Oggi, esiste una crisi evidente ma accettata nell’arte, la quale ha sperimentato sempre i più nuove tecniche (e continua ancora la ricerca nella "trovata" ), in seguito alle preesistenti nell’arte del passato. L’ aumento di nuove tecniche ha invogliato numerosi artisti a cimentarsi in nuove esperienze che, purtroppo, si sono sviluppate poco efficaci nei risultati : tutti, o quasi, si improvvisano promotori o continuatori di un’ originalità utopica. Parallelamente, si nota un appiattimento della qualità dell’opera e soprattutto una monotonia di stili e ripetizioni di poetiche ormai retoriche, visto la mercificazione dell’arte, la sua burocratizzazione, ecc… E’ inoltre interessante osservare come i computer stiano monopolizzando tutto: ricerca, lavoro, studio, hobby, gioco, curiosità, cultura. Anche se questo progresso è necessario, comodo, immediato, non deve degenerare in un annullamento dei sensi, soprattutto nell’arte dove i sensi sono fonte primaria di qualunque sensibilità artistica. Voglio augurarmi che in futuro questi programmi standardizzati non meccanizzino la personalità soprattutto degli artisti, quel "contatto a pelle" che solo un artista può provare nel plasmare le forme. E’ proprio quest’ ultimo che deve essere valorizzato da quelle persone che usufruiscono del suo lavoro, collezionisti in particolare, i quali per la molteplicità di artisti appunto, non riescono a investire su opere qualitativamente valide.

Personalmente, amo sentire attivare tutti gli organi di senso nella fase operativa: il profumo dell’argilla, il continuo evolversi della forma suscitando in me uno stato d’animo emotivamente forte esprimendo con stile proprio, il mio essere.Un essere, quello che vive nelle mie sculture, a volte in contrasto con sé stesso. Un essere dinamico, ma sempre in tensione.

E’ l’uso ricercato, e non casuale, di materiali diversi che mi consente di concretizzare queste alterità, i contrasti tra spazio e tempo, evidenti nel ricorrente gioco " pieno-vuoto" , e nel rispetto totale dell’armonia fra anima e corpo, appropriata e singolare strada per il raggiungimento dell’ equilibrio.