Il monumento di Stonehenge si trova nella contea del Wiltshire, nel Wessex dell’Inghilterra; il suo nome, che proviene dai Sassoni, significa "Pietre Sospese" ed è uno dei luoghi antichi più misteriosi al mondo.

La storia di Stonehenge ha inizio nella piana di Salisbury, intorno al 2700 a.C., con la realizzazione di un fossato circolare e la posa di una pietra, al di fuori di esso, dell’altezza di circa 5m, chiamata Hell Stone. Sottoponendo questa pietra alla datazione col sistema al radiocarbonio, si è potuti risalire (con una tolleranza di più o meno 250 anni) al periodo di creazione del monumento. Nel 1500 a.C., poi, è stato creato il cerchio dei Sarsen, formato da blocchi del peso di 30 tonnellate, che costituisce la struttura primaria del megalito giunto fino a noi.

Molti archeologi, fino ad ora, si sono sforzati di trovare un’identità storica all’henge monument, ma nessuno è riuscito nell’intento. La difficoltà sta nell’attribuire l’opera in ad un gruppo di persone o ad un autore e nel capirne lo scopo pratico o teorico per cui è stata realizzata. Il megalito di Stonehenge, infatti, è una costruzione unica nel proprio genere e non ha eguali in nessuna parte del mondo. Il popolo che lo costruì viveva nel Wessex quaranta secoli fa ed era composto da piccole tribù che normalmente non creavano opere architettoniche stabili come questa, se non i loro accampamenti o i (più semplici) Dolmen funebri. E’ per questo che la cura dei particolari che si nota nel monumento, come ad esempio la rastremazione delle colonne alla maniera greca o la precisione geometrica con cui sono disposti tutti gli elementi, fanno pensare all’intervento di una cultura esterna, di dieci secoli avanti rispetto a quella che l’ha creato. Va detto, inoltre, che verso la fine del Neolitico, nascita dell’ henge monument, vi fu un improvviso mutamento nel modo di erigere gli accampamenti in quella zona: si passò dalla forma rettangolare a quella circolare.

Molti archeologi sono concordi nel dire che Stonehenge sia il progetto di una sola persona. E’ come se ad un tratto tra le genti del Wessex fosse arrivato un uomo di una cultura più elevata e avesse fatto costruire il "megalito", fornendo tutte le conoscenze tecniche occorrenti. E fosse ritornato, periodicamente, nell’arco dei mille e cinquecento anni in cui il monumento si è evoluto, sostenendo ben cinque modifiche strutturali.

Portato dai giganti

In una della prime opere dedicate a Re Artù, la Vita Merlini (circa 1140) di Geoffrey di Monmouth, si parla di un complesso circolare composto da enormi pietre, la Chorea Gigantum ("Danza dei giganti") che si trovava in Africa, poi era stato portato in Irlanda da un popolo di giganti. Qui era stato sistemato sul "Monte Killarus", come monumento funebre per quattrocentosessanta nobili soldati di Aurelio Ambrosius uccisi dai Sassoni.
Re Uther Pendragon tentò di trasportarlo in Inghilterra, ma l'impresa era superiore alle sue forze, così dovette rivolgersi al mago Merlino. Questi, con l'aiuto degli angeli, lo trasferì nella piana di Salisbury, dove esiste tuttora con il nome di Stonehenge.


Cerchi concentrici


Stonehenge è senza dubbio il luogo misterioso più conosciuto d'Europa. Il primo impatto è quantomeno deludente: la zona è circondata da una specie di fiera da strapaese, con venditori di souvenir, bibite e cartoline; ma basta riuscire a estraniarsi da quella gran bagarre per trovarsi avvolti dal fascino misterioso che permea l'intero ambiente. Massi oblunghi simili a colonne spesso sormontati da architravi del peso di parecchie tonnellate si levano tutt'intorno distribuiti in cerchi concentrici; l'effetto generale è quello di una magica arena in cui non è difficile immaginare antichi sacerdoti Druidi intenti a misteriose evocazioni. Dopo un'occhiata panoramica a 360 gradi, al visitatore non rimane che alzare gli occhi al cielo: è forse lì che si trova la risposta ai molti interrogativi sollevati dalla disposizione dei megaliti. E, difatti, pare che sia così. Abbandonata l'iniziale ipotesi che il complesso fosse una sorta di cattedrale elevata dai Druidi su un terreno magico e destinata ai sacrifici umani, la probabile funzione di Stonehenge è stata forse identificata all'inizio di questo secolo.

 

Il computer di pietra

Gli studi dell'astronomo e scienziato Sir Norman Lockyer hanno portato alla datazione delle varie fasi del complesso. I megaliti sono stati eretti attorno al 2800 a.C., parzialmente distrutti, risistemati nel 1560 a.C. e, successivamente di nuovo abbattuti. Nel corso dei secoli, infatti, Stonehenge ha subìto vari attacchi, non ultimo quello dei sacerdoti cristiani che vi vedevano una sorta di tempio del demonio.
Gli archi che compongono i vari cerchi concentrici sono rivolti verso il Sole e le costellazioni. A che scopo? Per poter studiare gli spostamenti di questi astri - spiega Lockyer - in base alle ombre proiettate dalle pietre e a certi allineamenti tra il Sole e gli archi che si verificano in alcuni giorni dell'anno.
Secondo Gerald Hawkins, astronomo americano, Stonehenge altro non è che un gigantesco computer di pietra, che consente di effettuare complicati calcoli sul sorgere e tramontare del Sole, sui movimenti della Luna e sulle eclissi. Ma da dove derivano le conoscenze, indubbiamente assai approfondite, che hanno permesso una simile realizzazione? Euan Mac Kie, direttore del museo di Glasgow, sostiene che esisteva una sorta di scuola nei dintorni di Durington Walls ove i discepoli venivano iniziati ad antiche misteriose discipline. Quanto antiche? E chi era il loro iniziatore? Come al solito, la risposta è avvolta nel mistero. Intanto, incuranti delle conclusioni scientifiche e della sorveglianza della Polizia di Sua Maestà, ancor oggi membri dell'United Ancient Order of Druids , una setta fondata nel 1883, continuano a utilizzare quella che loro ritengono la "Cattedrale dei Druidi" per compiervi riti misteriosi. Nel 1986 è stata vietata la celebrazione del tradizionale "Festival di mezz'estate", dopo violenti scontri tra la polizia e i partecipanti; se comunque sentite ugualmente il bisogno di diventare un Druido, scrivete alla Keltic Society and the College of Druidism (Kaer Eidyn, 4A Minto Street, Edinburgh EH9 1RG, Scozia).

Descrizione

Nel descrivere il megalito di Stonehenge, in questa sezione, immagineremo di vederlo integro in ogni sua parte, così com’è stato ricostruito dai più famosi archeologi che lo hanno studiato. Dato l’avanzato stato di distruzione (che tuttora persiste nella struttura) e la mancanza di alcune parti, solo con un modello in scala ci si può rendere conto di come fosse disposto l’intero complesso.

La descrizione sarà fatta prendendo come riferimenti gli assi cardinali.

Ad una prima osservazione, da un punto molto elevato, Stonehenge appare come un doppio cerchio collegato a due linee parallele di notevole lunghezza.

L’henge monument è costituito esternamente da un terrapieno circolare (diametro 90 m.) e da un fossato, che ne delimitano il perimetro esterno. Sia il terrapieno che il fossato sono interrotti per un piccolo tratto in corrispondenza delle direzioni Nord-Est e Sud, rispetto agli assi passanti per il centro del cerchio principale.

Lungo la direttrice Nord-Est (a 50° e 12’ da Nord), sul prolungamento dell’asse della struttura, si trova il "viale". Questo è largo 12 m. ed è delimitato da due fossati, distanti fra loro 22 m., che corrono perfettamente paralleli per una lunghezza di 665m.

La struttura interna di Stonehenge è costituita dai "Sarsen", grossi blocchi di pietra del Terziario Eocene provenienti dalle colline di Malrborough, a trenta chilometri di distanza dal monumento. Sarsen, nell’antica lingua del Wessex, sembra volesse dire "straniero".

Il cerchio dei sarsen (diametro 29.50 m.) si compone di 30 pietre verticali alte 4.11m. (del peso di circa 30 tonnellate ciascuna) e di altrettante architravi. I montanti, di sezione rettangolare (1.14 x 2.13 m.), hanno le facce più larghe adiacenti al cerchio (tolleranza di ± 8-10 cm.) e sono disposte in modo da suddividerlo in settori angolari di 12° ciascuno (12° x 30 = 360°), ottenendo così la divisione perfetta dell’angolo giro. Questi, inoltre, distano 1.067 m. (in media) gli uni dagli altri, disegnando così una sequenza regolare di pilastri. I montanti, poi, sono stati rastremati in modo da evitare l’effetto ottico di spanciamento verso l’alto, tecnica usata peraltro nei templi greci.

Gli architravi colmano la distanza tra un pilastro e l’altro, incastrandosi, da una parte e dall’altra, sulla faccia superiore di ogni pilastro. L’incastro che li tiene è stato ottenuto ricavando due protuberanze, dette mortase, alla sommità delle colonne ed un ìncavo alle estremità inferiori di ogni traversa. Le travi, in oltre, sono state scolpite in modo da incastrare l’una nell’altra le loro estremità, come si usa normalmente per le costruzioni in legno, ottenendo un’unica travata circolare continua. In realtà il cerchio dei sarsen ha un’interruzione sull’asse della direttrice Sud, che coincide con l’interruzione del fossato esterno. Infatti il montante che si trova in quella direzione è in tutto e per tutto la metà rispetto ai suoi vicini. Questo determina anche un’interruzione della travata : infatti, mancando praticamente una colonna di sostegno, non si sarebbe potuta colmare una distanza pari a quella tra due colonne, altrimenti la trave si sarebbe fratturata a causa della propria inflessione.

Il cerchio delle "pietre azzurre" si trova 3 m. dentro al cerchio dei sarsen. Il materiale che le costituisce proviene dal Galles meridionale, da ben 300 km di distanza. Il cerchio è composto da 40 pietre, alte circa 2 m., del peso di 3,5 tonnellate ciascuna (diametro medio 61cm.). Queste assomigliano molto a dei "cromlech" e non sono lavorate.

All’interno delle "pietre azzurre" si trovano i cinque "triliti" centrali, disposti a ferro di cavallo. Sono stati chiamati così per la composizione in tre parti, due montanti e un’architrave. Le loro dimensioni sono molto simili a quelle dei sarsen eccetto che per l’altezza, che varia a seconda della posizione. Infatti l’elemento più alto è quello che si trova sull’asse del monumento (direttrice Nord-Est 50° 12’), che misura 7.77 m., mentre quelli ai lati sono rispettivamente di 6.47 m. e 6.10 m.

Il "ferro di cavallo delle pietre azzurre" si trova all’interno di quello dei triliti ed è composto da 19 pietre, 8 delle quali sulle estremità.

L’Altar Stone (pietra dell’altare), costituita dallo stesso materiale delle pietre azzurre, si trova sul punto focale dei "triliti" centrali e misura 1.00 x 4.87 m. per un’altezza di 54 cm.

Appena dentro al terrapieno esterno, su di un cerchio di raggio 43.28 m., si trovano le quattro "pietre di stazione". Queste, alte circa 1.5 m., costituiscono i vertici di un rettangolo di 79.94 x 33.12 m., che ha i due lati minori perfettamente paralleli all’asse del monumento. Ognuna di queste pietre è situata a una delle estremità di due rette di uguale lunghezza, che si intersecano al centro del monumento, formando fra loro un angolo di 45°.

La Slaughter Stone (pietra sacrificale) si trova sull’interruzione del terrapieno esterno che insiste sull’asse del monumento. Questa misura 6.55 x 2.10 m. di base per un’altezza di 90 cm.

La Hell Stone (alla lettera, pietra a tacco) è alta 4.9 m. da terra e la sua sezione descrive un ellisse dentro ad un rettangolo di 2.74 x 2.10 m. Questa pietra si trova sul "viale", disassata verso destra guardando in direzione Nord-Est, a 78 m. dal centro del monumento e a 103 m. dalle due pietre di stazione più lontane. Il suo peso è di 3,5 tonnellate ed è inclinata di 17° dalla sua verticale verso la struttura centrale. Nella zona esiste un Dolmen chiamato Hell Stone.

Nell’henge monument esistono tre ordini di buche, scoperte in diversi scavi. Le 56 buche di Aubrey (che prendono il nome dal suo scopritore) sono all’incirca sullo stesso cerchio delle "pietre di stazione", hanno un diametro di 1.10 m e distano tra loro 4.90 m. Le buche Y e Z, invece, formano due cerchi concentrici al di fuori della struttura centrale e misurano, di raggio, rispettivamente 27.55 m. e 18.44 m. Il numero delle buche per ogni cerchio equivale al numero dei montanti del cerchio dei sarsen. Le buche R e Q, infine, sono le più nascoste alla vista e si trovano su due cerchi di raggio 22.55 m. e 26.21 m., accoppiate a due a due.

 

Analisi

Studiando Stonehenge non si possono non notare alcuni particolari a dir poco sconcertanti, come la precisione di alcune misure o la costruzione di alcune parti, ben difficili da ottenere per la tecnologia di quel tempo.

Se si considera che 45 secoli fa non si disponeva (ovviamente) dei moderni strumenti di misura, sorge spontaneo chiedersi come sia stato possibile ottenere l’allineamento dei due fossati del "viale", che corrono perfettamente paralleli per 665 metri. La definizione di "viale", poi, è stata data perché si pensava che potesse essere servito per il trasporto delle pietre a destinazione. Questa teoria, però, si scontra con una realtà ben diversa. La Hell Stone, prima pietra ad essere stata posata, si trova infatti quasi al centro del viale, rendendo così difficoltoso il passaggio su di esso. Perché, dunque, questo viale di accesso non è stato liberato, durante la costruzione dell’opera, da un’ingombrante pietra inserita circa 500 anni prima, visto che durante tutto il periodo di completamento del monumento (circa 1000 anni) si sono susseguite modifiche ben più rilevanti?

La struttura centrale, inoltre, (costituita dai sarsen, dai triliti e dalle pietre azzurre) denota una notevole capacità costruttiva ed organizzativa che, a detta di illustri archeologi, non era propria di quel luogo e di quel tempo. Il cerchio dei sarsen, infatti, è stato disposto come tale suddividendolo in 30 parti di 12° ciascuna. Fin qui niente di strano, se non che il popolo del Wessex, composto da contadini nomadi, non conosceva la suddivisione del cerchio e nemmeno il calcolo della circonferenza. Su questa parte si sono fatte numerose ipotesi, basate sul calcolo della "sezione aurea" tramite l’utilizzo della "yarda megalitica" (un’ipotetica unità di misura introdotta da alcuni archeologi). Ma il problema è anche di ordine pratico. Qualsiasi costruttore sa che, se bisogna edificare una struttura ad incastro (come nel nostro caso), occorre preparare i pezzi in modo che possano, poi, coincidere l’uno con l’altro. Se pensiamo, quindi, di dover costruire un megalito delle dimensioni di Stonehenge, con parti che pesano 30 tonnellate, è necessario all’atto del montaggio che queste si riescano ad assemblare (occorre tener presente che si sta operando nel 2000 a.C. e che non si dispone... di una moderna autogrù !). Ma la struttura di Stonehenge, come noi la conosciamo, è composta anche dai cinque triliti centrali. Sussiste, quindi, anche un problema organizzativo. Sono stati costruiti prima il cerchio dei sarsen o i trilitoni ? Se poniamo come punto di partenza i grossi triliti, bisogna chiedersi com’è stato tracciato il perimetro della pilastrata esterna, visto che per segnare il cerchio si sarà ricorsi ad una corda. Se poi immaginiamo che sia avvenuta prima la costruzione dei sarsen, allora i problemi aumentano. Infatti risulta ancora più complicato dover introdurre i cinque triliti centrali dentro la pilastrata.

La pietra dell’altare (Altar Stone) viene definita così perché si è sempre pensato a Stonehenge come ad un tempio. Questa pietra, però, rinnega quanto detto per la mancanza su di essa di un sistema di scolo, che avevano gli altari dei templi a funzione sacrificale sorti nello stesso periodo. L’Altar Stone si presenta, invece, liscia e squadrata.

Le quattro pietre di stazione sono l’elemento più sbalorditivo dell’intera struttura. La precisione con cui sono state edificate non lascia dubbi : le "coincidenze" che vi si riscontrano, se attentamente analizzate, non sono fortuite. Le diagonali del rettangolo che le contiene, di cui esse costituiscono i vertici, si intersecano al centro del monumento, formando fra loro un angolo di esattamente 45°. Le quattro stazioni sono state ritenute, negli anni sessanta, un antico strumento per prevedere eclissi lunari e solari. Questa teoria, però, è stata formulata guardando un disegno della pianta del monumento e non trova alcun riscontro pratico nella realtà, poiché, stando al centro del megalito, non si vede nessuna delle quattro pietre.

Stonehenge sembra sia stato creato per essere adatto all’uomo. Infatti stando dentro al monumento ci si sente a proprio agio e non si avverte minimamente l’incombenza della struttura, come ci si potrebbe aspettare, data la mole delle pietre che lo compongono. Il rapporto tra gli elementi, sempre di 1.6, fa sì che ci sia una giusta proporzione, per esempio, tra la larghezza e l’altezza delle aperture o tra un cerchio di pietre e l’altro. Quest’armonia della struttura non fa altro che aumentare il mistero che c’è attorno alla "danza dei giganti". Se si pensa infatti da chi è stato costruito, si fa molta fatica ad immaginare queste persone capaci di finezze, quali la rastremazione delle colonne o lo studio delle proporzioni, per evitare che l’opera diventi troppo gravosa.

Ricostruzione cronologica

2700 (circa) - 1700 a.C. = Stonehenge 1

In questo periodo si sono gettate le basi dell’intera opera a partire dal fossato e dal relativo terrapieno. Dopodiché è stato realizzato il cerchio delle buche di Aubrey ed è stata eretta la Hell Stone.

1700 - 1600 a.C. = Stonehenge 2

Qui si assiste al trasporto delle pietre azzurre dal Galles ed alla realizzazione del "viale".

Si ha, poi, la costruzione del doppio cerchio delle pietre azzurre nelle buche Q ed R.

1500 a.C. = Stonehenge 3a

Si entra nella fase più importante che determina la forma definitiva della struttura. Il doppio cerchio delle pietre azzurre viene smantellato e vengono trasportati dalle Malbourough Downs le pietre di Sarsen, che daranno vita alla struttura centrale insieme alle quattro pietre di stazione e alla Slaughter Stone (sull’interruzione del fossato circolare).

1500 a.C. = Stonehenge 3b

Scavo delle buche y e z attorno al sistema dei sarsen e costruzione di un dispositivo di pietre azzurre di forma ovale all’interno dei grossi triliti centrali. Qui si registra anche l’abbandono del progetto di un doppio cerchio di pietre azzurre sulle buche y e z.

1400 a.C. = Stonehenge 3c

Smantellamento della struttura interna delle pietre azzurre e costruzione del "ferro di cavallo".

500 - 400 a.C.

E’ in questo periodo che potrebbe essere avvenuta la distruzione deliberata di Stonehenge.

 

Orientamento e teorie sull'utilizzo

All’alba del 21 giugno, ogni anno, Stonehenge è meta di molti turisti e curiosi, che si recano sul posto per vedere il sole che nasce in corrispondenza dell’allineamento tra la Hell Stone ed il centro del monumento. E’ per questo motivo che si è sempre pensato all’henge monument come ad un tempio al dio Sole. Quello che è visibile ai nostri giorni, però, non lo era di certo nel 2700 a.C.

La rotazione dell’asse terrestre che vi è stata dal 2000 a.C. sino ad ora ha fatto sì che l’astro che illumina le nostre giornate abbia avuto, da allora, uno scarto rispetto all’asse terrestre di ben 56’.

Se potessimo andare a vedere dal centro del monumento l’alba del 21 giugno di 3500 anni fa, vedremmo il sole spostato di quasi un grado verso sinistra. L’allineamento di Stonehenge con il sole, quindi, non è effetto voluto e lo si può dimostrare anche praticamente. Risulta infatti difficile allineare una pietra come la Hell Stone con un astro in movimento, soprattutto per quei tempi. L’allineamento, poi, deve avvenire con il centro del disco solare, in quanto il sole non si può centrare tranquillamente come un singolo punto, ma bisogna determinarne l’asse verticale. Se si considera, poi, che per fare questo si ha una sola possibilità all’anno, le difficoltà aumentano.

L’ipotesi dell’osservatorio astronomico formulata da Gerald Hawkins nel 1965 decadde già nel 1970. Questi sosteneva, con l’aiuto di un potente computer, che le Aubrey Holes servissero a prevedere le eclissi lunari. Ma il metodo che utilizzò fu impreciso e inefficace. Durante il neolitico, poi, le stelle che si potevano osservare con facilità erano una decina: Aldebaran, Altair, Antares, Bellatrice, Capra, Polluce, Procione, Rigel, Sirio e Spiga. Anche se l’osservazione di queste stelle non doveva creare problemi per il popolo di Stonehenge, noi ci troviamo in notevole difficoltà: una stella come Capra, ad esempio, tra il 2500 e 1600 a.C. si è spostata di 18 gradi sull’orizzonte. Quindi, se non si conosce la data esatta della costruzione di un monumento, è rischioso considerare un asse o una linea di avvistamento come allineati ad una particolare stella.

Molte persone parlano di Stonehenge come di un tempio. Ma a questa parola, noi, associamo l’idea di una chiesa cattolica, di una sinagoga ebraica, di una moschea islamica o di un tempio greco. Comunque sia il modello cui pensiamo, è sempre quello di un luogo di culto che abbia un’ampia entrata principale, un’altare ed una sala capace di ospitare un buon numero di fedeli. Se, invece, analizziamo la struttura di Stonehenge, facciamo fatica a trovare tutti questi elementi.

La pilastrata principale, infatti, non reca traccia di apertura : le colonne distano tra di loro poco più di un metro. Solamente tra i due sarsen che stanno di fronte a quello che viene chiamato "l’altare", l’apertura aumenta di 12 cm, ma questo incremento non giustifica una porta d’ingresso ad una struttura di questa dimensioni. L’unica interruzione del cerchio principale si trova in corrispondenza della direzione Sud ed è causata da una colonna di dimensioni ridotte ; ma di fatto, anche in questo caso, non si tratta di un passaggio.

 

Ma allora a cosa serviva Stonehenge ? Abbiamo visto che non si tratterebbe di un osservatorio e nemmeno di un tempio : la sua costruzione e la sua struttura rimangono uniche nella storia, senza una spiegazione.

Stonehenge sorge al centro della piana di Salisbury proprio sul punto di convergenza dei Downs, colline risalenti al periodo cretaceo che circondano la zona. Data la sua disposizione e la sua forma, molti archeologi sono concordi nel dire che il monumento sia stato fatto per esser visto dall’alto. Guardandolo da un aereo, Stonehenge appare come una lunga traccia rettilinea che arriva ad un "centro". E la prima cosa che salta all’occhio è la suddivisione della figura principale, dove sorge la struttura. Questa ricorda vagamente la forma di una "ciambella" ed il diametro del fossato, che delimita l’area, è tre volte quello del corpo centrale. Se andiamo a vedere le varie fasi della costruzione, noteremo che prima è stato delimitato il terrapieno (fig.1) e poi è stato segnato il centro, con un doppio cerchio di pietre azzurre; in seguito è stata edificata la struttura (fig. 3 e 4).

In pratica il corpo centrale ha intorno a sé un’area "di rispetto" pari al proprio diametro.

Secondo il filosofo e geomante John Mitchell, Stonehenge è stato eretto secondo un sistema di "geometria sacra", usato anche per la cattedrale di Glastonbury di epoca posteriore. A suo modo di vedere, l’henge monument sarebbe un "Modello dell’Universo", edificato per permettere le nozze sacre tra il Cielo e la Terra. Da quest'unione nascerebbero energie che, irradiandosi lungo le "leylines", le vie percorse dalle energie della terra, giungerebbero in ogni parte del mondo, rinnovandone la fecondità.

L’archeologo professor Atkinson, invece, sostiene che Stonehenge sia stato un tempio con il quale gli uomini di allora riuscivano a mettersi in contatto e a comunicare con esseri o forze extraterrestri. Questa teoria troverebbe un riscontro oggigiorno per il fatto che spesso vengono avvistate misteriose luci o dischi luminosi sulla verticale del monumento.

Stonehenge, poi, si trova nella contea del Wiltshire, nella quale poco più di vent’anni fa è cominciato il fenomeno dei "cerchi nel grano", che tuttora prosegue regolarmente, ogni anno da maggio a settembre. Queste figure, che hanno dell’incredibile, sono apparse tutt’intorno al luogo in cui sorge il monumento, come se quest’ultimo fosse uno dei punti nodali del fenomeno.

Ma una cosa molto interessante è la similitudine che intercorre tra le forme delle misteriose tracce circolari e quella di Stonehenge. In alcuni casi la somiglianza è, a dir poco, sconcertante.

In questo modo si può arrivare pensare che la stessa mano, che ora disegna i meravigliosi "pittogrammi", sia già passata di qui per tracciare le linee principali dell’henge monument.

Come abbiamo visto, la precisione con cui sono stati realizzati il fossato e la struttura fanno pensare a qualcosa di "esterno", che sia intervenuto nella cultura delle genti di quel tempo.

Va sottolineato inoltre che, non a caso, nelle vicinanze insistono altri reperti storici di epoca anteriore che ripropongono gli stessi interrogativi, insoluti, di Stonehenge.