Con il primo numero uscito nel 1986 "L'alba dei
morti viventi" per la DAIM PRESS (oggi Sergio Bonelli Editore),
nasce quello che oltre a una normale serie a fumetti diventerà
un vero e proprio fenomeno editoriale e culturale italiano di
fine '900:Dylan Dog. Nonostante il tiepidio iniziale, ben
presto grazie al passa parola dei primi lettori, questo personaggio
creato dal geniale Tiziano Sclavi, viene seguito da giovanissimi
e non, anche estranei al mondo del fumetto, questo perchè
la serie non è un semplice horror o splatter (anche se
alcune scene lo farebbero supporre), ma spesso e volentieri diventa
un viaggio all'interno delle nostre paure, del nostro inconscio
e di ciò che si manifesta con i nostri sogni e incubi,
non a caso Dylan Dog svolge come professione quella dell'indagatore
dell'incubo. La sua agenzia si trova in un'appartamento di Londra,
a
Craven Road 7 e
i suoi clienti sono sempre persone che sono state vittima di un
"giallo" soprannaturale, persone che non andrebbero
mai a raccontare le loro disavventure alla polizia in quanto non
verrebbero credute o sarebbero prese per pazze, dal momento che
hanno visto con i loro occhi fantasmi, mostri, streghe, vampiri,
diavoli e quanto di più paranormale possa esserci. Dylan
Dog (il cui volto ricorda quello dell'attore Rupert Everet) è
un ex alcolizzato, ex agente di Scotland Yard, veste perennemente
in jeans con una camicia rossa e una giacca nera e i suoi hobby
preferiti sono quelli di suonare il clarinetto e costruire pazientemente
il modellino di un galeone, che forse non finirà mai. Spesso
la figura del galeone compare nei suoi sogni come una sorta di
metafora, di simbolo onirico che gli permette di viaggiare nella
fantasia e nell'inconscio. Nella
sua agenzia è aiutato dal fedele assistente
Groucho
(sosia perfetto del comico Groucho Marx dei Fratelli Marx) che
con il suo terribile senso dell'umorismo e le sue freddure, porta
i clienti ad irritarsi. L'aiuto pratico di Groucho è quello
di lanciare la pistola a Dylan Dog nei momenti di difficoltà,
(una specie di tormentone che fa quasi ricordare gli spinaci
lanciati da Olivia a Braccio di Ferro) per
il resto, l'aiuto di questo fido assistente e inseparabile amico
risulta praticamente nullo. Dylan
Dog non svolge il suo mestiere per soldi o per calcolo, ma mosso
da una forte passione (e paura) per i fenomeni soprannaturali
e per il gusto dell'ignoto. Questa
passione lo contraddistingue in tutte le cose che fa e in particolare
con le donne. Dylan Dog ha amato e ama un'infinità di donne
e anche se il primo inpulso è sempre stato quello del sesso,
tutte quante hanno rappresentato per lui l'amore universale. Fra
queste ricordiamo l'affascinante
ed enigmatica
Morgana
(che in realtà pare si tratti della madre vissuta in un
altra epoca), Anna
Never una attrice, fotomodella svampita e distratta, Lillie
Connolly una rossa irlandese protagonista dell'albo "Finchè
morte non vi separi" con la quale si sposa sempre in un atmosfera
onirica, scambiandosi degli anelli giocattolo trovati nelle patatine.
Un
altro inseparabile personaggio delle storie di Dylan Dog e che
rappresenta l'attaccamento al mondo reale è l'ispettore
Bloch, un ex collega e "maestro" di Dylan dai
tempi di Scotland Yard. Questi nonostante non abbia approvato
la scelta del nostro protagonista di lasciare la polizia per dedicarsi
al soprannaturale è sempre ben disposto ad aiutarlo, Dylan a sua
volta contraccambia quando viene chiamato in causa nel risolvere
quei casi dove la fredda razionalità non riesce a dare
una spiegazione. Ma
nonostante le mille avventure, l'ispettore non crederà
mai a questi fenomeni neanche avendoli visti con i suoi occhi
e in questo rappresenta tutte le persone razionali che respingono
il sogno e la fantasia a priori. Ma come si fa a respingere razionalmente
una verità come la Morte? E' infatti questa la nemica
numero uno del nostro protagonista (e ahimè di tutti noi),
che viene raffigurata con la classica immagine medievale (ricordate
la famosa canzone di Angelo Branduardi "Ballo in Fa diesis"?),
scheletro e falce con tonaca e cappuccio nero, che accompagna
le sue storie, dialoga con lei e ci gioca a scacchi (come nel
famoso film di Ingmar Bergman "Il settimo sigillo")
Ma
il nemico più complesso ed enigmatico, protagonita
delle
più belle storie della serie, "L'alba dei morti viventi"
e "Storia
di Nessuno" è senza dubbio Xabaras, un
biologo che per la sua spasmodica ricerca del siero dell'immortalità
è disposto a risvegliare morti e a trasformarli in
zombi, nel tentativo
di catturarne l'anima. Chi
invece rappresenta il classico "Uomo nero" delle nostre
paure infantili è senza dubbio Mana Cerace, protagonista
anch'egli di bellissimi episodi che analizzano l'inconscio di
ciascuno di noi. Uno
degli albi che preferisco è sicuramente "Mefistofele"
la storia di un uomo che dopo il risveglio dal come, perde l'anima
e incarnando il diavolo, si vendica di tutti i torti subiti in
passato ad opera delle persone insensibili alla sua vita.
I mostri spesso non fanno paura ma tenerezza, infatti il più
delle volte rappresentano gli esclusi, gli emarginati, i diversi.
E' emblematico
il caso di "Johnny Freak" (sceneggiato da Mauro
Marcheselli), quella che i lettori hanno definito la più
bella storia della serie. Pur non scivolando nel genere fantascientifico
Dylan Dog ha anche incontrato gli alieni, visti quasi come messaggeri
divini. Ma se dovessimo analizzare le migliori storie sceneggiate
da Tiziano Sclavi, sicuramente incontreremo delle grosse difficoltà
in quanto, sopratutto per i primi 100 numeri, ogni storia lascia
un significato profondo e uno spunto di riflessione verso il senso
stesso della vita e su ciò che si nasconde dietro il suo
lato oscuro. La
genialità di questo genere horror consiste anche nel far
capire che l'orrore può nascere dalle cose comuni di tutti
i giorni: una malattia, la pazzia, iperprotettività dei
genitori. Spesso
le storie fantastiche del nostro protagonista sono un pretesto
per parlare di temi reali molto scottanti come l'emarginazione,
il razzismo, la droga, la vivisezione, l'alcolismo tanto da essere
utilizzato come testimonial di parecchie campagne pubblicitarie
patrocinate dal governo, contro l'uso di droghe e contro il razzismo.
Il
fumetto di Dylan Dog è comunque rivoluzionario sotto tanti
punti di vista, ad esempio la narrazione per immagini, con l'uso
a volte di
vignette
triangolari, sempre subordinate alla narrazione e mai fini a se
stesse, oppure le storie, con il grottesco che sembra spesso stridere
con storie drammatiche e tragiche, ma che contribuisce a smontare
i luoghi comuni e a cercare di trasformare l'orrore dandogli un
altro aspetto, quasi una spiegazione metafisica. Da
ricordare la bellissima la sequenza di vignette che su "Storia
di nessuno" racconta senza dialoghi, la vita dell'uomo qualùnque.
Non a caso questo fumetto è stato preso in considerazione
da intellettuali del calibro di Umberto Eco e da altri scrittori
e giornalisti di tutto rispetto. Di questo enorme successo lo
stesso Tiziano Sclavi, rimane sempre sorpreso. Ma
non è un caso se questo autore venga considerato da molti,
una sorta di Stephen King italiano, infatti la sua produzione
letteraria vanta anche una decina di romanzi dei quali uno in
particolare "Dellamorte Dellamore" è stato trasformato
in un film horror, diretto dal regista Michele Soavi, ed ha avuto
parecchi apprezzamenti anche negli Stati Uniti da registi come
Martin Scorsese e Tarantino. Prima di inventare il personaggio
di Dylan Dog, Tiziano sclavi ha sceneggiato parecchie storie di
personaggi bonelliani e non, ricordiamo Zagor,
Mister No, Martyn Myster e Ken Parker. Ma al successo del personaggio
noir di Dylan Dog hanno contribuito dei veri e propri maestri
del chiaroscuro e del disegno a china quali: Angelo Stano
(che ha anche partecipato come attore disegnato nell'episodio
"Morgana") dal tratto che ricorda il grande pittore
Schiele è autore anche delle copertine dopo Claudio
Villa, il suo creatore grafico, Corrado Roi , splendido
nei chiariscuri sfumati con l'uso della spugnetta che ricordano
i disegni di Dino Battaglia, ma che riescono a essere del tutto
originali e perfettamente funzionali alle atmosfere drammatiche
e oniriche del mondo dylandoghiano, Giampiero Casertano da
tratto vellutato e dal nero vigoroso, Bruno Brindisi dai
volti dolci e dal segno elegante, ma anche
Carlo Ambrosini, Luigi
Piccato, Andrea Venturi, Piero
Dall'Agnol
e Gustavo
Trigo
disegnatori
dal segno istintivo e veloce, o anche Nicola Mari sicuramente
più a suo agio con queste atmosfere rispetto a quelle di
Nathan Never (anche se con quest'ultimo personaggio ha realizzato
dei capolavori grafici), da ricordare anche il duo Montanari
& Grassani velocissimi autori di gran parte delle storie.
Per le sceneggiature a Tiziano Sclavi si sono affiancati: Claudio
Chiaverotti, Gianfranco
Manfredi, Mauro Marcheselli,
Pasquale
Ruju e tanti altri grandi autori di casa Bonelli.