Perché il disabile è attratto dallo sport

Il comportamento umano in genere è la risultante di una serie di motivazioni che dirigono il soggetto verso l'una o l'altra meta. L'attività sportiva è una delle tante mete verso cui l'uomo si dirige. In quanto meta è anch'essa determinata da motivazioni e le motivazioni allo sport sono il gioco e l'agonismo. Intorno a queste due primarie motivazioni ruota tutta una serie di bisogni quali l'autoaffermazione, l'aggressività, la socializzazione, l'emulazione, la compensazione e molti altri ancora.

Nello sport, il portatore di handicap rincorre il desiderio di sentirsi "uguale agli altri", egli vive solo come un gioco lo sport che fa, e forse ancora una delle maggiori spinte che lo inducono a praticare sport è la possibilità di non sottoporsi alla fisioterapia.

Tirare di scherma, correre con la carrozzina, nuotare, giocare a pallacanestro, praticare qualsiasi altro sport significa per il disabile potersi ancora muovere con uno scopo. La sensazione di sentirsi perdenti a causa dell'handicap, a volte, può distruggere la voglia di vincere, diminuendo la combattività, la competitività: unica motivazione primaria resta il gioco e la relazione sociale.