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Mario Puricelli

Vieni Figliolo

 

Dov'è andato

a nascondersi

il sole,

in questo tardo

meriggio autunnale?

Su che ramo

saltella felice

il passero

amico vivace di casa?

Sono rigati di gocce di pioggia

i vetri già chiusi

sulla bruma già scura

del cielo imbronciato.

Guardo nel vuoto

a cercare qualcosa

che non posso trovare:

dov'è finita oramai

la luce dorata

delle chiare

giornate solari?

Sulla cima del ramo

più alto io cerco

un bocciolo rosa.

Non illuderti ancora:

mai più ci saranno

nell'anno che muore

né boccioli rosa, né boccioli gialli.

E' morta la bella

stagione dai mille colori diversi.

 

Come da sempre è avvenuto

di nuovo tornerà

primavera.

Me vedranno

il sole e la luna

vagare

irrequieto e pensoso

nelle viuzze deserte,

mi vedranno spiare,

nel vecchio cortile del Frà,

le ombre beate del babbo felice

e della cara mammina.

Amica, non senti

la voce che chiama?

"Mario, corri che è l'ora:

la minestra

si fredda nel piatto.

Vieni, figliolo!"

 

O mamma,

non dovevi morire.