|
Quale
significato ha la regalità di Cristo e dove Egli la esercita?
Cristo è Re dell’Universo in quanto Figlio di Dio e seconda Persona
della Santissima Trinità.
Ma vediamo meglio di rendere ancora più chiaro il significato, il
motivo e il valore di questo regalità.
Il
regno di Gesù Cristo in virtù del fatto che Egli E’ la Seconda
Persona della Santissima Trinità è eterno; dunque va oltre la
temporalità della materia e di conseguenza anche oltre la corruttibile
costituente fisica dell’uomo.
Ciò, ce lo rivela Gesù, chiaramente, nel momento in cui afferma,
rispondendo alla domanda di Pilato: “il mio regno non è di questo
mondo”.
Nostro Signore, rimarca e rende ancora più evidente il concetto, quando
continuando il discorso con Pilato, aggiunge: “Se il mio regno
appartenesse a questo mondo, i miei servi avrebbero combattuto per non
farmi consegnare alle autorità. Ma il mio regno non appartiene a questo
mondo”.
Per comprendere bene queste Sue parole dobbiamo andare oltre la
superficie del discorso, ovvero approfondirlo, svisceralo; anche perché
in realtà la sera del Suo arresto qualcuno tenta di difenderlo. Pietro
(colui che lo rinnegherà poco dopo per ben tre volte), di slancio,
senza una piena consapevolezza e padronanza dell’atto che stava per
compiere, si scaglia contro un soldato di nome Malco e con la spada gli
stacca l’orecchio. Gesto che Gesù, prontamente ripara, riservandosi
di ammonire subito dopo, il suo discepolo, perché accetti che gli
eventi facciano il loro corso. (Matteo 26,51-52 Giovanni
18,10-11). E allora chi sono i servi che non riconoscendone la
regalità non lo difendono?
Sono gli uomini che pochi giorni prima lo accolgono con riverenza e
gioia, quando fa il Suo ingresso a Gerusalemme e pochi giorni dopo lo
rinnegano facendolo condannare a morte, soggiogati dall’astuzia degli
scribi; ma per entrare ancor più nella profondità del concetto sono
gli uomini di tutti le epoche che con la mente appannata dalla colpa
derivante dalla caduta, commettono sempre la medesima tipologia di
peccato, ovvero, quello di rigettarLo (rinnegarLo), non accoglierLo,
disconoscerLo.
Continuando ad analizzare l’affermazione di Gesù “il mio regno
non è di questo mondo” scopriamo altro. Nel momento in cui Gesù
afferma che il suo regno non è di questo mondo, vuole dire, che pur
possedendo di fatto, la dignità di Re (la Regalità), pur essendo una
cosa sola con il Padre Creatore dell’Universo e dunque anche del
mondo, pur essendo Dio Egli stesso, il mondo a causa del peccato non lo
riconosce come tale e lo condanna a morte. In pratica vuole ribadire,
che Egli pur essendo di fatto il Re dell’uomo, per avendo il diritto
di regnare su di esso, in virtù del libero arbitrio concessogli, deve
rispettarne la volontà. Deve attendere di essere accolto spontaneamente
come Re del suo cuore (della propria anima) per esercitare con suo il
pieno consenso quello regalità che gli spetterebbe di diritto.
Gesù si riferisce dunque ad un regno che va oltre la materialità delle
cose. Un regno che ha come luogo la parte principale dell’uomo, quella
più profonda e coincidente con il suo cuore, ovvero, con la sede della
sua anima.
Ma
perché il Signore desidera regnare nei cuori?
Perché ci ama e vuole salvarci dall’infelicità che ci causa il
peccato.
Gesù per santificare, divinizzare e donare consapevolezza (una
rinnovata, pura e profonda spiritualità) all’uomo da salvare dalla
sua infelice condizione di peccatore, giustamente deve mirare ha regnare
nel punto centrale, più profondo, più importante, in quel punto di
snodo dove la parte spirituale e la parte materiale si incontrano e
prendono forma e significanza, in quel punto dove istinto, ragione e
sentimenti confluiscono, ossia, il cuore.
Affinché l’uomo caduto si ritrasformi in umano (ovvero ad immagine e
somiglianza di Dio),
perché questo possa ritornare a vivere in armonia con sé stesso, il
Creatore e il Creato tutto, Gesù deve agire sul suo cuore perché solo
partendo da esso può ristabilire, ovvero, ridonare all'uomo: l'integrità
originaria, propria, della sua natura e forma, la reale sua essenza,
cosicché ritrovi la personale dignità e il proprio equilibrio
interiore, deturpato e trasformato dal peccato.
Dunque
il Signore in quanto verità assoluta, desidera che l’uomo ne
riconosca la regalità, non solo a parole (osservanza del culto, alla
maniera dei farisei) ma di fatto, a partire da una libera e sincera
accettazione, da un sentito accoglimento. Perché solo la vera
accoglienza gli permette di potere operare nell’essere umano, al fine
di salvarlo, dalla sua condizione di profonda fragilità, povertà e
infelicità.
Nostro Signore amandoci e aspirando al nostro bene, vuole riallacciare
con ciascuno di noi, attraverso la sua incarnazione, vita, predicazione,
morte, passione e Risurrezione, quel legame di amore e fiducia
illimitata che all’origine esisteva fra il Creatore e la creatura.
Legame che il maligno con le sue astuzie ha spezzato causando la
separazione e l'allontanando dell’uomo dalla sua Origine.
Quindi la regalità di Cristo non s’impone (perché non ha origine dal
potere, come quella dei re della terra, ma lascia liberi, in quanto è
originata da un amore incondizionato). Cristo ci rivela che la Sovranità
Divina, nonostante la sua inconcepibile grandezza, ha scelto, di essere
condizionata, alla volontà e alla capacità di accoglienza sincera, da
parte dell' umana, Sua creatura.
Tutto ciò costituisce una ulteriore dimostrazione del fatto che il
Signore, desidera regnare in noi perché ci ama infinitamente ed ambisce
al nostro maggiore bene.
|
|