Blaise Pascal è nato a Clermont-Ferrand nel 1623 ed è morto a
Parigi nel 1662, egli si può considerare il più originale pensatore francese del
Seicento dopo Cartesio. La sua riflessione, per quanto riguarda gli interessi
scientifici, si lega ai problemi sollevati dal cristianesimo, mentre, per quel
che riguarda gli interessi religiosi, si intreccia intensamente alle vicende
storiche del giansenismo. La sua fama filosofica è comunque legata soprattutto
ad un’opera postuma e incompiuta, i Pensieri che, per le circostanze
stesse della composizione e della edizione, ha molto contribuito ad alimentare
l’immagine di pensatore frammentario, di tono prevalentemente morale o
esistenziale, per certi versi vicino alla sensibilità contemporanea, con il suo
pathos tragico.
Meccanica e fisica: le esperienze sul
vuoto
Nell’ottobre del 1646 avuto
notizia dell’esperimento sul vuoto condotto da Torricelli, Pascal decide di
ripeterlo con l’aiuto del padre ottenendo le prime conferme sperimentali sulla
pesantezza dell’aria e dell’infondatezza della dottrina aristotelica
dell’horror vacui, secondo la quale nella natura non esisterebbe il
vuoto. Nell’ottobre del 1647 Pascal pubblica i suoi resoconti riguardanti gli
esperimenti condotti a Rouen (Expériences nouvelles touchant le vide).
Nonostante la prudenza di Pascal nel proporre le sue idee, egli fu attaccato dal
gesuita padre Noel. Per vincere i dubbi dei suoi avversari Pascal realizza
l’esperienza del colle Puy-de-Dome, facendo ripetere più volte l’esperienza di
Torricelli a diverse altitudini, riuscendo a dimostrare una correlazione fra la
pressione atmosferica e il livello del liquido contenuto nel tubo barometrico
(Traités de l’équilibre des liqueurs et de la pesanteur de la masse de
l’air).
Critiche del principio di
autorità
Pascal distingue due tipi di
discipline: quelle storiche e quelle scientifiche (o dogmatiche). Le discipline
storiche dipendono solamente dalla memoria non avendo per oggetto se non di
sapere quello che gli autori hanno scritto, mentre le discipline scientifiche
dipendono solamente dal ragionamento avendo per oggetto la ricerca e la scoperta
delle verità nascoste. Il ricorso al principio d’autorità nelle discipline
storiche è legittimo, mentre nelle discipline scientifiche è inutile, poiché si
tratta di ciò che cade sotto i sensi o sotto il ragionamento: l’ autorità è
inutile, la ragione sola può conoscere. La prerogativa dell’uomo è quella di
progredire infinitamente nell’esperienza e nel sapere.
Ipotesi ed esperimenti
In un secolo dominato dall’esprit de systéme,
dalla tendenza cioè a dedurre da uno o più principi semplici l’intero sistema
della natura, Pascal è l’esempio più cospicuo di un autentico spirito positivo.
Pascal cerca di non applicarsi mai a questioni di teoria generale, ma a
questioni di problemi concreti e particolari. Pascal apprezza i procedimenti
deduttivi e la geometria, ma non vuole che il ragionamento deduttivo prenda il
posto, nella spiegazione scientifica, dei fatti e delle esperienze.
Esprit de géometrie e esprit
de finesse
La differenza
fra esprit de géometrie ed esprit de finesse è essenziale nel
pensiero pascaliano. Lo spirito di geometria procede per definizioni e per
progresso di ragionamento, i suoi principi sono palpabili, ma lontani dall’uso
comune, perciò ci vuole un certo esercizio per afferrarli. Lo spirito di finezza
parte da principi così sottili e in così gran numero che è quasi impossibile che
non ne scappi qualcuno, esso non si applica alla scienza, ma a tutto ciò che si
riferisce al gusto, al sentimento, alla vita morale. Nella vita per Pascal alle
volte capiamo delle cose non attraverso la matematica (esprit de
géometrie), ma attraverso l’esprit de finesse, attraverso la
"sapienza cordis". La ragione deve capire che ci sono molte cose
superiori a lei.
Il
divertissement
Con il
termine divertissement Pascal intende tutte le occupazioni particolari in
cui l’uomo si impegna, al solo scopo di nascondere a se stesso questo minaccioso
senso di vuoto e di nullità. Gli uomini non avendo potuto liberarsi dalla morte,
dalla miseria, dall’ignoranza, hanno deciso, per essere felici, di non pensarci.
L’uomo è manifestamente fatto per pensare ma se pensasse veramente alla sua
condizione scoprirebbe di non stare bene e qui interviene il
divertissement, che consiste nel fuggire se stessi, nel fuggire
l’effettiva condizione dell’uomo. L’uomo è una canna pensante schiacciata fra
l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo.
I pensieri
Sino all’ultimo Pascal lavora ad un’incompiuta Apologia del
cristianesimo, di cui i più celebri frammenti pubblicati postumi con il titolo
Pensieri costituiscono il materiale preparatorio. A differenza dell’apologetica
tradizionale, incentrata sui metodi scolastici e sulle prove razionali
dell’esistenza di Dio, Pascal rivela nei Pensieri una sostanziale sfiducia nei
metodi dimostrativi nel campo della fede religiosa. Nutrito di spiritualità
agostiniana e paolina, Pascal è persuaso che Dio non sia oggetto tanto di
convinzione razionale, quanto piuttosto di un sentimento irrazionale: "Il cuore,
e non la ragione, sente Dio. Ecco cos’è la fede: Dio sensibile al cuore e non
alla ragione" (sapienza cordis). A formare questa convinzione concorrono,
accanto alle pessimistiche considerazioni sul peccato originale, che ha reso la
ragione impotente a raggiungere con le sole forze del lume naturale Dio e la
verità, gli esiti scettici del pensiero moderno (influenza di Montaigne) e le stesse conclusioni della nuova cosmologia, nella
quale l’uomo perde la posizione centrale nell’universo, perciò Pascal cerca di
far coesistere le scoperte scientifiche con i dogmi religiosi.
La fede è una scommessa
In questo cielo "vuoto", dove i segni della presenza
divina sono assenti ("il silenzio eterno di questi spazi infiniti mi spaventa")
la ricerca del Dio nascosto diventa un affare di coeur, un appello alle
sorgenti più segrete del sentimento religioso e della ricerca di felicità da
parte dell’uomo. Ma la fede in verità è una scommessa, infatti chi ha fede
perché è un credente può tranquillamente scommettere sull’esistenza di Dio e chi
non ha questa fede farebbe bene a scommettere ugualmente sull’esistenza di Dio
perché se esiste si è "guadagnata" la vita eterna, se al contrario Dio non
esiste non si è perduto nulla e si è vissuti in modo
saggio.