Ritagli di giornale...

 Repubblica 1/11/99
La nuova ecstasy uccide 
Allarme nelle discoteche
Un diciottenne morto e tre giovani colpiti da malori in un locale del Bresciano, una ragazza costretta al trapianto del fegato  
di TIZIANO ZUBANI 

BRESCIA - Diciotto anni compiuti da poco, per gli amici una sorta di gigante buono (era alto un metro e ottanta e pesava un centinaio di chili), è morto davanti a una discoteca dopo aver cercato un po' di euforia artificiale in una droga di sintesi, quasi sicuramente l'ecstasy. J.B., giovane operaio bresciano è stato trovato rantolante in un'aiuola fuori dal Number One, ventimila metri quadrati di 
discoteca a Cortefranca, nel cuore della Franciacorta, zona collinare del Bresciano nota per la sua produzione vinicola. La grande discoteca è considerata un tempio della techno e dell' house music ed è frequentata dai giovani di tutto il nord-Italia. Sabato era prevista una serata particolare. Racconta Cristian Basalari, uno dei proprietari del Number One: "Ospitavamo dj famosi, per questo abbiamo previsto un grande afflusso. Per maggiore sicurezza abbiamo chiesto alla guardia medica di un paese vicino di lasciare un'ambulanza nel piazzale con un posto di pronto soccorso".  È stata proprio questa ambulanza a soccorrere, alle quattro e mezza del mattino, l'operaio diciottenne quando un addetto della vigilanza l'ha visto solo, accasciato ai margini di un'aiuola che rantolava. Il ragazzo è stato portato all'ospedale di Iseo, ma i tentativi di rianimazione non hanno sortito alcun effetto. Il suo cuore ha cessato di battere mezz'ora dopo. 
Il ragazzo, che non aveva addosso documenti, è stato identificato solo nel pomeriggio di ieri, dopo che i genitori preoccupati per la sua assenza ne hanno denunciato la scomparsa. Non ci sono, invece, tracce degli amici con cui era andato in discoteca: questi potrebbero chiarire molti dubbi su cosa abbia provocato davvero la morte. 
Nel referto i medici parlano di arresto cardiaco dovuto all'assunzione di sostanze stupefacenti e, prima dell'autopsia, non vogliono essere più precisi. Ma c'è il sospetto che la droga utilizzata sia l'ecstasy, sospetto suffragato dall'allarme lanciato proprio ieri dal centro antiveleni dell'ospedale Niguarda di Milano. "Sono in circolazione pastiglie pericolosissime costituite da allucinogeni misti a una sostanza non nota che può avere effetti letali. E fra i maggiori punti di distribuzione figurano le discoteche", sostengono al centro. Secondo gli esperti, i chimici che stanno dietro gli spacciatori di ecstasy cambiano spesso le miscele e non si fa a tempo a identificarle che già sono cambiate. 
Quello bresciano sarebbe un episodio che fa seguito a un altro che ha avuto come vittima una ragazza di 17 anni: ricoverata per un'epatite acuta fulminante, la giovane è stata salvata, nei giorni scorsi, dal trapianto di fegato. Mentre i medici cercavano di capire le cause dell'epatite, la ragazza ha ammesso di aver ingerito una pillola in discoteca. 
A completare il quadro dei sospetti ci sono stati l'altra notte altri tre casi di malore che si sono verificati sempre al Number One. Coinvolte, in questo caso, sono due ragazze di Bolzano di 18 e 20 anni (che erano arrivate nella discoteca bresciana in comitiva, a bordo di un pullman) e un altro ragazzo bresciano ventenne. Inizialmente si sospettava che tutti questi malori avessero origine comune, poi si è scoperto che le due ragazze avevano ingerito francobolli imbevuti di Lsd, mentre ancora non si sa quale sostanza sia stata ingerita dal bresciano. 
La tossicologa Francesca Assisi, del centro antiveleni, spiega che gli effetti delle pasticche sono alterazioni neurologiche e cardiologiche gravi e, come conseguenza estrema, portano alla distruzione delle cellule muscolari con febbre alta e grave insufficienza renale. "Probabilmente - prosegue la Assisi - i ragazzi del Bresciano hanno preso compresse di una partita avariata, tagliata cioè con una 
sostanza di cui non conosciamo la natura: per questo sono in corso indagini tossicologiche". 
Per la ragazza di 17 anni cui è stato trapiantato il fegato, "visto che non aveva né l'aspetto né i segni della tossicodipendenza - afferma la dottoressa - abbiamo pensato a epatite acuta virale, da farmaci o da funghi, ma tutti gli esami svolti hanno dato esito negativo". A distanza di qualche giorno, però, l'adolescente ha confessato di aver preso una pastiglia in discoteca, che non sapeva bene cosa 
fosse, e ha aggiunto che un amico le avrebbe detto: "Hai preso quella pastiglia? Ora ti verrà l'epatite". 

Repubblica 1/11/99
 
"I miei tre anni di sballo" 
Matteo, 22 anni, racconta la sua dipendenza dall'ecstasy 
di GIUSEPPINA PIANO 

MILANO - "I ragazzi si fanno di tutto, anche cinque o sei pastiglie in una sera, e superalcolici. E quando esageri, è finita. Io ho detto basta in tempo, le pastiglie non mi hanno lasciato segni nel cervello anche se ora ho degli scatti di nervi brutti che prima non avevo. Ma ho visto degli amici che sono rimasti bruciati e ora sono come dei vegetali. Non hanno più vita". 
Lui - lo chiameremo Matteo - ha 22 anni ed è un pentito dello sballo. Da quando ha incontrato un prete come don Gino Rigoldi e un'associazione come Comunità Nuova di Milano "che mi ha fatto capire che potevo fare qualcosa nella vita invece di distruggermi". Da sei mesi con le pastiglie ha chiuso. "Per sempre", dice. Ma per tre anni ha vissuto sul confine, ogni sabato sera. Pendolare dello sballo, da Milano alla discoteca Number One nel bresciano, "per evadere dal mondo, perché il mondo fa schifo". Evasione fatta di pastiglie, di quelle che ti costano 20-25mila lire l'una. 
Quando hai iniziato a prendere l'ecstasy? 
"Ho iniziato una sera andando a ballare nella discoteca Number One. Avevo 18 anni, ero andato via di casa, la mia vita faceva schifo. Eravamo un po' di amici, e siamo partiti. Da quella sera ci sono tornato tutti i sabati, al Number One. Ho visto un casino di ragazzi calarsi roba, ho visto gente arrivare a sei o sette pastiglie. Ecstasy, acidi e cartoni. E poi si beve, di brutto. Roba come il B52, fatto di crema whisky e alcol puro in superficie: incendi l'alcol con un accendino e poi lo bevi in un colpo, ti brucia direttamente lo stomaco". 
E come ti sentivi? 
"Là ero contento, ballavo e cuccavo perché ti fai meno problemi con le ragazze quando ti sei preso qualcosa. Mi sentivo alle stelle ma poi, appena finiva l'effetto, entravo in depressione totale". 
Che significa? 
"Ci sono state volte che ho dormito anche per 25 ore di fila. Ma soprattutto entri in depressione perché anche se non c'è dipendenza fisica ti entra la dipendenza psicologica. Finisce che "ti tira" andare in discoteca, che non ne puoi fare a meno e pensi continuamente a quello. A me non è mai 
successo di stare veramente male perché non ho mai esagerato, al massimo due pastiglie. Ma una volta un mio amico ha avuto un bad trip, l'ho visto quasi morire". 
E poi, cosa ti ha fatto smettere? 
"Quando ho incontrato chi mi ha fatto capire cosa stavo facendo e cosa stavo rischiando. Ho letto anche dei libri, mi hanno spiegato quali effetti potevano avere quelle droghe. E alla fine ho detto basta. Adesso voglio solo lavorare, farmi la patente e una ragazza e magari andarmene da qualche 
parte con lei". 
Vai ancora in discoteca? 
"A volte capita, vado ancora al Number One. Ma non prendo più niente, magari bevo qualcosa. In discoteca vedo tutti questi ragazzi che si calano la roba, e vorrei dirgli "se ti vuoi drogare fallo, la vita è la tua ma non esagerare perché finisci male". Di più non puoi dirgli, io lo so perché quando ti dicono "non la devi usare" tu lo fai lo stesso". 

Repubblica 1/11/99
 
Un'altra morte da sabato sera 

BRESCIA (t.z.) - Proveniva dal Number One, la discoteca della Franciacorta, anche la sedicenne di Limbiate, paese dell'hinterland milanese, morta nell'incidente stradale avvenuto ieri alle sei di mattina nei pressi di Seriate. A.M. viaggiava con quattro amici (tre ragazzi e un' altra ragazza, tutti tra i sedici e i vent'anni) a bordo di una Renault Clio 16 valvole. Probabilmente per un colpo di sonno il conducente ha perso il controllo della vettura, che è andata a sbattere contro il "newjersey" e si è ribaltata. Alcuni automobilisti di passaggio hanno prestato i primi soccorsi ma per A.M. non c'è stato niente da fare. Trasportata all'ospedale di Bergamo, la ragazza è deceduta intorno alle sette. Gli altri quattro, leggermente feriti, se la caveranno in pochi giorni. 

Repubblica 1/11/99
 
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