Intervista a Claudio Lancinhouse

by Cybermilla


Ci si aspetterebbe una persona almeno strana, fuori dagli schemi. Invece quando si incontra Claudio Lancini, in arte Lancinhouse, il dj che infuoca le notti della sala 2 del Numberone di Cortefranca, si trova un tranquillo padre di famiglia. Con dei lunghissimi capelli legati a coda ed uno sguardo pulito ed aperto, Claudio, fino all’anno scorso di notte suonava e di giorno faceva il muratore. Ha cominciato a far girare dischi a 15 anni, nelle feste di paese, soprattutto ad Adro, suo paese natale. Poco tempo dopo è approdato alla discoteca franciacortina, dove ha iniziato a suonare musica commerciale. Dell’ultimo decennio il passaggio ai nuovi generi, prima la house –“una techno casereccia, non la house dei nostri giorni”, ha specificato-, poi la musica hardcore tra il 1991 e il 1992. Nel 1996 il primo disco importante, con gli Stunned Guys, di seguito la creazione di due etichette musicali e di uno studio di registrazione. Oggi Claudio è considerato uno fra i più importanti djs italiani, conosciuto in tutt’Europa e in America, dove conta numerosi fans, grazie a dei dischi prodotti con artisti di oltreoceano. Probabilmente per quanto riguarda la musica hardcore in Italia è il numero uno. Numerosissime le sue presenze nelle discoteche più gettonate della penisola e negli eventi musicali di tutt’Europa, dalla Street Parade di Zurigo al Cocoricò di Riccione. Una serata con lui è una continua emozione: gli telefonano colleghi e giornalisti, non lo lasciano mai in pace. Lui, invece, mette nel videoregistratore una videocassetta di cartoni animati, spegne il telefono e fa felici le sue figlie.
“Mi piace la hardcore, da energia, ritengo che sia adrenalina pura. Quando la senti ti fa muovere le gambe. È un genere ballabilissimo, molti saltano, altri si dimenano. Non serve nient’altro per divertirsi”. Esordisce in questo modo, Claudio Lancini, che nelle ultime settimane ne ha sentite di tutti i colori: la hardcore musica per drogati, la hardcore che stimola a prendere le pastiglie... ”Io credo che la musica non centri, non esiste un genere fatto per “sballarsi” –ma non vi ricordate gli anni 60, quando si demonizzava il Rock ‘n Roll?-, a ballare i miei dischi non vengono solo i ragazzini, ma anche professionisti ed adulti, che qualche volta si colorano i capelli e poi il lunedì tornano in ufficio normalissimi. Chi si aspetterebbe che il sabato hanno saltato ai ritmi della hardcore? ”. La droga: un argomento che gli risulta quasi doloroso. ”Penso che il fenomeno dilagante dell’ecstasy dipenda dalla mancanza di informazione, le sostanze chimiche esistono in Italia da più di 13 anni, chi ne ha mai parlato? Io faccio solo musica, in fondo. Mi capita di sentire i ragazzi sfogarsi, raccontarmi le loro esperienze, e di consigliarli, spiegar loro che prendere droghe è sbagliato e per quali motivi, che la mia musica si gode di più se si è lucidi, ma non sempre mi ascoltano. Io non mi sono mai drogato, in più di trent’anni di vita non ho usato nessun tipo di droga,  quando lavoro bevo acqua minerale. È davvero triste che la coscienza dell’opinione pubblica si sia risvegliata solo a causa di una morte tragica, ed è altrettanto triste che tutta l’attenzione sia puntata sull’ecstasy e non sulle decine di altre nuove droghe in circolazione, dai trip –cartoncini inbevuti di allucinogeni- al popper, per non parlare dell’assunzione di pastiglie destinate a curare disturbi particolari, che associate all’alcool causano effetti drammatici, io credo che invece di puntare il dito contro i giovani, dovremmo invece capirli e soprattutto informarli”. È un intervento duro, quello di Claudio Lancini, che si volge anche in difesa delle discoteche “i discotecari  non possono limitare l’ingresso, discernendo chi si droga e chi non lo fa. La colpa non è delle discoteche. Sapevate per esempio che una ricerca ha dimostrato che il consumo di ecstasy negli stadi è altissimo? Non penso proprio che la colpa sia di chi sta in campo o dei bigliettai. I momenti di aggregazione, quali che siano, devono essere una festa, sta a chi vi partecipa non rovinarli”. Claudio è pacato, lontano dall’immagine stereotipata che normalmente si ha del popolo della notte, di chi, insomma lavora nelle discoteche. Saluta, non senza aver mostrato le foto dei djs che sono transitati nella sua sala di registrazione e facendo una confessione: sulle sedie dove ci siamo accomodati si sono seduti i grandi mostri sacri della musica da discoteca, lì sono nate canzoni e collaborazioni importanti, etichette e copertine di dischi, lì…davanti al divano, dove sdraiate, comodamente, le sue piccole, guardavano un cartone animato..
Milla


Claudio Lancinhouse, normale padre di famiglia e allo stesso tempo mito per migliaia di giovani. Chiediamo ai suoi fan di raccontarlo: Abbiamo incontrato in internet uno delle migliaia di quelli che in gergo si chiamano “Numberisti” oppure “Numberini”. “Lui”, 24 annni, milanese, si è dato lo pseudonimo di Dj Delta: “Tutte le volte che sono in sala 2 vado sul palco, mi soffermo a guardarlo mentre mixa....dovresti vedere con che passione lo fa, e poi il sorriso che ha mentre parte una nuova traccia. Piu' martella, piu' guarda la folla ballare e saltare… e quel sorriso aumenta...Lancinhouse e' come noi gabber genuini –in gergo coloro che amano la hardcore si chiamano gabber oppure hardcore warriors-, non so se mi spiego...non abbiamo bisogno di prendere “stronzate” per esaltarci della musica, perche' un gabber vero sa' che e' la musica stessa che lo esalta.. ed i veri gabber che non reggono non prendono ugualmente pasticche per resistere alla stanchezza: piuttosto vanno a riposarsi, magari in sala tre, con la musica revival. Hanno detto che il Number e' un posto di drogati? Questo e' perche' queste persone non sono state raggiunte da una corretta informazione riguardo alle droghe e alla loro circolazione. io c'ero quando hanno proibito il pogo –momento finale della serata durante il quale i ragazzi si spingono fra loro, ripreso da un usanza in voga durante i concerti di musica metal-, e ho visto il proprietario che e' andato sul palco a lanciare magliette in regalo per evitare che i ragazzi si facessero male!!! Allora ti chiedo: qual' e' quella discoteca dove il tenutario si preoccupa dei suoi ospiti? Non e' assolutamente vero che il gestore del Number pensa solo al ricavo di fine serata. E sulle persone che ci vanno ne possiamo parlare? Io sono diplomato e sono impiegato. Ora, a ventiquattro anni, sono arrivato ad un certo livello di importanza nel mio lavoro...eppure al sabato sera vado al Number! una mia amica e' impiegata di banca...eppure viene al Number! E cosi' tanti altri...perche' e' la passione per questo sound, putroppo non compreso pienamente, che ci unisce. Potrei andare avanti per ore ma non voglio diventare logorroico.. tu ricorda solo una cosa HARDCORE WILL NEVER DIE!.... 
Milla

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