TORTA CON PANNA E FRAGOLE

 

Questa ricetta la devo alla mia “tutor”, Maria, che quando entrai in ruolo mi seguì nel cammino iniziale della lunga e perigliosa carriera che avrebbe portato fino a questa impresa telematica (ancora poco convinta).

Essendo una signora forse d’altri tempi, mi invitò con alcune amiche ad un tè all’inglese, proprio quello delle cinque, e tra dolci e dolcetti, salatini, crostini burro e acciuga, una torta al cioccolato americana di cui non seppi mai gli ingredienti (solo citata la maionese… al posto di uova e burro… mah!), a un certo punto si presentò con questa torta, che è l’apoteosi del gusto. Dopo tanti anni la portai a una festa per bambini al campo da rugby e qui venne ribattezzata “torta afrodisiaca”. Che dire… provate….

 

Ingredienti per la base (è la tipica torta allo yogurth)

1 vasetto di yogurth bianco

3 vasetti dello stesso yogurth di farina

2 vasetti di zucchero

1 vasetto d’olio di oliva

½ bustina di lievito

4 tuorli d’uovo

le chiare dei 4 montate a neve

 

 

Ingredienti per la farcia e la decorazione

Una confezione da 250 g di fragole

Zucchero q.b.

Liquore alla fragola se gradito

500 mL di panna da montare

 

 

Buon appetito!

 

 

 

Curiosità scientifiche:

 

I segreti della lievitazione: come mai la pasta delle torte, della pizza, del pane, gonfia?

 

Bisogna distinguere tre tipi di lievitazione: chimica, fisica e biologica.

 

bicarbonato di sodio (o carbonato acido di sodio) che si decompone in anidride carbonica, acqua, sotto forma di gas, e carbonato di sodio.

 

2 NaHCO3 → Na2CO3 + H2O + CO2

 

bicarbonato d’ammonio che si decompone in ammoniaca anidride carbonica e acqua tutte sostanze gassose

 

 

NH4(HCO3) → NH3 + CO2 + H2O

 

 

 

Il processo avviene nella lievitazione naturale preliminare delle paste lievitate, per pane, dolci e pizza. E infatti che cosa si mette tra ingredienti? Farina, che fornisce l’amido, acqua che fornisce l’ambiente per lo sviluppo dei lieviti (aggiunti in cubetto o polvere essiccata), e zucchero, per innescare la reazione. La temperatura deve essere più elevata rispetto a quella ambientale, sui 45°, per velocizzare la reazione dei lieviti e dare l’ambiente ottimale alla loro sopravvivenza. Quindi è chiaro perché la pasta della pizza deve essere lasciata riposare al caldo per almeno un’ora, per dar tempo agli organismi di produrre sufficiente CO2 che gonfierà la pasta medesima. L’odore pungente della pasta in lievitazione è dovuta all’alcol etilico che si produce insieme all’anidride carbonica.

Questa fermentazione si realizza anche nei mosti d’uva e dei cereali maltati per la produzione di vino e birra. La pericolosità nel maneggiare i mosti in fermentazione è dovuta proprio all’alta percentuale di anidride carbonica prodotta, che rende l’aria satura di questo gas determinando possibilità di soffocamento. La gradazione alcolica che può essere raggiunta dai mosti, quindi la quantità d’alcol in percentuale di volume, nei vini e nelle birre, non è elevatissima, perché l’alcol è un inibitore della reazione, tanto che dopo un po’ quindi si arresta (meccanismo di feed back negativo). Per ottenere le bevande superalcoliche o l’alcol assoluto si deve quindi procedere alla distillazione.