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Gesù
incarnandosi ha svelato agli uomini e alle donne di questo mondo da
quale inganni devono decidersi di svincolarsi, per ritrovare la loro
forma originaria, così da riuscire
a comprendere cosa ciascuno è e come può attivarsi per meglio
rispondere al dono della vita.
Nostro
Signore tramite il libero accoglimento, la comprensione e
l’interiorizzazione, della Parola desidera che la Sua creatura
raggiunga un certo grado di consapevolezza.
Consapevolezza,
dunque che scaturisce da una grazia Divina e rende possibile il ritorno
della creatura alla sua forma originaria, permettendogli di risolversi,
di ritrovare sé stessa, di crescere nella propria umanità e mettere a
vantaggio la personale chiamata alla vita.
Il
Verbo incarnato, ha rivelato l’uomo all’uomo, il suo reale perché,
gli ha svelato la Verità del Creato, fornendogli tutti quegli aiuti
necessari affinché questi possa scegliere di orientarsi verso una
strutturazione ottimale di sé.
Strutturazione
ottimale di sé che avviene per ognuno, in modo differente, per mezzo di
percorsi di vita diversi. Pure avendo sostanzialmente come obiettivo
comune, l’elaborazione e lo sviluppo della forma unica ed esclusiva
propria di ogni essere umano.
Uno
dei principali errori, dell’essere umano, una delle sue più grandi
perdite è quella di pensare (illudendosi) che per essere sé stesso al
meglio, debba prendere ad esempio, a modello una tipologia di uomo,
ritenuta vincente.
Niente
di più sbagliato, fuorviante e deleterio.
Infatti,
ciascun essere umano possiede una sua forma unica ed esclusiva voluta
proprio dall’incommensurabile Amore Creativo dell’Artista della Vita
che E’ Dio. E come tale ogni uomo all’origine è cosa buona e bella.
Racchiudendo entro la sua forma delle specifiche caratteristiche, delle
particolari attitudini che potenzialmente, se messe a frutto bene,
sviluppate, elaborate espresse al meglio, ne determinano la sua
particolare bontà e bellezza.
E
Nostro Signore, attraverso i suoi insegnamenti, ci vuole fare
comprendere ciò, vuol farci capire che a ciascuno è concessa la
possibilità di riscoprire la propria originaria forma e particolare
bellezza, affinché possa attivarsi per esprimere la sua chiamata alla
vita nel migliore dei modi.
Il Signore non è venuto a toglierci le libertà di agire, di pensare,
di essere, ma al contrario si è personificato per donarcele nella loro
pienezza, liberandoci dalle illusorie e fuorvianti seduzioni del maligno
che ci rendono schiavi di una vasta gamma di passioni.
Passioni
inutili e deleterie che distraendoci dal vero significato delle cose,
sottraendoci al nostro vero perché, per un verso ci rendono
insoddisfatti (sempre mancanti di qualcosa), per l’altro ci ostacolano
impedendoci una corretta crescita, ossia la vantaggiosa strutturazione
del nostro essere.
Lo ribadisco, Gesù si è fatto uomo per insegnare agli uomini e alle
donne di questa terra ad essere creature umane.
Ovvero, creature in grado di saper accogliere il Suo insegnamento, così
da riuscire a crescere nella loro umanità.
Perché una questione è essere uomini e donne, un’altra questione
diventare umani (cioè ad Immagine e Somiglianza di Dio).
E si diventa umani soltanto liberandosi pian piano dalla sozzura e dalla
grettezza del peccato, soltanto riuscendo ad accogliere, comprendere e
mettere in pratica gli insegnamenti del Signore;
insegnamenti che hanno come comune denominatore il massimo attributo di
Dio ovvero l’amore puro ed incondizionato.
Dunque, per diventare creature umane, in questa palestra che è la vita,
dobbiamo imparare ad amare incondizionatamente Dio e, in virtù di ciò,
partendo da questo dato di fatto, conseguenzialmente imparare ad amare
noi stessi, il prossimo e il Creato di cui facciamo parte.
Amare di un amore equilibrato e totalizzante, il quale va oltre la
riduttiva concezione che questo sia soltanto sentimento, empatia.
In sintesi, Dio inviando fra di noi l’Unigenito Suo Figlio, vuole
insegnarci: a vivere liberi dall’inganno,1 affinché
possiamo essere autentici (veri), compiuti
e capaci di relazionarci con carità, sempre e comunque.
nota:
1
(cioè dal disorientamento, dall’illusione che come tali diventano,
spreco di noi stessi e quindi peccato, ossia disprezzo dell’amorevole
dono della vita concessoci da Egli).
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