La nuova ecstasy uccide
Allarme nelle discoteche
Un diciottenne morto
e tre giovani colpiti da malori in un locale del Bresciano, una ragazza
costretta al trapianto del fegato
di TIZIANO ZUBANI
BRESCIA - Diciotto anni compiuti da poco, per gli amici una sorta di
gigante buono (era alto un metro e ottanta e pesava un centinaio di chili),
è morto davanti a una discoteca dopo aver cercato un po' di euforia
artificiale in una droga di sintesi, quasi sicuramente l'ecstasy. J.B.,
giovane operaio bresciano è stato trovato rantolante in un'aiuola
fuori dal Number One, ventimila metri quadrati di
discoteca a Cortefranca, nel cuore della Franciacorta, zona collinare
del Bresciano nota per la sua produzione vinicola. La grande discoteca
è considerata un tempio della techno e dell' house music ed è
frequentata dai giovani di tutto il nord-Italia. Sabato era prevista una
serata particolare. Racconta Cristian Basalari, uno dei proprietari del
Number One: "Ospitavamo dj famosi, per questo abbiamo previsto un grande
afflusso. Per maggiore sicurezza abbiamo chiesto alla guardia medica di
un paese vicino di lasciare un'ambulanza nel piazzale con un posto di pronto
soccorso". È stata proprio questa ambulanza a soccorrere,
alle quattro e mezza del mattino, l'operaio diciottenne quando un addetto
della vigilanza l'ha visto solo, accasciato ai margini di un'aiuola che
rantolava. Il ragazzo è stato portato all'ospedale di Iseo, ma i
tentativi di rianimazione non hanno sortito alcun effetto. Il suo cuore
ha cessato di battere mezz'ora dopo.
Il ragazzo, che non aveva addosso documenti, è stato identificato
solo nel pomeriggio di ieri, dopo che i genitori preoccupati per la sua
assenza ne hanno denunciato la scomparsa. Non ci sono, invece, tracce degli
amici con cui era andato in discoteca: questi potrebbero chiarire molti
dubbi su cosa abbia provocato davvero la morte.
Nel referto i medici parlano di arresto cardiaco dovuto all'assunzione
di sostanze stupefacenti e, prima dell'autopsia, non vogliono essere più
precisi. Ma c'è il sospetto che la droga utilizzata sia l'ecstasy,
sospetto suffragato dall'allarme lanciato proprio ieri dal centro antiveleni
dell'ospedale Niguarda di Milano. "Sono in circolazione pastiglie pericolosissime
costituite da allucinogeni misti a una sostanza non nota che può
avere effetti letali. E fra i maggiori punti di distribuzione figurano
le discoteche", sostengono al centro. Secondo gli esperti, i chimici che
stanno dietro gli spacciatori di ecstasy cambiano spesso le miscele e non
si fa a tempo a identificarle che già sono cambiate.
Quello bresciano sarebbe un episodio che fa seguito a un altro che
ha avuto come vittima una ragazza di 17 anni: ricoverata per un'epatite
acuta fulminante, la giovane è stata salvata, nei giorni scorsi,
dal trapianto di fegato. Mentre i medici cercavano di capire le cause dell'epatite,
la ragazza ha ammesso di aver ingerito una pillola in discoteca.
A completare il quadro dei sospetti ci sono stati l'altra notte altri
tre casi di malore che si sono verificati sempre al Number One. Coinvolte,
in questo caso, sono due ragazze di Bolzano di 18 e 20 anni (che erano
arrivate nella discoteca bresciana in comitiva, a bordo di un pullman)
e un altro ragazzo bresciano ventenne. Inizialmente si sospettava che tutti
questi malori avessero origine comune, poi si è scoperto che le
due ragazze avevano ingerito francobolli imbevuti di Lsd, mentre ancora
non si sa quale sostanza sia stata ingerita dal bresciano.
La tossicologa Francesca Assisi, del centro antiveleni, spiega che
gli effetti delle pasticche sono alterazioni neurologiche e cardiologiche
gravi e, come conseguenza estrema, portano alla distruzione delle cellule
muscolari con febbre alta e grave insufficienza renale. "Probabilmente
- prosegue la Assisi - i ragazzi del Bresciano hanno preso compresse di
una partita avariata, tagliata cioè con una
sostanza di cui non conosciamo la natura: per questo sono in corso
indagini tossicologiche".
Per la ragazza di 17 anni cui è stato trapiantato il fegato,
"visto che non aveva né l'aspetto né i segni della tossicodipendenza
- afferma la dottoressa - abbiamo pensato a epatite acuta virale, da farmaci
o da funghi, ma tutti gli esami svolti hanno dato esito negativo". A distanza
di qualche giorno, però, l'adolescente ha confessato di aver preso
una pastiglia in discoteca, che non sapeva bene cosa
fosse, e ha aggiunto che un amico le avrebbe detto: "Hai preso quella
pastiglia? Ora ti verrà l'epatite".
Repubblica 1/11/99
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"I miei tre anni di sballo"
Matteo, 22 anni, racconta la sua dipendenza
dall'ecstasy
di GIUSEPPINA PIANO
MILANO - "I ragazzi si fanno di tutto, anche cinque o sei pastiglie
in una sera, e superalcolici. E quando esageri, è finita. Io ho
detto basta in tempo, le pastiglie non mi hanno lasciato segni nel cervello
anche se ora ho degli scatti di nervi brutti che prima non avevo. Ma ho
visto degli amici che sono rimasti bruciati e ora sono come dei vegetali.
Non hanno più vita".
Lui - lo chiameremo Matteo - ha 22 anni ed è un pentito dello
sballo. Da quando ha incontrato un prete come don Gino Rigoldi e un'associazione
come Comunità Nuova di Milano "che mi ha fatto capire che potevo
fare qualcosa nella vita invece di distruggermi". Da sei mesi con le pastiglie
ha chiuso. "Per sempre", dice. Ma per tre anni ha vissuto sul confine,
ogni sabato sera. Pendolare dello sballo, da Milano alla discoteca Number
One nel bresciano, "per evadere dal mondo, perché il mondo fa schifo".
Evasione fatta di pastiglie, di quelle che ti costano 20-25mila lire l'una.
Quando hai iniziato a prendere l'ecstasy?
"Ho iniziato una sera andando a ballare nella discoteca Number One.
Avevo 18 anni, ero andato via di casa, la mia vita faceva schifo. Eravamo
un po' di amici, e siamo partiti. Da quella sera ci sono tornato tutti
i sabati, al Number One. Ho visto un casino di ragazzi calarsi roba, ho
visto gente arrivare a sei o sette pastiglie. Ecstasy, acidi e cartoni.
E poi si beve, di brutto. Roba come il B52, fatto di crema whisky e alcol
puro in superficie: incendi l'alcol con un accendino e poi lo bevi in un
colpo, ti brucia direttamente lo stomaco".
E come ti sentivi?
"Là ero contento, ballavo e cuccavo perché ti fai meno
problemi con le ragazze quando ti sei preso qualcosa. Mi sentivo alle stelle
ma poi, appena finiva l'effetto, entravo in depressione totale".
Che significa?
"Ci sono state volte che ho dormito anche per 25 ore di fila. Ma soprattutto
entri in depressione perché anche se non c'è dipendenza fisica
ti entra la dipendenza psicologica. Finisce che "ti tira" andare in discoteca,
che non ne puoi fare a meno e pensi continuamente a quello. A me non è
mai
successo di stare veramente male perché non ho mai esagerato,
al massimo due pastiglie. Ma una volta un mio amico ha avuto un bad trip,
l'ho visto quasi morire".
E poi, cosa ti ha fatto smettere?
"Quando ho incontrato chi mi ha fatto capire cosa stavo facendo e cosa
stavo rischiando. Ho letto anche dei libri, mi hanno spiegato quali effetti
potevano avere quelle droghe. E alla fine ho detto basta. Adesso voglio
solo lavorare, farmi la patente e una ragazza e magari andarmene da qualche
parte con lei".
Vai ancora in discoteca?
"A volte capita, vado ancora al Number One. Ma non prendo più
niente, magari bevo qualcosa. In discoteca vedo tutti questi ragazzi che
si calano la roba, e vorrei dirgli "se ti vuoi drogare fallo, la vita è
la tua ma non esagerare perché finisci male". Di più non
puoi dirgli, io lo so perché quando ti dicono "non la devi usare"
tu lo fai lo stesso".
Repubblica 1/11/99
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Un'altra morte da sabato
sera
BRESCIA (t.z.) - Proveniva dal Number One, la discoteca della Franciacorta,
anche la sedicenne di Limbiate, paese dell'hinterland milanese, morta nell'incidente
stradale avvenuto ieri alle sei di mattina nei pressi di Seriate. A.M.
viaggiava con quattro amici (tre ragazzi e un' altra ragazza, tutti tra
i sedici e i vent'anni) a bordo di una Renault Clio 16 valvole. Probabilmente
per un colpo di sonno il conducente ha perso il controllo della vettura,
che è andata a sbattere contro il "newjersey" e si è ribaltata.
Alcuni automobilisti di passaggio hanno prestato i primi soccorsi ma per
A.M. non c'è stato niente da fare. Trasportata all'ospedale di Bergamo,
la ragazza è deceduta intorno alle sette. Gli altri quattro, leggermente
feriti, se la caveranno in pochi giorni.
Repubblica 1/11/99
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