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L’Epifania,
ricorda, la Manifestazione della Divinità in forma visibile.
Manifestazione che ha come diretta conseguenza, Il riconoscimento della
suprema regalità, del Messia, dell’Unto del Signore, da parte dei
Magi (ovvero di alcuni potenti della terra che vissero all’epoca della
nascita di Gesù). Riconoscimento di tale Sovranità Divina che si
concretizza tramite una risposta positiva ad una personale chiamata.
Riconoscimento della Divinità ed accoglimento della personale chiamata,
estesi ad ogni uomo di buona volontà, di qualsiasi tempo.
Ma
chi rappresentano i Magi?
I
magi, a livello concettuale, rappresentano tutti gli uomini della terra
che chiamati ad accogliere l’invito a partecipare al piano di Salvezza
offertogli da Dio, rispondono di sì, con fiducia (fede).
Questi
tre re simboleggiano gli uomini nella loro regalità (ovvero dignità
derivante dal fatto di essere creature chiamate alla vita da Dio),
indipendentemente dall’ubicazione geografica e razza di appartenenza.
Re
che decifrando correttamente la natura e l’importanza di quel segno
posto in cielo (per essere visibile a tutti gli uomini), sanno usare la
loro capacità decisionale (il proprio arbitrio e la personale capacità
di agire), cogliendo e mettendo a frutto l’opportunità offerta loro.
E conseguenzialmente si incamminano guidati dalla stella, alla ricerca
del Salvatore, per adorarlo e recare Lui omaggio (la gloria che merita).
Ovviamente come già accennato, l’andare alla ricerca di Dio non deve
essere intesa come esclusiva prerogativa di questi tre re, ma come
l’invito rivolto agli uomini di buona volontà, di tutti i tempi. Lo
ribadisco, non solo i Magi ma tutti a partire da una personale
chiamata possono mettersi sulla strada che li conduce all’incontro con
Dio.
Strada
che equivale ad un cammino di fede non sempre facile. Difficoltà che
palesano anche i Magi quando durante il loro pellegrinaggio si
presentano al cospetto di Erode. Il quale, esercitando una regalità
terrena (differente da quella dei Magi), in quanto assoggettata
all’influenza del nemico della natura umana, non solo rifiuta di
unirsi a loro per approfittare dell’occasione di salvezza, ma tenta di
ingannarli. Inganno reso vano dall’intervento dell’angelo del
Signore che viene in aiuto loro. E per fare un parallelismo lo stesso
aiuto viene offerto da Dio, in svariati modi, a tutti gli uomini in
cammino verso di Lui, perché qualora siano oggetto di inganno,
ritrovino la strada maestra (giusta). In definitiva, Dio è sempre
presente, in modo particolare,1 nella storia di coloro che
decidono di accoglierLo, per fornire loro tutti quegli aiuti necessari
per essere in grado di discernere fra il bene e il male.
Questi
Magi ci rappresentano pure, quando trovato il Messia, lo adorano e
recano a Colui che gli dona la salvezza, i loro poveri doni. Li
definisco poveri doni, perché sono tali, in confronto a quello offerto
dal Messia (ovvero la salvezza). Dicevo che ci rappresentano perché per
quanto possiamo offrire a Dio, di nostro, la nostra capacità di donare,
rimane misera, poiché commensurata, alla condizione umana.
Ma
“l’agire” dei tre re, nasconde un'altra valenza. Infatti, oltre al
loro desiderio di adorare ed omaggiare il Messia, rendendogli la giusta
Gloria, esiste la volontà (scaturita da una raggiunta consapevolezza),
di potere e dovere entrare in relazione con Egli. Espressione di una
Volontà che rende possibile, l’incontro fra il Creatore e la
creatura. L'incontro fra la Grandezza del Dio Trino e la povertà
dell’uomo. Perché l’Una arricchisca l’altra. Perché l’Una
partecipi dell’altra e viceversa (l’altra dell’Una).
Relazione
resa possibile:
-
per grazia di Dio Infinitamente Misericordioso.
-
Per l’accoglimento di tale grazia da parte dell’uomo.
Nota:
1.
Dio è sempre presente nella storia di tutti ma chi non lo accoglie
non accoglie neppure i suoi aiuti
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