La trama non è nulla di significativo. Ma questo non conta, assolutamente. "Heroic Trio" è molto di quello che si può desiderare guardando un film di Hong Kong.
Diretto da un regista geniale, Johnnie To ("Heroic Trio", "Heroic Trio 2", "The Bare Foot Kid", "Lifeline", "The Big Heat", "The Mission"), e coreografato nelle parti d'azione da Ching Siu-Tung (regista dell'indimenticabile "A chinese ghost story" e della saga di "Swordsman"), dal punto di vista visivo "Heroic Trio" è una gioia per gli occhi. Tradite tutte le leggi fisiche che riguardano la gravità, dimenticata ogni limitazione fisica, le scene d'azione sono quanto di più divertente si possa sperare. Se a questo si aggiungono tre delle più grandi attrici di Hong Kong, personaggi assurdi (come dimenticare Kau (un magnifico, come sempre, Anthony Wong), demente sottoposto di Evil Master, che parla solo con grugniti, sente piacere quando prova dolore e si mangia con gusto le parti di corpo che regolarmente gli vengono amputate?), una fotografia nebbiosa e notturna, tratti di poeticità come solo il miglior melodramma cantonese sa regalare (l'intera storia di Ching / Michelle Yeoh ne è un esempio) e una cattiveria che un film mainstream americano non potrà mai raggiungere (sarebbe infatti pensabile che in un film americano un bambino di pochi mesi muoia cadendo per errore a causa di uno dei protagonisti "buoni", con un chiodo sporgente che gli si conficca in testa? Non credo...) si ha il quadro di un film che sicuramente non è un capolavoro, ma può avvicinarvisi.
Maggie Cheung è sicuramente indimenticabile, fin dalla sua prima comparsa, a cavalcioni della sua moto, quando arriva per sconfiggere un gruppo di terroristi asserragliati in una fabbrica. Spensierata, irriverente, fragile, capace di stregare con il solo sguardo, tra le tre dive è sicuramente quella che rimane più impressa.