’altro. La preghiera personale, privata e intima, può aver bisogno di un linguaggio familiare e pieno di sentimento, che magari non ritroviamo identico nella liturgia comunitaria.

Facciamo un attimo di silenzio e rivolgiamo a Dio una preghiera personale che, come abbiamo appena letto sia carica delle nostre gioie e preoccupazioni. Poi chi vorrà, può condividerla con tutti pronunciandola ad alta voce; quindi insieme pregheremo dicendo “Ascoltaci Signore”

 

Pregare nel silenzio

Quando durante la celebrazione liturgica ci sono spazi di silenzio, si è indotti a pensare che c’è un intoppo. La comunicazione autentica ed il dialogo di amore hanno bisogno del silenzio, eppure noi evitiamo il silenzio o comunque esso è la dimensione che facciamo più fatica a vivere. Il silenzio non è semplicemente non parlare o non cantare. Nella vita possiamo imbatterci in diversi tipi di silenzio.

Ci può essere un silenzio agitato, quando c’è qualcosa che ci turba e ci disturba e siamo tesi, siamo colpiti ed insicuri. Tale silenzio ha un fatto positivo: spinge a riflettere…

Ci si può trovare in un silenzio penoso: è un silenzio che ci dà pena e dolore, perché c’è qualcosa di non-detto che provoca e ferisce.

Ci può essere un silenzio di riflessione, quando avvertiamo l’importanza di non passar sopra alle cose importanti della vita e ci sentiamo spinti a rientrare in noi stessi.

C’è infine un silenzio che è pienezza della parola, un silenzio pregnante in cui semplicemente godiamo della presenza dell’altro e permettiamo ad essa di incidersi nel nostro cuore, un silenzio che accade quando si è creata un’intesa così profonda che non sono più necessarie le parole. Questo è il silenzio cui siamo invitati nella preghiera e nella liturgia, questo è il silenzio in cui Dio stesso vuole incontrarci, come ha fatto con Elia (1 Re 19). Se non si entra nel silenzio, è impossibile l’ascolto autentico dell’altro.

Facciamo allora silenzio dentro e fuori di noi e mettiamoci all’ascolto di Dio.

 

Pregare con il canto

Anche il canto è preghiera. Anzi, S. Agostino ricorda che chi canta prega due volte perché prega esprimendo la gioia di vivere e di credere. Fin dai tempi antichi, nelle liturgie si usa cantare nei diversi modi. Gli stessi Salmi sono stati scritti come preghiere non da recitare, ma da suonare e cantare. Perché tutto questo? Un antico proverbio della saggezza ci ricorda che quando il cuore è pieno trabocca dalle labbra. Sentimenti profondi e forti come la gioia o il dolore non si accontentano di essere veicolati nel parlato, ma abbisognano di traboccare nel canto. Solo il canto riesce a rendere carne la gioia profonda che uno desidera gridare e proclamare così come solo il canto veicola i profondi dolori. La musica rallegra il cuore così come consola. La musica, infine, accresce anche la comunione nella preghiera comunitaria: la musica non è caos, ma è misura, armonia, e per cantare insieme bisogna aspettarsi gli uni gli altri, bisogna lasciar da parte il proprio ritmo per lasciarsi trascinare tutti insieme da un’unica armonia.

Cantiamo insieme il canto “Te al centro del mio cuore” ricordandoci che il canto è preghiera…facciamo quindi sempre attenzione al testo dei canti.

 

Pregare in piedi

L’uomo, nella sua evoluzione, è arrivato ad essere homo herectus, uomo eretto non solo in base ad una posizione fisica del corpo, ma perché è un essere capace di innalzarsi da terra per la sua interiorità. L’essere eretto rinvia alla rettitudine dell’uomo, ad una sanità di corpo e di anima. L’uomo eretto è anche l’uomo saldo, che sa stare con i piedi per terra, che è ben radicato nella sua storia e non fugge da essa ritagliandosi la sua nicchia ideale. Chi è l’uomo saldo, che non si lascia piegare dalle avversità della storia, che non si lascia sradicare ma, anche se colpito, rimane in piedi? E’ l’uomo con una solida fede, che è più saldo di una montagna: è più facile smuovere questa che la sua fede. Davanti al Dio di Gesù Cristo l’uomo non può gemere o strisciare nella polvere, come se si stesse davanti ad un despota crudele: Egli, invece, ci rialza dalla terra, ci fa stare diritti, ci fa credere, ci solleva dalla colpa e dalla sofferenza, perché ha rialzato il Figlio dalla morte, lo ha tratto dal sepolcro e lo ha innalzato alla sua destra. Il cristiano prega in piedi per esprimere fierezza, la fierezza di essere amati da Dio, nel sano rispetto e timore davanti alla sua grandezza.

Fieri di essere cristiani, alziamo le braccia al cielo nella posizione dell’orante e recitiamo insieme il “Padre nostro”

 

Pregare in ginocchio

Anche nella fierezza che manifestiamo camminando eretti, davanti a Dio rimaniamo piccoli. L’uomo in mille modi punta sulla statura e sull’aspetto esteriore per apparire importante, ma “rimaniamo polvere ed in polvere ritorneremo”. Ciò non deve scoraggiarci, ma renderci umili: l’essenza dell’umiltà non è umiliare gli altri, ma umiliare se stessi. Chi si inginocchia, con il corpo non fa altro che dire: davanti a Dio io divengo piccolo, non perché Egli mi umilia, anzi Egli mi innalza, ma perché io sono creatura, resa santa da Lui, figlio nel Figlio. Davanti a Dio io non devo essere uno che emerge, non devo innalzarmi con le mie forze o fare cose straordinarie perché chissà cosa Lui si aspetta da me. Io invece davanti a Lui posso sentirmi sicuro nelle mie comuni e ordinarie doti e capacità, così come nelle mie debolezze e nei miei fallimenti. Dio non mi stressa incutendomi l’ansia da prestazione, davanti a Lui posso permettermi di essere debole, di guardare con benevolenza alla mia vulnerabilità. Se mi inginocchio davanti a Dio in questa fiducia, come accade nell’esperienza dell’adorazione eucaristica, Egli non mi permetterà di passare troppo tempo in ginocchio, ma solo il giusto, poi…mi rialzerà.

Certi dell’aiuto di Dio, rivolgiamo a Lui la nostra preghiera personale mettendoci umilmente in ginocchio. Poi recitiamo di nuovo il “Padre nostro”

 

Pregare … stando seduti

Stare seduti in modo corretto e raccolto è diventato raro. Magari cerchiamo le più comode posizioni nelle più comode poltrone, ma poi cambiamo continuamente postura e siamo in perenne agitazione. Più che stare seduti, ci troviamo spesso a stare sdraiati. Per stare seduti in modo corretto, il peso del corpo deve essere distribuito in egual misura sulle gambe e sul piano in cui ci si siede. Chi sta seduto, non vive soltanto un riposo rilassato, ma esprime un’attesa sincera e piena di attenzione. Chi sta seduto è pronto ad accogliere. Uno che siede, tranquillo e disteso, ha il proprio corpo ben raccolto, segno del suo raccoglimento interiore. Come il corpo, così anche l’intimo è raccolto e tranquillo. Per questo si vivono seduti l’ascolto della Parola di Dio e l’omelia.

Mettiamoci seduti correttamente predisponendoci all’ascolto della Parola di Dio; ascoltiamo insieme la “Lettura breve” dei vespri di questa sera.

 

Pregare soli e pregare insieme

Che rapporto c’è tra la preghiera personale e la preghiera comunitaria? Come ci ricorda S.Paolo in Rm 8,26-27, non sempre sappiamo cosa sia conveniente chiedere a Dio. Chi ci aiuta? Lo Spirito Santo, e la comunità cristiana che prega. La preghiera personale e privata è quindi il proseguimento della preghiera comunitaria. Anche se in quella comunitaria non ritroviamo il linguaggio intimo che usiamo nei nostri momenti personali, ci fa però capire cosa è conveniente chiedere a Dio, come Dio va pregato e ci fa essere tutt’uno con il cuore della Chiesa che guarda e prega per il mondo intero. E’ bello pregare con parole nostre, in maniera familiare, ma una particolare importanza assume nella preghiera l’uso della Parola di Dio (pregare con i salmi, il Rosario…) Quando nella preghiera facciamo uso della Parola di Dio, avviene come tra un genitore e un bambino piccolo: il genitore insegna al bambino a pronunciare le prime parole ed il bambino, imparando un linguaggio, interiorizza un modo di valutare e guardare alla vita, a se stesso, agli altri. Così, nel momento in cui noi preghiamo usando la Parola di Dio, Dio è il Padre buono che ci insegna a parlare, e che ci trasmette dunque il suo modo di guardare alla storia, a me, alle altre persone. Quando prego con la Parola di Dio, contemporaneamente ascolto e parlo.

Sperimentiamo allora la preghiera comunitaria recitando un salmo dei vespri di questa sera. Pregare con la liturgia delle ore significa pregare con la preghiera della Chiesa e quindi ci si sente parte di tutta la comunità cristiana. Inoltre si prega con la Parola di Dio: abbandoniamoci quindi nelle braccia di Dio Padre che ci sta “insegnando a parlare”.

 

Pregare per vivere

Dio è Padre. I nostri occhi non lo vedono, ma l’intelligenza e il cuore sanno che esiste. Gesù ci ha rivelato il suo volto. In Gesù Dio ci viene incontro e noi possiamo ascoltarlo e parlargli. Per il credente pregare non è un obbligo, ma un’esigenza. La preghiera nasce dalla fede e la nutre. Chi cessa di pregare, lentamente cesserà di credere.

Il cristiano al mattino e alla sera incontra Dio nella preghiera: è lo Spirito Santo che apre il suo cuore e le sue labbra. È bello pregare da soli, nell’intimità della propria anima. Ma è bello anche pregare insieme, in famiglia. Una famiglia che prega rimane più facilmente unita nel vincolo dell’amore e della pace.

Il cristiano prega con parole di fiducia, di lode, di ringraziamento e di pentimento, che gli salgono spontaneamente dall’intimo. Ma prega anche con le formule della tradizione cristiana. Con esse si unisce a Dio e a tutti i fratelli nella fede sparsi nel mondo, che per secoli le hanno pronunciate.

Il cristiano ricorda sempre l’esempio e gli insegnamenti di Gesù sulla preghiera: “Se vi mettete a pregare e vi accorgete che avete qualcosa contro qualcuno, perdonate: perché Dio, vostro Padre, perdoni anche a voi” (Mc 11,25-26). “Non stancatevi mai di pregare. Chiedete e riceverete; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto” (Lc 11,9). “Non chi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio” (Mt 7,21).

La preghiera è un dialogo d’amore con Dio che deve continuare nella vita, vissuta come donazione. O la preghiera trasforma la vita o la vita eliminerà la preghiera.

Per il credente pregare è vivere. Egli prega perché tutta la sua vita diventi una preghiera.

 

Dalla “preghiera pregata” alla “preghiera vissuta”: la vigilanza del cuore

“La vigilanza del cuore durante l’adempimento dei tuoi doveri quotidiani – di qualunque tipo essi siano: a casa come a scuola, come in fabbrica, in campagna, in negozio o in ufficio – sostituisce il rimanere in preghiera nel segreto della tua camera: ti porta all’immediato adempimento della regola di preghiera in obbedienza alla richiesta del Signore (la necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai il Lc 18,1). La vigilanza del cuore – e cioè il prestare a più riprese durante la giornata l’attenzione al Signore Gesù, mantenendo viva una conversazione segreta con Lui, fatta di silenziose parole di amore – non è assolutamente inferiore allo stare in preghiera in chiesa”.

Per questo ricordiamoci di rivolgere costantemente durante la giornata il nostro pensiero a Dio!!!

 

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ATTIVITA' DEL POMERIGGIO - Questionario

 

Domande da rispondere per ogni tipo di preghiera sperimentato

Hai mai sperimentato questo tipo di preghiera?

Sei riuscito a dialogare con Dio?

Pregheresti in futuro in questo modo?

Dai un voto a questo tipo di preghiera

 

 

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TERZA GIORNATA

 

Condividere

 

OBIETTIVI:

- riscoprire le relazioni che viviamo

- verificare l'autenticità delle nostre relazioni

- vedere come relazione autentica per eccellenza nostra relazione con Dio

- capire come e se condividiamo la nostra fede nella quotidianità e vedere come Dio entra nelle nostre relazioni

 

INTRODUZIONE GIORNATA:

- lodi (lettura At 4,32-35, At 2,42-47)

 

ATTIVITÀ DEL MATTINO (divisi in gruppi)

 

- storia drammatica

i ragazzi dopo aver letto una storiella drammatica (disponibile cliccando qui), che tratta di un ragazzo con problemi in famiglia che alla fine accoltella un altro, dovranno mettere in ordine di colpevolezza i 9 personaggi della storia. Poi, in gruppo, si apre una discussione per concordare e decidere insieme l’ordine di colpevolezza.

 

- riflessione sulle difficoltà di relazione emerse dall'osservazione dell'attività

nel corso dell'attività precedente alcuni osservatori esterni valutano la modalità con cui si svolge la discussione (interesse al discorso, partecipazione, rispetto degli altri, disponibilità a ritrattare la propria posizione, ecc...). Quanto emerso dall'osservazione viene riferito al gruppo per stimolare la riflessione sul modo in cui si vivono le relazioni di tutti i giorni, quindi riflettere su se stessi e su come ci si pone nei confronti degli altri (la griglia d'osservazione è disponibile cliccando qui).

 

- catechesi sul tema della giornata  (disponibile cliccando qui)

con la catechesi si cercherà di sottolineare che come Cristiani siamo chiamati a vivere delle relazioni autentiche, in particolare quella con Dio. Come laici viviamo in un determinato contesto storico, in cui maturiamo e mettiamo alla prova tutti i giorni la nostra fede; quattro testimonianze aiutano a capire come si possono costruire relazioni autentiche anche negli ambiti in cui non sempre entra la nostra vita di fede (Famiglia, Affetti, Amici, Lavoro).

 

ATTIVITÀ DEL POMERIGGIO

 

- liturgia penitenziale  (disponibile il foglio per la riflessione cliccando qui)

momento fondamentale in cui condividere con la comunità la riconciliazione con il Signore, occasione per ricostruire con Lui una relazione davvero autentica.

 

- testimonianza sulla guida spirituale

dopo aver letto pagina 15 del sussidio giovanissimi, suor Francesca spiega il ruolo della guida spirituale anche attraverso il racconto della sua esperienza personale.

 

CONCLUSIONE GIORNATA:

- messa

- consegna ai gruppi di una piantina di cui aver cura, segno di una responsabilità "condivisa"

- cena

- rientro nelle parrocchie

- tempo libero e condivisione tra i giovani italiani e di Belene

 

 

MATERIALE PER LA GIORNATA

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ATTIVITA' DEL MATTINO - Storiella drammatica

 

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ATTIVITA' DEL MATTINO - Griglia di valutazione per gli osservatori

 

Elementi di valutazione dei ragazzi

partecipazione

partecipazione

partecipazione

partecipazione

partecipazione

partecipazione

partecipazione

partecipazione

partecipazione

partecipazione

partecipazione

 

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ATTIVITA' DEL MATTINO - Catechesi sulla "Condivisione e autenticità delle relazioni"

 

Il tema di questa giornata è il primo annuncio.

 

Scarica la catechesi in italiano o in bulgaro

 

 

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QUARTA GIORNATA

 

Testimoniare

 

OBIETTIVI:

- capire che testimoniare significa dare in ogni situazione quel poco che si ha

- capire che testimoniare significa avere fiducia in Dio che moltiplicherà il mio poco

 

INTRODUZIONE GIORNATA:

- lodi (lettura Mt 5,13-16)

- riflessione/testimonianza (disponibile cliccando qui)

 

ATTIVITÀ DEL MATTINO (divisi per gruppi)

 

- fiducia nell'altro

due giochi sulla fiducia aiutano a calarsi nel tema della giornata:
- a coppie, un ragazzo si butta all’indietro mentre l'altro lo prende per non farlo cadere
- un ragazzo viene bendato e apre la bocca fidandosi di cosa l'altro gli darà da bere

 

- lettura storia "Al suo posto" (disponibile cliccando qui)

che aiuta i ragazzi a capire che tutto nella vita si inserisce nel grande progetto di Dio per cui è importante fidarsi di Lui e di non ascoltare solo il nostro istinto

 

- fiducia in Dio

ogni ragazzo è chiamato a confrontarsi con i 10 comandamenti e a scrivere per ognuno di essi come sono vissuti nella quotidianità (fidarsi di Dio significa ascoltare quanto ci dice e quindi si tratta di seguirlo e rispettare i 10 comandamenti; è nel loro rispetto che possiamo valutare la nostra fiducia in Dio).

 

- riflessione di gruppo e condivisione

partendo da quanto vissuto nelle tre attività precedenti si riflette insieme sulla nostra fiducia negli altri e in Dio. Infatti solo se crediamo veramente in qualcosa e ci fidiamo di qualcuno possiamo esserne instancabili testimoni.

 

ATTIVITÀ DEL POMERIGGIO

 

- condivisione e verifica generale del campo

dando la possibilità a tutti di parlare si cerca di tirare le conclusioni del campo-scuola, avanzando proposte per il prossimo anno con sguardo critico

 

CONCLUSIONE GIORNATA:

- messa di fine campo

- foto di gruppo

- rientro nelle parrocchie

 

 

MATERIALE PER LA GIORNATA

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ATTIVITA' DEL MATTINO - Riflessione sulla testimonianza e sulla fiducia

 

Testimoniare significa dichiarare il vero; ma per dichiarare il vero devo prima di tutto essere IO convinto che ciò che dico è il VERO.

Il punto di partenza deve essere la FIDUCIA (FEDE).

Io mi fido di una persona che conosco e che soprattutto mi ama perché la persona che mi ama vuole il mio bene e quindi posso affidarmi a questa.

Se la fiducia si fa sempre più profonda posso anche arrivare a mettere la mia vita nelle mani dell’altro. Nella FEDE questa persona di cui mi fido è Dio e se arrivo a mettere la mia vita nelle mani Sue ogni attimo di questa, ogni più piccola azione è un testimoniare!

Testimoniare, quindi, significa più semplicemente, o forse più profondamente, vivere e attualizzare la Parola di Dio; perciò io divento uno strumento nelle mani di Dio e che, vivendo, sono testimone di Dio.

Il brano di vangelo di questa giornata dice che noi cristiani siamo il sale e la luce del mondo.

Un vero cristiano ha sapore e sprizza di luce.

Il sapore esprime la determinatezza di una persona, ha sapore chi non si vergogna di esprimere le proprie idee, chi non è neutrale ma ha la capacità di opporsi, di esprimere il proprio disaccordo nonostante ciò gli costa la propria vita.

La nostra presenza deve illuminare il mondo, è proprio la nostra serenità, un nostro sorriso alimentato dalla fede ad illuminare gli altri.

Testimoniare significa appunto illuminare l’altro, farlo uscire dal buio e questo è possibile solo grazie alla forza della fede che abbiamo che ci rende sereni e ci fa sprizzare di luce vera.

Bisogna allo stesso tempo essere saporiti, ovvero essere coraggiosi e capaci di testimoniare Gesù agli altri senza alcuna vergogna.

 

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ATTIVITA' DEL MATTINO - "Al suo posto"

 

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