Ritagli di giornale...

Repubblica 2/11/99
Il sogno infranto della "Generazione E" 
L'Unione europea dichiara guerra alle droghe sintetiche 
di MARIA NOVELLA DE LUCA 

ROMA - Dieci anni. Dieci anni di sballo lunghi come una notte infinita, la notte della "Generazione E", techno, ecstasy e acido lisergico, i rave, i concerti, i raduni, i feriti, i caduti, le storie, tutte uguali, di chi butta giù una pasticca e vorrebbe che l'alba non arrivasse mai. J.B. aveva soltanto 18 anni, faceva l'operaio, ed è morto davanti alla discoteca di tanti sabati sera in cui cercava di divertirsi un po' di più, con un bicchiere, una dose e una ragazza. Come milioni di suoi coetanei in Italia e in Europa, eserciti di giovani e giovanissimi affratellati nella religione delle droghe sintetiche, un business che non conosce frontiere. 
La "Generazione E", dove "E" sta per ecstasy, come per primo la definì nel suo libro-manifesto lo scrittore inglese Nicholas Saunders, compie dieci anni in Italia (con un luttuoso compleanno) in un allarme crescente per sostanze sempre più ignote che invadono il mercato. Conferma Massimo Barra, responsabile della comunità "Villa Maraini" di Roma: "Sì, le prime pasticche di ecstasy hanno inziato a circolare in Italia alla fine degli anni Ottanta. Per moltissimo tempo il pericolo di queste sostanze è stato sottovalutato. E adesso noi ci troviamo di fronte a giovani di 22, 25 anni, i famosi figli della "febbre del sabato sera", teenager cresciuti tra rave e discoteche, con gravissimi disturbi psichici per l'abuso di anfetamine e acidi". 
Dieci anni allora. Era 1989 e in Italia si cominciava a parlare di sballo del sabato sera, le discoteche della "riviera d'oro", Rimini e Riccione, si proponevano come l'Ibiza del mar Adriatico. Dall'Inghilterra sbarcavano i primi ravers, e la cultura delle feste-delirio, giorni e giorni di happening techno nei luoghi più abbandonati delle città, diventava una specie di bandiera di protesta di un nuovo gruppo sociale, il "popolo della notte". 
"L'ecstasy - spiega Pierfrancesco Pacoda, autore di diversi libri sulla notte - è stato un collante di tutto questo, è inutile negarlo. Del resto ogni droga ha la sua musica, o forse ogni generazione sceglie quali sono gli artisti che devono accompagnare un certo tipo di viaggio. L' ecstasy e la techno, la droga sintetica e la musica sintetica, sono state l'espressione comune di una voglia di divertimento estremo, totale. Adesso però, dieci anni dopo, mi sembra che il "pianeta culturale" attorno al quale gravitavano i consumatori di ecstasy sia del tutto esaurito e sul tappeto non sia rimasto altro che un consumo casuale e massiccio di droga". 
Ci sono i morti. I feriti. I tanti che a fatica ritroveranno se stessi. Ma ormai, seppure in ritardo, l'allarme è globale. Anche perchè il panorama delle droghe sintetiche è infinito. Basta cambiare una molecola della pillola base dell'ecstasy, ed ecco che nasce una nuova sostanza. La cui fabbricazione costa meno di mille lire al produttore e viene venduta per trentamila lire al consumatore. Con una spesa di trasporto quasi inesistente e la possibilità di allestire quasi dovunque rudimentali laboratori in grado di fabbricare milioni di pillole. Un business insomma che promette un guadagno del 95 per cento a chi investe i capitali nell'affare. 
Ma i rischi per chi cerca lo sballo chimico sono sempre più alti. Le pasticche infatti possono contenere qualunque cosa. Già dal giugno scorso ad esempio l'Unione Europea, sulla base di un rapporto dell' Osservatorio sulle tossicodipendenze, aveva lanciato l'allarme sulla diffusione della "super-ecstasy", la 4-Mta, invitando gli stati membri a passare al contrattacco. La 4-Metiolanfetamina è stata formalmente dichiarata "droga sintetica da sottoporre a disposizioni penali, come un potente agente psicoattivo che rappresenta un pericolo per la salute pubblica". 
Spiega Massimo Barra: "E' un provvedimento che dà la misura di quanto sia difficile la lotta alle nuove droghe. Queste derivano da principi attivi leciti e poi vengono modificate, ridisegnate, come si dice in gergo, per dare un certo tipo di effetto. Fino a quando però i principi di base non vengono manipolati queste sostanze sono contemplate nelle tabelle della farmacologia ufficiale. Ogni volta che l' ordine viene sovvertito i diversi ministeri della Sanità devono riscrivere le proprie tabelle...E il processo può essere infinito". 
J.B. è l'ultima vittima della "Generazione E". Uno dei centomila consumatori abituali tradito da una pasticca troppo pura, o forse tagliata con qualcosa di letale. E se il "mondo techno" come dicono gli osservatori e critici non fa più avanguardia, di certo quello stile di vivere la notte è tutt'altro che in decadenza. "Ogni sabato sera vado in giro per discoteche e rave parties - racconta Daniele Silvestri, operatore di Villa Maraini - e quello che vedo è forse peggiore di quanto accadeva alcuni anni fa. Oggi infatti i ragazzini sono tutti dei poliassuntori di droghe, nel senso che mescolano pasticche, acidi, alcol. Una delle sostanze più diffuse in questo periodo è la ketamina, che provoca delle fortissime allucinazioni, e le anfetamine pure. Il punto è che oggi come ieri i ragazzi che calano abitualmente le pasticche o qualunque altra cosa, non si sentono tossicomani. Per loro il tossico è quello che si buca e basta. Non solo. La vera passione dei teen-ager sono tornati ad essere i rave. Ce ne sono ogni weekend e sono estremi, duri, possono durare anche 48 ore. Ogni fine settimana mi rendo conto che i ragazzini non sanno niente. In confronto alle campagne contro l' eroina l'informazione sull'ecstasy è quasi nulla". 
Conclude Massimo Barra: "Le droghe sintetiche sono state, e sono, una gigantesca operazione di marketing. Un modo per avvicinare i più giovani al mondo degli stupefacenti. Chi abusa troppo di eccitanti prima o poi avrà bisogno di un calmante. Cioè di una sostanza che tranquillizza. Cioè dell' eroina. Così il cerchio criminale si chiude...".  
Repubblica 2/11/99
 
Nelle discoteche americane 
impazza la versione liquida 
Negli Usa già una cinquantina di ragazzi sarebbero morti 

ROMA - Si chiama "Gamma Hydroxybutyrate". È la nuova droga che impazza nelle discoteche americane. Negli Stati Uniti avrebbe già provocato una cinquantina di decessi tra i giovani. Sarebbe disponibile anche in Italia attraverso la rete Internet. 
L'allarme viene dal comitato "Telefono Antiplagio" che denuncia in un comunicato i gravi effetti della sostanza chiamata anche "Ecstasy liquida": annulla la volontà e provoca danni irreparabili agli organi interni. 
Gli esperti sono riusciti a diffondere una descrizione della "Gamma Hydroxybutyrate" utile per avvisare i giovani che potrebbero "assaggiarla" senza sapere bene quali siano i devastanti effetti che può avere sul fisico: è inodore, incolore e quasi insapore. Unita ad altre sostanze come l'alcool può portare alla morte. Proprio per informare i giovani sui pericoli della Ghb, "Telefono Antiplagio" mette a disposizione un sito internet: http://isolasarda.com/antiplagio.htm. 
Repubblica 2/11/99
Caccia agli spacciatori 
dell'ecstasy assassina 
Il "Nuotatore" stroncato da una pillola misteriosa 
Brescia, la morte del giovane fuori della discoteca. Analisi sui componenti della pillola 
dal nostro inviato PIERO COLAPRICO 

COLLEBEATO (Brescia) - "Io gli avevo detto ciao verso le due, in giardino", "Noi l'abbiamo incrociato mentre andavamo a mangiar su, al primo piano, e stavo con la mia ragazza", "E a un certo punto non l'abbiamo visto più", dicono gli amici che, insieme a lui, se n'erano andati, nella notte, sino al "Number One - il locale dell'impossibile". Tutti amici, ma quando il "Nuotatore" morì a 18 anni per colpa di una "cala" alla fine di una nottata affollata e confusa, non aveva accanto nessuno. Si contorceva nell'aiuola, con le mani sulla pancia, stremato da dolore. 
Due giorni dopo la notte della droga chimica che uccide, questi amici assenti non fanno che piangere e incattivirsi, ricordando quel ragazzone grande e grosso, che aveva fatto cinque anni di nuoto agonistico, che frequentava con la stessa assiduità l'oratorio e la discoteca. Ed è morto per colpa di una pastiglia ripiena di una sostanza misteriosa, tale da far impazzire i medici. 
Sono fermi, i ragazzi, quasi tutti vestiti di scuro, divisi in due gruppi, lungo il marciapiede dell'oratorio di Collebeato, e gli amici più stretti sono quelli più lontani dalla porta dove il parroco, don Gianluca, parla del "Nuotatore" come di un "bravo ragazzo, un po' timido" e ha appeso il cartello "Chiuso per lutto". 
Sabato sera, raccontano, in tanti avevano raggiunto la megadiscoteca di Cortefranca, sulla strada tra Rovato e il lago d'Iseo. Fa il pienone da 3600 giovani e giovanissimi, è un po' meno grande del loro paesino di 4mila abitanti alle porte di Brescia. Cancelli da bunker, guardaspalle con l'auricolare, le sale, la musica "progressiva". Una volta dentro, in mezzo a loro "ci sono quelli che danno le "cale", gli spacciatori di ecstasy. "Lo sanno tutti, ce n'è sempre. Ci vengono apposta da mezza Lombardia. Non sei tu che devi chiedere, sono loro che ti dicono: 'Ehi, abbiamo le cale'". 
Tra folle che s'incrociano, tra gruppi che ballano e altri che guardano, tra chi socializza e chi resta solo, "c'erano anche quattro o cinque bus di gente di Milano". E c'era, in quella notte mortale, in missione anche il bus del gruppo Abele di Torino, con Paolo Sollecito, uno degli operatori, che ricorda "un gran movimento, gente che stava male, ma anche per gli sbalzi di temperatura, dentro faceva caldo, stavano a torso nudo, e poi uscivano... Quello che è successo al Number One poteva succedere da qualsiasi altra parte". 
Sarà anche così, lui che gira per concerti e discoteche per informare i ragazzi dei pericoli, ma Gianfranco Campagnari, medico di Iseo, ricorda che "di sabato notte, ce ne arriva di gente da quella discoteca. Sì, ce ne arriva spesso". 
Pare che una traccia stia portando gli investigatori dalla megadiscoteca di Cortefranca sino a Milano, piazza centrale per il traffico di ecstasy (Mdma, per i tecnici), e della nuova "super-ecstasy", con le sue pastigliette cangianti: nel senso che non c'è mai la stessa composizione, quasi sempre c'è un elemento "x" che cambia. Potrebbe apparire un'inchiesta più adatta a un perito chimico e a un sociologo che a un tenente dei carabinieri, ma i detective dell'Arma sembrano a loro agio, super impegnati. Hanno interrogato alcuni degli amici con i giubbotti di cuoio e gli occhi rossi di pianto; poi due ragazze trentine che sono finite in ospedale, ma sembra per due francobolli di Lsd, si sono fatte dimettere per tornare a casa il prima possibile; e hanno ascoltato un altro ragazzo rimasto praticamente k.o. da sabato notte a domenica sera, ancora ricoverato all'ospedale di Iseo. 
Solo lui e il "Nuotatore" hanno sicuramente preso quella pastiglia micidiale: lui ce l'ha fatta, e adesso la mamma fa la guardia al suo letto al primo piano, reparto Medicina, l'altro è rimasto a boccheggiare tra le auto di chi se ne andava senza vederlo. 
Ma che tipo di "cala" ha preso? Cos'ha ucciso il "Nuotatore"? E chi gliel'ha data? Non sanno rispondere i ragazzi con gli occhi rossi di pianto, ma fa paura ascoltarli mentre dicono che "quello che ti danno sono c. tuoi", nel senso che si accetta una pastiglia come se si puntasse alla roulette. Per il "Nuotatore" e i suoi amici la differenza è una: "Le bianche sono tipo-anfematime, le marroni sono più oppiacee. A volte ci sono dei disegnini, ma sa il cavolo che significano". 
Questo è il mercato del piccolo chimico: uno paga e ingoia un alieno. Si danno soldi buoni, che il "Nuotatore" faceva lavoricchiando come operaio nella zona, in cambio di una forma tondeggiante di pochi grammi: "Dimmi tu, come fai a sapere che cosa c'è dentro?", chiedono. Può fare bene, male, o niente. 
Se negli anni Settanta era quasi un merito tra veri e finti "scoppiati" saper distinguere l'hashish pakistano dal marocchino, il nero orientale dal rosso africano, questi ragazzi del Duemila ammettono di inghiottire al volo quella pillola "aiuta-imbranati" - che dovrebbe dar coraggio ai timidi ed energia ai deboli - senza scelta: basta che gliela metta in mano uno con la faccia come loro, in cambio di "30, 40, max mezza gamba", 50mila. Ed è facilissimo, procurarsi queste "cale": "Ma che mezz'ora?, servono due minuti. Sono loro a cercarti, a dirti che le hanno". 
Loro chi? Dal sostituto procuratore di Brescia Alberto Rossi al medico di Iseo, dagli operatori del gruppo Abele di Torino al centro milanese Antiveleni di Niguarda, sono in tanti a lavorare per saperlo. Ma basterà un'analisi del sangue per ricostruire la notte in cui morì "Il nuotatore"?  
Repubblica 2/11/99
 
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