di Michele Giunta

 

Il ritorno della "SERENATA"

Partendo dal termine "Serenata" inizialmente associato all’esecuzione serale di un brano musicale e applicato di solito a composizioni relativamente leggere in una varietà di forme, tra il Settecento e il Novecento vogliamo sottoporVi la nostra iniziativa culturale.
Originariamente una serenata era una canzone cantata dall’innamorato sotto la finestra della bella, di solito accompagnandosi con uno strumento come la chitarra. Le raccolte rinascimentali di madrigali comprendono serenate stilizzate e anche parodie del genere, come Matona mia cara di Orlando di Lasso (1581).
Secondo un’altra tradizione, risalente alla metà del Seicento, per serenata si intende una cantata profana di ampie proporzioni eseguita in occasioni ufficiali, di sera e generalmente all’aperto. Molti compositori italiani ne scrissero, come Scarlatti, Stradella e Vivaldi. Al di fuori dell’Italia, si composero serenate per le corti in Germania (alcune cantate profane per i compleanni e gli onomastici reali di J.S. Bach possono rientrare in questa categoria), Spagna, Portogallo e Perù.
Nella Vienna del Settecento il genere prese una veste strumentale con Haydn e Mozart: di quest’ultimo la Serenata in do minore (1782 o 1783) è una drammatica sinfonia in miniatura, più adatta all’esecuzione in una sala da concerto che all’aperto. Spesso compaiono serenate nelle opere, come il Don Giovanni di Mozart (1787) e Il barbiere di Siviglia di Rossini (1816). In Germania simili canzoni per solo e coro prendono il nome di Ständchen: ne scrissero Schubert, Brahms e Richard Strauss.
Quando la serenata perse la sua funzione sociale, il titolo fu usato dai compositori per indicare una composizione di carattere leggero e spesso con un numero di movimenti superiore a quello di una sinfonia, caratterizzata da sempre più frequenti rimandi a elementi di periodi precedenti.
Nella "Scuola siciliana" , cenacolo di poeti nato nel XIII secolo presso la corte palermitana di Federico II di Svevia e dei suoi figli Manfredi ed Enzo, che diede avvio alla tradizione poetica italiana in volgare, la serenata fu lo svago preferito del sovrano.
La corte di Federico fu in effetti un crocevia itinerante (il re si spostava spesso per ragioni politiche e amministrative) non solo letterario ma culturale in genere. Confluirono qui tradizioni molto diverse: quella araba, soprattutto filosofica ma anche letteraria, quella bizantina e quella latina; l’eredità dei poeti lirici tedeschi (i Minnesänger) e quella normanna in lingua d’oïl , soprattutto tramite la diffusione dei poemi cavallereschi del XII secolo.
Il rapporto amoroso, descritto senza alcun riferimento agli aspetti materiali del sentimento e del desiderio, ha come centro la visione della donna, che viene evocata tramite oggetti allusivi e simbolici tra i quali la serenata.
Si trattava, dunque di una forte ed elaborata concettualizzazione dell’amore, di un’operazione che va in una direzione intellettualistica.

 

La proposta

Il Gruppo "Castellana Folk" propone a chiunque ne abbia interesse:
a) l’esecuzione in ore serali di brani musicali siciliani con l’ausilio degli strumenti:Fiscaliettu,voce,tamburello,chitarra e fisarmonica.

b) l’esecuzione a tre voci di canti popolari siciliani come "Chiovu abballati" tratto dalla raccolta "Canti della Terra di Sicilia" di Alberto Favara; come a "Xicara" tratto dall’album musicale del cantastorie contemporaneo "Giunta".

L’esecuzione dei brani potrà avvenire in modo itinerante nelle ore serali e/o notturne in data da concordare con congruo anticipo.

Il gruppo vestito in costume siciliano dotato di ampia professionalità e serietà può essere contattato al seguente numero telefonico:

0921 642420

 

 

 

 

 

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