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Il
Santo Natale dovrebbe portare ad approfondire ed interiorizzare meglio,
il significato dell'Incarnazione del Verbo.
A
Natale, si ricorda, l’incarnazione del Cristo Sovrano dell’Universo
(ovvero dell’Unto dal Padre Creatore, del Re, Sacerdote, Profeta, ed
Unigenito Figlio di Dio); …si festeggia la nascita dell’Emmanuele
(il Dio con noi), del nostro Salvatore (Redentore).
Come possiamo rendere la meritata gloria a tale evento?
Contribuendo a rinsaldare il legame che ci unisce a Dio;
ovvero riconoscendoci Sue creature ed abbandonandoci fiduciosamente alla
Divina misericordia, attraverso il concreto gesto, di renderLo
compartecipe, della vita che ci ha donato.
Infatti,
perché la vita ricevuta in dono possa essere vissuta nella pienezza è
necessaria la Sua compartecipazione.
Dunque lasciamo da parte ogni ritrosia (dovuta alla maligna azione, di
colui che lavora costantemente in ogni essere umano, per separare la
creatura dal suo Creatore) e fidiamoci del Dio che ci ha creati, in un
atto di infinto amore.
ApriamoGli il cuore, accogliamoLo continuamente nella nostra vita, con
dei sì fiduciosi, con degli eccomi decisi, ad imitazione di Maria.
Così che con la grazia Divina, possiamo iniziare ad interiorizzare i
due precetti di amore indicatici: «Amerai il Signore Dio tuo con
tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo
è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al
primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti
dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Perché
questi costituiscono la sintesi della rivelazione Divina e soltanto
partendo da essi possiamo iniziare ad intraprendere quel fruttuoso
cammino di fede che ci restituisce ad Immagine e Somiglianza di Dio
riassegnandoci la dignità di figli.
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