Heroic Trio 2: Executioners


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Torna tutto il cast dell'originale, comprese le tre indimenticabili protagoniste, anche se sembra più un pretesto per girare assieme un altro film che l'occasione per girarne un seguito vero e proprio. Ci troviamo infatti in un vicino futuro post-apocalittico. La nazione è guidata da personaggi ambigui e l'acqua, problema di sostentamento vitale, è razionata da una potente corporazione che la vende a caro prezzo. L'opinione pubblica è in fermento, soprattuto per i contrasti tra i governanti e una specie di setta che è ritenuta essere di semplici terroristi. E le tre super-eroine sono costrette a collaborare nuovamente per scongiurare una crisi quando un uomo manipolato dall'alto cerca di far saltare (letteralmente) il primo incontro pubblico tra le due fazioni. Ecco quindi un escalation di intrighi e doppi giochi che vede alternativamente contrapposte Anita Mui (qui con tanto di figlia), che trasgredisce alla promessa fatta al marito di non indossare più i panni di Wonder Woman, Thief Catcher Chat (Maggie Cheung) e Ching (Michelle Yeoh). Ma alla fine si troveranno ancora unite...

Johnnie To riesce ancora nell'impresa di sollevare quello che poteva essere un banale esercizio di stile in odore fumettistico in un complicato gioiello, non esente da esami politico-sociali di quella che era la Hong Kong di inizio anni '90. Coadiuvato dalle coreografie di Ching Siu-Tung, e la sua visuale veloce si nota a più riprese, donando al film un'attrattiva spettacolare peculiare, To riesce a ricreare l'atmosfera a metà tra tragico e scanzonato del primo episodio, per certi versi persino superandolo (e ad Hong Kong capita molto più spesso che ad Hollywood che il sequel sia superiore al capostipite).
Maggie Cheung è sempre al centro dell'attenzione con il suo personaggio scanzonato e irriverente, ma che nasconde una patina di umanità in grado di venire alla luce sul finale.


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