+
Leone XIII
Etsi cunctas


Sebbene Noi abbracciamo con paterno sentimento di carità tutti e ogni singolo componente del gregge del Signore di cui Ci fu affidata la cura, tuttavia le Nostre premure e il Nostro pensiero si rivolgono in particolare a coloro che avvertiamo afflitti da qualche difficoltà. Sperimentiamo infatti in Noi stessi ciò che dalla natura è stato prescritto ai genitori, cioè d’incoraggiare e proteggere, primi tra gli altri, quei figli che sono stati colpiti da qualche sventura. Perciò con singolare benevolenza abbiamo sempre nutrito un affetto particolare per i cattolici d’Irlanda, messi a dura prova da varie e insistenti disgrazie; per consuetudine li avemmo molto più cari, poiché furono ammirevoli per pazienza e tenacia, in quanto nessun dolore valse a distruggere o a diminuire il loro avito sentimento religioso.

Noi li abbiamo spesso ammoniti, e in questi ultimi tempi abbiamo emesso un decreto: cioè, abbiamo decretato e ammonito in quanto vedevamo che tali provvedimenti da una parte erano coerenti con la verità e la giustizia, e dall’altra giovevoli ai vostri interessi. Infatti, il Nostro animo non può rivolgersi a voi col rischio di nuocere in qualche modo alla causa per la quale si batte l’Irlanda, qualora s’interferisca in modo da essere giustamente riprovati. Pertanto, affinché sia più esplicita questa Nostra volontà nei confronti degl’Irlandesi, mandiamo costà dei doni, una parte dei quali consiste in paramenti, vasi e ornamenti d’arredo sacro, che destiniamo alle Chiese Cattedrali d’Irlanda perché sia più splendido il decoro della casa di Dio e del culto divino; l’altra parte consiste in offerte di minor pregio che Noi stessi abbiamo valorizzato con la benedizione e che sono strumenti atti a favorire la pietà dei singoli; con essi abbiamo voluto compensare i privati, come ti spiegheremo in modo più esplicito. Non dubitiamo che questo Nostro gesto possa rendere più evidente che il Nostro paterno amore verso gli Irlandesi è rimasto sempre immutato. Di questo amore essi saranno ancor più degni in futuro, se sapranno perseverare in una disposizione d’animo docile e fiducioso verso di Noi, se eviteranno attentamente gl’inganni di coloro che non esitano a interpretare i Nostri suggerimenti nel senso peggiore per sradicare, se fosse possibile, quel nobile ossequio verso la Chiesa cattolica che è da annoverare tra i più insigni meriti degl’Irlandesi, e che hanno ricevuto dai padri e dagli avi come un’importante e nobilissima eredità.

Invocando tutti i più preziosi doni della grazia celeste, a te, Venerabile Fratello, al Clero e al popolo che tu governi, e a tutta l’Irlanda, impartiamo con molto affetto l’Apostolica Benedizione.

Dato a Roma, presso San Pietro, il 21 dicembre 1888, nell’anno undecimo del Nostro Pontificato.


  Magistero pontificio - Copertina