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Generalmente
nel momento in cui nel corso della vita ci capita un evento che non ci
piace agiamo con di Dio come i bambini capricciosi si comportano con i
genitori.
Ad una difficoltà, quando qualcosa rappresenta un problema, o ad un
giusto divieto, essi iniziano a battere i piedi, strillare ed esigere
che i genitori risolvano quanto non tollerano.
Con Dio facciamo lo stesso;
ci capita qualcosa che ai nostri occhi è insopportabile, iniziamo a
“esigere” il suo aiuto “pretendendo” che risolva il nostro
problema.
Poi, qualora Egli ci ascolti ma non otteniamo la soluzione che
desideriamo, apriti cielo!
Ci arrabbiamo, ci indispettiamo, lo provochiamo, gli voltiamo le spalle,
neghiamo la Sua esistenza…, comunque è meglio fermarsi qui perché la
lista sarebbe veramente lunga e triste.
Dio, pur essendo per Amore a nostro servizio, in quanto ci ha creati, ci
ha donato la vita e un sistema adeguato per viverla (anche se noi con la
nostra opera facciamo di tutto per non renderlo tale ma questo è un
altro discorso), non è il nostro servo, o il genio della lampada pronto
ad esaudire a comando tutti i desideri e capricci.
L’idea che abbiamo del Padre Celeste non può essere sminuita fin a
tal punto.
Dio E’ ben altro, E’ molto più di quanto il nostro intelletto
limitato possa da solo (senza la Sua grazia illuminante) arrivare a
comprendere.
E anche quanto tale grazia ci venga donata, il Suo Amore, la Sua
Sapienza, Bellezza, Giustizia insieme a tutte le altre Sue
caratteristiche sono incomprensibili a noi, nella loro pienezza.
Per cui quando qualcosa non va nella nostra vita, “umilmente” perché
consci della nostra condizione di creature piccole, fragili e povere,
affidiamoci alla Sua infinita misericordia dicendoGli:
Dio mio, mi fido di Te, di conseguenza mi affido a Te, aiutami, pensa Tu
a me.
Dichiarandogli la nostra debolezza Egli ci sosterrà con la sua forza.
Troverà la soluzione più adeguata al nostro problema che non
necessariamente coinciderà con quella pensata da noi ma potrà essere
(molto probabilmente) un’altra, perché Dio quando decide di aiutarci
lo fa sfruttando (mettendo a frutto) le Sue potenze, ovvero quello che
Egli E’.
E quando riterrà nella Sua Sapienza che ci è necessario intraprendere,
un percorso difficile e come tale sgradito, ci preparerà, sosterrà e
accompagnerà, per permetterci di affrontarlo e in qualche modo
superalo, offrendoci la possibilità di trarne della grazia.
Dobbiamo imparare a credere in Dio, fidandoci ed amandolo senza
condizioni.
Dobbiamo imparare ad accogliere la vita in tutte le sue sfumature.
Perché ogni sfumatura (pure quella a noi più sgradevole) ha un senso
che i nostri occhi spesso non riescono a cogliere subito o non
coglieranno (almeno, finché ci troveremmo in questa dimensione
terrena).
Non possiamo ordinare a Dio (pretendere da Egli), di risolvere a modo
nostro, quanto noi non riusciamo a risolvere!
Non ne abbiamo la facoltà! Siamo creature! Ricordiamolo sempre!
Non possiamo avere l’ardire, di pensare che Dio, debba sottostare alle
nostre richieste.
Dio ci esaudisce non perché ci rivolgiamo ad Egli con toni decisi e con
un’irruenza che rasenta la prepotenza, l’arroganza ma perché E’
Amore Incondizionato.
Le innumerevoli grazie di cui tutti noi esseri umani siamo continuamente
ricoperti, i doni che Dio ci concede con immensa benevolenza, a nostra
insaputa e dei quali spesso non ci rendiamo neppure conto, sono frutto
dell’Amore del Padre Celeste Infinitamente Misericordioso.
Dio non ci deve niente, ma ci dona tutto anche Sé Stesso, perché E’
Amore Infinito;
meditiamo su questo e vedremo la vita sotto una luce nuova.
Parafrasando le parole (se ricordo bene di don Fabio Rosini) : Un uomo
inizia a scoprire veramente la vita, ad apprezzarla e ad evolvere
spiritualmente, quando riesce a comprendere, chi E’ Dio e chi è lui.
Chi e Dio per lui e chi è lui per Dio.
Aggiungo che un uomo trova la pace con sé stesso e si pone in armonia
con il Creato quando scopre il suo giusto posto (il suo vero ruolo)
nell’ambito della creazione, smettendola di voler continuamente
usurpare il posto di altri, o peggio di voler occupare il posto che è
di Dio Creatore.
Sì avete capito bene quando “esigiamo” da Dio che ci esaudisca,
suggerendogli pure come fare, per realizzare ciò che noi non sappiamo
realizzare, in un delirio di onnipotenza (pur senza rendercene conto) ci
poniamo di fatto, al posto che è di Dio.
Dunque va benissimo ricorrere all’aiuto del Creatore, ma dobbiamo
imparare a relazionarci correttamente con Egli:
1 avendo consapevolezza di chi E’ colui al quale chiediamo aiuto.
2 Imparando a chiedere con fiducia ed umiltà consci dei nostri limiti,
senza incorrere nell’errore di pretendere qualcosa, suggerendo pure la
cosa che desideriamo ottenere.
3 Affidandoci al Padre, dicendogli che noi ci fidiamo di Lui e per
questo gli chiediamo di risolvere a modo Suo un problema che ci sta a
cuore, sempre che la soluzione di questo problema sia per il nostro
maggiore bene. In questo imitiamo Gesù nei Getsemani quando dice: «Padre,
se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia,
ma la tua volontà». Luca 22,42
4 Incominciando a pregare usando non solo la testa ma anche il cuore;
per giungere al Padre Celeste la nostra preghiera oltre ad essere
formulata correttamente, deve essere espressione di tutta la forza del
nostro amore. O meglio deve esprimere l’intensità dell’amore di cui
siamo capaci.
5 Le preghiere le esaudisce Dio ed Egli soltanto. Dunque quando ci
rivolgiamo all’intercessione di qualche santo, non è il santo che
compie la grazia, il miracolo, ma lui funge soltanto da messaggero, lui
porta il nostro messaggio al cospetto di Dio. Il suo merito è solo
questo.
6 Per essere ascoltati da Dio è necessari trovarsi in stato di grazia,
ovvero non averlo offeso gravemente.
7 Alcune persone quando hanno un problema iniziano a rivolgersi a Dio e
allo stesso modo a chicchessia (superstizione, credenze, idoli), nella
convinzione che qualora non venissero esauditi dall’Uno lo sarebbero
dall’altro. Dio verità assoluta esige fiducia assoluta. Mi
raccomando, vi esorto di cuore a non cadere in questo grave peccato
dalle varie sfaccettature. Perché si offende gravemente il Padre
Celeste sotto molti aspetti.
(a) Si trasgredisce il primo comandamento e si ci ritrova in peccato
mortale, (b) si perde la grazia di Dio (l’amicizia con Egli), (c) si
cade nell’idolatria.
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