Chiesa della Santissima Annunziata E' stata ricostruita all'inizio del secolo su una precedente chiesa
barocca ed è molto amata dai torinesi per un noto presepio meccanico. La pianta ha
mantenuto le strutture originarie ed è a una navata con cappelle laterali tra loro
comunicanti. L'elemento più interessante è l'altare maggiore, realizzato dal Vittone per
la chiesa barocca. Di grandi proporzioni, è di gusto barocco: la ricca decorazione
presenta teste di putti, volute, cartelle in marmo bianco in contrasto con il suggestivo
gioco policromo. L'abside conserva una grande tela del Beaumont raffigurante
l'Annunciazione. Sulla sinistra dell'altare maggiore si apre la Cappella dell'Addolorata,
appartenente all'antica chiesa; gli altari e le cappelle laterali, sebbene di gusto
barocco, sono stati realizzati all'inizio del secolo. La facciata della chiesa è duplice: quella
esterna, su via Po è a due ordini, quello inferiore è una continuazione dei portici
della via, quella superiore costituisce una loggia a tre arcate ed è dcorata con statue
del Buzzi Reschini rappresentanti i profeti. La facciata interna si apre sotto i portici
della via e presenta un portono in bronzo, con quattro nicchie in cui si trovano le statue
dei santi Pietro, Paolo, Giuseppe e Gioachino. Chiesa di San Carlo Insieme alla "gemella" chiesa di Santa
Cristina, la chiesa di S. Carlo conclude il lato meridionale di piazza San Carlo, sin dal
primo ampiamento della città nel XVII secolo, una delle piazze più scenografiche di
Torino. L'edificio ha pianta a navata unica a due campate con volta a crociera. Le pareti
laterali presentano nelle lunette finestre serliane. Sui lati anche quattro cappelle,
ristrutturate nel corso degli anni; interessante la seconda cappella sul lato sinistro,
dedicata al Sacro Cuore di Gesù, con un altare a tarsie marmoree, con la statua del
Cristo nella parte superiore. La facciata è a due ordini sovrapposti, con colonne
alternate a lesene e divisi da una trabeazione. Nell'ordine superiore si apre un
finestrone ovale dentro una cornice rettangolare architravata. Santuario della Consolata Il Santuario della Consolata è una delle chiese più amate dai torinesi.
Costruita su una struttura basilicale probabilmente del V secolo, la chiesa ha subito nel
corso dei secoli numerose ristrutturazioni e oggi si presenta con un corpo ellittico,
detto di Sant'Andrea, dal nome della Basilica che vi sorgeva, e uno esagonale, in cui
sorge la chiesa vera e propria. Le due strutture sono il frutto di due successivi progetti
del Guarini e al successivo intervento del Bertola. L'ingresso alla Chiesa avviene
attraverso il corpo ellittico di Sant'Andrea, che si apre sul corpo esagonale progettato
da Guarini e caratterizzato da una serie di colonne con archi e architravi che sorreggono
i coretti delle chiese barocche. Il grandioso altare che si apre sul lato opposto del
corpo di Sant'Andrea è stato progettato da Filippo Juvarra e la sua cupola è stata
dipinta dal Crosato. Negli altari laterali si trovano le reliquie di San Giuseppe Cafasso,
sulla destra, e un monumento alle regine Maria Teresa e Maria Adelaide, rispettivamente
madre e moglie del re Vittorio Emanuele II, raccolte in preghiera, sulla sinistra. Nella
seconda cappella laterale si trovano le reliquie di San Valerico. L'interno è un trionfo
di marmi e di stucchi dorati e di affreschi settecenteschi. All'esterno si notano una colonna corinzia eretta dalla
città di Torino come ex-voto per la liberazione dall'epidemia di colera scoppiata nel
1835. Chiesa di
Santa Cristina La
chiesa sorge accanto alla gemella chiesa di San Carlo, a
chiudere il lato meridionale della piazza San Carlo, in
antichità chiamata Piazza Reale e punto di unione tra
l'antica città e il suo primo ampliamento. L'interno è
a una sola navata con due piccole cappelle. Le parete
laterali sono decorate da paraste ioniche, aperte da
finestre serliane. I dipinti laterali descrivono episodi
tratti dai Libri Sacri. Il soffitto ha volte a botte e a
crociera decorate con medaglioni raffiguranti il martirio
di Santa Cristina. L'altare maggiore conserva un prezioso
organo ligneo settecentesco. La facciata è leggermente
concava, secondo il gusto barocco dell'epoca e presenta
due ordini sovrapposti scanditi da colonne composite e
sculture. Al centro dell'ordine superiore si apre un
finestrone ovale. Al di sopra la facciata è conclusa da
un timpano triangolare ornato da candelabri in pietra. Chiesa di
San Domenico La
chiesa di San Domenico ha origini medievali e sorge in
una zona densamente popolata sin dal XIII secolo, perché
vicina alle piazza delle Erbe e di San Michele, sedi dei
mercati dell'epoca. La pianta è divisa in tre navate che
presentano interessanti contrasti di colore tra le parti
in cotto e le volte a vela bianche. Le colonne sono
decorate con stemmi di alcune famiglie torinesi; il
pulpito ligneo è del Settecento, l'abside è di gusto
gotico ed è illuminato da una serie di finestre ad arco
acuto. La navata destra presenta confessionali del
XVI-XVII secolo ed è conclusa dalla Cappella del Santo
Rosario. Sulla navata sinistra si susseguono quattro
altari marmorei barocchi. L'esterno della chiesa
è molto semplice. La facciata è in cotto, con pinnacoli
e rosone, ed è fiancheggiata da quattro contrafforti,
secondo un gusto che si trova anche in altre chiese
medievali in Piemonte. Il lato destro, l'unico visibile
ai visitatori, è decorato da alcune finestre barocche;
il portale è settecentesco. Sul lato sinistro si trova
il campanile, mentre un alto torrione quadrangolare copre
la Cappella del Santo Rosario. Cattedrale
di San Giovanni Battista Unico
esempio di chiesa rinascimentale a Torino, la Cattedrale
sorge sui resti di almeno tre chiese di origine
medievale. La pianta è a tre navate con transetto; la
cupola ottagonale dà luce all'interno, insieme alle
grandi finestre delle navate laterali; l'abside
originario è stato sostituito nel XVII secolo dalla
Cupola della Sacra Sindone, costruita da Guarino Guarini
a collegare la chiesa e il Palazzo Reale, il potere
religioso e quello temporale. All'interno si trovano i
sepolcri di Giovanna d'Orlier de la Balme, di gusto
borgognone, dei Romagnano, raro esempio di tomba
rinascimentale a Torino. Sopra la porta centrale vi è un
Cenacolo, dipinto dal Gagna e donato da re Carlo Alberto.
L'esterno di gusto
rinascimentale, presenta una facciata divisa in lesene e
terminante in un timpano con iscrizione. I due ordini
sono collegati con volute, come voleva il gusto
rinascimentale di impronta toscana, e sono aperti in due
grandi finestre bifore strombate. I tre portali
presentano decorazioni marmoree raffinate, i battenti
lignei sono di Carlo Maria Ugliego e risalgono al '700. A
lato del Duomo sorge il suo alto campanile, concluso da
una cella campanaria non terminata di gusto
settecentesco.
Chiesa della Gran Madre di Dio
La sua edificazione fu voluta nel 1814 per celebrare il ritorno di Vittorio Emanuele I a Torino. Venne eretta nel 1818 da Ferdinando Bonsignore e completata poi nel 1831 su modelli classici.
È preceduta da un'ampia scala e da un pronao esastilo con trabeazione e timpano.
Tra il 1933 e il 1940 subì alcune alterazioni in occasione della sistemazione dell'Ossario dei Caduti della Grande Guerra.
Ai piedi della gradinata il monumento a Vittorio Emanuele I di Giuseppe Gaggini è affiancato dalle Statue della Religione e della Fede di Carlo Chelli.
Nell'interno a pianta circolare la cupola si rifà al Pantheon e alla chiesa parigina della Madeleine.
La chiesa custodisce le statue di San Maurizio, della Beata Margherita di Savoia, del Beato Amedeo di Savoia, di San Giovanni Battista e opere come la Vergine col Bambino di Andrea Galassi e il Crocifisso e il Sacro Cuore di Gesù di Edoardo Rubino. Chiesa di
San Lorenzo E' una
delle più belle chiese di Torino, uno dei massimi
capolavori del barocco europeo. E' stata progettata da
Guarino Guarini su una chiesa preesistente. La sua pianta
è impostata su croce greca con gli angoli smussati, in
modo da dar vita a un ottagono dai lati alternatamente
concavi e convessi. La ricca decorazione marmorea gioca
con i colori e alterna il bianco e il rosa delle cappelle
con il verde e l'ocra dei lati concavi. Sull'ottagono di
base si eleve l'ardita cupola, la cui altezza è tre
volte il diametro di base. Essa è costituita da tre
archi intersecati che giocano con la forma dell'ottagono.
Ulteriori giochi geometrici, che generano riquadri
lunettati, pentagonali e intrecci, esaltano la luce,
ricordando per atmosfere e concezione la cupola della
Mezquita di Cordoba, in Spagna. Il gioco dei colori dei
marmi, il gioco dei contrasti tra la purezza delle linee
della cupola e l'abbagliante ricchezza delle decorazioni
sottostanti sono due dei motivi di fascino della chiesa
torinese. All'esterno San Lorenzo non presenta una sua
facciata, che è anzi uniformata a quella dei palazzi di
Piazza Castello: i duchi di Savoia non vollero infatti
che fosse realizzato il progetto del Guarini perché non
volevano che la piazza, simbolo del loro potere assoluto,
avesse elementi che distraessero lo spettatore dal suo
significato e dall'osservazione del Palazzo Ducale e di
Palazzo Madama, simboli del potere regale. Chiesa di
Maria Ausiliatrice Il Santuario di Maria Ausiliatrice venne
eretto su progetto dellingegnere Antonio Spezia per
volere di San Giovanni Bosco che lo volle come monumento
di riconoscenza alla Vergine Maria, come chiesa madre e
centro spirituale dellopera salesiana. Il 27 aprile
del 1865 vi fu la posa della pietra angolare alla
presenza del principe Amedeo di Savoia, duca di Aosta,
figlio di Vittorio Emanuele II e il 23 settembre 1866
venne collocato lultimo mattone di chiusura della
cupola, del diametro di 19 metri. Mentre i lavori
continuavano allinterno, nel maggio 1867 venne
collocata sulla cupola la statua della Madonna alta
quattro metri, e finalmente il 9 giugno 1868 ebbe luogo
la solenne consacrazione. La facciata del
Santuario richiama quella della chiesa di S. Giorgio
Maggiore a Venezia, del Palladio. Sul campanile di destra
è raffigurato larcangelo Gabriele nellatto
di offrire una corona a Maria, mentre sul campanile di
sinistra larcangelo Michele sventola una bandiera
con la scritta "Lepanto". Sul timpano le statue
marmoree sono dei martiri Solutore, Avventore, Ottavio
uccisi proprio nel luogo dove sorge Valdocco.
Sullattico sopra gli orologi cè a destra la
statua di S. Massimo, primo vescovo di Torino, e a
sinistra la statua di S. Francesco di Sales, patrono
della Famiglia Salesiana. Nella nicchia centrale, sotto
il rosone, si vede il gruppo di marmo di Gesù tra i
fanciulli e nelle nicchie laterali vi sono le statue di
S. Giuseppe e S. Luigi Gonzaga. Delle due fasce di
altorilievi tra le colonne, una rappresenta S. Pio V che
annuncia la vittoria di Lepanto del 1571, laltra
Pio VII che incorona Maria SS. nel Santuario di Savona
dopo la sua liberazione dalla prigionia napoleonica. La decorazione del
Santuario fu realizzata dal primo successore di Don
Bosco, il Beato Michele Rua. Laffresco della cupola
è opera del pittore Giuseppe Rollini. Linterno è
tutto un rincorrersi di luci e colori dei marmi che
convergono al tabernacolo e al grande quadro
dellAusiliatrice, ideato proprio da Don Bosco che
ne parlò al pittore Lorenzone che prese in affitto il
più alto salone di Palazzo Madama e lo realizzò in tre
anni. Quattro gli altari della
Basilica. Quello monumentale è dedicato a Don Bosco ed
è opera dellarchitetto Ceradini; quello dedicato a
S. Giuseppe è lunico altare rimasto come
laveva voluto Don Bosco, il quadro centrale fu
eseguito dal Lorenzone e in esso si vede loratorio
di Valdocco proprio comera nel 1869. A destra,
entrando dallingresso principale, si trova
laltare di S. Maria Mazzarello, confondatrice
dellIstituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. A
sinistra cè la cappella di San Domenico Savio, il
quindicenne allievo di Don Bosco proclamato santo nel
1954 e vicino la cappella del Sacro Cuore il cui quadro
è opera del pittore Carlo Morgari. Più avanti cè la
nicchia che contiene la statua di Maria Ausiliatrice,
posta sulla pietra angolare della Basilica; ogni anno la
sera del 24 maggio viene portata in processione per le
strade di Torino. Sempre a sinistra dellingresso
principale una scala conduce alla cripta o "Cappella
delle Reliquie". Ad ununica navata a croce
latina ricorda negli ornamenti e nei simboli le catacombe
cristiane. Qui è conservata in una teca la reliquia del
legno della Santa Croce. Accanto al Santuario è
possibile visitare la Cappella Pinardi, prima dimora
delloratorio di Don Bosco, la chiesa di S.
Francesco di Sales e ledificio delle camerette di
Don Bosco. Chiesa di Santa Maria del Monte - Monte dei Cappuccini
Sull'altura conosciuta come Monte
dei Cappuccini s'innalzava un fortilizio medioevale, la Bastida.
Nel 1583 Carlo Emanuele I destinò il sito all'Ordine dei
Cappuccini ed incaricò Ascanio Vittozzi della costruzione
della chiesa. Il cantiere fu proseguito da Carlo di Castellamonte
e completato nel 1656. Basilica di Superga
Sorge su una delle
colline che dominano Torino ed è stata costruita dal re
Vittorio Amedeo II in segno di ringraziamento alla
Vergine Maria dopo la sconfitta dei francesi assedianti,
nel 1704. Il progetto è di Filippo Juvarra. L'ingresso alla chiesa
avviene attraverso tre scalinate, che portano al pronao
di gusto classico. Ai lati del portico sporgono due corpi
dai quali si elevano gli eleganti campanili. La pianta è
ottagonale, con pilastri angolari a cui si addossano
colonne corinzie poste su basamenti ad andamento concavo.
Le cappelle laterali conservano dipinti del Ricci e del
Beaumont e le pale marmoree del Cametti e del
Cornacchini. A sinistra dell'ingresso
alla Basilica c'è l'accesso alle tombe dei re e dei
principi del regno di Sardegna. Dietro l'edificio
religioso sorge il convento che ospitava la Congregazone
dei sacerdoti regolari voluta da Vittorio Amedeo. Sulla
parte retrostante della costruzione il 4 maggio 1949 si
schiantò l'aereo che riportava da Lisbona a Torino la
squadra di calcio del Grande Torino, causando una delle
tragedie più tristi del dopoguerra italiano. Ai campioni
e ai loro accompagnatori morti nell'incidente aereo è
dedicata una lapide, nella parte retrostante del
complesso. Il muro contro cui finì l'aereo non è stato
ricostruito ed è ancora visibile.
La struttura è a pianta centrale con tamburo ottagonale
risalente al XIX secolo. L'architettura è austera, essenziale
e lontana dal fasto di Corte.
Meritevoli di nota sono: il Martirio di San Maurizio del Moncalvo
(nell'altare a sinistra), le statue lignee della bottega di Carlo
Giuseppe Plura, il Crocifisso del coro di Bartolomeo Botto, e
alcune tele del Cerano e di Orazio Gentileschi.