Chi
non conosce Nessie? Il mostro più
popolare del mondo, quale mettere
per primo nel Mostriario se non il
mostro di Loch Ness?
C'è chi dice che si tratti i un
dinosauro misteriosamente
sopravvissuto fino ai giorni
nostri, sono stati talmente tanti
gli avvistamenti da far credere che
qualcosa in un modo o nell'altro ci
sia realmente lì giù; nel 1999 alla
morte di uno dei suoi primi
avvistatori, è emerso questo fatto
sconcertante: gli avvistamenti di
questo capostipite erano tutti
falsi: era scritto a chiare lettere
nel suo testamento.
Allora cosa sono tutte quelle
anomalie fotografate dagli inizi
del '900 fino ad oggi su quel lago?
Uno dei primi avvistamenti di Nessie, come è amorevolmente chiamato il mostro di Loch Ness, risale al 565 d.C., quando l'irlandese San Colombaro, visitando i villaggi costieri, assiste al funerale di un uomo che durante una nuotata nel lago era stato assalito da un mostro chiamato Nisaeg. Stando alle biografie del santo, Nisaeg si manifestò anche al santo sotto forma di gigantesco anfibio. Nel 1889 due fratelli, mentre pescavano nei pressi del castello di Urquhart, videro una “sagoma enorme” sollevarsi dalle acque calme e allontanarsi velocemente. I terrorizzati fratelli remarono verso riva con uguale foga. Pochi anni dopo un’altra coppia di pescatori locali videro un grosso animale immobile sulla superficie di una profonda pozza alla bocca del fiume Moriston. I due uomini lo descrissero come una creatura lunga fra i tre e quattro metri, con una testa d’anguilla e una coda affusolata. Ma veniamo ai giorni nostri. Nel 1932, John Mackay, albergatore, aveva visto Nessie tuffarsi e nuotare tra le acque, ma nessuno gli credette. Una delle più famose apparizioni è quella del 22 luglio 1933, secondo la quale i coniugi Spicer tornavano a Londra in automobile. Stavano costeggiando il lago quando dai boschi spuntò fuori il mostro, che attraversò la strada e si tuffò nell'acqua, con in bocca un animale catturato sulla terraferma. La notizia fece il giro del mondo, e il lago fu preso d'assedio da turisti, giornalisti, scienziati. Lo zoo di New York, il circo Bertram Mills e le distillerie Black & White promisero una ricompensa per chiunque avesse dato loro il fantomatico animale. Ci furono addirittura alcuni parlamentari inglesi che chiesero al parlamento di far chiarezza sui fatti di Loch Ness. Nello stesso anno un esperto inviato dalla Royal Geographic Society individuò due grosse orme simili a quelle di un ippopotamo lasciate sulla riva. Si venne poi a sapere che le aveva lasciate un burlone in possesso di due zampe di ippopotamo imbalsamate. Nel 1934 i fotografi sorvegliavano il lago giorno e notte alla ricerca di una prova dell'esistenza del cosiddetto mostro di Loch Ness. Hugh Gray scattò la prima vera fotografia dell'animale. La esaminarono gli esperti della Kodak e ne garantirono l'autenticità. Nello stesso anno il chirurgo Kenneth Wilson riuscì a ritrarre Nessie in emersione. Era la prima fotografia sufficientemente nitida e fece il giro del mondo. A causa della guerra mondiale Nessie fu accantonata, mal'interesse riprese nel 1966, quando un ingegnere, Tim Dinsdale, riuscì a riprendere il mostro. Il filmato fu giudicato autentico da esperti, che inoltre dissero che si trattava di un oggetto gibboso lungo fra i 12 e i 16 piedi, che non assomiglia a una barca e che è in un movimento ondulatorio. Nel 1969 l'università di Birmingham organizzò una spedizione scientifica presso il lago e coi loro sonar rivelarono la presenza di grossi animali che nuotavano a grande velocità sul fondo del lago, e fu escluso che si trattasse di un gruppo di pesci. Questo fatto avvalora l'ipotesi che Nessie non sia sola. Negli anni seguenti sono migliaia le testimonianze di persone che dicono di aver visto il mostro. Ma finora non si è mai trovata prova certa della sua esistenza. O del fatto che non esiste.
Nel 1970, dopo quasi 40 anni di
avvistamenti da parte di testimoni
attendibili, il Loch Ness fu preso
in considerazione da una spedizione
ben attrezzata, composta da membri
dell'Accademia Di Scienze Applicate
di Boston, in collaborazione con
il British Lochness Investigation
Bureau.